Attenti

Filetto di dentice su pietra incandescente con salsa. Non c'entra nulla col post, ma è ottimo

Finisce sempre che mi occupo di cose di cui nessuno si interessa. E’ così da quando ero piccolo: quando tutti erano presi da un gioco, io mi distraevo, mi estraniavo, mi perdevo a lungo dietro una pietra infilata per terra, nei giardinetti della scuola, cercavo di dissotterrarla con un bastoncino; quando poi erano tutti stanchi, o facevano merenda, io che mi ero dimenticato di mangiare volevo giocare a pallone. Così oggi. Mentre tutti manifestano, io penso a un “seminario sull’attenzione”.

Due giorni fa davano in televisione “La Scuola”, film piuttosto datato, con Silvio Orlando. Insegnanti sull’orlo di una crisi di nervi, le loro vite, le loro speranze. Verso i due terzi del film Orlando si accorge che la collega Anna Galiena è innamorata di lui. Trasalisce, perché tutti lo sapevano, tranne lui. Non se n’era accorto. E’ l’ultimo giorno di scuola, troppo tardi. Chissà cosa avverrà a settembre. E’ in quel momento che il protagonista capisce il valore di molte cose, ed esclama: “Il prossimo anno voglio svolgere un seminario sull’attenzione!”.

Da quel momento, in questi giorni, ho rivisto molte cose della mia vita, e non solo della mia. Mi è parso di capire il valore dell’attenzione, dell’osservazione. Mi sono ricordato quando mi sono distratto, e anche quando sono stato attento. Ho rivisto le tante persone amate che non mi ascoltavano, che non mi “guardavano veramente”, e quando io non ho guardato loro.

Poi, oggi. Dovevo fare dei lavori da muratore. Ho impastato sabbia e cemento, mi sono messo a lavorare. Dovevo stuccare un muro, coprire gli anfratti tra le pietre. E’ un vecchio muro, la malta di qualche secolo fa è diventata sabbia ormai. Mentre passavo la cazzuola o usavo le dita, ho ho osservato tutto da vicino, da pochi centimetri. Quegli anfratti erano caverne, per i piccoli esseri animali. Mi sono chiesto se non stessi murando vivo uno dei gechi che vivono con me. Ho visto la fuga dei ragni, delle formiche, terrorizzate dalla mia enorme mano su di loro. Ho immaginato i loro discorsi: “Scappa Mario! Il Tipo sta cementando tutto, scappa!”. Mi sono interrotto. Non sapevo se proseguire. Poi ho sorriso. A loro sarà sembrato il ghigno del mostro che li scherniva….

L’attenzione. Ecco un buon punto di lavoro. Occorre essere molto attenti. Non perdersi una parola. Non perdersi uno sguardo. Occorre essere così attenti da vedere ciò che è infinitesimo, per immaginare il futuro. Non si può sapere dove saremo, che una foto grande, se non ci accorgiamo dove siamo, che è piccola. Tanto attenti che, se un’amica non è in forma o ha dei pensieri, noi dobbiamo capirlo. Anche se è lontana. Anche se non la vediamo. Con l’attenzione si vede l’invisibile. Se quello che c’è si vede, occorre che ce ne accorgiamo.

Più attenti. Ecco cosa ci serve di diventare. Poi, manifesteremo. Ma dopo.

Share Button

63 pensieri su “Attenti

  1. L’attenzione genera la meraviglia,ci conduce all’intimo delle cose e ce le fa amare.
    Questo piccolo insegnamento ogni tanto mi ritorna alla memoria(ma troppo spesso lo dimentico..)

  2. che bello questo post…sono i miei preferiti, quelli che parlano della tua vita vissuta, con presenza totale…dando dignità e importanza ad ogni momento…buona vita Simone…

  3. Ciao,

    la conoscete questa canzone?

    http://www.corriere.it/spettacoli/nightlive/musica/mannoia-io-non-ho-paura/fddf4f36-3655-11e2-bfd1-d22e58b0f7cd

    Ci penso da lontano da un altro mare un’altra casa che non sai

    La chiamano speranza ma a volte è un modo per dire illusione

    Ci penso da lontano e ogni volta è come avvicinarti un po’

    Per chi ha l’ anima tagliata l’amore è sangue, futuro e coraggio

    A volte sogni di navigare su campi di grano

    E nei ritorni quella bellezza resta in una mano

    E adesso che non rispondi fa più rumore nel silenzio il tuo pensiero

    E tu da li mi sentirai se grido

    Io non ho paura

    Il tempo non ti aspetta

    Ferisce questa terra dolce e diffidente

    Ed ho imparato a comprendere l’indifferenza che ti cammina accanto

    Ma le ho riconosciute in tanti occhi le mie stesse paure

    Ed aspettare è quel segreto che vorrei insegnarti

    Matura il frutto e il tuo dolore non farà più male e adesso alza lo sguardo

    Difendi con l’amore il tuo passato

    Ed io da qui ti sentirò vicino

    Io non ho paura

    E poi lasciarti da lontano rinunciare anche ad amare come se l’amore fosse clandestino

    Fermare gli occhi un istante e poi sparare in mezzo al cielo il tuo destino

    Per ogni sogno calpestato ogni volta che hai creduto in quel sudore che ora bagna la tua schiena

