Passaparola. Ufficio di scollocamento

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63 pensieri su “Passaparola. Ufficio di scollocamento

  1. Stavo dando una letta a quotidiani online e questo:
    http://www.lettera43.it/stili-vita/spagna-prostitute-per-crisi_4367550285.htm
    mi ha lasciato una leggera amarezza… é un fenomeno che ho molto vagamente sentito tirare in ballo di questi tempi. Il fenomeno in sé non é affatto una novità, si manifesta in aumento in certi periodi e questo sembrerebbe poter essere uno di quelli…
    Riflettevo però sulla blanda immaginazione diffusa (facile a dirsi…) che porta all’ appiattimento e alla rassegnazione. Specialmente poi in quest’ epoca in cui é disponibile una sconfinata informazione in rete, dove una idea, una visione -anche piccola- fanno la differenza.
    Riporto a tal fine questo esempio positivo che mi ha fatto sorridere :
    http://www.kitcheninthecity.it/2012/04/26/zafferanami-ovvero-zafferano-a-varedo-inizio-il-racconto/
    http://lapastaefagioli.blogspot.it/2012/05/zafferanamilo-zafferano-milano_04.html

  2. Ciao Giulio!
    Lo avevo premesso io che Carmen Maira e Giada erano state chiare, sicuramente più di me che spesso mi incasino sintetizzando troppo, cioè vado per intuizioni sintetiche, mi faccio trasportare dal cuore e non dalla mente (che menata, eh? a volte mi annoio da sola :)).
    E’ vero, tu non l’hai scritto, ma hai scritto questo: “Preferisco farmi “scollocare” e non licenziarmi volontariamente…Almeno dovranno gestire le conflittualità e tensioni sociali inevitabili!!!
    Se ti licenzi da solo gli fai solo un favore…”
    Così facendo cosa ci si ricava? Si rimane vulnerabili.
    Secondo me è solo energia negativa, per noi e per gli altri.
    Io credo che lo scollocamento sia anche mentale, in realtà lo puoi anche esercitare tutti i giorni andando a lavorare nel “sistema”, porre i dubbi a chi ti sta vicino, mostrare che forse c’è un’altra possibilità, che nulla è ovvio ecc.. E’ vero che così sei in prima linea ed è molto faticoso, ma finchè non si può passare alle azioni per dimostrare che è possibile il cambiamento, credo che questo sia un buon inizio.
    Io, forse come te, credo ancora nella colletività, ma cambiata, rinnovata (io tengo molto agli altri, ma proprio per questo devo diventare forte, coraggiosa e sicura di me), in cui ci sia tempo per stare insieme e tempo per stare da soli.
    Come dice il saggio “Pensa alle persone che incontri…ogni uomo che incontri per la via è una festa, accoglilo con lo stupore che merita..”
    Ciao Giulio, ti sto sorridendo stupita 😉
    rossella

  3. oggi, venerdì 11 maggio, alle 15.00 (tra pochissimo), nel programma “Nel cuore dei giorni” su TV2000, mi collegherò via skype. Se avete voglia parleremo di prospettive, ambiente, natura, scoillocamento, crisi e via così. In diretta. ciao!

  4. A proposito di Facebook, ho messo il ‘mi piace’ a questa pagina (per rimanere aggiornato ):

    https://www.facebook.com/pages/Simone-Perotti/127904933901291

    ma mi sorge un dubbio, e’ la tua o e’ un classico ‘fake’ tanto di moda sul faccialibro?
    Hai una tua pagina personale, cosicche’ possa aggiungerti agli amici? mi farebbe molto piacere !!
    Poi se il 31 riesco a venire a sentirti a Santarcangelo di Romagna, alla fine un bel bicchiere di Sangiovese insieme non ce lo toglie nessuno 😉

  5. Ottimo.
    Vedo dall’agenda che il 30 e 31 maggio sarai qua in zona (ancora in luoghi ed orari da stabilire…), e visto che proprio quella settimana sono in ferie, stavolta vedo di riuscire a venire ad ascoltarti.
    Buon vento !! 😉

  6. PS: ovviamente ho terminato da pochissimi giorni ‘Ufficio di Scollocamento’ che reputo un ottimo saggio, che coglie appieno specialmente in alcuni passi e pagine, il clima della societa’ di questi tempi.
    Sono anche riuscito a reperire, finalmente dopo tanto che lo cercavo, anche il tuo ‘Zenzero e Nuvole’, che iniziero’ a leggere sicuramente a breve.
    Complimenti Simone, spero prima o poi verrai a presentare i tuoi libri anche qua dalle parti di Ravenna, ci sono parecchie librerie in zona 😉

  7. Ho cominciato finalmente stamattina a leggere ‘Uomini senza Vento’ in attesa del tuo prossimo volume.
    Giu’ in cortile, sul dondolo all’ombra del nostro nocciolo, sotto un bel cielo blu …
    Gia’ dai primi capitoli mi piace, mi piace come descrivi le cose con dovizia di particolari, sembra quasi , in alcuni casi, di averne l’immagine di fronte.
    So gia’ che sara’ una gran bella lettura, peccato che la giornata sia stata in parte altalenante a causa di un maledetto dente del giudizio cariato, ma mercoledi prossimo lo salutero’ definitivamente, fino ad allora antibiotico, antidolorifico (solo se serve..) e per quanto si riesca, relax …

  8. …ma dai Giulio, stiamo ancora a parlare di “collettività”!? E’ proprio l’idea della collettività che ci ha portato ad essere delle pecore. E poi, che cos’è la collettività se non l’insieme di infiniti “io”?
    Tu dici che individualmente ce la possono fare solo i più bravi e con risorse disponibili. Sono totalmente in disaccordo.
    Qui a Roma c’è un detto :” c’ho sette…sto.” cioè se ho sette (gioco del tresette) non rischio per fare sette e mezzo…chi invece non ha nulla rischia, si mette in gioco e a volte stravolge e ribalta il gioco.
    Poi c’è anche chi ha mezzi a disposizione e decide di cambiare…beh, certo, per loro è più facile…fortunati loro!

