Capsule…

caffe espressoNote di economia domestica:

In una capsula per la macchina del caffè (quelle che fanno l’espresso tipo bar. La mia è una Gaggia, ma è uguale per tutte) ci sono 7gr di polvere. Il caffè costa cifre assai diverse, secondo qualità e provenienza: da 8 a 24€ al chilo. Diciamo dunque che, per aiutarci nei calcoli, il caffè costi 14€ al chilo. Non è così distante dal vero: un pacchetto da 500gr in effetti lo pago circa 6€, dunque qualcosa in meno della media che abbiamo preso come riferimento.

Dunque: se in una capsula per la macchina del bar ci sono 7gr di caffé vuol dire che con un kg di caffè, dunque con 14€, dovrei avere 142 capsule. Invece, acquistando dal fornitore indicato dalla Gaggia, con 14€ ho appena 56 capsule. Perché?

Immagino che ci siano dei motivi nobilissimi (la plastica delle capsule, il lavoro di incapsulamento, e poi il marketing, la pubblicità…). Tra l’altro devo anche ritenermi fortunato: se avessi la Nespresso pagherei parecchio di più per meno capsule.

Io però sono uno che tende a smontare le cose. Come vedo un oggetto provo ad aprirlo, fin da quando ero piccolo. Allora ho fatto così: ho aperto una capsula, ho buttato via il caffè usato e l’ho riempita con uno da circa 12€/kg. Un buon caffè, tra l’altro, una marca sconosciuta, che compro al discount più vicino. Il risultato è stato ottimo. Io adoro il caffè, e quello che mi sono preparato era molto buono.

Morale: il mio caffè adesso costa 0,08€ a tazzina/capsula. 8 centesimi di euro. Su base annua, calcolando 2 caffé al giorno (ne bevo assai di più ma spesso sono fuori casa: 2 al giorno come media), fa 58€ all’anno. Contro i 182 che spendevo prima. O contro i 292 di chi ha la Nespresso. Ho risparmiato 124€. Svantaggi? Nessuno, a parte i pochi secondi per svuotare la capsula e riempirla ogni volta.

Mi resta una domanda: come mai questo spread (che soddisfazione usare anch’io questa parola, come Mentana!) tra il costo del caffè e quello delle capsule? Per non parlare del bar, dove i miei 0,08€ diventano 1,00€ o anche di più. 0,92€ di differenza su 1,00€ mi sembra un po’ troppo, pure tenendo conto di quella che i markettari chiamano la “coffee experience”, cioè prendere un caffè al bar, che è “tutta un’altra cosa”. Verrebbe la voglia di organizzare lo “Sciopero della Capsula” per far calare i costi (ingiusti) della cara vecchia tazzina di caffè…

Share Button

82 pensieri su “Capsule…

  1. mi sembra un’ idea ottima con un ottimo risultato! ora che sei riuscito a risparmiare puoi spendere qualcosa di più e scegliere il caffè del commercio equo e solidale che è buonissimo e non costa molto più degli altri…ciao!

  2. Lavorare e’ una schiavitu’ e non solo per una questione di tempo, ma anche di mentalita’ che c’è sul lavoro. Non mi piace essere costretto a fare, pensare e dire cose in cui non credo.Su quest’ultimo punto bisogna lavorarci mentre si lavora, per essere meno schiavi di certi meccanismi, mentre riguardo al tempo, l’unico modo per liberarne e’ lavorare meno. Ovviamente ciò riesce molto meglio a chi tiene molto alla propria vita e ha progetti belli in cui mettere tutto se stesso!

  3. Ho avuto per un anno una macchina da caffè espresso economica – poi si é rotta… Allora ho usato il caffè macinato fine per espresso che mi rimaneva nella caffettiera da moka che ho riesumato e solo così mi sono reso conto della sua resa molto maggiore piuttosto che usare del caffè per moka. Oltretutto parlandone mi facevano notare che costa ancora meno usare i chicchi già tostati da macinare man mano, per il fabbisogno settimanale diciamo, e che il risultato é ancora maggiore!

