La zappa e la mente (buon anno!)

Giornata perfetta. Aria asciutta, assenza di vento, sole, colori. Come ieri. Come l’altro ieri…

Alle 6.15 scrivevo già, poi due caffè e un biscottoall’alba. Ho finito alle 12.00, più o meno. Mi sono messo a lavorare a un nuovo orto. Non ho molto spazio, l’orto è diviso in tre punti diversi intorno a casa. Ora è il momento di preparare il terreno per piantumare a marzo, oppure per seminare cipolle, fave, ravanelli, piselli. Tra poco sarà già il tempo di radicchio e insalata, se non fa troppo freddo. Farò anche una piccola serra. Comincio a capirci qualcosa, dopo quattro anni, e questo mi mette di ottimo umore. Quando non capisco mi deprimo.

Zappare è un’operazione eminentemente intellettuale, tutto il contrario di quello che si crede. Certo, fai fatica, la schiena urla. Però mentre sei lì e batti, spingi, scavi, dissodi, sei solo. Intorno non c’è alcun rumore, forse un gallo che canta, il ronzio di una motosega a chilometri da qui, nella valle. Sei solo, ma c’è qualcuno… Ci sei te, la tua mente va veloce, pensi e ripensi a mille cose, anche difficili da confessare. Fino al momento in cui non ti accorgi del pensiero, vai giù più profondo. Mentre non sei cosciente di pensare… pensi sinceramente, ti dici le cose come stanno, non c’è make-up, non c’è mediazione. Quando te ne accorgi (che stai pensando) diventi più cauto, ma l’ultimo pensiero, almeno, quello te lo ricordi. Di solito, se sei onesto, impari qualcosa su di te: “Io stavo pensando a questo…! Dunque io sono così! Che merda d’uomo a pensare queste cose…” oppure “che paraculo…” oppure: “che bel pensiero!”, quest’ultimo è già più raro. 

Difficile ammettere quello che pensiamo. Da soli, in silenzio, di solito, siamo peggio di quello che si sa. Anche di quello che sappiamo noi…. Cosa molto importante da conoscere. Se non sai di che peggio stiamo parlando non puoi né condannarti né assolverti.

Domani è il 9 gennaio. Sono già cinque volte che non riprendo a lavorare dopo la pausa natalizia. Per tutta la settimana ci sarà il sole, e le notti saranno chiare (chi abita in Val di Vara? Ma avete visto verso le 5.00 la luna che si tuffa nella valle? Ma che spettacolo è?!). Cercherò di lavorare all’aperto più che posso, appena smetto di scrivere. Ho fatto la spesa già una settimana fa, e non devo neanche scendere in paese. Sto qui, non mi muovo. Costa fatica stare da soli, perché chi ami non c’è. Però è necessario, per l’equilibrio, per l’armonia, per pensare, per lavorare nel bosco o all’orto, che sono due esercizi spirituali. Domani, lunedì, e nei giorni a venire, è molto importante per la mia salute non trovarmi nel traffico, non incontrare gente che non amo, con cui ingaggiare assurdi duelli. Sono contento di non fare un lavoro inutile, che serve a guadagnare denaro che non mi può rendere felice. Sono contento di non usare più l’automobile. Ho deciso che la mia auto non uscirà mai più dal cirucuito urbano. Fuori da Spezia ci andrò solo in treno. Dunque il rincaro dei carburanti mi spinge a una scelta di risparmio, non a un costo maggiore. Sono anche contento di consumare un secchio di legna al giorno per scaldarmi, ma soprattutto di avere il tempo necessario per scrivere il mio romanzo, come faccio ormai da due mesi. Sono contento, sì, di un gran mucchio di cose. Penso che sarà un grande anno. A giudicare da molte cose, è cominciato bene.

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125 pensieri su “La zappa e la mente (buon anno!)

  1. @amina e silver

    amina, d’accordo con te 😉

    silver, anch’io come amina dico, ma sarà ben responsabilità anche degli uomini no?(maschi, intendo,.. vedi silver? già qui bisogna specificare.. perchè “uomini” è questo fantastico plurale -maschile- che nel suo significato può includere maschi E femmine, ..fantastico plurale, davvero fantastico, al posto del quale nessuno, ma proprio nessuno -chissà perchè- si è sognato di usare il femminile plurale..)
    responsabilità, dicevo, anche di padri e zii, nonni, fratelli, cugini,.. tutti
    maschi, intendo (eh sì, perchè anche qui il plurale ci potrebbe fuorviare..
    gli zii sono la zia e lo zio insieme, i nonni sono la nonna e il nonno, i
    fratelli -fossero anche 5 sorelle e un fratello- al plurale restan
    fratelli..), maschi, dicevo, che hanno sempre trovato molto comodo che le
    cose andassero così (..bamboline e aspirapolverini da un lato e soldatini e
    carrarmatini dall’altro..)

    ..eccheccavolo sempre addosso a ‘ste madri, che hanno sì le loro grosse,
    enormi, gigantesche responsabilità, sono io la prima a dirlo, ma per piacere, apriamo gli occhi:
    siamo state circondat* e imbevut* fino al collo da culture che per millenni sono state messe in piedi, ispirate, nominate,
    impostate e imposte -spesso con la forza, la violenza e le guerre- da uomini (maschi) e ci sono migliaia di ambiti, a partire da quel simpatico “crack dei popoli” che è la religione, cuciti perfettamente addosso ai desideri e ai bisogni maschili del pianeta (provare a sfogliare “ave mary” di michela murgia, cattolicissima giovane sarda, laureata in teologia, ma incazzatissima come una biscia con la sua chiesa, chiesa che non ha nessuna difficoltà a descrivere come profondamente e scientemente maschilista
    ..il libro sarebbe da leggere tutto, e si beve tutto d’un fiato perchè michela ha una “birra” prorompente, ma un capitolo imperdibile si intitola “dio, la casalinga disperata” ..lo travasai tutto quanto nel blog durante una notte insonne -e un po’ incazzata ;)- d’agosto.
    se vi va, eccolo qua..
    http://www.lecuochealpotere.it/dio-la-casalinga-disperata.html)

    tornando ai suoni che articoliamo e con cui ci esprimiamo (che mi sembra robina non da poco) ci sono un sacco di lingue -a partire dalla nostra- che non si sono sforzate minimamente di creare un plurale che tenesse conto dei due generi, (e, tra l’altro, già dividere il mondo in soli due generi è molto, ma molto riduttivo e discriminatorio, a mio parere.. ma questo è un altro file che apriremo un’altra volta..), responsabilità delle madri? sono le madri che hanno detto: ma no dài, che bello, mettiamo un bel maschile plurale che ci rappresenta tutte e tutti!

