I miei rispetti

Chissà dov’è la piccola Takaco, così timida e pudica. Si dava molto da fare, era l’assistente all’organizzazione del gruppo. Ci portavano in giro, di qua e di là, ragazzi di vent’anni di tanti paesi diversi. Non era facile starci dietro. Per loro, per Takaco, eravamo molto indisciplinati. Non seguivamo il programma alla lettera, gli orari erano tracce, non la Bibbia. Una sera, quando tutti erano andati a dormire, ci trovammo per la prima volta soli, nella hall dell’albergo. Avevamo un po’ bevuto. Takaco era stanca. Mi guardò per la prima volta senza sorridere. Uscimmo a bere qualcosa, passeggiando per le vie strette di Ibaraki, un sobborgo di Osaka, dove vissi per qualche settimana. Rientrammo tardi, e non andammo a dormire. Oggi Ibaraki non esiste più. Chissà dov’è lei.

Chissà dov’è Keiko Morita, la bella ragazza coi tacchi e un tailleur rosa antico, ricamato sulla giacca corta, con le spalle leggermente imbottite. Nel 1986 andava di moda così. Finì col suo nome e cognome in un racconto (“Giappone Addio”, in “Zenzero e Nuvole” Bompiani), e con le sue parole rimase in fondo all’anima. La mia. Mi disse “Resta, sono figlia di un imprenditore molto ricco. Non farai niente, lavorerò io per te”. Me lo disse mentre partivo, alle sei di mattina, all’aeroporto Narita di Tokio. Scoppiò a piangere mentre mi infilavo nel finger, in stato di completa confusione. Le avevo risposto che ci eravamo conosciuti la sera prima, appena. Ma lei obiettò che avevamo fatto insieme più di cento passi. Secondo una tradizione giapponese, se fai cento passi con un uomo gli stai dedicando la tua vita. Chissà dove passeggia adesso.

E chissà dov’è Tadashi, il ragazzo tutto smorfie e grugniti, con gli occhi quasi invisibili e una grande curiosità per noi occidentali. Prese la mia macchina fotografica, la rigirò tra le mani. Emise qualche suono gutturale, che a me parve di disapprovazione. Gli avevo chiesto se sapeva aprirla, che il rullino dentro si era bloccato e avevo paura di perdere le fotografie fatte a Koiasan, il cimitero monumentale all’ombra delle sequoie secolari. Dopo qualche istante d’immobilità Tadashi prese un sacchetto nero, quelli dell’immondizia. Mi chiese di infilarlo intorno alle sue mani e alla macchina, e di chiudere i bordi intorno alle sue braccia. Aveva inventato una camera oscura d’emergenza. Aprì, a tastoni, riavvolse il rullino, richiuse tutto. Quando me la restituì, perfettamente a posto, mi disse “Grazie”. Io lo guardai interdetto. “Mi hai dato l’opportunità di farmi venire un’idea. E un’idea è una cosa preziosa”. Chissà dov’è anche lui, dov’è la sua intelligenza veloce.

Chissà dov’è il comandante della nave carica di gente, inghiottita dalla prima onda anomala. Lo immagino sul ponte di comando, primo ad avvistare la massa nera che avanza. Il Comandante è quello che guarda sempre un po’ più in là, dove nessuno ancora volge lo sguardo. Mi pare di vederlo che tenta di manovrare, motori avanti tutta verso l’onda, e dare l’ordine “avanti piano”, per andarle incontro tenendola esattamente in prua. Già da un centianio di metri, per primo, lo vedo che cambia espressione, capisce che la massa d’acqua è troppo veloce, troppo alta, anche per la sua nave, che è solida e ne ha viste tante, ma che stavolta non ha speranze. Per la prima volta non potrà riportare in porto il ferro, e neppure l’equipaggio, che inizia a capire, o i passeggeri, che non sanno ancora niente. Mi alzo e guardo a levante, verso di lui, dovunque stia riposando ora. I miei rispetti Comandante.

Chissà dove sono le persone morte in Thailandia nel 2004. Morirono in 230.000, ma nessuno parlò della loro dignità. In queste ore sono tutti ammirati per quella dei giapponesi, come se le vittime di una tragedia non fossero tutte uguali, tutte da compatire, che siano giapponesi o thailandesi, o haitiane. Il terzo giorno dopo il terremoto di Port-Au-Prince la notizia era già scivolata al centro del telegiornale. Eppure i morti in Giappone sono 5-10mila, mentre lì furono 222.000. Ci sono uomini che muoiono di più e uomini che muoiono di meno. A volte dipende da quante telecamere ci sono in quel Paese, da quante riprese video possono rendere più accattivante un servizio nel TG. Anche la dignità è un fatto d’immagine.

