La felicità umana

Credo che molti conoscano già questo discorso. Lo ha pronunciato il Presidente dell’Uruguay Josè “Pepe” Mujica, e questa è la cosa che conta di più. Gli argomenti del suo discorso, che condivido integralmente, vengono dalle parole di un governante, il capo di un Paese intero. Un politico. Ecco come può (come deve) parlare un politico oggi. Il tema del suo discorso è come sia possibile tornare a occuparci della nostra felicità.

Ma ce qualcosa che ha ancor più valore, e che collego anche ad alcune discussioni recenti su queste pagine. “Pepe” ha 77 anni, ed è noto come “il Presidente più povero del mondo”. Vive in una casa modesta, devolve il 90% del suo stipendio in beneficenza, è un ex partigiano, ha trascorso in carcere 14 anni come oppositore del regime. E’ importante, dunque, quel che dice, perché non ho mai sentito un presidente nazionale esprimersi così. Ma le sue parole risuonano perché sono la conseguenza dei suoi comportamenti. “Pepe”, il Presidente dell’Uruguai Josè “Pepe” Mujica, vive in modo molto simile a quello che dice. L’azione lo nobilita, le parole spiegano l’azione. La sua testimonianza di uomo conta forse di più delle sue affermazioni. O comunque ex aequo.

Come credo tutti sappiano ho scritto e tento di vivere in linea, per quanto so e posso, con questo pensiero. Compromessi ce ne sono, naturalmente, alcuni irrisolvibili, altri in via di soluzione. Nell’ambito in cui può risuonare la mia voce, faccio il rumore che riesco intorno a questi argomenti. Un governante può farne molto, molto di più. Vi invito a guardare questo video fino alla fine. Il fatto che sia un Presidente a pronunciarlo, credo segni indelebilmente il passaggio a una nuova era.

Riparleremo di lui quando ci saranno le nostre elezioni, credo. Devo dire una cosa sulle nostre elezioni, da qualche tempo. Vedremo. Buon ascolto.

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23 pensieri su “La felicità umana

  1. Ciao Gramigna,
    grazie delle informazioni. Sono andata sul sito della DF di Firenze e l’ho scaricato e stampato…
    E’ bellissimo e un’ottima idea regalo!

    Marica

  2. Grazie, Simone, per averci ricordato questo bellissimo speech!
    Mi ero collegato solo farti gli auguri (auguri non solo digitali, ma sentitissimi), ma mi sono riascoltato per intero il discorso di Pepe: commovente.

    Aggiungo anche, per sgomberare il campo da equivoci ed essendo un pò la mia “specialità”, che in Uruguay la crescita del fantomatico PIL nel 2012 sarà del +3,5% e nel 2013 è prevista del +4% (l’Italia è rispettivamente al -2,5% e al -1%); l’inflazione si aggira sull’8% e la disoccupazione oscilla tra il 6% e il 7% (in Italia siamo intorno all’11%, mentre quella giovanile è – come noto – superiore il 36%). Non aggiungo altro…

    A presto, ciao
    Andrea

  3. Ciao Simone, non c’entra molto con questo post (che trovo bellissimo, ma sono diventata scontata a forza di condividere ogni cosa che posti 😉 ma in qualche modo, se te lo vuoi appendere in casa, rispecchierebbe molte delle cose che da mesi cerchi di trasmettere a chi ti legge e molte delle quali hai messo in pratica inconsapevolmente e consapevolmente nel tuo percorso verso la libertà. Parlo del calendario del cambiamento 2013 del Movimento per la decrescita, altro che quello di frate indovino!!!puoi scaricarlo da qui:
    http://decrescitafiorentina.blogspot.it/2012/12/il-calendario-del-cambiamento-2013.html?showComment=1355957397252

    io me lo sono già stampato e messo in cucina (anzi in realtà me lo sto leggendo tanto ci sono argomenti interessanti ed assai approfonditi). Tu che sei un “calendario vivente” 😉 dovresti trovarlo interessante, in ogni caso, fammi sapere se ti è piaciuto!ciao sara

  4. La felicità umana al centro di tutto, caro ‘Pepe’ che tema fantastico ! Questo uomo ha un che di romantico, di affascinante, di rivoluzionario,il suo modo di vivere, le sue parole,la sua umanità sono commoventi.
    Ho il cuore aperto e gonfio di gioia , in un certo senso mi ha reso un po’ felice.

