Vi aspetto

Milano, 3 marzo 2011, ore 19.00, “Festa Avanti Tutta” per inaugurare la doppia personale di scultura e pittura “LiberoMare” mia e di Manuela Manes. Vi aspetto.
Faccio sculture e costruisco pesci fantastici. Lo faccio perché quando unisco legno e pietra, metallo e materiali di risulta… sogno. Quello che mi interessa è riutilizzare, ridare vita a oggetti che hanno viaggiato, soprattutto in mare, e che un giorno sono atterrati su una spiaggia sconosciuta. Da dove vengono? Che rotte hanno percorso? Che segni hanno accumulato sulla loro superficie, geroglifici che raccontano quali storie?
Mi interessano anche i materiali della terraferma, purché siano oggetti di lavoro, legni o pietre nati per un motivo, per una funzione svolta anche per centinaia di anni, da uomini diversi, e che poi sono finiti in un bosco, o in una cantina, dimenticati. Io li “ricordo” perché li riutilizzo, immagino i luoghi dove sono nati, le facce degli artigiani che li hanno utilizzati. Cito la loro storia, li avvicino ad altri legni, marinai, e l’incontro tra gli esseri di terra e di mare mi affascina.
In tutto ciò ritrovo Coloane, Boges, Pessoa, ritrovo i rami dei boschi di Calvino, i paesi fantastici di Marquez. Per recuperarli, per piegarli alla volontà del sogno e della forma, fatico con l’energia di London e di Heminway, viaggio nei mari di Melville e Stevenson. Scrivo spesso su di essi, li utilizzo come carta per comunicare. Per questo le mie parole sono così incerte, i contorni delle lettere sbavati: perché si sovrappongono ad altre parole, ad altre storie, di cui evocano sospiri e premonizioni.
Nelle bande di rame c’è dolcezza e malleabilità. Maggiore durezza nel ferro zincato, purché sia stato una grondaia cento anni fa. Nell’ardesia antica, di un grigio piombo brillante e indefinibile, c’è la migliore delle doti dell’uomo: la durezza senza perdere il languore, la forza senza perdere l’emozione. Nei legni dolci che hanno navigato, nella levigatezza irripetibile delle loro superfici, vedo scorrere bastimenti carichi di buon umore e naufragi al grido della disperazione. A tutto ciò aggiungo pomelli colorati comprati da un rigattiere di Madrid, in un pomeriggio che non dimenticherò mai, o piccoli congegni e strumenti trovati per terra in giorni ormai andati. Nella mia fantasia coesistono ricordi e dimenticanze, perché un uomo si compone di ciò che ha e di ciò che gli manca.
Questi oggetti, che le chiami sculture o pesci, che abbiano o no un nome, li espongo, li mostro, alcuni li vendo. Pratico qui il disagio dell’artista, ignoto a ogni scrittore. Il primo si separa per sempre dalle sue creazioni, mentre lo scrittore moltiplica le sue opere, dunque non le perde mai, ci convive. Separarmi da ognuno di questi oggetti è come perdere il giorno e l’emozione che ho vissuto costruendoli. Ma serve a fare spazio per il futuro.

“Adriatica” – legno vecchio, ardesia antica, rame, acciaio, alluminio

Milano, 3 marzo 2011, ore 19.00, “Festa Avanti Tutta” per inaugurare la doppia personale di scultura e pittura “LiberoMare” mia e di Manuela Manes. Vi aspetto. (Per i più “concreti”: ingresso libero, si beve e si mangia)

Faccio sculture e costruisco pesci fantastici. Lo faccio perché quando unisco legno e pietra, metallo e materiali di risulta… sogno. Quello che mi interessa è riutilizzare, ridare vita a oggetti che hanno viaggiato, soprattutto in mare, e che un giorno sono atterrati su una spiaggia sconosciuta. Da dove vengono? Che rotte hanno percorso? Che segni hanno accumulato sulla loro superficie, geroglifici che raccontano quali storie?

Mi interessano anche i materiali della terraferma, purché siano oggetti di lavoro, legni o pietre nati per un motivo, per una funzione svolta anche per centinaia di anni, da uomini diversi, e che poi sono finiti in un bosco, o in una cantina, dimenticati. Io li “ricordo” perché li riutilizzo, immagino i luoghi dove sono nati, le facce degli artigiani che li hanno utilizzati. Cito la loro storia, li avvicino ad altri legni, marinai, e l’incontro tra gli esseri di terra e di mare mi affascina.

In tutto ciò ritrovo Coloane, Boges, Pessoa, ritrovo i rami dei boschi di Calvino, i paesi fantastici di Marquez. Per recuperarli, per piegarli alla volontà del sogno e della forma, fatico con l’energia di London e di Heminway, viaggio nei mari di Melville e Stevenson. Scrivo spesso su di essi, li utilizzo come carta per comunicare. Per questo le mie parole sono così incerte, i contorni delle lettere sbavati: perché si sovrappongono ad altre parole, ad altre storie, di cui evocano sospiri e premonizioni.

Nelle bande di rame c’è dolcezza e malleabilità. Maggiore durezza nel ferro zincato, purché sia stato una grondaia cento anni fa. Nell’ardesia antica, di un grigio piombo brillante e indefinibile, c’è la migliore delle doti dell’uomo: la durezza senza perdere il languore, la forza senza perdere l’emozione. Nei legni dolci che hanno navigato, nella levigatezza irripetibile delle loro superfici, vedo scorrere bastimenti carichi di buon umore e naufragi al grido della disperazione. A tutto ciò aggiungo pomelli colorati comprati da un rigattiere di Madrid, in un pomeriggio che non dimenticherò mai, o piccoli congegni e strumenti trovati per terra in giorni ormai andati. Nella mia fantasia coesistono ricordi e dimenticanze, perché un uomo si compone di ciò che ha e di ciò che gli manca.

Questi oggetti, che le chiami sculture o pesci, che abbiano o no un nome, li espongo, li mostro, alcuni li vendo. Come farò il 3 marzo a Milano. Pratico qui il disagio dell’artista, ignoto a ogni scrittore. Il primo si separa per sempre dalle sue creazioni, mentre lo scrittore moltiplica le sue opere, dunque non le perde mai, ci convive. Separarmi da ognuno di questi oggetti è come perdere il giorno e l’emozione che ho vissuto costruendoli. Ma serve a fare spazio per il futuro.

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129 pensieri su “Vi aspetto

  1. Roberto, abbiamo espresso lo stesso parere, anche se in forma diversa; ed è fuori discussione che,occorrono “basi” solide su cui costruire i propri progetti ed aspirazioni di vita.
    Sono comunque i FATTI NON PAROLE a fare la differenza…
    Saluti a tutti
    VALE

  2. Caro Valentino sono in sintonia con te quando dici “ognuno di noi si costruisce il proprio percorso ideale di vita”, è fondamentale. Dissento invece quando parli di “filosofia fine a sè stessa” perchè se si parla di cambio di vita è indispensabile rifarsi a tutte le esperienze ma in particolare alle analisi passate di chi ha lasciato il segno. Ad esempio io ho riportato delle frasi di Fromm perchè, ribadisco, i suoi scritti mi hanno formato nell’analisi alla società moderna così ritenevo utile segnalarlo. Si può dissentire ma prima di decidere “cosa fare da grandi” bisognerebbe attingere il più possibile da chi ha detto cose importanti su cui riflettere. E’ difficile ma non credo sia NOIA. ciao

  3. un consiglio…perchè non ordini i post al contrario (in alto il più vecchio) che leggerli così è scomodissimo??? 🙂

  4. Cari amici,
    quanta filosofia fine a se stessa,
    critiche non costruttive e scritti che non portano a nulla.
    Il confronto diventa utile se, ognuno contribuisce positivamente, altrimenti si rischia solo di perdere tempo.
    Alla base di tutto deve esserci serenità ed armonia, ognuno di noi, poi, si costruisce il proprio percorso ideale di vita.
    TUTTO IL RESTO è NOIA, canta CALIFANO
    Buon dì a tutti
    VALENTINO

  5. “Alla stazione di Zima
    qualche volta c’è il sole:
    e allora usciamo tutti a guardarlo,
    e a tutti viene in mente
    che cantiamo la stessa canzone
    con altre parole,
    e che ci facciamo male
    perché non ci capiamo niente”

    Bellissima e decisamente veritiera. Da imparare a memoria. Grazie.

