A vela da Genova a New York

Quante volte mi hanno offerto un bel lavoro su una barca a vela e io ho dovuto dire di no perché… lavoravo?! Molte… E quante volte un amico che gira il mondo in barca, mi ha detto “Vieni, mi dai una mano a fare Capo Horn, stai a bordo una ventina di giorni…” e io ho declinato per lo stesso motivo? Più d’una (Scusa Luigi…). Beh, stavolta ho detto sì

… e l’ho detto a Giovanni Soldini. Eravamo a cena a Sarzana, dopo la presentazione del mio ultimo romanzo (“Uomini Senza Vento”). Siamo usciti a fumare una sigaretta e lui mi fa: “perché non vieni con me a fare l’Atlantico? Almeno mi dai una mano. Tutti ‘sti scrittori a bordo, mi sa che non sanno tanto andare a vela…”. E io, subito: “Va bene, vengo”. Eccola qui la libertà. La mia, almeno…

Dunque faremo l’Atlantico a vela da Madeira a New York, fuori stagione (quella giusta è novembre-dicembre), fuori rotta (quella giusta è Gran Canaria – Santa Lucia, all’altezza degli Alisei), su una barca splendida (l’Oceanic 71 di Vittorio Malingri, un ketch di 22 metri, foto sopra) e per di più all’interno di un progetto ambizioso: come cambiare il Paese in 7 mesi, in 7 mosse (www.7mosse.it). Se comprate “Sette”, allegato al Corriere di oggi, siamo in copertina. Partenza da Genova per Palma di Maiorca, poi da Palma a Barbate, quindi terza tappa a Madeira e infine New  York, arrivo il 2 giugno. Ogni tappa si daranno il cambio a bordo scrittori, artisti, imprenditori, tutti con la voglia di discutere e ragionare su come dare una scossa a questo nostro Paese.  Subito, adesso, e basta con questo pessimismo e questa continua lamentela. Si può fare. Così almeno assicura Oscar Farinetti, il patron di Eataly, ideatore e sponsor dell’avventura.

Io non so se si può fare. Credo talmente poco al cambiamento collettivo, in questa epoca, che il mio mondo me lo sono cambiato subito, da solo. Però si tratta di navigare, e navigando pensare, e pensando discutere e scrivere. Dunque è perfetto per me. In un certo senso, da scrittore e marinaio, sono la sintesi di questo viaggio, che mi sta addosso come una cerata di sartoria.

Terrò un diario, naturalmente. Scriverò e racconterò. Voglio vedere cosa hanno da dirsi a bordo di una barca a vela uno scrittore anticonsumista appassionato di mare (io) e un mercante utopista appassionato di mare (Farinetti), e da che parte starà un marinaio radicale (Soldini) in certe fasi del discorso. Vedremo, ve lo racconterò. Soprattutto, che navighi, discuta o scriva, starò vivendo come ha senso vivere per me. C’è gente che va in cima alle montagne, altri che passeggiano, altri che partono per lunghi viaggi tra terra, laghi, fiumi. Io per vivere, e per sentirmi vivo, scrivo. E navigo. Nell’ordine.

Cambieremo questo Paese, noi, intellettuali e marinai, nel corso di un viaggio pure lungo, fervido e avventuroso? Mah… Però mi piace che ci sia gente che ancora pensa di poterlo fare, non si limita alla sterile utopia, scrive un progetto, lo mette in atto, si pone degli obiettivi, tenta di raggiungerli. Sa di cervelli in movimento, interruzione del piagnisteo e azione. Io sono e resto uno scettico, lo sapete. Ogni cosa che conta viene da dentro, da ogni singolo individuo che rompe le proprie catene e apre la propria gabbia. Sarò io a introdurre nel documento finale (che consegneremo formalmente all’Ambasciatore italiano a New York, all’arrivo) tutti i riferimenti alle responsabilità individuali, all’anticonsumismo, alla sobrietà, alla libertà, al rifiuto delle responsabilità inutili, all’assunzione di quelle fondamentali. Insomma, ho il sospetto che (come al solito) sarò l’anima anarchica del gruppo .

Intanto mi godo la semplice libertà di quel “sì, vengo” detto a Giovanni la sera a Sarzana, un mese fa. “Posso” dunque “vengo”. Un mese di navigazione senza vedere terra, sarà un mese ben speso nella mia piccola vita, che è già cambiata, prima che il mondo cambi, prima che il mondo vada a carte quarant’otto, dunque ancora in tempo. Il tempo che ho io. Il tempo della mia libertà di uomo. Tutto quello che possiedo.

7 MOSSE – DA GENOVA A NEW YORK  (www.7mosse.it)

Partenza lunedì 25 aprile al porto antico di Genova. Prima dell’imbarco, sul molo tra l’acquario e Eataly, alle ore 14,30, conferenza stampa con la presenza di tutti i partecipanti alla transoceanica.

1a Tappa
Daniel John Winteler – imprenditore
Alessandro Baricco – scrittore
Riccardo Illy – imprenditore

2a Tappa
Antonio Scurati – scrittore
Mario Brunello – musicista
Lella Costa – attrice

3a Tappa
Matteo Marzotto –  imprenditore
Piergiorgio Odifreddi-  matematico
Giorgio Faletti – scrittore

4a Tappa
Simone Perotti – scrittore
Francesco Rubino – illustratore
Maria Pierantoni Giua – cantante

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177 pensieri su “A vela da Genova a New York

  1. Cara SILVER, fai cortesemente un altro esempio, lascia perdere l’ ALTO ADIGE. Prova a chiedere info a Bolzano in italiano: te ne rendi conto con che gente hai a che fare! Si credono furbi nel rispondere in “valligiano stretto”, snobbando il foresto. Non sono casi isolati, la cafonaggine è molto diffusa, e neppure gli AUSTRIACI li considerano.
    Ho esperienza per un periodo di lavoro trascorso da quelle parti.
    SALUTI A TUTTI

