Niente. O solo per soldi

Sotto l’alta scarpata di macchia mediterranea tra le Cinque Terre e Porto Venere, all’àncora, ieri, pensavo…
Quanto siamo fragili. Quante cose potremmo fare. Quanto la realtà non esiste… se non attraverso di noi. “Il viaggio è il viaggiatore” scriveva Fernando Pessoa.

A bordo ci siamo scervellati con Gigi e Max: possibile che esistano solo due vie: 1) fare come facciamo tutti oggi (nella media: non avere una barca; affittarla solo due settimane l’anno; per il resto del tempo fare altro col languore di quello che non si fa) oppure 2) lasciare e navigare per lavoro (dunque: doverla comprare; faticare per mantenerla; navigare per lavoro). Tutto nasceva dal fatto che io faccio sempre più fatica a far pagare la gente per navigare insieme.

Il sistema del denaro mi sfianca. Con tante delle persone che vengono a bordo nascono amicizie vere, che mi mettono in imbarazzo quando devo farle pagare. Fino a che sono degli estranei, ok. Poi però… che passi denaro tra loro e me mi infastidisce, tenta di rovinare quello che facciamo. Ho già dichiarato pubblicamente e privatamente che se potessi navigare senza dover guadagnare i soldi che mi servono per vivere, sarei l’uomo più felice del mondo: le persone avrebbero cittadinanza gratuita sulla mia barca, ognuno porta una bottiglia di vino, finita lì. “Dove siete?” “A Sifnos” “Arrivo domani” “Ti aspettiamo. Portami del gray tape che l’ho finito”. Invece noIl denaro rovina (o tenta di rovinare) quasi tutto quello che tocca. Io però ci campo con la barca, e non ho soldi da poter avere una barca senza che lavori. Dunque? O così o niente?

Tanto tempo fa teorizzavo la multiproprietà allargata. Poche migliaia di euro a testa per una moltitudine, decine di persone, tutti proprietari. Magari uno solo “in charge” della gestione, anche a turno. Ma non si può fare. Quando c’è di mezzo il denaro, anche poco, finisce che si bisticcia. “Andiamo di là” “no di là”. Fine del viaggio. Ero un po’ troppo ingenuo (invece ora…). Da qualche anno, dico a tutti: “cerca di fare in modo di promuovere i miei libri. Se ne vendo tanti compro una barca grande e tu vieni a bordo gratis quando vuoi”. Lo farei davvero, anche se naturalmente pochi ci credono (quelli che mi conoscono bene e sanno che raramente dico una cosa e poi non la faccio). Per molti è una mossa da paraculo. E ti pareva. Solo che io lo dico sul serio. Io compro la barca (così c’è uno che decide e non facciamo casino) ma chiunque ci può venire gratis (fino a esaurimento posti). Quelli antipatici li sbarco. Io lo farei, ma sul serio, non a chiacchiere. Solo che mi sa che non avverrà… Oppure sì?

Lo scienziato Higgs pensò al Bosone senza nessun elemento per sapere se esistesse o meno. Pensava avanti. Cercava qualcosa che non c’era, che sembrava impossibile. Era andato oltre la realtà, oltre il limite. Il punto è: ci sono solo due strade (niente, oppure a fini di lucro)? Ecco una bella rotta da fare, alla ricerca di una terza via. Dobbiamo superare il denaro, legarlo, imbavagliarlo, farlo ridiventare schiavo. Siamo noi la realtà, e siamo troppo poco, abbiamo poche idee, siamo fragili. La realtà dobbiamo deformarla noi, non farci deformare. Quella bella proda scoscesa coperta di macchia mediterranea nel pieno sole di luglio, ieri, me lo sibilava al suono di un esercito di cicale festanti. Simone fatti venire delle idee. Tante e buone. Adesso.