  6. Ciao, Simone. Ho letto il tuo libro, “Avanti tutta” e mi è piaciuto, ho sentito l’onestà nel racconto delle tue scelte e una consapevolezza del vivere molto forte che sento vicina. Ne ho parlato nel mio blog, mi auguro se ne parli molto. In bocca al lupo.

  7. Le persone non vanno oltre le cose che leggono o pensano.

    Evvai, questa ha il quarto posto garantito nella mia classifica delle espressioni nonsense di cui farei volentieri a meno.

    1) Dove sei? – al cellulare.
    2) A tizio piace questo elemento – su facebook.
    3) Vieni a farti un trucco semipermanente.
    4) Le persone non vanno oltre quello che leggono o pensano.

    Grazie per aver contribuito!

  8. “Alla stazione di Zima
    qualche volta c’è il sole:
    e allora usciamo tutti a guardarlo,
    e a tutti viene in mente
    che cantiamo la stessa canzone
    con altre parole,
    e che ci facciamo male
    perché non ci capiamo niente”

    Roberto Vecchioni… per tutti!

  9. nessuno slogan Andrea, sei in errore… con quel “posso rivendermela?” intendevo dire che mi sembrava talmente bello e condivisibile quanto hai detto che mi veniva voglia di moltiplicarlo, e magari approfondirlo.
    Null’altro.
    Per quanto riguarda l’AISM, giornata intensa e di grande umanità ma grandemente faticosa… ho tutte le ossa rotte..
    Buon quel che resta di domenica.
    ps. Andrea, fai il bravo e se ti devi incazzare ancora con me, sii gentile, rimanda a domani che ora son senza energie… 🙂 ma per un sorriso ho sempre forza!!!

  10. Attraverso i comportamenti si possono modificare i destini?
    Certo, anche perché il destino non esiste.
    Quisque faber est fortunae suae!

  11. Ringrazio molto Lilly Rebuzzi per l’abbraccio e contraccambio, ma non la ringrazio per la presa in giro di utilizzare le mie frasi per farne uno slogan.
    Io non ti conosco ma per quanto affetto mi possa legare a te preferirei non scendere nel patetico.Probabilmente sono scarto di un processo industriale che inquina se stesso e le persone che mi stanno accanto. Mi rammarico del fatto che persone acculturate che frequentano questo blog non vadano oltre le cose che leggono o pensano.La verità non esiste ma solo una interpolazione tra vari fattori,per raggiungere un risultato vicino alla giusta misura.Purtroppo il dramma tra una vita in cui si pensa di sapere, ed una in cui si hanno solo certezze, è che non si avranno mai punti di comunicazione.Siamo sempre molto presi dal voler affermare i nostri principi come i migliori.Avere dubbi non significa necessariamente essere insicuri.Molto spesso il concetto viene confuso attraverso il dogmatismo in cui si affermano i principi. Dal metodo non bisogna lasciarsi influenzare.Non esiste miglior padre di quello che non esiste.
    Probabilmente gli anatemi che ho lanciato andrebbero approfonditi ( sicuramente ) però mi sento di poter affermare che le rivoluzioni si fanno attraverso piccoli gesti senza mai arrivare ad un punto di rottura. Di nuovo a Lilly un abbraccio

  12. Perotti, hai delle belle mani. Però hai le labbra screpolate, con tutto quel sole e quel vento in faccia: mi permetto di consigliarti un ottimo prodotto il lipsick della Vea, in farmacia; costa un fracco di soldi, ma li vale tutti, è pura vitamina E. Immagino tu sappia che la maggior parte dei burro di cacao è piena di derivati del petrolio, un’autentica schifezza che le mamme inconsapevoli spalmano sulle labbra dei pargoli. Tutta la linea è ottima e se ne guardi le caratteristiche te ne innamori: roba da ingarellarsi, niente profumo, niente coloranti, niente conservanti, testato contro nickel e glutine, nessun test sugli animali. La pediatra consigliò l’olio ad una mia amica per alleviare il fastidio delle crosticine post-varicella del pupo: rimase entusiasta e ne parlò a tutti, facendo impennare le vendite. Questa è la pubblicità seria: parlar bene di qualcosa con cognizione di causa. Vai tranquillo, Perotti e niente più labbra screpolate. Ciao.

  13. “Attraverso i comportamenti si possono modificare i destini”…
    BELLO… POSSO RIVENDERMELA?!! 🙂
    Grazie Andrea per l’abbraccio e ora filo per una nuova raccolta fondi! Mi raccomando ragazzi, ovunque vi troviate sappiate che ci sono tanti banchetti dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla che vi aspettano con le gardenie. Il ricavato va in favore dell’amatissima ricerca di Andrea Brasini (fondamentale per tutti noi, ovviamente!)e per aiutare i nostri malati a ritrovare la loro dimensione umana.
    Vi bacio che c’è pure un bel sole su Milano e io mi sento bella carica!!!
    🙂

  14. Forse aveva proprio ragione Socrate nel non voler scrivere nulla ,perché anche le frasi scritte e poi riportate di opinione in opinione finiscono per mutare forma e perdere il loro significato per cui sono state create.
    Ebbene si sono colpevole di aver usato il turpiloquio,per quanto riguarda i pesci di Simone ( chiedo scusa ai pesci ),ma sotto si celava un poco l’intento di non stordirsi troppo con l’arte e spostare il discorso sull’argomento che credo abbia generato questo blog. Ovvero la libertà.
    Simone in modo molto gentile e delicato ha deciso di non rispondere alle mie provocazioni,tacciandomi come uno pieno di regole e doveri e mi ha accompagnato alla porta (dove sotto c’é il vuoto) consigliandomi vivamente di rilassarmi,tanto comunque anche io tra qualche decennio dovrò morire.Sinceramente avrei preferito sentirmi rispondere con argomenti che non conosco.Lo so benissimo che dovrei rilassarmi,ma come si fa a farlo quanto tutto intorno a te sta crollando. E non ditemi che è sempre colpa mia. Credo di essere una persona molto comprensiva e rispettosa della vita altrui ed ho aiutato direttamente molte persone,ma sono anche molto aggressivo quando vedo calpestati i diritti altrui e propri. Eppoi mi sento dire che sto conducendo una vita piena di regole quasi fosse un gioco a punti. E pensare che sono totalmente agnostico quindi non credo a nessuna forma di redenzione divina.Credo ancora al fattore umano, ad aiutarsi l’un l’altro.Attraverso i comportamenti si possono modificare i destini.Giovanni Falcone alla domanda “la mafia si può sconfiggere?” rispose con determinazione “certamente perché è un fattore umano”. Io non voglio pensare sia morto invano.
    Un abbraccio a Lilly Rebuzzi

  15. La nostra cultura tende a creare individui che non hanno più coraggio e non osano più vivere in modo eccitante e intenso. Veniamo educati ad aspirare alla sicurezza come unico scopo della vita. Ma possiamo ottenerla solo al prezzo di un completo conformismo, e di una completa apatia.