  2. Leggo quanto scritto da Luca. Fortunatamente, anche in Italia esistono isole felici: provate ad andare in Alto Adige e ad entrare in un negozio qualsiasi alle sei meno cinque, che sarebbe l’orario di chiusura (e anche questo la dice lunga). Vi guarderanno come se foste dei cafoni e vi diranno con tono gelido che non ammette repliche: “Ci dispiace, stiamo chiudendo” e non c’è santo o emergenza che tenga. Quando andai con amici, meravigliati e quasi scandalizzati esclamarono: “Ma che mortorio! Chiude tutto alle sei!” Spiegai loro che non era così: più semplicemente, c’era ancora il tigido distinguo tra i tempi dell’attività lavorativa e il tempo per se stessi; dissi loro che quelle persone le avrebbero potute immaginare a correre a piedi o in bicicletta in una delle innumerevoli piste ciclabili, o a passeggiare col cane o nei giardini splendidamente curati con i figli o i nipoti o a dedicarsi a se stessi e alla famiglia. La fine della giornata attiva, insomma, non coincideva con la chiusura dei negozi. Per non parlare della gente seduta placidamente all’aperto ad un tavolino nei caffè, chiacchierando con gli amici, leggendo un libro o un giornale, godendosi piacevolmente il tempo e il sole in qualsiasi periodo dell’anno; e non parlo dei turisti, ma di un’attitudine locale, consolidata e profonda, a non andare sempre di fretta e a ritagliarsi spazi di tempo. Questa abitudine è riscontrabile in molti paesi nordici: chissà perché sembrano più vivibili del nostro. E’ una domanda retorica, ovviamente.

  3. In effetti, mi par di capire che non sarà una passeggiata. Anche perché le passeggiate conviene farle sulla terraferma. Esiste una preghiera del marinaio? O un canto pagano (da atea, mi ispira di più) che invochi la benevolenza di Eolo e Nettuno? Potresti postarlo così i tuoi lettori adoranti e volenterosi lo impareranno a memoria e lo declameranno ad alta voce tutte le sere, con lo sguardo alle stelle che tu vedrai molto più brillanti, beato te. Mica per niente, con tutte quelle belle teste imbarcate, per la cultura italiana sarebbe una tragedia se capitasse ciò che hai descritto efficacemente. Puoi eventualmente attribuirmi la responsabilità dell’iniziativa: altrimenti, me lo vedo Odifreddi che ti sputa in un occhio; e siccome è intelligente non lo farebbe mai controvento.

    Amenità a parte, pago pegno e dico il motivo che mi ha indotto a farti quella domanda. Nei giorni scorsi avevo letto questa frase, che mi aveva fatto pensare un po’, e leggendo il tuo post mi era tornata in mente.

    “Coraggio è fare quel che hai paura di fare. Non c’è coraggio, se non sei spaventato.”

    Penso sia vero. Ciao, Perotti.

  4. Il tema del Downshifting in Italia penso sia meno praticabile rispetto ad altri paesi anche e sopratutto x motivi culturali. Non ho detto che non e’ fattibile..

    Il raffronto con i paesi anglosassoni o anche quelli del commolweath come Australia, New Zealand e’ imbarazzante.

    Qui in Italia ci sono molte “strutture piramidali” con conseguente prostituzione intellettuale di chi sta’ sotto.

    Basta pensare al lavoro e come in moltissimi posti e’ vista la figura del capo, visto come il faraone..a cui tutti debbono obbedienza. Questo genera persone schiave, che non dicono mai quello che pensano, che vedono come minaccia qualcuno che porta innovazione.

    Tutto cio’ genera dipendenza, genera l’aver bisogno, per alcuni disperato..e’ qualcosa che dopo si vede nella societa’, nella nostra cultura..che guarda sempre al cielo e mai ad altezza d’uomo..vero Simone?..

    Culturalmente siamo molto indietro rispetto ad altri paesi, l’indipendenza non piace troppo a chi comanda. Provate a mollare voi un lavoro e vedete la reazione di chi comanda…di chi vuol avere sempre l’ultima parola.

    Ho avuto il piacere di lavorare a Londra per 5 anni, di confrontarmi con professionisti di tutto il mondo e li ho trovati dannatamente leggeri, leggeri nel modo di fare, leggeri nelle idee, con una predisposizione a godersi la vita prima di tutto.

    Qui in Italia ci si guarda l’uno con l’altro, CHILD-GAME, se qualcuno ha di piu’ , di meno, gelosie a non finire, ma facendo cosi’non si perde qualcosa?..

    Le persone sono insoddisfatte chiaro, ma perche’ non si danno una mossa e cercano di dare un senso alla loro esistenza invece di lamentarsi?

    • abbastanza d’accordo luca. vale solo dire che spesso siamo noi più leggeri all’estero, e dunque tutto ci sembra più leggero. ma in linea di massima non hai torto.

  5. Perotti, devo chiederti una cosa, ma il motivo per cui te la chiedo te lo dirò dopo che mi avrai risposto, posto che tu mi risponda. La domanda è:

    Perotti, sei spaventato all’idea di questo viaggio? No, ho scritto male. Riprovo.

    Perotti, c’è qualcosa che ti spaventa all’idea di questo viaggio o sei tranquillo, allegro e sereno come il periodo in cui parti, cioè come una Pasqua?

    Sì, adesso va bene. Ciao, Perotti.

    • cara silver. io sono salito su una barca per la prima volta a 16 anni, o 17 non ricordo più. Oggi ne ho 45. Ti puoi immaginare, avendo fatto tutta la scala gradino per gradino per tanti anni quante posso averne viste e quante ne so riguardo al mare. Ne so soprattutto una (che credo ignorino gli altri vip a bordo), e cioé che il mare, se vuole, ti fa scomparire dalla faccia della terra in pochi istanti. E non c’è Perotti o neppure Soldini che tengano. Scompari. Punto. Orazione funebre in assenza di cadavere.

      Non voglio fare certo il drammatico, sono super felice di partire e ho mille motivi di attesa. Certo, comunque, conoscendo un po’ il mare, so che questo viaggio ha due complicazioni: siamo fuori rotta (per fare l’oceano non va bene qualunque rotta, bisogna attraversare all’altezza degli alisei, tra tropico e equatore…) e siamo fuori stagione (la stagione è fine novembre, con arrivo intorno al 20 di dicembre. A maggio prenderemo depressioni e venti contrari, anche intensi potenzialmente). Questo non vuol dire, naturalmente che non sia una traversata meravigliosa, con premesse piene di entusiasmo e meraviglia, ma certo non sarà (come mi ha risposto Giovanni Soldini quando queste due questioni gliele ho fatte presente) “una traversata per fighette”. E a me i vezzeggiativi mi mettono sempre un po’ allerta.

  6. Simone, secondo te è possibile parlare di DS anche nell’ambito della formazione culturale?Non sarebbe meglio evitare di voler essere assolutamente i “primi della classe”, di voler essere i migliori nello studio, magari rinunciando a tantissime cose per passare le sere sui libri fino a notte inoltrata, per far fuori gli altri durante i concorsi..O pensi che il DS riguardi solo la sfera prettamente economica lavorativa?