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113 pensieri su “I miei rispetti

  1. Amici del blog,vi assicuro semplicemente che non occorre essere benestanti per andare al mare…
    Occorrono le idee chiare. Traduco
    Treno locale II classe, ospite alla pari
    da mio suocero,in cambio di un lavoro domestico, devo imbiancare due stanze, di una casa centenaria a RIVA TRIGOSO.
    Settimana meravigliosa a costo zero.
    Il PC è della biblioteca comunale in uso gratuito.
    I FRATI CAPPUCCINI di SESTRI sono amici
    a cui ho donato materiale vario e spesso sono ospite.
    Più facile di quanto si possa pensare…

  2. Buon giorno Simone.
    Leggendo “Avanti tutta”, mi è venuta una gran voglia di condividere la mia esperienza!
    Il mio downshifting ha luogo in Sardegna (di cui ho letto poco nei tuoi libri) terra che, contrariamente a quanto si pensa, non è immune dal consumismo e dalle patologie connesse. Certo non facciamo le file nella tangenziale ma.. è sempre dura. Ho scritto due pagine che non stanno nel blog. E possibile inviarti una mail? Grazie Cristina

    • Certo cristina. Dovrebbero entrare qui nel blog. Non credo ci siano limiti. Altrimenti su facebook. Attendo le tue due pagine e poi le leggerò quando riesco. In generale cerco di dissuadere tutti dallo scrivermi cose lunghe perché ad oggi cerco ancora di leggere ogni singola lettera ma è sempre più dura. Come diceva Kennedy “non sono abbastanza importante per avere diritto di parlare per più di pochi minuti”… 😉

  3. Io so dove sono Takashi ed Ayako, due amici di Sendai con due splendidi bambini. Non avevo notizie di loro fino a l’altro ieri quando sono riuscito finalmente a parlare con loro al telefono. Ho temuto il peggio per alcuni giorni, vedendo sendai rasa al suolo dall’onda del maremoto. Lei scappata in macchina con i due bambini con l’onda nello specchietto retrovisore che radeva al suolo la sua città, lui all’Università che ora è diventata un centro di accoglienza. Una storia a lieto fine, o quasi. Sono vivi e siamo tutti contenti ma hanno perso casa, lavoro, amici, parenti ed ora i loro bambini si beccano una quantità di radiazioni sconosciuta perchè chissà se dicono la verità. I miei rispetti a tutti i Takashi ed Ayako che non ce l’hanno fatta.

  4. # Renato:

    è colpa vostra, questo è un luogo di ritrovo ma è a metà tra bar sport e luogo di condivisione di esperienze. Salto la parte bar, salto la parte più poetica, e mi concentro sulle esperienze. Non che ci sia qualcosa che non va, affatto, ma sono un po’ vecchio e più passa il tempo più mi concentro su poche cose. In verità, la poesia la trovi ovunque, il bar di ritrovo pure, le esperienze raccontate sono qualcosa di più raro. Ciao a tutti.

  5. Caro Perotti, stamane, facendo colazione mi chiedevo che sogni tu abbia attualmente. Beninteso, non voglio fare la ficcanaso: ma sai, ripensavo a quel passo in cui raccontavi di quello che sognava la barca a vela e non se la faceva perché dopo non avrebbe avuto niente altro da sognare. Tu, tutto sommato, hai conseguito il tuo obiettivo ideale e l’hai messo in pratica: quello della vita che ti assomiglia e non posso fare a meno di chiedermi quali possano essere i prossimi: me li immagino molto concreti. L’avventura della tournee, oppure un nuovo libro, immagino. Insomma, la mia domanda è: dopo un grande sogno reso concreto, i sogni si rimpiccioliscono o possono esserci altri grandi sogni?

    Una scettica senza grandi sogni.

    • tanti sogni silver, ma senza ansia. il sogno grande, quello profondo, era poter realizzare sogni. e questo c’è, almeno in gran parte. ora tutto con calma, o con velocità, ma senza ansia. comunque sto ragionando su tre progetti editoriali, su un grande viaggio a vela, su questa estate nel mediterraneo, su sculture da realizzare… e poi e poi e poi…

  6. Ciao SImone.
    Niente da fare, a Parma tutti zitti…eppure l’incontro prometteva bene, Tu sei stato brillante, non troppo prolisso…..Li guardavo in faccia, nesuno contrario o ironico oarrabiato, solo sbigottimento….vediamo come va a Reggio….A proposito, quando ti ha avvicinato quel ragazzo che non conosce il tuo lavoro, a mio parere avresti dovuto suggerirgli un altro percorso di lettura: 1) Uomini Senza Vento 2) Adesso Basta 3)Avanti tutta…cosa ne pensi?

    A presto

    Luigi

  7. Scusate leggendo il post di Valentino ho elaborato un’altra delle mie conclusioni negative.
    Cavolo, anche la natura e le sue meraviglie sono quasi sempre appannaggio di chi ha un sacco di soldi (non dico di te Valentino).
    Lo so è una banalità ma fateci caso, chi può permettersi delle vazanze in spledidi posti al mare, in montagna, spettacolari viste sull’oceano? Case a strapiombo sul mare…La natura che è la cosa più abbondante che c’è se la accaparrano sempre i soliti, e lo schiavo tipo si deve accontentare della riviera adriatica (cologno monzese col mare)!
    Anche tu Simone, certo è una bella zona la tua, ma alla fine uno deve andare nell’entroterra altrimenti ti pelano.

