Sempre qui…

Perché non sei partito? Perché non ti sei mosso, sei rimasto dove ti sei capito vivo per la prima volta? Perché? Potevi alzarti, immaginare che intorno c’era il mondo, e poi andare. Andarlo a vedere, sì, per vedere com’era. Per vederlo, almeno, essere certo che ci fosse, davvero, per capire dove fosse meglio stare. Per incontrare in qualche angolo del mondo il tuo antidoto. L’unico capace di sorridere, ma al tuo dolore. Perché non l’hai cercato?

Perché sei rimasto qui, nel solco degli stessi passi, nel binario degli stessi movimenti? Perché non hai desiderato il campo, dove non c’erano mai state le tue orme, e dove le orme altrui solleticavano i tuoi piedi, braccia non tue, bocche non tue, pensieri che non hai mai avuto. Potevi oltrepassare il bosco, e non solo per un viaggio d’affari. Potevi anche provare, almeno un tentativo, a non tornare. Di più: potevi partire senza esser certo che saresti tornato. Quel dubbio era buono. Perché non sei partito? Perché ti sei voltato?

Perché non hai desiderato chi non sei, perché non l’hai pensato? Tu sei quell’uomo, anche se non è mai stato. Non saperlo non ti eviterà l’incontro, un giorno, all’angolo della memoria, per il marciapiede della nostalgia. Lo scanserai, voltandoti appena se ti ha urtato. Si allontanerà mentre ti pieghi, mani al petto, senza il fiato per poterti dire addio. Perché non l’hai cercato? Perché non l’hai fermato? E come fai la sera, quando la veglia favorisce il coro? Con che animo, quale strategia fai finta che non canti, o di ignorare quella nenia, quella liturgia? La prevalenza del giorno diventa differenza, minoranza, che ti risparmia solo per l’oblio.

Perché non hai avuto cuore, immaginato quello che non c’era? Lo sapevi bene, ne eri certo che esistesse, in qualche luogo, dove nel pianto avresti riso, guardato onde su capelli che non hai baciato mai. E non poteva essere lì, accanto a te! Non c’era! Guardavi e non vedevi niente. Te lo ricordi? Non ti è bastato per voltare gli occhi dove c’era notte, ma anche un buio pieno d magia.

Potevi andare, potevi perdonarti e andare. C’era gente, rumore, potevi fare finta, come tutti. Mescolarti, e andare. Nessuno ti avrebbe cercato. Tranne uno…

Come farai? Cosa ti dirai quel giorno, il primo giorno in cui è tardi, in cui non puoi negarti niente, ma tentare ormai non è possibile, non puoi? Manca ancora molto? E’ domani? Ma prima o poi saprai che il meglio l’hai già dato, e non c’è altro da dire. C’era da partire, e non sei andato. C’era un mondo, ma non l’hai saputo. E cosa ancor peggiore, non ti ricordi più perché.

Share Button

59 pensieri su “Sempre qui…

  1. Purtroppo,ho sempre rinunciato per paura di dispiacere gli altri…non ho mai avuto il coraggio di andare, ma tantissimo coraggio di restare…Hai descritto molto bene quello che provo..Sei molto bravo!!

  2. Grazie Simone! Non so come ringraziarti….se capiti ad Anzio un appoggio ce l’hai assicurato!!!
    Ciao ciao buonissima giornata..a presto!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.