Dopodomani…

Giovedì prossimo, dopodomani, ore 21,15, RAI 5, nuova puntata di “Un’Altra Vita“. Stavolta sulla manualità.

Share Button

106 pensieri su “Dopodomani…

  1. Per Giulio e le pensioni (ed io parlavo d’amore!Consiglio a tutti di innamorarsi, la pensione diventerà un problema inesistente, il presente diventerà l’attimo da cogliere e vivere)

    Il welfare va chiesto alla politica. Chi ha 30-40 anni adesso di solito ha accumulato contributi vari tra lavoro dipendente, co.co.co.,contratti a progetto, contratti occasionali (zero contributi)e magari pure partita IVA. Tutto questo non è cumulabile, eppure il mondo del lavoro è cambiato, la nostra generazione non fa più 40 anni di lavoro di fila nello stesso posto da dipendente. Non è più così e non sarà più così. Eppure la politica non legifera in merito. E se cerchi di votare qualcuno che abbiamo un programma in merito adatto ad un mondo che è cambiato, NON C’E’ attualmente in Italia. Non dovresti prendere la pensione con un minimo di 20 anni di contributi versati, dovresti prendere quello che hai versato indipendentemente dagli anni che hai versato, almeno che ti ridiano il capitale! Invece non esiste neanche questo, vedi che è una truffa? L’unico modo per cambiarla è votare per un partito che abbia in programma il cambiamento di queste regole-truffa. Che io sappia al momento nessun partito fa queste proposte.
    Quindi come lo vuoi fare il welfare?
    Si dovrebbe fare votando delle proposte politiche moderne che prendano atto di questi cambiamenti, ma non ci sono queste proposte.
    Ho detto la mia sulle pensioni.

  2. Da incorniciare: “Sto semplicemente occupandomi dei miei quarant’anni, per non perderli, per non buttarli, e questo mi impegna integralmente, come integralmente ci impegna, sempre, vivere.” Giulio, è tutto qui il succo! Io sto facendo la stessa cosa, occuparmi dei miei trentanni, 35 per l’esattezza, passo dopo passo, scelta dopo scelta, non li voglio buttare, né questi, né i prossimi a venire. Poi a 35 anni mi sono pure innamorata, che lo vorrei gridare al mondo, lo vorrei. Altro che percorsi preordinati e ordinati, pensioni (che non ci saranno mai), ma l’essenza della vita è da tutta un’altra parte e ad esempio innamorarti è una cosa che ti capita quando meno te l’aspetti, ti sorprende all’improvviso e ti fa cambiare prospettiva. Come diventa diverso il mondo, il vertice da cui lo guardi. Tutto sembra più facile, quando hai l’essenziale, il resto si organizza. Occupiamoci di noi adesso, molte cose verranno di conseguenza.

    • sono contento per te…
      l’amore è una gran bella cosa……

      Sei voi siete rassegnati al fatto che non ci daranno le pensioni, lo accettate senza problemi, io non riesco proprio a digerirlo….

      ciao

      • Giulio, no… certo che non lo digerisco neppure io. Però lo constato facendomi un minimo di rotta a venire. Se pensassi di poterla avere, farei un piano per riuscirci, purché non mi costasse schiavitù adesso, che è il momento della mia vita in cui ha ancora senso essere libero. Mi pare di poter dire però che non c’è storia, che questa cosa non avverrà, e allora ancor di più faccio altro. tentare e poi fallire, in quel campo, sarebbe cosa imperdonabile, perché la vita che c’è è ora e la pensione che non c’è è domani. Perdere vita e pensione sarebbe un fallimento totale. Mi accontento di uno parziale: salvare la vita.

      • Mio padre è morto dopo 3 anni che è andato in pensione, altri miei due zii anche, posso pensare di essere genticamente predestinato..
        Pensa alla pensione .. .

          • Si Simone,
            delle virtù che illustri nel tuo programma mi manca, ma lo sto’ coltivando e cresce bene, il coraggio.

  3. Simone,

    grazie per la bella puntata sulla manualità: mi ha fatto tornare in mente il mio papa, buonanima, che con le mani faceva veramente di tutto: da ottimi piatti in cucina a ripiani in garage.

    Mi sono commosso ripensando a quei momenti assieme a lui: grazie per averli riportati a galla.

