Vi aspetto

Milano, 3 marzo 2011, ore 19.00, “Festa Avanti Tutta” per inaugurare la doppia personale di scultura e pittura “LiberoMare” mia e di Manuela Manes. Vi aspetto.
Faccio sculture e costruisco pesci fantastici. Lo faccio perché quando unisco legno e pietra, metallo e materiali di risulta… sogno. Quello che mi interessa è riutilizzare, ridare vita a oggetti che hanno viaggiato, soprattutto in mare, e che un giorno sono atterrati su una spiaggia sconosciuta. Da dove vengono? Che rotte hanno percorso? Che segni hanno accumulato sulla loro superficie, geroglifici che raccontano quali storie?
Mi interessano anche i materiali della terraferma, purché siano oggetti di lavoro, legni o pietre nati per un motivo, per una funzione svolta anche per centinaia di anni, da uomini diversi, e che poi sono finiti in un bosco, o in una cantina, dimenticati. Io li “ricordo” perché li riutilizzo, immagino i luoghi dove sono nati, le facce degli artigiani che li hanno utilizzati. Cito la loro storia, li avvicino ad altri legni, marinai, e l’incontro tra gli esseri di terra e di mare mi affascina.
In tutto ciò ritrovo Coloane, Boges, Pessoa, ritrovo i rami dei boschi di Calvino, i paesi fantastici di Marquez. Per recuperarli, per piegarli alla volontà del sogno e della forma, fatico con l’energia di London e di Heminway, viaggio nei mari di Melville e Stevenson. Scrivo spesso su di essi, li utilizzo come carta per comunicare. Per questo le mie parole sono così incerte, i contorni delle lettere sbavati: perché si sovrappongono ad altre parole, ad altre storie, di cui evocano sospiri e premonizioni.
Nelle bande di rame c’è dolcezza e malleabilità. Maggiore durezza nel ferro zincato, purché sia stato una grondaia cento anni fa. Nell’ardesia antica, di un grigio piombo brillante e indefinibile, c’è la migliore delle doti dell’uomo: la durezza senza perdere il languore, la forza senza perdere l’emozione. Nei legni dolci che hanno navigato, nella levigatezza irripetibile delle loro superfici, vedo scorrere bastimenti carichi di buon umore e naufragi al grido della disperazione. A tutto ciò aggiungo pomelli colorati comprati da un rigattiere di Madrid, in un pomeriggio che non dimenticherò mai, o piccoli congegni e strumenti trovati per terra in giorni ormai andati. Nella mia fantasia coesistono ricordi e dimenticanze, perché un uomo si compone di ciò che ha e di ciò che gli manca.
Questi oggetti, che le chiami sculture o pesci, che abbiano o no un nome, li espongo, li mostro, alcuni li vendo. Pratico qui il disagio dell’artista, ignoto a ogni scrittore. Il primo si separa per sempre dalle sue creazioni, mentre lo scrittore moltiplica le sue opere, dunque non le perde mai, ci convive. Separarmi da ognuno di questi oggetti è come perdere il giorno e l’emozione che ho vissuto costruendoli. Ma serve a fare spazio per il futuro.

“Adriatica” – legno vecchio, ardesia antica, rame, acciaio, alluminio

Milano, 3 marzo 2011, ore 19.00, “Festa Avanti Tutta” per inaugurare la doppia personale di scultura e pittura “LiberoMare” mia e di Manuela Manes. Vi aspetto. (Per i più “concreti”: ingresso libero, si beve e si mangia)

Faccio sculture e costruisco pesci fantastici. Lo faccio perché quando unisco legno e pietra, metallo e materiali di risulta… sogno. Quello che mi interessa è riutilizzare, ridare vita a oggetti che hanno viaggiato, soprattutto in mare, e che un giorno sono atterrati su una spiaggia sconosciuta. Da dove vengono? Che rotte hanno percorso? Che segni hanno accumulato sulla loro superficie, geroglifici che raccontano quali storie?

Mi interessano anche i materiali della terraferma, purché siano oggetti di lavoro, legni o pietre nati per un motivo, per una funzione svolta anche per centinaia di anni, da uomini diversi, e che poi sono finiti in un bosco, o in una cantina, dimenticati. Io li “ricordo” perché li riutilizzo, immagino i luoghi dove sono nati, le facce degli artigiani che li hanno utilizzati. Cito la loro storia, li avvicino ad altri legni, marinai, e l’incontro tra gli esseri di terra e di mare mi affascina.

In tutto ciò ritrovo Coloane, Boges, Pessoa, ritrovo i rami dei boschi di Calvino, i paesi fantastici di Marquez. Per recuperarli, per piegarli alla volontà del sogno e della forma, fatico con l’energia di London e di Heminway, viaggio nei mari di Melville e Stevenson. Scrivo spesso su di essi, li utilizzo come carta per comunicare. Per questo le mie parole sono così incerte, i contorni delle lettere sbavati: perché si sovrappongono ad altre parole, ad altre storie, di cui evocano sospiri e premonizioni.

Nelle bande di rame c’è dolcezza e malleabilità. Maggiore durezza nel ferro zincato, purché sia stato una grondaia cento anni fa. Nell’ardesia antica, di un grigio piombo brillante e indefinibile, c’è la migliore delle doti dell’uomo: la durezza senza perdere il languore, la forza senza perdere l’emozione. Nei legni dolci che hanno navigato, nella levigatezza irripetibile delle loro superfici, vedo scorrere bastimenti carichi di buon umore e naufragi al grido della disperazione. A tutto ciò aggiungo pomelli colorati comprati da un rigattiere di Madrid, in un pomeriggio che non dimenticherò mai, o piccoli congegni e strumenti trovati per terra in giorni ormai andati. Nella mia fantasia coesistono ricordi e dimenticanze, perché un uomo si compone di ciò che ha e di ciò che gli manca.

