Giustizia(lista)

A breve distanza l’uno dall’altro (il 22 e il 25 di questo mese), Luca Mastrantonio e Giovanni Sartori intervengono in modo assai simile sul Corriere della Sera. Anche nei titoli, rispettivamente: “Radicalismo liquido” e “Com’è liquido il Grillismo”. Il riferimento è preso a prestito dal sociologo polacco Zygmunt Bauman, che ha definito la nostra come l’epoca della “modernità liquida”.

Entrambi lamentano il dilagare di un comune sentimento “anti”, sempre lacunoso nel dettaglio sui “pro”. Parlano di cattivi maestri, “cattivi grilli parlanti” e usano l’aggettivo “liquido” per stigmatizzarne (sintetizzo) tanto la genericità della critica quanto la mancanza di costrutto delle soluzioni. Luca Mastrantonio, in particolare, denuncia la deriva violenta, che “schiuma rabbia”, di questo radicalismo un po’ posticcio, scomodando l’esempio degli immarcescibili cattivi maestri come Toni Negri, e prende in giro i No-Tav, mi è parso, definendoli dei visionari senza obiettività che vivono in una irrealistica valle dell’Eden.

Sono rimasto colpito da questi due articoli, e non solo per la coincidenza dei loro titoli. Mi sono chiesto come mai proprio ora gli indignados di tutte le confessioni facciano tanto riflettere. Forse per difendere la “politica liquida”, che sta scolando via sempre più rapida nel gorgo del lavandino in cui lei stessa ha stappato lo scarico?

Devo dire che a me gli “arrabbiati” non sono mai piaciuti. Mi chiedo sempre perché siano così incattiviti: nessuno di loro, generalmente, ha effettivamente perduto il lavoro quando parla di occupazione, eppure sembra di sì. Mi viene sempre il sospetto che simulino, e che una volta scesi dal palco si rilassino, sorridano al loro assistente e gli chiedano: “Come sono andato?”, incuranti dei possibili effetti violenti della loro rabbia mediatica sulle molte menti sguarnite che ascoltano. Se gli incattiviti mettessero a fuoco l’origine della loro rabbia e la mitigassero, il mondo sarebbe subito migliore.

Concordo anche in parte con i due noti opinionisti relativamente all’ipertrofia dell’”anti” sull’assenza di proposte. Ad alcuni (non a Grillo, francamente, basta leggersi il suo programma) mancano troppe idee perché la loro critica diventi credibile.
Tuttavia, il generale sapore dei due pezzi mi ha lasciato senza parole per un bel po’. Ci si respira dentro ironia e una bella dose di quel giudizio sommario, dall’alto in basso, che mi parrebbe più ben utilizzato se indirizzato alla tragicommedia della politica ufficiale. Per quanto descamisados, o smutandados, le voci di rivolta che si levano da più parti hanno qualche milione di volte maggior diritto al rispetto dei manigoldi che hanno affamato e derubato il Paese fino ad oggi.

Dove sono trasalito, in particolare, è nell’occhiello del pezzo di Mastrantonio: “Dai No B ai No Tav, i puristi convertono la paranoia giustizialista contro il Capitale”. L’ho riletta un po’ di volte per essere sicuro di aver capito. Paranoia giustizialista. Contro il Capitale. Sì, avevo letto bene.
Mi permetto di far notare che il giustizialismo (tralasciando la matrice peronista dell’etimo) ha come opposto “garantismo”, principio fondamentale del sistema giuridico che rimanda al concetto di presunzione d’innocenza, che non scomoderei per l’attuale classe politica. Lo stesso eviterei per la critica, mai abbastanza recisa, all’attuale Capitalismo, che dire che abbia fallito la sua missione di generare benessere è contenersi fino al rischio di sembrare reticenti.