    Però adesso sto prendendo visione di cosa mi occorre comprare per birrificare in casa. Dicono che, se correttamente fatta, la birra autoprodotta sia superiore a quella mediamente commercializzata dalla grande distribuzione. Mesi fa mi hanno regalato un barattolo di malto per birra, la resa sarà di 23 litri di birra circa, é da aggiungere un chilo di zucchero bianco o meglio ancora di zucchero di malto. Grandi costi negli ingredienti in sè non ce ne sono, però la prima volta c’ è da spendere alcune decine di euro per gli accessori necessari. Mi sto informando e guardando in alcuni negozi che cosa sono esattamente; sto scartando l’ idea di comprare un kit per fare la birra già assemblato nella confezione regalo. Piuttosto comprerò gli accessori separatamente, penso che si possano risparmiare un po’ di soldi così, ho già visto che i bidoni (fusti) di plastica alimentare acquistati in quei grandi magazzini che vendono un po’ di tutto per la casa hanno prezzi decisamente abbordabili. E per le bottiglie sono orientato ad acquistarle da mezzo litro, mi sembra una bevuta ragionevole. http://www.youtube.com/watch?v=RROjYrbUu-4

    Fra le cose su cui si può facilmente risparmiare: chi ha mai provato a mettere un po’ di yogurt in un contenitore con del latte ottenendo di trasformarlo in yogurt per la giornata successiva?

  4. Tutto questo consumo di elettricità, nella macchina espresso, non lo vedo: io la accendo quando devo fare il caffè, non la lascio accesa per ore, anche perché il caffè bollente non mi piace e fa venire il cancro alla bocca, bere roba bollente, è una mazzata per le mucose. Qundi la mia sta accesa non più di dieci minuti al giorno. Però al bar rimane sempre accesa e viene buono per quello! Sarà perché al bar ne fanno a iosa, di caffè, e non gli converrebbe accenderla e spegnerla continuamente? Idem dicasi del forno che alcuni tengono acceso non so quanto per portarlo a temperatura: in realtà non ce n’è alcun bisogno con quelli moderni. Però, si sa, lo facevano mamma e nonna e quindi è buono e giusto tenerlo acceso inutilmente per ore: conosco gente che fa ancora il rodaggio alla macchina nel 2011; glielo ha detto il papi a vent’anni, che le macchine hanno bisogno del rodaggio, e quindi è cosa buona e giusta. Tutta gente mentalmente autonoma, insomma. Allegria, è numerosissima! La maggioranza, direi. Purtroppo.

  5. Definizione di vizioso: vizi oso.
    Definizione di ozioso: ozi oso.
    Definizione del Perotti: ozioso e vizioso. Per le singole definizioni si veda sopra.

    @ Valentino Bella anche la tua.

  6. BACCO, TABACCO E VENERE,
    RIDUCONO L’ UOMO IN CENERE.
    Così recita un vecchio proverbio.
    Altri sostengono che di “qualcosa” bisogna pur morire.
    Non esiste verità e certezza in assoluto.

    LA SOBRIETA FA LA DIFFERENZA

    SALUTE E SALUTI A TUTTI NOI
    VALE

  7. io uso le cialde (molto care anche quelle) perchè non mi attira una bevanda che, da bollente, ha attraversato un filtro di plastica. comunque, per altri motivi, sono passata dai 2/3 caffè al giorno a un paio a settimana e, come effetto collaterale, ho risolto anche il caro-prezzo. ma se dovessi ripensarci ho in serbo la cara, vecchia moka, un altrettanto vecchio macinino, e un pacco di caffè in grani.

    vado fuori tema, mi perdonerai: io lavo l’auto molto di rado perchè ho scoperto che l’autolavaggio automatico dove mi servo, consuma ben 170 lt di acqua. una follia pura, aggravata dal fatto che poi non viene recuperata, nè filtrata per un successivo lavaggio. si tratta di un mezzo di trasporto, non di lavare l’insalata, se anche non fosse purissima…
    quindi, andare al lavaggio, mi infastidisce parecchio, per cui quest’estate mi sono armata di tubo, secchio e spugna e di una vecchia pelle di daino e ho fatto da sola. il risultato non è eccellente, ma per aver consumato al massimo 3 secchi d’acqua e non aver sborsato 1€, sono molto soddisfatta lo stesso.
    molte cose si fanno in automatico, per abitudine ma se ci si riflette un momento, è evidente che con molto meno (tempo,denaro) si possono ottenere buoni risultati ugualmente.

    N.B. perchè c’è scritto “commenti 53” ma se ne vedono solo 3?
    per fare la rima…?
    ciao

  8. Finalmente un po’ di ECO-nomia.
    Queste macchine del caffè poi viaggiano almeno a 1000 Watt = un consumo assudo per un caffè, con la moka ci vogliono 3 minuti di gas.
    Io mi sono inventato un sistema per l’acqua, una volta la facevo scorrere un sacco, sprecandola e facedola diventare più fredda e ci metteva più tempo a venir sù il caffè.
    Allora ho escogitato questo trucchetto: dopo il lavaggio dei piatti riepio una bottiglia e la metto da parte. Così all’occorenza l’acqua è a temperatura ambiente e i sali di calcare si depositano sul fondo. Questo velocizza e rende più buono il caffè.
    p.s.: Io non fumo e non ho mai fumato, la sola vista della sigaretta mi RIPUGNA.
    Che enorme investimento smettere di aspirare quella puzza velenosa.