    Da questo punto di vista, anche la sicurezza è l’opposto della gioia, poiché la gioia nasce da una vita vissuta intensamente.

    Chi vuole vivere intensamente deve esser in grado di sopportare una buona dose di insicurezza, perché in tal caso la vita diventa in ogni momento qualcosa di terribilmente rischioso.

    Possiamo solo sperare di non fallire, e di non andare completamente fuori strada.

    E. Fromm ( da “I cosiddetti sani”)

    (…) sapere quel che davvero si vuole non è relativamente facile, come crede la maggior parte delle persone, ma è uno dei problemi più difficili che gli esseri umani debbano risolvere. E’ un compito che freneticamente cerchiamo di evitare, accettando mete prefabbricate come se fossero le nostre
    (….) siamo diventati automi che vivono nell’illusione di essere individui autonomi.
    (…) il prezzo che si paga è alto. Rinunciare alla spontaneità e all’individualità significa soffocare la vita.
    (…) quello che importa è l’attività in quanto tale, il processo e non il risultato. Nella nostra civiltà l’accento batte sulla cosa opposta.

    E.Fromm ( da “Fuga dalla libertà)

    Tanti anni fa i libri di Fromm mi avevano cambiato il modo di vedere le cose, oggi i problemi sono ancora più esasperati e certi messaggi sempre più veri.

  16. Ciao Simone ho appena terminato ADESSO BASTA che dire mi piacerebbe poter parlare con te di persona perchè la dimensione del sogno l’ho percepita chiaramente e invece le persone che ho intorno ridono quando si parla di sogni- So che verrai a Rimini ma non so dove il 13 marzo, riesci a dirmelo?
    Grazie mille spero di stringerti la mano un giorno Annalisa

  17. diciamo che non voglio lotte. Diciamo che voglio – spero – in un angolo di tempo in cui la gente si confronti senza giudizi, senza prese di posizione, ma solo con onestà intellettuale del poter (saper!) cambiare idea e con il bisogno (bisogno!!!) di accogliere le altrui opinioni, per poi magari sposarle oppure respingerle al mittente, senza cazzi di pesci e senza rilassati che tanto anche tu morirai.
    Diciamo che spero in un mondo dove so esser possibile un sorriso, uno sguardo partecipativo, una mano tesa.
    E vengo oggi da un’esperienza dove ho fatto raccolta fondi per l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla e dove un ragazzino con lo skeatboard (si scrive così??) mi ha fatto venire il magone perchè voleva comprarla anche lui una gardenia, voleva partecipare anche lui perché, lo cito: “è davvero una brutta malattia”, voleva ma non aveva abbastanza soldi e io la gardenia gliel’ho data lo stesso per il suo sorriso e il suo sguardo partecipativo, la sua mano tesa che ha ripagato tutta la mia fatica di una giornata spesa in piazza.
    Ecco, tutto ciò lontano dal dimostrarmi buona e brava, solo per dire che – credo – ci sia bisogno di una maggiore disponibilità d’animo, di una maggiore accoglienza. E questo signori lo dice una che è capace di indignarsi, di litigare pure forte e di pestare i piedi all’occorrenza, ma che ha capito che se e quando impari a stare bene con te stesso, ovunque ti trovi, che sia al lavoro (spero scelto con passione), che sia nell’entroterra ligure a far arte, ecco allora arriva la serenità e tutte le scelte sono possibili, finanche auspicabili.
    C’è posto per tutti per il Perotti, il Brasini e pure la Rebuzzi (che sarei io) e per tutti quelli che qui scrivono e che io leggo con sempre grande interesse perchè sempre – SEMPRE!!! ho trovato elementi di grande riflessione.
    Oggi è stata una giornata buona, speriamo lo sia anche domani, per un’altra giornata di raccolta fondi. Oggi le persone si sono fermate volentieri e volentieri hanno donato i loro soldi per una causa che magari conoscono poco.
    Ma nonostante la fatica che bello poter dire ho fatto qualcosa anch’io, nel mio piccolo.
    Speriamo che il mio contributo possa servire anche qui.
    Un abbraccio

  18. Perotti, non ne faccio una questione di tentare o meno, ma di consapevolezza e di ricerca di un’alternativa allo status quo: parliamoci chiaro, la gente è continuamente drogata e bombardata da una serie di distrazioni fasulle che distolgono dall’introspezione e dal chiedersi cosa si vuole davvero, per cui tanti prendono in prestito le voglie dei parenti, del vicino degli amici e le fanno proprie, senza chiedersi se siano panni gratificanti da indossare. Se percorri una via, vedrai gli stessi oggetti del desiderio, sempre quelli, dalla macchina alle piante del giardino: inizia uno e gli altri vanno dietro. Si desidera quello che c’è nella casa accanto, costa fatica informarsi, approfondire, scegliere tra molte opzioni, sono tutti stanchi morti e scelgono come da catalogo quello che vedono dalla finestra o nelle case di parenti, amici e conoscenti. Sono pochi quelli che vanno oltre questo automatismo demenziale: ce l’ha lui, lo voglio anch’io, lo si fa persino con la decisione di fare figli! Ho sentito amiche dire “Mi sposo perché è ora” o smaniare per il bebè perché lo aveva avuto l’amica, la sorella o la vicina: siamo a questi livelli. Ogni cosa viene vista come un valore aggiunto che ti dà un’aura di originalità fittizia, o di importanza riconosciuta laddove vuoi qualcosa che è ambito da molti e viene confusa per una pietra miliare nel percorso di un individuo. L’andazzo è questo, insomma: quando si arriva a chiedersi come uscire da questo circolo vizioso si è parecchio avanti, davvero tanto; ma il problema è prima e c’è chi non se lo pone proprio.

    Perotti, abbi pazienza ma un po’ di pessimismo in questo blog ci vuole: lo so che ti fa venire i nervi, chi è pessimista e si lamenta, ma il dissenso è necessario!

  19. Mi spiace molto per maco che come me non capisce un cazzo.
    Ovviamente non me la prendo con lui la natura e stata con lui come con me molto avara.
    Simone invece nonostante non sia d’accordo con alcuni suoi pensieri lo stimo moltissimo.

  20. >Tra qualche brevissimo decennio morirai, >scomparirai dalla vista e dalla memoria, e >tutto questo dunque non sarà mai stato.