La critica al Sistema e ai suoi interpreti, che da lungo attendevamo sorgesse e crescesse vasta e popolare, ramificata e dalle mille sfaccettature, mi pare che non abbia davvero bisogno di garantisti che ne frenino l’azione. E’ del tutto giustificata, semmai tardiva e non ancora massiva quanto dovrebbe. Poggia, soprattutto, sul disastro di una classe politica che si è autodistrutta con ogni mezzo e di un pensiero economico fallimentare, che la storia non mancherà di condannare assai più aspramente di come si inizia a fare oggi.
Dare del giustizialista a chi si mobilita perché è stanco e avvilito dalla classe politica di questo Paese e dalle scelte sociali ed economiche dei suoi governi, rischia di suonare come il sospetto avvio di un’azione di difesa dell’indifendibile.

 

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32 pensieri su “Giustizia(lista)

  1. Feb23Perla exECE Io ho seguito il mio istnito e me ne sono andato via, via dalla strada che volevano i miei genitori, via da tutto quello che avevo costruito, ma in cui non credevo, sono ripartito e ora sono ancora un po’ indietro, ma felice.

  2. infatti la casta dei giornalisti non è meno colpevole di quella politica del disastro in cui ci troviamo. aspettiamo che si estingua la figura del giornalista sostituita da quella del blogger.speriamo presto.

  3. @giulio

    Intendevo dire che il capitalismo è una della tante forme di sfruttamento dell’uomo sull’uomo, un tratto, una tendenza fortemente presente nella natura umana.
    Non dico che non vi siano altre caratteristiche nella natura umana, invero assai complessa e poliedrica, ma la tendenza alla sopraffazione ai fini dello sfruttamento economico in senso lato di qualcuno ai danni di molti altri è senz’altro una delle caratteristiche predominanti, che determinano molti comportamenti umani.

    La sovrastruttura della cultura e delle organizzazioni sociali non possono prescindere dalle fondamenta biologiche, che in ogni caso la fanno da padrone nel disegnare la “natura umana”.

    Nel momento in cui viene potenzialmente minacciata la soddisfazione degli stimoli primordiali (biologici), fra cui vi è anche la continuazione dell’esercizio del potere da parte di una minoranza che lo detiene, la reazione umana è assai prevedibile ed a poco servono briglie culturali ed organizzative.

    Altre forme di organizzazione sociale, apparentemente differenti dal capitalismo, come il socialismo o comunismo, presentano i medesimi effetti riconducibili alla insopprimibile natura umana. Infatti anche nelle società socialiste troviamo una elite che vive alle spalle della maggioranza e gode di privilegi e disponibilità economiche a cui non rinuncerebbe mai spontaneamente.

    Homo homini lupus.
    Nihil sub sole novum.

  4. michael says:
    27/04/2012 at 15:56
    innanzitutto grazie per la tua lettura ed anche della comprensione sui limiti che contiene la forma “commento” per l’esposizione di un fenomento molto intricato quale il caos ” ordinato” dai poteri che contano , che sanno fare così bene il loro mestiere (perverso ) che per ora i mezzi cruenti usati nelle varie “grandi opere” di colonizzazione, corrispondono a quelli subliminali, quelli anche di aver creato modi per l’uomo-massa, di credersi consapevole e poterne sfuggire, magari sentendosi anche fraterno alle popolazioni col cattivone di mezzo e di turno da eliminare per andargli a fregare meglio pozzi, gas o acqua e fondi sovrani. Con una mano bombardano dagli schermi del grande fratello , con la stessa vincono le guerre gia prima di combatterle e con l’altra , dello stesso corpo , propongono gli aiuti umanitari, le varie onu e ong, per farci credere buoni e bravi.

    In un sistema schizofrenico, che adotta appieno l’affamare regola d’oro delle mafie, l’unica cosa che puoi trasformare è la tua visione sulle cose del mondo, i suoi inganni e i suoi crimini, avvicinandoti sempre più alla fede nella saggezza praticabile come da migliro tradizioni filosofiche, dentro la tua anima, condividendone la stessa sostanza, con chi ne fa o meno l’identico substrato.

    l’orgia del potere ha raggiunto tali livelli e complicità impensabili che chi non vuole vedere , ha la mia comprensione…bisogna essere molto fragili/ipersensibili, dunque paradossalmente molto forti, per vederne ogni antropofagia del sistema e ogni illusione per fuggirne creandosi un piccolo paradiso opposto ma uguale al noto mulino bianco primordiale prototipo.

    a rileggerci

  5. Carla sono contento 🙂 non ti conosco ma leggendo le tue poesie è come se sentissi il tuo cuore e mi piace molto la frase che hai riportato di Terzani “saranno i poeti a cambiare il mondo” ….in questo mondo, che sta venendo fuori anche da molti dei nostri post (mi ci metto anch’io) c’è sempre più bisogno di poesia.