Questi oggetti, che le chiami sculture o pesci, che abbiano o no un nome, li espongo, li mostro, alcuni li vendo. Come farò il 3 marzo a Milano. Pratico qui il disagio dell’artista, ignoto a ogni scrittore. Il primo si separa per sempre dalle sue creazioni, mentre lo scrittore moltiplica le sue opere, dunque non le perde mai, ci convive. Separarmi da ognuno di questi oggetti è come perdere il giorno e l’emozione che ho vissuto costruendoli. Ma serve a fare spazio per il futuro.

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129 pensieri su “Vi aspetto

  1. Ciao Simone
    Ho 48 anni, vivo in Sardegna ed ho un bimbo di otto anni e mezzo.
    Ho letto “Adesso basta” quest’estate ed ora sono in fase di conclusione del tuo “Avanti tutta”, più precisamente sono arrivata a pag. 141; pensavo di scrivere nel tuo blog appena terminato il libro anche perché mi ha fatto sorridere la descrizione degli “Osservatori”, in parte ritrovandomi (a metà con i “Responsabili”) poi però ho letto la tua opinione “sull’educazione dei ragazzi” inserita nel dialogo a chi ha famiglia e … ho acceso il computer ed eccomi qui !
    Dunque io sono (o meglio, sono stata) un commercialista, con tanto di mega studio, dipendenti, meeting, consigli di amministrazione, scadenze e … tanto stress. Poi otto anni fa ho iniziato a sentirmi il classico “tredicesimo uovo di una dozzina”, ero fuori posto ovunque, sentivo che la strada intrapresa era diventata una gabbia, una sorta di condanna ai lavori forzati.
    L’ansia correlata ha raggiunto livelli fantasmagorici quando ho avuto il bambino.
    Mi sentivo in colpa se passeggiavo per i giardinetti nei confronti del lavoro non fatto, e mi sentivo in colpa verso mio figlio se lavoravo su budget, bilanci e dichiarazioni …
    Piano piano ho rivisto tutto il mio stile di vita.
    Purtroppo pur guadagnando bene non riuscivo a mettere da parte denaro, non per compulsive attitudini al consumo, quanto perché molto di ciò che guadagnavo lo spendevo.. per guadagnare! Sì, proprio così: la colf, la spesa all’ultimo momento, l’abbigliamento quando mi serviva, cibi pronti etc, etc.
    Da qualche anno ho rivisto il tutto, non avendo grandi risorse economiche non mi posso permettere di non lavorare ma ho ridotto tantissimo accontentandomi solo di pochi clienti e un’unica dipendente part time, mi occupo di ciò che mi piace di più e che comporta molto meno impegno anche se mi fa guadagnare molto meno.
    Veniamo al motivo della mia lettera: il vero downshifting nel caso di famiglie monoreddito e monoparentali cos’è?
    Ho visto che nel tuo ultimo libro hai solo sfiorato realtà come la mia, invece penso che sia molto importante affrontarla; pensa che, secondo l’ISTAT (di cui mi fido fino a pagina 20) le famiglie monoparentali costituiscono l’11,3% delle famiglie italiane. L’85,5% di queste è formata da donne con i loro figli; l’ultima stima risale al 2004 dove le donne single con figli erano 1.684.957= quindi una fetta importante di umanità.
    Io ti racconto come la viviamo io e mio figlio e il mio pensiero in proposito (che, per la prima volta, con collima con quello che tu scrivi).
    Sai, quando ho saputo di aspettare un figlio, non ho pensato nemmeno per un attimo che lui/lei potesse essere la mia “assicurazione” per la compagnia in vecchiaia, io penso di averlo accolto, come dire.. “in conto crescita” consapevole di non dover mai chiudere il pugno per tenerlo dentro perché lui volerà e, credo, anche prima di quanto io non immagini.
    Non credo che l’avere un figlio, e averlo da soli ancor di più (Z pagina 121), debba costituire una privazione che si debba “pagare” per la scelta fatta (pag. 136), io penso che un figlio sia un’OPPORTUNITA’ per la crescita individuale in qualunque settore, anche in quello di ribellione dal Sistema.
    Concordo con te sul fatto che i nostri figli siano la società di domani e che, se noi trasmettiamo loro valori autentici e viviamo in modo autentico, loro avranno noi quali modelli da perpetrare nella loro era.
    Però, però …
    Ci vuole solo un po’ di attenzione: noi il downshifting lo stiamo scegliendo , non è che loro lo debbano subire!
    Il consumismo nasce dalle ceneri del dopo guerra dove le privazioni hanno portato ad esasperare i bisogni. I sogni dei nostri figli, eventualmente non soddisfabili, potrebbero creare mostri di frustrazioni.
    Mi trovo tutti i giorni a valutare se la mia scelta di lavorare poco e guadagnare poco costituisca per mio figlio una privazione.
    Va bene fare il pane a casa, va bene fare le torte a forma di crostatine uguali a quelle del mulino bianco, va anche bene comprare sempre in saldi o dai cinesi (questo è l’unico compromesso che mi costa in linea di principio) ma il DS nintendo l’ho dovuto comprare … se devo insegnargli a “lasciare andare” il superfluo glielo devo prima far conoscere !!! … altrimenti lo idealizzerà.
    Ti racconto come facciamo noi (non voglio insegnare ma solo condividere): tutte le volte che lui desidera ardentemente qualche cosa, anche se ha solo otto anni, io gli sottopondo la scelta
    a) per comprare questo (….) devo prendere un altro incarico quindi non possiamo andare in spiaggia a giocare con l’aquilone.
    Oppure:
    b) se vuoi, puoi utilizzare i soldini che ti ha regalato nonna per natale, perché io non ho proprio voglia di lavorare oggi …
    Certo, ci sarebbe da dire, lo sto responsabilizzando troppo … ogni medaglia ha il suo rovescio! Però penso che l’unico DOVERE che un genitore ha nei confronti dei propri figli sia quello di ESSERE FELICE ed ESSERE SE STESSO.
    Spero di non avervi annoiato e di non essere stata troppo saccente .. certo, mi piacerebbe condividere con altri in questo blog la mia esperienza.
    Cristina

