Lettere dal penitenziario…

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193 pensieri su “Lettere dal penitenziario…

  1. Grazie Fabrizio e Grazie Valentino,
    io provo solo a scrivere di ciò che conosco ma per me non è difficile.
    Io sono sempre stata così, anche prima del DS, penso di averlo nel DNA.
    Neanche da ragazzina ho mai inseguito la maglietta firmata (adoravo buttarmi tra le magliette sui banchi del mercato, mettere le mani in mezzo e frugare alla ricerca di qualcosa di diverso); non ho mai amato lo shopping a tutti i costi o i gadget elettronici (sono bravissima con tutto ciò che è tecnica ma mi applico solo se serve davveero); gli aperitivi e gli happy hour non sono nelle mie corde e le volte che accettavo mi annoiavo del divertimento a tutti i costi; le vacanze per me era poter prendere la bici e andare in spiaggia da sola e presto al mattino; e potrei continuare all’infinito.
    Quindi non ho dovuto rinunciare a niente perché già non facevo determinate cose.
    Una volta una mia cara amica mi ha chiesto di descriverle la mia vita ora, con pochi soldi in tasca (lei è una a cui piace spendere e spandere) e le ho semplicemente descritto la mia giornata.
    Lei ci ha pensato su, mi ha fatto domande e le mie risposte le sembravano arrivare da Marte. Poi, così per concludere, mi ha detto “certo che fai una vita di mer**”.
    Ai suoi occhi, secondo i suoi schemi, il non fare aperitivo/shopping/vacanze esotiche/etc e spendere tutto lo stipendio in futilità è un modo triste di vivere.
    Solo che io, adesso, sto scrivendo dal pc sul balcone di casa… lei si sta lamentando su FB che in ufficio si stressa 🙂
    Però le voglio un mondo di bene uguale!
    Buona giornata

  2. Intendo accontentare MR. DAX.

    Provo seriamente a cercare di farmi comprendere, perchè, io, come altri sembra possedere, occulti patrimoni cifrati presso il PRINCIPATO MONEGASCO, o favole simili.
    TRADUCO IN CIFRE:
    entrate 12.000 euro netti annui
    uscite 10.000 euro
    Spese affitto 375 euro ( casa di cooperativa).
    Il resto viene speso in una vita frugale.
    Collaborazioni saltuarie, senza compensi di danaro, ma di cene, buoni pasto piuttosto di buoni benzina.
    Una curiosità:
    il mio vicino di casa è anziano. 1 volta alla settimana mi offro di portarle la spesa.
    Si sdebita sempre omaggiandomi cibo o bevande e ceniamo in compagnia.
    Ogni volta è “contento di vedermi contento”.
    Posseggo una PUNTO di 10 anni ed una vecchia moto BMW.
    Valore commerciale pari a 0.
    Entrambi “barattate2 in cambio di mano d’ opera e consulenza.
    Spero di essere stato sufficientemente chiaro…
    DS ideale: non lo so…

    Questo è il mio modus vivendi,se ti può essere utile al fine di paragoni, sono felice per te.

    VALE

  3. Grande Dona,
    mi piace cio’ che scrivi, ed il garbo con cui lo fai …

    Un piccolo appunto sul discorso di come e chi possa o non possa scegliere di iniziare a fare DS.
    E’ vero, ci possono essere categorie piu’ ‘avvantaggiate’, come qualcuno scrive, e quella degli operai con famiglia e figli al seguito non e’ certamente fra quelle.
    Ma e’ anche vero che spesso, i piu’ scontenti, quelli che se chi fa DS gioisce in pubblico delle sue scelte, storcono il naso, sono , per lo piu’, persone che non sono soddisfatte di quello che fanno, MA che avrebbero la possibilita’ di cambiar vita ed abitudini e non lo fanno. Non lo fanno perche’ poi dovrebbero rinunciare a cose che per loro sono essenziali, come il vestirsi alla moda, il sabato in centro, il weekend rigorosamente a zonzo a sputtanare soldi, i cellulari da 800 euro, che poi sono da cambiare dopo nemmeno un anno perche’ esce il modello millemila, le rate del SUV che non gli serve ad un emerito ca**o, perche’ vivono in citta’ e non nel deserto o nelle lande desolate, e chi piu’ ne ha piu’ ne metta.
    Ovviamente di questi vincoli ne producono tutti i giorni, altrimenti come farebbero dall’alto ad assicurarsi gli schiavi a basso prezzo .. ? Mentre , di contro, c’e’ gente come Dona, che mi par di capire non navighi nell’oro, che se VUOLE, poi RIESCE, senza rendite milionarie o liquidazioni da urlo. Semplicemente ha fatto la sua scelta.

  4. Mr DAX,
    scusami, per favore,
    ma rileggendoti più attentamente,
    ho un’ altra sensazione:
    nei tuoi scritti oltre che arrabbiature, noto anche un senso di ossessione legata a numeri da far quadrare, piuttosto che di confronti difficilmente paragonabili.

    Credimi, ti sto scrivendo in buona fede,senza vena polemica,
    correggimi se sbaglio,
    se lo ritieni opportuno.