    Buona giornata a tutti, è ora di mare !!!!
    Mauro

  6. @michael

    sul fatto che il capitalismo sia inevitabile e che è nella natura umana , come l’acqua che scorre verso valle nutro qualche dubbio…
    la natura umana risponde ai principi della vita che sono fondamentalmente collaborazione e bene comune….
    un essere vivente è formato da organi che collaborano e si relazionano
    a livello chimico/fisico/biologicio per la sovravvivenza dell’organismo stesso…

    quella che chiami natura umana è un qualcosa di livello organizzativo sopra il livello chimico/biologico: è cultura e valori

  7. rosanna e giulio, avete a mio avviso colto perfettamente nel segno. Chiamiamolo neoliberismo, chiamiamolo capitalismo, chiamiamolo “sistema” o chiamiamolo come vogliamo, io dico che è semplicemente la natura umana e pertanto è assolutamente inevitabile, come è inevitabile che l’acqua scorra verso valle 😉

    Pensare di poter togliere l’osso del potere (economico, ossia l’unico che conta) dalle grinfie di coloro che lo detengono, senza che costoro si oppongano con tutti i mezzi disponibili, naturalmente in ultima analisi anche quelli più cruenti (e decisamente poco progressisti), è a mio avviso segno di grande ingenuità, di cieco idealismo ed anche, a volte, di interessata ipocrisia.

    La storia si ripeterà senz’altro, a meno di non cambiare radicalmente il comportamento umano a partire dai suoi geni.

    Ciò detto, io credo che esistano al mondo anche istanze, pensieri, persino ideologie e naturalmente alcuni sparuti personaggi, che purtroppo troppo raramente siedono nella stanza dei bottoni, e che provano per il prossimo e per il mondo una grande pietas. E che sono animati da un irrefrenabile spirito altruistico e da una visione progressista ed ottimistica.

    Raramente emergono e diventano determinanti, ma non per questo dobbiamo perdere la speranza.

    Rimane comunque il fatto che il primo dovere di ciascuno è verso se stesso, verso il proprio benessere (naturalmente non soltanto materiale) e quello della propria famiglia.

    In un mondo in cui i paesi emergenti stanno “spingendo” al massimo per conquistare determinate leve ed egemonie, tematiche come il downshifting od il lusso di fare discorsi filosofici sul sistema o sulla sua inadeguatezza, risultano pateticamente fuori luogo.

    Ed anche se accativanti, certamente non serviranno a nulla come contributo utile alla feroce e cruenta battaglia per la sopravvivenza che l’europa e l’occidente si accingono a combattere contro i cinesi, indiani ed altri paesi emergenti, sino ad ora tenuti nella miseria e sfruttati per costruire il nostro benessere. Battaglia che con ogni probabilità è persa in partenza e che apre scenari di limitazioni (soprattutto democratiche) a cui per ora non osiamo neanche lontanamente pensare.

    In questo scontro fra pezzi da novanta della economia che conta e pezzi da novanta dei poteri occulti, senza esclusione di colpi, il “maltrattamento” anche acuto del “parco buoi” sarà probabilmente l’ultimo degli scrupoli, quando le tensioni si acutizzeranno ed i nodi verranno al pettine.

    Nihil sub sole novum.