    • antonio ciao. non sono sicuro di aver capito cosa intendi. Il cambiamento è soprattutto un tema/argomento culturale. Come ho spiegato più volte ognuno opera il cambiamento adatto a sé ma certamente nessuno cambia solo occupandosi di lavoro e soldi. Questi sono la conseguenza di un cambiamento culturale. Oppure spiegati meglio così ti dico cose in più a mio parere. ciao!

  7. Gloria,
    questa poesia è stata la mia musa ispiratrice per la prima parte del mio downshifting.
    Grazie per averla riportata qui, mi sono sentita, per un attimo, a casa!

  8. Mi è ricapitato sotto agli occhi per caso, e ho pensato a questo luogo, per condividerlo.
    “Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia e non cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce. Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti. Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare, chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante. Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sepre che esser vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità”
    Pablo Neruda
    Buon vento, Simone!

  9. Perotti, mi metto le mani nei capelli per le povere donne che hanno a che fare con te, ma non c’entrano le corna, c’entrano le complicazioni da introversione.

    Sai, ti sorprenderà, ma condivido tutti i punti elencati: sono cose che penso da anni, alcune le ho messe in pratica. Oggi, quello che mi infastidisce di più in assoluto è il fatto di essermi sentita un’eccentrica perché le pensavo. Invece, ero solo in anticipo sui tempi.

    Ciao, Perotti, passo e chiudo. Chissà se avrai tempo di vedere un po’ di Madeira: io ricordo tre cose in particolare, la vista mozzafiato dal Pico do Areeiro, nell’attimo in cui la cortina di nuvole che lo circonda abitualmente si è dissolta per un attimo, la bella strada costiera che porta alle piscine naturali di Porto Moniz e le decine di Jacarande viola a Funchal, fiorite proprio nello stesso periodo in cui andrai tu. Ti prego, guardale un attimo anche per me.

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  10. Ahahahah, Perotti, non ci credo, ci avevo preso, sei del Capricorno! Ci avrei messo la mano sul fuoco, mi viene naturale stuzzicarli, è istintivo! Questa poi. Ho il sesto, il settimo e l’ottavo senso.

    Lilly, il Perotti ha un’ironia molto sottile, che sfiora il sarcasmo. Quando se ne è venuto fuori durante il reading con la battuta della morte “vostra”, rivolgendosi a noi del pubblico, ho sbruffato e non credevo alle mie orecchie! Irridere la morte, tradisce un umorismo particolare e dissacrante che a molti non piace affatto.

    Ciao ad entrambi!

  11. Ciao Simone,
    cosa pensi dei miglia di giovani precari che sono scesi in piazza negli ultimi giorni?
    Le loro istanze sembrano nettamente in contrasto con il ds. Chiedono garanzie per il futuro, posto di lavoro magari a tempo indeterminato, poter versare contributi adeguati per una pensione decorosa, insomma, una bella ristrutturazione della prigione nella quale dovranno per forsa di cosa vivere la loro vita.
    E’ quella secondo te la direzione giusta?
    Le loro energie sono incanalate nella direzione sbagliata?
    Fammi sapere,

    un saluto.

    • ciao Paolo. Io credo che se sapessi rispondere a una domanda come la tua sarei Cagliostro, o Nostradamus o qualcuno simile a loro. Io non ho alcuna idea di cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Non faccio previsioni di scenari. Mi limito a dirti cosa penso, che tipo di visione ho. Eccola:
      1) lottare per il lavoro a tempo indeterminato è pura follia, secondo me. Occorre lavorare meno, tutti, in modo flessibile
      2) La pensione non l’avremo, perché il sistema previdenziale è già al collasso e sta per arrivare lo tsunami del cosiddetto demographic risk, ovvero l’onda sproporzionata dei baby boomers, che stanno andando in pensione o stanno per andarci tra una decina di anni. Sono dieci volte le generazioni precedenti e non ci sarà modo di pagar loro la pensione.
      3) Dal sistema occorre uscire, non entrarci, consapevoli che nessuno morirà di fame dalle nostre parti, che le regole applicate fin qui non valgono più, che occorre trovare nuove idee per un futuro ormai diverso da quello adatto alla regole precedenti
      4) occorrerebbe formare la gente alle opportunità della vita senza bisogni, all’uscita dal capitalismo, alla sobrietà e alla mancanza di aspirazioni dentro l’attuale sistema. Conosco decine di cosiddetti precari che poi passano il sabato nei grandi magazzini (molti altri, ovviamente, non lo fanno)
      5) occorre andare a vivere nelle migliaia di posti in questo paese dove la vita, le case, il cibo, costano poco, mentre se tutti vogliono entrare nel sistema finiranno a vivere nelle periferie delle grandi città
      6) autoproduzione energetica, alimentare, di oggetti, offrono possibilità enormi a migliaia di persone, se non a tutti.
      7) se avessi un figlio gli direi di non farsi mai assumere, e di stare tranquillo che tanto di fame non morirà. i soldi che vanno via in contributi diventano denaro sprecato perché non torneranno indietro mai in termini di previdenza.
      8) Non credo nelle manifestazioni, mi piacciono quando raccontano qualcosa che è già avvenuto, non tanto quando chiedono qualcosa che non avverrà mai. Naturalmente molte manifestazioni sono importanti, ad alcune ho anche partecipato.

      Come vedi io sono la paersona meno adatta per parlare di questo argomento. Ho idee radicali sul tema del lavoro, forse troppo (lo so già non ditemelo). Io ho rifiutato e scelto su questa falsariga. Vedremo alla fine se ho avuto torto o ragione.

      Capisco il disagio, sia chiaro. Immagino le tante tantissime persone in difficoltà, spinte da motivazioni e culture che io rifiuto, ma in buona fede, dunque effettivamente bisognose di ascolto e aiuto. Vorrei poter dire a tutti che occorre cambiare, ma so cosa mi risponderebbero, dunque non lo faccio. L’epoca è tragica, perché non spinge a cambiare cultura e pensiero ma costringe a cambiare comportamenti e abitudini.