    Abbraccia questo vento e sentirai che il mio respiro è più sereno

    Io non ho paura

    Di quello che non so capire

    Io non ho paura

    Di quello che non puoi vedere

    Io non ho paura

    Di quello che non so spiegare

    Di quello che ci cambierà

  4. Caro Simone,
    quante volte mi sei venuto in mente in queste ultime settimane!
    Volevo dirti che ce l’ho. Ho il mio sogno tra le mani ed è così bello e prezioso ed io mi sento così ricca, infinitamente ricca, più di Paperone, tanto che continuo a chiedermi perché a me, proprio a me, sia arrivata tutta questa fortuna.
    Ricordo quando mi dicevo “come sarebbe bello se potessi fare quello”, pensando che fosse un’utopia ed insieme uno scherno a me stessa, una sciocchezza buttata lì dalla stanchezza.
    Non ho ancora realizzato nulla di concreto, non sono approdata in nessun porto ma, dio mio, mi sto godendo il progetto ed il viaggio e mi sento tanto bene.
    Sembro superba, forte ed invincibile ma ciò che sento è, invece, una serena consapevolezza che niente e nessuno si potrà mettere tra me ed il mio sogno: il fatto è compiuto, meravigliosamente irreparabile.
    E’ il momento più bello della mia vita.

    • grande lucia… ecco, che vengano a parlare a te, ora, col tuo sogno tra le mani, di problemi pratici, economici, famigliari… il punto è il sogno. il resto viene. ma vallo a spiegare…

  5. ciao! Anche io ho visto la puntata.. alla fine, un pensiero mi circolava in testa: ma guarda, abbiamo trafficato tanto per giungere a comprendere che, alla fine, stiamo meglio quando abbiamo meno e viviamo bene quando sappiamo rispettare la natura. Mi risuonano le parole della badessa nel dialogo delle carmelitane: viviamo tutta una vita per ritornare bambini.
    spero possano esserci nuovi programmi come quello che stai conducendo ora! ci aiuta a pensare. grazie
    paola

    • Ciao Paola, io penso che in realta’ i discorsi di recupero di un modo di vivere piu’ rispettoso della natura e meno sprecone non significhino necessariamente tornare al passato.
      Adesso abbiamo gli antibiotici, i vaccini, la chirurgia, informazione assai piu’ libera (nonostante tutto) e disponibile a tutti coloro che abbiano una connessione internet, etc etc. Queste cose ce le dobbiamo tenere strette! Io dico sempre che siamo, ora nel 2012, nel momento piu’ prospero della storia, dal punto di vista della salute, consapevolezza e, ebbene si, anche diritti umani (n.b. non che non ci sia da fare, e molto, su questo tema). Ora che siamo arrivati cosi’ avanti, cerchiamo di lasciarci indietro i fardelli che ci siamo portati fin qui: il consumismo sfrenato, la logica della crescita legata solo ai consumi, e tutte le infelicita’ collegate delle quali e’ molto piu’ bravo Simone di me a parlare. Io non credo che sia giusto parlare della ricerca di un modo migliore di vivere come di un ritorno al passato… Ed e’ proprio questa la difficolta’ piu’ grande, come tenersi il buono del progresso dell’umanita’ fin qui lasciando il cattivo da parte… Argomento che occupa buona parte delle mie riflessioni negli ultimi tempi.

  6. Gent.le Simone , sono un po’ old-style nel comunicare basti pensare che ho trovato casa scrivendo decine di lettere a mano, ma questa e un altra storia. Volevo parlare del mare. La sua forza, … la prima e unica volta che sono andata in barca a vela ho provato un emozione talmente forte che mi ha fatto capire quanto uomo è natura siano legati da una forza che non possiamo ostacolare nella vita di tutti giorni, e’ un ricordo fortissimo e bellissimo…

    • Artemisia, capisco bene ciò di cui parla… il mare scuote l’animo profondo dell’uomo, sia quando fa male sia quando fa godere. E per esperienza le dirò che non tutti i mari sono uguali. Il Mediterraneo, almeno per come la vedo io, è il nocciolo del pianeta… saluti!

  7. Finito di vedere ora online tramite Rai Replay la puntata di giovedi di ‘Un’altra vita’: il denaro !!
    Bella puntata, mi sono piaciuti gli interventi sia di Stefania, la ragazza che con la sua famiglia ha ‘ricominciato’ autoproducendo e barattando, sia di Massimo Fini.
    In effetti il denaro e’ importante, ma nella giusta misura, per la nostra vita. Il tempo, quello si che prima o poi finisce, e comunque scorre, passa inesorabile, e non lo si ricompra, nemmeno avendo i miliardi !! Mentre vivere il tempo che ci resta, non da ‘schiavi salariati’, ma da uomini liberi, quello penso sia la vera essenza di una vita che possa essere considerata tale.

  8. Federico, io la vedo così. L’essere umano non mantiene le promesse e mente facilmente, si fa prendere da facili entusiasmi e crede quasi a tutto, anche se non lo ammette facilmente. Inoltre, fa sempre ciò che pensa gli convenga. Adesso c’è la crisi e ritiene di dover manifestare. Tutti i manifestanti dovrebbero scoprirsi improvvisamente persone sobrie e attente al consumo, dotate di una certa maturità interiore e capaci di autodeterminarsi con successo. Mi sembra ovvio che i manifestanti debbano essere così: altrimenti non mi spiego bene cosa vogliano! Se c’è crisi, c’è possibilità di cambiamento. Quindi dovrei manifestare in modo da andare incontro a quel cambiamento. Ma se io non sono cambiato, come faccio ad andare incontro al cambiamento?
    Il dizionario dice che ‘manifestare’ vuol dire esprimere, rendere noto a tutti.
    Fermo restando che il fatto che la situazione stia degenerando sia un fatto già noto a tutti, mi chiedo cosa vogliano manifestare i manifestanti, in un momento in cui c’è necessità di cambiamento. Forse il loro cambiamento? E se sì, quale? No perchè se io statale manifesto perchè mi tolgono la tredicesima, manifesto a vuoto visto che se i soldi non ci sono non arriveranno manifestando di certo. Quindi se manifesto, manifesto qualcosa di nuovo, una nuova opportunità. Ma allora io devo essere portatore di quel nuovo, devo essere già cambiato io.