  4. Di Gaia, ingegnere, mi ha colpito quando gli hai chiesto della pensione….
    “ci sto pensando, forse farò una assicurazione….” la risposta di Gaia.
    Allora la riflessione è questa: facciamo delle scelte alternative ma poi ci dobbiamo comprare i prodotti
    pensione tramite i grandi gruppi privati. Non solo la pensione ma
    anche una assicurazione privata per eventuali infortuni, ecc…

    Insomma, questa nuova cultura, senza una vista un approccio piu’ ampio di quello individuale, ci porterà ad affrontare da soli situazioni non facili e con le regole dettate dal sistema.
    In altre parole noi pensiamo di cambiare, un’altra vita, ma il mondo
    economico “gira” e ha le sue regole in mano sempre di piu’ ai privati.
    Cioe’ in piena armonia con la ricetta neoliberista…..

    • secondo me gaia non ci ha ancora pensato e non credo che lo farà,credo che proprio il concetto di pensione non c’entra molto con la sua vita.
      Stavolta concordo con giulio, il discorso sulla decrescita deve fare mooolta strada sotto questo punto di vista,dall’individualismo si può solo partire.

    • si` Giulio, va bene, ma continui a dire ci vuole qualcos’altro, ci vuole qualcos’altro… “un punto di vista piu` ampio”, ma alla fine, in pratica, cosa ci vuole secondo te? e non dire che ci deve pensare il governo, la politica o il Papa… cosa deve fare un cittadino qualsiasi, da che parte puo` cominciare se non dalle “piccole” cose quotidiane?

      • Bisogna cambiare mentalita’.
        Non ci sono sicurezze in questo mondo e non e’ una notizia brutta dell’era moderna.
        E’ sempre stato cosi’, perche’ e’ la vita.
        La prosperita’ in cui siamo vissuti dagli anni 60 a oggi ci hanno solo annebbiato la vista.
        Viviamo nell’illusione che qualcuno ci salvera’, che terra’ da parte i nostri risparmi… (si , certo…)
        Le pensioni sono un’invenzione dell’uomo , che ci siamo potuti permettere finche’ c’erano le cosidette “vacche grasse”.
        Ma prima che venissero inventate , la gente campava ugualmente .
        Come si campava senza le pensioni ?
        Mio nonno manco poteva immaginare che cos’era la pensione.
        Lavorava in campagna, metteva da parte cio’ che riusciva, per avere una vecchiaia il piu’ possibile serena e ci e’ riuscito.
        Una vita dura, certo, ma non impossibile.
        E poi e’ anche una questione matematico-statistica : in un paese dove quelli che non lavorano (i vecchi) aumentano e quelli che dovrebbero mantenerli (i giovani) diminuiscono, non vedo come possa reggere il sistema pensionistico.
        Terza questione : persino chi ci governa ci sta dicendo di scordarci la pensione e il lavoro sicuro.
        Piu’ di cosi’…
        Tocca cavarcela da soli, altroche’.
        La bella notizia e’ che e’ possibile farlo.
        Come ?
        Usare la testa, le mani, il cuore, le orecchie, i polmoni.
        Abbiamo mille risorse a partire da noi stessi.
        La puntata sulla manualita’ e’ solo uno dei tanti esempi sulle nostre infinite risorse.
        Usiamole prima di darci per spacciati.
        …e scordatevi la pensione.
        Non perche’ sia una brutta cosa, se c’e’ tanto meglio, io sono il primo che la vorrei.
        Ma se non c’e’ , che si fa ?
        Se aspirare alla pensione, come se fosse l’araba fenice, ci fa solo dimenticare che possiamo cavarcela benissimo con le nostre mille risorse , beh allora a me della pensione non me ne frega niente.