  8. Difficile intervenire qui. Però: grazie, mi piace un casino quando fai lezione! 😉
    Da quel che ho capito andando a cercare gli articoli, questi giornalisti hanno deciso di continuare a sostenere la vecchia politica perché non hanno fiducia nella nuova: la ritengono inconsistente in quanto giovane ed ignorante nei confronti della gerarchia e della burocrazia.
    Insomma secondo loro senza lo scheletro della democrazia attuale il corpo statale non si reggerebbe in piedi.
    Mi pare che questi giornalisti abbiano talmente assimilato il loro marchio di fabbrica sinistroide che li ha portati a lavorare con convinzione e successo che non se ne staccheranno più.
    Loro vogliono restare così perché a loro basta così. Nelle loro parole non c’è alcuna alternativa politica, ma nemmeno nessuna visione proattiva, né una considerazione positiva sulle motivazioni che stanno portando al successo del movimento 5stelle che, secondo me, è dovuto alla rinata consapevolezza delle persone di poter/voler vivere con la maggior serenità ed onestà possibili (sopratutto con se stessi!)… e, aggiungerei, la riscoperta del diritto a non esser presi per il culo!

  9. Per e-mail oggi mi è arrivato questo:

    “Milano Finanza del 20 aprile 2012
    Il Fisco chiede le bollette del telefono di tutti gli italiani
    Gli operatori dovranno trasmettere i dati alle Entrate entro il 30 settembre. Anche quelli delle prepagate. Entro ottobre i dati dei c/c
    Tassello dopo tassello il Grande Fratello fiscale è quasi pronto. Ieri l’Agenzia delle Entrate ha emanato una nuova circolare in base alla quale tutti gli operatori telefonici, sia fissi sia mobili, dovranno trasmettere i dati in loro possesso sulle bollette non solo dei contribuenti, ma di tutti gli italiani.
    Siano utenze domestiche o business, abbonamenti o prepagate. La spesa in telefonate (o in connessioni Internet) sarà una voce rilevante ai fini del redditometro, il nuovo strumento di verifica fiscale di massa che l’Agenzia sta mettendo a punto. A comunicare i dati presto saranno anche le società del gas, della luce, dell’acqua. Ma le voci di spesa che il Fisco prenderà in considerazione per valutare se il reddito dichiarato è congruo sono numerosissime, un centinaio.
    Ci sono anche gli abbonamenti alla televisione satellitare, le colf, le ristrutturazioni, i mutui e, soprattutto, i soldi che ognuno ha in banca. Mercoledì 18 aprile il Garante della privacy ha dato parere positivo al provvedimento con il quale l’Agenzia obbligherà le banche a trasmettere i saldi di tutti i movimenti bancari. Trasmissione che dovrà essere completata entro il prossimo mese di ottobre. Nel database dell’Anagrafe Tributaria, in realtà, già oggi affluisce una mole enorme di dati, che riguarda ormai 600 milioni di rapporti attivi.
    La novità è che, per la prima volta, l’occhio del Fisco vedrà oltre al nome della banca e a quanti conti corrispondono a ciascun contribuente, anche i saldi dei movimenti. Ogni scostamento rilevante rispetto ai redditi dichiarati e alle spese sostenute accenderà in automatico una spia rossa che farà scattare l’accertamento. Poi toccherà al contribuente dimostrare che le somme sul conto non sono frutto di evasione. La mole di dati che affluirà all’Anagrafe Tributaria sarà comunque immensa. Il Garante della privacy, nonostante il parere favorevole dato al provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, non ha comunque nascosto tutte le sue perplessità.
    Una delle richieste avanzate, per esempio, è che i dati siano cifrati sin dal momento della loro estrapolazione, in modo da evitare che nei vari passaggi qualcuno se ne possa appropriare e utilizzarli per altri fini. Del resto, i saldi dei conti correnti sono un dato sensibilissimo. Non solo. Il Garante ha anche chiesto che possa accedere alla banca dati solo un numero ristrettissimo di persone e che chi accede non sia in grado di modificare i dati.” (io non sono in grado di verificarne la veridicità)Che ne pensate? è solo strategia?