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101 pensieri su “Niente. O solo per soldi

  1. Per paracularmi il giro in barca ti dico subito che ho comperato i tuoi libri e ne ho fatto anche regali spiegando agli amici che qualcuno lo ha fatto con molto entusiasmo … L’ufficio di collocamento l’ho messo sul comodino senza leggerlo, appena supero l’impatto del settembre che è alle porte …
    In barca si diventa amici o nemici per il perimetro limitato, ti chiederei lo sconto perchè il valore di navigare con l’autore va riconosciuto.
    Ti propongo di inventare il salotto sull’acqua con lo scrittore (fucina di idee sul tema)
    Mi piace seguirti nel blog ma non capisco a fondo perchè hai deciso di non trasformarlo in un piccolo reddito. Internet è libero e potrebbe darti libertà economica. Sei uno scrittore e pubblichi vendendo libri anche questo è fare economia e non c’è da vergognarsi mi pare. Semmai la scelta di chi compare potrebbe essere la differenza: invece della rotazione indiscriminata di nomi decisi da terzi, una tua offerta a un certo tipo di mercato …. i lettori del blog saranno aumentati vero?? Perchè non fare una operazione che ti permetterebbe maggiore qualità di vita facendo una piccola informazione nel tuo stile??
    Allora si che in barca ti porti solo gli amici con un buon vino al posto del biglietto …
    Ciao Simone

  2. “Quelli antipatici li sbarco”…
    Eh, ma come?
    In questo momento sono ormeggiato a Preveza, e ho il problema di una persona che non vuole sbarcare, nonostante le evidenti incompatibilità.
    Sto pensando di rivolgermi alla Guardia Costiera greca, ma non è semplice…

    • Mauro il comandante sei tu. se ha fatto qualcosa di grave lo sbarchi e basta. se è antipatico, invece, te lo tieni e lo gestisci. il driver è la sicurezza e l’ottemperanza alle regole. ciao!

  3. Il sistema del denaro mi sfianca. Con tante delle persone che vengono a bordo nascono amicizie vere, che mi mettono in imbarazzo quando devo farle pagare. Fino a che sono degli estranei, ok. Poi però… che passi denaro tra loro e me mi infastidisce, tenta di rovinare quello che facciamo. Ho già dichiarato pubblicamente e privatamente che se potessi navigare senza dover guadagnare i soldi che mi servono per vivere, sarei l’uomo più felice del mondo: le persone avrebbero cittadinanza gratuita sulla mia barca, ognuno porta una bottiglia di vino, finita lì. “Dove siete?” “A Sifnos” “Arrivo domani” “Ti aspettiamo. Portami del gray tape che l’ho finito”. Invece no… Il denaro rovina (o tenta di rovinare) quasi tutto quello che tocca. Io però ci campo con la barca, e non ho soldi da poter avere una barca senza che lavori. Dunque? O così o niente?

  4. Pingback: Imbavagliare il denaro « minimo.

  5. Ciao Simone,
    una domanda. Se esistesse una moneta diversa dall’euro per pagare i tuoi servizi, chiamala martex, nautrica o come più ti piace, una moneta esterna ai circuiti economici odierni, priva di tasso di interesse ed immutabile nel tempo, che potresti magari anche utilizzare per comperarti frutta, verdura e tutto quello che necessiti per vivere, ti darebbe sempre così fastidio accettarla in cambio del tuo skipperaggio?

    • in parte sì giovanni. il tema è lo scambio di valori tangibili, essendocene già di intangibili. non tanto la divisa monetaria e il suo potere d’acquisto…

  6. Chiacchierando davanti ad un caffè, con una nuova amica, si parlava del domani, di quel domani del fine lavoro, della (forse) pensione “vorrei vivere in una comunità che mi dia alloggio e vitto in cambio della mia competenza di insegnante. Non vorrei smettere di fare ciò che mi piace…” Nasce così un nuovo sogno, da coltivare, da coccolare.
    Buon Vento a tutti

  7. Ciao Simone,
    è la prima volta che ti scrivo…credo di essermi meritata un posto in barca!!
    Ho caldamente consigliato ad amici e colleghi i tuoi libri e devo dire che in molti mi hanno seguita…e forse se nascerà l’ufficio di scollocamento a Torino sarà anche un poco merito mio..
    Ne ho parlato a mia figlia Francesca e lei ha visto in questo percorso il suo futuro e lo stà promuovendo con entusiasmo…..quindi issa le vele io porto la bottiglia….e continua a pensare a qualcosa che ci svincoli dalla schiavitù del denaro sono certa,visti i precedenti,che troverai il modo…

    • carla sei gentile. e sono colpito dal tuo entusiasmo. forza e coraggio allora. donne e uomini persuasi che fanno, ecco il nostro prossimo futuro. con tutti i dubbi e le paure del caso. ma anche fanculo i dubbi e le paure. ciao!