    • Non ho capito una mazza di quello che hai detto.
      Hai mai sentito parlare di neoliberismo, di affamamento volontario e organizzato delle popolazioni,ecco contro cosa manifestano!!!

      • Allora non ti sfuggirà Alberto che se i liberismo ci vuole consumatori, il problema non è lei, ma siamo noi. Lo stesso per l’affamamento, come lo chiami tu, che definisci giustamente “volontario”. Se il “volontario” viene meno, fine dell’affamamento. Capisce cosa intendo? Una curiosità: 88 nella sua email è il suo anno di nascita? E’ solo una curiosità. Saluti.

        • Vedi simone,
          un tempo ti volevono consumatore, quando eravamo anche produttori. Ora, poichè in Italia produciamo pochissimo per non dire nulla, non gli interessiano piu’ neanche come consumatori.

          Quindi queste politiche neoliberiste portano alla morte fisica e psicologica delle persone per ovvi motivi

          Potranno contiunare a consumare (meno…) quelli che hanno da parte delle risorse (case, terreni..) sperando nella salute

          • nel gergo dei”CB” 88 sta per baci e di solito ci si salutava così e anche con 73 51 ma credo lo si usi anche con le radio in mare, ciao

      • Manifestare dovrebbe voler dire “esprimere, rappresentare, dimostrare” qualcosa. Scendere in piazza in modo pacifico o violento, è solo un modo per chiedere. Niente di più, niente di meglio.
        Ma qui non si tratta più di chiedere, nè di costringere qualcuno con la forza. E’ giunto il momento di essere diversi e migliori, ognuno capisca cosa significa da solo, e poi lo manifesti, ovvero ne parli, lo dimostri, lo “pubblicizzi” se è il caso. Questo volevo dire.

  9. Buongiorno Simone,
    mi chiamo Egluge e spinta dal tuo programma e dalle tue intenzioni ho deciso di scriverti.

    Sono una giovane donna di 41 anni, in questo momento mi sto impegnando nella conclusione di un piccolo progetto personale, semplicemente per riuscire a stare nei miei panni e per continuare a mantenere l’unico mio grande progetto che appartiene a me da sempre “La mia Libertà”.

    Volevo porti questa domanda
    Ma se il cambiamento della propria vita, per la ricerca della propria Libertà autonomia e indipendenza avviene in un contesto contrario a quello che nelle tue puntate su rai 5 presenti e descrivi,
    è considerato come tale comunque?

    Ora provo a spiegarmi meglio, cercando d’essere breve.

    Sono cresciuta in campagna, immersa nella natura, tra cascine e campi di grano e riso.
    La mia unica fonte di ispirazione , di fede, di salvezza è stata Lei , la Natura.

    Negli anni dell’adolescenza, sentivo già stretta l’idea che la Società mi metteva di fronte.
    Cresci, studi, e vai a lavorare, ti sposi.

    Non ultimai i miei studi di scuole superiori, e presto andai a vivere sola fuori casa.

    Ero affamata di Vita, semplicemente di Vita.
    Sentivo prima di tutto il bisogno di vivere, di capire profondamente cosa fosse tutta la Vita.

    La Natura ero e sono io , ma a scuola non potevo conoscere fino in fondo tutti gli aspetti dell’esistenza e del genere umano.

    Quelli a Milano ( sola) , furono anni intensi, vissuti soprattutto negli aspetti più pesanti delle conoscenze, degli ambienti, delle compagnie , delle situazioni.

    Finchè un giorno mi ritrovai a vivere di nuovo immersa nella Natura, tra boschi e animali della Valle d’Aosta.
    Finalmente tornai da Lei!!
    Sposai una guida alpina e con lui ristrutturai una bellissima casa nel bosco.
    Bonificai un pezzo di terra per seminare e vivere con i frutti del mio orto, piantai delle piante da frutta, e bonificai un bosco di proprietà…

    Arrivò anche Giselle, mia figlia…

    Non mi mancava niente, ero ancora immersa e insieme alla mia Natura! Ero costantemente in compagnia di mia figlia (che crebbi praticamente sola), facevo orgogliosamente la mamma, accudivo mia figlia e il mio orto, mi occuopavo della mia bellissima dimora e del fuoco del camino , e quando c’era anche di mio marito.

    Mi sentivo così fortunata!
    Ma perché sentivo in me un senso di frustrazione profonda!?
    Non avevo completato il mio progetto di indipendenza e autonomia, pur conoscendolo profondamente attraverso gli insegnamenti della Natura.

    Non avevo un mio conto bancario personale, e dipendevo economicamente dal denaro di mio marito.
    Nonostante mi fossi impegnata per crearmi una posizione lavorativa, non era quello che sentivo, che volevo, cercavo qualcosa che era il completamento della mia Anima.

