Dati e fenomeni

La domanda finale...

 

Uno dei maggiori esperti di comunicazione che abbia conosciuto, e che fu mio maestro, era solito scendere in strada per chiedere ai passanti cosa ne pensassero di questo o quel problema che dovevamo analizzare. Gli vidi fare quel teatrino anche sotto l’ufficio della multinazionale dove lavoravamo, all’uscita da una riunione in cui avevamo appena commissionato una ricerca costosissima e assai articolata. Un mese dopo, alla presentazione dei dati, li confrontai con quelli che aveva scritto a penna su un foglietto, risultato delle domande fatte ai passanti. Alzai lo sguardo. Dall’altra parte del lungo tavolo riunioni, il grande esperto di comunicazione mi sorrideva. Erano quasi identici.

In molte altre occasioni, quando lavoravo, ho ripetuto il test fai-da-te per poi confrontarlo con i dati raccolti in modo scientifico: malgrado gli errori, la tendenza emergeva sempre con chiarezza. Per questo ho voluto fare un piccolo sondaggio sul tema che mi interessava, la “scomparsa” degli uomini, e l’ho diffuso attraverso la mia pagina Facebook e qui sul blog. Hanno risposto circa 500 donne, per il 95% tra i 30 e i 50 anni, per il 45% per cento nel Nord Italia, per il 30% nel Centro e per il 25% nel Sud e isole. Nessuna pretesa scientifica, naturalmente, ma molte cose interessanti.

I dati per esteso di questo sondaggio li ho inseriti e commentati nel mio libro-inchiesta “Dove sono gli uomini?” (Chiarelettere). Qui mi soffermo soltanto sulla domanda finale, che suona come un tragico plebiscito. Quel che emerge, lo ripeto ancora, non è una fotografia con dati scientificamente attendibili, e neppure l’immagine di come siamo veramente. Un messaggio tuttavia ce lo manda, forte e chiaro. Qualcosa che a me, uomo tra 30 e 50, fa un po’ incazzare, e comunque riflettere.

La domanda era: «Definisci gli uomini tra i 30 e i 50 anni che conosci o di cui senti o sai attraverso amici/amiche e/o i media, con un aggettivo (massimo tre)». La lista era lunga, suddivisa in egual misura fra positivi e negativi, l’uno l’opposto dell’altro per evitare preferenze automatiche o involontarie.

I più votati, e di gran lunga sugli altri, sono stati «non in evoluzione», «impauriti» e «dipendenti da famiglia e altro». Queste tre definizioni hanno letteralmente sbancato il sondaggio con percentuali bulgare. Subito dopo non compaiono aggettivi positivi, ma «insoddisfatti» e «immobili». Per trovare il primo timido aggettivo in controtendenza si deve andare molto in giù nella classifica («dotati di una grande passione», che solo una donna su sei ha indicato).

Che conclusioni dobbiamo trarre da questo sondaggio per nulla scientifico e del tutto parziale? Forse nessuna, o forse molte. Ognuno potrà farsi una propria opinione. Certo, questo lungo elenco di aggettivi negativi fa effetto. Se non suona come una campana a morto, poco ci manca.

Eppure, ciò che mi ha colpito di più in tutta questa storia, non è il singolo dato, ma un fenomeno: la mobilitazione delle donne sul web il giorno in cui ho messo in rete il questionario. La loro reazione è stata sorprendente, impetuosa, tanto nei toni quanto nell’argomentazione. A pochi istanti dalla pubblicazione fioccavano già le prime risposte. Non solo. Arrivavano messaggi da tutte le parti: chi non capiva come rispondere, chi voleva sapere se a 51 o 29 anni potesse comunque partecipare (c’era scritto «riservato alle donne tra i 30 e i 50»), chi scriveva in pubblico per dirmi «era ora, parliamone!» oppure «mi raccomando, vogliamo vedere i dati, alla fine!».

In tanti anni di onorata partecipazione alla rete non avevo mai visto una notizia, un link o un tag accolto con un calore e una simultaneità simili. Per settimane e mesi, fino a oggi, ho continuato a ricevere, a ricerca ormai chiusa e a dati già analizzati, questionari fuori tempo massimo, che per forza di cose non sono rientrati nelle elaborazioni citate. Molte delle donne a cui era giunto il link attraverso le loro amiche mi hanno scritto per sapere chi fossi, perché facessi un’indagine così e che cosa stessi preparando. Volevano seguire. Molte hanno capito che stavo scrivendo un libro su questo argomento. Mi chiedevano quando sarebbe uscito! Alcune di loro mi hanno sollecitato a pubblicarne un estratto in anteprima.