  8. ciao Simone,
    in quello che ho scritto nel mio post del 13 Luglio forse mi sono espresso male,voleva essere una proposta per diminuire la parte in soldi da richiedere alle persone che porti in barca, fare una lista per proporre di darti la propria quota non in soldi ma in cose che che ti sono necessarie per sentire meno il peso del vil denaro….buona serata

  9. simone, ragazze e ragazzi,
    lo so, sono stata assente un casino da questo blog, per tanti motivi (non vi voglio stancare elenacandoveli qui, ora)..

    pochi giorni fa ci sono ricapitata, curiosa di vedere cosa bolliva in
    pentola, anzi che vento soffiava..
    ..e ancora una volta bolliva/soffiava qualcosa che mi prende, mi prende un casino.. il mare
    avrei un mare di cose da ricominciare a dire qui (anche su soldi, vita comunitaria, illusioni, disillusioni,..) ma mi fermo subito perchè in questo periodo, causa alcuni cambimenti in (lento ma inesorabile) atto, ho poco tempo..

    ..questa è una delle frasi che mi ha presa e mi ha fatto ricominciare a scriverti/vi:

    “Quella bella proda scoscesa coperta di macchia mediterranea nel pieno sole
    di luglio, ieri, me lo sibilava al suono di un esercito di cicale festanti.
    Simone fatti venire delle idee. Tante e buone. Adesso.”

    “quella bella chiacchiera sciallata con ari e il suo pancione davanti al
    mare di trieste nel caldo sole di fine primavera, ormai settimane fa, mi
    procurava sogni in testa in pieno giorno, al suono di un pezzo di diversi lustri fa. elena, tira fuori la tua idea. bella e buona. adesso”..

    questo per dirvi che, se riuscirò a raccogliere 8 persone, la prima settimana di settembre salperemo per la grecia ionica su una VELA VEGAN!

    per le prime info guardate qua, se vi fa piacere:

    http://www.lecuochealpotere.it/vela-vegan-allorizzonte.html
    http://www.lecuochealpotere.it/vela-vegan.html

    vi abbraccio tutt*
    grazie simone per l’ospitalità!

  10. Mi scrivono “dài un’occhiata qui:www.simoneperotti.com”. Detto,fatto.
    E leggo l’ultimo post. E penso che accettare l’idea di lavorare sino a 68 anni , denota quella che chiamo “remissività ereditaria”.Cioè chi ha avuto come me genitori lavoratori dipendenti che hanno masticato cartellino e rabbia buona parte della Vita e che oggi si trovano a seguirne il destino , semiconvinti che la vita alternativa spetti solo agli altri e che si debba tirare avanti sino ( ad oggi ) ai 68 anni pensionabili. Poi però ho iniziato a pensarla diversamente. Sono andato a vivere in un bosco , tanto per avere la dimensione ed i ritmi fuori dall’orario di lavoro , più consoni a quello che biologicamente siamo. Ho piantato pomodori,zucchine,melanzane, alberi da frutto ed ho smesso di comperare tutto il resto dalla GDO. Parallelamente continuo a fare il mio lavoro di responsabile vendite , almeno sino a quando effettuerò lo switch completo di farmi bastare quel poco che è indispensabile e diventare autosufficiente. Ho anche preso un paio di galline ed un gallo , sono nati 8 pulcini ed è incredibile quanto ci si senta al posto giusto. Oggi non mi spaventa più perdere il lavoro , non avere più l’auto o il negozio che vende hi-tech sotto casa. So che posso comunque tirare avanti , probabilmente guadagnandoci in salute.
    Che poi sia su una barca , in un bosco o in mezzo alla neve , è soggettivo in base ai propri “richiami” . Ma è possibile.

