Il dubbio

Non so se avete visto questo spot della Mercedes. Molto interessante.

Un uomo vive come un eremita, con un cane come unico compagno,  barba lunga, catapecchia sulla riva di un laghetto di montagna, spacca la legna (d’estate… vabeh! Forse è ora di pranzo e deve cucinare. Però il fuoco è già acceso… Mah!). Sono anni, si desume, che ha lasciato tutto e vive come un solitario.  “Ne avevo abbastanza, volevo ritornare alle cose essenziali, una vita semplice… Pensavo che non sarei mai tornato indietro“. E invece… Il fascino della pelle rasata, dell’abito di sartoria, e soprattutto della nuova Mercedes, lo riattirano verso la civiltà, verso gli agi e il design di una vita brillante. Nella scena finale si vede l’auto (col protagonista dentro, suppongo) che attraversa un ponte verso la città. Payoff finale “The Best or Nothing”.

Molto bene. Così ci vedono dunque… Così vedono chi vuole cambiare vita, chi ne ha abbastanza, chi ha voglia di dire “Adesso Basta” e cercare l’autenticità. Soprattutto, instillano il demone del dubbio “ma poi, se mi rompo, dovrò tornare indietro!”, cioè ci giudicano volubili, incostanti, talmente pirla da lasciare tutto e, fatalmente, accorgerci che abbiamo sbagliato, che siamo costretti a renderci conto che stavamo meglio quando stavamo peggio. Messaggio subliminale: “Non pensare alle stronzate di lasciare tutto. Pensa a spendere i tuoi soldi, a vivere al meglio. Chi lascia, poi, presto o tardi, torna sui suoi passi. Il meglio è qui, e ce l’hai già. Anzi, lo puoi acquisire comprandoti sempre l’ultimo modello. Non esiste un mondo migliore del tuo, cioè di questo che viviamo tutti”.

Bene bene. Se siamo a questo vuol dire che il Sistema è messo maluccio. Quando si smette di dire la propria in positivo e si comincia a spaventare l’avversario denigrando la sua scelta, le sue possibili aspirazioni, vuol dire che il messaggio arriva forte, potente, e fa paura. Guardate, per esperienza… uno spot così non nasce per caso, ci sono dietro costosi studi socioeconomici, demoscopici, psicologici . Ci sono focus group con gente in target, che dice la sua, che approva. Insomma, vuol dire che le aziende si pongono il problema, cercano di cavalcare le mode (come le ritengono loro…). Risolvono la faccenda  facendo fallire virtualmente la fuga prima che inizi, anzi cercano di venderti qualcosa mentre ci pensi.

Vabeh, vuol dire che rispolvererò l’unico abito che ho tenuto e mi comprerò una Mercedes. Sto’ scherzando, dai! Con quello che costa quell’automobile ci campo da uomo libero per quasi una decina d’anni. E senza neanche fare l’eremita!

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77 pensieri su “Il dubbio

  1. Che dire…
    Ho scoperto da poco il sito di Simone, tramite un’amica e grazie ad un post sul sito di “Il Fatto Quotidiano”. Oltre a tante passioni comuni (viaggi, libri, cibo) e a queste belle immagini del Ponente Ligure, la sua storia offre davvero parecchi spunti di riflessione, specialmente per chi affronta periodi di transizione (che a dire il vero, in tempi di precariato imperante, rappresentano quasi la normalità). Riflessioni che consentono di valutare tutte le scelte che possiamo fare, non solo quelle più “logiche” (secondo la logica del sistema in cui ci è capitato di vivere, intendo).
    Detto questo, ho visto solo ieri il famigerato spot (guardo pochissima tv, non per snobismo ma perchè la vita offre tante cose più interessanti da fare) e subito mi è venuto in mente Simone. Vedo che anche lui si è sentito in un certo senso “chiamato in causa”… Non posso che sottoscrivere le sue considerazioni finali.
    Buon viaggio a tutti…
    A piedi, in barca, in bici, in treno… anche in auto se volete… Ma non sulla nuova Mercedes, vi prego!!