    altra questioncina: perchè a parità di impiego spessissimo non corrisponde parità di stipendio? (a sfavore delle donne, chiaro), anche qui responsabilità delle madri? che vanno in piazza a protestare se le loro figlie guadagnano quanto i loro figli (maschi)?
    e perchè a parità di titoli di studio le opportunità di impiego, e DURATA
    dell’impiego, cambiano? (a sfavore delle donne, chiaro), sempre responsabilità delle madri? madri che vanno dal datore di lavoro e gli dicono: scusi lei, signor datore, per favore faccia firmare delle belle letterine di dimissioni a mia figlia, tre con data -con scadenza a 2,4,6 mesi- e una senza data, così nel momento in cui mia figlia resta incinta, potete tirare fuori la lettera dal cassetto (anche dopo decenni, SEMPRE, anche se avesse un desiderio di maternità a 54 anni come la nannini, per dire) e lasciare che lei, mia figlia, se ne vada a casa a occuparsi della sua bella gravidanza senza che voi ci dobbiate rimettere nemmeno una lira..
    (negli anni novanta sono stata responsabile di un ufficio estero di una premiata ditta della franciacorta che con assoluta nonchalance usava questa pratica SEMPRE all’atto della tua assunzione.. la futura collega che mi fece scrivere e firmare le 4 lettere, a un mio tentativo di ribellione alla barbara pratica -ero poco meno che trentenne, non avevo ancora tirato fuori le unghie perchè ancora un po’ tonta in materia di discriminazioni di genere, ma un po’ di odore di bruciato lo sentivo anch’io.. -mi disse: ma tranquilla, non preoccuparti, è una pura formalità, abbiamo fatto TUTTE così..
    ..solo per chiudere il quadretto: me ne venni via da lì, anni dopo, per molestie -solo verbali, ma pur sempre molestie- da parte del direttore..)

    ultima cosa: perchè sono le donne a occuparsi mediamente 5 ore al giorno -gratis- dei lavori di cura, mentre gli uomini 1 ora o poco più? (notizia di pochi gg. fa ascoltata su radiopopolare o radio24, non ricordo) ..qui sì c’è una grossa responsabilità delle madri, ma con grande, sommo, immenso gaudio dei padri
    che, zitti zitti, si sfregano ben bene le mani!!.. posso portare quintali di esempi (vicinato, parentado,..)
    ..certo parto e allattamento al seno restano compito esclusivo delle donne,
    ma tutto il resto, ca..o?

    ..tentenno ragazze e ragazzi, tentenno a pigiare il bottoncino “submit comment”, tentenno non poco.. perchè so che si potrebbe sollevare uno tzunami, ma forse anche no.. 😉 ma mi sono un po’ infervorata e ho buttato fuori un bel po’ di cose a getto perchè.. perchè è così, è il momento ultraquarantenne della mia vita (so’ ddella classe de perotti, ciao simone!) in cui,(troppo piccola negli anni ’70 per bruciare i reggiseni nelle piazze, ventenne studiosa universitaria d’inverno e allegra animatrice d’estate, trentacinquenne con la testa troppo dentro i vari genova 2001, lilliput, social forum, consumo critico, nonviolenza,..) solo a quaranta ho cominciato a tirar fuori un po’ di unghie.. unghie tenute molto corte, peraltro, in quanto “chefa” 😉 😉

  2. Cara Amina, ma i padri contano quanto il due di coppe a briscola! Loro lavorano e tornano stanchi, ti pare che possano occuparsi dei figli?! Altrimenti perché se la prenderebbero sempre e solo con le madri se i figli sono maleducati?

  3. Pingback: Se il lavoro non ti piace, cambia te stesso – Web 3.0

  4. Ma come SILVER?! Ci vuole la parità anche nei giochi per bambini, ma poi se i figli crescono male è colpa delle madri?? Sarà un po’ colpa dei padri anche, no?

  5. @ Caro Red, sante parole! Sono le madri, le responsabili; giusto una settimana fa l’ho spiegato a mia zia, che mi informava di una parente che aveva due figli maschi e diceva che i maschi, si sa, non sono in grado di dare assistenza, se serve. In realtà, li hanno tirati su male se è così, e quindi devono prendersela con se stesse. Dare assistenza ad una persona che sta male ha a che fare con il prestare aiuto ad una persona non autosufficiente: non vedo cosa c’entri il sesso di appartenenza, onestamente. Purtroppo, persiste l’abitudine (idiota) di regalare bambole e aspirapolverini alle bambine, partendo dal presupposto che i maschi non devono averci a che fare. Il giorno che vedrò regalare un bambolotto o un aspirapolvere ad un bambino, mi sentirò meglio, ma ancora ce ne vuole, temo. Nel frattempo l’alibi del non essere portati all’accudimento perché si è maschi può allegramente dilagare. Ma la colpa è delle madri che si danno la zappa sui piedi da sole: e sono nel post giusto per dirlo! Dopo tutto, il rischio è tremendo: hai visto mai, mio figlio diventasse gay a furia di giocare con bambole e aspirapolvere giocattolo?! No comment.

  6. @ Silver Silvan
    Perfettamente in sintonia.
    Poi c’ é ancora qualcosina del retaggio del costume sessuale per cui c’ é chi si preoccupa di più delle frequentazioni e del controllo delle figlie rispetto ai loro colleghi figli maschi…

    Sul cellulare: io ce l’ ho ma non lo uso se non per stretta necessità. Mia soprattutto. Capita che in un anno spenda 10 €. Ho dato il mio numero a pochissimi che tuttavia rispetto alle istruzioni che avevo impartito loro ne hanno un po’ abusato. Quindi lo tengo sempre spento. Ogni qualche giorno lo accendo e vedo se proprio ci sono state telefonate per cui voglio mobilitarmi, chiamando dal telefono fisso però!
    È noto che se uno sta male i medici da sempre si raccomandano di non allertare i parenti per primi che poi debbono comunque fare la chiamata all’ ambulanza, ma di contattare immediatamente il 118 senza perdere minuti preziosi che possono essere quelli che fanno la differenza.
    Però un cellulare mi fa comodo averlo. Ci sono sempre meno cabine telefoniche, potrei averne bisogno io, ad esempio se rimango in panne con l’ auto e poche altre cose. Sta a me usarlo in modo intelligente. Vedo che la maggior parte delle persone proprio non ci riesce.

    Ma, già anche senza arrivare ad avere figli, quanti sono gli uomini che ancora interpretano come naturale in una coppia che pulizie di casa, fare da mangiare, siano da considerarsi attività più tipicamente femminili!? Qui devono darsi da fare nella sensibilizzazione soprattutto le madri!

  7. Ciao Simone , ciao a tutti , sono Stefano , come state ? Che bello questo spazio…Ho scritto giorni fa del mio Progetto di Ecovillaggio . Per fortuna una redazione giornalistica e un circola ARCI gay mi hanno risposto positivamente , speriamo bene . Vi dedico questa Poesia…

    “Lentamente Muore”

    “Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,

    ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,

    chi non cambia la marca o colore dei vestiti,

    chi non rischia,

    chi non parla a chi non conosce.

    Lentamente muore chi evita una passione,

    chi vuole solo nero su bianco e i puntini sulle i

    piuttosto che un insieme di emozioni;

    emozioni che fanno brillare gli occhi,

    quelle che fanno di uno sbaglio un sorriso,

    quelle che fanno battere il cuore

    davanti agli errori ed ai sentimenti!

    Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,

    chi è infelice sul lavoro,

    chi non rischia la certezza per l’incertezza,

    chi rinuncia ad inseguire un sogno,

    chi non si permette almeno una volta di fuggire ai consigli sensati.

    Lentamente muore chi non viaggia,

    chi non legge,

    chi non ascolta musica,

    chi non trova grazia e pace in sè stesso.

    Lentamente muore chi distrugge l’amor proprio,

    chi non si lascia aiutare,

    chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna.

    Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,

    chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,

    chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce.