  9. Simone io ho aggirato il problema in un altro modo: su ebay ci sono aziende che vendono le cialde a prezzo di fabbrica, quindi si salta tutta la filiera e…pago 0,19 a caffé, spese di spedizione comprese. Non sarà 0,08 ma per un buon caffé ci si può stare, no? 😉

  10. Mi stupisce che fumi simone, è una forma di schiavitù tremenda, la più alta espessione del consumismo nella società moderna. Pagare per aumentare le proprie possibilità di morire tra atroci dolori. Capisco che tanto prima o poi si muore, ma se posso fare qualcosa per diminuire la possibilità di passare gli utlimi anni attaccato ad un tubo, con i miei cari disperati che assistono alla mia agonia, lo faccio.

    Poi si, possiamo nasconderci dietro le parole “piacere” o “vizio”.

    Ancora più disarmante poi è quando dicono: “eh, ma non ci posso fare niente, mi piace”, che è la perfetta dichiarazione di resa: “Io non sono capace di imporre a me stesso (non ad un altro) a me stesso di smettere di fumare, quindi dichiaro il consumismo e l’ignoranza vicitori assoluti”.

    …e ho fumato per 10 anni e smesso da 15. Quando il mio collega torna dalla pausa sigaretta che sa di fumo, l’odore che ha addosso mi piace, mi piace un casino e mi fa venire voglia di fumare… ma non sono così debole.

    • La Signorina Trinciabue, è un fatto di opinioni. Per me era peggio lavorare, come schiavitù. Portava via tutto il mio tempo. Assai più del tempo che mi ruberà fumare. E infatti ho smesso. Non era più facile di smettere di fumare. Ma non per questo stigmatizzo chi lavora. Ho solo smesso io e sostengo che tutti possano smettere. Poi, sai com’è, ognuno fa la sua scala di valori e la segue. ciao!

  11. Ok Simone, mi sa che ci siamo capiti! 🙂

    Torno al punto centrale del tuo post che credo sia il “sapersi arrangiare”; il mio downshifting è ancora segnato dalla rinuncia al superfluo (lo considero un buon allenamento) e quindi un po’ ti invidio; con il tempo a disposizione che “aumenta”, ci si ingegna e, in qualche modo, anche il superfluo (come le cialde) può essere a disposizione con poco, e così tante altre cose (non tutte per fortuna).

    Sono part-time da alcuni mesi anche grazie a te. Il denaro è l’ultimo dei problemi (anzi il problema non sussiste e neanche prima avevo un reddito importante), non è vero che le bollette portano via lo stipendio (anche se ridotto).
    Il tempo libero non è equivalente a meno denaro, è equivalente a tante altre cose che non riguardano il reddito (lo sai più di me e non smetti di ripeterlo… lo dicevo per gli altri!).

  12. Mi sembrano un’po banaline queste cose, tutto quello che non è materia prima, più è lavorato e “imbellito”, più lo paghi, lo sappiamo tutti. L’insalata già inscatolata in confezioni da single, la frutta a cubetti, il preparato per torte! (ridicolo è farina e lievito mischiati, e costa 4 euro!)

    Perchè non dovrebbe essere così anche per il caffè?

    Al lavoro bevevo 4 caffè al giorno, dalla macchinetta. Ogni caffè costa 35 centesimi. Spendevo quindi 1,40 euro al giorno. In un anno ci sono circa 200 giorni lavorativi utili, quindi spendevo 280 euro all’anno. Un giorno ho regalato la mia chiavetta del caffè ad un collega che l’aveva persa, risultato: superate le prime 2 settimane di tentazioni, ho capito che bere o non bere il caffè non faceva la differenza, non mi dava il piacere che pensavo (che era solo una mia condizione mentale) e sopratutto non mi aiutava a stare più sveglio/attento (tra l’altro lo bevevo senza zucchero per cui non avevo nemmeno la scusa dello zucchero assorbito dal cervello come “energia”).

    Adesso con 280 euro all’anno porto i fiori a mia moglie e faccio qualche regalino a mia figlia, certo non che mi mancassero, e i fiori li compravo anche prima, ma c’è più gusto a comprare qualcosa con dei soldi intelligenetemente risparmiati. Mi fa sentire bene, e questo basta.

  13. Domanda: ma non è più logico e meno complicato riempire di caffè uno stupido filtro, anziché rompere cialde o giocare al piccolo chimico nel tentativo di riempire una minuscola capsula? Perotti, dimmi la verità: quella macchinetta l’hai presa con i punti premio del supermercato. Non riesco a credere che ci sia qualcuno che snobba l’uso delle cialde perché non è “in”: ma vi concedo il beneficio del dubbio. Non c’è limite al peggio. Nel mio caffè, comunque, c’è l’acqua che passa attraverso un tubicino di acciaio e il caffè: le sostanze contenute nella plastica riscaldata non ci sono e ne faccio volentieri a meno. Che siano quelle a renderlo più buono, il caffè? Rimarrò col dubbio. Sono semplice, io.