  8. Valentino, cavolo in un paradiso come quello che ci fai col PC!!??
    Si lo so, la cumicazione, tenersi aggiornati, seguire il blog di Perotti, ecc ecc ecc…..
    Goditi il paradiso anche per noi e molla un attimo sto PC.
    Ciao

  9. A proposito del Giappone,
    una notizia sentita da una popolare radio
    ‘La Fiat ha donato centomila euro per le vittime del Giappone, Sandra Bullock,famosa attrice, ha dato un milione di dollari per lo stesso motivo’

    A italo canadese sei proprio un ‘pulciaro’!

    Ad majora
    Claudio

  10. Io vi saluto dalla baia del silenzio a SESTRI LEVANTE.
    Sono sdraiato a ridosso di un muretto riparato in costume. Il sole inizia a scaldare sulla pelle,il silenzio qui attorno è un incanto… PARADISO TERRESTRE

  11. Oggi il mare deve essere una Meraviglia! Se fossi libero, mi sarei già fiondato in treno, x raggiungerlo di corsa edassaporarne la vista ed il profumo fino a sera.
    Oggi il mare mi mancherà tantissimo…

    • oggi c’è maestrale Gigi, cielo azzurro che quasi stordisce. Sul mare ferzi di vento, piccole raffiche che scuriscono la superficie d’acciaio e si rincorrono nel golfo. La temperatura è tiepida, a tratti calda per il calo del vento. E’ un’autentica meraviglia…

  12. La dolcezza e la sensibilità che hai usato nel ricordare Takaco, Keiko,Tadashi,il Comandante della nave,gli eventi in Tailandia, lasciano il segno.Mi sono fermata in silenzio e anch’io li ho ricordati e con loro,ho ricordato tutti quelli che non conosco, di questo e degli eventi tragici naturali del passato.Ti ringrazio per questo.
    Un caro saluto.
    Tina.

  13. # Simone:

    Vorrei apportare una correzione a ciò che dici sul Giappone in termini di “è stato per conto suo per secoli. Poi è entrato nella follia colonialista e imperialista e ha pagato duramente con l’atomica”.

    Storicamente ciò che è successo è questo: 1852: l’ammiraglio Perry, giunto con le cannoniere USA in Giappone dice: o aprite i vostri mercati o buttiamo giù la porta. Il Giappone tenta di resistere ma si accorge subito che il suo isolamento l’ha tagliato fuori dalla “modernità” (non ha sviluppato stando isolato una tecnologia bellica competitiva). Costretto a giocare la parte assegnata dall’imperialismo, decide allora di giocarla da Primo Attore. Cosa che gli riesce molto bene. Il mondo dei samurai, che da secoli gestiva il potere in giappone viene sconvolto e una nuova classe di governanti emerge. Da qui l’avventura giapponese, anche se sarebbe molto lunga da ripercorrere in quanto Paese con una storia e tradizione pressocchè unica al mondo, per motivi storici, geografici, culturali, sociali, etc…

    Ma il punto è questo: non ha deciso di “entrare nella modernità”, questa modernità. E’ stato costretto con una pistola alla tempia, dopo aver lottato per opporsi. Il Giappone e i suoi governanti (che non comprendeva l’Imperatore) erano soddisfattissimi così! Non hanno deciso, non hanno potuto opporsi. Una volta presa quella strada, hanno subito l’onta e il dolore di Hiroshima e Nagasaky. E anche da lì non potevano tornare indietro, dovevano per forza andare avanti, anche con il nucleare (non hanno materie prime, non avevano più l’esercito che potesse controllare le rotte del petrolio come gli USA). Se il Giappone non avesse primeggiato, sarebbe sparito. Non hanno avuto scelta: primeggiare o vivere di glorie e ricordi passati.

    E allo stesso bivio oggi si trovano tutti gli Stati, allo stesso modo: primeggiare o vivere di ricordi passati. L’Italia per esempio ha scelto di vivere di ricordi passati. Non è una colpa, anche se gli italiani la considerano tale. Non illudiamoci: la persona può decidere, una nazione no.

  14. Ciao Simone
    ho letto su facebook che fai un viaggio a vela anche questa estate tra Corsica e Sardegna, potresti indicarmi il link con le informazioni per partecipare? Ho guardato qui nel tuo blog nella sezione viaggi ma c’è solo quello dell’anno scorso. Grazie

    • sì francesca lo devo ancora mettere. se vuoi intanto guarda su “Nomadi a vela” gruppo su facebook. poi lo metterò anche qui. ciao!