  10. Questo post del Perotti mi è sembrato molto più interessante di quanto non avrei pensato ad una prima lettura. Non so se ho già proposto in questo blog la visione di “The take” (la presa), un documentario in cui ha collaborato Naomi Klein, ma mi è balzato subito in testa perché aiuta a comprendere a cosa servono questi discutibili articoli citati nel post, che poi in genere si lasciano accompagnare da ulteriori diffusioni mediatiche non confinate solamente alla carta stampata. Il tam tam di articoli come questi servono (anche) affinchè figure obsolete della politica e dell’amministrazione pubblica, rese obsolete dalle loro stesse gestioni fallimentari, abbiano la possibilità di giocarsi un’altra carta e non essere cestinate. Va da sè che i bimbi che giocano alle costruzioni imparano velocemente a selezionare nuovi pezzi per ultimare la torre e scartare quelli che non si accoppiano bene.E’ così anche per gli adulti, ma volendo continuare con l’esempio, se qualche adulto deve lo stesso piazzare dei pezzi, ha bisogno di strumenti che riescano ad alterare la visione della reltà nuda e cruda, troppo semplice e spiazzante: gli strumenti sono molteplici, e poichè molti italiani sono ancora sensibili a questi, vengono usati e diffusi massicciamente, indignando da una parte chi riesce a criticare costruttivamente, e convincendo dall’altra una bella fetta di popolo che rimane confinata in una cultura mediatica e preconfezionata. Il risultato? Nel documentario The Take ne potete osservare uno, ma non voglio addentrarmi ulteriormente perchè non mi va di rischiar di politicizzare questo spazio, chi vuole può comunque vederlo su youtube e farsi delle opinioni proprie, e magari aggiungere ai libri del Perotti sul comodino del letto, anche quelli della Klein.

  11. Il capitalismo non mi sembra giunto alla fine.. il livello finanziario ed economico globale sembrano strutture organizzative potenti che dettano
    strategie e pratiche operative ai governi e la politica locale non sembra avere piu’ un grande potere decisionale…

    Il tam-tam su anti-politica e crisi finanziaria (spread,…) sostenuta dai più importanti mezzi di informazione
    potrebbe essere orchestrata al fine di:
    – disorientare e impaurire le persone
    – creare sfiducia nella partecipazione e nel ruolo dello stato e della democrazia
    – creare i divi dell’antisistema e “delegare” a loro
    la rappresentazione
    – svuotare le persone della propria
    stima e della capacità di partecipare
    in prima persona

    In pratica un modo per ottenere il consenso alla via neoliberista,
    smantellare lo stato sociale (sanità, istruzione, pensioni…)
    e derubare i cittadini delle risorse naturali dei singoli paesi (acqua, energia,..)

    un libro che mi permetto di consigliare sull’argomento
    “Shock Economy” della giornalista canadese Naomi Klein…

  12. il capitalismo, che è meglio chiamare nelle sue peggiori clonazioni come liberismo liberiticida, è molto lontano dall’essere morto , anzi è piu vivo e vegeto che mai da quando hanno spacciato come reale il bombardamento di fatto avvenuto sotto il vangelo dello spread.
    Tutta una classe intelletuale-giornalistica è come altri stati non liquidi della popolazione, al soldo, a sua saputa o insaputa, della casta dei guardiani del pianeta che lo muovono nei suoi cicli e ricicli, di colasso in decolassamento, per le leggi dell’accumulo.

    Riescono ad infiltrarsi ovunque, come hanno sapeuto fare molto bene nei paraggi delle sinistre che hanno tradito la visione di un mondo che dovevano mantenere per contenere i rapporti di forza.

    Cosi come si sono infiltrati nei movimenti arabi di rivoluzioni scolorate in breve tempo , i fondamentalisti di questo o quel capitale, come di questo o quel corano, o que lpetrolio, ma anche di questa o quella farsa ” giustizialista” , tengono in pugno anche il fenomeno dell’indignazione manovrata dall’alto.

    Finche non ci sarà desiderio, anche nel dolore che provoca, di conoscere il retroscena storico economico del truman show attuale come i suoi precedenti tutti, si ripeterà la storia inesorabilmente.