  14. PS: e nonostante tutto, pur potendo usare il caffe’ macinato , la nostra Gaggia e’ ferma da ormai 2-3 mesi, da quando ho riscoperto che non c’e’ nulla di piu’ bello nella mattina, che sentire il gorgoglio del caffe’ che sale nella caffettiera, ed il suo aroma ‘casalingo’ !! E l’ho pagata pure poco 😉

  15. Se poi vogliamo parlare di ‘costi ingiusti’, altro che costo del caffe’ o della capsula: basta volgersi al campo dell’abbigliamento, della cosiddetta ‘moda’ e li, fiuuuu, li chi piu’ ne ha piu’ ne metta. Vestiti da pochi euro, stracci davvero, che perche’ brandizzati vanno a finire a cifre a 2 zeri…. e la cosa penosa, ma DAVVERO penosa, e’ che c’e’ ci fa la bava… -_- .. ma come per tutte le cose e’ la domanda che crea poi l’offerta, ovvero, finche’ ci sara’ gente disposta a spendere 200 euro per una sciarpettina, come 150 euro per 200-300 capsule di caffe’ , di queste baggianate ne produrranno sempre e comunque…

    • E’ un fatto di gusti. A me piace l’espresso del bar. la Gaggia ce l’ho da dieci anni, che faccio la butto? e poi perché, visto che fa un ottimo caffè a 0,08 euro? Per me perfetto così. Pregi dello smontare (le capsule, come la vita) e del rimontare…

  16. Perdonatemi il commento forse poco ortodosso, ma tutto questo ‘girare’ attorno al discorso ‘capsule mi fa sorgere spontanea una domanda: ma comprare una semplice macchinetta espresso, di quelle da poche decine di euro, che accettano sia le cialde (nel caso in cui qualcuno sia affezionato ad esse..) sia il caffe’ macinato no eh ??
    Voglio dire, se ci si trova in casa una macchinetta per capsule, vuol dire che o ce l’hanno regalata, o ce la siamo comprata… basta semplicemente venderla online o in qualsiasi mercatino, e alla prima offerta nei superstore, prendere magari sempre una Gaggia (la nostra, 59 euro, accetta sia cialde che caffe’ macinato), o altro tipo, senza dover per forza far tutto questo ‘cinema’ dello smontare e riempire una cavolo di capsula..
    e’ solo un’idea eh, nulla in contrario se uno poi si diverte a farlo… 😉

    Buona giornata.

  17. @Simone
    Il discorso sul fumo non è collegato alla morte ed in questo hai ragione, piuttosto parlerei di dipendenza che impedisce di “essere liberi da…” e “essere liberi di…” tanto per citarti.
    Ma d’altra parte se “adori fumare” (tua affermazione) significa che si è ancora nella fase di innamoramento che come sappiamo benda gli occhi alla realtà.
    Essere consapevoli di un problema è il primo step per intraprendere la strada per tentare di risolvere tale problema.
    Eliminare il superfluo va bene ma sapere quello che è in più è talmente soggettivo da creare inutili contrapposizioni.
    Capisco che non è affatto facile ma non è neanche facile quello che hai fatto e che stai facendo nella tua vita.
    Un fraterno saluto. Giancarlo

    • Ah beh, su questo non c’è dubbio Giancarlo… In effetti per quanto difficile smettere, io non sto neppure tentando di farlo, perché mi piace. problema non semplice. smettere di fare qualcosa che ti piace… ci penso.