  5. Se ci sono pochi personaggi di spicco che offrono degli spunti di riflessione o esempi personali -se poi loro nella loro storia siano stati coerenti é da verificare!- spesso le masse continuano a ignorarli, pertanto non credo che spostino molto la prospettiva collettiva.

    Oltre alla politica da cui ho lasciato intendere che mi aspetto poco, vedo altri due canali:
    — me stesso. Cioé l’ individuo che tenta di realizzare qualcosa per sè e un minimo per gli altri.
    Non troppo per gli altri. Senza cioé fare le crocerossine con le persone che ci stanno attorno, perché si può verificare paradossalmente di fare invece il loro male, più gli si offre supplenza e meno occasioni gli si lascia per confrontarsi con le loro grane e diventare capaci di averci a che fare. Intendo problemi normali, con cui possono averci a che fare. Ricordo in tal senso ciò che si é verificato su scala assai più ampia quando i paesi dell’ occidente decisero di civilizzare popolazioni d’ Africa, dell’ America Latina: li persuasero ad adottare in breve tempo le tecnologie, i consumi, i costumi, ecc dell’ occidente e ciò creò una frattura fra ciò che erano in grado di gestire con arretratezza, ma con una creatività che gli era propria, e ciò che accettandolo li aveva ridotti alla dipendenza, ad esempio attrezzature agricole, carburanti, concimi sintetici, cicli di produzione intensiva …
    — la comunità. Qui il mio atteggiamento é soprattutto di non interrompere il flusso delle informazioni utili generate generalmente dagli altri, e solo talvolta pesonalizzate da me; non mi piace l’ atteggiamento di taluni di non condividere soluzioni utili, tanto gli altri si arrangiano… Io mi rendo conto che senza il generoso contributo di tante persone di mettere a disposizione, soprattutto in rete, saperi, tecniche, ecc. , ecc. sarei ben più misero di spunti io.
    Mi piace quando una qualche condivisione non implica forzature, imposizioni. Emblematico nel suo piccolo l’ esempio che Dona aveva riportato descrivendo l’ approccio del ristretto vicinato che si scopre in grado di collaborare nello spalare la neve. Mi auguro che questo modo di rapportarsi tra persone possa essere valido anche per progetti di maggiore sostanza.
    D’ altronde temo che l’ atteggiamento dei gruppi di persone possa passare dalla genuina condivisione a una sorta di abbraccio stritolatore. Sempre nell’ esempio dello spalare la neve rammento di avere ascoltato in tv una signora svedese, trasferitasi anni fa in Italia, che raccontava che la vita condominiale nel suo paese era piuttosto vincolante. Là il condominio ha molto potere e può venire stabilito l’ obbligo a spalare la neve e con quale definito impegno da rispettare da parte dei condomini. Nei regolamenti condominiali vi sono regole di partecipazione e comportamento che se non rispettate possono portare in casi estremi a obbligare il proprietario di casa negligente a lasciare il condominio e talvolta a vendere il suo appartamento per via del contrasto insanabile con l’ armonia del gruppo. Vi garantisco che quando l’ ho ascoltata ero rimasto incredulo… (mi pare di ricordare che però questo riguardasse più certe tipologie di condominio e forse, ma sono incerto, si differenziasse a seconda che si trattasse di zone urbane o rurali, o altro ancora).
    Vabbé, ho fatto un esempio semplice, semplice. Intendevo ribadire che ho preoccupazione che l’ approccio comunitario anziché conviviale assuma caratteristiche “collettive”, del tenersi stetti per mano, del fare le cose assieme, perché chi va per sé viene facilmente inquadrato come un possibile egoista. Può esserlo, o magari anche no.

    La mia visione su questo tema proposto può essere limitata. Riassumendo io vedo tre principali attori: gli individui, la cittadinanza (che ho chiamato stavolta comunità) e la rappresentanza politica come i tre principali portatori di istanze, iniziative. Naturalmente ci saranno anche altre categorie, rassembramenti. Se avete spunti differenti o aggiuntivi vi leggo con interesse.

    P.s. buone feste a tutti.