    Evitiamo la morte a piccole dosi,

    ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di

    gran lunga

    maggiore

    del semplice fatto di respirare!

    Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di

    una splendida

    felicità.”

    “Pablo Neruda”

  8. @ Michael, è interessante il tema che hai sollevato, sul rapporto tra bellezza e intelligenza: mi stupisce che nessuno l’abbia sviluppato. A me vien da dire che, chi è bello e ne è consapevole, ha meno probabilità di perdere tempo in complessi o elucubrazioni sul fatto di essere accettato o meno. La bellezza rende ben accetti, di solito, e questo sentirsi a proprio agio con se stessi e con gli altri, migliora senz’altro l’autostima e i rapporti sociali; così il tempo lo si può dedicare ad altro, invece che a farsi venire il complesso del brutto anatroccolo, a vantaggio dell’intelligenza o dello sviluppo di altre doti.

  9. @ Red, ti leggo solo ora: era quello che volevo dire, il mondo e il modo di vivere che rifiuti esistono comunque, ti piaccia o no, e puoi evitare di averci a che fare, ma capita che non sia possibile in certe circostanze; allora, ti tocca “giustificare” il tuo diritto a comportarti diversamente, cercando di non farti mettere guinzagli al collo. Se discorri con uno è un conto, con più di uno comincia a diventare estenuante, specie se l’obiettivo è farti accettare cappi al collo che sei riuscito ad evitare finora. Ad esempio, la reperibilità costante, una delle jatture più oscene che l’uso del cellulare abbia portato con sé e mi stupisco che un sacco di gente non se ne renda conto: quella serve a rassicurare chi la pretende, non me che la aborro. Come se la salvezza di qualcuno dipendesse dal mio essere reperibile o meno. Vogliamo metterci anche una sfilza di luoghi comuni a contorno della situazione? i figli sono due, ma quella da cui si pretende la reperibilità continua, guarda caso, è quella di sesso femminile: perché si sa, le femmine sono “naturalmente predisposte” a prendersi cura dei familiari; e poi sono più affettuose e i maschi sono menefreghisti; dopo tutto, sono mamme dentro perchè gli hanno fatto il lavaggio del cervello fin dall’asilo per convincerle di questa cretinata che fa comodo a un sacco di gente, uomini in genere, che possono tranquillamente lavarsene le mani, dell’accudimento dei familiari; che cacchio, non cio sono naturalmente portati! Lì mi schizzano gli occhi fuori delle orbite e mi cadono le braccia: anche perché è una vita che, quando vedo un bambino, vedo una roba molesta e frignante che non ha nessuna attrattiva ai miei occhi. Vaglielo un po’ a spiegare, a gente così, che la storiella dell’istinto materno su di me non ha avuto nessun effetto!

  10. Non conosco l’ episodio specifico della persona che si é suicidata e quindi posso nemmeno farmi un’ idea vaga. Sempre che si possa davvero ben conoscere l’ accaduto. E non mi va di permettermi di disquisire facilmente a riguardo. Ma non tutti quelli che cadono in disgrazia economica si suicidano, ce ne sono tanti attaccati alla vita.
    Voglio invece proporre un spunto di come ha reagito un’ altra persona, sempre tenendo conto che non si deve generalizzare.
    http://ondemand.mtv.it/serie-tv/il-testimone/s02/il-testimone-s02e08-1
    Saltata la pubblicità iniziale del video, se c’ é… … si può portare il filmato a 7:26 circa, si vede la lussuosa festa dei 16 anni in America della figlia di italiani emigrati, poi però é interessante davvero ascoltare il racconto delle condizioni in cui il padre é emigrato, che é a 9:36 del filmato. Va bene che ha anche avuto una fortuna che infine l’ ha aiutato nell’ approdare al benessere materiale, ma bisogna porre l’ attenzione sulla situazione da cui é partito, al fatto che non si é rassegnato, che ha lottato.

  11. Buongiorno Simone,
    vorrei condividere con te e i frequentatori di questo blog un articolo che senza mezzi termini parla delle idee e della morte di un ragazzo di appena 33 anni che faceva di lavoro il sottosegretario al commercio in Argentina.
    Sui giornali nazionali hanno dato la notizia, ma si sono scordati di parlare del suo pensiero e delle sue azioni.
    A leggerlo ci vogliono 5 minuti, a toglierselo dalla testa personalmente molto di più.

    Buona domenica e..grazie.

    http://www.disinformazione.it/argentina_lutto.htm

  12. Periodicamente affiora in me la domanda: “è l’intelligenza ad essere bella o è la bellezza ad essere intelligente”?

    Per una via o per l’altra, sia da sobrio, sia con la mente annebbiata dal vino e/o con la vista inebriata da forme femminili particolarmente accativanti, giungo sempre alla conclusione che
    “la bellezza è intelligente”!

    Giungo a questa conclusione inappellabile semplicemente guardando il mondo, specialmente la natura, con occhio distaccato (per quanto possibile, o meglio impossibile) ed osservando che la bellezza ha (quasi) sempre successo. La bellezza è quindi intrinsecamente intelligente. Nel senso che svolge semplicemente, inesorabilmente e soprattutto con esito positivo la funzione di garantire la propagazione dei geni da cui trae origine.

    In questo senso anche l’intelligenza è un forma di bellezza o meglio contribuisce a stimolare (in senso positivo) l’osservatore.

  13. “Piero, in un’operazione che si chiama vita e cioé nascere senza volerlo, vivere senza manuale d’istruzioni e morire in un giorno incerto (che potrebbe essere domani o fra quarant’anni), non possiamo che vivere serenamente. Niente di quello che conta è effettivamente nostra responsabilità. Buon divertimento.”

    Singolare e sorprendente questa inaspettata vena di fatalismo. Inaspettata perchè in contraddizione con tutte le altre opinioni e visioni della vita da te espresse sino ad ora.

    Comunque mi piace! Denota, credo, riconoscendone apertamente e serenamente i limiti, un giusto ridimensionamento del uomo e quindi anche delle proprie soggettive velleità di onnipotenza sulla propria vita. Inoltre denota un salutare equilibrio, nonchè, a mio avviso, una giusta riverenza nei confronti della “sacralità” della vita. Sacralità secondo il pensiero di Eibl Eibelsfeld.

    Concordo appieno.

    • Michael, quell’espressione è in realtà scritta nei miei libri e l’ho detta molte volte. Non è fatalismo, vuol dire che non c’è niente di cui aver paura. dunque si può fare quello che si vuole. ciao!

  14. @Silver Silvan
    È vero che bisogna essere comunque in grado di contrattare con la gente, di saperci avere a che fare, ma quando ti accorgi di non essere in sintonia con l’ ecosistema che ti circonda questo lo noti tu, ma anche “loro”: gli altri esseri che lo abitano. Poi i modi di reagire possono essere svariati, dipendono anche dagli spazi di manovra che gli altri ti concedono di attuare. Se sei perseguitato puoi arrivare anche ad una espulsione fisica da un contesto, all’ avere l’ esigenza di migrare per salvaguardarti.

    Quando viene alla tua porta gente invasata di una confessione religiosa o di una idea politica si tratta comunque di rompicoglioni… Ciò che li rende davvero insidiosi é che spesso sono degli individui frustrati, perchè non riescono ad applicare a loro stessi i loro principi e allora si permettono di proiettarli sugli altri.