  11. @Roberto:
    E’, ovviamente, soltanto il mio punto i vista ma èquestione di numeri e denaro (tanto per cambiare). Un artigiano, un intellettuale etc. produce ricchezza (in termini di denaro) in quantità limitata e generalmente per sé stesso e pochissimi altri collaboratori.
    Gli imprenditori e gli altri potenti invitati al summit muovono grandi masse di denaro e gestiscono grandi numeri di lavoratori, perciò nell’ottica del sistema sono più utili allo sviluppo e al PIL di una persona che, come me, per esempio, “movimenta” solo 500 euro.
    A loro interessano i grandi numeri, non i grandi progetti individuali 🙂
    Buona domenica

  12. sono fuori tema, ma mi scappa comunque un commento, in questi giorni Monti è stato invitato dalla Allen nella Sun valley con i grandi dell’economia mondiale: imprenditori, innovatori, investitori, politici ed economisti… secondo me si continua a ignorare l’importanza di agricoltori, panettieri, pasticceri, artigiani, intellettuali, falegnami ecc. possibile che chi produce anche “con le mani” debba sempre essere sottovalutato?
    roberto

  13. Avidità, sete di potere e frenesia di possedere sempre di più fanno parte della natura umana. Non è certo sostituendo lo strumento danaro con qualcos’altro che si risolvono i problemi che nscono da queste caratteristiche definite ipocritamente negative del genere umano.

    Per fortuna esistono anche altri elementi, ben più nobili, che fanno parte della natura umana. Il progresso avanza e la sofferenza e le miserie diminuiscono in quei momenti pieni di grazia in cui qualcuno, spinto da questi ideali nobili, occupa una sedia nella stanza dei bottoni.

    Pare che gli ultimi lustri siano stati particolarmente avari di personaggi e statisti determinanti e positivi in questo senso.
    Statisticmente, se non è troppo tardi per il pianeta, dovremmo avere davanti tempi migliori.

    Nihil sub sole novum

  14. Ciao Simone, la mia fidanzata dice che bisognerebbe segnare quello di cui si ha bisogno, es: alimentari , abbigliamento,motosega, attrezzi vari,etc…io aggiungo piccola quota per le spese (assicurazioni, bolli, tasse, benzina, dentista………).cosa ne dici?

  15. Alla fine questa discussione mi ha ispirato nello scrivere un articolo sul denaro, argomento veramente intrigante, c’è da rifletterci bene e magari scriverci un libro 😉

  16. giusto per fare chiarezza, siamo in 2 marco a aver scritto commenti su questa pagina.
    io, quello delle domande sui figli, soldi e esempiopaterno non sono quello che ha scritto “Non vorrei far sorridere qualche frequentatore, ma negli affetti io credo molto.”

    Per il resto (@ simone) penso che la domanda fondamentale sia: io che vita voglio vivere io come sono realizzato nel vivere il presente in un modo o nell’altro.

    poi e’ vero che un figlio con buoni strumenti non ha bisogno di soldi.

    se penso a come son cresciuto io… i miei genitori (anche con tutti i limiti che ognuno di noi ha) mi hanno trasmesso uno stile di vita sobrio che va di pari passo col non dare troppo valore alle cose materiali.

    poi, per essere anche onesto, devo dire che son riuscito a studiare senza dovermi pagare gli studi e a andare a studiare anche per 2 anni in 2 paesi stranieri. queste esperienze che ho fatto perche le volevo fare, perche mi interessavano mi hanno arricchito e, oltre che divertito, anche cambiato la vita. (adesso vivo e mi trovo proprio bene in un paese dove non avrei mai pensato di andare a finire e con una donna stupenda che ho incontrato durante il primo di quegli anni all’estero).

    E’ stato comodo e un privilegio che certo non capita a tutti il poter come giovane studente poter stare 2 anni all’estero sponsorizzati dai genitori. (poi per carita mi impegnavo a studiare e imparare le lingue e in universita in italia ho lavorato in attivita dove vedevo un senso in quel che facevo). pero e’ stata una fortuna potermi appoggiare ai miei per l’aiuto economico.