  18. Ciao Simone,
    come va?
    E’ da un po’ che non scrivo ma ti leggo, vi leggo.
    Rispetto agli altri questo post mi trova un po’ contrariato (e chissenefrega dirai tu…)
    Beh comunque se ti va provo a regalarti un pensiero anche perchè credo sarà fuori dal coro.
    Tieni presente che ne so poco, ma da quel poco che so, spesso il caffè nasconde (neanche troppo) lo sfruttamento di uomini,donne e territori in Paesi che non vediamo: colture intensive, coltivatori mal pagati (direi quasi non pagati). Le multinazionali dell’hard discount ti fanno trovare il caffè a basso costo perchè c’è qualcuno che viene sfruttato all’osso per produrlo (spesso anche le stesse cassiere che lo vendono).
    Questo non vale solo per il caffè, la pratica si estende a tanti generi alimentari. Il latte ad esempio: meno lo paghi più maltrattano e sfruttano le vacche (che i borghesi fine ‘800 hanno deciso di chiamar mucche… ma è un neologismo) una vacca “bio” produce 20L di latte al giorno, quelle industriali anche 4 volte tanto per poi morire in pochi anni senza aver visto UN prato (poi si lamentano delle quote latte!), le uova: meno le paghi, più le galline ovaiole sono tenute in condizioni misere (da “a terra” a “in gabbie” ed altre amenità).
    Non sono vegetariano, non sono animalista ma credo che, anche in downshifting, potremmo spendere un po’ di più per il consumo alimentare, non per ingrassare multinazionali, al limite per aiutare i piccoli produttori (okkio non sono nemmeno un piccolo produttore) oppure il commercio equo. Mannaggia però potrebbe costare un po’ di più!! Vorrà dire che ne berrò di meno 🙂
    Lo faremmo soltanto per “mangiare lento” (tu sei maestro in questo, non lo dimentico), un po’ di meno forse ma sicuramente più sano.
    In ogni caso non è detto che costi di più, nel mio downshifting (anche alimentare) ho scoperto che si risparmia parecchio cercando un po’ in giro cibo di qualità (il latte, ottimo, l’ho trovato 1Euro al litro (in supermercato non l’ho ancora trovato così economico) e vanno TUTTI al produttore)
    Io non dico di diventare estremisti, non è che se mi invitano a bere un caffè al bar non ci vado perchè mi fanno pena i coltivatori, ma nella quotidianità a volte ci provo.
    Buon Vento Simone.
    Sei sempre una buona ispirazione!

    • Uolly hai perfettamente ragione. E condivido quel che scrivi. Infatti io non auspico affatto un abbassamento del costo del caffè. Anzi, quando lo trovo a prezzi per me accessibili compro volentieri il caffè del commercio equo e solidale, anche e soprattutto perché garantisce i produttori circa l’equo compenso. Il problema è che quelle capsule così ingiustamente costose non arricchiscono i produttori, non garantiscono l’equo compenso, ma aumentano il mark up dei venditori. Io il caffè lo pago quanto deve essere pagato, però con 7 gr di caffè riempio la mia capsula senza dare soldi a chi pensa di fregarmi con capsule sovrapprezzo. E’ il mio comportamento che cambia, non il prezzo al kg del caffè. grazie del tuo contributo, che aggiunge un aspetto importante sulla questione del commercio. ciao!

  19. Anche i miei genitori ad un certo punto si sono comprati una Gaggia, bianca, non molto grande; non ricordo se negli anni ’80 o negli anni ’90… In che anno è comparsa? Il caffè si faceva come al bar.. Non ricordo neanche se l’abbiano mai usata, poi è rimasta sulla credenza in cucina ad impolverarsi.
    Sapete che forse è ancora lì!? Domani vado a trovarli e guardo; caspita, ci vado spesso ma non ci faccio più caso!

  20. io non bevo (né caffè né alcool) e non fumo, Bauman un giorno mi ha detto “you will be rich!” 🙂 Però non si diventa ricchi così! Senza dubbio risparmio, buono per il downshifting.

  21. cercando la molla per smettere di fumare un giorno trovo questa citazione in un libro che diceva all’incirca così”facendo una pausa lavorativa per bere un buon caffè e fumare una bella sigaretta mi accorsi che stavo smettendo per un padrone e incominciavo con l’altro” così smisi di fumare.
    e smettendo di fumare o quasi smesso anche di bere caffe .comunque daccordo sul fatto di smontare le cose per vedere cosa c’è dietro/dentro,attezione negli ambienti”in”quello che fai con le cialde è da morti di fame!
    saluti a tutti

    • Morris adoro smontare una cialda e riempirla quando qualcuno “in” mi sta guardando. Lo faccio con una naturalezza che non hai idea… Il loro sguardo mi riempie di emozione… 😉

  22. Mi viene in mente,
    lo spettacolo teatrale
    dell’ amico DIEGO PARASSOLE,
    “I CONSUMISTI MANGIANO I BAMBINI”.
    Non ho sbagliato è consumisti…
    Parla proprio di questo tema.
    Chi vuol vederselo gratis,
    ed è in zona MILANO
    entri nel sito:
    TEATRO DELLA COOPERATIVA
    RIFLESSIONI E RISATE IN ABBONDANZA
    CIAO A TUTTI
    VALE

  23. BELLISSIMA LA STORIA DELLE 2 SPOSINE!

    Leggete questa!
    2 gay vogliono amoreggiare ad alta quota in piena notte.(volo intercontinentale).
    1 all’ altro, vuol dimostrare che tutti riposano, chiedendo alle hostess un caffè.
    Pure le hostess riposano.
    I 2 amoreggiano…
    All’alba, viene servita la colazione;
    a fianco dei due, siede un anziano signore,con un terribile mal di denti.
    La hostess” poteva chiedere un antidolorifico…”
    Risposta:”mi tengo il dolore, qui a fianco il signore ha chiesto un caffè, ed è stato sodomizzato!!!!”