  13. Ciao a tutti , mi riaggancio al post precedente, per entrare in questo;
    ho l’impressione che i centri di potere mediatico siano tutti schierati alla protezione dell’attuale sistema, di qui l’uso di ‘parole’ che entrano nel comune modo di pensare della gente e formano l’opinione pubblica.
    Faccio qualche esempio, quante volte abbiamo sentito in questo periodo l’uso della frase ‘Ha commesso un errore’, ‘ha sbagliato’ oppure , ‘fare un passo indietro’, si cerca di minimizzare , di rendere meno pesante quella che alla realtà dei fatti, nel caso di cittadini comuni,sarebbe ‘reato di furto’, ‘appropriazione indebita’ , , ‘dimissioni’ ,’epurazione’.
    Parole edulcorate che ripetute ci entrano nella testa e ci fanno vedere la realtà con occhi più accondiscendenti.
    Simone,per quanto riguarda gli articoli che citi credo ,e il discorso del Presidente della Repubblica lo prova, che il Potere si è accorto che una parte della gente non lo segue più.
    Da qui il tentativo di gettare fango su chi è fuori dal coro.
    Claudio

  14. Anche qualunquismo è una parola abusata, inserita nell’ambito di pratiche che di fatto non vengono mai messe seriamente in discussione. Ok sul prendere il meglio anche dai giornali; la politica è mediazione, che necessita compromessi di credibilità: ma un saggio di Bauman vale 1000 articoli di Sartori. Secondo me bisogna concentrare l’attenzione sulle sintesi, data la brevità del tempo.

  15. “L’estremo centro” fa uno splendido pandan con le oggi rimpiante “convergenze parallele”. 😉

    Nulla si crea e nulla si distrugge, men che meno in una fase politica, sociale ed economica (direi soprattutto economica) decadente come la attuale nostra.

    I meccnismi sono sempre quelli, magari vestiti all “moda” atuale, ma son sempre quelli, già descritti innumerevoli volte nella umana storia.

    “Godiamoci” dunque questo momento di decadenza, che pure ha i suoi lati positivi ed evitiamo di riscoprire provincialmente sempre la medesima acqua calda.

    Arriverà il momento in cui il vaso sarà veramente colmo, ma siamo ancora lontani, e le conseguenze saranno quelle di sempre: violenza, violenza ed ancora violenza.

    Nihil sub sole novum!

    Chi ha un po’ di cervello e buon senso, si gode la vita, che è una!

  16. Riflessioni di questo tipo potrebbero essere fatte per ogni articolo che esce sui quotidiani nazionali ed ogni edizione del notiziario.. io preferisco non dar loro eco, ignorarli e basta, dando peso a ciò che ritengo interessante: non mi rappresentano. Lo so che è un metodo un po’ autistico, ma è l’unico modo per diminuire la farragine disinformativa e cacofonica che ci circonda.

    • marco, attenzione. dire che “qualunque…” espone all’accusa di qualunquismo, che è quello che stanno facendo verso la rivolta. se c’è un’epoca in cui bisogna stare attenti a non fare di tutt’erba un fascio è questa. Ci sono anche tante belle teste e articoli interessanti sui giornali. Addirittura può capitare (come nel caso di Sartori) che molti articoli siano condivisibili e uno no… Bisogna rinunciare alla tentazione di dire “è tutto uno schifo” perché si perde credibilità e ci si espone alle critiche. so che viene la voglia di farlo, ma occorre resistere…

  17. Mi sovvengono vari interrogativi:

    Che gli elettori ne abbiano colma la pazienza e sappiano essere coerenti o che siano fedelmente avvezzi alla Sindrome di Stendhal? Forse scambiamo la democrazia con l’ oligarchia e siamo convinti che il margine residuo che ci viene concesso corrisponda alla libertà, quella famosa libertà che finisce dove invade quella degli altri. Ma la gente che conta: banchieri, lobby, la casta della politica, la casta del giornalismo (il quarto potere), Vaticano, ed altri attori non lo fanno sempre di invadere e violentare la nostra esperienza, la nostra libertà?