    @Carla
    qui dove abito io non si puo andare diretti in spiaggia, pero ieri, quando son tornato a casa, son andato con i bimbi a vedere cosa faceva le pecore, i cavalli e le mucche nei prati/campi/boschi vicino a casa. Abbiamo gustato moltissimo ogni cosa che abbiam fatto, dal salutare allegramente la pecora che brucava l’erba allo spingere a mano senza un perche le biciclette.
    Se questo non ha un valore molto piu grande di qualche centinaia di euro in piu sul conto a fine settimana? Per non parlare di quante persone e cari e stimaticolleghi che conosco che a furia di lavorare tantissimo si sono ammalati.

    ora e’ meglio che torno un po a lavorare … 😉
    saluti,
    Marco

  17. Ripeterò un pensiero già consumato nei tanti post, però ritengo che sia il nodo centrale della questione. Il nostro limite, legato al concetto del denaro, è alla radice. La società in cui siamo cresciuti ci ha inculcato il concetto di denaro uguale a: ricchezza da accumulare, guadagno, lucro, alla meglio risparmio. Nel momento in cui pensiamo al denaro siamo spinti dal desiderio di spenderlo o di arrichirci, alla paura di doverlo chiedere, di non averne abbastanza, dal dilemma di come comportarci e rapportarci.
    L’unico modo per uscire da questo vicolo cieco è modificare il punto di vista, cambiare l’ approccio. E l’unica strada percorribile in questo senso è guardare al denaro come a un semplice strumento di scambio. Punto.

    Nello specifico -discorso barca a vela- L’idea del baratto la vedo congeniale. La regola del “do ut des” non deve essere applicata come un dogma assoluto (è ovvio che non si pretende di barattare un viaggio con una crostata!). Ho trovato in questo senso molto interessanti e realizzabili gli spunti all’interno di “Avanti tutta” e “Ufficio di scollocamento, che si possono applicare in questo contesto.
    In un viaggio in barca a vela ognuno può avere un ruolo. C’è chi prepara da mangiare, chi tiene pulita la barca, chi organizza le mansioni ecc.
    In più ognuno può “portare” le sue abilità: c’è chi può guidare un’immersione, chi è abile a cucinare, chi può fare riprese video perchè ha la preparazione nel campo professionale ecc.
    L’idea di associazionismo, se anche non ti convince Simone, può essere anche solo sfruttata nei suoi principi di base, sia per le agevolazioni fiscali sia per un aspetto puramente organizzativo. Una quota minima per ogni associato/partecipante..chiamiamola di “sopravvivenza” per il viaggio. Per il resto ogni persona si presenterà qualcosa di concreto (bottiglie di vino, pasta, generi alimentari, ci si divide i compiti insomma). In fondo, se il senso del viaggio è il viaggio stesso, l’AMORE per il mare, non è fondamentale avere a branzino e champagne a cena.

    Armarsi prima di tutto di idee e passione, questo credo che sia il punto di partenza.

  18. …tanto per virare un po (mica tanto però), ho appena finito “L’equilibrio della farfalla”. Gran libro Simone, uno dei migliori letti ultimamente.
    Ciao Stefano

  19. @Marco

    Non preoccuparti dei sorrisi dei frequentaori. L’importante è che la tua vita sia quella che tu vuoi.
    Anche io ho scelto di poter stare coi miei figli il maggior tempo possibile. E sto meditando di trascorrerne ancora di più.
    Ieri per esempio, rientrata da lavoro, ci siamo cambiati in fretta e furia e siamo partiti per la spiaggia. Il mare fantastico: abbiamo nuotato e giocato a palla in acqua e poi a bocce in spiaggia. Sette bambini dai 13 ai 4 anni(cugini) più una mamma(io) più bambina di loro.
    Cosa desiderare di più dalla vita?