    CORDIALITA
    VALE

  5. Gentile DONA,
    a me fa immenso piacere e mi ricarichi, se mi racconti che sei su uno splendido terazzo, con una leggera brezza a far quel che più ti piace.
    Questione di gusti e non solo.
    Stamane ho notato un signore a bordo di una spyder d’ epoca.
    Oltre che ammirarlo,mi sono permesso di porle i complimenti per il suo mezzo luccicante.
    In quel momento ho condiviso con lui il piacere di un incontro lampo.
    NON CONOSCO INVIDIA.
    Rispetto altri punti di vista;
    ragazzi libertà di espressione, però…
    VALE

  6. @Valentino: certo, è un forum di gente libera, ma credo che occorra provare ad “ascoltare” la sensibilità altrui.
    Quando lavoravo in ufficio e i miei genitori (pensionati, beati loro) mi dicevano che sarebbero andati al mare, a me prendeva male e non glielo nascondevo.
    Perciò, quando io me ne vado in giro, evito di annunciarlo al mondo che, forse in quel momento, è a rosicare sul posto di lavoro.
    E’ vero che siamo liberi, ma il tenere l’informazione per me non intacca minimamente la mia libertà, non rende meno bella la mia giornata. Né, tantomeno, pubblicizzare la mia libertà mi fa sentire migliore rispetto a chi è ancora nel sistema.
    Buona giornata e buon giro in moto!

  7. @Dax:
    mi spiace smentirti ma pago un regolare affitto di euro 320 al mese + utenze varie. Nei mesi buoni metto in tasca 600/700 euro di mance. Faccio spesa al discount o al mercato, comprando solo lo stretto necessario. A volte il mio vicino di casa (che ha l’orto) mi regala qualche pomodoro o insalata. Altre volte prendo gli avanzi del ristorante.
    Ci sono stati giorni che per pranzo mi sono accontentata di una tazza di latte o uno yogurt.
    Però mi sono affrancata da un lavoro di segretaria che mi deprimeva: otto ore al giorno davanti al pc, tutti i giorni uguali, senza avere mai la sensazione di fare qualcosa di utile o divertente. I risultati del mio lavoro erano a beneficio di qualcun altro, di certo non mio. Lo stipendio discreto (1000 euro) di cui 450 in affitto perché vivevo in città.
    Ora vivo in un paese dimenticato da Dio e dagli uomini, in montagna, dove l’inverno nevica e ho imparato a spalare la neve per la gioia della mia sciatica.
    Sai, per cambiare ci vuole coraggio. Cosa può fare l’operaio? Chiedersi cosa vuole dalla vita, a cosa è disposto a rinunciare. Se riesce a trovare un lavoro più consono alla sua indole, spostarsi a vivere in un’area dove si può vivere con meno soldi e meno esigenze, una casa più piccola, etc… se è disposto a rivoluzionare tutti i suoi schemi, anche ad abbandonare abitudine e amicizie.
    Mi spiace per te, ma ero e resto una persona normale, economicamente più povera di prima ma personalmente più soddisfatta.
    Ecco ancora una volta (ci sarà chi è nauseato) il racconto della mia storia 🙂

    • Vedi Dax, Dona è la prova (ma ce ne sono tantissime) che non basta ipotizzare. Le storie sono vere, tangibili, e sono diverse dagli schemi mentali che abbiamo in testa. Anche io per gran parte mangio le cose che la gente lascia in barca. Io dico sempre “prendetevi tutto, è roba buona, l’avete pagata voi!” ma spesso la lasciano a bordo (forse anche per sovvenzionarmi in modo coatto? chissà…) e io me la porto a casa. Insomma, Dona ti ha appena descritto un modo diverso di vivere, in cui il denaro conta assai meno che il resto. certo, è sola, certo non ha figli, ma sai quanto si può fare in quella direzione che lei descrive, e quanti lo fanno, e quanti potrebbero farlo? Con ciò non tolgo che alcune tue perplessità possano certamente esserci, ma ci sono tante soluzioni, tanti metodi, tanti approcci. Il mio vale uno. Ognuno vale uno. E tutti possono funzionare.
      Tu potresti dire: beh certo, così si campa perché ti regalano il cibo, perché c’è gente che ti dà roba dell’orto… Ma non è questa la via della discussione, tu penso che l’abbia capito.
      Un saluto.
      s.

  8. Giovanni, non si tratta di vivere di rendita, benchè molti sedicenti DS fanno proprio questo in realtà.
    Si tratta di capire piuttosto come può un operaio affrancarsi dal lavoro a tempo pieno avendo un affitto/mutuo da pagare e nessuna soluzione abitativa alternativa.
    Bada che NON sto parlando di denaro speso per pagarsi consumi inutili, come tu dici, ma solo di spese “di base”.
    Per esempio, Dona scrive che da quando si diletta a fare la cameriera a ore la vita le sorride, anzi, in questo periodo lavora solo due giorni a settimana se va bene, il resto è pacchia bella, e mentre la gente inchioda assi di legno sui cantieri lei va allegramente ad arrampicare col socio. Quello che Dona non dice è che può permettersi l’arrampicata del martedì soltanto grazie al fatto di non avere un mutuo/affitto da pagare, ma son dettagli, via…

    Molti DS in realtà approfittano bassamente di privilegi e situazioni, confondono il DS con il campare a scrocco, e poi si mettono a pontificare di quanto sono stati bravi, furbi e intelligenti ad uscire dal sistema per godersi la vita alla faccia dei fessi. Solitamente sono gli stessi che poi evitano accuratamente di lasciar trapelare alcunchè sul modo in cui si mantengono, come se fosse un segreto di stato, come se temessero di perdere una qualche esclusiva.

    POCHE persone possono VERAMENTE definirsi “downshifter”; ancora meno quelle che possono dirsi realmente LIBERE dalla schiavitù del sistema.

  9. DONA, a proposito: qui dovrebbe essere un punto di incontro tra GENTE LIBERA, o sbaglio.
    Perchè non dovrei raccontare che domani vado al lago in moto?
    Ognuno poi viva la propria vita al meglio.

