Una di oggi

Freedom Concept

Frammenti di giudizi nell’epoca del cambiamento: O. mi dice che la mia non è decrescita. F. mi ammonisce che mi occupo di molte cose e ho troppo da fare. P. si chiede se io sappia stare lontano dall’adrenalina della mia vecchia vita. C. mi manda letteralmente a quel paese dicendo che io non ho per niente rallentato. Classifiche e definizioni affascinano molto: meglio, peggio, dentro, fuori. Promosso, bocciato. La purezza.

La stampa, parlando di me, dice spesso che mi sono “ritirato” a vivere in Liguria. Oppure che ho “smesso di”… o che ho “rallentato il ritmo”, che sono “uscito da”. Nelle definizioni, pochi si occupano di dove sono “entrato”. Che io non vada “veloce” serve a molti come garanzia. Di cosa, purtroppo, non lo so. La mia vita deve essere “poco”, “senza”, “piano”, “raramente”, altrimenti non vale. Se da un verso capisco il perché, da un altro mi viene da sorridere.

Credo che abbia a che fare con concetti come “il passato”, “una volta”, “ritorno”. C’è in giro molta gente affascinata dal tempo che fu, da epoche dorate ormai lontane (che nessuno ha mai conosciuto), del tutto sfiduciata in quel futuro che tutti i grandi uomini (che magari ammiriamo) guardavano con speranza. “Un tempo sì che…!” “Oggi invece…”. Ma si stava così meglio, quando si stava peggio? Se si stava peggio, preferisco di no.

Constato che la cosa che è passata meno, di tutti questi discorsi, è la libertà. Se un tempo era “partecipazione” (mah!), oggi è variazione (varia-azione), ovvero poter agire in modo vario, cambiare, dedicarsi a una cosa e poi al suo opposto, in modo asincrono e rapsodico. L’omologazione (omologa-azione) ci costringe alla velocità, alla ripetizione, ci rende pedissequi e monotematici in un tempo che da “tanto” è diventato “sempre” e poi “solo”, senza varietà (varia-età, avere diverse età in uno stesso giorno), costretti a immaginare invece che agire (ma come si dice in un grande romanzo “immaginare è agire!”). Libertà non è mai stata partecipazione, semmai è azione (cioè non è mai stata…), e non è neppure rallentamento. Libertà non è un anno sabbatico trascorso a trastullarsi (la parola “viaggiare” gode di ottima stampa tra quelli che non si muovono), non è (necessariamente) svegliarsi tardi, essere in ritardo, avere davanti giornate senza impegni. Lo è “anche”, non “solo”. Non è certo tornare indietro nel tempo, non è fare “solo” il contadino, non è “senza”, non è “contro”. C’è una fase in cui queste parole affascinano e hanno senso, e quella fase si chiama “teoria”, tipica di chi pensa, magari partecipa, ma non agisce la sua libertà. Ma dura poco…

La libertà vissuta, esperita, la libertà come quotidianità e come stato interiore, è dopo quella fase, quando si va. Crescita e decrescita possono arrivare a equivalersi, quando diventano religioni. Lentezza e assenza paiono velocità e opulenza, quando vengono pronunciate in una preghiera. La libertà ha qualcosa di fortemente anarchico, è variare tempi, luoghi, mondi, azioni, tra velocità e lentezza, nell’arco di una stessa, sola, lunghissima giornata. “Non una sola vita. Tutto è sempre e solo un inizio. Come questa storia. Fine.” (da “Stojan Decu, l’altro uomo”, Bompiani, 2005).

Una giornata di oggi, però. Autenticamente nostra e di oggi. Non teorica, non di ieri, né di domani, fatta di speranza e progetto futuro tanto quanto di memoria e tradizione. Fatta di vita. Nostra.

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19 pensieri su “Una di oggi

  1. eh certo.. partecipare non vuol mica dire agire.. Simo mettilo sulla pagina di fb.. Va condiviso!!! Absolutly!! Un abbraccio alla Signora Susanna, pensiero forte. Ce la faranno! Ciao Grande!!

  2. Ciao Isa

    mi piace il tuo commento.

    Dici che spesso ti manca la capacità di riuscire a spiegare agli altri che ciò che ti impegna ogni giorno è creare la tua esistenza.

