Io sto col Bisagno

alluvione genova 2011

Sono rispettoso delle persone morte, esprimo tutto il mio cordoglio ai loro familiari, e vorrei che non fossero finiti così, come topi in gabbia. Però io sto con il torrente, con il Bisagno. Io sto dalla parte di chi è stato violentato e represso, cancellato, e che si riprende il suo spazio. Quel fiume è il simbolo della natura vituperata di questo Paese, fatto a pezzi per costruire palazzi orrendi, per far correre macchine in eccesso, per gratificare della gente distratta, incurante, che ha dimenticato tutto. Io sto col Bisagno, anche e soprattutto perché quasi tutto il mio sangue è genovese.

Il giorno in cui iniziarono i lavori di copertura di quel torrente mio nonno Pietro Cantarella, genovese e marinaio, tornava a casa con la sua sacca sulla spalla. Era sbarcato da poco, qualche mese tra Mediterraneo e Atlantico, e saliva  da Caricamento ben felice di tornarsene nel suo. Vide il cantiere e chiese in giro: “Ma che fate?”. Mia madre ricorda che entrò a casa col muso lungo: “Questi sono pazzi. Succederà qualcosa di grosso”. Anche mio padre ricorda bene il torrente Bisagno: “Da ragazzo ci passavo accanto, e guardavo giù. E’ in mezzo alla città. Era largo, con gli argini bassi, e sempre pieno di verde. Dentro c’era poca acqua. Poi veniva giù la piena e si portava via tutto fino alla Foce”. Andava così.

Quel torrente stagionale, silente per gran parte del tempo e tumultuoso quando serviva, è stato coperto. Non solo, l’hanno anche riempito di palazzi. Uno di essi prima o poi verrà giù e allora i morti saranno duecentosette, non solo quelli di ieri. Però quello era e resterà sempre un torrente, non un essere cattivo e sadico, che rincorre gli uomini per affogarli. Un torrente. Cioè l’alveo periodico dove le piogge che calano dalle valli alte possono, devono scorrere a mare. La Liguria è fatta così. La Terra è fatta così.

Chi ha coperto di cemento quel rio sapeva bene cosa si rischiava. Non l’ha coperto per uccidere qualcuno o per danneggiare qualcun altro, ma sapeva quel che poteva avvenire. Quando uno “vuole cagionare alla vittima l’evento minore (una lesione o una percossa), ma ottiene, per via di un comportamento colposo, la morte della stessa” si chiama omicidio preterintenzionale. E sul filo di questa ipotesi di reato il GIP deve indagare, tutti gli amministratori del territorio, dal comune alla Provincia, alla Regione, al Governo. Tutti. L’accusa è omicidio e danneggiamento. Come da me, in Val di Vara, come nella Valle del Magra, a Vernazza, qualche giorno fa.

Oggi come ieri, io non sto con gli assassini. Io sto col Bisagno. Voglio fare delle magliette, con questa scritta.

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27 pensieri su “Io sto col Bisagno

  1. BUONGIORNO A TUTTI
    Ho avuto modo di scoprire la bella iniziativa su Facebook per adunare e gestire le operazioni dei volontari.
    Io sono di Roma, qualcuno di voi è a conoscenza di strutture dormitorio per accogliere i volontari? (non parlo solo di Genova, ma anche Spezzino e Lunigiana).
    grazie anticipatamente

  2. …COME IO STO COL VARA E COL MAGRA.
    il letto del Vara è passato dagli 820 metri del 1857 ai 370 del 1954 fino ai 140 attuali: un letto che il fiume si è ripreso. Al Magra è stato imposto un argine di cemento (nel 1959) consentendo così di costruire al riparo, ma sempre ben dentro il letto del fiume che, alla fine, lo ha fatto saltare. Costruzioni abusive e non, e infrastrutturazione selvaggia occupano circa 200 mila ettari l’anno (contro i 30 mila della Germania): in nessun altro paese moderno e sviluppato si usa tanto cemento.