    Il dibattito giornalistico riesce comunque a dettare le categorie, gli schemi di pensiero entro i quali schierarsi. Es. estrema destra, estrema sinistra… perché in tutti questi anni non hanno mai usato il termine “estremo centro”? Eppure al centro visioni estremistiche, piuttosto che “moderate”, non mancano…

    Lasciato il capitalismo e i suoi miti si abbraccerà un sistema di organizzazione sociale equo o sarà più verosimile che ci si trovi dinnanzi ad un nuovo nome per un nuovo modello di sviluppo (forse meglio sarebbe chiamarlo di appropriazione e spartizione delle risorse) che si rifà il look per mirare a “cambiare tutto affinché tutto rimanga come prima” e continuare a banchettare con destrezza sul popolo bue?

  18. @Amikus
    Al momento sulla scena pubblica del nostro povero Paese non vi è nulla di più politico (nel senso vero, quello del bene della Polis!) della cosiddetta antipolitica.

    Che poi la hanno battezzata così i politici di professione, pensando di spaventare la gente, ma le persone colte si accorgono del garbuglio, quelle incolte no, e proprio per questo a loro piace ancor di più!!!

  19. Ciao Simone, non sai quanto sono stato contento di leggere questo post; l’altro ieri, di fronte ad un D’Alema senza pudore e senza idee, davanti al coro unanime di pressapochisti che si riempiono la bocca di “antipolitica”, ho dovuto buttare giù due righe perché altrimenti il sangue mi saliva agli occhi (quando si dice la scrittura terapeutica!).
    E’ un tema, quello del disgusto, che, mi pare, stia attraversando trasversalmente un po’ tutte le classi, arrivando a “pizzicare” anche coloro che avresti definito pacifici e moderati!
    L’onda cresce, non ci saranno dighe contro lo tsunami…
    Scusate il tono da ultrà, a presto.
    http://dinghymirror.blogspot.it/2012/04/io-sono-antipolitico.html

  20. Questi sono pennivendoli prezzolati pagati per dire le stesse cose da 30 anni. Sono vecchi arnesi del compromesso storico in guerra fredda che difendono l’indifendibile; cioè non vedono una cosa semplice: che ne abbiamo piene le scatole del teatrino destra-sinistra dove loro recitano e mangiano dietro le quinte, e noi andiamo sempre peggio. Perchè questi pennivendoli non hanno mai fatto articoli contro il CAF(craxi andreotti forlani) negli anni 80 quando si mettevano le basi per il saccheggio pubblico? perchè nei 20 anni berlusconiani ugualmente non hanno fatto notare, sommessamente, che questi stavano scassando il bilancio pubblico con la complicità della sinistra? poi uno arriva si incazza e loro si impalcano a fare i saputelli moralisti. Dove eri, moralista pennivendolo? dai! la tua paura, pennivendolo, è di finire a cercare un lavoro vero! Francamente, ne ho piene le scatole di sta gente…bisogna spazzarli via tutti.

  21. Stanno iniziando a mettersi paura, quindi reagiscono al limite dell’isteria.
    C’è di positivo che, in una situazione socio-economica palesemente degradata come l’attuale, questi attacchi di pura faziosità per lo più gli si ritorceranno contro, perchè la gente ora è davvero stufa, ed ha ormai capito il gioco.
    Io stesso mai avrei pensato di votare Grillo, un giorno!
    Unica chance seria di successo che gli rimane, ai poteri forti, è invece la demonizzazione, il terrorismo ideologico, ovvero prendere i due o tre punti più controversi del suo programma e martellare mediaticamente sul fatto che “miseria, terrore e morte” ne conseguiranno.
    Per quelli che davvero non hanno più nulla da perdere, tale terrorismo probabilmente risulterà inefficace, ma… che percentuale della popolazione sono?

  22. ecco il Simone Perotti camaleonte. Dalle solitudini, dalle distanze, dai silenzi, agli interventi a gamba tesa sulla cronaca. Sono ammirata. Complimenti davvero!

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