    Io metterei anche un po’ di filo spinato e i cartelli in stile deposito zio paperone: Sciò! , Alla larga! , Se non venite fa lo stesso! , ecc. 😉

  15. Ciao Simone, Buon Anno a tutti
    Io più zappa che mente, quando zappo o sto con le mani nella terra non c’è posto per pensare, c’è solo il limpido piacere fisico del contatto con l’elemento.
    Parlando di luna, mi vanto di essere ignorante come il nonno de La Signorina, ci credo fermamente e metto in pratica (con soddisfazione, anche) senza alcuna base scientifica.
    E riparlando di luna, qualche bulbo perenne di fiori bianchi (narcisi, giacinti, iris) lasciato indisturbato nel terreno, nella notti tiepide di luna piena anno dopo anno regala sprazzi di luce magica tra le verdure.
    Un pensiero per chi ha vissuto l’altra notte quella che sembra (parlo da ignorante di navigazione e delle sue regole) un’assurda sciagura al Giglio.
    Grazie,
    Donata

  16. Da un amico di Roma…..

    Lo Spredde

    Stando a li tempi der monno adesso attuale,
    è scappato fora sto fenomeno sociale
    de interessasse a li probblemi der paese
    sulle tasse, le pensioni e lo stipendio a fine mese.
     
    Ma la novità assai piu strana
    deriva da ‘na parola americana
    che serve a spaventa’ la gente
    che nun ce capisce propio gnente.
     
    Se tratta de un concetto matematico
    (l’avrà inventato uno molto pratico!)
    secondo cui un nummero ce traccia
    se i soldi so boni o cartastraccia.
     
    Embè? Che è? Come se chiama? Se chiama spredde: vor di’ differenziale.
    Sarebbe il divario che insiste tra er titolo tedesco e quello nazzionale.
     
    Ma i tedeschi da un’epoca ormai antica
    se sentono superiori all’altri Stati
    e nun je pare vero che un nummero lo dica,
    certificando il fatto perfino sui mercati.
     
    Ogni giorno la storia è sempre uguale.
    Accenni la tivvù pe’ vede’ ‘l teleggiornale
    e stanno tutti a preoccupasse
    se le quotazioni so alte oppure basse.
     
    Ma un dubbio c’è che me tormenta:
    se Grecia, Francia e puro Spagna
    c’hanno lo spredde che je aumenta,
    nun sarà che core troppo la Germagna?
     
    E se davero si realizza la paura
    che il denaro ce diventi spazzatura?
    Diventerà ricca l’Italia intera tutta quanta,
    perché de mmerda ce n’emo sempre avuta tanta!
     
    Michele Rapinesi

  17. Nel Vicentino un operaio si è suicidato perchè ha perso il posto di lavoro! Probabilmente Sig. Perotti, se avesse letto e sentito della sua esperienza avrebbe fatto una scelta diversa. Quello che ammiro di Lei è il fatto di essere sempre propositivo..grande! Come diceva un mio amico: “Nella vita mai problemi, solo opportunità.”
    Le auguro di persistere nella sua “folle saggezza” per rincuorare soggetti come me che tentano di vivere e non di sopravvivere.

    • Piero, in un’operazione che si chiama vita e cioé nascere senza volerlo, vivere senza manuale d’istruzioni e morire in un giorno incerto (che potrebbe essere domani o fra quarant’anni), non possiamo che vivere serenamente. Niente di quello che conta è effettivamente nostra responsabilità. Buon divertimento.

  18. Nel Vicentino un operaio si è suicidato perchè ha perso il posto di lavoro! Probabilmente Sig. Pirotti, se avesse letto e sentito della sua esperienza avrebbe fatto una scelta diversa. Quello che ammiro di Lei è il fatto di essere sempre propositivo..grande! Come diceva un mio amico: “Nella vita mai problemi, solo opprtunità.”
    Le auguro di persistere nella sua “folle saggezza” per rincuorare soggetti come me che tentano di vivere e non di sopravvivere.

  19. @angelodivi
    Sì, ma poi tutta questa fotta perché é un prodotto Apple, ma quando si sveglia la gente? Ci sono varie distribuzioni Linux come sistema operativo e nella stramaggiorparte dei casi vengono fornite gratis. Solo che la gente tutte le volte va a comprare un pc, un netbook, un tablet con sopra già installata una licenza d’ uso di un sistema operativo proprietario a pagamento. Io invece sto scrivendo da un pc con Ubuntu, scaricabile gratuitamente da internet. Nello specifico ho poi scelto un ambiente grafico ancora più leggero di quello abbinato a ubuntu, perché con Linux c’ é scelta. Con Windows o Apple no! Non si possono fare grandi cambiamenti e la concessione all’ uso della licenza te la fanno pagare anche cara.
    Io ho iniziato il mio sganciamento dal software proprietario.
    Però é Apple… é brand… c’ era Steve Jobs…
    Ma Linux funziona? La versione per server di Ubuntu é installata sui supercomputer del Cern di Ginevra!

    @chefa
    L’ ho vista la Parodi in televisione su La7 a illustrare le sue ricette: si muove che fa una tristezza… al paragone il canale di mimmocorcione la batte con distacco.
    http://www.youtube.com/user/mimmocorcione?feature=watch
    Hei! Quando la apri una web-tv su youtube? Non sarebbe male anche come forma di visibilità; magari in futuro di aiuto per tentare di promuovere un libro.
    Ho visto la foto che hai messo nel tuo profilo sul tuo blog. Rende bene l’ idea di che stato d’ animo ti pervade quando sei in un luogo che senti a te più congeniale. Mi sa che quando non avrai più vincoli ne metterai di distanza dalla Lombardia… poi mi é tornato in mente un video di anni fa che contrappone dove si é stati con dove si é e non si vorrebbe essere…
    (A tutti quelli che domani sono a lavorare in ufficio meglio che non lo guardino.)
    http://www.youtube.com/watch?v=JxohJX9ElpE