    • cristina condivido tutto quello che scrivi. Soprattutto condivido la logica piana del tuo ragionamento, la libertà del pensiero che ti fa ragionare non secondo gli stereotipi dominanti, condivido l’ottimismo del “si può fare” condito di qualche numero per collocare i fenomeni e buon senso per gestire le cose. Condivido inoltre il tuo ragionamento con tuo figlio. Vedo un mare di mostriciattoli bipedi che frignano, a cui nessuno ha mai fatto usare il cervello, educati come bonsai, cioè con i difetti degli adulti anche se sono bassi di statura. Molto di diverso si può fare. Ma per fare questo, più che figli diversi, occorrono genitori diversi.

  2. ……come sono finita su Piccolo Cabotaggio II? Non lo so, ma si respira un’aria buona…quella che senti la sera da noi, mentre rientri a piedi e già si avverte la primavera…ma ancora ti arriva il profumo di legna buona di camino…Vedi? ritrovo la mia parte più poetica… Tornerò ancora…perchè il mare è il mio elemento. Complimenti!

    • maria grazia sei la benvenuta. chiunque colga l’odore della legna bruciata nell’aria (un profumo che io amo molto) è benvenuto qui. Ma anche chi ama l’odore dei caloriferi… 😉 Ciao e a presto.

  3. @ Massimo
    Grazie della disponibilità! Anche io sapevo di Rivalta ed avrei voluto presenziare ad entrambi gli incontri, che considero utili momenti di riflessione e di indirizzamento agli obiettivi. Toglimi solo una curiosità: gli incontri non sono stati uno la copia dell’altro, immagino?

  4. Ciao Simone,
    mi chiamo Federica ed ho 45 anni.
    Ho finito ieri di leggere Avanti tutta.
    Faccio parte di coloro che da un pò di tempo leggono il tuo blog, i commenti ai tuoi post, ma non intervengono.
    Ma faccio anche parte di coloro che ti dicono che questo libro avrei potuto scriverlo io. Io sto facendo downshifting da anni, un pò alla volta, lentamente.
    Da prima ancora che si iniziasse a parlare di crisi.
    Abito a Trieste e ho letto che domani sarai qui.
    Dove presenterai il tuo libro? Ci terrei tanto a venire ad ascoltarti.
    Ho mille strategie per risparmiare, ma vivo comunque piacevolmente. Anzi vivo meglio ora.
    Se mi volto e guardo il mio passato mi faccio pena. Lavoravo sei giorni alla settimana, e se faccio il calcolo di quello che ho speso in colf e baby sitter mi sento male….Ho perso l’infanzia di mio figlio e purtroppo non tornerà mai indietro.
    Ammiro la tua scelta e anch’io ho il mio piano: una casetta in un paesino a 40 chilometri da qui, con un piccolo giardino da trasformare in orto.
    Comunque, tu continua a scrivere, io continuerò a leggerti!
    Grazie.
    P.S. Le mie ultime conquiste sono : il deodorante autoprodotto ( amido di riso, bicarbonato e tre gocce di olio di tea tree), fantastico, l’anticalcare fatto con aceto e succo di limone, efficacissimo, ecologico ed economico ( con aceto comperato da un contadino, un litro e mezzo, 1 euro); ammorbidente sostituito con l’aceto, un cucchiaio per bucato .Provare per credere, panni morbidissimi.

  5. ciao Simone,
    Stavolta ti aspettiamo noi! Lunedì sarai a Trieste e sarò felice di venire ad ascoltarti.
    Se puoi, visto che sei qui, fatti una bella passeggiata sul Carso (il Rilke potrebbe essere una bella tappa per guardarti il nostro mare da un punto privilegiato) ma qui di cose belle da vedere ce ne sono tante.

    Buon arrivo a Trieste… a Lunedì

    Uolly

  6. Grazie Simone per lo spettacolo a Rimini! ero assieme ad altre 3 mie amiche/colleghe che avevo convinto ad accompagnarmi dopo che avevo illustrato loro il tuo libro e le tue scelte.
    Il giorno dopo al lavoro è stato molto bello sentirsi ringraziare da loro per la serata che avevo proposto.
    Sai io ho la fortuna di fare un lavoro che mi piace molto ma soprattutto ho la “grazia” di avere vicino persone con le quali è solo un piacere trascorrere 8/9 ore di lavoro assieme Sarà perchè facciamo ristorazione?! scherzo.. però grazie veramente di cuore e mi è piaciuta molto la lettura abbinata al disegno è stato uno spettacolo dinamico! Spero di riuscirti ad invitare anche a Faenza magari per far arrivare il tuo messaggio a tante altre persone.
    un abbraccio Annalisa

  7. @Marco
    Marco io c’ero alla presentazione in P.zza Castello (pole position…prima fila ;-)) e poi mi sono fatto pure il bis a Rivalta e come me anche altri tre ragazzi. Purtroppo però non ho registrato nessun video e non mi sembra di aver visto nessun altro farlo… ma ti assicuro che le presentazioni sono state molto piacevoli ed interessanti in entrambi i casi (anche se questa è stata la mia prima partecipazione ad una presentazione di un libro) e poi, soprattutto, vuoi mettere il piacere di stringere la mano di persona al simpatico Perotti e di farsi inoltre autografare AB e AT.

    In ogni caso se vuoi maggiori dettagli sulle serate scrivimi senza problemi ad extrabiliante@libero.it sarò felice di risponderti. Saluto te ed ovviamente il padrone di casa Simone.

    Ciao
    Massimo

  8. P.S. Dimenticavo, Perotti: hai una bella voce. E mi fermo qui, per evitare di destar sospetti nei detrattori su eventuali parentele!