  2. fabrizio e glauco sono con voi. Intendo dire che avete la corretta visione , a mio avviso, del cambiamento.
    Lo dice anche Simone in questo stesso post: non e’ una fuga , non e’ una ricerca della felicita’. Una scelta forte di cambiamento la fai quando sei in equilibrio, consapevole, felice magari non nella quotidianita’ ma nella testa !
    io sto maturando questa situazione…. e sapeste quante cose nella mia testa sono cambiate negli ultimi 24 mesi….
    buon proseguimento a tutti , anche a quelli “nervosi” come stefano genovese …. che magari se urla meno e legge per un po’ questo sito …. maturera’ in se prima tanti dubbi e domande e successivamente (gli auguro) delle buone risposte.
    mf

  3. Sarò felice di leggerlo. Per ora non posso comprarlo. Però porto il senso delle tue parole nel cuore. Piuttosto spero di conoscerti di persona. Credi che presenterai il libro a Lecce? E’ un po’ come andare in Africa, mancano solo le galline nell’aereo. Ahah, scherzo! 🙂

  4. @Glauco:

    completamente daccordo !! E’ cosi che anche io intendo il mio personale DS.
    Non deve per forza essere una fuga, quanto piu’ un ritrovare se stessi, anche rapportati ad un’attivita’ lavorativa. Penso che chi ha una passione, e riesce a farne anche la sua occupazione, produca beni, o servizi, o qualunqua altra cosa, con una passione ed una qualita’ che sono mille volte meglio di quelle che ogni giorno gli ‘schiavi moderni’ mettono (per forza, malvolentieri, con noia…) in quel che DEVONO fare.
    Invece il sistema non calcola minimamente le naturali inclinazioni, le predisposizioni, le passioni, la competenza e soprattutto (in Italia di sicuro) la meritocrazia: gente che eccellerebbe in campi specifici, che e’ costretta magari dalle vicissitudini della vita a ‘sottostare’, a farsi ‘piacere’ lavori che potrebbero benissimo fare contente a loro volta altre persone, e via dicendo…
    Basterebbe riportare tutto ad una dimensione piu’ umana, mi rendo conto che in larga scala e’ quasi impossibile, ma chissa’, iniziando ognuno da se a tornare ad una velocita’ ‘di crociera’ abbandonando la corsia di sorpasso a cui ci sottopone questa societa’ consumistica, che pian piano qualcosa migliori..

  5. Rispetto alla mia personale esperienza posso dire che tutto quello che si deve fare è impegnare il proprio tempo meglio. Cioè non si tratterebbe di lavorare meno o guadagnare meno, ma in particolare di lavorare meglio, spostando le energie su ciò che più si adegua alla nostra personalità. Quando siamo giovanissimi facciamo scelte di cui non conosciamo le conseguenze, non possiamo conoscerle perché non abbiamo l’esperienza necessaria. E’ più tardi che si manifesta in noi una maggiore consapevolezza. La consapevolezza porta a conoscere la porpria volontà, i desideri, e dunque al tentativo di manifestarli concretamente. Dunque non si tratta forse di lasciare tutto e tutti e fuggire dal mondo, ma di vivere il mondo secondo quella che è la nostra maggiore propensione. Senza dimenticare il passato, ma portandoselo dietro come un bagaglio. Così l’esperienza lavorativa pregressa va indirizzata verso un modo migliore (per noi rispetto alla nostra volontà) di vivere e dunque lavorare. Si tratta di una scelta consapevole e calibrata, che si ottiene col tempo e la pazienza. Chiaramente difficile, ma forse solo perché è molto bella. Ogni cosa, se cerchi di classificarla, risulta difficile. La parola “amore”, ad esempio, è più difficile spiegarla che attuarla, anche quando passa dall’odio. Insomma volevo dire che la felicità credo sia una conseguenza che deriva dal rispetto della volontà. Per questo dico che quando all’inizio della nostra carriera lavorativa abbiamo fatto una scelta eravamo felici. Difatti Massimo ha una famiglia che immagino rappresenti la sua felicità. E visto che la famiglia e i figli già ce li ha, lui, a prescindere da tutto, sarà comunque felice per sempre, è stato già felice per sempre. Questo il senso: la felicità risiede in noi dall’attimo in cui l’abbiamo provata. E non ci lascia più. E’ l’elemento principe che ci aiuterà nel tentativo di indirizzare i nostri sforzi verso un modo di vivere più umano. I soldi poi vengono da soli.