    W LA LIBERTA
    VALE

  10. GENTILE VITTORIO,
    apprendo con serenità ciò che scrivi.
    Spiace semplicemente leggere di termini da osteria, osservazioni fuori luogo, domande personali ecc.

    Verissimo lasciar perdere:
    tagliamo corto
    cordialità
    VALE

  11. Simone, senza scomodare i casi-limite: parliamo delle possibilità che si aprono ad un operaio 40 enne, single, senza figli, che prende 800 euro al mese, vive in affitto, lavora dal lunedì al Venerdì, fa la spesa normalmente e ha un’automobile di piccola cilindrata.
    Non è la mia situazione, ma potrebbe.
    Io conosco già la risposta, ma sono aperto a qualunque considerazione.

  12. @Valentino:
    posso permettermi una personale opinione? poi se non ti va puoi sempre mandarmi a stendere 🙂
    Io sono una DS, di quelle senza capitali da parte e che lavora per mantenersi. Ho la fortuna, dopo anni di lavoro di ufficio, di aver trovato che fare la cameriera per poche ore al giorno mi diverte.
    In questo momento, dato il brutto periodo, lavoro una o due sere a settimana (vivo di mance, ti lascio immaginare) e ho tantissimo tempo libero. Stamattina con il mio socio eravamo in montagna ad arrampicare.
    Questa è la mia vita ma non la reputo migliore, né io mi reputo migliore, di coloro che continuano tutti i giorni a fare la solita vita che facevo io prima: sveglia, ufficio, tran tran, routine e insoddisfazione.
    Ho fatto una scelta che è solo mia, vale soltanto per me e non l’ho mai sbandierata né fatta sembrare migliore.
    Però a volte, il nostro “oggi mi godo la giornata” urlato ai quattro venti può sembrare uno sfottò per chi sta alla finestra dell’ufficio e aspetta l’ora di andare a casa.
    Io, personalmente, ho smesso di pubblicizzare la mia libertà agli occhi di chi non vuole o non può far lo stesso. Questione di sensibilità, ma non voglio che si sentano “umiliati” od “offesi” dal mio modo di fare.
    Io so di star meglio di prima, ma non posso giurare di essere migliore di prima. Io vivo meglio di prima, ma la mia vita non è la migliore in assoluto.
    Non prendertela, ma a volte il tuo entusiasmo di ragazzino per questa vita priva di vincoli può sembrare una presa in giro per chi non è ancora riuscito. Forse nasce da qui la stizza di alcuni commenti da parte di “non ancora downshifter” (se il seme è dentro di loro prima o poi troverà il modo di farsi vedere)

    Mi perdoni per questo eccesso di sincerità? 🙂

  13. Eh, no, passi tutto, ma dell’Inter no!!!
    Mah, operai con figli che accumulano denaro e mollano tutto?
    E questo sarebbe il downshifting? Accumulare denaro e mollare tutto?
    Se e’ cosi’ si chiama “vivere di rendita”. Ed ovviamente e’ per pochi,
    pochissimi.
    Credevo si trattasse di come investire su se stessi per rompere la dipendenza dal superfluo che costringe molti
    a lavorare sempre più per pagarsi consumi inutili, in una folle corsa da criceti nella ruota… O almeno questo mi pare di aver capito dai libri di Simone.

    Cambiare lavoro, o meglio cambiare IL lavoro ed il nostro rapporto con il lavoro, non più male necessario per portare a casa il denaro che una vita bulimica ingurgita, ma mezzo per realizzare ciò in cui crediamo davvero nel profondo. Mezzo, ovviamente, retribuito. E non da un partner che resta a correre nella ruota dei criceti!

    Io non sono (ancora? Boh?) un downshifter, ma sto cambiando il mio modo di lavorare: da poche settimane trascorro molto più tempo di prima lavorando da casa anzichè dall’ufficio.
    Vi assicuro che ogni giornata passata in questo modo significa fare a cazzotti con la solitudine, e che questo e’ un fatto davvero difficile da gestire se sei abituato ad avete sempre gente intorno.
    Vi assicuro che dopo due o tre giorni sembra di impazzire e che recuperare l’equilibrio e’ difficile quanto essenziale. Non mi aspettavo qualcosa del genere, pensavo di essere preparato. E, tra l’altro, mi pare di aver letto qualche vecchio post di Simone sul tema.
    Ciò non ha nulla a che vedere col denaro, ma credo sia altrettanto difficile da gestire. Fare i conti con se stessi istante per istante. Pensavo di migliorare la mia qualità della vita, in realtà sono costretto a scavare dentro me per trovare le motivazioni di quello che faccio.

    Che c’entra? C’entra, perchè la solitudine nel lavoro non è parte della nostra esperienza comune, del vissuto operaio, impegatizio, cittadino. Ma se non la sai gestire, a fine mese non porti a casa il denaro per scaldarti. Oppure la legna, che è la stessa cosa (vedi il post di oggi…).

    Chissà se sono riuscito a spiegarmi?

  14. @ Garrincha
    In Piemonte. Forse mi sono sbagliata a parlare di graduatorie, non sono pratica, scusa. Quello che volevo dire è che ora riesce ad avere supplenze annuali (ottobre_giugno), cosa che a Torino non le era mai capitata…

  15. Abbozzala Valentino.
    Abbiamo già perso due settimane per ritrovare un minimo di serenità e riportare la discussione sui temi centrali.
    Non sentirti offeso se Dax la pensa diversamente da molti di noi, me incluso, e soprattutto non prendere ogni cosa come offesa personale a te.
    Non sei così importante.
    Lascia argomentare gli altri come meglio credono e, se non sei d’accordo, ribatti punto per punto, ma lascia perdere le invidie, gli stadi e le lezioni sulle buone maniere.
    Grazie.