  3. Pingback: Io Sto Con La Natura | Pausa Caffe

  4. Un’ altra considerazione: riguardando vari filmati amatoriali sulle zone disastrate, si notano persone senza un minimo di buon senso
    esposte a rischi smisurati,uno su tutti intento a spostare uno scooter in un metro d’acqua corrente, per cercare di salvare una moto che sarà da rottamare.
    Ma che hanno in testa certa gente!
    Boh, poi li ritrovano cadaveri…
    E chi circola nonostante i divieti in strade trasformate in torrenti?
    Incredibile ma vero.
    Senza parole…

  5. Ciao Simone
    ho letto i tuoi commenti sul Fatto riguardo la manifestazione No-TAV. Beh, alla fine e’ andata come tu auspicavi, ma allora perche’ non ci sei andato ? Ci avevi visto giusto, forse ti sei fatto influenzare da eventi esterni, no ? Potevi portare il tuo contributo, o forse in qualche modo lo hai fatto, confrontandoti per telefono con gli organizzatori.
    Ad ogni modo , oggi , su ‘il sole 24 ore’ c’e’ questo articolo :

    “Andare oltre il Pil e misurare il “Benessere equo e sostenibile”, Cnel e Istat lavorano su 12 indicatori”

    Finalmente qualche istituzione amplia la visione della vita e riesce ad andare oltre il PIL…
    😉

    • Luca, ci sarei anato molto volentieri, solo che la decisione di cambiare la strategia della manifestazione è arrivata all’ultimo momento e io non potevo più fare in tempo. Mi è assai dispiaciuto. Ma andrò alla prossima senza dubbio. ciao!

  6. Ciao Simone,
    mia moglie per lavoro calcola il rischio di alluvioni sotto incarico di comuni e enti locali (non viviamo in italia). Quando ci sono forti esondazioni il suo commento di base e’ sempre lo stesso: “non si puo costruire in quello che di fatto e’ il letto di un fiume, altrimenti e’ solo una questione di tempo: prima o poi ripassera di li una grande quantita d’acqua e addio a tutto quel che ci si e’ costruito”.
    Il fiume ‘e proprio l’ultimo ad avere una colpa.

    Saluti,
    Marco

  7. Abito a Modena, tra i fiumi Secchia e Panaro. Ad ogni autunno si ripetono situazioni di allerta e livelli di guardia.
    Due anni fa la protezione civile aveva richiesto collaborazione anche agli scout e a tanti volontari per monitorare i livelli dei fiumi nei cosiddetti punti a rischio, vicino ai ponti. Una mia amica ricorda l’alluvione degli anni ’70 perchè spesso nel muro di casa sua riaffiora il segno in corrispondenza del livello a cui era arrivata l’acqua.
    Qui il territorio è pianeggiante. Sono state create le casse di espansione. Però anni fa a Modena c’erano i canali. In centro storico i nomi delle strade lo stanno a testimoniare: Canalchiaro, Canalgrande, cavo Cerca…
    I canali sono stati coperti. Adesso ci sono le strade. Si circola. Si corre.
    E domani?
    Basta cemento.
    Basta costruire case nuove.
    Basta costruire strade nuove.
    Ne abbiamo già abbastanza.
    Dedichiamoci a quel che abbiamo, si.
    Un antico detto dei nativi americani dice: “We do not inherit the earth from our ancestors, we borrow it from our children.”
    Cosa è stato restituito ai bambini di Genova? fango e distruzione.
    Provo sgomento e rabbia e tanta tristezza.

  8. Denis mi ha ricordato che non siamo in crisi, per il fatto che i ristoranti sono al completo e gli aerei sono pieni.
    Così ci racconta il PRESIDENTE DEL CONSIGLIO.
    Peccato che i quattrini si misurano in banca e comunque gli indicatori economici son ben altri.
    Ma ce ne rendiamo conto da chi siamo stati rappresentati al G 20 e cosa ha dichiarato ufficialmente?
    Ma che credibilità può avere la nostra nazione?
    Si, è lo stesso che ha provato la tonicità della muscolatura a mr. OBAMA.