    Quei “cazzi di pesci di legno” invece dureranno pure più a lungo, pienza un po’… 😛

  21. @ Andrea Brasini:
    avversione all’arte ? Ma direi proprio di no, anzi, proprio mai come ora l’arte cosi bistrattata in un paese come il nostro che invece ha dato i natali a famosissimi artisti della storia, avrebbe bisogno di un colpo di coda, di una riscossa.
    Io per esempio disegno da una vita, purtroppo ancora non ‘ci campo’ ed infatti come detto in molti miei post, nel mentre, sono anche addetto alle vendite in un supermercato, ovviamente part time.
    La ricerca scientifica e’ importantissima, come del resto lo e’ l’arte, sono due cose differenti e non vedo perche’ una debba prevalere sull’altra. Ma la ricerca importante, almeno per me, e’ quella buona, volta a migliorare, non quella mirata a creare danno, a distruggere, a stravolgere cose che in natura DEVONO andare in un certo modo. E purtroppo invece in questi ultimi decenni, si sprecano troppe risorse, umane e finanziarie , per studiare e ricercare in campi che di buono per gli esseri viventi non hanno davvero nulla…

  22. L’argomento è molto complesso ed ho fatto varie stesure di risposta ma ognuna di queste mi è sembrata rileggendole obsoleta.
    Riprovo a rispondere in un sol colpo a Giovanni, Fabrizio e naturalmente al Perotti. A questo punto è necessario che io faccia outing e metta sul piatto le mie carte.
    Si evince dalle vostre risposte che non condividete la mia avversione verso quella che viene chiamata arte. Ritengo fermamente la miglior forma di arte quella della ricerca scientifica. Ritengo Simone sciupato nel fare quei “cazzi” di pesci di legno. E’ solo una opinione, nulla più. Probabilmente Simone ha capito che non vale la pena perdere tempo a cambiare il sistema e preferisce riprendersi pian piano ciò che gli era stato tolto. A volte il flusso di energia fa percorsi strani. Non critico il metodo non voglio emettere sentenze. Forse lo invidio per essere riuscito dove io ho fallito. Probabilmente dovrei farmi meno scrupoli e fare meno faticosi esercizi di funambolica coerenza vivendo una vita più serena. Non ho mai comunque pensato a Simone come ad un “poeta vate” ma più ad un modello di difficile imitazione. Ci sono moltissime falle comportamentali ed incoerenze nella vita di Simone e nella mia ancor di più per cui auguro a tutti tanta serenità.

    • Mah, Andrea, che vuoi che ti dica. Mi sembri solo molto schiavo del dover essere. Parli (e misuri) di coerenze e incoerenze come fossero punti in classifica. Rilassati. Tra qualche brevissimo decennio morirai, scomparirai dalla vista e dalla memoria, e tutto questo dunque non sarà mai stato. Nessuno, tu neppure, ha una missione. Siamo qui per caso, non abbiamo neppure una meta comune. Andiamo ognuno dove riesce, come riesce, quando riesce. Ti sembra, così descritto, un gioco che valga tutte queste angosce? Tu parli di avversione, sentenze, fallire, coerenza, falle comportamentali… ma cala tutto nella ridicola pantomima della tua vita quotidiana, come della mia… Mi sembrano concetti eccessivi per quell’Oggi le Comiche che è, poi, la sceneggiatura della nostra vita. Poi un giorno digrigni i denti in un’espressione innaturale, ti accasci, ed è finita. E per giunta, quel giorno potrebbe essere domani. Non ti sembrano un po’ inadeguati tutti questi concetti di fronte a uno schema così?
      Rilassati, goditi la vita. Morirai a 85 anni. Cioè tra meno di quel che sembra. Nel frattempo stai sereno…

  23. Ragazzi, per scalare marcia occorre semplicemente aver preparato il “terreno”
    da anni, aver forza, determinazione, costanza e non aver casini di ogni genere e tipo sulle spalle.
    RICETTA SEMPLICISSIMA e personalizzabile
    riservata a gente con “il sangue nelle vene” e non a pressapochisti e faciloni.
    Tutto qui.
    CIAO CIAO A TUTTI
    VALE

  24. Ovviamente nel mio precedente commento intendevo dire che dell’articolo in questione non mi era piaciuto l’accusare la persona protagonista (sfortunatamente..) del fatto, e voler quasi ‘assolvere’ l’azienda causa di tutto cio’.
    Era ovvio che il tuo articolo fosse una provocazione, mai mi sarei aspettato che qualcuno potesse anche solo non provar pena per quel ragazzo.
    Per il resto, ci sta tutto, ovvero anche io sono convintissimo (anche per i miei trascorsi lavorativi…) che , in parole povere, “chi non ha paura muore una solo volta, chi ha paura muore tutti i giorni”.
    Di NO ne ho detti, tanti, forse anche pochi, visto che agli inizi diciamo che i piedi in testa me li hanno messi piu’ volte.
    Sta poi nell’esperienza, anche nel ‘tamponare’ e parare le bordate che la vita ti mette di fronte, anche nelle esperienze negative, il formarsi un carattere che ti consenta di scegliere. Anche io ho avuto momenti difficili, ma grazie ad una buona iniezione di autostima che mi sono autoimposto, e comunque alla vicinanza dei miei genitori e della mia compagna, mi sono potuto risollevare da situazioni di stress e di salute che mi avevano quasi debilitato, e tutto anche qui per merito di un lavoro che non era per me, e che comunque ha avuto il ‘merito’ di farmi svegliare.
    Auguro a tutti, prima di arrivare a certi punti limite (vedi quel povero operaio..) di poter ‘svegliarsi’ anche a costo di doverci sbattere il muso piu’ volte, e di dire un bel NO quando ci vuole.
    Su questo siamo completamente daccordo, il sistema ci prova in tutti i modi a renderci servi, sta a noi svegliarci, da soli, o se non ce la facciamo , con l’aiuto di qualcuno che ci stia vicino, l’importante e’ cercare di farcela, senno’ davvero come dicevi tu Simone, la vita pian piano perde di significato (proprio del termine della parola: vita!) e si muore lentamente giorno dopo giorno !!