  16. Ho una sensazione strana, che io non vivo, ma che leggo nelle parole di altri scriventi.

    INVIDIA ED IGNORANZA

    Inoltre, noto, terminologia da stadio.
    “MOLTI PARACULI”.
    DI CHI?
    Non capisco a cosa servano certe affermazioni, ed a chi possono essere utili.
    Perche inveire contro altri?
    A che finalità?

    Nota la mancanza di serenità interiore, oltre che di buone maniere.

    VALENTINO

  17. Ma naturalmente. Nessuno ti obbliga a dimostrare niente, a me sinceramente poi sai quanto me ne frega… su come e non come funziona per me, lo decido io. Se io decido che per me funziona che per essere convinto di una cosa mi servono le prove, è così e punto, se per te funziona diversamente libero di non fornire l’esempio. Io di esempio di operai con figli che hanno trovato un modo di accumulare soldi e mollare il lavoro, di esempi, non ne ho letti nemmeno uno, nemmeno su Avanti Tutta.

    • Rileggilo meglio. Ad esempio la storia di D., a pagina 115. Fa la segretaria, non l’operaio. Ma la storia è la stessa. E non vale ogni volta complicare l’esempio: operaio, sposato, con figli (quanti, sette?), senza una gamba, dell’inter, cieco… L’escalation per cercare il caso limite non vale… 😉

  18. @Simone: io non discuto le ragioni di nessuno. Avete avuto le vostre possibilità e ve le siete giocate, buon per voi. L’avrei fatto anch’io al vostro posto. Quello che non tollero è l’atteggiamento di sufficienza con il quale i sedicenti downshifter, tra i quali si annidano, è bene dirlo, MOLTI PARACULI, si ergono a giudici della vita altrui, dando per scontato che la prigionia del sistema sia solo una questione di volontà. Tu stesso scrivi: “chi non VUOLE cambiare ha le sue ragioni”…
    Tu sei sicuro che io non VOGLIA cambiare?

    • Non hai risposto alla mia domanda Dax. Se non vuoi, capisco, non ti preoccupare.

      Quanto a ciò che scrivi, credo di capire. Io stesso forse ho stressato un po’ il concetto, anche se sono quasi certo di aver specificato bene la differenza tra una minoranza di persone indigenti e incapaci di reagire (vuoi per mancanza di cultura, di formazione, di occasioni…) e il resto del Paese. Quel che intendo dire Dax è che se tutti quelli che hanno la possibilità di cambiare (attento: non di fare quel che ho fatto io, che è forse un cambiamento troppo radicale, ma di cambiare a modo loro, con sfumature le più diverse), ovvero la grande maggioranza del Paese e del nordovest del pianeta, lo facessero invece di lamentarsi, mentre altri, che appunto non possono, la minoranza, non riuscissero a cambiare e se ne lamentassero… ecco, in questo caso avresti ragione tu a fare dei distinguo. Ma non è così. Davvero credimi, conosco tantissime storie così. Sono quelli che hanno di meno che cambiano con maggior coraggio e determinazione. Forse perché hanno buon gioco nell’abbandonare poco. Chissà.

      Poi, su qualcosa tu e Attilio avete ragione. C’è un po’ di sufficienza in giro. Non qui, mi pare, ma altrove ho notato che si parla di cambiamento senza dire tutto bene, senza fare differenze, senza raccontare tutto come si deve. Ma è normale. Non credi? Il grado di consapevolezza e di sincerità nel racconto di qualcosa di grande come il cambiamento oggi, è vario. Concordo sul fastidio che questo genera. Ma attenzione a non fare di questo il grimaldello per bollare tutti. Ciao.

  19. Per Valentina.
    Posso sapere in quale remota località montana si è posizionata? Giusto per sapere dove sono le graduatorie un pò più libere…
    Grazie

  20. La mia amica mi ha chiesto di raccontare la sua esperienza: le ho detto di farlo lei in prima persona, perché non mi piace raccontare la vita degli altri e le loro confidenze, ma ha insistito “Fallo tu per me, Silvana, racconta com’ero, ti autorizzo a farlo”. Quindi, farò un’eccezione alla mia consuetudine, per una volta. Era una consumista sfrenata, malata di shopping compulsivo, buon tenore di vita, anzi, ottimo: macchina nuova ogni due anni, sempre la prima ad acquistare l’ultimo modello di qualsiasi cosa; era una gazza, fissata con i gioielli, non metteva mai gli stessi abiti per più di una o due stagioni e quando mi vedeva sempre lo stesso cappotto, mi chiamava “Braccino” perché pensava fossi attaccata al denaro; non concepiva che, pur potendomelo permettere, non circolassi firmata da capo a piedi e con un cappotto nuovo ad ogni inverno. In realtà, non me ne fregava niente dei vestiti, molto più semplicemente: avevo provato a spiegarglielo, ma le sembrava impossibile e sopportavo ridacchiando la sua irrisione perché ha svariati pregi, è simpatica, allegra, godereccia, piena di vita e generosa di se stessa. Un bel giorno, un paio d’anni fa, l’impresa familiare nella quale lavorava con fratello, marito e cognata è andata a picco: il fratello, infatti, malato di acquisto compulsivo anche lui, aveva creato una vera e propria voragine, nella quale sono finiti tutti i loro beni e anche quelli dei loro genitori, che hanno inutilmente tentato di aiutarli. Tempo fa mi ha detto che lei ora si rende conto che viveva come in un sogno, in cui spendeva molto più di quanto potesse permettersi: nel frattempo, si è accorta di quali sono le cose che contano davvero; ha scoperto il valore delle amicizie vere, del tempo passato con persone che le vogliono bene; ha rivalutato le figure dei genitori, ha scoperto che il fratello che adorava e aveva messo su un piedistallo non è la persona che credeva. La sua vita è drasticamente cambiata: niente più pranzi e cene fuori, niente vacanze, niente più rinnovi del guardaroba. Sa già che dovranno lasciare le case, tutte ipotecate, strozzati dalle banche. Ieri mi raccontava che in soffitta ha trovato un paio di stivali nuovi, mai messi: ha detto che si è sentita una deficiente; così mi ha chiesto di raccontare la sua storia qui. Ed io, in via del tutto eccezionale, l’ho fatto.