    Lavoriamo tutti per un cambiamento al fine
    di un mondo migliore, soprattutto individualmente: io ci sono!
    VALE

  9. @ Fabio, lo so, lo so che il nostro è un provocatore; l’ho sgamato da un pezzo! Però mi duole ricordare al nostro che ormai ha una certa età e che non è il caso di fare lo spiritoso e girare in maglietta a novembre! Anche a me ha fatto impressione vedere quelle immagini incredibili e mi suona stridente la risibile pretesa di attribuire quanto accaduto all’evento straordinario, così straordinario da esser stato previsto con un certo anticipo. Come al solito.

  10. Amici, proviamo ad alzare lo sguardo in proiezione.
    Al di la di dove stare, ovviamente con la natura,come verrà risolto il problema?
    Qui sta il vero inghippo!
    Secondo il meteo già mercoledì tornerà il sole: come finirà? (nel dimenticatoio).
    Si piangeranno morti e si conteranno i danni, mille considerazioni politiche e nulla più…
    Proviamo invece a reagire, imparando a partecipare, votare, manifestare, facendoci sentire!
    Solo così può cambiare qualcosa!
    Almeno proviamoci.
    VALE

  11. è davvero necessario cominciare a ripensare questa logica tutta profitto-guadagno-perdita-affari-denaro-consumo-dunque-sono… bisogna che nel nostro piccolo ognuno di noi lo faccia, anche se costa molto e può mettere a soqquadro un’esistenza… così non si va avanti, occorre tornare a comprendere cosa siano la natura, il prossimo, la libertà (dai consumi eccessivi e insalubri: tra l’altro il nostro favoloso premier ci vede tutti al ristorante ad ingurgitare più che a mangiare).

    • Notizia di qualche minuto fa: aperta inchiesta per omicidio a genova. Mi pare che ci abbiano ascoltati… o per lo meno eravamo in sintonia. Bene, qualcosa almeno…

  12. anch’io. sto con la natura: con i fiumi e i torrenti, l’acqua e la neve, le colline e i monti. dovremmo recuperare un minimo di quella che era la cultura degli indiani d’america per cui spostare un sasso era un atto contro-natura. essere più umili. tenere la testa bassa e lavorare, come gli antenati, a “regolare” non “dominare” le furie di Madre Natura

  13. Caro Simone,
    tuo nonno era un tipo vigile, ragionava con la sua testa in modo autonomo e non avrebbe mai accettato di vivere dove il torrente Bisagno lo avrebbe potuto ghermire. E dava dei pazzi a coloro che non ci pensavano. Non per niente era tuo nonno. Voglio dire, ancora una volta la differenza la fa l’individuo. Non demandiamo ai piani regolatori il sapere del “fare città”. Determiniamone o almeno influenziamone l’evoluzione con le scelte individuali. Non è facile, ma ciascuno apra gli occhi, rifiuti le case in zone manifestamente esposte a questi rischi. E per definire il termine “manifestamente” basta che ognuno consulti il proprio nonno…..

  14. concordo con te, alla fine, sento qui al bar dove sono, vicono a finale ligure, che è colpa dei verdi, la liguria è in ginocchio per loro. pensa un po’,per colpa loro non si fanno più manutenzioni al territorio.
    ma lo sanno che servono le maggioranze in parlamento per fare i regolamenti? e che i verdi se le sognano le maggiornaze!! continuare per la nostra strada è la salvezza dell’umanità, ne sono convinto giorno dopo giorno.
    ciao Pietro

  15. Silver, quella di Simone è una provocazione, vera e ben argomentata!
    E, come tutte le provocazioni, è coraggiosa. “Io sto col Bisagno” suona apparentemente come “Io sto con quello che voi tutti ritenete il vostro killer” e allora uno si sente provocato e offeso ed è indotto a chiederti “ma perchè mai dovresti stare dalla parte del mio assassino?”. E a quel punto una persona, essendo indotta a domandarsi cosa che non si domanderebbe MAI (colpevolmente, perchè dorme), si dà anche una risposta o perlomeno comincia veramente a capire…