    Qui oggi c’è un sole meraviglioso, il cielo è terso, bellissimo 🙂
    E’ estate, EVVIVA!
    Buon sole a tutti
    G.

  9. Aggiornamento macroeconomico:

    La Grecia non riesce a fare governo: al momento giusto la Merkel allontana la carota e la riavvicina a seconda di quello che il greco di turno si appresta a dire.

    La Spagna si fa quantificare difficilmente, rimane un’incognita per molti aspetti ma si fa sempre bella figura a citarla quando i mercati scendono.

    Gli americani sono messi male, il loro debito non è davvero da poco ma hanno uno spirito diverso dal nostro, festeggiano quelle società che fanno un po’ di utile a scapito dei lavoratori cinesi o vietnamiti e festeggiano i loro mercati che spingono ancora su.

    La Germania è così forte che se investite nei loro titoli di stato paradossalmente vi ritrovate con meno soldi alla fine dell’investimento. Un po’ dispiace anche a loro, perchè ultimamente alle aste dei loro titoli si presentano quattro gatti.

    E ora l’Italia: lo spread è stabile sui 400 bps, e pensare che quando stava a 300 ci hanno raccontato che la situazione non poteva essere tollerata per più di tre mesi, e invece nei mesi passati abbiamo pure toccato i 500. Sono interessi che dobbiamo pagare. Attenzione “dobbiamo” non devono. Quando Perotti scriveva che la pensione è sempre più in miraggio, io la prendevo un pò come frase fatta, che non guasta e fa anche un pò di consenso, anche se non è del Perotti cercare facili consensi, anzi. La fortuna (passeggera) di chi ignora, non legge, non approfondisce è quella di evitare angosciose rendicontazioni sul presente e sul futuro. La sfortuna (sempre passeggera) di chi non surfa sugli accadimenti è l’esatto contrario. Però sul lungo termine ci si organizza meglio. Ci si dovrebbe pensare di più a tutto ciò per valutare meglio le proprie decisioni, anche e sopratutto quelle sul lavoro. E a breve anche per la nostra politica, quindi facciamolo un pensierino a chi al posto di un ditributore di benzina vorrebbe un pannello fotovoltaico o una pala eolica. Se anzichè surfare sulla questione provate ad approfondire scoprirete che sotto il silicio del pannello c’è molto di più di quanto si possa vedere. Parola di Alan Beattie.

  10. a Carmen Maira e Giada: vi ringrazio per la risposta che avete dato a Giulio, avete letto nel mio pensiero e siete state chiarissime. Sinceramente credo che la via sia proprio questa: essere, esistere in funzione di se stessi, non in funzione degli altri. Assumere un atteggiamento per far dispetto a qualcun’altro, ad esempio, significa che cerchiamo e troviamo sempre un antagonista (e se questo per qualche motivo sparisse, in base a cosa agiremmo? siamo in grado o no di avere una nostra linea? abbiamo sempre bisogno di qualcuno con cui prendercela?), significa che siamo sempre in qualche modo raggiungibili, influenzabili, manovrabili, comprabili. E’ esattamente il contrario di quello che voglio io.

  11. Ciao Simone,
    mi son permesso di recensirti:
    http://dinghymirror.blogspot.it/2012/05/scollochiamoci.html
    e spero di non aver tradito il messaggio.

    Non sei obbligato a pubblicare il commento: non voglio link al post; anzi puoi anche cestinare il presente.
    Volevo solo ringraziarti di questo libro e degli altri che l’hanno preceduto.
    A presto.

    p.s. grazie anche per l’invito presente nel libro a venir fuori ed abbandonare nick-name: avverrà anche questo.

  12. @carmen maira
    “credo che il grosso che fa la differenza sia il cambiamento che avviene prima e dopo l’uscita dal sistema, soprattutto nel concreto della vita..”

    l’uscita dal sistema in questa fase non ci puo’ essere completamente!!! Per definizione quando ti scollochi per “mangiare” hai necessità di recuperare denaro in un ambiente che agisce in economia di mercato (cioè nel sistema)

    @carmen maira
    “Lo scollocamento non è un atto dimostrativo, così come non trovo sereno e razionale rimanere per non dare soddisfazione”

    Guarda non è un problema di non dare soddisfazione ma quello di far emergere e cercare di risolvere i problemi collettivamente. Individualmente, ripeto, è una soluzione solo per i piu’ bravi e con risorse disponibili.