  21. Grande Agosti,
    io l’ho conosciuto,è cosi ..
    è avanti anni luce ,non solo avanti,ma anche di lato,ovvero su un’ altra rotta.
    Ciao a tutti
    Claudio

  22. Caro Dax, io non sono una privilegiata…
    Non faccio parte, di stipendi alti, di casa di proprietà (ma con mutuo, se questo può essere un privilegio allora vabene..), di partner con stipendio fisso (i partenrs, due importanti, uno mi diceva di cambiare lavoro così senza supportarmi e non dico economicamente e l’altro che ero una pazza!) di eredità ecc.ecc.. Sono una privilegiata perchè ho tanta salute e tanta energia e non resto immobile a lamentarmi; l’ho fatto per tanti anni, credimi… Dopodichè è tutto soggettivo, hai ragione, mi piacerebbe raccontarti di più e avere una tua opinione ma non ti conosco e non mi va così pubblicamente e nenche in privato!
    Un saluto e alla prossima!

  23. Sinceramente Simone, una delle migliaia di mail di operai con figli che han cambiato la propria vita mi piacerebbe leggerla, perchè non la posti? Metteresti a tacere subito tutte quelle persone che dicono che il downshifting è da privilegiati.

    • Ciao “La Signorina Trinciabue”. Ne sono apparse tantissime su questo blog. Molte altre le ho pubblicate su Avanti Tutta. Altre ancora, tantissime, sono state pubblicate su facebook. Non credo ce ne sia bisogno sai? Comunque uno di queste decine di migliaia è Paolo Ermani, di Paea. Uno che senza famiglie ricche, senza proprietà, senza nulla che non un po’ di coraggio e tanta voglia di vivere diversamente ha fatto le sue scelte e vive così. No, sai… Non funziona così, con la riprova della riprova della riprova… Non c’è niente da dimostrare qui. Chi non vuole cambiare ha le sue ragioni, e chi le discute. Il problema è che si discutono le mie, e quelle di tante persone. Un po’, sembra, col desiderio di veder crollare tutto e sentirsi meglio. Se l’idea del cambiamento non sta in piedi, tanti tirano un sospiro di sollievo. In ogni caso, ognuno ha il sacrosanto diritto alle sue remore. Di cui deve, naturalmente, assumersi la responsabilità. Sperare, sognare, progettare, mettersi in gioco implica responsabilità. Non farlo anche.

  24. @Dax
    posso portarti un esempio di DS non privilegiato, come dici tu? Una mia amica laureata, dopo anni di dottorato non pagato (durante i quali viveva coi i genitori e si manteneva facendo la baby sitter e la maschera al cinema), ha deciso di provare a insegnare: bene, precariato pure qui, paga infima, supplenze di massimo due settimane…e nel frattempo aveva già trent’anni ed era sempre a casa con i suoi. Cos’ha fatto? Ha mollato la grande città e si è trasferita in un paesino di montagna, di quelli dove pochi vogliono stare e che quindi hanno graduatorie più “libere”. Risultato, continua a essere precaria e a guadagnare poco, ma ora quella cifra le basta per vivere da sola, mantenersi l’auto che le serve per spostarsi fra le varie scuole in cui fa supplenza e togliersi qualche sfizio, tipo vacanze low-cost.
    Ciliegina sulla torta, ha trovato in loco un nutrito gruppo di persone ex-cittadine che, con modalità e scopi diversi, hanno fatto la stessa scelta…e nessuno di loro era un ereditiero o un mega manager…

  25. Chi ha letto il libro di Simone sa bene che dietro il cambiamento radicale c’è un percorso di impegno, riflessione, progettazione e lavoro su se stesso durati una decina d’anni.
    Però è anche vero che cominciano a spuntare come funghi persone che danno a vedere di saperla lunga e di aver capito,loro sì, come cogliere nel downshifting la bellezza della vita …
    Poi ci parli e scopri che il tizio che apre un blog su quanto è bello lasciare il lavoro , risparmiare e cambiare vita si paga pure la pubblicità su google adwors per il proprio blog…
    Quell’altro che ripete che ognuno è artefice del proprio destino e si costruisce la vita che vuole ha una cospicua rendita in banca by paparino…
    Ecco a me la cosa irrità un po’.