    Buona vita

  25. Ciao a tutti, posto questo discorso di Silvano Agosti ,mi sembra pertinente.

    Uno degli aspetti più micidiali dell’attuale cultura è di far credere che sia l’unica cultura…invece è semplicemente la peggiore.
    Bèh gli esempi sono nel cuore di ognuno…per esempio il fatto che la gente vada a lavorare sei giorni alla settimana è la cosa più pezzente che si possa immaginare.Come si fa a rubare la vita agli esseri umani in cambio del cibo, del letto, della macchinetta…
    Mentre fino ad ieri credevo che mi avessero fatto un piacere a darmi un lavoro, da oggi penso:“Pensa questi bastardi che mi stanno rubando l’unica vita che ho, perché non ne avrò un’altra,c’ho solo questa…e loro mi fanno andare a lavorare 5 volte, 6 giorni alla settimana e mi lasciano un miserabile giorno…per fare cosa? come si fa in un giorno a costruire la vita?!”
    Allora, intanto uno non deve mettere i fiorellini alla finestra della cella della quale è prigioniero perché sennò anche se un giorno la porta sarà aperta lui non vorrà uscire…
    Deve sempre pensare, con una coscienza perfetta:“Questi stanno rubandomi la vita, in cambio di due milioni e mezzo al mese, bene che vada,mentre io sono un capolavoro il cui valore è inenarrabile”
    Non capisco perché un quadro di Van Gogh debba valere 77 miliardi e un essere umano due milioni e mezzo al mese, bene che vada.Secondo me, poi, siccome c’è un parametro che, con le nuove tecnologie, i profitti sono aumentati almeno 100 volte…e allora il lavoro doveva diminuire almeno 10 volte! Invece no! L’orario di lavoro è rimasto intatto. Oggi so che che mi stanno rubando il bene più prezioso che mi è stato dato dalla Natura. Pensa alla cosa più bella che la Natura propone, che è quella di, mettiamo, di fare l’amore, no?!
    Immagina che tu vivi in un sistema politico, economico e sociale dove le persone sono obbligate, con quello che le sorveglia, a fare l’amore otto ore al giorno…sarebbe una vera tortura…e quindi perché non dovrebbe essere la stessa cosa per il lavoro che non è certamente più gradevole di fare l’amore, no?! Per esempio il fatto che la gente vada a lavorare sei giorni alla settimana… certo c’ho il mitra alla nuca…lo faccio, perché faccio il discorso: “Meglio leccare il pavimento o morire?”“Meglio leccare il pavimento” ma quello che è orrendo in questa cultura è che “leccare il pavimento” è diventata addirittura una aspirazione, capisci?
    Ma è mostruoso che il tipo debba andare a lavorare 8 ore al giorno e debba essere pure grado a chi gli fa leccare il pavimento, capisci?Tutto ciò è “oggettivamente” mostruoso, ma la dove la coscienza produce coscienza, tutto ciò è “effettivamente” mostruoso…
    “SI VABBE’ MA ORMAI E’ IRREVERSIBILE LA SITUAZIONE” [voce dell’interlocutore di Agosti ]
    Si, tu fai giustamente un discorso in difesa di chi ti opprime, perché è il tipico dello schiavo, no?! Il vero schiavo…il vero schiavo difende il padrone, mica lo combatte. Perché lo schiavo non è tanto quello che ha la catena al piede quanto quello che non è più capace di immaginarsi la libertà.
    Ma rispetto a quello che tu mi hai detto adesso: quando Galileo ha enunciato che era la Terra a girare intorno al Sole, ci sarà sicuramente stato qualcuno come te, che gli avrà detto:“Eh si! sono 22 secoli che tutti dicono che è il Sole che gira intorno, mo’ arrivi te a dire questa stronzata…e come farai a spiegarlo, a tutti gli esseri umani?” e lui: “Non è affar mio, signori…”
    “Allora guarda, noi intanto ti caliamo in un pozzo e ti facciamo dire che non è vero, così tutto torna nell’ordine delle cose”…hai capito? Perché tutto l’Occidente vive in un’area di beneficio perché sta rubando 8/10 dei beni del resto del Mondo. Quindi non è che noi stiamo vivendo in un regime politico capace di darci la televisione, la macchina…no.
    E’ un sistema politico che sa rubare 8/10 a 3/4 di Mondo e da un po’ di benessere a 1/4 di Mondo, che siamo noi…quindi, signori miei, o ci si sveglia…o si fa finta di dormire…o bisogna accorgersi che siete tutti morti…

  26. Determinazione, ok; essere ferrei su certi principi, ok; focalizzarsi sulle scelte, ok. Io credo, però, che la scelta del Perotti non sia accessibile a tutti: presuppone una personalità molto forte ed è cosa sempre più rara, purtroppo; nel momento in cui si vuole somigliare a qualcun altro (l’imperativo dei nostri giorni), nel look, nel modo di fare, nelle opinioni, la propria individualità va a farsi benedire. Una scelta perottiana è possibile solo per chi è orientato già in un certo modo e dà importanza a ciò che i più, oggi, considerano poco importante, nel tentativo straziante di somigliare a qualcun altro. Basti vedere i nostri parlamentari per rendersene conto: quelli con un minimo di personalità spiccano nel mare di quelli che recitano la pappardella ad uso e consumo del re dei ridicoli, in nome dei vantaggi che questo comporta. Il brutto è che non so dire come si riesca ad uscire da questa marmellata insipida al gusto di niente. Sempre che sia possibile, per altro. Tanti anni fa, due mie amiche andarono in visita dai parenti di una di loro, in America: una sera cucinarono per i loro ospiti un bel pollo al forno con le patate. Subito i commensali si precipitarono a cospargere la loro porzione di digustose salse, gettando nello sconforto la mia amica che spiegò inutilmente che il pollo arrosto con le patate non aveva bisogno di salse. La risposta fu che il pollo non sapeva di niente, altrimenti. Chi è capace di mangiarsi una stupida patatina fritta, oggi, senza metterci schifezze sopra? Sempre che non sia transgenica, poi. Quanto tempo ci vorrà a generazioni che si sono abituate all’adulterazione dei sapori ad apprezzarne la genuinità e le caratteristiche del gusto dei cibi senza dover aggiungere additivi superflui? Quanto ci vorrà per tornare ad apprezzare il gusto della diversità, anziché gli additivi per nasconderla? Ahimè, sono pessimista e non faccio testo.

    • SILVER quello che però non torna è non aver tentato. Quel che tu dici, che non tutti possono, mi starebbe bene dopo che per una decina di anni tutti si fossero impegnati, avessero lavorato per diventare più saldi, più equilibrati, più capaci di dire no. Io ci ho messo anni a trovare coraggio e energie, lavorando su di me ogni giorno. Non vale dire “non posso” senza essersi impegnati e aver lavorato. Non vale dire no senza aver tentato.

  27. Ho appena letto l’articolo che hai scritto ieri sul “Fatto Quotidiano”, riguardo il suicidio dell’operaio della Mazda in Giappone, e anche a volerlo rileggere, non mi e’ parsa una gran bella uscita…
    Scusami se commento qui, ma di registrarmi all’ennesimo sito-blog, solo per poter dire la mia, proprio non mi andava, anche perche’ raramente sul FQ posto commenti.
    Io ho fatto la mia scelta, tu hai fatto la tua scelta, molte altre persone consapevolmente fanno la loro, ma questo anche grazie ad un background o ad una cultura base ‘sana’, alla conoscenza delle parti fra le quali siamo chiamati o tentiamo di scegliere.
    Ma purtroppo nel mondo c’e’ anche tanta gente tenuta all’oscuro, nell’ignoranza, o comunque alla quale viene preclusa a priori ogni possibilita’ di dire anche solo la sua, di poter decidere …
    C’e’ (e anche in Italia) moltissima gente che volontariamente si preclude una scelta, per bisogno, per poter campare, per poter mandare avanti la baracca.
    Non tutti, nel momento in cui servirebbe, hanno la forza di progettare, andare avanti, oltre la nebbia del momento, e crearsi delle opportunita’.
    Molte di queste persone SANNO che possono scegliere, ma non hanno le basi (ovvero, una volta scelto di dire NO non saprebbero come andare avanti..e non per colpa loro..) e quindi chinano il capo , in attesa magari di un momento propizio.
    Trovo giustissima la condanna all’azienda in questione, anzi, diro’ di piu’, proprio a difesa di chi non sa, non puo’ o non riesce a dire NO, trovo che dovrebbero essere inasprite 10,100 ,1000 volte di piu’ le sanzioni a carico di chi sfrutta, avvilisce, o comunque demolisce la persona con comportamenti o modi vessatori.
    Ce ne fossero di piu’ di condanne del genere; anche in Italia, dove sembra che tutto fili liscio, dove sembra, ripeto SEMBRA , che le Aziende si comportino sempre bene, chi sta zitto spesso, anzi quasi sempre, lo fa perche’ davvero non ha o la forza, o la possibilita’, almeno in quel momento di dire NO !!
    Con immutata stima, ma con un po’ di amarezza nel cuore per quanto letto..