  13. @giulio
    a me, onestamente, me frega ben poco di “rimanere” per far dispetto a qualcuno! Se sei soddisfatto e contento…buon per te! Giustamente…perchè scollocarti?
    Io, invece, non ero per nulla soddisfatta e tantomeno contenta (facevo un lavoro alienante, vi risparmio i dettagli)…e ho deciso di dire basta. “Gli altri” non si sono strappati i capelli, ma nemmeno hanno esultato di contentezza…mi hanno, semplicemente rimpiazzato. Non mi sono mai sentita una “disoccupata”, anzi al contrario, sono costantemente occupata nella creazione del mio destino 🙂
    ah, dimenticavo, tutto questo grazie proprio a “quelle menate”…
    ciaooo

  14. Più di tre anni fa mi sono posta il quesito: mi licenzio o mi faccio “scollocare”? Se mi licenzio perdo la partita? Faccio la parte di chi si tira indietro, di chi non combatte? Ci ho pensato bene e ho progettato una scelta alternativa: lasciare il lavoro fisso e la città. Mi sono licenziata perché sentivo di non essere in competizione con nessuno. La mia salute valeva di più di qualsiasi premio di produzione. La mia vita non era una gara di resistenza. Oggi sono precaria, guadagno molto meno di prima, ma spendo pochissimo (risparmio e autoproduco). Faccio l’insegnante e sto studiando perchè voglio occuparmi di disagio giovanile. E’faticoso, ma mi dà più gioia fare qualcosa per gli altri piuttosto che pensare a come spendere la tredicesima. Ciao!

    • Silvia, stai tentando di dare senso alla tua vita per ciò che sei. Morirai a novant’anni, come sarebbe successo in ogni caso, ma nel frattempo… nel frattempo… stai vivendo. questo tentativo è, esattamente, vivere. E’ non tentare che somiglia a una morte prematura. In vita. ciao!

  15. @1light
    Sì. Nei paesi a economia avanzata l’ influenza della tv é arrivata prima che nei paesi in via di sviluppo. Da noi si é diffusa già nel secondo dopoguerra. Ma nei paesi del secondo mondo é avvenuta più tardi, a seconda delle nazioni, questi hanno importato a bassissimo prezzo format e contenuti tipicamente occidentali che talvolta stridevano non poco con la cultura e le tradizioni locali, nonchè con le possibilità di benessere a cui potevano rifarsi. In generale i nuovi modelli di consumo proposti dai media, ma non solo da loro, hanno portato abitanti del secondo e del terzo mondo che si percepivano come poveri eppure autosufficienti, bastanti a loro stessi, a identificarsi come dei miserabili rispetto agli standard di altre parti del mondo ricche. E da lì la rincorsa ai vari percorsi di sviluppo esogeni, anzichè cercare un proprio sentiero originale per lo sviluppo che non si sovrappone esattamente con la crescita economica tout court.

  16. A onor del vero, devo fare ammenda. Il libro l’ho letto frettolosamente. Spulciando qua e là, devo riconoscere che per uno che non é mai approdato su questo blog o non ha mai letto articoli analoghi, l’impatto é notevole. Inoltre, consideravo che é un peccato che il titolo scoraggi quelli che un lavoro non ce l’hanno. Alludo a coloro che vivono ancora in famiglia, con l’ansia di trovare un’occupazione che gli consenta di sganciarsi dai genitori. Credo che lo regalerò ad uno di questi, che si sente un fallito perchë non riesce a corrispondere alle aspettative dei genitori. Così si ubriaca fino a perdere il lavoro di autista presso un corriere: il lavoro non gli piaceva, cosî ha pensato bene di i ubriacarsi e di prendere contromano l’imbocco della superstrada e gli hanno tolto la patente. Il suo sogno é lavorare la terra, ma sembra che sia un’eresia per i genitori che si sono affrancati dal lavoro di contadino e l’hanno fatto studiare. Chissà quanti sono in queste condizioni, frustrati nella loro voglia di sottrarsi al giogo del lavoro che tranquillizza i genitori e consente una vota “normale”. Non compreranno il libro, come può interessare lo scollocamento a chi non ë mai stato collocato? Eppure sarebbe un balsamo sulle loro ferite. Un’occasione persa. Fortunatamente per l’interessato, io non mi lascio condizionare.

  17. @ FRANCESCO
    Pare che navigando si possa udire il canto stregato delle sirene, per resistervi qualcuno all’albero maestro si incatenò

    Il tuo comment è stato toccante, buona vita, capitano di te stesso.

  18. @GIULIO

    i tuoi comment sono sempre piuttosto stimolanti perchè tendono a scendere scomodamente fino alla più sottile obiezione. Approfitto di questo tuo ultimo per rispondere anche a quello precedente che già mi aveva fatto riflettere, quello che si conclude con “menate sul cambiamento interiore” o qualcosa del genere.
    Credo che la differenza tra disoccuopato, diversamente occupato, eversivo, scollocato o licenziato sia proprio in quelle “menate interiori”.
    Personalmente a me fa moooolta differenza tra scollocarmi e farmi licenziare.Ma capisco che per un altro non sia così quindi, Più in generale, credo che il grosso che fa la differenza sia il cambiamento che avviene prima e dopo l’uscita dal sistema, soprattutto nel concreto della vita, poco importa se gli faccio un favore ad andarmene oppure sarebbe meglio stare per dare almeno il fastido… etc etc Lo scollocamento non è un atto dimostrativo, così come non trovo sereno e razionale rimanere per non dare soddisfazione, mi sembrano più menate queste,ci vedo molta emotività:rabbia,retropensiero,insicurezza,insoddisfazione. Lo scollocamento è un progetto di vita,”mi arrangio perchè disoccupato” no. “Non compro perchè non voglio, fossi milionario!” è una cosa, “non compro perchè non posso” un’altra:il sistema “ti viene a prendere”, ti mette nelle condizioni di avere giusto quelle due lire perchè tu possa comprare, e via a correre come un criceto nella ruota!
    Sicuramente se non ci è riuscito simone a toglierti certe perplessità non ci riuscirò io con questo post di dubbia chiarezza, sicuramente non esaustivo come vorrei.Ci tenevo comunque a riflettere su ste menate và…alla prossima.