    A proposito: vado a bermi un caffè…
    VALE

  24. Molto carino il post, Simone.
    Mi ricorda molto la questione dell’insalata in busta che si compra al supermercato e che a quei prezzi costa, al chilo, come la carne…
    La furbata sta nel fatto che, tutto sommato, 14 euro per le capsule se li possono permettere quasi tutti e nessuno va a vedere veramente se il prezzo pagato è equo.

    • Infatti Fabio. La lotta al consumismo, o almeno l’uscita individuale da esso, nasce nel momento in cui si smette di acquistare una cosa “solo perché tutto sommato non costa molto e quei soldi li abbiamo”, ma si inizia a ragionare sull’equità del prezzo, la necessarietà degli oggetti e le possibile alternative per avere stessa qualità a minor costo. Uno sforzo minimo ma utile. Soprattutto dal punto di vista del metodo. Quando qualcuno (quotidianamente!) mi scrive “ma come si fa? Io non compro niente e alla fine lo stipendio se n’è andato tutto in bollette” io sorrido. Ormai non rispondo più. Sarebbe lungo, ogni volta, spiegare che i modi per vivere con poco sono tantissimi, e che il lavoro è lungo. Essere liberi passa (anche) da questo. ciao!

  25. Un conto è il vizio, un conto è il piacere (intoccabile quando non è vizio, sennò che vita è?); un conto è la morte (bè, quando sei morto sei morto, che te frega?), un conto è la malattia, ad esempio. Ora, lasciam perdere questa roba qui che tanto non se ne esce con poche righe di un commento sul blog… Spero di riuscire a partecipare all’incontro di Modena così magari invece di farti fumare una sigaretta ci beviamo un buon bicchiere di vino tutti insieme. Mooooolto meglio!

  26. Il discorso sul ‘piacere di fumare’ è complesso, magari un giorno, in giro per mare o per terra ci si incontrerà e se ne parlerà. Preferisco in assoluto il vizio della libertà: non aver bisogno di fumare, di spendere soldi, etc.. Buona scrittura, Simone, in bocca al lupo per tutto

    • Temo di capire quel che intendi Silvia. E temo anche che tu abbia ragione. Il fatto è che questo argomento si collega a molte faccende. Soprattutto a una mia personale permeabilità a tutti i vizi che diano piacere (cioé tutti…). Inoltre io collego la morte a molte cose che non hanno a che vedere col fisico. Ma è un discorso lungo. In ogni caso, sulla questione della libertà, temo tu abbia ragione…

  27. Due sposine in viaggio di nozze, che si sono presentate la sera prima nella hall dell’albergo, si ritrovano sul balcone delle rispettive camere, dopo una notte alquanto movimentata. Una estrae dalla tasca della sua vestaglia un pacchetto di sigarette e, sporgendosi dalla ringhiera che divide i due balconi, ne porge una all’altra chiedendole: “Fuma?” L’altra, sconsolata e con lo sguardo perso nel vuoto, risponde: “No. Ma brucia tanto.”

  28. Bene bene, dal caffè siamo passati alle sigarette: tra un po’ arriva il momento del cicchetto, ne sono certa. Cosa offre il convento?

  29. Oh caro PEROTTI, certo che in occasione di una serata a MILANO, ti eri impegnato nel ridurre il numero di sigarette.
    Chissà se ci sei riuscito?
    Altrettanto vero che un marinaio senza sigaretta, è come BRACCIO DI FERRO senza pipa!
    Fai comunque un regalo al tuoi polmoni e non solo, riducendo la quantità.
    Boicotteresti anche le multinazionali del tabacco e pagheresti meno tasse al fisco.
    Solo se vuoi, naturalmente…
    CIAO MARINARIO
    VALE

  30. la battuta della settimana non la conoscevo e mi ha fatto proprio ridere!!!
    @ Valentino: tu non mi hai dimenticato? …. io forse un pochino si! sorry 🙂

  31. Già che ci sei, Perotti, non vorresti dirci anche di che colore è ‘sta Gaggia? E’ un dettaglio determinante, nella discussione! Fammi indovinare: è bianca! Ah, non voglio fare la solita che cerca il pelo nell’uovo, ma te lo devo dire: il mio caffè era pieno di fondi, e non erano quelli di investimento. E poi avresti potuto offrirci qualche biscottino, che diamine!