    IL PEROTTI NON LO CONOSCO E NON E’ MIO PARENTE.

  9. Te la sei cavata benone, Perotti, ribadisco: è strano, ma ti ci vedo su un palcoscenico, credo sia solo questione di prenderci mano, ma sembri portato. Il tuo imbarazzo di fronte agli applausi era così palese che pensavo non saresti più uscito finché non se ne fossero andati tutti! La Massironi l’avevo vista, quando sei arrivato: sarebbe stato bello restare, ma i miei accompagnatori sono stati colti da quella sindrome fastidiosa di cui ti sei faticosamente liberato, chiamata fretta e motivata dal fatto che il giorno dopo era lunedì. Sarà per la prossima volta, anche se magari corro il rischio che, nel frattempo, mi diventi una star e te la tiri! Mi sembra interessante l’idea della tournee: è giusto che il messaggio alla base dei tuoi libri raggiunga un numero elevato di persone, al di là dei puri lettori. E ricordati che tutte le tournee iniziano da Ancona!

  10. Allora, impressioni sulla serata riminese.

    Il nostro Perotti sale sul palco e si presenta inizialmente un po’ impacciato: man mano che la lettura dei brani scelti procede, sembra sempre più a suo agio e comincia a divertirsi, cosa che si nota e coinvolge; arriva anche ad infervorarsi, ad un certo punto, e azzarda anche un po’ di sana ed apprezzabile ironia. Il Biacchessi, invece, sembra essere stato intercettato mentre passava per la strada e invitato a leggere qualcosa sul palco: sembra un po’ un pesce fuor d’acqua e non riesce a trasmettere la stessa carica e la convinzione dell’autore, ma forse è persino scontato. Sullo sfondo un telo a rappresentare una vela, sul quale vengono disegnati velocemente schizzi di luce nei colori del rosso, bianco e nero, a sottolineare i temi affrontati: mi verrebbe da dire che i colori sono un po’ troppo drammatici e freddi, per i miei gusti. L’idea di schizzi di colore sulla vela è molto incisiva, infatti, ma mi sarebbe piaciuto se avesse sottolineato anche l’ottimismo e la speranza delle parole perottiane con colori vivaci, megari, piuttosto che la sola condizione negativa della realtà da schiavi narrata. La mise perottiana è semplicemente perfetta: jeans e camicia bianca (bellissima quella camicia, Perotti!) a dare un’impressione di chiarezza e semplicità luminosa,casual ma efficace, insomma; bocciata, invece, la mise del Biacchessi, che indossa un cupo maglione blu su pantaloni dello stesso colore e sullo sfondo scuro non risalta e quasi si confonde. Insomma, la presenza scenica del Perotti batte quella del Biacchessi. La scelta dei brani, tratti dai libri e dagli articoli di FQ, a detta mia e dei due maschietti che erano con me, è molto azzeccata: si tratta dei brani di AB e AT che ci avevano colpito già durante la lettura. Altrettanto azzeccata la colonna sonora: non conoscevo un brano che fosse uno, ma mi sono piaciuti tutti, specialmente il terzo (o era il quarto?) e mi piacerebbe pure sapere cos’era; resto perplessa con quello di Cocciante all’inizio, che non ho capito cosa c’entrava, ma poco male. Se posso permettermi un piccolo suggerimento, consiglierei di leggere i brani appoggiandosi a un qualche supporto, che so, uno sgabello alto, magari: questo per evitare quell’impressione un po’ da predicatori sul pulpito che mi ha lasciata un po’ interdetta.

    Nel complesso l’impressione è positiva, anche se il meccanismo ha bisogno di rodaggio: non saprei dire se vale la pena di farsi 200 chilometri, non l’ho ancora deciso: sarei stata sicuramente più soddisfatta se fossi riuscita a salutare l’autore alla fine che, invece, si è subito fiondato dietro le quinte, vergognosissimo e apparentemente sorpreso degli applausi parecchio convinti e ripetuti del pubblico.

    Su, Perotti, è andata, la cosa funziona: puoi rilassarti! Ciao!

    • azz… che esegesi minuta ed esigente! però grazie davvero per l’analisi, che offre spunti e consigli. io ero effettivamente un po’ imbarazzato per gli applausi finali. Quelle scene di uscire e poi ripresentarsi per prendersi l’applauso, non le avevo mai vissute… Prò poi sono uscito dal camerino! Perché sei andata subito via!? Sono rimasto a chiacchierare con un mucchio di lettori e spettatori… insieme a Marina Massironi, che era in sala, ed altri. Peccato. Grazie per i consigli Silver, ne terrò conto. Tutti qui vogliono fare una tournée… vedremo. Intanto un abbraccio. ciao!

  11. Ciao ignazio,
    grazie per avermi scritto. Purtroppo sabato ho dovuto rinunciare all’incontro con Simone perché non sono stata bene. Spero con tutto il cuore che ci sarà un’altra occasione.
    Piuttosto com’é andato? Posso solo immaginare che é stato interessante. A presto.
    Fiorella.

  12. Che dici Simone di questa leggera correzione della tua proposta di riscrittura dell’Art. 1 ?

    “L’Italia è una Repubblica Democratica, fondata sulla sobrietà, la solidarietà e sul rifiuto del consumismo sfrenato, in cui il lavoro è un mezzo e non un fine”.