    Dopo 10 anni di matrimonio, mi separai da mio marito, ed io per continuare a crescere mia figlia negli insegnamenti della Natura, per continuare a proteggere il suo equilibrio, dovetti cedere dopo sottili “ricatti”, quell’unica mia parte di sostentamento economico assicurato : la mia parte di casa.

    Ad oggi e con il divorzio in programma ho dovuto cedere anche sulla mia parte alimentare.

    Ma tutto ciò che ho perso materialmente, non potrà mai sostituire il senso liberatorio e fondamentale del camminare con le proprie gambe!

    La mia intenzione è quella di farti presente che a volte può succedere che per il proprio cambiamento, la propria crescita /decrescita personale , per la ricerca di “un’altra vita”, la nostra vera vità, ovvero la propria LIBERTA’, bisogna necessariamente passare dall’ ”abbandono” di certe Fortune.
    Che poi, non è un vero abbandono, perché la Natura è pura e semplice Libertà, e se si ha la Fortuna di crescere totalmente in Essa è patrimonio inestimabile, inattaccabile e indissolubile dalla propria persona.
    Ho deciso di abbandonare tutto pur sapendo che non avevo niente materialmente che mi avrebbe sostenuta, ma che il Coraggio, la Forza mi avrebbero aiutata nel raggiungimento del mio Sogno.

    Oggi, mi trovo a vivere con la mia splendida Giselle sugli appennini tosco emiliani.( ho cercato un bel posto dove procedere, ma non sarà l’ultimo)
    Non ho soldi, e non riesco a trovare un lavoro, attualmente è molto difficile.
    Ma , proprio per questa mia Fede profonda e per questa mia ricerca profonda per l’Autonomia, l’Indipendenza, la Libertà, non ho mai mollato.

    Ho cercato un posto dove portare avanti il mio progetto.
    Mi sono iscritta ad un corso per diventare Tecnico veterinario , perché se devo lavorare per mantenere me , mia figlia, i miei animali (che dalla valle’d’aosta si sono trasferiti con noi), almeno vorrei che il lavoro che andrò a fare possa essere compatibile con le mie inclinazioni Animiche.

    Sono “diventata” nel frattempo un’illustratrice naturalistica editoriale, ho sfruttato tutti i miei talenti “artistici” (pur non avendo studiato), con la speranza che anche quello possa aiutarmi a contribuire al discorso economico, attraverso i concorsi vinti e le mie opere pubblicate.

    Insomma oggi, ho una figlia meravigliosa che ancora con tutto il mio Amore cresco ed educo;
    una lupa italiana fedelissima e nostra guardiana da sempre, e 3 caldi gattoni che con la loro presenza ci offrono Energia e Positività.

    Ho rinunciato a tutte quelle sicurezze materiali, non ho denaro accumulato, cerco di non accumulare niente, anzi, ho ancora molto da ripulire!
    E cerco di mantenermi alla larga dal consumismo forzato (anche se la mia attuale condizione per qualcuno può apparire estrema, e può suscitare giudizi nei miei confronti, avendo anche una figlia, io mi sento nella mia totale dignità e in un assoluto “Giusto” !)

    Non possiedo più nulla, tranne che gambe per passeggiare tra i miei boschi, creatività per le mie mani e il mio cuore, colori e segni da offrire a esseri umani gentili e sensibili.
    Cervello per studiare e svolgere quello per cui sono nata.
    E l’Amore che da sempre mi sostiene nella mia SOLITUDINE che con fierezza proteggo e difendo con tutte le mie forze da quando sono nata!

    Ho sacrificato tutta la “fortuna” che avevo, per plasmare quella che calza perfettamente a tutta me stessa.

    Oggi mi chiamo MATERGEA, e mi sento leggera come l’aria, e tutte le preoccupazioni del momento, il terrorismo che la società vuole inculcare nelle menti umane, le rifiuto con tutta la forza che ho dentro.
    Io sola ho deciso di condurre il compromesso, e nella misura e nel modo che ho deciso!
    In nome del mio SOGNO che si chiama LIBERTA’!

    Le mie uniche certezze e sicurezze sono quelle che arrivano dal mio CORAGGIO, dalle mie CAPACITA’ e dal mio SOGNO, che sono DONI meravigliosi che nessuna scuola mi ha insegnato nel corso della mia esistenza, e che ho potuto imparare attraverso la sacra SOLITUDINE che la Madre Terra e l’intero Universo mi ha insegnato.

    Il mio più grande potere sta nel potere di scelta e di decisione, e quindi nella libertà di attuarli.
    Libera di decidere.

    Ecco,
    quindi ci libera di qualsiasi cosa possa diventare ostacolo alla propria crescita/decrescita , anche se appare dorato, anche se è così veramente, anche se innoquo e a volte nell’assurdo utile per il proprio benessere, ma nocivo, perché solo apparentemente.

    In fondo ogni decrescita personale è relativa a se stessi!

    Egluge Curti

  10. “L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrire. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio”. Italo Calvino da “Le città invisibili”.
    Paola

  11. Scusa Federico, perché scrivi che la moglie la devi abbandonare o “uccidere” (per modo di dire si intende)? Non la ami più? Non riesco a capire quale fardello ti crea tuo moglie per il downshifting.