    Ho visto le foto su Repubblica, sono scioccato. Ho provato a immaginare le stesse scene qui a Torino, scene che non ho mai visto (nel ’94 ero un ragazzino e comunque non credo proprio si sia arrivati a tanto). Mi fa impressione vedere i mucchi di auto una sopra l’altra, le lamiere accartocciate, la forza dirompente dell’acqua… (e ammetto che mi fa anche un po’ piacere vedere tutte quelle auto sparire dalle strade…)

  16. Qui bastano due giorni di pioggia per bloccare la circolazione a causa della chiusura dei ponti. Si continua a costruire case, tangenziali, parcheggi sotterranei. Tanti i cantieri in corso in Emilia, la regione rossa divenuta grigia come il cemento. I nostri assessori girano per la città con il SUV. Devi sapere che qui da noi è pieno di mandrie di buoi che ti attraversano la strada all’improvviso. Più ci penso, più divento triste. L’unica via possibile che riesco a vedere è il progetto di una vita più onesta, più sobria e più autentica. Io ci provo.

    Ciao Simone

  17. Discorsi triti e ritriti.
    Mi viene in mente CHIAVARI, attraversata dal torrente rupinaro.
    Questo corso d’ acqua è stato letteralmente strangolato dal cemento.
    Follia allo stato puro.
    Oltre che la serietà delle persone che hanno responsabilità, è venuto a mancare la dignità.
    C’ è anche da ricordare che l’italiano medio
    si ritiene furbo e speculatore.
    Esistono situazioni paradossali, anche grazie ai condoni, ove “sistemi tutto”
    con 4 soldi.
    Il resto è sotto i nostri occhi…

    BUON FINE SETTIMANA
    VALE

  18. E’ bellissimo e condivisibile quello che hai scritto, Simone: e capisco che parli con cognizione di causa. Ma la maglietta, non so, mi sembra una provocazione. Lodevole, invece, l’iniziativa di sputtanare e inchiodare alle proprie responsabilità chi ha firmato, recentemente o in passato, provvedimenti demenziali e palesemente illogici, come il permesso di costruire a tre metri dai letti dei fiumi. E’ ora che si restituisca dignità alle firme, ormai si mettono a vanvera e per qualsiasi iniziativa scema: invece significa prendersi una responsabilità che può avere delle conseguenze drammatiche per altri. E’ bene lo si ricordi, preferibilmente prima di apporle su qualche documento.

  19. Guardo le immagini su Internet e mi vengono i brividi. Fino ad aprile 2010 io vivevo lì, a due passi dallo stadio, in un appartamento ricavato da un ex magazzino, quindi a piano terra.
    Guardo le immagini e penso che se oggi fossi stata lì avrei dovuto attraversare a piedi tutta la città sommersa, visto che usavo andare a lavorare a piedi, da Marassi ai quartieri alti, dalle parti dell’ospedale Galliera.
    E avrei avuto un bel po’ d’acqua in quella che era la mia cucina/salotto.
    Per fortuna i miei parenti a Genova stanno bene e così i miei amici, ma condivido quello che dice Simone e che è chiaro a chi vive o ha vissuto a Genova. Non ho mai capito il perché avessero “interrato” un fiume nella sua parte terminale verso il mare. O meglio, capivo che in una terra così stretta avessero cercato di ricavare quanto più spazio possibile. Ma costringere un torrente, per quanto spesso secco, in un tunnel sotterraneo soltanto per avere qualche parcheggio in più l’ho sempre considerata pura follia.

  20. anche io tengo le parti della natura che si rivolta, sempre. ma ritengo che sia troppo difficile da capire (ai più) che è il nostro modo di considerare l’ambiente che è sbagliato, che è normale che piova forte (l’estate è rimasta fino a metà ottobre, in pratica) e che buona parte o tutte le tragedie di questo genere sono prevedibili quanto ignorate. dire che il sistema è sbagliato va fatto, ma la gente non vuole capirlo, è evidente; cambiare modo di essere, di vivere, di consumare? insomma allontanarsi dalla mentalità corrente? diventare un “eremita”? io, sì. nel cambiamento di opinione degli altri, spero sempre meno.

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