    • Volevo fare una provocazione. E mi pare che sia servito per confrontarsi, anche aspramente. So bene che siamo diversi, ci sono quelli più consapevoli e quelli meno. Ma rifiuto, proprio per la dignità e il rispetto che ognuno merita, che vi siano esseri condannati in partenza a schiavitù, vessazioni e abbrutimento sociale. Così sembra che pensi la maggioranza, se hai notato nei commenti. Io no. Ho ancora sufficiente umanità per non assuefarmi all’idea che vi siano dei condannati senza appello a questo mondo. Per me ogni uomo ha (deve avere!) una linea di rottura, un limite, un segno oltre il quale la sua coscienza gli impedisce di andare. E se le epoche peggiorano, decadono, è proprio perché quella linea viene abbassata sempre più, fino quasi a scomparire, consentendo al Sistema economico di sopraffarci. Ogni uomo, quando abbassa quella linea, quando avalla con la sua accettazione, sta dimostrando al sistema che è forte, ed è proprio ogni uomo che accetta tutto il responsabile della temperie generale. Per ogni uomo che dice no al troppo, non si rialza solo la sua linea di rottura, ma si alza la linea di rottura di tutti, per tutti.
      Non mi interessa, in questa sede, esprimere cordoglio per l’uomo morto. Il cordoglio, la compassione, sono sentimenti che do per scontati. Cosa credi che veda quell’uomo così superficialmente da disinteressarmi del fatto che è morto? Ovviamente no. Ma socialmente, politicamente, strategicamente, quell’uomo non è solo un uomo, così come Jan Palach non si diede fuoco morendo come individuo, bensì come simbolo, con conseguenze enormi. Quell’uomo è stato al gioco, sempre e comunque, mettendo a rischio ogni cosa, per non dire di no. Io pretendo da me quel no, e lo auspico negli altri. Senza quel no, la mia vita perde significato, e muoio, anche senza suicidarmi.

  28. @Andrea Brasini:
    in parte sono d’accordo con quello che dici,
    ma con due eccezioni:
    – secondo me non esiste un “interno” od un “esterno” rispetto al “sistema”. Siamo tutti sempre e comunque “dentro”. La scelta di Simone è -credo- molto personale e non ha l’obiettivo di cambiare qualcosa per gli altri, ma di cambiare tutto per sè. Tutti (o aleno molti di noi) stiamo implicitamente attribuendo al nostro Perotti un ruolo per il quale non si è proposto e dando alla sua scelta una valore collettivo che non è necessariamente reale.
    -L’altra eccezione è questa: ma chi lo ha detto che “arte, pittura, scultura, ecc.” non siano utili al mondo? O peggio siano un modo per non lavorare? Mi spiace, su questo non posso essere d’accordo. Magari comporre l’Inno alla Gioia non risolve i problemi dell’emissione di CO2 in atmosfera, ma ascoltarlo mi rende migliore, e mi aiuta a mettermi in comunione con i miei simili.

    Su tutta la parte che Andrea descrive circa il cambiamento individuale sono d’accordissimo. Sono anni che cerco di metterlo in pratica e faccio davvero tanta fatica…

  29. @ Andrea Brasini:
    scusa se mi permetto di rispondere al tuo commento.
    Tu dici che arte, scultura pittura ecc. non contribuiscono a risolvere i problemi dell’umanita’, e che sarebbero un modo per non lavorare.
    A me pare che prima di tutto per risolvere i problemi dell’umanita’, bisognerebbe limitarsi nel crearne (parlo dei problemi) , ovvero ci sono occupazioni, che probabilmente tu consideri (quelle si..) lavori, che invece che creare o apportare vantaggi per tutti, distruggono o portano proventi a pochi togliendo ai restanti.
    E poi scusami, ma il discorso che artisti, scultori o simili non siano lavoratori spero sia stata solo una infelice uscita, in un commento postato su un blog.
    Cioe’ chi fa sculture, o dipinge quadri, o contribuisce a far grande un paese con la sua arte, secondo te vale meno di un impiegato ? Mi pare una visione molto triste del mondo…
    Certo, ci sono occupazioni che fanno molto di piu’, ma ce ne sono altrettante, anzi, moltissime, che invece che creare reale benessere a vantaggio di tutti, depauperano le risorse di luoghi, persone, di intere nazioni, a vantaggio di pochi.
    Per esempio tu dici che le suddette categorie morirebbero di fame se fosse per quel che spenderesti tu nei loro prodotti (piu’ o meno il discorso e ‘ quello…).
    Bene, io ti dico che se fosse per me altre persone, che pensano di produrre, e che magari sono convinte di essere indispensabili alla societa’, prendono stipendi vergognosi, ed alla fine dei conti, producono solo ‘aria fritta’ , quelle si che starebbero a casa.
    Manager, consulenti, pseudo-esperti, amministratori delegati, gente che ha mani in pasta dappertutto e il piu’ delle volte manda in malora posti di lavoro e famiglie intere.
    Non ci trovo nulla di male se una persona vuole riappropriarsi del proprio tempo, togliendolo dagli ingranaggi del sistema lavora–>spendi–>butta–>lavora per rispendere… e magari lo vuole impiegare in attivita’ piu’ a misura d’uomo, limitandosi nello scialacquare denaro, e vivendo del proprio prodotto.
    Posso essere daccordo su quelli che tu chiami ‘cambiamenti reali’, ed infatti lo sono , ma non per questo mi sento di ‘sminuire’ chi invece di stare alla catena di montaggio per 10 ore al giorno, magari sceglie di fare il pittore…
    tanto il 70% dei prodotti di fabbriche, industrie ed aziende, vengono o invenduti, o cambiati entro pochi mesi con prodotti piu’ recenti, e quindi non sono realmente indispensabili.

  30. ciao simone, complimenti per ieri sera. bella gente, belle opere, bella atmosfera.
    mi ha fatto piacere vederti e presentarmi, purtroppo poi son dovuto scappare per recuperare i figli dalla babysitter … ma avremo sicuramente in futuro altre occasioni per (spero) fare due chiacchere.
    Le opere esposte mi sono piaciute tutte , mi sembrano cariche di mare, di vento, di odori, di sensazioni ed emozioni…. e poi sono realmente pezzi unici . Ho parlato con il gallerista e mi ha detto che la politica prezzi e’ semplice: mono prezzo, da un lato lo condivido, dall’altro almeno due livelli di costo non faciliterebbero le vendite?
    un abbraccio e a presto,
    mf

  31. Certo che se persone come quelle di cui leggo in questo blog dovessero campare con i miei proventi …….sarebbero tutte morte di fame! Non credo proprio che l’arte ,pittura,scultura,ecc..ecc.. oppure ancora meno parlare di viaggi in barca o di direzioni del vento ,possano aiutare a risolvere i problemi dell’umanità. Questi a mio avviso è solo un modo di non lavorare. Per lavorare comunque non intendo superlavoro come è capitato allo sfortunato Simone Perotti il quale è passato da una precedente vita paradossale da topmanager ad un’altra ancor più estrema ed assurda.I veri cambiamenti si fanno a piccoli passi ma dall’interno del sistema, non con gesti estremi quali l’abbandono totale .Fuggire è facile non si cambia nulla,si contribuisce a rafforzare un sistema malato.Tanto comunque un coglione conformista che prenda il posto di Simone lo si trova sempre. A mio avviso è stata sciupata una occasione molto importante ovvero che Simone essendo molto intelligente e sensibile aveva capito che in quel modo il sistema non poteva funzionare,con il tempo ,la perseveranza,la caparbietà, di cui è dotato avrebbe potuto creare proseliti.
    Ora in questo modo rischia di diventare modello da imitare,ma qualcuno dovrebbe riflettere sul fatto che solo pochi possono fare quello che sta facendo Simone. E’ comunque ormai un prodotto mediatico che probabilmente verrà mangiato e digerito dallo stesso sistema che lo ha prodotto. Purtroppo in questo modo non si cambia nulla.Se volete vi faccio qualche esempio di cambiamento reale:smettere di mangiare carne,non urlare,non pregare,mangiare prodotti locali,camminare il più possibile,non correre,sapere star soli,non subire il fumo passivo,lavorare senza affanno,lavorare per se stessi,percepire il minimalismo,mangiare frutta,osservare attentamente il proprio animale domestico………..osservare ancora perchè credo che ancora molti di noi non sappiano farlo…….