      Però vedi, va anche considerato che mancano 47.000 addetti in posti di lavoro che nessuno vuole coprtire. 7000 falegnami, 9000 pasticceri, e via così. Come la mettiamo? Sono mestieri ben pagati, molto belli… Una parte di chi manifesta, spero piccola, vuole necessariamente la condizione di vita che ha visto nelle pubblicità: lavoro impiegatizio, sicurezze previdenziali, casetta in città, consumi come quelli attuali. Io sono contrario. Il terziario non ci può assorbire tutti, era una balla. Molti mestieri vanno ripresi. I consumi vanno cambiati. L’anno scorso abbiamo comprato 41 milioni di telefoni cellulari. Qualcuno, parecchi forse, erano anche precari.

      Ora non mi massacrate please. Lo so già cosa pensate…

  12. Prima settimana
    • 16 luglio (imbarco 15 sera) partenza da La Spezia
    Simone, ti aspetto lì ferma sul pontile un paio di giorni… come fanno gli aspiranti discepoli fuori dalla porta del monastero… ma se sopravviverò in porto sotto il sole di luglio mi farai pure salire!
    Ciao!

  13. Ragazzi, evitare ritmi frenetici, godersi la natura e vivere la vita giorno per giorno è un’ aspirazione vecchia come il mondo, soprattutto non l’ ha inventato nessuno questo stile di vita. Ognuno vive la propria esistenza come meglio crede, nei limiti. Ovviamente la libertà finisce nel momento in cui si invade quella altrui e viceversa.
    Per quanto riguarda la ATTRAVERSATA ATLANTICA, e chiaro che è un mix di opportunità, conoscienze, esperienze con personaggi diversi. Ognuno frequenta chi meglio crede e si circonda delle amicizie che si merita. Molto chiaro anche il fatto che, occorrono risorse e sponsor “pesanti” per poter realizzare il tutto.
    Qualcuno ha accennato il sig. GRILLO ed il suo movimento a % stelle. Francamente diffido di un ecologista ex ferrarista, naufragato in sardegna con un barcone a motore, organizzatore di manifestazioni con entrata rigorosamente a pagamento ecc ecc., non a caso è uno dei primi contribuenti in liguria.
    Troppi personaggi si beatificano dimenticando passati spesso discutibili…
    BUONA CONTINUAZIONE A TUTTI
    VALE

  14. Direi che il dibattito sul tuo blog è sempre molto interessante, fa ragionare, mi sembra ci sia spazio x tutte le idee e questo è importante perché arricchisce la mente (curiosità personale, ma puoi anche ometterlo da questo post: in media censuri molti commenti?).
    In fin dei conti, dall’esperienza di vita che ci hai raccontato, tu il “bel mondo” l’hai già frequentato e ne sei uscito a testa alta, forse troppa “finzione”, troppi “abiti stretti”.
    Ci credo quando dici che non ti farai cambiare dal successo, però mi piace molto questo dibattito in cui a volte ti infiammi per portare le tue ragioni….tipo quando ti dicono che fai parte dei VIP, o appena vi è l’accenno a possibili posizioni radical chic….
    Si è proprio percepita la passione nei tuoi occhi mentre rispondevi al post, o almeno io l’ho percepita perché nel mio piccolo è un po’ quello che succede anche a me quando porto le mie ragioni x questo cambiamento, interiore prima di tutto, ma che inevitabilmente sta venendo a galla.
    Del resto il percorso è lungo, a volte il desiderio che tutto avvenga istantaneamente mi manda in tilt il cervello…ma poi fortunatamente i venti che si agitano nel mio animo tornano allo stato di brezze che aiutano a vedere le cose con più serenità.
    Un abbraccio

  15. Perotti, sei presuntuoso? Ma la presunzione non è un difetto, è un pregio, almeno per me; odio i finti modesti, sono semplicemente insopportabili e c’è qualcosa di deprecabile nell’aspettarsi che siano gli altri a dirti quali sono i tuoi punti forti; chi se lo aspetta, è probabile che non ne abbia e si accontenti di complimentini scadenti e opportunisti dal leccapiedi di turno. E adoro quella frase di Goethe che afferma che non c’è peggior invidioso di chi considera gli altri al suo stesso livello. Ben venga la presunzione, dunque. Quanto alla permalosità e alla misoginia, congelo il giudizio temporaneamente e ti tengo d’occhio! Nel frattempo, noto che di donne, sulla barca, ce ne sono pochine: ma è così anche in Parlamento, quindi nessuna meraviglia.

    Ciao, Perotti: salutami Madeira, mi è rimasta nel cuore con tutte quelle fioriture strepitose e lussureggianti; è un luogo che scalda la pelle, le ossa e il cuore. Perotti, per uno che soffre il freddo è il massimo!

  16. questa caro Simone è una bella occasione, di sicura crescita, di sicura condivisione (anche con noi che ti leggeremo).
    Ma leggendo quan e là i vari post, mi preoccupano però un paio di cose: il fatto che tu ti possa “immolare” per noi poveri comuni mortali perchè – cito 1light – “noi gente comune ne abbiamo bisogno”, e quindi andresti ad annusare i milionari e ad ascoltarli… uhm… avrei così tante cose da dire…. in primis direi che spero tu non ti immoli nè per noi nè per nessun altro. Per quanto riguarda esser comuni mortali, bè sarò piccola ma spero non comune, di certo mortale!
    Mi preoccupa il fatto che tu possa perdere di vista il tuo obiettivo primario: l’ho visto già accadere con Baricco, uno dei miei scrittori preferiti che all’esordio era uno di noi, poi forse complici i suoi successi letterari, si è trasformato in una sorta di Dio e credimi sulla parola, l’ultima volta che l’ho visto quasi lo insulto: festivaletteratura di Mantova, arriva – in ritardo di mezz’ora – legge 3 o 4 pagine di non so che e se ne va…. che uomo piccolo!
    Altri piccoli commenti mi verrebbero da fare sulle tue reazioni con Silver Silvan (che aveva fatto una bella battuta e finalmente ogni tanto si ride, e tu giù subito a bacchettare!).
    E insomma Simone, siamo tante teste, tanti mondi, non censurare, usa l’ironia!
    Buona settimana, ovunque tu sia.
    Lilly

    • assolutamente, niente censura! io ho sempre letto tutti con interesse! però io sono il primo a dover essere libero, qui, mica solo gli altri. E rispondo come mi viene, come ho voglia, senza star troppo a fare del politically correct. a volte, chissà, sono troppo diretto. ma bacchettare mai, figurati, un anarchico libertario, solitario e anticonsumista come me non bacchetta nessuno mai per motivi profondi. Però neppure rinuncia a dire la sua quando e come vuole. Ma qui finché ci sono io a fare da moderatore c’è spazio per tutti. garantito. ciao!