  15. Molte sono le persone di cui, nella nostra vita, finiamo per dimenticarci perchè non abbiamo neppure il tempo di fermarci a ricordare, o a pensare…Credo che molte, che hanno incrociato la nostra vita anche solo per un attimo ma hanno lasciato un segno, siano finite come divorate da quella piovra di cui parli nel tuo libro, quella che divora le nostre esistenze e ci impedisce anche di conoscerci interiormente. Da molti anni sogno una vita come la tua; all’inizio nata solo come un sogno di cambiamento di lavoro, ora è un sogno molto più concreto, di cambiamento dal lavoro. Quello che mi sto accingendo a fare per realizzare il sogno, finora solo provato per qualche mese sabbatico, è qualcosa che giudico poco etico: negoziare una buona uscita col datore di lavoro, che ha strapazzato e distrutto la mia professionalità in otto tristi anni (cassiere di banca, qualcuno ha presente “La Morte in Banca” di Pontiggia?), trader on line (di questi tempi?), istruttore di scacchi per bimbi. Non so se queste cose mi porteranno lontano nè se siano tutte giuste eticamente, ma le ho già provate con soddisfazione, e questa è la strada che voglio percorrere. Quello che è certo è che dalla mia vita voglio far uscire l’odio, il risentimento che mi porto dentro da dieci anni di lotta contro la piovra, e far entrare l’amore e la gioia, quella stessa che, leggendo il tuo libro, mi ha fatto esclamare: “Toh, esiste qualcuno su questa terra, e mi manda segnali!”. Un consiglio; se non avete una cultura finanziaria come la mia, leggete anche “Vivere di rendita”, di Cesare Valentini, e diffidate dei consigli delle banche su come investire i vostri sudati risparmi!

  16. L’altro ieri ero a Siena, a trovare un amico. La moglie è irrequieta, morde il freno da tempo, da quando le è nato il bambino; si accorge che non se lo gode, che il tempo passa e lui trascorre le giornate tra l’asilo e la casa della nonna; la sera, troppe cose da fare. Il mio amico disincantato e presissimo dal lavoro, stanco a fine giornata e senza voglia di parlare. A lei tutto sembra estraneo e distante: alieno ed incomprensibile. Ho parlato dei tuoi libri, a pranzo, e ho sentito fare le solite obiezioni che ho letto tante volte qui: non le ripeto. Mentre passeggiavamo per Siena, sempre bella, sono passata davanti alla libreria Feltrinelli e ho comprato AB e AT e gliel’ho regalati. Chissà se le serviranno a chiarirsi le idee: spero di sì, il motivo per cui gliel’ho regalati è quello, in fondo. O forse è stato per farla sentire meno sola e anomala.

  17. @Silver: Si siamo assolutamente della stessa idea.
    Scusami, non intendevo certo darti della “nata ieri”, quella sera ero inc…to nero per quel che si sente dire ripetutamente, hai l’impressione che per qualche strano e masochistico motivo si scelga sempre la cosa peggiore da fare.
    saluti

  18. Beh, che dire, anch’io sono stato un manager. Due anni e mezzo fa sono rinsavito e….ho detto basta. I commenti di voi tutti li condivido appieno. Sto leggendo ora Avanti Tutta e praticamente lo divoro. Complimenti!!!

  19. @ Renato, leggo solo ora e ti rispondo in ritardo; so bene che esistono gli avvoltoi, mica sono nata l’altro ieri; volevo solo sottolineare come questa contraddizione metta bene in luce la vera natura dell’economia di cui si straparla, confondendola con lo sviluppo, il benessere e il progresso; ma è in queste situazioni che si mostra nuda e cruda per quello che è, volgare profitto a vantaggio di pochi, i quali poi per salvarsi la faccia “aiutano”. Quegli stessi colossi finanziari che sottraggono risorse in questo momento, me li vedo già a rifarsi la faccia con la beneficienza ben pubblicizzata. A casa mia si chiama ipocrisia. A casa tua, non saprei!

    @ Cece, voglio ringraziarti per il video di Finardi, molto pregno, che non avevo visto: andrebbe diffuso; e che bello vedere qualcuno che risponde sull’onda dell’emozione, partendo dall’esperienza personale, per ribattere alle solite opinioni prefabbricate e ripetute a oltranza, per adesione vuota alla bandiera più conveniente del momento. Alla sana energica animosità, dettata dalla convinzione profonda di quello che si sta affermando, si è sostituito il becero intercalare delle litigate in tv, dove ognuno urla più forte per far sembrare vero quello che dice. Ma quando uno è convinto e crede davvero in quello che dice, si nota ancora, per fortuna.

  20. @ Antonella:
    Fai bene ad andare coi piedi di piombo. Io ho ristrutturato una vecchia cascina nel 1998, mica preistoria, e i cosiddetti professionisti si sono dimostrati – alla luce di pochi anni di utilizzo – assolutamente incompetenti quanto a gestione del risparmio energetico. Ora mi ritrovo con una casa che consuma molto, ma molto di più di quanto consumerebbe se fin dall’inizio la ristrutturazione fosse stata progettata tenendo conto delle opzioni già allora esistenti.
    Ad esempio, disponendo di un pozzo, e di parecchio terreno in esterno potrei sfruttare l’energia geotermica per riscaldare e raffrescare. Ma per farlo dovrei avere un impianto di riscaldamento a pavimento, che può funzionare con temperature dell’acqua intorno ai 30-40 gradi. Per far ciò dovrei smantellare tutti i pavimenti (nuovi!), buttar via l’impianto tradizionale (nuovo!) e rifare tutto d’accapo, tra l’altro restando senza casa per qualche mese.