  13. X Men@
    Ok ti siamo grati per aver rivelato al mondo intero la tua vera identità. Rimane comunque il fatto che sei una grandissima testa di cazzo.
    Ma torniamo al tema centrale che anima questo blog.
    Ovvero la semilibertà tanto ostentata da Simone Perotti. Sono fermamente convinto che se avesse applicato fin da subito non il downshifting ma la semplice applicazione del suo contratto di lavoro,che non prevede il Superlavoro,ora non si troverebbe in questa difficile situazione. Per mia esperienza ho sempre dato pari importanza al lavoro quanto al tempo libero. Nel senso che mi impegno in entrambi. Sono elementi complementari, l’uno compensa l’altro. Non sempre ci si accorge di quanto ci si trova sommersi nel fango sino a che questo non raggiunge le vie respiratorie! Avrei voluto fare un’altra analogia ma non voglio per l’ennesima volta essere tacciato per uno scurrile.
    Buona Vita a Tutti

  14. Silver… a mi ti m’el dise…?

    @ Perotti, che vuoi dire? Dillo con parole tue: parla come respiri, insomma. Farò altrettanto: Perotti, che ti salti la mosca al naso se uno parla di vendersi, è abbastanza scontato; a quanto sembra, il fatto che la mia fosse una provocazione non lo era, altrettanto scontato, e l’hai presa sul serio. Eppure, ti garantisco che, dopo essermi letta buona parte dei post qui e su FQ la tua opinione sul consumismo è piuttosto chiara. Perché provocare? Che vuoi che ti dica, sembri così tranquillo, è più forte di me stuzzicare quelli così sicuri di sè, una tentazione irresistibile …

  15. Silver, non è tanto la parola di per sè, che per me andrebbe cestinata assieme a tutto lo (scarno) vocabolario esterofilo del piccolo manager , ma l’ideologia che si porta dietro. Sinceramente, credo che fintanto che staremo dentro in un sistema di tipo capitalista (ahimè), tutti saremo costretti a vendere e a venderci: però non tutti avranno nella vita l’unico scopo di vendere. E’ una differenza, come simone ha già ribadito, tra fine e mezzo, e non è sottile, è spessa come una quercia secolare.

    Per quelle persone che fanno della vendita l’unico scopo della propria vita, puoi utilizzare la parola marketing. Accostata ai vari ed eventuali : manager, expert, web, senior, junior, consultant. Ma non credo sia il caso dell’autore.

    Andrea

  16. Buonanotte a tutti. Mi piace stare in vostra compagnia. Mi piace il fatto che il padrone di casa risponda e che sia attento, gentile e cortese con tutti. Mi piace leggere di persone che hanno fatto scelte molto simili alle mie pur essendo molto diverse da me… ed è per questo che mi piace dirvi buonanotte per questa notte!

  17. Si l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro…solo di alcuni.
    Questi fessi reggono sulle loro spalle tutto il paese e gli altri, loschi figuri, se la spassano a spese degli schiavi ai remi. Banalità ormai ben note.
    Ma viene il giorno in cui la gente si stufa e come dice Battiato in “inneres Auge”
    “non ci siamo capiti, e perchè mai dovremmo pagare anche gli extra a dei rincoglioniti….che cosa possono le leggi dove regna soltanto il denaro…”
    Egitto Tunisia Libia….

  18. Ok chiedo scusa mi sono presentato con un pessimo pseudonimo.Il mio vero nome è Wolverine. Forse è solo per questo che mi son preso dell’imbecille. Eppoi ultimamente con tutti questi trattamenti con l’adamantio per rafforzare lo scheletro, ho finito per indebolire il cervello. L’ultimo mio intervento in questo blog riguardava una folta schiera di lavoratori incalliti ,che reclamavano ancora più lavoro! Ma siete matti!!! Volete tutti finire stressati,alienati e incazzati con il mondo proprio come Simone Perotti?! Compratevi delle belle lame retrattili proprio come ho fatto io e affettate chiunque vi viene a rompere i coglioni con una proposta di lavoro. Se siete in tanti vi fanno anche lo sconto! Ma ora basta perchè altrimenti mi trovo anche io a fare marketing.

  19. Ahò, e ‘na marianna che polemici. Tutti del capricorno? Ok, quella parola lì è tabù, qui: come mai non suona il buzz o ti si riavvia il computer quando uno la scrive? Io sono marchigiana: se scrivo marcheting me la bocciate lo stesso? Mamma mia, che stress…

  20. Scusate ma questa della Costituzione non posso ignorarla:

    L’art. 1 della costituzione non è stato scritto in quel modo per via del momento storico, ma della contrapposizione del blocco Cattolico contro quello Comunista. E’ un meraviglioso compromesso, di quelli che oggi nessuno sa fare. L’art. 1 doveva essere quello, che richiama i valori del mondo del lavoro, Comunista (ebbene sì, perchè l’Italia è nata in questo modo) o niente Costituzione. Cmq è temperato dagli art. successivi (2 e 3 credo) che pongono limiti e spiegano in quale senso vada inteso il lavoro. In questo modo si vede che “lavoro” non è “obbligo” ma anche “realizzazione”, “scelta”, non escludendo neppure il principio di “gratuità del lavoro” nel caso in cui ciò realizzi un beneficio sociale. Questo in quanto la componente cattolica rivendicava giustamente che non poteva essere l’uomo schiavo del lavoro.

    Lo scopo era quello di evitare che ci fosse una classe di persone che lavorava per finanziare una classe di persone che non lavorava.

    La costituzione italiana da sola vale più di tutti i libri pubblicati in seguito, purtroppo andrebbe studiata in una prospettiva storica che presuppone studio e conoscenza. La costituzione italiana include il dondonshift e tutto il resto, quando parla di dignità, diritti, garanzie, opportunità. Se si leggesse bene la costituzione italiana, dovrebbero chiudere tutti i moderni blog di opinioni, c’era già tutto, e soprattutto è stata scritta da gente con le palle, non piagnoni. Gente che era uscita da una guerra, non dalle scuole o dalle aziende. Tutto ciò che è venuto dopo, anche adesso. è solo la degenerazione di un sogno che ha funzionato davvero. Oltre le chiacchiere, ha funzionato. Non è la Costituzione in crisi, sono le p… che sono in seguito venute a mancare.