  19. @Red: d’accordo, ma l’influenza della tv comincia ancora prima di Dallas: pensa che io convivo con la sindrome di Candy Candy! Ma ti pare?!
    Ci hanno tirati su dalle uova come i pulcini nell’allevamento.
    @Francesco: pure io! Pure io in un’ennesima crisi d’identità stavo per vendermi a trentaseimila euro l’anno e non sono stata assunta, poco prima di leggere Avanti tutta. Che vergogna, mi ero tirata a lucido per fare l’assistente di un personaggio guarda… eppure è andata così, ci ho provato e guarda che culo che ho avuto!

  20. “Se io comincio a non comprare a non vivere dove dovrei, a non seguire i rating immobiliari e finanziari, ma semmai a stravolgerli, a non muovermi come mi dicono e quando mi dicono, a produrre in proprio, a riparare, a non fare rifiuti se non nella quantità minima indispensabile etc etc etc, divento un soggetto eversivo”

    Simone sincermente mi sembra una vita da disoccupato piu’ che da eversivo.

    Preferisco farmi “scollocare” e non licenziarmi volontariamente…
    Almeno dovranno gestire le conflittualità e tensioni sociali inevitabili!!!
    Se ti licenzi da solo gli fai solo un favore perchè hanno creato una situazione
    difficile da gestire e ora l’ideale per il sistema è che i singoli spontaneamente si tolgano dalle scatole e pensino da soli a trovare una strada alternativa…

  21. @ La Signorina Trinciabue + @ Tutti
    Il pc che utilizzo – perlopiù – è quello dell’ufficio. Purtroppo non lo uso soltanto io ed evidentemente raccoglie dati a destra e a manca. Per quanto riguarda i programmi installati, purtroppo non ti so ben dire, ma è chiaro che fanno la “spia”!
    In ogni caso tra poco più di un mese avrò chiuso con questa a dir poco orrenda esperienza lavorativa e andrò a vivere con il mio compagno in Liguria.
    Diciamo che mi sono scollocata per amore.
    E per Amore si fanno le cose più belle.
    Forse dovremmo imparare ad innamorarci davvero di noi stessi; credo che tante cose passerebbero in secondo piano.
    In definitiva cosa cazpita me ne frega di avere un’auto nuova o il taglio di capelli all’ultima moda? Quando mi guardo allo specchio vedo tutte le mie splendide rughe e mi ricordo i miei bimbi da piccoli che guardando la nonna le dicevano: “Nonna intorno agli occhi sembra come ci fossero le foglie”….
    Ecco intorno agli occhi ho delle piccole foglie, ma gli occhi ridono sereni.
    Sarò scollocata ma felice!
    Abbraccio a Tutti
    Lilly

  22. Stamattina, dopo aver terminato ieri la lettura di ‘UdS’, mi sono ‘dedicato’ una lunga passeggiata rilassante sul molo qua in zona, 3 km (andata, + 3 al ritorno..) immerso solo nelle mie riflessioni, accompagnato dal fragore delle onde che si frangevano sulle barriere di sassi, e dalla brezza rinfrescante.
    Sembra una cosa normalissima, e lo e’, per me che ho iniziato a ‘downshiftare’ la mia vita circa 8 anni fa, dopo aver raggiunto il ‘limite’, sia in campo lavorativo, sia dentro di me.
    Ma non e’ una cosa possibile per i tanti , troppi, che ancora sono ‘invischiati’ per 9-10 ore al giorno in lavori inutili e tediosi, e che, a tuttoggi, non portano nemmeno ad uno stipendio medio decoroso (parlo qui in Italia ovviamente!!).
    Ne discutevo giusto l’altro giorno con un collega, che ha scelto di farsi passare da part time a full time (pazzo!!) per mere questioni economiche: non conosco la sua situazione, non conosco le sue esigenze, ma dubito che fosse alla fame. E’ piu’ giovane di me, quindi piu’ influenzabile dal mercato, dalla societa’, dal consumismo. E gli ho tranquillamente spiegato, che per 200 euro scarsi in piu’ (forse poco meno, forse poco piu’..) non rinuncerei mai alle mie ore di liberta’, che mi consente un orario di 23 ore settimanali.
    Mi sembra di aver intravisto nel suo sguardo un’espressione triste, del tipo ‘lo so, ti do ragione, ma al momento a me va bene cosi…’, spero per chi si sacrifica cosi, che siano davvero INDISPENSABILI quei soldi in piu’, e che magari non vadano a ‘coprire’ le ennesime spese voluttuarie che li vincoleranno ancora di piu’ al sistema che sta affondando…