    Pensaci bene, quindi, documentati, studia, fai domande. E non fidarti.
    A me avevano detto che mai nei secoli la temperatura nel retro casa sarebbe scesa sotto lo zero, dovevo fidarmi, LORO sapevano, etc. etc.
    Risultato: a inizio novembre (mica febbraio) del primo anno nel retro c’erano 7 sotto zero. caldaia spaccata e casa al freddo senza acqua calda.
    Meno male che avevo insistito per avere quell'”inutile caminetto che sporca tanto”.

    A pochi chilometri da casa mia, nel frattempo, stavano realizzando questa:
    http://www.ecodallecitta.it/notizie.php?id=7550
    5% di costo costruzione in più, 90% di risparmio energetico per tutta la vita.
    Ciao!!!!!

  21. Buongiorno a tutti,

    ho letto con interesse i vari commenti e credo che le cose essenziali siano già state dette e in parte hanno risposto all’apperente contradditorietà con la quale è stato dato un peso diverso alla catastrofe in Giappone rispetto a quella che ha colpito Haiti. Vorrei evidenziare ancora un piccolo aspetto che credo giustifichi parzialmente l’effetto diverso sull’opinione pubblica: i Giapponesi, come noi e più di noi, hanno basato la propria vita ed esistenza al mantra della produzione a tutti i costi, hanno riempito le loro vite di oggetti e gadget ipertecnologici dei quali sono tra i maggiori produttori al mondo. In loro ci riconosciamo più che negli Haitiani, e guardando loro si finisce col pensare a quello che potrebbe accaderci se non ci fosse l’energia elettrica ad alimentare uno stile di vita sempre più sganciato dalla realtà naturale. In altre parole abbiamo più paura di perdere i nostri giocattoli (auto, casa, cellulare, aria condizionata etc.) che non la paura sacrosanta di finire sotto un metro di melma e detriti.

  22. @ ste (che corre)

    Non c’è nulla di scandaloso – tranne in alcune occasioni – nella TV. Ricorda che l’obiettivo primario è fare audience, niente di piu’ e niente di meno. Tutto il resto conta ma viene dopo.

    Mi sento di dirti una sola cosa sulla tua confusione, prova a smettere di correre per un attimo, fermati e respira. Tutto quello che hai bisogno di capire è li’, e non potrà mai venire dall’esterno.

  23. Ciao Simone. Sto per ristrutturare una casa, in un paesino, proprio come te, anche se con le dovute differenze di zona, esposizione, ecc.
    Non ho iniziato perche’ intendevo andare a fondo sulla metodologia da seguire. Mi segue da tempo un architetto, ma devo dire che le cose piu’ importanti me le ha dette un ultrasettantenne del posto.
    Inoltre nessuno mi ha consigliato veramente sul modo di risparmiare energia, bensi’ nei vari progetti si tende ad inserire il minimo sulla sicurezza, acqua senza depurazione e filtraggio, ed il massimo in termini di punti luce, riscaldamento, per poi fare subito marcia indietro quando sono io a dire che mi basta la bombola per la cucina e gli scaldini.
    E’ proprio per questo che voglio fare le cose lentamente, anche se ci fosse da perderci altro tempo ed energie. Sapendo che la certezza completa non ci sarà mai in un paese tra l’altro a rischio sismico come il nostro.

    La conclusione che traggo è che – se non ci attiviamo noi in prima persona – si segue la via piu semplice non c’è la minima attenzione in questo paese a:
    sicurezza;
    risparmio energetico;
    rispetto delle normative, soprattutto ambientali.

    Bisognerebbe scrivere un libro solo su questo… Scusa per la poca chiarezza dato l’argomento complesso ma spero di aver reso l’idea.

  24. Buonasera Simone ,ho letto AdessoBasta e trovo molte affinità . Quindi il piacere di condividere molte cose ,come la vela e il mare, se passi da Maratea vorrei il piacere di averti ospite a bordo per una cena insieme ,un buon bicchiere di vino e una chiacchierata !
    Conto di leggerti ,
    Franco

  25. La cosa che mi impressiona di più della catastrofe che ha colpito il Giappone, è il fatto che i primi effetti delle esplosioni a Fukushima e il pericolo di cosa può ancora succedere, hanno praticamente oscurato uno dei più devastanti terremoti di sempre. Fateci caso sui media, solo 6 giorni fa c’è stato un terremoto di quasi 9° della scala Richter con conseguente Tsunami di 9 metri che ha spazzato via villaggi e città, ad oggi si parla di 20.000 tra morti accertati e dispersi.
    Eppure la paura che giustamente suscitano gli effetti della centrale nucleare sono sulla bocca di tutti, si alternano gli esperti in TV, i TG aprono regolarmente con gli aggiornamenti sui reattori nucleari in pericolo, leggendo i titoli di alcuni giornali non sembra neanche che ci sia stato il 5° terremoto più grave della storia, appena 6 giorni fa. Quindi il nucleare sarebbe un’alternativa sicura per produrre “l’energia necessaria e indispensabile” ??? Mi è piaciuto molto in questo senso il discorso di Eugenio Finardi, uno che si vede raramente in TV, ma che l’altra sera ha fatto un solo breve intervento ma di grande valore, nessun politico in Parlamento ha mai detto cose simili.
    Dura 3 minuti vi invito a vederlo: http://www.youtube.com/watch?v=IxYo0HVY35o