    • Ciao Exodus. Resta il fatto che il lavoro è uno strumento e non un fine. E che la nostra Repubblica sia fondata su uno strumento già non va bene. Il problema è che lo strumento lavoro è stato considerato un fine fin da principio. E’ quello l’inizio dell’errore. Ciao.

  21. Ciao S.,
    ti aspetto domani alle Librerie Coop a Torino. Aver letto il tuo libro, “Adesso Basta”, regalatomi da una persona straordinaria, mi ha fatto capire molte cose.
    Domani per me sarà un giorno speciale ed emozionante.
    F.

  22. Non so se vi ricordate bill hicks in revelation quando parla di marketing- altrimenti, vi conviene fare un salto su http://www.youtube.com/watch?v=uZub-7ulikc (è pure sottotitolato!).

    Mi è venuto in mente perchè a un certo punto dello show, dopo le prime critiche serrate ai markettari, bill dice (cito a braccio):

    So cosa state pensando adesso: “oh , sai cosa sta facendo bill?
    Sta puntando sulla moneta dell’anti-marketing. E’ un buon mercato, ottima mossa ”
    “no cazzo, non lo sto facendo, malefici pezzi di merda”
    “ooh, sai cosa sta facendo adesso? punta sulla moneta dell’indignazione. Molte persone provano quel tipo di indignazione. Abbiamo fatto delle ricerche, huge market. Fa bene.”
    ” Dannazione, non lo sto facendo pezzi di merda!!”
    “Uuuh, la moneta della rabbia. E’ un vero esperto di marketing”.

    Eccetera…
    Insomma, non si può neanche scrivere contro il marketing senza venire considerati come markettari esperti che puntano sull’anti marketing. Avete i cervelli fottuti dai vostri master con nomi inglesi , trust me 🙂

    Ciao,
    Andre

    • parole sante andrea. Se io faccio una mostra e vendo le mie sculture mi dicono “Che furbo, hai visto? Con la notorietà dei libri ora vende sculture!”. Se faccio i corsi di vela “ecco, ora porta i lettori in barca, furbo come una lince!” Se scrivo su Saviano “Vedi come si fa? Ci si collega al più famoso così la gente assimila. Molto viral!” E che pensino un po’ quel cavolo che vogliono, senti… io ho sempre fatto un mucchio di cose, una la penso e dieci ne faccio. Sono fatto così. Che ognuno pensi quel che desidera. Intanto si vive. Alla via così.

  23. “Oggi c’era il sole… ho dormito sotto il sole dopo pranzo… che meraviglia”

    Cosa c’è da aggiungere ? La frase è
    fulminante,disarmante.

    E’ l’essenza dell’essere vivi,’dormire al sole dopo pranzo’: come un gatto ,come si fa’ in vacanza o nei weekend.

    Ottimo Simone,
    continui a farmi sognare.

  24. Ciao Simone,

    e un saluto a tutti voi ragazzi.
    Seguo questo blog da mesi anche se non ho mai scritto fino ad oggi.
    Volevo chiedere a Simone (e a voi…naturalmente) come si concilia la sua decisione di smettere di lavorare, con la prima parte dell’art. 1 della costituzione: l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro.
    Io non sono un costituzionalista, ma se i padri costituenti hanno deciso di porre l’istituto del lavoro come fondamento della nostra repubblica e del nostro vivere civile questo vorrà pur dire qualcosa. Non credi che disattendendo volontariamente questo principio si venga meno a quel patto di reciproca collaborazione che tutti i cittadini di questa repubblica hanno sottoscritto verso gli altri?
    La mia domanda non vuole essere polemica, ma una sincera richiesta del tuo parere.
    Un abbraccio.

    • Paolo, ecco. Tratto da pag 39 di “Avanti Tutta”:
      La nostra Costituzione dice che «l’Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro». Ma quando venne scritta
      eravamo nel dopoguerra, e il lavoro veniva inteso come impellente necessità, prima dell’avvento del consumismo
      e del materialismo attuali, non come sigillo della schiavitù. Oggi quello stesso articolo dovrebbe essere riformulato
      così: «L’Italia è una repubblica democratica, fondata sulla sobrietà e sul rifiuto del consumismo, in cui il lavoro è un
      mezzo e non un fine».

  25. Nella mia vita sono stata invitata a diversi buffet, sia quando si trattava di festeggiare ricorrenze familiari/amicali di vario genere, sia in occasione di meeting di lavoro, kick-off, pensionamenti etc. etc., ma il buffet offerto da Simone, Manuela e la Galleria Deodato non ha precedenti in termini di qualità dei cibi e anche quantità. Ciò che ho gustato con tutti i sensi aveva un sapore autentico…

  26. Capperi, Perotti, se ti vendi bene! Si vede che sei un esperto conoscitore di marketing! Mi hai convinto, credo che verrò, anche se disapprovo la scelta del luogo: possibile che tu, Perotti, uomo di mondo, non sappia che tutte le tournee iniziano da Ancona? Non da Rimini! La cosa mi incuriosisce e adesso sento se vuole venire anche il nipote globetrotter: ha letto i tuoi libri, compiacendosi moltissimo di averlo fatto negli aeroporti mentre tutti intorno a lui leggevano il Financial Times; però ha detto che siete dei moderati, per lui, il che mi ha fatto scoppiare in una fragorosa risata. Ok, adesso provvedo a tutelarmi dal rischio di ritrovarmi in galera a breve, informando la mia compagna di scuola avvocato sul tipo di arance preferite: sanguinolenti tarocchi, naturalmente, anche se ultimamente in rete me ne hanno rifilati a bizzeffe e mi hanno un po’ stufato; ma in galera c’è poco da fare gli schizzinosi.

    Ciao, Perotti, ci si vede. Peggio per te!