  23. Non mi meraviglia che comprino a maggior prezzo verdure (non solo insalata) pretagliate. Nel reparto surgelati vendono anche buste con cavolfiore, cavolo romanesco e broccoli già tagliati. Quindi non freschi, fuori stagione e a prezzo di materiale imbustato e surgelato.
    Suppongo derivi anche dalla debole conoscenza della cucina, nonché dalla scarsa iniziativa personale. Se uno non ha chi gli insegna basterebbe documentarsi su internet e si troverebbero tanti “Tips and Tricks” come ad esempio questo sul cavolfiore:
    http://www.giallozafferano.it/Scuola-di-Cucina/Il-cavolfiore
    Poche persone voglino documentarsi. Anche per bisogni di base inescludibili come il mangiare. Di conseguenza spendono di più e si cibano magari peggio. Eppure trovano le occasioni di scaricare dei films per poi guardarseli. Ovviamente buona parte di questi sono delle “americanate” made in Holliwood che li nutrono altrettando che lo scadente cibo che consumano. Avevo letto che il migliore strumento di penetrazione del predominio americano sulle altre nazioni, specialmente quelle qualche decennio fa sottosviluppate, é stato non l’ uso delle armi, bensì il diffondere a bassissimo prezzo serie tv come Dallas! Sì, Dallas, qualcuno di voi lo ricorda? Eppure attraverso stumenti come questi hanno inculcato stereotipi, aspettative irrealistiche per la stragrande parte delle popolazioni povere come anche per molte di quelle dei paesi benestanti, stili, atteggiamenti da tentare di scimmiottare in un qualche più miserabile modo.
    Quando ripenso alle disinvolte promesse di sviluppo assecondate da buona parte dei politici di questi ultimi decenni (ma anche dai loro elettori altrettanto critici) mi viene da pensare che qualcosa venga anche da lì: da quello “spirito del tempo” dei “mitici anni ’80”. Per osmosi anche solo concedersi di frequentare quegli stereotipi inculcati dai media lascia passare qualcosa. Se siamo ciò di cui ci nutriamo, ovviamente anche nella cultura, allora la dieta e la capacità di prepararsela da sé sono imprescindibili. Abbiamo avuto pure politici che hanno dichiarato di guardare Beautiful e taluni di essersi informanti in anteprima su cosa sarebbe accaduto nei nuovi episodi della serie.
    Non che mancassero già all’ epoca i primi embrionali contributi dati dagli studi sugli inquinamenti, sullo sfruttamento delle risorse, sul fatto che ogni venticinque anni raddoppiava la domanda di energia elettrica da parte della popolazione dei paesi sviluppati.

    Riguardo il discorso del cosa fare una volta che si consideri l’ esigenza di scollocarsi credo che molto dipenda dalla capacità di informarsi. Non tutte le persone sono spiccatamente predisposte alla creatività, ma almeno per imitazione e sucessiva personalizzazione dei comportamenti degli altri un sentiero si può individuare.
    Riporto questa frase tratta da un libro di una velista:
    “Specialmente agli inizi della carriera di giramondo, poco é più utile, incoraggiante e corroborante delle storie ascoltate in banchina dalla voce di quei marinai esperti che hanno solcato in lungo e in largo il vasto Oceano…”
    La testimonianza delle esperienze della vita degli altri ci può rassicurare più di molte letture tecniche, approfondimenti di cui comunque dobbiamo farci carico per acquisire le competenze utili al nostro personale percorso.

  24. Ciao Simone, anch’io sono un downshifter, e precisamente, da ottobre 2010. In quell’estate ho letto “Adesso basta”, ma la mia decisione è stata motivata da tanti aspetti su cui stavo riflettendo e il tuo libro mi ha senz’altro aiutato. Ti scrivo tutto ciò non per chiederti consiglio, ma semplicemente per condividere la mia esperienza. Infatti come saprai è dura difendere le proprie scelte. Mi è piaciuto il video della presentazione di “Ufficio di scollocamento” proprio perchè parli di difficoltà e impegno. Per me è passato ormai un anno e mezzo di downshifting e sento tutta la difficoltà di proseguire in questa strada. Ad esempio, a gennaio mi ha chiamato una società per una posizione prestigiosa. Ci ho creduto molto, devo ammetterlo. Mi sembrava la soluzione a tutti i miei problemi. Ho fatto tutti e tre i colloqui di selezione e sono entrato nella short list dei candidati che ha sostenuto il colloquio finale con l’amministratore delegato. Per una manciata di candidati (forse 2 o 3) non mi hanno preso. Ci sono anche rimasto male. Che mi era successo? Mi ero di nuovo fatto sedurre dalla tranquillità economica e tutte le chimere che sono pubblicizzate a fianco di questa. E pensare che un mio ex collega che era entrato nella mia stessa posizione in un’altra società (più piccola ma con uno stipendio più alto) adesso si trova senza lavoro.
    Adesso mi sto impegnando a rifondare le basi della mia scelta, che viene continuamente attaccata da stimoli esterni. Questa mattina mi ha senz’altro aiutato ascoltare il tuo video, mi da forza e mi spinge a trovare nuova linfa. Pensa che ho riletto ciò che avevo scritto un anno e mezzo fa, al momento in cui avevo preso questa decisione. Ero felicissimo, pochi potevano capire la mia contentezza. Adesso le prime difficoltà mi hanno “scornato”, mi sono buttato giù, ma ora sono più forte. Da un paio di giorni sto riflettendo su tutto questo e mi sento nuovamente felice e, soprattutto, libero. Mi sono dato due regole (semplici e pratiche): 1) ogni giorno mi scrivo la lista delle cose da fare e mano mano cancello le cose già fatte 2) cerco di fare ogni giorno qualcosa per gli altri – anche piccola. Per il resto ho ancora tanti progetti nella mia mente che devo focalizzare bene. Ma sto lavorando su questo e sono sicure che le idee mi porteranno a qualcosa. Sono anche convinto di una cosa: è vero come dici tu, bisogna essere artefici del proprio destino, però io sono anche convinto che ci sia una componente di imponderabilità in questo. Ossia, sicuramente la mia vita attuale è il frutto delle mie scelte personali, ma è anche vero che c’è un qualcosa di più da approfondire. Probabilmente è la propria personalità che viene fuori e man mano scopriamo sempre di più chi siamo. Una volta ho sentito una frase che diceva così: “sognate e la realtà supererà i vostri sogni”. Spesso non tutto è andato come immaginavamo, però se mi guardo indietro ho vissuto situazioni molto belle e oggi mi sto circondando di altre situazioni che non rispondono più ad uno schema che altri mi hanno suggerito. Sto diventando davvero artefice del mio destino, ma il processo è ancora lungo e faticoso.
    Francesco

    • ragazzi L’Ufficio di scollocamento è esattamente quell’incubatore. Proponiamo proprio di aprirne uno dovunque. Rinunciamo io e Paolo a qualunque diritto sull’idea, qualunque royalty, qualunque registrazione di logo o marchio o brand proprio per questo. Leggete il libro, parlatene, e aprite un Ufficio di scollocamento nelle vostre città. Anche come modo per cambiare vita. Alcuni l’hanno già fatto. Molti lo stanno pensando.