    • giulio, anche in questo che dici ci vedo la ricerca del meglio. bravo, fai bene. io invece sono per un altro approccio: il meglio non si riesce a fare, non adesso, non io. E allora faccio “il bene”, quello che magari non è perfetto, ma serve, adesso, a migliorare la mia vita, e potenzialmente la nostra vita. Io pensioni integrative non ne ho, e neppure la pensione ufficiale. Semplicemente, non me ne sto occupando. Sono arrogante in questo? Sono incosciente? Sto semplicemente occupandomi dei miei quarant’anni, per non perderli, per non buttarli, e questo mi impegna integralmente, come integralmente ci impegna, sempre, vivere. Quel che capiterà lo vedremo. Decido di assumermi il rischio. Ma è un rischio minore che buttare questi anni perché non abbiamo ancora una soluzione al tema della pensione. Chi fa così butta il tempo oggi. Chi rischia di più? Chi fa l’errore più grosso? lavorare e fare e brigare oggi, quando ci sono gli anni buoni, per poi avere la pensione (forse…) domani? O vivere oggi e avere problemi quando avrò 80 anni? Io si sa cosa ho scelto.
      gaia fa sostanzialmente altrettanto. In ogni caso, anche cercando di fare qualcoa di finanziario, si sfrutta quel che ci conviene del sistema economico-fnanziario attuale. certo, sarebbe più bello evitarlo, poterlo evitare. E qui chi ha proposte le facesse. so che ce ne sono parecchie di idee in giro. Ma qui c’è il compromesso. qui il discorso fa acqua. lo so. non è del tutto coerente. ma chissene frega, vorrei dire, se mi consenti. io ne accetto parecchi di compromessi, tutti quelli che devo, pur di essere libero. il più libero che riesco…

  5. posso spostare l’argomento su altro? vabbè lo faccio lo stesso.
    😛
    Ho appena finito di ri-leggere “venuto al mondo” (M.Mazzantini),libro che ho trovato di una bellezza incredibile. Ora, orfana di un grande romanzo, sono in crisi di titoli. Me ne suggerireste qualcuno? Grazie mille!
    Lilly

    • “Venuto al mondo” è decisamente il mio libro preferito! Anche io come te mi trovo nella stessa situazione: orfana di un grande romanzo! Accetto suggerimenti anche io, grazie!

  6. E’ un paradosso magico che proprio i miei limiti, che sono anche argine, che sono anche forma e quindi identità, salvaguardino la mia libertà da quel piano inclinato in cui le generazioni precedenti mi hanno messo.Non ho fumato nulla di strano, forse un giorno mi spiegherò meglio, lui è di certo più bravo di me. ciao.

    “Darsi dei limiti è il gesto che distingue la civiltà dalle barbarie”, scrive Latouche nel suo ultimo libro dal titolo, appunto, “Limite”.

    A proposito di argini e piani inclinati,Simone tutto ok con la pioggia da te?sai…ormai ci siamo affezionati, sei di famiglia và, u ziu…ah ah ah

  7. Ho visto in streaming tutte le puntate. E’ un programma che mi piace ed il tema della manualità lo ha reso particolarmente interessante (dal mio punto di vista). Fino ad ora ho visto persone che affrontano il cambiamento da sole (senza famiglia). In questo non ci vedo niente di negativo, sarebbe però interessante ascoltare qualcuno/a con famiglia al seguito. Spero di vedere qualcosa di simile nei prossimi appuntamenti.
    Saluti a tutti

  8. bellissima puntata! Ritmo perfetto, calmo e soft, ti sei sintonizzato con Gaia.
    E’ vero il cambiamento parte dentro di noi,perchè accadono fatti, che emotivamen te ci mandano in crisi.Il nuovo pensiero, per rafforzarsi ha bisogno di piccole azioni,mentre le scelte importanti del tempo necessario a seconda del nostro vissuto.

  9. a proposito di chi dice che le persone intervistate nelle varie puntate sono belle…penso che sia un pò come quando ci si innamora: quelle persone sono innamorate della propria vita perchè l’hanno scelta, credono e lavorano ogni giorno per realizzare il proprio sogno. A me capita di sentirmi “più bella” anche quando vado in un particolare luogo, nel paese che sento più mio, anche se per ora si tratta solo di qualche settimana all’anno…

  10. Gentile Simone,

    Je souhaiterais vous transmettre un message de 2 pages en fichier pdf et en italien.

    Dans l’espoir de vos indications pour cette délivrance, je vous remercie d’avance.