  17. Ma bene, oltre che misogino anche permaloso! Perotti, non è la prima volta che ti adombri, quando si parla di questo argomento, capita spesso. Ma che ti frega, mi verrebbe da dire. Ciao, Perotti: non ti adombrare, ché l’abbronzatura ti dona!

    • e chi si adombra silver. se ero uno che correva questo rischio, dopo tutte quelle che leggo… vivrei nel buio, altro che ombra! è che quando un intervento è forte, per ovvie ragioni, riceve una risposta commisurata. L’accusa di misoginia non è proprio una cosa da poco. A me sta a cuore quel che mi viene detto, altrimenti che senso avrebbe comunicare. E quel tipo di punto per me è molto sbagliato. Ho solo risposto convinzione. Cosa che come noterai faccio spesso.
      Non sono né misogino né permaloso. Ho altri difetti (la presunzione, a volte, l’egocentrismo, a volte, l’incapacità a lavorare in team, a volte etc etc). ciao!

  18. Eh, sì, sì, Perotti anticonsumista, il denaro fa schifo, ecc. Però, Perotti, coi Soldini ci vai d’amore e d’accordo!!!

    (Lo capirà che è una battuta? No perché le mie battute non le capisce più nessuno, ultimamente, sigh…)

    • No, che c’entra. Che è una battuta lo capisco. Ma capisco anche che è una battuta un po’ del c***o, detta a me. Però la satira è libera… ciao ciao.

  19. Era successo anche con Mauro Corona: c’era la notizia in giro che avrebbe partecipato all’Isola dei Famosi e allora tutti giù a denigrarlo ché andava a “fare il figo” e perché si era venduto come tutti.
    Nella trasmissione, alla fine, non c’è, però io avevo ed ho la mia opinione: una persona anticonformista, con capacità di pensare, di scrivere (ed avere un affezionato pubblico), di comunicare in varie forme, che sa amare la solitudine, che ha provato sulla propria pelle esperienze importanti, ecco, questa persona secondo me ha il potere ed il dovere, l’onore e l’onere, di essere al centro dell’attenzione.
    Abbiamo tutti una grande sete di esperienza di vita vera, pendiamo dalle labbra di chi sa tagliare la legna o coltivare un cavolo.
    Il potere didattico di uomini come Rigoni Stern, Corona ed ora Perotti, è grande e deve essere usato perché noi gente comune ne abbiamo bisogno.
    E così Simone va ad “immolarsi” per tutti noi, va ad annusare questi milionari per eredità o per capacità, va ad ascoltarli, ad interrogarli e porta di fronte a loro anche il suo mondo e di conseguenza il nostro mondo o quello che vorremmo fosse.
    C’è bisogno di contatto, di comunicazione: la chiusura non aiuta.
    Quando non ce la faccio più e mando tutti a quel paese, non riesco mica a godermi la solitudine perché si è sporcata di risentimento… molto meglio quando invece penso: guardate, capisco la vostra posizione, ma siccome non la penso come voi, io sto di qua perché sono felice così… questa, secondo me, è libertà!
    E poi, Simone, a me basta che torni per il 16 luglio a La Spezia! (ecco tutta la solidarietà dove se ne va a finire…)

    • bello quel concetto della solitudine sporcata dal risentimento. Questo nostro Paese vive di risentimento, costantemente. Io sono diventato libero proprio per andare dovunque, dire qualunque cosa voglia, con chiunque. Semmai sono gli altri che devono chiedersi se giova loro venire in barca con me. Io non mi faccio condizionare. Anche perché io ho avuto esperienza piuttosto ampie di frequentazioni diverse tra loro, alte e basse. A me non fa né freddo né caldo parlare con l’ormeggiatore o con Re Mida. Il primo non trasforma in merda quel che tocca, e il secondo non trasforma tutto in oro. Il film è il solito, lo conosco quanto basta per sapere cosa si rischia e come lo si evita. Credo che a spezia però sia il 18, verifica 1Light

  20. Scusa Simone, forse mi sono spiegato male,era ovvio che con la frase ‘a parte pochi nomi’ intendevo escludere soprattutto te dal ‘gruppetto’ di pseudo-guru chic&snob.
    Anzi, forse proprio tu assieme a Soldini sarete gli unici due veri ed autentici promotori del cambiamento !!
    Perdonate lo sfogo del precedente commento, pero’ alcuni di questi personaggi non ce li vedo proprio come ‘ambasciatori del cambiamento verso il meglio’ , poi se invece dovessi sbagliarmi, meglio cosi.

    • Vedremo Dante. Giovanni è un radicale ammazzasette e mi piace perché vive come dice, è coerente, è vero. Io so chi sono almeno un po’ e so cosa faccio, cerco, dico. gli altri vedremo. Ma sono ottimista. Vi racconterò. ciao!

  21. Ciao Simone, volevo condivdere 2 pensieri dopo avere letto anche Avanti tutta.
    Il primo è che, assieme a mia moglie e alla nostra bambina di 4 giorni, sono in viaggio verso il cambiamento. Abbiamo già venduto la casa a Napoli e siamo in attesa di un trasferimento nelle Marche dove prenderemo un rudere con un pezzo di terra e dove ci metteremo part-time al lavoro.
    Il secondo è che vorrei che avessi un po’ più di fiducia nel MoVimento 5 stelle. Ne faccio parte dalla nascita e l’aspetto fondamentale che credo ci contraddistingua è che noi le cose che vorremmo per il paese le viviamo come cittadini, non ci interessano i voti a prescindere, ma solo se altri cittadini si riconoscono nel nostro progetto e se vogliono costruire assieme a noi un pezzetto di Cambiamento per il paese. Non siamo politici, nè lo diventeremo. La smetto qui perchè i post lunghi stancano…ma sul MoVimento potrei dirti un sacco di cose che credo ti piacerebbero. Grazie e spero che tu venga a presentare il libro anche a Napoli.
    Marco

    • non ho nulla contro il movimento 5 stelle. anzi, molti degli assunti di grillo e del movimento sono simili ai miei, o viceversa. Solo che io non voglio far parte di nessun movimento. osservare, come mi è capitato, che in gran parte sono composti da gente che non fa quel che potrebbe individualmente ma partecipa sostenendo che tutti dovrebbero fare qualcosa, mi dà l’orticaria. non è un giudizio riferito a 5 stelle, è una valutazione fatta in tanti anni di vita (tra cui esperienza di lista civica, elezioni nazionali ed europee come promoter di campagne elettorali, elettore, osservatore, lavoratore, etc). Ma in bocca al lupo e tifo per tutti quelli che si impegnano. Spero soprattutto come individui e poi, semmai, come mebri di movimenti. ciao!