  26. Mr. DAX,
    capisco le tue considerazioni, anche se mi spazientisco un poco.
    Non riesco a capire perchè insisti tanto?
    Se riesci a migliorarti, bene, altrimenti accontentati di ciò che riesci a produrre.
    Inoltre,se non te ne accorgi, continui a citare i quattrini.
    Da giovanotto, oltre che fare il LITOGRAFO, a turni di lavoro, per migliorare la mia posizione, aiutavo lo zio, nella sua legatoria.
    Sacrifici ed impegno,portano a risultati.
    Sono dispiaciuto, che titoli
    SLOGAN DA BANCARELLA,( paragone poco chiaro), i commenti miei.
    Accetto comunque la critica, forse aiuta a sfogarti…
    Risulta in discussione, invece la tua signorilità, di dubbio gusto.

    AUGURI PER IL TUO FUTURO
    VALENTINO

    P.S. chi scrive lavora da 35 anni, non è un guaglioncello, di primo pelo.
    Serve solo per farti comprendere meglio…

  27. Ragazzi, ieri sera ho fatto tardi, c’è, però, chi mi ha superato,osservando gli orari degli scritti.
    Romantica la descrizione di SILVANA, con le sue finestre che si aprono in campagna.
    Io mi accontento di guardarmi il PARCO NORD DI MILANO: meglio che niente.

    Oggi giornata paradisiaca: VIVIAMOLA!
    VALE

  28. @Dax:
    forse parti con il piede sbagliato. Il downshiftern non è necessariamente una persona che vive di rendita, ma molto spesso (tipo me, scusa per l’autocitazione) è una persona che ha deciso di lasciare un lavoro che non era nelle sue corde per cercare un modo più simile a sé stesso per vivere. Oppure ha semplicemente trovato il modo di ridurre le ore di lavoro per avere più tempo per le proprie passioni. Oppure (come Simone) ha trasformato la propria passione in lavoro e da lì guadagna quel poco (qui sta la chiave: poco) che è necessario a vivere mese per mese.
    Non racconto la mia storia perché l’ho già fatto troppe volte ed è veramente una storia semplicissima.
    Si lavora quel tanto (anzi pochissimo visto che c’è la crisi) che serve a portare a casa i soldi per pagare affitto e utenze, il resto è tempo libero che dedico alle mie passioni.
    Non sono mosse da supereroi: basta ridurre al minimo le proprie esigenze consumistiche, cambiare le priorità e l’approccio alla vita.
    Arrabbiarsi non serve a niente. Nessuno di noi che ha fatto il “passo” pensa che gli altri siano coglioni. Semplicemente non è ancora tempo per farlo. Si lavora anche per il DS, cominciando a limare i consumi, pianificando il trasferimento in aree più periferiche o isolate dove la vita costa meno.
    Ci sono rinunce da fare (non solo economiche, ricorda questo!) e bisogna valutare bene se i benefici ti basteranno a compensare il resto.
    Buona vita a tutti

  29. Perotti, non voglio fare quella che cerca sempre il pelo nell’uovo, ma non mi tolgo gli anni io, me li vuoi togliere te? Abbi pazienza! Comunque, apprezzo la carineria, grazie. Ah, ho raccontato alla mia amica Roberta dell’organizzazione approssimativa e si è indignata moltissimo: ti porgiamo le scuse a nome della cittadinanza tutta; la prossima volta contatta il C.R.A.P.A.D.E.I, dammi retta.

    Valentino, sagoma fedifraga, sei una lenza e non è la prima volta che te lo dico: sei uno sfacciato e gli sfacciati mi mettono allegria; lo so che le cose non dovrebbero essere date per scontate, ma finisce sempre che lo diventano. Però ho conosciuto un tizio che per 25 anni, ogni mattina, si è messo un mantello azzurro sopra il pigiama per portare il caffè alla moglie a letto, svegliandola con un bacio. Quando, al suo funerale, la figlia lo ha raccontato mi sono commossa come una scema. Il mare l’ho visto dalla mia camera, a casa dei miei, per 26 anni: è stato bello. Ora vedo l’aperta campagna e Lui e Lei le “mie” poiane che mi svolazzano sulla testa. Direi che non mi posso proprio lamentare.

  30. @Simone: definisci “diversi”.
    Vorresti dire che non appartengono a categorie privilegiate?
    Non ci credo.
    A meno che non stiamo parlando di gente che ha deciso di aggregarsi alla comunità degli elfi o di darsi all’eremitaggio. Ma in questo caso sareste tutti “fuori concorso”…

    • Sì, diversi da quelli che descrivevi come privilegiati. Davvero, credimi… Però volevo farti una domanda, quando descrivi quanto sotto, parli di te? Quella che descrivi è la tua condizione di vita? E’ una curiosità, se non è troppo personale dirmelo mi farebbe piacere saperlo. ciao!

  31. Che sagge parole Valentino…

    …e se uno con un reddito medio-basso non si indebita, non mette al mondo figli, non rischia nessuna separazione dunque può riuscire a migliorarsi? Penso alle possibilità che si possano aprire ad una persona che prenda 800 euro mensili di cui 400 regalate in affitto. Che dici, volere è potere?
    Anzi, no…”I PROBLEMI NON ESISTONO”…oppure, senti questa: “NULLA E’ DIFFICILE”, come qualcuno ha scritto…
    e in effetti come dissentire: se alla fine del mese non hai di che pagare affitto e utenze cosa potrà mai succedere?? Nulla di peggio dello sfratto e della messa in mora…e in effetti non c’è niente di difficile, fanno tutto loro, tu devi solo recuperare armi e bagagli e decidere dove andare a vivere; magari dai genitori, se li hai e se hanno spazio, oppure sotto un ponte, o in un dormitorio della caritas…effettivamente non vedo nessuna difficoltà…è solo una questione mentale.