  20. Ho letto i commenti entusiastici e mi sento di discutere degli aspetti negativi, di cui nessuno ha parlato. Non sono solo rose e fiori, insomma. In effetti, chiudersi nella torre d’avorio e avere a che fare con se stessi è affascinante: rifletti molto, ti dedichi a te stesso, scopri che c’è un mondo di meraviglie che la maggior parte della gente si è disabituata a vedere; i tuoi ritmi cambiano, ti accorgi dei papaveri, del merlo che zompetta, ascolti il canto degli uccellini, ecc. Però aumenta la frattura che ti divide dal mondo esterno che segue regole diverse, ma non te ne rendi conto subito: quando ti capita di averci a che fare, col mondo esterno, il tuo entusiasmo nel parlare di queste cose viene prontamente gelato e ti senti un marziano che si crogiola in sofismi perché non ha un cazzo da fare tutto il giorno; e sentirsi sminuiti è fastidioso, diciamolo. Quindi torni nel tuo bel guscio e ritrovi il tuo angolo di cielo, continuando a farti domande e a darti le risposte, e convincendoti che il mondo è un bel posto nel quale vivere, almeno fino alla successiva uscita in mezzo a gente che non ti somiglia; e di nuovo proverai la sensazione di essere un pesce fuor d’acqua. Ti parlano di cose prive di senso e tu parli di cose prive di senso per loro. La sensazione di straniamento è fortissima. Un bel giorno ti viene l’idea di cercare qualcuno con cui condividere le tue scoperte e trovi un sacco di blog in cui poterlo fare: che meraviglia! Il piccolo problema è che la gente che approda su Internet ci finisce proprio perché ha problemi di relazione, come se non bastassero già i tuoi, e te ne accorgi quasi subito: i fraintendimenti sono scontati e le discussioni sono spesso soggette a regole astruse, intese a strutturare il dialogo in modo schematico; oddio, un altro sistema tale e quale a quello da cui fuggivo, che palle! La tua voglia di condivisione si ammoscia ben presto: dietro-front nel comodo guscio e nuova soluzione. Contatti con gli umani con il contagocce e secondo il bisogno: sì, questa è la soluzione migliore. Quando ti sfagiola torni nel mondo da cui provenivi, vedi che sono tutti pazzi e ti rallegri moltissimo di non farne parte; poi ti ricarichi le pile nella torre d’avorio per una settimana. Così funziona benissimo: almeno finché non ti tocca avere a che fare con un dosaggio eccessivo di bipedi molesti, per cause di forza maggiore, e con i conseguenti e fastidiosissimi effetti collaterali. E magari i bipedi molesti appartengono alla categoria più temibile, quella dei conformisti intransigenti, magari cattolici, il massimo della jattura che possa capitarti. Quelli è un pezzo che ti aspettano al varco e non vedono l’ora di farti notare che sei anomalo: infatti, quelli che si fregiano del fatto di essere normali sono parecchio sbrigativi; se ti comporti in modo diverso dal loro, che sono pure la maggioranza e sono buoni per definizione (che cacchio, sono cattolici e amano moltissimo il prossimo!) vuol dire che tu sei anomalo. Non fa una piega. Ovviamente non si sognano nemmeno di chiedersi perché qualcun altro abbia scelto di avere un comportamento diverso dal loro, magari per delle ottime ragioni, sarebbe troppo complicato: quindi si guardano bene dal chiedertelo. Se sono in maggioranza e hanno tutto questo credito, nel mondo, una ragione ci sarà, dopo tutto. L’occasione è meravigliosa, se la situazione si presta a ricondurti a quei comportamenti stereotipati richiesti da certe situazioni: mettiamo che il titolo della sceneggiata sia “Genitore anziano e malandato: figli devoti cercansi”; chi di voi non conosce i comportamenti standard in base ai quali un figlio devoto deve comportarsi? E soprattutto sacrficarsi, perché più ti sacrifichi e soffri, più dai dimostrazioni d’amore. Inoltre, convertire un anomalo, mostrare la retta via ad una pecorella smarrita è una tentazione meravigliosa per un bipede molesto, conformista e cattolico: nella scheda punti paradiso vale un sacco di bollini premio! A quel punto comincia l’accerchiamento, che raggiunge un’atmosfera horror degna di Rosemary’s baby: l’anomalo potrebbe essere stupido e non essersi accorto di avere un comportamento strano; che sia ateo per quello? Sarà il caso di farglielo notare, inizialmente in modo velato, poi si può proseguire in modo più massiccio e invasivo. Il miglior modo per ottenere l’effetto desiderato ha a che fare con l’esempio: ci si comporta nel modo giusto e si lodano quelli che si comportano così; se fai orecchie da mercante, si spazientiscono e cominciano a bombardarti di ottimi esempi da seguire, compiacendosi di se stessi, della loro bontà e di quanto si vogliono bene. Del resto sono buoni per antonomasia, è bene ricordarlo: sono o non sono cattolici? Proprio il motivo per cui ti sei sbattezzata. Nel frattempo, la malcapitata anomala, cioè io, assiste alle manovre con uno stato d’animo variabile tra il divertito e l’insofferente a seconda delle giornate: e capisce che nei prossimi giorni dovrà conficcare i paletti divelti del suo recinto a protezione dei suoi confini nel piede dei bipedi che lo minacciano da giorni. Il seguito nelle prossime puntate. Era per dire che, sì, bello lo straniamento dalle regole del mondo: ma quel mondo esiste, è ben strutturato e pieno di gente ansiosa di ricordartelo; è bene saperlo e aspettarsi di dover assistere a scenette molto simili a quella che ho raccontato. A quel punto … auguri!!!

  21. Mi sono resa conto che il video che ho messo è un po’ triste: rimedio con quello di questa cantante, che non mi ha mai detto niente; però in questo video mette allegria, quindi rimedio. E i maschietti possono rifarsi gli occhi, tra l’altro, ammirando un bel paio di tette naturalmente sballonzolanti, cioè non rifatte e innaturalmente paralizzate. Tutti i maschietti tranne quelli che amano il surf, ovvero le tavole piatte. I respingenti inibiscono moltissimo chi non è attrezzato per averci a che fare…

    http://www.youtube.com/watch?v=Ob7vObnFUJc&ob=av2e

  22. Bello il brano di Fossati: a me è venuto in mente questo, invece, che un po’ c’entra, un po’ no.

    http://www.youtube.com/watch?v=q16reM9_W74

    Per quelli che si rallegrano dell’inverno mite: cominciate a fare scorta delle puzzolie che tengono lontane le zanzare, che vi mangeranno vivi quest’estate. E ben vi sta, così imparate a rallegrarvi: i ricci non sono andati ijn letargo, ma sono rintronati ce n’è una moria incredibile. E io sto coi ricci, non coi freddolosi: se avete freddo, copritevi, che cacchio.

  23. Grande Simone 🙂 e grande chefa ! Vi amo, anche se non vi conosco.

    Comunque verrò il 19 alla presentazione (di Simone) a Roma

  24. @tutte/i
    ..sulle imprese “cotte e mangiate” della parodi, invece, qualche sospetto che sia stata un pochino -ma solo un pochino- aiutata ce l’ho..

    ..io non ho la tv da dieci anni circa e non ho saputo di questa sua rubrica di cucina su mediaset fino a quando non ho visto fiorire come funghi (anche se i funghi non fioriscono, lo so, ma mi è uscita così.. giochiamo e sconvolgiamo un po’ ‘sti modi di dire, nooo?***), dicevo.. fiorire come funghi i libri della parodi ovunque (librerie, autogrill, edicole,..)

    ***piccola associazione di idee OT: a ottobre ho avuto il privilegio di passare qualche fine pomeriggio nuotando nelle acque di cala mosca (una deliziosa caletta riparata vicina al poetto, famosa spiaggia di cagliari città)
    a pochi passi da me c’erano due insegnanti che correggevano le verifiche dei loro alunni.. una gioia e uno spasso, sia per la loro mise, sia per le verifiche, sia per la location (le due insegnanti tranquillamente “sciallate” in bikini -ovviamente.. a metà ottobre a cagliari è normale..- i fogli delle verifiche che svolazzavano qui è là -e loro due a corrergli dietro ridendo come matte- spinti da un maestralino che riusciva a farsi sentire fino lì, ..e la caletta semplicemente meravigliosa per essere una caletta cittadina.. calda, avvolgente,..a ottobre.. aaaahhh che dolore per una valpadana per sbaglio come me..)
    una gioia e uno spasso anche perchè a un certo punto una delle due fa, con quel bellissimo accento cagliaritano fatto di raddoppi improbabili e di vocali aperte all’inverosimile:

    ma guarda qui cosa mi scrivve:
    “il passerrotto stavva tutto raggomitollatto
    sull’albero…”
    ..ma come fa un passerrotto a raggomitollarsi?

    e io che ero lì a 2 metri non riesco a non ridere e mi esce fuori un: ma che bello! ma se possono stare raggomitollatti i gatti perchè non possono farlo anche i passerrotti, ..lasciamo giocare con le parole ‘ste ragazze/i, lasciamo che sconvolgano un po’ ‘sta lingua.. anzi io gli darei un voto in più per la creatività.. !!!
    e loro, molto easy nei loro bikini a rincorrere e correggere le loro verifiche sulla sabbia, ridevano con me, e forse, alla fine, gliel’hanno dato il voto in più..