  22. Uhm, mi pareva di averlo gia’ sentito questo Farinetti, e gira e rigira nella mia memoria, chi ti salta fuori ??
    Ma si, e’ proprio lui, l’ex a.d di Unieuro, quelli dell’ “ottimismo e’ il profumo della vita”… gia’ , peccato che pero’ l’ottimismo lo respirino sempre e solo quelli dei piani alti in queste grandi aziende.
    E lo posso ben dire, essendo stato responsabile del reparto informatica di uno dei p.v. di Unieuro dal per circa 3 anni: lavoro tanto, troppo, soddisfazione e rientro economico ‘all’italiana’, ovvero ‘chiacchiere (e fatica!) tante, moneta poca’ !!
    Con, alla fine, un bel periodo di stress, ansia e depressione, dopo aver ricevuto un ‘velato’ invito, da parte del responsabile di negozio (anche questi montati e indottrinati a immagine e somiglianza dei piani alti ovviamente..) a lasciare (ovvero a licenziarmi) perche’, causa appunto i forsennati ritmi di lavoro, ho dovuto assentarmi per malattia un mese o poco piu’ .. morale della favola, a meta’ 2004, a casa, con problemi di salute, e per giunta senza lavoro !!
    Unica nota positiva, fu proprio dopo quella esperienza che mi misi in moto per cambiare , cambiare io e cambiare le priorita’ della mia vita, cercando di affrancarmi dal lavoro dipendente.
    Ecco, questi pseudo-guru, che dopo alcuni anni vanno in giro a predicare il cambiamento agli altri, questi che saltano da questa a quella azienda, da a.d. di X a manager o fondatori di Y, spieghino anche da cosa derivano le loro fortune, e grazie al lavoro di chi, si costruiscono i loro imperi.
    Come diceva qualcuno dei commenti precedenti, a parte pochi nomi, nell’equipaggio elencato vedo parecchi ‘snob’ e ‘chic’ che adesso vogliono predicare il cambiamento, nessuno di questi mi ispira un granche’ di ‘genuinita’ a riguardo, anzi se devo dire la verita’, mi sa proprio di operazione promozionale per questi individui.
    Comunque buon viaggio !!

  23. Oramai fai parte dei VIP, ti invitano in ogni dove, vai in copertina, fai notizia e immagine, ora pure a dare consigli sull’Italia da opinion maker che veleggia.
    Prossimo capo di imputazione sarà: reato di radical chic.
    Divertiti.

    • Angelo tu trovi che io sia un radical chic? spiegami da cosa, per favore. Lo chiedo sinceramente, mi interessa la tua opinione in merito. Pensi che io sia così?

      No, perché io credo proprio di no, invece. Radical chic, secondo il dizionario, è “un’espressione idiomatica, mutuata dall’inglese, per definire gli appartenenti alla ricca borghesia che, al fine di seguire la moda del momento, per esibizionismo o per inconfessati interessi personali, ostentano idee anticonformistiche e tendenze politiche fortemente radicali, generalmente avulse o diametralmente opposte ai valori culturali e sociali del ceto di appartenenza. Nell’immaginario popolare tale gruppo si identifica anche per l’esibizione di cultura “alta”, per la curata trasandatezza nel vestire e, talora, anche per la ricercatezza in ambito gastronomico e turistico. In genere è una forma di ipocrisia socio-economica, dove “si predica bene e si razzola male“.

      Ora io non appartengo alla borghesia ricca né per elezione né per provenienza. La moda del momento non l’ho seguita perché fino a che non ho parlato e scritto io di Downshifting nessuno (o quasi) sapeva cosa fosse. Mi sento un anticonformista, ma direi che lo faccio, non lo dico soltanto. Non credo di esibire cultura alta, bensì la mia, alta o bassa che sia. Quanto alla trasandatezza nel vestire, forse ci siamo sì. Non mi sento, davvero, non credo di essere un ipocrita socio-economico e davvero rifiuto l’idea di essere uno che predica bene e razzola male. Anzi, dire che non predico affatto. Se poi predicare vuol dire scrivere la propria opinione con convinzione… beh, allora…

      Ci tengo, spiegami. Non vorrei essere accomunato a chicchessia, ignoro se il tuo giudizio sia motivato per altri, ma certamente io rifiuto questa definizione.

      Ti ascolto.
      ciao.
      grazie.
      s.

  24. Ciao Simone
    leggendo il sito non mi è chiaro se tu farai tutta la traversata da Genova a New york o solo l’ultima tappa.

  25. Ciao Simone.
    Cambiare il paese? Prova a chiedere al sig. Farinetti se è disposto ad aumenare gli stipendi ai suoi dipendenti o magari rinunciare a parte delle sue ricchezze per darli ai più bisognosi… Cito una battuna “tutti bravi a fare i finocchi col culo degli altri”… cosa voglio dire? L’uomo è avido e ha sete di potere, chi ci arriva lo utilizza per i propri scopi (e l’Italia in questo è campionessa mondiale).
    Il cambiamento non può arrivare da chi sta al vertice ma dal basso con un popolo informato, colto e pronto a riprendersi libertà e democrazia.
    In ogni caso fai un buon viaggio.

    • Davide ciao. Non so… io non credo del tutto quel che dici. Al motto brechtiano “Gratta il ricco e trovi il ladro” io oppongo sempre il mio pragmatico empirismo. A me gli uomini devono piacere quando li vedo, in diretta, che siano ricchi o poveri è questione che riguarda loro stessi, non me. A me interessa vedere che fanno.

      Detto questo, sono del tutto d’accordo con quel che dici circa il cambiamento. Vado ripetendo pubblicamente da un anno e mezzo (ma privatamente da anni) che il cambiamento di una società è solo la conseguenza degli individui che la compongono, non qualcosa che possa essere ideato e guidato dall’alto. Un uomo che cambia cambia il mondo, di questo ne sono, oltre che persuaso, testimone.