    Dunque, che ne pensi? Uno che riesce a salvare 0 (ZERO) euro a fine mese, e non perchè è uno scialacquone, può impegnarsi e ottenere ciò che desidera? Può farsi il mazzo come hai fatto te e conseguire i suoi tanto amati risultati?

    Rifletti prima di cacciare i tuoi slogan da bancarella.

  32. MR DAX,
    sveglia, hai scoperto l’acqua calda.
    Sommi ragionamenti banali,scorretti e poco logici.
    Sarebbe serio da parte tua, che tagliassi corto nel sentenziare altri.
    Faresti più bella figura…
    Ovviamente comportati come ritieni più opportuno, da parte mia sarai ignorato;
    ed è la conseguenza più logica che posso tirare
    BUONA NOTTE A TUTTI
    VALE

  33. Piera,

    Gli ex manager e gli ereditieri non sono chiaramente gli unici soggetti ad avere la possibilità di fare downshifting; esistono anche altre categorie di persone che possono permetterselo, ma tutte anno in comune una condizione di partenza privilegiata. Non c’è bisogno di fare i conti in tasca a nessuno, neppure a chi si rifiuta di dire come vive, per capirlo, giacchè tutti abbiamo sperimentato più o meno il costo medio della vita, e la matematica non è un’opinione. Forti capacità di risparmio (stipendio superiore alla media, o libera attività), casa di proprietà (possibilmente dei genitori), partner con lavoro fisso, eredità, vincite, risarcimenti milionari sono le uniche condizioni da cui si può partire per giocare all’anticonformista. Il resto è fuffa, si fa per vendere.

  34. “QUANDO LE COSE SONO DIVENTATE SCONTATE; COMINCIA LA NOIA”, scrive SILVANA, in un suo passaggio recente.

    Fermi tutti!!!
    L’ inghippo è qui.
    Nulla dobbiamo dare per scontato.
    Apprezziamo anche un buon caffè fumante, al punto giusto. (a chi gusta caffè, ovvio).
    Sono le piccole/ grandi soddisfazioni che la quotidianità ci offre.
    PROVARE PER CREDERE

    VALE

  35. Perotti, visto che mi hai vista personalmente, ma soprattutto in considerazione di recenti e discutibili dichiarazioni, ti sarei molto grata se volessi avallare la mia dichiarazione. Saresti così gentile da testimoniare pubblicamente che Silver Silvan ha mezzo secolo, i capelli bianchi e (pazzesco) persino le rughe e non somiglia manco un po’ a Terry De Niccolò? Ci terrei davvero molto a potermene vantare in giro, a cominciare dal tuo blog, grazie!

    • Silvana è una splendida donna sui 45, a occhio. Non ha affatto le rughe, ha i capelli bianchi, di quelli che puoi tranquillamente non tingere perché sono belli, degli occhi dolci e languidi e non so se somiglia alla persona citata, che non conosco, ma direi che non somiglia affatto a Silver (eh eh eh…)

  36. Simpatica, come sempre, SILVANA,oggi alle prese con l’umore, non certo aiutato da una giornata ventosa.
    Rinnovo la stima nei tuoi confronti, per la capacità di analisi ed espressione.
    Sono contento che sia passato quel periodo burrascoso fatto di botte e risposte al veleno, ove nessuno ha tratto vantaggi.
    Pazienza, può capitare, impegnamoci però ad evitare situazioni imbarazzanti, al fine
    di evitare screzi inutili.

    Chissà se dalle tue finestre di casa vedi il mare? Se si ti invidio un pò.

    buona serata
    VALE

  37. Complimenti a GIANCARLO, per ciò che ha scritto.

    Volevo tornare a scrivere su progetti di vita e cambiamento.
    Ognuno, oltre che la fortuna, a cui io non credo più di tanto, si costruisce la propria esistenza e raccoglie ciò che semina.
    Se un individuo, ha un reddito medio basso, non fa nulla per migliorare, mette al mondo figli come conigli, si indebita, magari ha la sventura di separarsi, è chiaro che avrà grattacapi da affrontare!
    Nel mio caso, ho cercato di investire tempo e danaro guadagnato nel migliore dei modi ottenendo risultati ottimali,
    frutto di sacrifici ed impegno.
    Mi viene in mente quando qualcuno invidiava la mia auto di rappresentanza.
    Ho sempre risposto: “PROVACI ANCHE TU!”.
    Lavori autonomamente, rischi, guadagni e raccogli frutti.
    FATTI NON PAROLE, recitava una vecchia pubbicità.

    Finisco completando la risposta a Mr DAX.
    Un manager ha contratti annuali e deve portare risultati, spesso non dorme la notte ed il suo lavoro è il prodotto di anni di studi continui e capacità.
    Assolutamente fuori luogo la citazione ad
    EREDITA FORTUNATE.
    Dietro una eredità vi è una persona deceduta.
    Quando la “VITA TI PRESENTERA IL CONTO su questo fronte ti ricorderai di questo scritto.
    Ho evitato di offenderti pubblicamente, evito provocazioni e perdite di tempo,ti invito semplicemente a pensare prima di scrivere.

    Non appartengo, comunque,a nessuna delle due categorie di persone citate nel tuo scritto.

    VALENTINO

  38. @ 1light, cosa ne dico del comandante live? E’ molto meglio di quel che pensavo, ma la mia prima esperienza del passaggio dal virtuale al reale mi ha scioccata a morte e mi devo ancora riprendere: sto ancora elaborando le considerazioni in materia, stupita dalle modalità interattive assolutamente diverse rispetto alla conoscenza delle persone quando avviene in modo tradizionale. Qualche mese fa avevo conosciuto un docente di sociologia che stava facendo una ricerca sull’argomento: comincio a capire ora a cosa si riferiva, con il lungo discorso che mi aveva fatto, a suo tempo mi era sembrato parecchio oscuro. Ciao!