    [..mi chiedo ora perchè questa roba non l’ho messa a suo tempo sul blog.. mah!, forse troppe cose mi affollavano la testa in quelle settimane..]

    @simone
    grazie simone per ospitare anche un po’ le nostre.. -nostre? parla per te “chefa”-..le mie follie e i miei pensieri/ricordi/associazioni di idee/stream of consciousness ad alta voce.. ; )))))

  25. Mi sembra di capire che un ecovillaggio presupponga un numero non così ristretto di persone!
    Io sono per il “piccolo é bello”. E soprattutto é più immediatamente fattibile.
    Mi é tornato in mente che ero incappato in un sito di ragazzi che vivono in una ecofattoria in Norvegia. Non ho letto bene la loro storia, ma sono ragazzi e ragazze che dormono separati nella fattoria che gestiscono, e si sono messi in testa un progetto grandioso: si stanno costruendo una barca a vela con cui vogliono navigare fino in Cina, cercando di ospitare anche delle persone, e come tema del viaggio che faranno vogliono visitare altre ecofattorie sparse nel mondo per fare dei confronti, scambiarsi punti di vista con altri fattori loro colleghi. Che dire… sono dei miti!
    I primi due link riguardano delle foto e il racconto di questo progetto che stanno realizzando che hanno chiamato “Sailing the Farm tribe”. Il terzo link (da non sottovalutare) riguarda il loro annuncio che avevano messo sul sito:http://www.workaway.info/

    http://forums.homestead.org/forum_posts.asp?TID=17184&PN=1&title=sailing-the-farm-come-join-our-sailing-coop
    http://www.lav-det-selv.dk/Forum/aft/154223
    http://www.workaway.info/13959847844c-en.html

    Nello specifico loro cercano di ospitare alla pari una persona che abbia però conoscenze specialistiche nella costruzione di barche, quindi non é rivolto a chiunque. Però questo sito ( http://www.workaway.info/ ) é una buona fonte di offerte di lavoro alla pari in varie nazioni del mondo, molte fattorie, agriturismi anche, dove spesso sono richieste competenze assai più generiche, se non solo un po’ di buona volontà, per apprendere qualche compito e in genere lavorare solo mezza giornata ed avere vitto e alloggio in cambio. Io penso che potrebbe essere una opportunità per Stefano per toccare con mano uno di questi contesti soprattutto nel Nord Europa, perché là c’ é molto più che da noi la dimensione del gruppo. Retaggio del modo di viaggiare dei loro antenati Vichinghi che si spostavano e accampavano sempre in piccoli gruppi. Questo nella nostra cultura mediterranea manca. La possibilità di andare almeno un mese in estate presso una fattoria che sia gestita da un microgruppo di persone, vedere come vive, domandare loro come si sono organizzati, qual’ é la loro storia, in un contesto culturale differente dal nostro potrebbe essere lo stimolo per una riflessione. Simone ti suggeriva comunque di fare vari passi di avvicinamento al tuo progetto, questo potrebbe essere uno di quelli… Non mi ricordo di aver letto in Italia di ragazzi che vanno a convivere assieme in una ecofattoria, che costruiscono così un reddito e una sostenibilità ai loro progetti, forse ci saranno e non se ne sente un granché parlare…

    • scusa chefa, lo so… è che a me questa storia che io ho i rapporti, le relazioni e sono in qualche modo avvantaggiato, mi perseguita… 😉

  26. @mauro
    eccome se ci ho pensato a un libro di ricette e musica!!! (il sito in parte lo è già..)! ..ma io mica sono una ex-manager della comunicazione come simone perotti che avrà un sacco di contatti tra cui probabilmente anche amici editori.. ; ))) o la parodi che aveva già una sorella in televisione.. ; (((

    sono solo un’ex responsabile ufficio estero di un’azienda, un’ex conduttrice radiofonica e un’ex animatrice (di villaggi turistici durante l’università e di scuole fino a qualche anno fa, quando ancora insegnanti e studenti non si dovevano portare la carta igienica da casa..
    ; (( )

    ..se però qualcun@ conosce qualche editrice/tore sensibile all’argomento mi faccia sapere.. ; )))))
    ..un albero l’ho piantato (più di uno!) un figlio non l’ho fatto (e va benissimo così! ; )) ), un libro lo scriverei volentieri (anche più di uno, volendo..)

    • @mauro: l’ho scritto io, racconti e ricette, si intitola “Zenzero e Nuvole”

      @chefa elena: mia cara, io ho mandato i dattiloscritti per posta, “Buongiorno, mi chiamo Simone Perotti…” senza amicizie o cose strane. Nel 1995 ero già fortunato se aprivano la busta… Se vuoi fai, poche scuse. 😉

  27. @red
    grazie red!, che bello leggere delle tue sperimentazioni con le verdure come se fossero bistecche!, che bello!, non sai che gioia per me -che non faccio uso di bistecche da una vita- leggere questo, perchè questa socità dei consumi che ci ha abituati a consumare tanto cibo animale, ci ha abituati anche a vedere il contorno, appunto, come “contorno” a qualcosa di più nobile, più “ricco”, mentre tutto il cibo è nobile (ricco o povero che sia), anzi in questa fase storica/economica/ambientale, soprattutto per noi occidentali, più è “povero” più è nobile, secondo me.. grazie, grazie davvero!! ; )))

    se vuoi altre ricette sui topinambur (di cui ho una coltivazione perenne da anni nell’orto e per questo li ho sperimentati in tutte le salse), scrivimi pure sul blog o via mail

  28. la zappa e la mente nel senso che la zappa dovrebbe andare sulla mente di questi.
    Dalla rivoluzione culturale al rincoglionimento basale. Quanto di meglio di queste scene per capire che il comunismo è totalmente fallito: voleva cambiare gli uomini per fare l’uomo nuovo, ha fatto un esercito di schiavi subordinati contenti. Steve si starà sconpisciando dalle risate.
    Hai ragione: il cambiamento potrà essere solo individuale: una sommatoria di cambiamenti per ne persone.

    http://www.repubblica.it/tecnologia/2012/01/13/news/cina_sospesa_vendita_iphone-28021001/?ref=HRERO-1

  29. @stefano
    ciao stefano, io sto lavorando, un po’ a distanza e un po’ quando riesco a scappare giù (nell’isola più bella del mediterraneo), con un gruppo sardo che vuole mettere in piedi un ecovillaggio nel sud dell’isola

    a settembre del 2010, durante un bellissimo ecoraduno nell’oristanese di sarde/sardi, corse/corsi e continentali (come loro chiamano noi dello stivale) si è dato vita a una “rete ecosarda”, un web-luogo dove si parla di ridurre marcia e consumi, di autoproduzione e sovranità alimentare, di cibo, di orti sinergici, di compost, di vita collettiva, di scambio di lavoro/ospitalità/passioni/saperi senza uso di denaro,.. insomma di un sacco di cose che ti potrebbero interessare…
    se vuoi altre info scrivimi a chefa@lecuochealpotere.it o sul sito/blog http://www.lecuochealpotere.it

  30. Caro Simone,

    Il bello della vita è che abbiamo tanti punti di vista e diversi.