    Ho trovato anche chi mi pittura la casa GRATIS!!! In cambio della mia ospitalità.
    Il baratto funziona.
    Anche il denaro serve per tutte le necessità…

    Troviamo la via per non esserne dipendenti

    Scirausindi

    Carla

  20. non ha a che fare col post specifico, pero mi interesserebbe qualche spunto da parte di Simone o da altri lettori di questo blog.

    il mio progetto a grandi linee:
    -negli ultimi 3 anni ho rinuciato a carriera e aumenti di stipendio per potermi decicare alla famiglia (mia moglie e i nostri 2 bimbi piccoli)
    -con lostile di vita sobrio e le entrate lavorative che abbiamo avuto fino ad ora abbiamo una situazione economica tranquilla. Abbiamo una “casa sulla Roccia” con una stabilita (economica) solida.
    -dovrei riuscire a breve cambiare attivita in lavoro a tempo pieno ma senza straodinari e in cui son sicuro che 99 giorni su cento torno a casa a dormire e non in qualche albergo. (il lavoro mi piace) e so che in futuro sarebbe possibile un part time verticale.
    -continuero il percorso di formazione un tema che per ora e’ un hobby che mi interessa prepotentemente cosi da poter sfruttare in futuro le possibilita di fare di questo interesse un mestiere.

    Negli ultimi giorni sto pensando a questo dilemma:
    -in futuro potrei lavorare meno, avere piu tempo per me, per mia moglie, per i figli. in questo modo guadagnerei meno e potrei risparmiare meno.
    -come genitore ho il desiderio di crescere i nostri figli preparandoli bene alla vita futura. da una parte aiutargi a capire come affrontare le difficolta e gustare la vita e dall’altra dargli anche i mezzi (finanziari) per avere un minimo di sicurezza e eventualmente potersi permettere esperienze e percorsi di formazione/educazione che gli stanno a cuore.
    -a volte penso: “beh, pero che abbiamo un po di soldi con cui iniziare non sarebbe male” e pero mi dico: “l’esempio di un padre (o madre) che non sono schiavi del denaro e che investono molto di piu nello stare insieme e nei rapporti o nel fare attivita che li compiono non e’ forse lo strumento/mezzo che ha molto piu valore di un po di soldi messi da parte?”
    -cosi in questi giorni ci penso senza fretta in modo da poter prendere la giusta decisione in un futuro non cosi prossimo.

    avete qualche spunto?

    poi sicuramente (per parafrasare un commento di simone) tra il “niente soldi ma umanamente magnifico esempio paterno” e i “tanti soldi ma chi l’ha visto mio padre?” ci sono un’infinita di vie di mezzo che val la pena sperimentare.

    vabeh,
    ciao,
    Marco

    e forse la domanda che taglia la testa al toro e’: e io cosa voglio? con che vita sarei piu contento io?

    • marco alla domanda finale occorre che rispondi, secondo me. non so molto di figli, ma credo che un buon padre, che faccia da formatore e testimone, a quella domanda deve saper rispondere. come pretendere che sappiano rispondere i figli, altrimenti?
      quanto alle dotazioni dei figli: un figlio con buoni strumenti non ha bisogno di soldi. Credo che fare ogni cosa possibile perché cresca in equilibrio sia la dote maggiore. i soldi, quelli giusti, necessari, essenziali, se li troverà da solo.

  21. La terza via non la trovi perchè non c’è. A Siena si dice: ” senza lilleri non si lallera”, senza i soldi non si fa niente.

    • dunque cosa si fa con i soldi cinico? di interessante per fare da antidoto alla vita, intendo. racconta, io ascolto sul serio, senza ironie.

  22. “…Ma da oggi, dall’attuale decadenza, fino a quell’immagine idilliaca… in mezzo… c’è un vasto territorio inesplorato, e che invece senza peccare in pessimismo cosmico o in utopismo ideale, dobbiamo conoscere e tentare. Con senso di realtà, senza pippe. Ma anche con grande ispirazione sentimento dell’impresa. Un sognatore è un cocciuto e un concreto, prima di tutto. Altrimenti è un’onanista inutile e dannoso.

    occorre quindi pensare, provare, trovare modi per cui la gratuità sia più praticabile, concretamente e idealmente. Occorre arginare il peso del denaro, che serve a molte cose ma non deve e non può dilagare e permeare di sè il mondo intero. Occorre che noi cambiamo, per fare questo. Noi. Cambiamo. Non lui. Noi.”