    • Beh Andrea Brasini, a parte carne e fumo, è abbastanza in linea con quel che faccio io. In bocca al lupo

      (tranquillo, non mi ha generato alcun sistema e nessun sistema mi fagociterà. Forse non ti ho spiegato bene quanto sia determinato, ferreo su alcuni principi, focalizzato nelle scelte)

  32. SUPER SIMONE e MANUELA!!!
    Grande debutto a Milano
    in occasione della VS mostra di sculture e quadri.
    Mi sono permesso di parlarne a TEATRO DELLA COOPERATIVA ed agli amici dee jay di RMC.
    UN RINGRAZIAMENTO ED UN ABBRACCIO
    VALE

  33. GRANDE SIMONE e MANUELA!!!!
    Super debutto a MILANO,
    in occasione della presentazione della VS mostra da DEODATO ARTE.
    Mi è sembrato giusto presentarla anche al
    TEATRO DELLA COOPERATIVA, ove collaboro,
    piuttosto che agki amici deejay di RMC
    nel programma mattutino “SI SALVI CHI PUO”
    AN ABBRACCIO A TUTTI
    VALE

  34. ciao Simone.
    Anche io ti aspetto in quel di Roma, quindi ho deciso che Avanti tutta lo leggerò dopo la presentazione che farai.

    Volevo anche dirti che non ho intenzione di registrarmi su FQ, un media che leggo soltanto on line perchè ci scrivono persone interessanti. Ma che non compro più e non condivido più.
    Quando è nato FQ fece una promessa ai suoi lettori: “non guarderemo in faccia a nessuno”. Non è andata così, e ci tengo a raccontartelo.

    Alle ultime elezioni regionali nel Lazio
    c’erano soltanto TRE candidate a capo di tre liste. Tutte e tre erano donne.
    Una ha vinto le elezioni, l’altra -una politica “navigata” si è rimangiata tutto e non è rimasta neppure a fare opposizione in consiglio regionale, mentre Marzia Marzoli ancora oggi per il grande pubblico è una perfetta sconosciuta, lei come Rete dei cittadini.
    Tutti i media han fatto finta che a correre per la poltrona di governatore fossero solo Bonino e Polverini, ma se c’è una giustificazione irricevibile è proprio quella del Direttore di FQ:
    “Caro Simoncini,
    lei ha perfettamente ragione. Mi dispiace risponderle quando ormai la frittata è fatta ma non sempre riusciamo a fare le cose per bene. Speriamo di poterci occupare di Marzia Marzoli in seguito.
    Un saluto Antonio Padellaro
    http://retedeicittadini.it/?p=3947
    (in seguito MAI pervenuti)

    Almeno giornalisti come Beha non si sono allineati, e hanno usato i propri spazi per rispettare etica deontologica e la “Legge sulla par condicio”:
    http://italiopoli.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=2459109

    Rilevare che persino giornali come Il Messaggero si sono comportati più correttamente (sapendo chi è il loro editore poi) da la misura della gravità della censura subita:
    http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=27841&sez=ELEZIONI2010&npl=&desc_sez=

    Credo che quanto commesso da FQ sia ancora più grave rispetto ad altri giornali. Perchè hanno calpestato la promessa base per la quale si giustifica la loro nascita.
    Forse non sarebbe cambiato niente lo stesso, ma il loro mattoncino nel muro che esclude dalle amministrazioni le persone non allineate al sistema l’hanno messo eccome.
    In tutte le redazioni si decide cosa è una notizia e cosa non lo è ma quando ci sono le elezioni si riporta chi è nel sito ufficiale nel Ministero dell’Interno: senza “tagli” o interpretazioni. Si dovrebbe: pura correttezza informativa.
    Raiset? lasciamo perdere. Sky e La7 hanno fatto addirittura peggio del Tg3 regionale del Lazio.
    Se il sistema è costretto a certi mezzucci significa che è davvero meno solido di quanto vorrebbe far apparire, che ci sono spazi, che ci si può affrancare dalla morsa complementare PD/PDL et similia.

    Io conosco molti di quei ragazzi di RDC che si sono sobbarcati la fatica di raccogliere le firme per la presentazione delle liste, parlare con le persone per strada -sempre più diffidenti specie per un simbolo sconosciuto- e scrivere un programma condiviso. Senza alcun finanziamento.
    Chi ha permesso che venissero ignorati, e che le loro idee non venissero conosciute sono persone che non hanno giustificazione. Vengono chiamati giornalisti mentre fanno un altro mestiere. Il Fatto Quotidiano come Il Manifesto, come Repubblica.
    Se il nostro Paese è in mano a una classe dirigente come quella attuale è anche colpa loro, e dei loro tanti “tengo famiglia”.
    ciao, Roberto

  35. Ciao Simone, ho letto che venerdì 6 aprile sarai a Fossano. Che bello non vedo l’ora di incontrarti e ascoltarti.
    Marco

  36. LA BELLEZZA SALVERA’ IL MONDO

    Caro Simone

    Ho scritto questa mail a mio nipote e a qualche altro amico ; sono quel pittore veronese trasferitosi a Olivetta S. Michele che ti ha raccontato un poco della sua esperienza di downshifting. per 33 anni e che ti ha fatto compagnia mentre mangiavi al Bar “Lunch & Wine ” a Vallecrosia ; ti ricordi ? E’ anche un’ occasione per pubblicizzare il tuo libro; spero non abbia nulla in contrario.

    Stai bene, ciao dal pittore Sergione

    Caro Francesco , anche un pessimista inveterato come tuo zio, a volte ha
    motivi per ricredersi ! Come dice Simone Perotti nel suo ” AVANTI TUTTA ” cito:

    ” Sono convinto che tutto ciò che avrà valore nel prossimo futuro sarà gratis. Già oggi sono gratuite le cose più preziose della nostra vita ( le attenzioni, l’ ascolto, le parole, l’ aiuto, la compagnia, una parte della cultura, l’ amicizia, l’ amore, la fratellanza, una buona parte dell’ informazione ecc…) ma lo saranno anche molti oggetti. Gratis o scambiabili con il baratto. ( pag. 68)

    Ieri sera non ho potuto fare a meno di scrivere queste paginette :

    Quanto vorrei saper scrivere, questa sera; e invece no, non lo so fare.

    Eppure, anche scritto male, quello che ho scoperto oggi lo devo esprimere perché lo considero importante.

    Mi sembra di aver vissuto uno di quei momenti che ti cambiano la faccia del mondo, genere l’ invenzione della ruota, quella della stampa, la radio etc…etc…

    Credo che non sia ancora percepita per gli effetti che potrà produrre ; parlo per cognizione di causa ed è qualcosa che mi ha seguito per tutta la vita.

    Ho già scritto qualche considerazione su questa cosa, negli anni passati ; allora avevo degli auspici e questa sera mi sento felice nel constatare che quelli auspici si sono realizzati nel migliore dei modi sperati.