    Tu non credi che un mondo migliore sia possibile.
    Io invece sono convinta che ogni giorno ognuno di noi costruisca un pezzetto di futuro.
    E’come il viaggiare di Fabio.

    Come giustamente dici tu, non possiamo cambiare gli altri, ma solo noi stessi.
    Ma il bello è che il cambiamento di un singolo individuo può portare al cambiamento di un altro e poi di un altro e poi dieci cento mille diecimila.
    Il mondo che vogliamo sarà un percorso lento.
    Io intanto lo sogno e lo immagino già realizzato.

    Metto al centro del mio obiettivo l’uomo e la sua umanità.

    E dedico la mia vita la realizzazione di questo obiettivo.

    Buon Venerdì

    Carla

  31. Michele, ho da poco guardato questo video:

    http://www.facebook.com/photo.php?v=10150443287542918

    (ho solo il link su Facebook purtroppo, su YouTube non c’è)

    in cui un viaggiatore/ciclista ad un certo punto dice che noi siamo abituati a sapere con certezza quello che ci attende domani, ma il bello, lo stimolante, è non saperlo. E da cicloviaggiatore in piccolo quale sono anche io, ti posso confermare che è proprio così! La vita del viaggiatore è, secondo la mia modesta esperienza, una vita “privilegiata”, una vita degna di essere vissuta, ricca, varia, sempre nuova, anche difficile e capace di dispensare soddisfazioni di molti tipi.

  32. Downshifting per forza che forza…
    Ciao Simone, il tuo blog è un posto dove mi piace stare.
    Ti scrivo per dare un punto di vista diverso sul Downshifting, disciplina per il quale tu sei cintura nera. In questo clima di austerità e recessione molte persone tra cui IO si trovano di fronte ad un ridimensionamento della propria vita lavorativa. Mentre una volta le aziende, in periodi difficili, chiedevano ai propri dipendenti maggiori sforzi per risultare più competitive sul mercato ora lo scoramento imperante porta ad una riduzione della giornata lavorativa. E cosi anche io mi trovo di fronte a tanto tempo libero come da anni non mi capitava. Una volta affrontata e metabolizzata la fase sulle aspettative infrante, sul che cosa ho sbagliato, sul dove sono stato mancante, sul perché nessuno sembra capire che io credo veramente in ciò che faccio; beh dopo tutta questa fase inizia la vita vera… Cose che prima non potevi fare, persone che non riuscivi mai ad incontrare, libri da leggere sepolti da metri di polvere beh ora non hai più scuse devi cominciare a fare , ad incontrare, a leggere; il tempo c’è. La soddisfazione di dire ad un amico “SI ci sono dimmi tu l’orario” non ha prezzo! Guardarti dal di fuori e capire che stressato e nervoso non sei proprio per nulla simpatico ed attraente è quasi divertente. Credo che tutto questo sia stato possibile per due motivi: il primo è stato non essersi buttato in investimenti strampalati e onerosi in modo da mantenere uno stile di vita sobrio e sostenibile anche con uno stipendio ridimensionato e per secondo avere avuto la forza di mantenere viva la fiamma delle passioni che non potevo praticare assiduamente; un po’ come incontrare nuovamente un vecchio amore mai sopito.
    Io per ora sono con un piede da una parte della strada ed uno dall’altra, sono ancora sulla macchina con la testa fuori dal finestrino, respiro aria buona. La mia arrabbiatura iniziale si trasforma lentamente nella consapevolezza che da quest’auto in corsa vorrei proprio scendere e iniziare a correre! La mia piccola rivincita nei confronti di chi pensa di influenzare in maniera negativa la mia esistenza ed invece mi ha regalato un pezzo di aria buona… Ma non diteglielo sono convinto che se lo sapessero mi rimetterebbero a regime completo o anche di più! L’invidia è la peggior cosa con la quale ti confronti negli ambienti professionali, dai lavori più umili a quelli più specializzati. Downshifter obbligato ma già innamorato di questo mondo stupendo fatto di momenti che non tornano e che io decido come spendere al meglio, avere il tempo di fermarsi e capire che cosa realmente conta e la persona che voglio veramente diventare; questo mi mancava ed io non lo sapevo…
    Con Affetto a tutti voi
    Michele Sereno

  33. Bravo Stefano !
    Gli eco villaggi interessano molto anche a me ma, ad oggi, ancora non ho trovato nulla che mi facesse fare almeno il primo passo per andare a vedere. Mi interessava molto il progetto di Jacopo Fo ma li le case (progetti molto interessanti intendiamoci) costano 2.500-2.800 € a mq. Certo poi i costi di esercizio dovrebbero essere praticamente zero però….certo, un eco villaggio ha i suoi pro e i suoi contro, bisogna proprio trovare il posto e la gente con cui ci si trova…..
    @lachefa
    Le tue ricette, e le tue idee sono buonissime, hai mai pensato di scrivere un libro su cucina (magari vegetariana) e musica ?

    Ciaooo
    Mauro

  34. Ciao chefa.
    Una delle risorse che mi ha ridato slancio in cucina sono stati i filmati e le sequenze di fotografie che mostrano come fare una cosa, perché un conto é prendere spunto da una ricetta se si é già pratici, altrimenti immaginarsi come muoversi, come manipolare il cibo non é affatto scontato.
    Per esempio, recentemente ho appreso alcune tecniche di taglio col coltello che non conoscevo assolutamente e di cui segnalo alcuni filmati. È di rigore un coltello tenuto sempre ben affilato, altrimenti non si possono praticare. Esistono poi filmati specifici per tipi di verdure differenti! Sono convinto che tanti non comprino certi ortaggi semplicemente perché non sanno come prepararli. Non é che vado già veloce come nei video, mi devo abituare. Però ne ho subito beneficiato, perché mi hanno liberato un sacco di tempo e reso possibile ambire a preparazioni del cibo un poco più impegnative.
    http://www.youtube.com/watch?v=TwGBt3V0yvc
    http://www.youtube.com/watch?v=xwciXwM_5FA
    http://www.youtube.com/watch?v=viaKd1V35-4&feature=related
    http://www.youtube.com/watch?v=oiAmiRaiB9w
    http://www.youtube.com/watch?v=NaiwBj5BUfY&feature=related
    e come affilare un coltello:
    http://www.youtube.com/watch?v=Z5X0PBY0XgI&feature=relmfu
    In genere quando voglio imparare a fare un piatto mi vado a cercare un po’ di spunti per capire in che consiste, che varianti ha, ma alla fine non seguo una ricetta precisa. La ricerca per immagini di Google per me é una grande alleata, non capisco come mai tanta gente non la utilizzi. Faccio anche a seconda di quello che ho in casa. Come era nella tradizione della cucina italiana e come riporta all’ attenzione l’ articolo sulle zuppe.
    Mettere le mani nel cibo é un po’ come essere capace di fare altri tipi di lavori manuali, lo trovo piacevole. E poi la scusa che mi rifilano molte persone che conosco: “ma io non ho molto tempo per farmi da mangiare…” non regge!
    Vuoi mangiare male per i prossimi 40 anni?…?
    E se li incastri a tradimento una volta che hanno tempo e vengono a trovarti con un: “aiutami a fare questo…” allora vedi che si muovono male e ci credo che per loro preparare del cibo sia un problema, se non si conoscono un poco di procedure nella preparazione ci si mette tanto per fare male oltretutto. Ecco che torna il discorso di cercare qualche informazione poiché in cambio i risultati ti ripagano assai di più dell’ impegno speso.
    Visto che si parla di orti e quindi ortaggi aggiungo anche che secondo me bisogna cercare di immaginare una verdura da fare in padella come si trattasse di una bistecca: chi bollirebbe una fettina di carne in un tanto d’ acqua con la pretesa che sia soddisfacente? Ma cavolo, diamogli un po’ di gusto, di condimenti a quella verdura. Senza coprirne il sapore, ovviamente.
    Sere fa ho messo del radicchio rosso trevigiano in un tegamino, aggiunto olio, sale, una discreta pepata e fatto andare col coperchio a fiamma non troppo alta, poi mi é venuto in mente verso metà cottura di dargli una bella spruzzata di vino rosso e continuare a fare cuocere e ridurre un po’. Così mi é piaciuto un sacco.
    Il topinambur… ne ho comprato recentemente per provarlo, ma sono andato tentativi; ne ho cotto un po’ aggiungendolo ad una infornata (non é abbastanza idratato, da non ripetere) un po’ bollendolo per capirne la cottura (già meglio). Devo documentarmi un poco, non lo conosco per l’ appunto. Prenderò spunto dalla ricetta che hai segnalato. Comunque anche se sa di asparago é più delicato, o se vogliamo meno intenso.