    Un caro saluto,

    Marie Thérèse

  11. La manualità : bellissima puntata! Gaia poi mi è sembrata sinceramente e concretamente appagata… Aver comunque fatto una scelta senza traumi, porta a pensare che le cose succedono a volte in modo inconsapevole e che le scelte alla ricerca del sogno spesso sono anche “preparate”! Mi fa pensare alle sterzate che anch’io ho dato in passato : una volta diplomata ho dovuto per “dovere” nei confronti dei miei genitori affrontare per ben 2 volte il concorso per entrare in banca, ma in entrambi, superando 2 prove su 3, quando avevo il 50% di probabilità di entrare, ho fatto scena muta…. Mio padre addolorato, allora non ha capito quando gli ho detto che non mi piaceva entrare in quell’ingranaggio…. ora forse, dopo quasi 30 anni, ha digerito…
    Ho lavorato sempre come consulente, ma dopo anni (20) di rapporto con un mio cliente di una certa importanza, quest’ultimo, a seguito di una famigerata fusione, è entrato nel “sistema” : una multinazionale straniera…. Ho mollato, ho perso la metà del mio lavoro, e ho tirato i remi in barca…. La fetta di denaro a cui ho rinunciato, oggi mi permette di svolgere le mie attività preferite…. coltivare l’orto (mi ha insegnato mio papà), imparare da persone anziane che, per fortuna, ancora trovo nel mio paese piccoli lavori manuali (impagliatura delle sedie, fare cesti); quando piove o nevica lavoro in casa, ho imparato dapprima il decoupage (6 anni fa), poi macramè, ricamare a sfilato, patchwork (sapevo già fare uncinetto, maglia e ricamare a punto croce); cucino i prodotti del mio orto che conservo in freezer o con cui faccio conserve e sott’oli.
    Ho famiglia : marito e 2 figli già grandi… Vivo in condominio in un piccolo paese nell’entroterra di Genova…
    Quindi mi collego a quanto detto da Francesca : non ho abbandonato il mio lavoro, lo svolgo in modo diverso… Intanto a 100 metri da casa (e quindi non devo usare l’auto) e poi ho contatto con piccolissime, micro aziende (anche agricoltori), che di questi tempi patiscono molto la crisi e a cui sono lieta di dare il mio aiuto, le mie consulenze, per fare in modo che riescano a tirare avanti senza dover soffocare sotto un cumulo di tasse e spese…
    Ho cominciato la fase di decrescita alcuni anni fa e mi sono ritrovata “più ricca” di prima : devo dire che in famiglia condividiamo tutti questo tipo di approccio alla vita e al lavoro… I ragazzi sono indipendenti economicamente, fanno un lavoro che piace , vicino a casa e indipendente; l’unico un po’ frustrato è mio marito… Sperava di andare in pensione tra 4 anni, ma diventeranno 7 dopo le ultime manovre del governo : quindi non si sente al momento di dire “Adesso Basta”, dopo 36 anni di lavoro dipendente…
    Non occorrono grandi cambiamenti “esterni” : dobbiamo prima cambiare dentro, si deve rompere quel qualcosa che ci rende schiavi”, e dopo di ché il resto viene da sé… quale miglior esempio dello sguardo limpido di Gaia?
    Un abbraccio a tutti!

  12. Mi collego a quello che ha scritto Dona.
    Il cambiamento parte anche senza cambiare lavoro. Non importa neanche mollare il lavoro, fare il cambiamento e magari dover riprendere il lavoro come ha fatto Dona per motivi contingenti, certo che si torna cambiati e con un’altra prospettiva. Ma anche rimanendo nello stesso posto di lavoro si può cambiare prospettiva, è proprio quello che mi è successo da almeno 3 anni a questa parte, vivo il lavoro in maniera completamente diversa e probabilmente questo mi porterà in futuro a fare scelte più fruttuose per me (anche mollare questo lavoro dopo averci preso tutto quello che mi serve e passare a fare altro). Il cambiamento è interiore, è dentro. Poi questo nostro dentro cambiato interagisce con il fuori in modo diverso da prima e questo provoca reazioni, micro-cambiamenti. Un passo alla volta la propria vita inizia a cambiare.