    • Semplice, Francesca: non lo vuol fare, perchè dice che lavora (anche se non guadagna granché) e poi, non lo dice, ma deve restare a disposizione del suo bambino di 29 anni (che tra 3/4 mesi se ne va di casa a circa 90km. da quì). Solite donne, anche se straniere (è francese) son sempre chiocce. E poi dicono che siamo noi uomini… siete voi che, da mamme, non ci svezzate mai. Seriamente: non condivide il mio modo di vedere le cose oggi, con tutto che siamo praticamente cresciuti insieme. E’ più ottimista di me, o meglio, di noi che pensiamo o facciamo altrimenti.Tutto ciò è diventato un elemento di scontro molto pesante tra noi. La vita riserva anche questo tipo di fregature. Pensavo di aver construito un solido rapporto, ma non è così. Ci si perde di vista anche se si vive insieme, purtroppo.
      Non la uccido (scherzavo)non ti preoccupare, piuttosto vado via io, visto che ho sempre fatto il buon figlio, buon padre e buon compagno/marito … ora potrei anche pensare ai caz.. miei. E’ solo una questione di soldi. Nel senso che non voglio fargli del male in alcun modo.
      Ciao e grazie della tua “attenzione”.

      • L’egoismo umano che quando non si trova più in sintonia con il proprio compagno/a ci fa dire “ora potrei anche pensare ai caz… miei”.
        Ma alla prima influenza con qualche linea di febbre correrai da lei (e lei ci sarà) perchè la ragazzetta che hai appena conosciuto ha ben altro da fare 🙂

        • ho solo una “ragazzetta”: la mia moto in garage.
          Per il resto ho detto “potrei” fare i caz..miei. In realtà sto pensando che potrei andarmene definitivamente da tutti così non disturbo più nessuno.

      • ok, ora ho capito. Un consiglio per tua moglie: molli il bambinone di 29 anni! Davvero, è un grosso problema quello delle mamme che non mollano i figli, anche perché sia i figli maschi che femmine (se sono sani) desiderano partner diversi da mamma e papà e quando li trovano sono dolori! Alle mamme verrà solo tanta depressione a sentirsi abbandonate dal figlio/a per un altro (lo dico per esperienza) oppure ostacoleranno la nuova coppia. Le mamme svezzano i figli, ma sono i papà a guidarli verso l’autonomia, mi raccomando Federico, aiuta tua figlio a prendere la sua strada alla giusta distanza dalla mamma. Ciao!

  12. Ciao Simone, ci siamo già letti (oggi sono 59, gli anni miei intendo).
    Due inverni fa mi sono molto appassionato alla colonia di formiche proveniente dalla fiat 500 del ’74 di mio figlio, comprata da una signora inglese abitante in Liguria. Sloggiate dall’auto che doveva essere restaurata (da noi) si sono piazzate in garage e poi, visto che ogni tanto le spostavo da dove erano, finalmente sono andate in giardino, dove però hanno trovato mia moglie che è meno filosofa e comprensiva di me. E che dire dell’osservazione delle carinissime nutrie con i loro piccoli, qui nella bassa-padana. I cacciatori con l’autorizzazione comunale gli sparano. Peccato. E parlare con il giovane leprotto incontrato in una passeggiata in bici, nei campi qui vicino a casa (confino con un parco naturale). O il piccolo cinghiale che si para davanti alla macchina, di notte, mentre siamo in Maremma e Luca, mio figlio, che dice: papà, papà fermati faccelo vedere, per poi continuare a parlarne fino al momento di andare a letto.
    Nel corso della mia vita ho sempre avuto una certa ATTENZIONE a certi momenti e “cose” che sai essere particolari, talvolta magiche, che certamente non si ripresenteranno più o almeno non allo stesso modo. Ho applicato questo modo di fare anche alle persone, anche su lavoro quando era possibile, ma la cosa non ha portato alcun risultato. Questo rimanere in tema …

    OK, ma nel frattempo, una specie (umana!?) si è insediata al POTERE, anzi si è manifestata apertamente (c’era già), e fa quello che vuole delle risorse naturali, economiche e quant’altro. E noi!? Manifesteremo la nostra protesta e porteremo avanti le nostre idee dopo. Dopo che avremo raggiunto una certa maturità interiore, no, anzi, dopo aver raggiunto un livello ascetico di comprensione dell’ESSERE e delle COSE CHE CI CIRCONDANO. MA!? Per uno come me che si è sentito in difetto e preso per il culo tante di quelle volte quando dicevo: noi però nel ’68 volevamo, dicevamo… Scusate, ma quando già allora dicevamo che un certo stile di vita non andava bene… Boh, sarebbe lunga e si dovrebbe interloquire a voce per esprimere e raccontare più cose vissute, pensate e, quando possibile applicate.
    Nonostante la fine sia più vicina per me che per Voi, non posso fare a meno di pensare che sarebbe più bello lottare insieme per quel famoso “mondo migliore”. Certamente un retaggio dovuto ad una cultura socio/politica superata, vecchia, ma che non mi vergogno, ancora di più oggi, di farne parte. Le risorse stanno diminuendo drasticamente, molti di noi hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità a credito. Va bene, ma in realtà le risorse per star bene un po’ tutti ci sarebbero ancora, peccato che “alcuni-pochi” se le tengono ben strette. E noi glielo lasciamo fare!?

    Intendiamoci, quel che capisco del mondo di Simone mi sta bene in buona parte, ma … mia moglie la devo abbandonare? Cristo! Con tutto che è stata “povera” con me, agli inizi, oggi rinuncia con difficoltà a SKY. Scusate, ma la butto in ridere, perché altrimenti devo ucciderla e… non ci riesco, gli voglio ancora bene dopo 42anni che ci frequentiamo.
    Piuttosto che invecchiare ripiegandomi su me stesso, preferire perire nella lotta con accanto delle belle persone come qualche scrivente/partecipante del tuo blog.