  23. Per quanto riguarda il frutto del mio “bricolage” ho deciso di fare un esperimento: finora ho sempre regalato ciò che facevo, non sapendo attribuire al mio lavoro un giusto valore. Conosco il costo delle materie prime utilizzate ma il margine per la manodopera non so quantificarlo (perché mi diverte fare cose e non riesco a vederlo come lavoro). Inoltre c’è sempre una certa percentuale da aggiungere per le tasse.
    Allora ho pensato di coinvolgere amici e conoscenti e chiedere loro di attribuire un valore alle cose che faccio, quanto sarebbero disposti a pagare per i vari oggetti. Una sorta di sondaggio per vedere se la mia passione ha possibilità di diventare una fonte di sussistenza.
    Vedremo se le mie aspirazioni ne usciranno ridimensionate. 🙂

  24. @marco
    Ciao Marco,
    a me fai sorridere con la tua frase:
    “Non vorrei far sorridere qualche frequentatore, ma negli affetti io credo molto.”
    mi fai sorridere perche la vedo esattamente come te e per quel simpatico “non vorrei far sorridere”

    Se togliamo gli affetti e i rapporti con gli altri cosa ci rimane? senza gli affetti e i rapporti genuini … beh, sarebbe “meno meglio”.

    io negli ultimi anni ho rinunciato a parecchi passi avanti in carriera per star vicino alla mia famiglia.
    Ci pensavo proprio ieri: ne e’ proprio valsa la pena!
    Prossimamente dovrebbe risucirmi il passo indietro nella carriera per guadagnare
    ancora piu tempo per la mia famiglia e per me e allo stesso tempo fare un lavoro che comunque mi appaga.
    vediamo quel che mi porta il futuro.

    ciao
    Marco

  25. Appena barattato la realizzazione di un’app per la mia attività con lavori di tinteggiatura e prezzi favorevoli su materiale edilizio.
    Risparmio? Sicuro. Guadagno? Momenti d’amicizia dal sapore antico.

    Concordo con Marco, a volte ci vuole più autostima: quanto vale far star bene una persona o fargli luce su un sentiero anche per pochi istanti?

    É la concezione del denaro che é deviata, non la sua funzione vera e propria. Ma è bello o no litigare con un amico per pagare una bevuta e, dopo lunghe lotte, capire che solo il secondo giro può sistemare tutto?

  26. Ciao,

    troppo complesso dal punto di vista pratico il baratto.

    Se offro un servizio in cambio di qualcosa non vorrei che mi fosse contraccambiato con una crostata perchè magari non la gradisco o forse perchè per motivi di alimentazione non posso mangiarla. Allora benvenga il “mezzo danaro”.

    Altro discorso se offro un servizio a titolo gratuito, questo sarebbe effettivamente la trasmissione di una parte di me al prossimo e questo difficilmente può essere quantificato ma è come un aver vissuto.

    Non possiamo dare gratuitamente qualcosa che dobbiamo comprare ma possiamo regalare ciò che abbiamo già (oggetti, esperienze,competente…)

    Ciao. Giancarlo

  27. Un sognatore è un cocciuto e un concreto, prima di tutto. Altrimenti è un’onanista inutile e dannoso.

    queste tue parole Simone ecco sono il punto in cui credo fermamente anche io, spesso vengo presa in giro perchè vivo o sogno un mondo tutto mio……
    credo che la nostra forza sono le idee, e la voglia di metterle insieme, poi se sono buone idee allora ancora meglio. la cosa più preziosa che abbiamo??il nostro tempo….ecco perchè credo che vada usato al meglio

  28. Un video direi attinente:
    http://www.youtube.com/watch?v=tfpB154bwEc

    “L’utopia è come l’orizzonte: cammino due passi, e si allontana di due passi. Cammino dieci passi, e si allontana di dieci passi. L’orizzonte è irraggiungibile. E allora, a cosa serve l’utopia? A questo: serve per continuare a camminare.” Eduardo Hughes Galeano

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