  25. @Lilly @Simone: Il problema della parola sottolineata che rimanda ad una pubblicità non è del blog di Simone, ma del pc di Lilly. Hai un Malware installato che raccoglie info sulle tue ricerche e poi ti piazza la pubblicità tra le parole dei siti che visiti. Di solito questi programmi si autoinstallano con le toolbar, ne hai una installata nel browser? Fai controllare il pc.

  26. Simone grazie per il grande aiuto. Lo devo anche a te se mi sono da poco volontariamente “scollocato”. E solo facendolo, scollocandosi e mettendosi a guardare il mondo da una nuova prospettiva si può veramente cogliere l’essenza del tuo messaggio e alla fine non è altro che la voce della nostra anima. Ma il punto è: che si fa ora? Ognuno per sé e Dio per tutti o si fa qualcosa mettendo insieme idee, energia e coraggio? Hai in mente qualcosa? Non è che ti voglio scaricare la responsabilità dell’azione, ma è un fatto indiscusso che tu fra tutti sei quello che ha chiara la visione. Il passaparola va bene, ma ho paura che lasciando che le cose maturino da sole ci voglia un tantino di troppo. Serve un incubatore che acceleri il processo… Io ci sono.

  27. @ FRANCESCA
    miiiiii francè, allora non sono la sola ad avere sta pensata! l’hai fatto? Lo dico che ci vuole na botta di simone per sistemare sto “gap” da pelare transgenerazionale.
    Propongo ufficialmente al M° Perotti di organizzare dei corsi per i genitori dei downshifter, si stanno mettendo le mani ai capelli!! Avviliti della serie: ” e io che t’avevo fatto studiare a detroiittt” . Oppure come mio padre “u sapiva yo,ca kkiù studìi e kkiù kugghiuni addivinti!”
    Ma ce lo vedete il nostro lupo di mare a fare le riunioni di parent training a tipo SOS tata? ah ah ah

    A parte sto cazzeggio inutile che ogni ttantu mi pigghia…
    credo che la reazione di tua madre sia importante e può significare che davvero il downshifting non è solo dei downshifter
    e lo scollocamento, forse, in verità, profondamente, lo vogliamo tutti tranne…fate voi.
    Ciao Francè

  28. Le pagine di ‘Ufficio di Scollocamento’ dalla 109 alla 113 andrebbero stampate in grande, incorniciate , ed appese in tutte le citta’ d’Italia, oltre che pubblicate su tutti i quotidiani, per far capire alla maggioranza degli italiani, quanto siano pecore !!
    Nulla di piu’ vero di quel che scrivi Simone, io lavoro (part time per fortuna..) nella GDO, in un supermercato grazie a Dio medio, in una zona ‘aperta’ ovvero non inglobato in qualche cattedrale di cemento come sono oggi gli attuali iper.
    Si parla tanto di crisi, tutti frignano che i soldi non bastano, tutti a cercare di fare la cresta di qualche centesimo alla frutta e verdura, e poi??
    E poi arrivano in negozio in auto, i due terzi di queste sono SUV o auto di grossa cilindrata, le persone, a casa a fare shopping, sia durante la settimana sia durante i ponti (che fanno solo loro ovviamente..) sono sempre QUELLE !!
    Se squilla il cellulare tirano fuori non meno di un IPHONE dalla borsa, le mani sono ovviamente ingioiellate (signore) o rigorosamente adornate da orologi non certo da primo prezzo (signori).
    Quando senti i discorsi di queste persone, ovvero del popolino, della maggiorparte dei clienti di tutti i supermercati d’Italia, sembra sempre che stiano campando a pane e cipolla (purtroppo qualcuno c’e’ che , per fortuna sono ancora pochi…), poi ti rendi conto che stanno discutendo di cose di cui non sanno nulla! NULLA !!
    Si lamentano dei prezzi e poi, invece di acquistare una bella palla di lattuga fresca a 1.97/kg, per ‘fare prima’ prendono quella in busta ( 3.20 euro/100 gr.), e via dicendo. E alle casse si lamentano, si lamentano, si lamentano.
    Si lamentano di tutto e di tutti, pero’ quando arrivano i giorni di festa, riempiono oltremodo i carrelli di tanta di quella roba, che sicuramente la meta’ e forse piu’, verra’ gettata nel pattume, e tutto questo proprio perche’ il sistema li/ci cresce cosi: lavorare per produrre beni a cui correre dietro, e dove spendere soldi che poi, non bastando, ci faranno lavorare ancora di piu’…
    Le pagine di cui sopra andrebbero davvero utilizzate come un ‘mantra’ per risvegliare le menti degli italiani assopiti ed asserviti alla tivu’, al calcio (che pena…) ed alle varie veline da gossip…
    Il libro l’ho terminato oggi pomeriggio, davvero un bel saggio Simone, adesso pero’ attendo il SImone ‘narrativo’ ,il 30 maggio , con ‘L’equilibrio della farfalla’ 😉

  29. “phishing” è un’altra cosa, ma il concetto è assai simile. Ormai la rete, il web è come una giungla. Bisogna guardarsi le spalle e correre più veloci, altrimenti si viene “mangiati” 😉

    Lo scollocamento è anche questo, un specie di ritorno al far west, alla legge della giungla.