    Io credo che il tuo desiderio di riuscire a spiegarglielo sia apprezzabile e genuino, ma non sono convinto che la tua sia mancanza di capacita’, perche’ a me e’ bastato il tuo commento per capirlo.

    Io ad esempio noto sempre piu’ spesso che le facce diventano perplesse appena gli spiego cosa faccio, cosa sto facendo, cosa mi piacerebbe fare e qual e’ la mia filosofia di vita…

    Subito dopo mi accorgo che lo sto spiegando a persone che vengono da decenni in cui sono state abituate a non occuparsi della propria vita, ma a lavorare a testa bassa per fare carriera, accumulare TFR, risparmi e prendere la pensione, a discapito del loro spirito, dei loro familiari, dei loro figli, della loro salute fisica e mentale…
    E anche se non hanno fatto carriera, non hanno accumulato risparmi, hanno vissuto con questi miti nella testa.

    E’ evidente che si tratta di filosofie diametralmente opposte e non di mancanza di capacita’ comunicative.

  3. Non ho mai pensato che sarebbe stato facile, il cambiamento. E’ un impegno continuo, è, in effetti, un’esperienza ricca, complessa e complicata. Che molti osservano, immobili, riuscendo solo a cercare un giudizio nell’impossibilità di volerne comprendere il senso. Ho sempre detestato che mi chiedessero “che lavoro fai”, come se la sintesi rappresentativa di una persona fosse quella. Ora lo detesto ancora di più, perchè ciò che mi impegna ogni giorno è creare la mia esistenza, ma spesso mi manca la capacità di riuscire a spiegarlo.

    • Quando mi chiedono che lavoro faccio rispondo sempre “quello che mi occupa il meno possibile”. le facce ogni volta sono le stesse. incredulità, falsa ironia… molto divertente. ciao!

  4. Pingback: Una di oggi | FiascoJob Blog

  5. Prendo spunto dalla pratica sportiva per un ragionamento.
    Non é possibile allenare contemporaneamente qualità differenti sperando di massimizzarle tutte. Es. la corsa in velocità e quella podistica richiedono esercizi differenti, la muscolatura (anche quella cardiaca) assumerà forme differenti oltre a svilupparsi a seconda del tipo di sforzo che ci si abitua ad effettuare.
    Penso che sia così anche per altre cose della vita come i comportamenti, le abitudini, i riflessi. Ci sarà sempre qualcosa che prevarrà, in cui ci specializziamo.
    Ho dubbi che si riesca a passare da uno stato mentale ad un altro, ad esempio la coppia lentezza-accelerazione, con grande scioltezza. Sarebbe l’ ideale, certo.
    È la pratica (sportiva o di altro genere) ad essere allenante di per sè. Praticare certe virtù, abitudini é un processo di specializzazione a discapito di altre caratteristiche. (Se si vuole, é anche il principio darwiniano della evoluzione che implica specializzazione e selezione)

    • Red, capisco quel che scrivi. condivido anche, in parte. Tuttavia noi siamo quelle diversità, siamo silenziosi e ciarlieri, in misure e modi diversi, così come solitari e promiscui, avventurosi e paurosi, leali e traditori, creativi e applicativi. il mondo in cui viviamo massimizza molto su di noi, inquadrandoci in un modo definito, punto e basta. Libertà è anche questa varia-azione, alla riconquista di quello che il mondo ha deciso che non siamo. naturalmente qualcosa ha la prevalenza. Ma non è una gara, dunque va bene.

  6. Anche se fatta e detta in buona fede non vorrei che questa cosa:

    “Non sarà facile, no… ma sarà molto vero”

    potrebbe sembrare un “nuovo ammortizzatore social-psicologico”….

    Scusa Simone se faccio il rompiscatole ma è per capire con tutti voi se realmente sono queste le azioni piu’ appropriate da fare

    • io invece spero che diventi la realtà. viviamo vite dure, e per di più poco adertenti alla nostra vera natura. se dobbiamo colare a picco, psero che almeno sia vivendo quello che vogliamo. ciao!