    • Glauco, è quel che tratto nel quarto e ultimo capitolo di “Avanti Tutta”. Spero senza esagerare, ma direi con cognizione di causa. Sono molto critico su questo punto verso il Sistema del lavoro.

  6. Leggo tutti i commenti, ma quando vedo la kikka non stò zitto!
    In risposta a Massimo , a mio parere, Simone dice una gran verità!Posiamo parlare di tutto… lo spot televisivo, la disoccupazione, il vivere con consapevolezza risparmiando ecc… Ma le scelte devono partire da uno stato di equilibrio. Troppo facile dire faccio così per che ottengo un beneficio. Meglio dire scelgo di fare così perché posso farlo!
    Live simply take it easy
    Alberto

  7. Simone
    le barche su cui hai navigato, che hanno ispirato i tuoi racconti non pesnso costino meno di una Mercedes, il tempo per viverle, quello sì è la vera ricchezza. Io il Mercedes potrei a malapena usarlo per recarmi al lavoro…
    Con invidia,
    Sandro

    • Ma guarda sandro che io, a parte alcune considerazioni sul numero delle auto circolanti, su cosa costa produrle, sull’effetto che hanno sulla nostra vita… non ho nulla contro le Mercedes. A me colpisce il processo, lo studio, ciò che sta dietro quello spot. Mi interessa sempre il come…

  8. Infatti Simone, è così.
    Ho avuto la stessa sensazione. Dal non percepire di avere un problema all’averlo già sorpassato. Ora però è tutto da gestire!
    ciao
    Emanuela

  9. Io viaggio (per fortuna) con la mi apnda a metano e non ho nessuna invidia per nessuna Mercedes , Suv o altro che la pubblicità insistemente ci propina. Ma la finissero con questi spot! Tanto il futuro è quello di possederne meno possibile. Con buona pace di Mr. Marchionne!

  10. Fin da piccolo mi è stato insegnato che la pubblicità era un gioco, solo finzione, tipo le scenette di Sandra e Raimondo.
    Per me quindi non ha mai avuto la benchè minima credibilità o valore. Solo un intermezzo per andare a fare pipì. So che ci sono molte persone così.
    Cari pubblicitari idioti (e aziende pubblicizzate idiote) fosse per noi potreste fallire tutti.

  11. Solo 26000 euro una casa in pietra? qua in provincia di siena dove sto (x ora) le case di pietra sono state tutte comprate da inglesi e radical chic a prezzi da paura. Gli ultimi casali in pietra da ristrutturare si trovano solo a sud della val d’orcia, in mezzo al nulla, intorno al monte amiata, ma costano almeno 250.000 euro. Devo cambiare regione e salire verso la liguria 🙂

  12. Appena ho visto la pubblicità ho pensato a te Simone.
    Istintivamente ho detto a voce alta, quasi tu potessi sentirmi “No! Non lo fare!!!” intuendo la fine dello spot.
    Un secondo dopo ho riflettuto che tu non sei scappato dalla tua precedente vita, non eri alla ricerca della realizzazione di un’utopia, cosa ti ha spinto a dire e scegliere”adesso basta” era la realizzazione del tuo sogno, un sogno ponderato però e di appartenenza profonda al tuo essere interiore………per cui ero sicura che non potevi essere tu il protagonista dello spot!!!!!!!!!!
    Con questo voglio dire che vedo difficile un tuo “Ritorno-Indietro”.
    E poi tu in effetti hai continuato a tagliarti i capelli e a farti la barba…..sembra una cazzata ma prova a riflettere……fa la differenza!!!!
    ciao
    Paola

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