    Non era più semplice e sicuro rimanere “fedeli al sistema” e continuare ad acquistare mogi mogi i futili beni proposi dalla pubblicità? La giungla può diventare assai pericolosa ed infida .. 🙂

    Personalmente, ma è una percezione puramente personale e privilegiata, tutta questa contrapposizione sistema vs downshifting io non la vedo.

    Ma sono certo di una cosa. La libertà inizia laddove finiscono le necessità materiali primarie. Tutto sta a definire ed individuare quali ono quese benedette necessità materiali primarie irrinunciabili, ma qui rischiamo di entrare in una discussione senza fine ed anche per certi versi priva di senso.

    Le necessità primarie dipendono sostanzialmente dal contesto, dalle esperienze di vita, in buona sostanza da come si è abituati.

    Se si è abituati bene o male (dipende dai punti di vista), come lo siamo noi, anche una piccola rinuncia materiale può essere vissuta come un dramma. La prima volta, la seconda già meno e la terza la rinuncia non è più vissuta come tale. Infatti l’uomo è un animale assai adattabile.

    Se si sente il bisogno di sviluppare maggiormanete il lato interiore e spirituale della vita, è perchè effettivamente esso manca nella nostra vita o è presente in maniera insufficiente.

    Il discorso delle necessità primarie è quindi assai cpmplesso e non può certo limitarsi alle necessità materiali. Come in tutte le cose la necessità principe è quella del raggiungimento di un equilibrio armonico fra materiale e spirituale. Essendo l’uomo un frutto della natura, esso non può certo sfuggire a questa legge fondamentale.

    Ma una cosa va detta e ripetuta: mai come nella nostra attuale società del benessere (materiale) egli (l’uomo) ha una effettiva possibilità di scelta. In passato per la stragrande maggioranza degli umani le energie erano assorbite al 99,99% nella soddisfazione, spesso non raggiunta, delle necessità primarie biologiche.

  30. be’ mettila così: è il prezzo che si paga per la notorietà!
    🙂
    non ti curar di loro ma guarda e passa!
    ciaoooooooo

  31. Mio nonno era un contadino. Dopo essersi salvato dalla guerra non ha ascoltato il richiamo della città (e della fabbrica) ma ha continuato a coltivare le terre e i vigneti da cui traeva il giusto per vivere. Non era ricco, ma era un uomo felice. Non ha mai avuto l’auto. Girava in motorino e d’inverno metteva i fogli di giornale sotto la giacca per proteggersi dal freddo. I primi di settembre tutti gli abitanti del suo paese si riunivano per decidere i turni della vendemmia; in questo modo le famiglie si aiutavano a vicenda nel lavoro senza tirare fuori una lira. E noi pensiamo di non farcela…Scusate per questo post un po’ personale.

  32. @ Simone: ti segnalo una cosa assai strana. Nella tua risposta a Giulio, c’era la parola “acquistare” sottolineata e se ci passavi sopra con il mouse ti rimandava ad un sito di acquisti (Groupon). Si è aperto il sito e mi ha sbattuto fuori dal tuo.
    Secondo te tutto ciò è normale?
    abbracci a tutti
    Lilly

    • che bastardi… phishing… Groupon, non è la prima volta che sento queste cose… quando vedono un sito che viene cliccato molto lo aggrediscono così… far west

  33. Simone la tua analisi è perfetta e tu sei bravissimo…

    Solo che invece di incazzarci collettivamente con chi ci ha preso per il culo per tutti
    questi decenni cosa dobbiamo fare, scollocarci individualmente e volontariamente!!!

    In pratica quello che hanno detto i tecnici. Non esiste piu’ il posto fisso per tutti,
    i tempi sono cambiati, riforma dell’articolo 18, le pensioni ci saranno forse a 70 anni (quelli sociali)….

    L’analisi delle responsabilità è diversa, molto diversa, ma la cura da fare SEMBRA la stessa.

    Scollocatevi e/o rendiamo facile lo scollocamento (licenziamento).
    E provate da voi stessi a reinventarsi un lavoro, una attività…!!!

    Scusa se sono un po’ rompiscatole, ho estremizzato i concetti,
    ma è per capire dove è la differenza di azione finale dei singoli in termini pratici …. a parte le menate
    del cambiamento interiore!!!

    • Giulio ciao. La differenza è enorme, abissale. Se io comincio a non comprare, a non vivere dove dovrei, a non seguire irating immobiliari e finanziari, ma semmai a stravolgerli, a non muovermi come mi dicono e quando mi dicono, a produrre in proprio, a riparare, a non fare rifiuti se non nella quantità minima indispensabile etc etc etc, divento un soggetto eversivo, perché in questa epoca votare è diventato comprare e l’urna il registratore di cassa. stai sicuro che non vogliono questo, anzi, l’opposto e cioé che continui a partecipare al grande carrozzone ma smetti di lamentarti e fai da te quello che dovrebbe fare il sistema. ciò prendere da te senza darti. il mio libro è uscito da cinque giorni e i giornali l’hanno ignorato. ti dice qualcosa questo? finché ero il fighetto milanese bizzarro che si ritira in barca andavo bene. ora la faccenda si fa più complicata. se parlano del mio libro rischiano…

  34. Fondamentale il passaggio sulla necessità di porsi delle domande “profonde” circa i nostri comportamenti e abitudini. Chi pensa di scollocarsi saltando questo passaggio temo sia destinato a fallire.