    P.S. Io, onde evitare rischi, le capsule non le comprerò mai: ho troppa paura che arrivi San Pietro munito di ascia e mi spacchi il pianoforte, se non gliele dò quando le ha finite. Ma tu, Perotti, il pianoforte non ce l’hai e non corri rischi, stai tranquillo. Però, quella bella barca a vela … (!)

  32. Ciao a tutti, io la penso come diceva il grande Nino Manfredi ‘Il caffè è un piacere, se non è bono che piacere è?’.
    Devo ammettere, anche se la cosa è soggettiva, che il caffè delle capsule è di gran lunga migliore del caffè comune, o meglio direi che è tutta un altra cosa.
    Quindi se Simone riesce ad ottenere la qualità e il giusto piacere dalla pratica del refilling non c’è nulla da obiettare, a maggior ragione se comporta risparmio sia economico che in termini di impatto ambientale. Per conto mio posso dire di aver sperimentato la tecnica del refilling ,ma ,ahimè non me ne vogliate ,trovo che sia un ‘piacere’ ogni tanto bere un buon Nespresso.
    Claudio

  33. Lì per lì, quando l’ho letto mi sembrava non commentabile. Che dire? E’un’indicazione interessante per chi ha la macchina con le cialde. Ma andando solo un po’ oltre per tutti vuol dire, forse,non fermarsi all’apparenza di quello che ci viene proposto/imposto come già pronto, bell’e fatto. Agire: aprire, smontare, scomporre spesso porta alla soluzione, anche su altri piani.
    Riguardo al caffè dipende dal gusto personale, come per tutte le cose.
    Io per esempio ò’espresso lo apprezzo fino alle cinque del pomeriggio perchè ho scoperto che dopo mi genera insonnia a differenza della moka da 3 che mi prendo sana sana dopo cena senza nessun problema. Ma soprattutto per me è fondamentale il latte perchè senza latte non mi piace nemmeno il caffè.
    Al bar prendo il “macchiato in tazza grande” che difficilmente è ben interpretato: se c’è poco latte tanto valeva che fosse in tazza piccola; se ce n’è troppo è un cappuccino e non è che volevo risparmiare…per questo lo prendo raramente al bar.

  34. Mi ricordo che negli anni ’90 i miei genitori avevano una macchina per il caffè Gaggia, io non bevevo ancora il caffè ma loro dicevano che era buono… cmq non andava a capsule, si ricaricava (come quella di Dona suppongo). Poi si è rotta, non l’hanno mai riparata e da allora solo Moka.
    Ma oggi tutte le macchine per il caffè vanno a capsule? Immagino che poi queste siano usa e getta… quindi oltre al costo superiore, abbiamo anche una inutile produzione di rifiuti. E a proposito di questo, che è un problema grosso almeno quanto risparmiare, pongo l’attenzione sugli alimenti confezionati che producono una marea di rifiuti. Un pacchetto di caramelle in cui ogni singola caramella ha la sua mini confezione, i nuovi pacchetti di patatine in cui ci sono 5-6 pacchettini monodose all’interno, il prosciutto con un foglio di plastica che separa ciascuna fetta dall’altra, le brioches ciascuna dentro la propria confezione, e via dicendo… per fare anche solo uno spuntino, insomma, si inquina…

  35. E nessuno parla mai delle sigarette. Un pacchetto costa circa € 4,00. Se uno fuma un pacchetto al giorno, quanto si spende a settimana, a mese… In un anno???? Si sfiorano i millecinquecento euro!!! I vizi però, che fanno malissimo alla salute, non si possono toccare, chissà perchè… Saluti e SALUTE a tutti! Buona giornata, Perotti

    • Silvia, note dolenti per me. Io ne spendo meno perché le compro quando vado all’estero o me le faccio portare. Certo è che il fumo è la mia maggiore voce di budget. Cosa che mi angustia non poco. Devo anche dirti che a me piace molto fumare e che collego la morte a cose diverse da queste. “Niente che venga da fuori ci può intossicare” dice Matteo nel Vangelo. E poi ricordo sempre col sorriso una famosa battuta di Woody Allen “Se smetto di fumare vivrò una settimana in più. E quella settimana certamente pioverà”. Ciao!

  36. Parliamo delle lamette usa e getta o di tutti quei portati dell’era consumistica fatti per essere rapidamente sostituiti, gli acquisti di impulso, i bisogni sostitutivi..

  37. A proposito di caffè!
    LILLY ROMANTICONA, non ti ho dimenticato,
    sono indaffarato,
    ed ho impegni fuori Milano.
    Già settimana prossima,
    sono più libero.
    Nel frattempo, continua a sognare, con i piedi per terra, mi raccomando.
    BUONA GIORNATA
    VALE

  38. Simone, verrebbe da chiederti perche’ la Gaggia te la sia comprata tanto per cominciare… Visto che non consideriamo i relativi costi di ammortamento, senz’altro superiori a quelli di una banale moka o napoletana… 😉

    • Anna, ce l’ho da dieci anni. E poi fa l’espresso, la moka no. Io non ho il bar sotto casa, vivo in un luogo abbastanza isolato.