  6. Pepe Mujica: UN GIGANTE!
    Quale miglior modo di iniziare una giornata?
    Oggi sarà più facile essere un po’ più FELICE.
    Nonostante tutto e tutti.
    Grazie comandante, e grazie PRESIDENTE.
    Con VOI, sempre…

  7. Sì, bellissimo, finalmente sono riuscito a vederlo, brividi e lacrime… Se anche uno solo dei G20 raccogliesse qualche spunto da questo discorso sarebbe una meraviglia…

  8. Sono d’accordo.
    Mi vergogno ad ammetterlo….ma…non conoscevo questo toccante discorso.
    A volte, è difficile prendere coscienza della propria condizione, guardarsi dentro e vedersi “da fuori” per sapere dov’è, almeno la propria felicità… Dubito di una presa di coscienza “globale”……. ma… se è vero che l’unione fa la forza….. forse un cambiamento di rotta … si può fare..

  9. Grazie Simone per avermi suggerito l’ascolto del discorso di questo politico. Mi ricorda il vero significato della Politica e mi fa ancora sperare. Quanto abbiamo bisogno di persone come lui. Il sistema è talmente usurato che dovremo trovare il modo per destituire tutti coloro che si spacciano per politici.
    ciao
    paola

  10. …il sudamerica è una fucina continua da decenni di politici degni di questo nome…puntualmente uccisi dagli USA tramite CIA, come Torrijios a Panama, Allende in Cile o
    Arevalo in Guatemala.
    Oggi abbiamo soprattutto in Venezuela (con Chavez mezzo avvelenato),Bolivia, Argentina e Uruguay persone che fanno davvero gli interessi dei loro popoli. Mi aspetto a breve un ondata di “rivoluzioni popolari” come in Nordafrica tempo fa per rimuovere l’anomalia del sistema e far tornare l’America Latina il pisciatoio degli USA.
    Con il 90% di territorio pianeggiante già mi vedo quelli della Monsanto sbavare per i profitti potenziali derivanti da eventuali coltivazioni OGM..come ho visto anno scorso con il mais in Chiapas, Messico.

    Occhi aperti, “Pepe”, e in bocca al lupo..

    PS: grazie per la chicca, Simone…anche te saprai bene di essere un “anomalia del sistema”…

  11. Impostare le relazioni fra cittadini in maniera differente implica un cambio di mentalità netto.
    Da noi i cittadini blindano il loro orticello privato, le riforme che ce la menano che “ormai i cittadini italiani hanno capito che sono improrogabili” da noi sono peggiorative, lo stato é cicala e molta popolazione fa la formica. Mi starebbe pure bene il comportamento da formica se ciò in controparte corrispondesse a minori pretese da parte dello stato, visto quel poco che corrisponde e quel tanto che nega in forma di complicazioni di natura burocratica, morale, ecc. alla realizzazione di sè dei cittadini.
    I politici … o meglio noi, ma che ci possiamo attendere dai nostri? Anche quando ci sono quei (veramente) pochi giornalisti, con formazione economica, che li incalzano domandando di conoscere: come, in che misura, a quale soglia, quanto, entro che tempi, una data affermazione che costituisce parte del programma che hanno intenzione di attuare la risposta che si ottiene é sempre un mare di politichese. (Bersani in questo non é dissimile da Berlusconi, é solo meno volgare)
    L’ impressione é che non vogliano farci sapere fino all’ ultimo chi sono le persone interessate dalle loro indefinite proposte.
    Se si confronta l’ intervista del Presidente dell’Uruguay con ciò che esprime il gotha politico nostrano, omnipresente sui media, lo scoramento per le prospettive a breve e medio termine é evidente.
    Noi -chi ci andrà- esprimeremo consenso in gran parte a personaggi politici che sono troppo radicati in schemi di alcuni decenni fa, immagino terrorizzati dall’ idea che i loro rassicuranti punti di riferimento vengano messi in discussione. Quando mai sapranno rivedere alcuni loro assunti?

  12. Proseguo. E’ un mercato senza regole? Allora non e’ un buon mercato, il liberismo esige che ci siano delle regole e che siano fatte rispettare, proprio per proteggere gli investimenti ed i commerci.
    Il consumo nelle societa’ avanzate, poi, si e’ gia’ fermato, dunque non vedo il pericolo di un circolo vizioso, siamo alla saturazione naturale dei bisogni materiali. Forse a causa della crisi, forse questo stesso e’ causa di crisi.
    Quindi bel discorso, ma in attesa di un governo della felicita’, temo che dovremo lavorare per regole migliori nel mondo attuale.

  13. Condivido l’approccio ed il pensiero, pero’ temo che occorra fare un passo avanti per promuovere la causa. La colpa e’ che ci governa il mercato e non la ‘felicita”?

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