  7. Ognuno probabilmente ha una sua specifica maniera per entrare nella fase nuova della vita, quella che implica non solo la decrescita dai consumi, ma soprattutto la graduale “liberazione” dalle logiche complessive del “produci&consuma”… per me e per mio marito, forse, comincia oggi. Lui oggi viene licenziato, e considerando la sua età vicina ai sessanta anni (ma grazie alla nuova legge, ancora lontanissima dalla pensione), è improbabile che possa trovare un nuovo lavoro simile a quello che perde. Ci dobbiamo a questo punto inventare una nuova vita, e non sarà un male, anche se non è una scelta spontanea, come è stata la tua, Simone, o come è stato per molti altri.
    Ma forse per le persone più prossime ai 60 anni che ai 50, solo un calcio della sorte può aiutare ad aprire gli occhi e guardare più in là delle solite visuali, e scoprire magari le insperate potenzialità insite nella necessità di reinventarsi un nuovo orizzonte da esplorare, invece che cullarsi nelle sicurezze della routine.
    Almeno, lo spero.
    Non sarà facile, ma per fortuna c’è – anche qui – qualcuno con cui confrontarsi.

    • In bocca al lupo Susanna. Non sarà facile, no… ma sarà molto vero. Pensa al tempo che recuperate. Tempo sottratto alla morte. un forte in bocca al lupo!

  8. Simone, dire che la libertà non è, come cantava Gaber, partecipazione (ma come tu dici, azione) è un vero gesto di coraggio. Tutta la cultura è di sinistra e vive di mostri sacri. E tu gliene tocchi uno tra i più sacri. Devo dire che hai fegato… Poi non lamentarti se non ti mettono sui giornali. In bocca al lupo sempre. Soprattutto ha chi ha le palle per dire quelolo che pensa.

  9. “Dato che non penseremo mai nello stesso modo e vedremo la verità per frammenti e da diversi angoli di visuale, la regola della nostra condotta è la tolleranza reciproca: La coscienza non è la stessa per tutti. Quindi mentre essa rappresenta una buona guida per la condotta individuale, l’imposizione di questa condotta a tutti sarebbe un’insopportabile interferenza nella libertà di coscienza di ognuno”M.Gandhi
    In una giornata piena di cura dell’orto e giardino, a godere il sole e rientrata per un’improvvisa pioggia,lettura, scrittura,ordine e confusione, riposini e “grandi manovre” in casa, silenzio,vecchie canzoni,nostalgia,progetti…di tutto di più.Io, oggi,qui.Come sto? Non lo so, ma non importa. Anche una poesia, venuta così…:
    Sta soffiando un forte vento
    e
    spazza via dalla mia vita
    ruderi,mummie,falsi desideri
    e
    tanta roba inutile.
    Spero che tu rimanga.
    Tienti forte,amore mio!

  10. Solo chi ha fatto vera pulizia interiore può capire il grande Simone Perotti. Ma quale ritiro, ma quale rallentamento,quale uscita! Ha deciso di VIVERE,di vivere veramente a pieno petto!

  11. La libertà è un concetto molto interessante, quasi nessuno è libero (per lungo tempo) quasi nessuno ne assapora il significato (per lungo tempo). Sono gli attimi di libertà quelli che viviamo momenti che ci fanno sentire con il cuore come sarebbe essere liberi, che durano un minuto, forse un giorno, e poi spariscono e restano ricordi lontani. Quello che fa strano è come non le persone non ricerchino mai la libertà, sembra quasi che impossibile averla, quindi tanto vale non cercarla nemmeno. Oppure, ancora più inquietante, si crede di essere già liberi.

  12. Oh, visto che qui siamo liberi, lo siamo anche di sparare cazzate.

    Teoria delle persone pure ed impure.

    A questo mondo esistono le persone pure e le persone impure. Le prime non hanno bisogno di additivi, le seconde sì. Le prime non sono capaci di gustarsi un accidente senza aggiungere qualcosa. Ad esempio, la pasta senza formaggio, le patatine senza il ketchup, il caffè senza zucchero, una trombata senza aggiungere la sigaretta. Poi ci sono le persone pure che non hanno bisogno di additivi. Naturalmente le persone impure hanno bisogno di dare un tocco di purezza alla loro vita. Allora ti dicono che loro, per dire, odiano i profumi perché non vogliono coprire l’odore naturale della pelle. Naturalmente te lo dicono fumando e con le narici otturate da anni di nalazione di porcherie varie. Di solito, le persone impure ambiscono a trovare le impurità nella vita altrui. Volgarmente detto Molto meglio cercare la pagliuzza nel tuo occhio che trovare la trave nel mio.

    Ogni allusione é puramente casuale. Col cavolo.

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