    Nella mia vita ho fatto il mestiere di FOTOLITOGRAFO per quindici anni circa, mentre parallelamente mi sentivo pittore ed ho cercato di diventarlo, ( senza riuscirci ), probabilmente ; devo dire che , al di là del talento che non c’ era, obbiettivamente il periodo storico non è stato d’ aiuto.

    Ritorno sul fatto per mettere a fuoco queste due competenze e, o, esperienze :
    FOTOLITOGRAFO e PITTORE.

    Non sono stato l’ unico caso, sicuramente, ma non sono stati numerosissimi.

    Questa combinazione è la condizione indispensabile per sentire in tutta la sua portata l’ importanza del fatto in questione. Perché ?

    Stò parlando della ” RIPRODUCIBILITA’ dell’ opera d’ Arte ”

    In quanto fotolitografo sentivo molto chiaramente i limiti di questa riproducibilità relativamente alle opere di pittura.

    La riproduzione a stampa è molto imperfetta e limitata, paragonata, per esempio, alla riproduzione dei suoni, della musica.

    In quanto pittore mi sono sempre lamentato di questa cosa.

    Con l’ avvento delle macchine fotografiche digitali mi si è aperto il cuore ed ho intuito che forse anche per la pittura si poteva arrivare alla stessa qualità a cui si era arrivati per i suoni.

    Quando dieci anni fa ho iniziato ad usare il computer, ho capito subito la possibilità che apriva per la pittura e già allora dicevo che i grandi maestri pittori
    del passato, di tutte le epoche, sarebbero stati felicissimi di vedere i loro dipinti
    ( ma anche quelli degli altri ) su uno schermo luminoso come quello del computer, appunto. E, allora sembrava ancora fantascienza, immaginavo il giorno in cui si sarebbero potuti avere uno o più schermi ultrapiatti appesi alle pareti di casa
    dove prima erano appesi dei quadri o delle riproduzioni cartacee di quadri, dove trasferire a rotazione, secondo il proprio gusto i dipinti di tutti i musei del mondo ; proprio come gli appassionati di musica possono ascoltare tutta la musica del mondo di tutti i tempi !

    Ed è questo il motivo della mia gioia, questa sera, dopo aver passato qualche ora davanti al computer a guardarmi i dipinti degli Uffizi, del MoMa di New York etc…etc… grazie al nuovo programma del motore di ricerca Google dedicato all’ arte che si chiama appunto :

    http://www.googleartproject.com/

    La TRASPARENZA è la rivoluzione rispetto alla riproduzione a stampa.

    Non c’è più la SATURAZIONE dell’ inchiostro sulla carta ; anche i toni più scuri, sullo schermo saranno sempre trasparenti e colorati, mentre sulla carta hanno un solo colore ; NERO.

    Poi c’ è la differenza della fotografia digitale rispetto a quella analogica ; può essere CORRETTA subito, davanti al dipinto ; i colori e i toni sono perfetti.

    E cosa dire della perfezione della MESSA A FUOCO grazie al numero di PIXEL stratosferico.

    Ho la grande fortuna di aver imparato ad apprezzare le cose che sembrano contrariarci ; il mio collegamento ad internet tramite una chiavetta è molto lento.
    Praticamente ho rinunciato a vedere i filmati.
    Eppure, grazie a questa lentezza ho potuto apprezzare ancora meglio il lavoro dimessa a fuoco di queste riproduzioni delle opere pittoriche.
    Anche gli INGRANDIMENTI dei DETTAGLI , pian pianino l’ immagine si mette a fuoco. E’ assolutamente FANTASTICO.

    Solo a partire da oggi ( per dire questo periodo ) si può veramente GODERE a pieno della pittura.

    Un ‘ altra analogia possiamo farla con i films in D.V.D.
    Ricordate quando si andava al cinema, e, finito il film rimaneva solo il vago ricordo? Qualche volta si andava anche a rivederlo una seconda volta, e poi rimaneva solo il ricordo.
    Adesso è tuo, puoi guardartelo mille volte, sotto tutti i punti di vista.

    E’ un pò la stessa cosa per la pittura adesso. Non hai più il ricordo di un quadro che hai visto in quel museo nel quale probabilmente non andrai mai più ; e, anche quella cartolina che avevi comperato nella boutique del museo stesso, ( tanto lo amavi quel dipinto! ), che misera figura ci fa rispetto a quello che ora vedi sullo schermo del tuo computer o, ancora meglio nello schermo ultra piatto a grandezza naturale ; eh si, perché si arriverà anche a questo ( ma ci si può già arrivare anche adesso ), e cioé che grazie all’ ingrandimento dei dettagli sempre a fuoco perfetto,
    si potrà programmare la MISURA esatta dell’ originale.

    Questo è il motivo che mi fa pensare ad una rivoluzione perché mai si era avuta la possibilità di GODERE della pittura in questo modo, e di STUDIARLA.

    Fino ad oggi, parafrasando Andrée Malreaux,potevamo avere al massimo un
    ” MUSEO IMMAGINARIO “, sia perché era solo un ricordo nella nostra mente, sia anche perché le riproduzioni cartacee erano LIMITATISSIME.

    Insomma, per concludere, viva GoogleArt !

    P.S. NOTA BENE : Le considerazioni di cui sopra valgono sopra tutto per una delle due funzioni di GoogleArt, e cioé quella che presenta le foto dei quadri più importanti del museo in questione e non tanto quella della ” VISITA “del Museo .

    E’ tutto ; certo per ora l’ uso che posso farne io è alquanto limitato a causa della chiavetta ma sono già contento così . Stai bene, a presto da sio Sergio

  37. Mi piace pensare a queste opere come frutto di un ricordo o di una specie di Recherche proustiana.
    Confido in una buona riuscita della mostra.
    Ci vede a Villorba.

  38. Simone,
    ma dalle parti di Roma? Una capatina per presentare il tuo libro ed anche i tuoi pesci particolari? Nella tua agenda non c’è traccia alcuna…….
    Ho un’amica che ha un piccolo spazio a Roma, in centro….dove organizza mostre di pittura, artigianato…chissà..se sei interessato …la mail che uso è quella di mio marito…io sono poco tecnologica..ma soppravvivo lo stesso…a dispetto di tutti quelli che mi dicono che sono all’antica…ma poi si stupiscono quando ricevono una mia lettera di auguri!!!!Ho stupito i miei figli…nel vedermi scrivere e partecipare ad un blog…mai dire mai!!!
    Ma come dicevi tu..ci sono belle teste…ed un clima di cambiamento che mi affascina e mi sostiene!!!!!Per il futuro…

    Un saluto a tutti Maria Teresa

  39. Mi scuso perchè questo post non è il posto più indicato, ma non trovando un suo indirizzo mail, le volevo segnale per correttezza un rimando, nel mio blog, al suo articolo di “Cado in piedi”
    Spero non le dispiaccia.
    Grazie.

  40. E beh…. questa pare proprio imperdibile come occasione !
    Faro’ di tutto per esserci e comunque faro’ mirata opera di divulgazione tra persone potenzialmente interessate.
    Da subito quando 2 anni fa ho iniziato a seguirti ho trovato interessanti le tue opere, animato anche da un pizzico di invidia per la praticita’ che occorre nel farle , a me alquanto sconosciuta (cosa peraltro che in famiglia spesso mi rinfacciano).
    ottima iniziativa comunque,
    mf

  41. In bocca al lupo per la festa e per la mostra, io sono un po’ lontano da Milano, per cui non penso di poterci essere. Magari se ne organizzi una poi in Piemonte, sarebbe altrettanto bello.
    Alex

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