    Emozionante quando parli del premio straordinario…cioè “sentirsi nuovamente circolare il sangue nelle vene”. Io l’ho vissuto e lo ricordo bene quel periodo. Vale una vita intera.
    grazie

  35. Ieri. IO: mamma, ti faccio vedere questo video..è Simone Perotti, parla di scollocamento, della crisi, di ricominciare a vivere… LEI, perplessa: quanto dura?
    IO: pochi minuti… Lei si è seduta, quasi per accontentare una figlia insistente e ha iniziato a vederlo, inizialmente scettica, poi, visto che non diceva nulla, ho provato a fare un commento.. “SSHHHH…fammi sentire!”…Le è piaciuto moltissimo, soprattutto nella parte dove parli contro la massificazione e la scelta dell’individuo, l’azione di uno. Qualcosa si muove anche da quelle parti. La generazione che ci ha preceduto sa cosa significa vivere SENZA…senza cellulare, televisione, computer, SUV, verdure già pronte, “lavate e stirate” del supermercato, TAV..e di tutte quelle altre cose non essenziali. Quella generazione lo sa e, pur avendo lottato e faticato per ottenere questo “benessere” illusivo e fasullo, forse un pò di nostalgia ce l’ha. Carmen, io glielo farei vedere il video alla tua mamma. Non smetterà di chiederti di fare concorsi, ma forse una domanda se la farà.

  36. @carmen maira
    il tuo messaggio ha reso la mia giornata più serena. Sei una bella persona. Dì a tua madre che le isole che guardi mentre bevete il caffè io non me le posso permettere manco in cartolina.
    Un abbraccio.
    Lilly da una soleggiata ma sempre caotica Milano!

  37. Ciao Simone,
    bella giornata ieri a Milano: volti perplessi, assertivi, incuriositi, attenti…messaggio forte e chiaro!
    Complimenti per la tua simpatia e serenità. Auguri per i prossimi incontri e buona vita!Quella vera!

  38. @Carmen,
    certo che è giusto! Anch’io sto lavorando ai fianchi di mio padre, senza arrabbiarmi e senza farlo scaldare troppo.
    Siccome negli anni ottanta un pò di Milano ce la siamo bevuta anche noi, ora con l’orgoglio che ha come fa ad ammettere i casini che tutti abbiamo combinato? La responsabilità ce l’hanno anche loro, ci mancherebbe. Han finto di non vedere, hanno protetto il loro piccolo salvadanaio dando il voto a chi garantiva benessere economico, fregandosene altamente di quello sociale ed ambientale.
    A volte mi faccio raccontare da mio padre di quando era ragazzo, del modo semplice in cui viveva. L’ultima volta mi ha detto di quando i carabinieri l’han beccato a distillare grappa, nascosto in mezzo al sorgo, più o meno nel punto in cui molti anni dopo provai a piantare un pò d’erba!
    Lavora sui ricordi, fatti mostrar le foto di quand’erano giovani, prendili in giro. Se ci riesco io coi miei due bacchettoni ce la fai anche tu!

    Simone, che dire? Vai avanti così!
    Com’è andata la presentazione a Milano ieri?

  39. Chi smette di essere occupato lavora di più.. verissimo! Mi piace la determinazione con cui hai parlato, sono cose molto serie!

  40. WoW tutto chiaro in 10 minuti!
    Senti Simone, se lo faccio vedere a mia madre sto video, secondo te, la finirà di scassarmi la minchia con sto mantra “fai sto concorso fai st’altro concorso non si sa mai…”
    Forse, fatto da te, sto discorso dello scollocamento l’accetta!
    Come fa a non comprendere…Ma se io bevo il caffè di fronte alle eolie ogni mattina, non mi manca l’indispensabile e pure il pediatra mi dice che con i bambini è sufficiente la regola delle “S” sport,sole e sorrisi possibilmente sporchi!
    Ma ti pare che ora io mi vado a sbattere in provincia di Cuneo(senza offesa) per un posto che mi garantisca cosa? la busta paga per farmi accettare 2-3 finanziamenti per un televisore grande quanto un camion e vestiti in triste beige quadrettato? saranno più felici così le mie figlie?
    Io non lo sono stata.
    Senti…parlaci tu…tu sei così sicuro,lucido,tranquillo,io m’incazzo…
    le faccio leggere il pezzo di più alta, lucida e spietata analisi del tuo ultimo libro, l’analisi trangenerazionale, sulla quale tutti tacciono come un tabù :
    “i nostri genitori dicevano così e noi ci siamo fidati. Che errore tragico, che vergogna per una generazione seguire gli insegnamenti dei genitori!”

    Tu sei bravissimo,ma forse quella generazione non può capire,forse è meglio che non si accorga dell’errore altrimenti ne soffrirebbe troppo. Che dici, lascio perdere?
    Scassamento di gabbasisi a parte,
    secondo te, è giusto che quella generazione abbia consapevolezza di quello che è successo e sta succedendo? può fare qualcosa?
    Se è sì, Scrivi un libro per loro no? chessò io…na lettera al padre 🙂 cià

  41. Intanto il voto di oggi potrebbe significare che i tempi forse stanno cambiando davvero. Forse con una bella e inaspettata accelerata. Senza dimenticare che non possiamo contare in nessun altro che in noi stessi.
    BV

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