  39. Non vale, caro Simone… sei troppo moderno per me! Io ho una classica Bialetti per farmi il caffè… Non ti pensavo tipo da capsule…accipicchia!

  40. Ciao Simone,

    perché non provi la macchina da espresso senza capsule? Così eviteresti un costo aggiuntivo e sarebbe pure un risparmio di plastica.

    un abbraccio

  41. Oculatezza Ligure,
    Popolo di marinai che per forza di cose sono molto attenti a ciò che sembrano quisquiglie, ma che in sostanza son “palanche” risparmiate … musica per le orecchie:-) direbbe Paperon dei Paperoni.

  42. Eh verissimo, chissà per quante cose è applicabile:acqua minerale, insalata, ristorante…Gli orpelli costano più del prodotto!
    Un mio amico si è sposato di recente, il pranzo al ristorante gli è costato 200 euro per ogni invitato. Se fossimo andati nello stesso posto per conto nostro lo stesso pranzo lo avremmo pagato 50 euro! Il “pacchetto matrimonio” moltiplica i prezzi, secondo voi è normale? Mah…

    Comunque stavo proprio valutando se comprarmi o no una macchina per il caffè…e mi frenava proprio il fatto che la spesa per tazzina con le capsule sarebbe aumentata! Ora che ho scoperto che si può fare questo giochetto mi sento più sereno eheh.
    Thanks Simone, chissà come mai nessuno ci ha pensato prima! 😉

  43. molto interessante il tuo articolo di economia domestica…direi che collima con il tema di passepartout che ho visto qualche giorno fa (una delle poche trasmissioni che vedo perchè adoro l’arte) e che trattava delle opere artistiche fatte con gli scarti, con gli eccessi, con gli oggetti inutili, con la plastica. io non ho capsule e macchine nuove ma una vecchia bialetti che riempio col cucchiaino. ma il caffè “buono” me lo bevo al bar volando ogni mattina in crisi d’astinenza. per chi vive in barca è tutto un altro affare, suppongo…

  44. Non mi viene da dire niente. Quindi, immagino che siano tutti molto contenti. Così per dispetto mi invento qualcosa e dico che forse il costo del caffè in capsule dipende dall’associazione mentale con la capsula del dentista. Non a caso, a molti il caffè piace … ar dente!

    A me, Perotti, tiepido, corto e senza zucchero, grazie. Carina l’idea di offrirci il caffè, molto gentile da parte tua.

  45. Paghi il lusso: vuoi mettere avere la capsula già pronta e invece aprirla e richiuderla ogni volta!?!?
    Se poi vai al bar, giustamente paghi per il privilegio di bere un caffè ad un bancone sporco e affollato, in mezzo alla confusione delle ore di punta…uno dei piaceri della vita, immagino…

    Forse se compri i chicchi da macinare potresti abbattere ulteriormente i costi; certo, ci vuole tempo, ma è per questo che si fa downshifting, no?

    Ciao!

  46. Ottima osservazione CAPITAN PEROTTI.
    Nel mondo occidentale funziona così.
    Prendiamo esempio del famoso acido acetilsalicidico,confezionato e venduto con il nome commerciale…
    Bene, quanto costa al KG?
    Una cifra incredibilmente spropositata, se qualcuno si vuol impegnare a far conti, ce ne renderemo conto.
    Non a caso dietro vi è una multinazionale, quotata in borsa.
    Occorre SAPER SCEGLIERE e SAPER ACQUISTARE, confrontando il prezzo al chilo od al litro.
    La nonna insegna…
    Se è per me i mercati finiscono KO;
    giusto o sbagliato che sia…

    SALUTI
    VALE

  47. Non amo il caffé (sono napoletana, tu pensa che assurdità :-)) ma a casa, oltre alla classica moka, ho anche la macchina espresso. E’ una DeLonghi che mi hanno regalato qualche Natale fa i miei genitori ma solo perché a colazione mi piace il cappuccino.
    La fortuna di quella vecchia macchina è che non va a capsule ma ricarico io il filtro quando ho bisogno del caffé, come la classica caffettiera.
    Forse più “scomodo” che infilare una capsula e via, ma tempo per riempire il filtro ce l’ho e scelgo io che miscela e quantità di caffé usare.
    Le capsule sono un business: ti vendono l’idea di velocità e facilità di consumo a caro prezzo, togliendoti il piacere di maneggiare quella profumatissima polvere di caffé. 🙂

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.