    Un saluto a tutti

  26. Ciao Simone.
    Oggi pomeriggio sei a Parma, a Reggio Emilia il 5 sera. Forse verrò ad entrambi gli incontri, sono molto curioso di capire se le persone che ti vengono ad ascoltare sono mosse dallo stesso spirito in diverse città. Non sarebbe male ascoltare qualche voce dissonante, perché in quel caso saremmo stimolati a riflessioni più varie..
    soprattutto vorrei avere il piacere di rivederti ed abbracciarti, per ringraziarti del tuo contribuito alle mia personali riflessioni.
    A presto,

    Luigi

  27. Silver cosa ti aspettavi che la borsa nipponica salisse?? Non hai capito allora con chi abbiamo a che fare. Questi se ne sbattono altamente dei casini degli altri, si è mossa la speculazione lì adesso come in america quando è scoppiato il default di alcune banche. E che te credi che questi fanno beneficenza? Conosci gli avvoltoi e quali lidi frequentano?

  28. E’ il più long seller di Chiarelettere da sempre, compresi i grandi nomi. Incredibile…

    Wow!

    Aggiungo un tema che non è stato trattato ancora, qui, ma mi ha colpito: il crollo della borsa di Tokio; c’è qualcosa di immorale nel sottrarre risorse economiche ad un paese in ginocchio e nel momento peggiore; è certamente comprensibile, visto il fine di chi investe, cioè il lucro. Ma è un lucro che non guarda in faccia a niente e a nessuno, da strozzini. Con una mano aiutano, con l’altra tolgono: paradossi dell’età moderna.

    • sì, incredibile vero?! Ma io lo dico dai primi mesi. La gente che vuole cambiare è tantissima… Questa non è una moda, ma una deriva sociale. Io continuo a ricevere centinaia di messaggi al giorno… Del resto, quel che succede in Giappone non è un altro argomento, bensì lo stesso. Il Giappone è una sorta di metafora: è stato per conto suo per secoli. Poi è entrato nella follia colonialista e imperialista e ha pagato duramente con l’atomica. Da allora si è gettato (come tutti… ma metaforicamente più di tutti) nella follisa consumista e capitalista, sostituendo la corporation alla famiglia, piegando ogni cosa (compresa la salute pubblica) al progresso e alla competitività (come nel caso dell’energia) e ha pagato ancora con nucleare. Poteva accadere altrove, in Francia, negli USA, sia chiaro. I giapponesi non sono che simili a molti altri paesi occidentali. Ma certo, visto che è capitato lì, non possiamo non guardare a questo come a un esempio emblematico. E’ a queste potenziali conclusioni che porta stressare nazionalismi, capitalismi, consumismi, competitività… Mentre dovremmo e potremmo fare altro…

    • grazie Marco. No, meglio AT. Siamo alla seconda edizione dopo un mese e mezzo, quasi due. Solo che la prima di AB era 6000 copie e la prima di AT 20.000… Ma la cosa sorprendente è che AB continua a vendere. E’ il più long seller di Chiarelettere da sempre, compresi i grandi nomi. Incredibile…

  29. Ciao Simone, era molto che non mi soffermavo a leggere un tuo post (un po’ io inghiottito da quella marea da cui tu sei fuggito, un po’ perchè non riuscivo a trovare la solita curiosità nelle tue parole).

    Oggi mi sono fermato, in silenzio. Ricomincio a pensare, dopo un periodo in cui ho quasi -volutamente- smesso di farlo.

    Bellissime le parole e i tuoi ricordi e le parole per chi non c’è più. Per come hai descritto quel comandante. Quel comandante che potrebbe essere uno di noi. Ce ne dimentichiamo sempre. Invece ci sono ondate che si portano via centinaia di migliaia di persone, città intere. Ce ne dimentichiamo.

    E stiamo qui a parlare di cosa dicono i tg, a esprimere giudizi sul nucleare, sui rischi. Io non so. Non riesco a pensare. Sono bloccato, interdetto, confuso. Il nucleare, Yara, i tg, bengasi, la tigre del deserto e i ribelli. Non so davvero. Non sono sicuro che mi interessi quanto tempo dedicano all’una o all’altra notizia. Lascio la tv spenta. Volutamente non guardo i tg, anzi mi arrabbio perchè nei tg ci dicono che hanno creato sezioni speciali per vedere i filmati (non capisco, una volta che so che cosa è successo e cosa sta succedendo che importanza ha rivedere quella marea da diverse angolazioni? mi rende più consapevole?)

    Provo a riprendere il bandolo della matassa e a fare tesoro di una banale esternazione di un amico che ieri, davanti al mio ennesimo giocattolino elettronico, mi ha detto: ‘pensa a quante sono le cose di cui ci circondiamo e a che velocità perdono valore, se ne hanno’.

    Provo a pensare, anche se nella ‘rat race’ quodidiana riusciamo a farci inghiottire da altre piccole cose.