      Anche a ciò, tuttavia, occorre fare una postilla: chi ha il microfono in mano, lo deve usare. Chi ha mezzi o visibilità, per merito o ventura, ha una responsabilità maggiore del singolo individuo anonimo. Ha la voce. Ha l’attenzione su di sé. Migliaia di persone, quando non milioni, lo osservano, lo ascoltano, volenti o meno, e sulle sua chance di avere spazio e ascolto lavorano per contribuire (spero) a costruire una propria opinione. E questo è ormai un fatto nella nostra società.
      Se ne deduce che questa responsabilità può essere: inutilizzata, usata male, usata bene.

      In questo caso specifico, a mio modo di vedere, Mr. Farinetti mette idee e denaro a disposizione di una piattaforma di visibilità e comunicazione che cerca (e lo vedremo) di usare bene questo spazio, questa voce, dunque questa responsabilità. Il suo documento su http://www.7mosse.it è duro, ruvido, tranchant, e fa bene al cuore nel tono e in alcune delle idee. Secondo me manca quella dell’autonomia dell’individuo dai bisogni, dunque della lotta di liberazione dagli stereotipi e dal consumismo. Ma è una mia opinione (direi una fissa) che io deduco dalla mia vita e dal mio percorso. Resta però che il documento supera per pragmatismo e chiarezza, per mancanza di indugi e energia tanti documenti che leggo di presunti politici senza midollo, idee e coraggio. Il che me lo rende già simpatico prima di conoscerlo.

      Naturalmente i tuoi stimoli sono corretti nel metodo, tanto quanto i miei. Vedremo nella pratica, dopo sette giorni, diciassette giorni, che non vediamo terra, quando la stanchezza e la nostalgia, le nemiche dei marinai, faranno dire o fare, pensare o elaborare, perfino cucinare… cose che potremo prendere per vere, perché eviscerate dalle sovrastrutture. Farò molte domande, non temere, e il mio occhio sarà attento, al pari delle mie orecchie. Poi, stanne ancor più certo, dirò la mia. Puoi intuire anche come.

      Grazie.
      ciao!

  26. ciao, ti scrissi circa un mese fa chiedendoti di tendere una mano a chi voleva uscire dal sistema, tu mi rispondesti che dovevo tirarmi su da solo…meditando sulle tue parole un primo passo l’ho fatto…da lunedi 4 aprile sono un ex CFO (direttore amministrativo finanziario)di 45 anni declassato a contabile senior con contratto part time….ora finalmente posso dedicarmi a miei sogni!!!!!!! ti seguo sempre con molto interesse, grazie

    • vedi sergio che avevo ragione…? complimenti. Hai fatto quel che ritenevi giusto e adatto a te, immagino. Il passaggio più difficile, cioè da zero a uno. ora il resto segue. in bocca al lupo. ciao!

  27. Beh… direi che pure io avrei fatto saltare la presentazione del libro a Bergamo per un’occasione così!

    Allora, buon vento!!

  28. Ciao Simone, i dubbi di Renato del post precedente sono legittimi, ma il pensiero converge sul tuo “Sì, vengo”, sul “si può fare”, questi piccoli gruppi di parole, nemmeno poi così auliche, che racchiudono il concetto di autonomia, di individuo, di scelta libera.
    Le tue iniziative, la tua esperienza ci stanno dando una speranza, un esempio, con il piacevole sospetto che in tutto ciò che non ci “racconti” (il quotidiano per spiegare il quale tu stesso dici di non avere l’italiano adatto) sia contenuto il vero nocciolo del gusto della libertà.
    Un saluto.

  29. Caro Simone,
    sono contento per te perchè la vivi come un’esperienza entusiasmante di libertà e avventura, devo dire però che diversi fra i partecipanti non sono esattamente l’esempio di “anticonsumismo, sobrietà, libertà, rifiuto delle responsabilità inutili,” a cui fai riferimento. Mi sembrano piuttosto la solita brigata di personaggi “vip” e “chic” di cui è pieno questo paese…
    Non sarà la solita trovata pubblicitaria di qualcuno di questi signori? Sappiamo tutti benissimo che gli unici che possono cambiare il paese sono i cittadini con il loro voto. Non credo che la traversata oceanica di queste “persone per bene” (ma quanti chef ci sono??) possa cambiare qualche cosa.
    Poi l’ambasciatore italiano a NY, lui sa già di cosa avrebbe bisogno questo paese, lui vive in america, non ha le fette di salame sugli occhi come chi ha votato l’attuale classe dirigente italiana.
    Comunque, in bocca al lupo.

    • non c’è dubbio renato. alcuni dei rischi di cui parli sono veri… vedremo. io sono io, e di questo non ho dubbi. il resto vedremo. ciao!

  30. ma è bellissimo!Come ti invidio!In senso buono, mi piacerebbe essere al tuo posto, fai bene!Io spero che qualcosa possa cambiare per questo paese, sono ancora troppo giovane per non crederci più, io la mia parte la faccio e penso che sia importante comunicarlo.

  31. Che magnifica possibilità, in barca con Giovanni Soldini!! Sono un neofita della vela ma deve essere un’emozione, e poi l’atlantico..
    Ne uscirai sicuramente ricco, nel vero senso della parola ovviamente!
    Ciao!

    p.s. oggi c’è il link all’iniziativa 7 mosse x l’italia in prima pagina su corriere.it

  32. Ciao Simone, grazie per la bella serata alla Gabella… mentre ne parlavi sognavo il vento, il mare. il sole, le onde…che meraviglia….si ruscirebbe persino a non pensare alla storia dell’erba cipollina :-)….Buon vento, marinaio. Un abbraccio.
    Luigi

  33. Si può cambiare il mondo Simone, a patto che lo cambino le persone e che prima cambino se stesse.
    Tu lo hai fatto, altri lo stanno facendo in contemporanea e questi movimenti interni ed esterni si allargano a macchia d’olio.
    Creano sintonie generative ed esperienze stra-ordinarie come quella che ti appresti a fare tu, portaci con te, aspettiamo le tue parole!
    Gloria

  34. è strano, quando ho letto il tuo post un brivido ha attraversato il mio corpo.. eppure sei tu a partire..
    Scrivici sempre, scrivi sempre ciò che di bello ti accade, è rigenerante, una bella botta di energia necessaria per poter affrontare una quotidianità spesso difficile (qui al lavoro è sempre peggio, e tu sai di cosa parlo..)
    è esattamente questo tipo di esperienze ovvero la libertà di poterle affrontare a dare la carica a tutti quelli che stanno progettando il Downshifting..