    • LA STRADA DI G.STRADA
      cari netfriends,non vi nego che spesso ho avuto delle riserve su di voi, pensando che questo blog fosse frequentato da gente invasata e sognatrice, tante parole ma poi “io non posso perchè la mia situazione è particolare, ma se…lo farei”. Scusatemi se l’ho pensato, l’ho pensato. Questi ultimi post,soprattutto di dona, francesca etc etc scondo me, sono in sintonia con l’aspetto più importante della decrescita quello essenziale ed esistenziale. Tutti i cambiamenti del mondo che uno fa sono la conseguenza della scelta di un’altra strada,una direzione,ecome tutte le strade possono portare in vari posti vari tipi di persone, lente o veloci in base ai mezzi, alcuni si fermano per tappe altri no,soli o anche no…ma il cambiamenti principale è imboccare una nuova strada quella che diceva gino strada nella prima puntata che non testualemnte diceva che non sempre si può fare tutto subito, non sempre si può fare tutto (o si vuole, aggiungo io).Ci vuole metodo, valutazione sincera in fase di progettazione e in itinere,apprendimento e un mix complicato di cautela e coraggio. Il mio percorso sarà particolarmente lungo e lento perchè siamo una famiglia, ma la nostra vita da 2 anni non è completamente diversa nonostante abbia ancora tante tappe da fare ma sono sulla strada.

      P.S. questo pasaggio dalle metafore marinare a quelle stradali mi fa pensare…vuoi vedere che abbiamo messo “i piedi per terra”? ah ah ah ciao

  13. ..solo per bilanciare le opinioni di quelli che ti hanno scritto di sorridere di più…a me il vederti così serio e poco sorridente (più serio nella prima puntata e poi via via sempre meno)mi ha fatto un’ottima impressione che non avresti sucitato se fossi stato sorridente tutto il tempo..
    Gli argomenti trattati sono “pesanti”, vitali, seri, tosti!!

  14. Ciao Simone,

    nonostante la mia ammirazione per quello che fai, ci sono alcune cose che non mi tornano su cui stavo riflettendo….ti volevo chiedere, se la domanda è lecita, come mai nelle tue storie non compaiono mai famiglie con figli o tentativi di cambiamento andati falliti. Credo che sia l’una che l’altra tipologia abbiano un vasto campionario da cui attingere e forse renderebbero il “prodotto” un’altra vita più credibile.

    Va bene che per dare la speranza bisogna credere nei propri sogni, Obama docet, ma spesso la speranza è una trappola inventata da “altri”.

    Grazie,
    Mauro

    • Mauro, storie di famiglie ce ne sarà una. Su sei storie complessive volevo prendere sei tipologie secondo vari parametri. ma una famiglia c’è, tra due settimane, la puntata sul Denaro. Lei si chiama Stefania, abita nel bresciano, ha marito operaio e tre figli. molto credibile.
      Quanto alle storie fallite non ne conosco, ma per un motivo ben preciso: fallire nel cambiamento, inseguendo un sogno, è impossibile. Infatti questa azione non risiede nel raggiungere esattamente il sogno che si voleva, ma nell’alzarsi e partire. E quando uno si alza e parte qualcosa porta sempre a casa. Magari qualcosa di diverso, qualcosa di parziale, oppure qualcosa che neppure immaginava. Dunque nel cambiamento, non esiste intrinsecamente il fallimento. ciAO!

      • Intervengo nello scambio perché la mia storia potrebbe assomigliare a un “fallimento”. L’ho già raccontata quindi non mi dilungherò.
        Ma, nonostante ora io sia tornata a un lavoro classico, ha ragione Simone: il cambiamento, una volta partito, non è reversibile. Si potranno avere rallentamenti e deviazioni di percorso, ma ciò che accade dentro segue un percorso diverso dalle situazioni esterne.
        Faccio di nuovo parte del sistema, ma allo stesso tempo ne sono fuori. In questo momento vivo un cambio di prospettiva che mi serve a fare degli “aggiustamenti” nell’ambito del mio progetto.
        Però il viaggio è cominciato e non si ferma.
        Buon fine settimana

  15. Confermo la dritta di Veronica, Simone.
    Se vuoi che le risposte siano “agganciate” al commento che le ha originate, devi andare, nella barra degli strumenti di WordPress, nel menu Impostazioni (l’ultimo in basso) / Discussione.
    Poi, nella pagina che ti si apre, vai nella sezione “Altre impostazioni commenti” e attiva la voce “Abilitare i commenti nidificati per N livelli di profondità”. (Nel mio blog uso 3 livelli, ma forse a te ne occorrono almeno 5…)

    L’opzione subito successiva ti consente di scegliere quanti commenti visualizzare per pagina e in che ordine metterli (ma l’ordine cronologico che adotti mi sembra già buono).

    Ne approfitto – visto che è del tutto in tema all’arte di “arrangiarsi” – che a luglio io non sapevo neanche cosa fosse, un blog…! 😉
    ciao

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.