    -ste (che corre)

  30. A titolo informativo: sembra che il pessimismo abbia a che fare col DNA e non ci si può far niente. Se, invece, vogliamo considerare la cosa da un punto di vista più terra terra, il bicchiere ad alcuni sembrerà mezzo pieno e ad altri mezzo vuoto: a seconda della sete che hanno, direi.

  31. Quello che mi sbigottisce è il disastro nucleare.
    E nessuno parla di ridurre il consumo, la spesa energetica ma tutti a rincorrere la continua produzione di energia per sostenere la sempre maggior richiesta…………… Il nucleare, accollarsi dei rischi sproporzionati rispetto al problema. Questo mi impressiona.
    Fossi credente penserei ad una punizione divina per la presunzione, e stupidità, umana.

  32. comunque alla fine la sensazione che rimane e’ lo sbigottimento piu’ totale….
    che sia il terremoto, che sia l’onda anomala, che sia un attentato terroristico (le torri gemelle) , che siano i bombardamenti del dspota libico sulla propria gente…. io provo un profondo senso di smarrimento.
    E torno a chiedermi piu’ insistentemente: in un attimo ti si brucia tutto, sei finito, magari proprio per un “motivo assurdo” , allora vale la pena allora dannarsi mente ed anima in questa vita di affanni e falsi miti ?
    la carriera, i soldi, la competizione, il possesso di beni e l’arrichimento senza fine…
    meglio scalare marcia prima che sia troppo ….tardi.
    scusate il pessimismo.

    • mica sei pessimista quando dici così marco… anzi, hai appena ipotizzato un progetto, un percorso. I pessimisti non ipotizzano nessun percorso… Ciao!

  33. Ascoltata con raccapriccio mentre ero a pranzo, sabato, da un tipo seduto nel tavolo accanto, che parlava con spiccato accento anconetano. “Hanne voluto le centrali nucleari, ‘ste teste de’ cavolo? Ade’ se le tiènene e mòrene!”.

    Ho pensato che non so come sia andata, in Giappone, relativamente alla decisione di dotarsi di centrali nucleari: immagino, comunque, che esistano anche lì i dissenzienti e che, al solito, sarà stata una decisione di pochi che influisce sulla vita di tutti, anche dei dissenzienti che mi piace pensare molto più numerosi dei favorevoli: eppure le spese dei rischi, le pagano indifferentemente tutti. La versione moderna dell’oligarchia, insomma, travestita da democrazia.

  34. non facciamoci fuorviare dai loro visi di cera: sono secoli che si esercitano a non mostrare i loro veri sentimenti, la devastazione che hanno dentro. Molto diversi da noi, uguali a noi nella perdita, nello smarrimento.
    Invece noi siamo qui a misurare, e a decidere a chi elargire un po’ della nostra umana (?) umanità. A tutti, a tutti quanti, nessuno escluso.

  35. Ciao a tutti,
    a me viene in mente un servizio del Tg3 sulla scomparsa di Yara, ad un certo punto la giornalista dice ‘Questo pomeriggio c’è stato un falso allarme ,perchè è stato trovato un corpo di una ragazza, ma dopo i primi accertamenti si è scoperto che non era Yara’
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    Ad majora

    • Beh sì… Anche perché pochi sanno la questione delle onde anomale come sia realmente…

      Fino ai tempi moderni l’uomo ha sempre saputo che esistevano le onde anomale, ma i testimoni erano pochi. Chi la vedeva moriva e non poteva raccontarlo. Gli altri non ne erano certi, senza video, senza immagini dal satellite o dagli aerei. Fino a che la NASA non istituì un sistema di monitoraggio e rilevamento delle onde anomale nel mondo. Un sistema satellitare.

      E sai cosa hanno scoperto? Che le onde anomale sono circa 330 ogni giorno, in tutto il mondo. Parliamo naturalmente di onde di misura variabile e di tre tipologie: per somma di onde, per crollo, per terremoto. Le prime sono molto comuni: un’onda sale in groppa a un’altra e si raddoppia, procedendo insieme. Io ne ho presa una a febbraio di un paio di anni fa. Era marzo, di pomeriggio, poco prima di Santorini. Stavo portando una barca a Tel-Aviv, da Genova. L’abbiamo vista arrivare e abbiamo avuto il tempo di prepararci. Le onde erano di un paio di metri, e quella era di quattro. Non ti dico che sensazione, che casino, che botta. Le altre grazie al cielo non le ho mai viste. Una “da crollo” partì dal Polo per la caduta di una montagna di ghiaccio. Alla partenza era alta quasi cinquecento metri (!) e grazie al cielo la sua rotta era est-sudest nel Pacifico. Si smorzò lungo la via senza grossi drammi. Queste onde scadono velocemente. Quelle da terremoto le conosciamo bene (ormai…).