    Finisco: Scusa Simone, non mi permetto di criticare il tuo lavoro, ma Farinetti e tutta la sua boria compiaciuta ce la potevi risparmiare. Spero che te lo abbia imposto la produzione. Non ho capito cosa ci doveva insegnare. I figli di papà che ci spiegano come realizzare i sogni? Prossima volta vogliamo Lapo! (quello della Fiat per chi non abbia capito).

    Un abbraccio, se permetti, Federico (il cognome è nella e-mail) e buona giornata!

    P.S.: per conoscerci meglio: toscano “deportato” in Lombardia, ex-dirigente terziario avanzato, da tre anni senza lavoro e senza pensioni di alcun genere. Moglie insegnante precaria a 62 anni di età. Mai comprata in vita mia un’auto di lusso, anche se di motociclette ne ho comprate un bel po’… beh, la barca a vela per la mia generazione era da ricchi. Ciao

  13. Le emozioni si ribellano quando non vengono ascoltate, sai quante persone vengono messe da parte con gesti, sguardi. Attenzione è una parola a doppio taglio. Quella che per te è attenzione, spesso è disattenzione per l’altro.

  14. E infatti da bambini si osservata tutto da vicino … come tu cercavi di stanare quel sasso con lo stecchino … con calma e attenzione guardavamo ogni cosa come se avessimo un obbiettivo fotografico “macro” … e vedevamo le formiche con i loro tracciati e sentivamo le loro vocine 🙂

  15. Ciao Simone, a Carloforte ci siamo conosciuti…ero quello che navigava in solitario con il GS 39…..quello del libro…ricordi?
    Mi farebbe piacere suggerirti contatti di persone che hanno fatto downshifting serio…. se ti fa piacere contattami.
    Ciao
    Armando
    PS. carina la trasmissione su Rai 5.

    PS. 2. Per quanto riguarda all’ATTENZIONE essa fa parte di quello che io chiamo prendere le cose di petto! Non lasciar passare nulla per scontato…. da qualche anno a questa parte i miei amici dicono che mi comporto come un vecchio pensionato perché non perdono neanche quello che butta una carta a terra sulle strade…. non do tregua ne alle capitanerie di porto ne ai sindaci, quando non rispettano i cittadini/contribuenti….gli italiani sono assopiti, pur troppo, e ci mangiano e ci dormo sopra…. vabbé meglio che mi fermo.
    Ciao

    • ciao armando. ben ritrovato. più che a me, scrivi i contatti o fai scrivere le loro storie all’indirizzo che appare in coda alla trasmissione. utile se vorranno ripetere il programma. fai bene a non demordere. sempre senza esagerare e “vivere per protestare”. la vita è anche accettare quello che siamo. ciao e buon vento!

  16. A proposito di soldi, io mi sto interrogando sul da farsi.

    questa la situazione:
    -ho un mio piano per il cambiamento che pero ultimamente ho dovuto rimettere in discussione, devo ancora capire come dovranno funzionare alcune cose.
    -intanto con le entrate/uscite che ho riesco a risparmiare abbastanza.
    Ho una discreta riserva che cresce un po ogni anno.

    Ma che fare con sti soldi?

    -spendere di piu ora per cose di cui non avverto il bisogno (questa la scarto)

    -metterli la parte per il futuro? (visto che la pensione tra 30 anni se la scordera anche chi paga i contributi)
    E come metterli da parte? Le azioni non mi sono mai piaciute. investimenti a rendimento fisso, al netto dell’inflazione, fanno si che i soldi risparmiati fino ad ora tra 30 avranno un valore tanto basso che non vale la pena risparmiare.

    -investimento immobiliare? No, perche nella zona in cui sono io attualmente sono impazziti i prezzi e sarebbe un buttarli via.

    – fare come diceva Massimo Fini: investire in terreno coltivabile che puo essere usato per autoproduzione. (non dimenticando i kalashnikov)

    -investirli nel mio progetto di cambiamento futuro. come corsi per le cose che devo ancora imparare. o cose che mi serviranno.

    le due ultime opzioni mi sembrano le piu ragionevoli.

    per me questa domanda ultimamente e’ importante e pratica.

    Ogni considerazione tua simone o di altri lettori del blog e’ gradita.

    Ciao
    Marco

    • marco impara a vivere di niente, autoproduci, piccola parte li investi per autoprodurre (cibo-energia) e poi gli altri conto di liquidità al minimo interesse.

    • Ciao Marco

      – investire in terreno coltivabile che puo essere usato per autoproduzione.

      – investirli nel mio progetto di cambiamento futuro. come corsi per le cose che devo ancora imparare. o cose che mi serviranno.

      Queste sono le opzioni che ti sembrano le piu’ ragionevoli, dunque prosegui con le azioni da fare.

      Quali passi dovrai compiere per mettere in pratica queste due opzioni ?
      Cosa farai per investire in terreno coltivabile ?
      Quanto vuoi investire ?
      Quali sono i corsi per le cose che devi ancora imparare ?

      Ciao

      Luca

    • Anche io ho un pò lo stesso dilemma.
      Cmq se per caso vuoi metterli in banca, scegli la Banca Etica, non è pubblicità, e non ti dico neppure che avrai grandi interessi, anzi, ma almeno si aiuta in progetti etici nel sud del mondo (ma anche in Italia, microcredito e non investe in armi.