  35. …a Trieste si dice:”no go parole…” non sono stato capace di organizzare un’uscita in tua compagnia per i troppi impegni, lacci e laccioli… Ti dico solo buon vento!!!
    Ti chiedo dal profondo del cuore, di tenere un diario dettagliato e magari di pubblicarlo, in modo da dare anche a noi, per tuo tramite, un pò di quella libertà che tutti noi vorremmo e che per vari motivi non riusciamo a cogliere.
    Grazie.

    • dovremmo essere collegati da bordo. speriamo. se siamo collegati avrete ovviamente le mie impressioni, parole, immagini, sensazioni. niente terraferma per 25 giorni. mica male… vedremo. io sono un uomo del Mediterraneo, amo il nostro mare. La traversata ho avuto mille volte la possibilità di farla, e ho sempre detto no. 20 giorni sempre mure a dritta, sempre al lasco… che palle… e poi dei simboli me ne frego. L’Atlantico, come Colombo… Bah! però qui è diverso, saremo a maggio, fuori stagione, ci prendiamo qualche bastonata di sicuro e vedre l’oceano incazzato deve essere un bel film. E poi andiamo in diagonale, più alti di latitudine… E poi è come giocare a calcetto con Kakà, stare con Giovanni a bordo. E poi c’è Farinetti, questo suo vulcanico modo di affrontare le cose, e poi Moreno Cedroni, un mito della gastronomia, uomo da cucina di mare… e poi incontreremo la corrente del Golfo, che fa cambiare colore al mare, e poi le correnti di Terranova che scendono giù a sud sud-ovest… Insomma, è diverso. Vediamo. Vi riferirò tutto. Se posso…

  36. grande notizia e bella iniziativa.
    Beh , mister Farinetti e’ proprio una bella mente… uno che unisce intelligenza e furbizia…
    Comunque simone e’ significativo anche il fatto che io abbia appreso questa novita’ non direttamente dal tuo sito, non da un giornale, ma da un amico.
    Ha saputo dell’iniziativa e me ne ha informato perche’ la ha collegata a te e alle discussioni fatte insieme sulla tua storia di vita ed i tuoi libri.
    Questo dimostra che non solo sui media , certo anche attraverso quelli, ti stai ritagliando uno spazio, una platea.
    So che non e’ il tuo obiettivo primario, ma per uno scrittore e’ comunque molto importante…. e pensa appena uscira’ il film di A.B.!
    Bravo. Bene.Te lo meriti.
    Mi raccomando “portaci” tutti su quella barca aggiornandoci sul viaggio e le discussioni .
    buona navigazione!
    mf

  37. Quando hai preannunciato avevo intuito 🙂 annusando l’aria avevo scritto :” vengo anch’io!”
    Ti sta scrivendo un assiduo ed affascinato lettore di Moitessier.
    Ed affascinato non tanto dai rischi estremi affrontati dalla precarietà del Marie Therese o altre imbarcazioni, ma dai racconti di meraviglia e libertà che scaturiscono dalla descrizioni di momenti quasi idilliaci, quando Mare e Cielo sono tutto quello che esiste, quando lo scrittore instaura un rapporto di fiducia con gli uccelli marini, quando salva, o mangia, i pesci volanti. Ecco Simone. E’ ufficiale: invidio il tuo prossimo futuro. E’un’invidia buona però, coccolata dalla certezza che simile o diversa è iun’esperienza che è già scritta nel mio destino. Tra una decina di anni, minimo. E’ un target che mi sono imposto. Ora ci sto dando dentro con la teoria (patente oltre) e poi la pratica (tanta navigazione).

    Ti racconto di me per comunicarti al meglio quanto io pensi che questo mese e mezzo che trascorrerai tra acqua e cielo, tra cielo e pensieri, assieme a parole, opinioni e quesiti su temi così importanti, sia assolutamente una meraviglia, sia un’opportunità che solo pochi riescono (e possono) cogliere.
    Considerati una persona privilegiata, per una volta detto non in riferimento ai soldi o a una posizione sociale. Sei una persona privilegiata dinannzi a te stesso e dinnanzi alla Natura. Nel senso più alto del termine.
    Se vi servisse un fotografo… 🙂
    Ciao!

  38. NOTIZIA STRAORDINARIA!
    Sono semplicemente contento di questo futuro evento. Esperienza unica nel suo genere: non capita spesso di un’opportunità simile.
    Con tutta probabilità te lo meriti.
    SINCERI COMPLIMENTI SIMONE
    VALE

  39. Caro Simone,
    da un po’ seguo i tuoi posts e ne apprezzo lo spessore sempre unito ad una grande delicatezza, la complessità di un’analisi in profondo unita alla semplicità di uno sguardo che sa riconoscere l’essenziale. Non scrivo mai nulla, perchè in fondo mi basta ascoltare/leggere.
    Stavolta mi permetto di lasciarti qualche riga solo perchè condivido quanto scrivi, condivido la necessità di riscoprire “cervelli in movimento”. Condivido anche i tuoi dubbi: non credo che nessun gruppo di intellettuali e marinai possa cambiare questo Paese; lo faranno solo le coscienze dei singoli, se e quando smetteranno coi “piagnistei” e cominceranno ad agire.
    Credo però anche nel valore delle vite vissute in coerenza e in profondità. Non cambierete il Paese con questo viaggio, ma potrete sfruttare in maniera positiva la visibilità di cui godete per testimoniare una scelta che in molti condividiamo. E la scelta più grande, quella che ti ha spinto a dire “sì, vengo”, è la scelta più importante, quella della libertà, quella del disporre del proprio tempo e della propria vita in piena coscienza.
    L’augurio allora è di buona navigazione, attraverso l’Atlantico e attraverso i pensieri!

    • Grazie Stefania, molto bello il tuo augurio. E ti ringrazio per aver scritto, almeno una volta, dopo tanto leggere. Invito tutti a farlo. Partecipate, seguite, dite la vostra. E’ bello potersi confrontare. Io sono solo un luogo, uno stimolo, il resto è di tutti. ciao!

  40. Come sono contenta per te Simone. Conosco bene le tue idee, ma secondo me dall’incontro con Farinetti nasceranno delle cose bellissime. Se fattibili o no, staremo a vedere. Io sono stata alla presentazione fatta da lui alla Fondazione Mirafiore di Serralunga d’Alba (Cn). Sebbene mi abbia lasciato qualche perplessità, – come dice lui il dubbio è fondamentale nella vita – sono comunque rimasta entusiasta. Ed entusiasta che ci sia anche tu su quella barca. Buon viaggio, avanti tutta!

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