      Quando ho saputo che ogni settimana va giù una petroliera per un’onda anomala (forse anche con l’aiuto delle assicurazioni…) volevo appendere la patente nautica al chiodo…

  36. ciao simone,
    in questi giorni di estrema tristezza per quello che è successo (e, purtroppo, sta ancora succedendo), in questi giorni in cui come essere umano ho ancora una volta la evidente conferma della nostra grande fragilità su questa terra, ma al tempo stesso anche della estrema arroganza con cui pretendiamo di viverci per sempre nonostante gi abusi e i ritmi insostenibili, in questi giorni in cui mi sembra evidente che l’umanità intera debba darsi una regolata (ed anche velocemente) se non vuole schiantarsi letteralmente contro un muro … il tuo post è un bellissimo modo di ricordare chi non c’è più e mi augurerei che il modo orribile in cui tante persone sono state strappate via fosse almeno utile per aprire una breccia, un barlume di dubbio, nella mente obnubilata di quanti sono nella posizione di dettare le regole del mondo e stanno pretendendo di andare avanti “nello stesso modo di sempre” o di quelli che ancora considerano questo considerano “progresso”…

  37. Cero ci sono tanti posti nel mondo di cui non sappiamo nulla perchè i media non ci riportano dei loro morti e delle loro guerre,ciò non toglie che i morti hanno tutti la stessa dignità,non sono d’accordo con quanto riporti nel tuo articolo riguardo alla thailandia e ad haiti perchè nel momento in cui questi paesi sono stati colpiti si è parlato tanto e si è raccolto anche molto denaro.Che poi questo non sia stato usato correttamente o sprecato le persone comuni che come me hanno fatto la loro offerta e credo siano state tante!non possono certo saperlo con certezza.Trovo sinceramente inutile fare delle “classifiche” delle stragi,l’ultima cosa da fare di fronte a questi cataclismi sono queste sterili polemiche.piuttosto meglio un’offerta a un ente benefico o una preghiera.Saluti.

  38. Molto significativo,a mio avviso,lo scritto in prima pagina de L’ UNITA di oggi, del PROF. RUBBIA:
    Non esiste un nucleare sicuro,esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni 100 anni un incidente nucleare è possibile;
    questo evidentemente aumenta con il numero di centrali.
    C’ è molto da riflettere…

  39. Forse quello che ha generato più sconcerto è il fatto che questo popolo ha fama di essere tecnologicamente il più avanzato, organizzato, grande esperienza nel campo dei terremoti e dei loro effetti. Io stesso subito dopo la prima lunga scossa ero tranquillo, sicuro che non sarebbe capitato nulla di grave. Lo so e l’ho sempre saputo, la natura non può e non deve essere domata, deve solo essere conteplata.

    • sì basta immaginare se una cosa del genere fosse successa qui da noi. La mia casa, ad esempio, che è di pietra… sarebbe stata la prima a venire giù…

  40. Quanto vale la vita di un uomo? Credo ci siano stime basate sul PIL o qualcosa di simile. E’ vero la vita nei paesi poveri conta molto poco e dignità è una parola che secondo me ha perso di senso qui noi. Non è telegenica. Bellissimi i racconti, belle le riflessioni. Ciao, a presto

  41. Se dico Mioko, una Signora, oggi, di una certa età, che sposò appena finita la guerra, un medico imbarcato su una nave della Regio Marina Italiana operante in Giappone … che congedato, dopo la guerra, lavorò ad Imperia come medico dipendente dell’Inail …
    le dice qualcosa o è solo un caso di omonimia (Perotti)?:-)

  42. Bell’articolo, solo non mi trovi d’accordo sull’ultimo capoverso. E’ sempre difficile paragonare catastrofi simili, soprattutto perché la situazione al contorno è tremendamente differente. Quello che ha colpito della “dignità” giapponese non dovrebbe essere messo a confronto ad esempio con Haiti. Le vittime giapponesi ancora non sono state contate e ancora non è finita tra scosse e centrali in spegnimento, gli Haitiani vivevano già in condizioni pessime e si sa che ” più in alto vai, più fai rumore quando cadi”. Inoltre ad Haiti, ad esempio, ci sono state subito scene terribili di sciacallaggio, gente armata di machete, bande armate e chi più ne ha più ne metta,
    ovviamente situazione dovuta come dievo all’estrema indigenza, qui da noi all’Aquila abbiamo assistito alle telefonate ridanciane di qualche “buontempone” corrotto e dopo più di un anno vediamo in che condizioni stiamo, credo sia a tutto questo che ci si riferisce, lo stupore verso una cultura altissima, verso un popolo straordinario, così lontano da noi, in ogni senso. I morti son morti, vero, ma è dei vivi che parliamo e un popolo simile, visto anche io da vicino, nonmi è mai capitato di incontralo.

  43. difficile lasciare un commento.
    so solo che leggendo la prima volta ad un certo punto mi sono venuti i brividi e il silenzio è calato nella mia testa.

  44. credo che la tua attenzione per ciò che NON è detto sia una delle caratteristiche che più mi hanno incuriosito…

    paolo

  45. Grazie per questo pensiero, Simone. Reputo che sia tristemente vero ciò che scrivi, e i ricordi minimi, intimi, personali, come quelli riportati, hanno un valore inestimabile, ben maggiore di quello desumibile da una scaletta del tg.
    Un saluto.

    Roberto

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