  35. Grazie , speriamo bene . Certo…i passi per il Cambiamento saranno duri …, convivere in un ‘ Ecovillaggio non sarà semplice , basta essere chiari fin dall’ inizio per quanto riguarderà le attività , le competenze , sincerità , responsabilità e intelligenza . Io venderei la mia casa ( con un mutuo ) e investire il guadagno nel Progetto . Per quanto riguarda la paura…bhe…ne ho passate di situazioni paurose…e molto più gravose…che mi hanno allo stesso tempo fortificato . Quando si prende coscenza che il cambiamento va fatto…si fa , punto e basta . Questa è la mia e-mail: stefano10089@hotmail.it , saluti !

  36. Ciao Simone , ciao a tutti , mi permetto di dare del tu . Mi chiamo Stefano , abito in Toscana , anch’ io sto progettando con calma il mio Cambiamento . Vi allego un estratto della mia LETTERA che ho inviato a redazioni giornalistiche ed a circoli ARCI GAY-LESBICA

    LETTERA
    oggetto: Ecovillaggi , apertura mentale , opportunità lavorativa .

    Cercherò di essere sintetico e chiaro .
    Sto lavorando sulla mia personalità gay o bisessuale , con non poche difficoltà…dovute soprattutto agli ambienti esterni: lavoro , società , famiglia .
    Ho pensato che per facilitare il percorso , per vivere liberamente e per avere una proiezione futura , sarebbe opportuno avere un contesto lavorativo , ambientale ottimale e mi sono chiesto….chissà quante persone saranno nella mia stessa situazione…quindi :

    Cambiare lavoro , cambiare città , favorire l’ Evoluzione personale .

    Gli ECOVILLAGGI potrebbero essere un’ opportunità per favorire quanto ho scritto , in esso si possono trovare varie attività .
    Con questo non voglio dire di fare gli eremiti , a me non piace….ma di vivere ai margini della società , in tranquillità con moderazione e pacatezza .

    Spero di fare nuove Amicizie , Amicizie Vere , Sincere per progettare insieme una nuova vita , saluti
    Stefano

    Che ne pensate ? Speriamo bene ? Buon Cambiamento .

    • Ottimo metodo per far parlare della tua idea, bravo. qui vengono molti gay e molte lesbiche, alcuni amici e amiche mie. Ho però un dubbio: essere gay non credo elimini le difficoltà a cui si va incontro nella convivenza e nel cambiamento. Ho il sospetto che ti toccheranno tutti i passi necessari, che sono cosa lunga e complessa, e essere gay o etero non addolcirà l’ascesa, che è ripida. in bocca al lupo. ciao!

  37. @red
    ma insomma, red, dopo le tagliatelle anche le zuppe adesso!
    è proprio il caso di dire: “che söpa” (con la dieresi, come si traduce “che zuppa” in alcuni dei grigissimi dialetti lumbard ..)
    red, scherzi a parte, vedo che parli spesso di cibo, e in questo caso di cibo “povero” (come le grandissime zuppe) e questo mi fa molto molto piacere, tutto qui : ))

    ..vado a dissotterrarmi qualche topinambur dall’orto (che quest’anno, con questo gennaio anomalo si dissotterrano facilmente perchè il terreno non è particolarmente ghiacciato) e mi preparerò questa trifolata stasera, a suon di blues..:
    http://www.lecuochealpotere.it/topinam-blues.html

  38. ….buon 2012 a te, mio carissimo amico Simone.
    Felice di leggerti sul blog e felice di leggere nello specifico questo post dal tono positivo volto al futuro.
    Ti invio di rimando un abbraccio di luce leggera…….affinchè il 2012 sia illuminato di leggerezza……
    Baci
    Paola

  39. Mi piacciono le persone che non si lamentano, che prendono l’iniziativa, che guardano sempre avanti e non si lasciano sconfiggere dalla valanga di notizie tragiche e drammatiche che i media amano rovesciare dentro le nostre case.

    Ecco un sito che va in controtendenza, come voi, come noi che crediamo che UN ALTRO MONDO E’POSSIBILE
    http://nonevado.it/

    Spendere il nostro denaro solo presso gli operatori onesti

    Ciao ciao

    Carla

    • grazie paola! Che bell’augurio! anche a te!

      Carla: non voglio fare quello puntiglioso, sia chiaro, però per essere più precisi, io non sono sicuro che un mondo migliore sia possibile. Sono però convinto che ognuno di noi può cominciare a vivere in modo migliore il mondo che c’è. Qualunque esso sia. Non so se era utile o meno questa precisazione, ma a me sembra sempre importante definire, dare un nome alle azioni. un’azione senza nome, o con un nome che non è il suo, è una cattiva azione. ciao!

  40. Grazie a Red e ad Anna per le belle parole.
    Mi pare che il percorso che ognuno di noi cerca di fare, strada solitaria, faticosa ed –ahimè- davvero incerta, sia comunque una bellissima occasione di scoperta. Scoperta di noi stessi, dei nostri pensieri, delle parole, delle abilità che avevamo scordato.
    Ma anche occasione di confronto, di scambio di idee, arricchimento ed esperienza da condividere.
    Perché il bello della nostra individualità riscoperta sta nel metterla di fronte a quella degli altri.
    E’ una relazione così diversa dal conformismo dove ognuno annulla il proprio essere davanti ad una parola d’ordine o davanti ad un feticcio.
    E’ un incontro di differenze, di peculiarità, di diversi percorsi. Un incontro che genera prospettive e ricchezza.

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