    • Marco concordo con gli altri :
      – terreno
      – corsi e libri
      Se posso darti un consiglio (premetto che non so dove abiti), il terreno è tanto più “di valore” quanto più è comodo all’abitazione (o a quello che sarà l’abitazione a progetto concluso)… questo perché se vuoi auto-produrre con meno spesa, il conto della benzina incide tantissimo… meglio un terreno più piccolo ma più fruibile (e più eco-sostenibile).
      Ciao

    • Grazie delle vostre risposte e grazie delle domande precise di stefano.

      Primo passo: io ho un giardino di dimensioni medie. Da subito initio a farci lorto. Ne dedio una parte allorto. La storia di stefania mi ha affascinato. Il primo obbiettio non e di maniare solo del mio orto ma di imparare e gustare i frutti del mio lavoro e divertirsi facendo lorto.

      Secondo passo:imparare meglio il tedesco, fare quei passi che mi servono per avvicinarsi al madrelingua. So cosa mi manca e ho un idea di come arrivarci.

      Terzo passo, comprare terreno vicino casa( poche centinaia di metri) per orto piu grosso. Mi sono informato oggi. E fattibile con un investimento davvero piccolo.

      Quarto passo: riuscire a fare il lavoro che faccio ora (ingenere e mi piace) facendomi pagare a risultati e non a presenza. Cosi da poter aver piu tempo per me, per lorto e per i corsi di mediazione e comunicazione che voglio fare per il progetto finale.

      Con i punti 1 e 2 posso iniziare subito e lo faro. Il punto 1 con la manualita che ne deriva mi serve anche per quello sviluppo di petsonalita che mi servira per lobbiettivo che ho col progetto finale.

      Beh, mi sembra un buon piano. Fattibile eventualmente flessibile e stabile.

      Poi la domanda sul come impiegare al meglio i risparmi resta perche questi passi non costano tanto. Pero ora e una domanda he e in secondo piano rispetto al progetto.

      Grazie, marco

  17. sono d’accordo lilly,anche gratitudine,d’accordo anche con simone sul fatto che l’atto della gentilezza dipenda da molti fattori,e soprattutto bisogna iniziare da noi stessiconun lavoro interiore difficile,che ci dia ecquilibrio.in piccoli paesi,gentilezza,gratitudine,partecipazione si incontrano con più facilità che nelle metropoli dove si è travolti dal caos e dalle nevrosi,dove non c’è il tempo o la volontà di guardarsi dentro…e porre maggior attenzione a tutto ciò che ci circonda,

  18. L’attenzione per l’infenitesimo? Molti non vedono nemmeno dove mettono i piedi… mi capita sempre più spesso che i pazienti mi chiedano certificazioni dei danni subiti (cioè la distorsione di una caviglia o una escoriazione ad un ginocchio!!!!! ) per far causa al Comune perchè un marciapiede era dissestato e per colpa della non manutenzione loro sono caduti……..In genere rispondoi di guardar dove mettono i piedi e che in montagna sarebbero già morti….
    L’attenzione all’infinitesimo si può avere solo nella calma, innanzitutto interiore.

    • esatto. e infatti è tutto collegato. ed è tutto dentro di noi. l’esterno è solo una conseguenza. ma se tu vivi pensando di fare causa al Comune per una buca, come è possibile cambiare…? la colpa sarà sempre del Comune…

  19. attenzione e gentilezza 2 elementi molto importanti per la nostra vita.
    molto bello un saggio che si intitola “la forza della gentilezza”ed mondadori saggi psicologia.

    • attenzione, gentilezza e mi verrebbe da aggiungere gratitudine, per me valore inestimabile che andiamo sempre più smarrendo. Non trovi?

      • certo. ma attenzione, gentilezza, gratitudine, e mille altri valori come questi… NON SONO riferiti agli altri. Ecco un punto importante. Occorre comprendere che lo scavo dentro di noi deve superare il concetto di relazione con l’altro rendendola una conseguenza della relazione con se stessi. Il punto è: essere gentili non è un fine che riguarda la relazione, ma una conseguenza che riguarda la consapevolezza. E’ l’atto della gentilezza che è significante, perché a suo volta consegue all’equilibrio, dunque è un vettore che esce e rientra, in cui il punto è come stiamo noi. E questo principio è solo la superficie, occorrerebbe andare oltre, più in profondità, per capire e gestire le energie che fanno da fonte e da risultato dell’atto della gentilezza. E poi ancora più giù, fino al piacere, all’orgoglio, alla gestione del mancato feedback della gentilezza. E questo lavoro è immenso, e va poi moltiplicato per migliaia di casi e di valori, ogni volta simili ma diversi. Un lavoro immane, ma l’unico che riesca a cambiarci realmente. Dunque a cambiare la società.

        Quando dico che andare in piazza senza aver lavorato dentro è inutile, perché il massimo del risultato ottenibile sarà cambiare un governo senza che la vita cambi, mi riferisco a tanti aspetti della conoscenza di sé come questo. Serve tempo, concentrazione, onestà, spietato rigore. Andare in piazza evita proprio questo lavoro. Indirizza altrove l’energia. Il suo risultato è misero, e il danno di quel “mancato lavoro” immenso. Agire in quel modo farebbe molta paura, produrrebbe esseri forti, saldi, duri, ma capaci di emozionarsi, dunque caldi, sognatori, attivi. Il sistema gode quando prendiamo la via facile, veloce, immediatamente soddisfacente della manifestazione di protesta, perché in quel momento capisce che il lavoro vero, quello pericoloso per lui, l’abbiamo abbandonato.