  39. Simone, ti volevo ringraziare comunque per Lerici, anche se l’incontro non c’è stato per il tempo: Sono andata sabato e ho avuto la possibilità di fare un giro con l’autore di “Nero Oceano” un personaggio davvero simpatico e interessante.Ma soprattutto ho incontrato il mondo della “vela solidale” e mi sono sentita “a casa”. Peccato che non ci siamo incontrati!
    Domanda: Il bollino fedeltà dopo tre incontri me lo dai lo stesso?
    @ 1 light
    l’argomento è complesso; ti rispondo per bene stasera perchè ora devo uscire per andare in campagna!
    A proposito di soldi vorrei ricordare che ci sono moltissime attività che non costano niente e che spesso non possiamo svolgere per mancanza di tempo anchge se ci allieterebbero non poco la vita!

  40. Mi son letta i commenti e mi sono andata a guardare le amenità di Oshocco, che definirei delirio, ma de gustibus. Allora, sono antiquata, da questo punto di vista, e dissento da quanto ho letto; quindi esprimo il mio parere per rendere più varia la discussione. Quando ami qualcuno, per la sottoscritta, hai voglia di passarci del tempo, anzi, più tempo possibile: hai voglia di mangiarci, di farci colazione, di dormirci, di farci il bagno, di guardarti un film, di vederlo anche abbioccarsi su un divano, ecc. Sarò troppo romantica? Pazienza. Purtroppo, quando le cose sono diventate scontate, comincia la noia: se uno ci si abbiocca sempre alla stessa ora, sul divano, ti vien voglia di strangolarlo, dopo un po’; quindi, il vivere ognuno per conto suo, sicuramente ravviva l’interesse reciproco, in quanto costituisce un’eccezione alla vita di tutti i giorni. Ma io quella non la chiamo relazione, lo chiamo “pendolarismo affettivo”. E faccio notare che, per avere i propri spazi, non c’è bisogno di mettere chilometri in mezzo: è soprattutto una questione di autonomia mentale, l’uno dall’altro, che ti consente di non essere una coppia in stile Cip e Ciop, ovvero dove c’è uno, sai che c’è anche l’altro. Ciò non toglie che a qualcuno vada più che bene fare pendolarismo affettivo, e chi discute?! Ma va bene per chi si accontenta della superficialità, di una relazione, di profondo ci vedo ben poco. Ragazzi, parliamoci chiaro, la fame è fame, anche quella di relazione: due che digiunano e fanno uno spuntino insieme quando gli sfagiola, li definirei due affamati cronici che mangiano saltuariamente. A meno che non si abbiano molteplici relazioni a destra e a manca, così gli spuntini riempiono la pancia tutti i giorni. Boh. E nell’attaccamento non solo non ci vedo niente di male, ma lo trovo persino ovvio, alla faccia di Oshocco che ha venduto i libri, mentre io no perché ho le teorie di Nonna Papera che le dice gratis. Io se amo una persona le altre non le vedo proprio, cosa vorrà dire? Che sono antiquata, l’ho già detto sopra. Quindi, essendo stata coerente con le premesse, mi compiaccio di me stessa e ricordo che il naufragare delle belle teorie sul libero amore ha prodotto un ammasso di guardoni e un ritorno all’ipocrisia, un dilagante interesse per la pornografia e le pornostar, per il voyeurismo televisivo e per il bunga bunga e non mi sembra una bella cosa. Spiacente, sono antica e me ne vanto: preferisco credere nell’anima gemella che è una e basta piuttosto che nelle anime plurigemellari sparse qua e là a distanza variabile, da riunire in un disegno unitario in perfetto stile Che cosa apparirà? della Settimana Enigmistica; il tutto per costituire una visione unitaria della propria affettività che ti costringe a spezzettarti qua e là per ricomporla. E adesso che mi sono incazzata, a leggere quelle cretinate deliranti, me ne vado. Saluti a chi scrive e chi non scrive peggio per lui.

  41. Riconducendomi a quello che dice Dax:

    Non bisogna dimenticare che c’è la gente che non ha possibilità di cambiare, non la volontà, proprio la possibilità, perchè ha grossi problemi di svariata natura, e parlo delle migliaia di cassaintegrati italiani e di chi fa l’operaio e ha 3 o 4 figli da mantenere. A queste persone, che sono una larghissima fetta della popolazione, va portato rispetto. Nel traffico la mattina non c’è solo la gente che potrebbe cambiare, ma non lo fa perchè troppo dentro il sistema, ci sono anche loro. Quelli che possono andare al mare solo a ferragosto perchè la ditta chiude quelle due settimane all’anno.

    Non credo di sbagliare se dico che molte delle persone che scrivono in questo blog siano dei privilegiati, io compreso. Mi rendo conto che qui si parla come se tutti potessero fare tutto, ma noi (almeno io) non credo proprio che rappresentiamo l’italiano medio.

  42. @Dax:
    Fare il DS non significa non lavorare per campare alle spalle di qualcun altro.
    E’ un progetto di vita che si realizza dopo aver preso piena coscienza delle proprie priorità.
    Come tutti i progetti è previsto un tempo più o meno lungo per i preparativi, le fasi intermedie, le scelte per raggiungere ciò.
    Non deve essere eliminato il lavoro ma eliminata la subalternità che questo provoca.
    Decidere come, quando e quanto lavorare è l’obiettivo da raggiungere.

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