  27. Buongiorno!
    Vi lascio qualche giorno e… che clima polemico! Perché semplicemente non lasciamo che certe pietre scagliate da mani ignote cadano nel vuoto?
    Oggi vi faccio di sicuro fare due risate, e poi vediamo cosa commentate: abbiamo venduto l’Audi.
    Ciò, guardate che qui al nordest è quasi come rinnegare la mamma, altro che…
    E comunque non paghiamo da bere perché non è da downshifters: andate alle mostre di Simone che paga lui come ha promesso.
    Simone, oltre a pagar da bere al posto mio: grazie, è anche merito tuo… è davvero un sollievo!

  28. Un altro GENTLEMEN DAI TRATTI SIGNORILI, il quale, non ha di meglio da fare che notare un banale errore di battitura…
    Chissà cosa si intende per “personaggi estremi”?
    CERCHIAMO PIUTTOSTO DI AIUTARCI CON CONSIGLI E RAGIONAMENTI INTELLIGENTI
    SALUTE E SALUTI A TUTTI
    VALENTINO

  29. X Men@
    Ok ti sei divertito a fare le tue infelici battute su Simone. Scopriti se hai il coraggio delle tue azioni. Non credo sia costruttivo pararsi dietro uno stupido acronimo. Anche io sono stato molto critico con l’autore di questo blog ma non credo di averlo mai offeso.
    Sei un imbecille!

    • calma guys… sereni. Oggi c’era il sole… ho dormito sotto il sole dopo pranzo… che meraviglia. Non ci roviniamo la serata. Abbracci a tutti. Anche a Xman.

  30. Dimenticavo. Perotti, saresti così gentile da darmi una buona ragione per farmi 90 km. per venirti a sentire a Rimini? Ho visto che si parla di reading e, così a orecchio, mi par di capire che leggerai parti dei tuoi libri. Perotti, lo so che non mi crederai e ti sembrerà impossibile, ma io so leggere! Sono stata anche precoce, lo so fare da più di 40 anni. Non bastasse, i tuoi libri li ho già letti: quindi perché dovrei venire ad un reading e farmi pure 90 km? A meno che non ti limiterai semplicemente a leggere. Se ti metti a raccontare le barzellette di Berlusconi, ti dico subito che non ci vengo. Ho visto che ci sarà anche Daniele Buacchessi: tiene il libro mentre leggi?Perotti, ti prego, delucidami. Te ne sarò molto grata. Penso che questa informazione possa interessare anche altri, anzi, ne sono fermamente convinta.

    Ciao, Perotti. Attendo fiduciosa. Perdonami, non volevo essere irriverente, ma sono tanto ignorante e asociale e a un reading non ci sono mai stata. Sarà mica una riunione politica piena di sovversivi e ci arrestano tutti? Ohibò.

    • silver… ma mi fai troppo ridere… No, è un testo scritto in gran parte in modo originale per il teatro e lo leggeremo a due voci con Daniele Biacchessi, il grande giornalista e attore del teatro civile. Ora non so dirti se vale la pena fare 90 chilometri a andare e altrettanti a tornare. Però penso sia bello. Se funziona sarà il primo di una tournée, dunque potresti prima vedere se funziona (te lo racconto io) e poi lo vieni a vedere. che ne dici? Se poi ci arrestano tutti ci porti le arance in galera.

  31. Ho finalmente capito cosa mi suona strano, spesso, leggendo i commenti: si parla continuamente di cambiamento; io non credo che le persone cambino, non cambiano mai o, meglio, cambiano continuamente. Diciamo che allargano i loro orizzonti e, quando lo fanno, si accorgono di dettagli e particolari che prima non vedevano; focalizzano mancanze, nuove esigenze, di solito a seguito di qualche evento che le distoglie temporaneamente dalla routine quotidiana e si concentrano su se stesse. Questo è il primo passo: poi, identificato cosa non va, si cerca una soluzione congeniale per sentirsi meglio e supplire a ciò che manca, spesso sbagliata; si procede per tentativi, insomma. Ma questo non è cambiare, questo è evolversi, procedere: non vedo cambiamenti, vedo percorsi evolutivi. Interpretare la scelta del Perotti come un cambiamento mi lascia perplessa: diciamo che se prima aveva una visuale a 90° (nessuna ironia!) adesso ce l’ha a 180°. Un po’ come un albero che mette nuovi rami, cambia forma ma è sempre lui.

    @ Perotti, una bacchettata sulle dita a chi ti ha corretto le bozze di Uomini senza vento (bel titolo): pag.177 “una musica rotonda … Gotham project”; cos’è un omaggio in codice alla casa batmaniana del figlio della Moratti? GOTAN, Perotti, Gotan Project. La “fabbrica del tango”, per parafrasare Saviano.

    http://www.youtube.com/watch?v=ZFBo62VZ8HA

  32. Vabbè, dai, rispetto a certi personaggi “estremi” del recente passato del blog, gente che aveva da insegnare filosofia, economia, finanza e diritto a tutti senza nemmeno conoscere la grammatica, a me questo Xmen sta quasi simpatico!
    Aspetto un altro post antiperottiano al vetriolo!

  33. @ xmen
    peccato attirare l’attenzione così, ti pare? hai veramente così poco da dire? allora credo tu abbia sbagliato blog!
    Buona vita!