        • Purtroppo non ti riesco a seguire.
          Forse questo approccio del lavoro dentro è dedicato alle sole persone che non hanno problemi concreti di vita (mangiare, casa, bollette) ma riempire un qualcosa di spirituale per migliorare dentro

          • alberto abbiamo tutti la bolletta e i problemi. io ho mia madre che sta male, non ho lo stipendio, non avrò la pensione… non c’è qualcuno che sta meglio o peggio, o meglio… c’è, ma non c’è un limite di censo per occuparsi della propria umanità. ma tutto, proprio tutto, consegue da quella. In ultima istanza anche la bolletta. Risolvere la frana a valle invece della causa a monte è la migliore via per avere un’altra frana. prima o poi…

          • Alberto,
            ma la vita e’ fatta solo di problemi concreti ?
            E la tua vita ? come va ?
            Come va la tua salute ?
            E le tue finanze ?
            E le tue amicizie ?
            E i tuoi amori ?
            E il tuo spirito ? Quali sono i tuoi pensieri prevalenti durante le giornate ?
            Com’e’ lo stato di ciascuna di queste cose ?
            Se non ti piace lo stato di queste cose, puoi cambiarle.
            Come ?
            Prova ad affrontarle una ad una, agendo in modo nuovo, diverso, ma sempre come piu’ ti piace, vedrai che risultati…chi non ha mai provato questo approccio non puo’ neanche immaginare la differenza abissale tra agire e non agire, tra pensare e non pensare, tra essere consapevole e non esserlo, tra essere capace di rispondere e non esserlo.
            Non parlo di 1 a 100, ma di 1 a “+infinito” ….

        • Intendi dire che attenzione e gentilezza che nascono da un bisogno di compiacere l’altro, di farsi amare, di aspettarsi riconoscenza sono malate al pari dell’indifferenza?Condivido… raggiungere l’equilibrio interiore da cui può scaturire ogni valore ed anche la vera compassione, cioè un sentire con l’altro, ma senza farsi annientare,è una strada difficile, ma l’unica possibile per un reale cambiamento…

        • Ho provato a essere gentile, sensibile e attenta, ma probabilmente da quello che dici tu, ho sbagliato qualcosa. Non ho molte amiche, ma una in particolare è ed è stata molto vicina a me. Purtroppo una decina di anni fa è stata malata… In quel periodo l’ho sorretta molto… Lei è un’estroversa, io introversa, per cui mi è stato abbastanza difficile infonderle tutto il mio ottimismo e darle tutto il mio sostegno! Però ce l’ho fatta…Ed è guarita (non per merito mio!) Ora però mi ritrovo ad essere sempre la spalla a cui si appoggia… Mi chiama per “svuotarmi” tutti i suoi problemi, e io (da introversa) non riesco a riversarne uno neanche a morire… Quando sono veramente giù fisicamente (come capita), quando sono spossata, evito di chiamarla perché non reggo “l’innondazione” dei suoi problemi…
          Credo di aver sbagliato qualcosa…. Che amica è quella con cui non riesci nemmeno a spiaccicare una parola? … E’ un po’ che sto riflettendo a questo : perché parlare dei miei problemi se quello che mi sta di fronte può averne di più gravi e profondi? … E’ un mio eccesso di sensibilità? Boh…. sta di fatto che ora evito di chiamarla!
          Accetto vostri consigli!
          Grazie

  20. Io invece ti dico: usa una moderna malta elastica (con resina) e osmotica traspirante. Non si formeranno crepe ed il muro espellerà automaticamnte l’umidità.

    Concordo pienamente sull’attenzione! Attenzione e capacità di osservazione (possibilmente umile osservazione) sono la base di ogni allargamento di vedute e la base di ogni apprendimento. Sono la base della tolleranza e della comprensione, della misericordia e dell’amore verso l’essere umano.

  21. “Ecco il mio segreto. E’ molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’ESSENZIALE E’ INVISIBILE AGLI OCCHI”.

    tratto da “Il piccolo principe”

    ….e se l’essenziale è invisibile… bisogna prestare MOLTA ATTENZIONE!!!

    grazie Simone x lo spunto di riflessione!

  22. “fare attenzione”
    non c’è che dire, sei sempre un passo (anche di più) avanti a tutti! chi ti segue, chi cerca da te spunti per cambiamenti di vita, ora è in pieno fermento di idee, progetti e pratica e tu arrivi con questa nuova esigenza, necessità che richiede invece calma, osservazione.

    bellissima anche la puntata di ieri sera.
    e Fini che non è d’accordo con te “il cambiamento individuale richiede tempi troppo lunghi” non ti ha convinto. nemmeno a me. richiede più tempo, è vero, ma sarebbe una scelta vera, consapevole, mentre se arriva dall’alto non può che essere una imposizione e il sapore (nonchè l’intento) è completamente diverso. non trovi? ma soprattutto, glielo hai detto a telecamere spente?

  23. condivido quello che scrivi sull’attenzione. Mi sento spesso un’equilibrista in bilico, sviata dalle mie cose, in continua tentazione di filtrare cio’ che non mi serve o non mi piace. Facile, quindi non va bene. Quanto vinco la tentazione e riesco a fare attenzione, sento di aver vissuto veramente, avere colto il presente, essere approdata alla meta.
    By the way, piatto magnifico che mi ricorda vagamente il Giappone

  24. solo un consiglio…usa la calce anziché il cemento, sará un muro vivo e raggiungerá la consistenza della roccia, la sua origine.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.