  34. Egregio SIG XMEN, ( già una persona che si presenta con una sigla è tutto un programma) se hai voglia di scerzare, non hai buoni gusti, se invece scrivi seriamente, assicuro che sono solo note di tristezza…
    A me non risulta ci sia stato nessuno vincolato ad acquistare qualcosa, in più ognuno si esprime come ritiene più oppurtuno, cercando di non infastidire il prossimo.
    Dirò di più: chi era a MILANO in occasione della serata di presentazione della mostra, è stato accolto dagli artisti con un ottimo buffet,buon vino e cordiale simpatia.
    Questo è il perotti che io ho conosciuto!
    Saluti a tutti
    VALENTINO

  35. Comunicazione, condivido che deve essere bidirezionale, non può essere un monologo.
    Questo blog fortunatamente non è un monologo.
    Anzi, ho la sensazione che sia una piccola riunione di persone affini, che hanno qualche cosa in comune, condividono pensieri ed esperienze, in qualche modo si conoscono. Quindi c’è uno scambio, un rapporto umano fra pari.
    Altri blog, che comunque apprezzo molto (grande Beppe!), sono luoghi di informazione, utilità sociale e protesta, hanno un’altra funzione.
    Buona serata

  36. Salve a tutti mi chiamo Xmen e prometto a tutti che se comprerete sino alla fine dei miei giorni i miei libri e le mie opere d’arte e vi farete condurre in barca in ogni luogo voi possiate desiderare….anche voi un giorno potrete non lavorare proprio come faccio io.
    Contattatemi tutti per ulteriori informazioni e dettagli

    • vedremo grazia. per fare una mostra occorrono un gallerista, uno spazio, etc etc. Non è come presentare un libro. Però verrò a presentare Avanti Tutta. Ci conosceremo in quell’occasione, vedrai. Non so ancora la data. Ma sarà ad aprile. ciao!

  37. è da un po’ che seguo silenziosamente questo blog, le idee, i pensieri pubblicati e i movimenti di simone.
    tutto molto interessante anche se in questi ultimi gg, complice il lancio dell’ultimo libro, mi sono venuti in mente esattamente i pensieri che ha scritto mauro riguardo blog molto più affollati di personaggi molto più famosi: il successo spesso cambia le persone, simone sembra molto saggio e come ha scritto in un suo post sicuramente segue un suo modo di vivere molto rigido (a parte carne e fumo vero??) che va al di là del periodo della promozione dei suoi libri.
    credo che ciò che di bello ha questo blog è che sia sentito da chi lo frequenta come un qualcosa di umano, di non spersonalizzato, in questo mare di “finta” comunicazione; spero continui così.
    Ci vediamo a padova il 23 marzo.

    • Grazie sgrigola, bel pensiero e belle sensazioni. Io non cambio. Ho faticato per arrivare qui, e ora ci sto. Successo o meno, io sono diventato io. Poco o tanto che sia, è quello che ho. (attenzione che le date di padova villorba e trieste sono cambiate. guarda qui sull’agenda)

  38. Ciao simone, grazie ancora per questa serata. Capita spesso di leggere un libro e di sognare una birra insieme all’autore: per me oggi è stato possibile e credo mi darà la carica per le prossime piccole, eppure titaniche conquiste di libertà.

    Mi raccomando, avanti tutta 🙂
    Alla prossima,
    Andrea

  39. Sulla comunicazione sono assolutamente d’accordo con Simone non tanto perché lo conferma l’etimologia della parola, che non corrisponde a quanto dice silver silvan, ma perché la sensazione di ricevere indietro qualche cosa a quanto si e’ dato e’ una sensazione molto molto piacevole vicina all’emozione che si prova nel ricevere un regalo….proprio nel mondo del lavoro spesso succede di salutare persone che nemmeno ti rispondono.

    Comunicare vuol dire “mettere in comune”

    http://www.comunicazione.uniroma1.it/materiali/11.43.47_Lezione%203.ppt

  40. Ciao Lilly ti chiedo umilmente scusa non era mia intenzione farti arrabbiare. Ho confuso le tue parole, credevo stessi usando quell’ironia sottile ( graffiante in realtà) che qualcuno ha usato con me in questo blog.
    Non credevo anche che un mio pensiero potesse essere preso in considerazione. Spesso la rabbia acceca la ragione.
    Usami come meglio credi,mi può far solo piacere.Quello che fai è per una nobile causa e hai tutta la mia stima. Di gardenie ne posso parlare ma non di pesci di legno…….!!
    Scherzo Ciao
    Scherzo….un abbraccio

  41. @ lilly Grazie, non la conoscevo: davvero bella. Bello anche il racconto finale.

    @ Renato Grazie del “grande”, nonostante mi senta parecchio minuscola, ultimamente: ahimè, temo di non essere l’unica.

    @ Perotti, dissento dall’etimologia: io com(e)unico, voce del verbo com(e)unicare; ovvero, faccio tutto da solo, parlando e ascoltando, illudendomi che non sia così. Specie su Internet, a quanto sembra.

  42. @ Silver:
    niente, non mi riesce di inviare il link ma se vai su youtube e digiti “la stazione di Zima” puoi sentire che meraviglia e sempre in rete trovi le splendide parole!
    Buona serata

  43. Insomma mi toccherà comprare anche avanti tutta 🙂 tra poco lo faro’, nel frattempo continuo a scrivere e leggere questo blog che trovo molto interessante, sopratutto perché c’è la possibilità di uno scambio diretto con L’autore, ma mi chiedo e vi chiedo: hanno ancora senso i blog come Grillo o Travaglio dove scrivendo nel mucchio si perde completamente il filo ? Mi sembra una specie di consumismo delle parole, non e’ meglio che l’autore pubblichi l’articolo e basta ? A cosa serve scrivere in un blog dove ci sono 3000 post e dopo pochi secondi quello che hai scritto, che magari era anche importante per te, viene coperto da una valanga di parole spesso senza senso che non fai in tempo nemmeno a leggere ? Spero che Simone ne terra’ conto quando sara’ diventato ancora più famoso……ma attenzione a non dover considerare un secondo downshifting :).
    Mauro

    • mauro a me piace leggere tutti i commenti. quando posso rispondo anche. come faccio sul Fatto (sono l’unico a rispondere ai messaggi…). Comunicazione viene da “cum munus”, cioé con un regalo. Comunicare ha a che fare con il regalare, regalarsi. Pensa i romani che opinione avevano della comunicazione. Io alle cose a una via non credo mai. neanche quando servono a me. Ciao!

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