Essere visto così, come molte ci vedono, non mi piace per niente. Non mi piace neppure che a noi serva una domanda, un sondaggio, un articolo, un libro… per renderci conto della “fame” di dialogo delle donne su questi punti, e delle loro profonde perplessità. Essere in difficoltà è già penoso. Distratti e lontani, non va per niente bene…

 

Share Button

187 pensieri su “Dati e fenomeni

  1. Queste elezioni non cambieranno proprio nulla, Simone, concordo. Ma l’assedio auspicato potrebbe cominciare dall’interno: ho seguito il modo di selezionare i candidati 5S sul territorio e credo di poter dire che sono svincolati da legami o ricatti della casta. Sono vecchi militanti, quasi sempre gente che, senza bandiere, ha fatto battaglie ambientaliste. Forse molti di loro saranno fagocitati, chi se ne frega: purché resti il nucleo di una futura classe dirigente. Devo dire che mi preoccupa una palingenesi nel vuoto assoluto: potremmo veder calare i barbari, come sempre è successo nelle palingenesi italiane. E di burattini in mano alle potenze questo paese è già pieno oggi. A proposito, ho trovato ottimo l’articolo sul Fatto del tuo collega Giulietto Chiesa, che in passato non era certo tra i miei preferiti. E’ assolutamente da condividere.
    Ma non stiamo violando il silenzio elettorale?

  2. Nauseata dalla “politica” non seguo, ormai da qualche anno, l’argomento, ma circa il non voto non esiste anche un Movimento così denominato -IO NON VOTO (che potrebbe sembrare un ossimoro, ma potrebbe non esserlo) -? e che, tra l’altro, se non sbaglio, ha come simbolo quello del partito dei pirati (sfondo arancione con teschio tra due spade) e/o quello del movimento dei pirati con una bandiera nera su sfondo bianco?
    A te, Simone, appassionato di pirati, non potrebbe interessare tale Movimento?

    Io ancora incerta sul da farsi, chiedo consigli se sia il caso di votare IO NON VOTO?

    (Dichiaro, con un certo orgoglio…, la mia totale ignoranza in materia, non mi sono documentata, quindi spero di non aver scritto castronerie, se sì… sorry).

  3. buono ma…ci vorrebbe un coordinamento…radicato sul territorio, organizzato, strutturato e con un programma…sembra paradossale lo so…ma o così o è tempu pessu! la lotta è impari..e non basta la maggioranza…nemmeno quella assoluta basta… delegittima poco.. finchè la guerra è vinta…la battaglia a loro fa solo tanto tanto comodo…

    • Beh il mio pezzo sul Fatto (300.000 lettori/giorno) ha avuto 1.600 condivisioni. A una media di 400 contatti a testa sono circa, se non erro, 640.000 contattati. Se anche solo 1000 lo hanno ricondiviso… Su 47milioni di elettori impatta solo numericamente sull’1.5pc. Circa dell’elettorato. Insomma. Si fa quel che si puo!
      Va anche detto che c’e’ un movimento astensionista da anni, anche qui su fb, etc. Speriamo dai. Siamo ottimisti.
      Secondo le ultime proiezioni gli astensionisti sono gia’ ora il “partito” di maggioranza relativa. L’assoluto si vedra’.

  4. condivido l’auspicio che il 60 o 70 o 80% degli italiani non andassero a votare, non c’è nulla da ridire, io condivido in pieno.

    solo un però…l’auspicio che ciò accada è già una scelta politica (GIUSTA o comunque legittima) ma non basta l’auspicio, bisognerebbe agire, fare “campagna non-elettorale” altrettanto forte e pesante come quella che fanno (vendendo poesie)…perchè altrimenti resta ben poco e la non delega, la delegittimazione della classe politica non avviene, avviene solo il nostro dissenso, il nostro non voto ma ..pochi numeri e quindi di fatto diventa una scelta non politica ma di tipo qualunquista, della serie “sono tutti ladri e io non sono loro complice” …ci sarebbe voluta una buona campagna di sensibilizzazione pre-elettorale..forte, capillare e continua… ho solo visto qualche “urlo” in qualche articoletto ma nulla di coordinato e programmato..

  5. LA NOBILTA’ DEL SILENZIO

    Un paio di settimane fa. Cena di classe con i compagni del liceo, molti dei quali non vedevo da vent’anni. Una di loro, indispettita, annuncia di aver scritto una lettera di insulti a Mediaset per aver tolto il GrandeFratello dal palinsesto. Un altro, trionfale, esibisce l’amicizia su Facebook di una recente vincitrice di X-factor.

    “Che ci faccio qui?” mi chiedo. Non posso combattere. Fuggo.

    Dove sono gli uomini? Dove, le donne? Che non abbia più senso chiedersi dove sia… la comunità?

    L’articolo di Simone sul Fatto è MAGISTRALE: esso annuncia, sommessamente e senza pretese evangelizzatrici, che cambiare si può.
    Ma anche che, se davvero si vuole farlo, occorre partire da noi stessi. Abbandonare cioè definitivamente le logiche di un perverso meccanismo sociale che si scrive “delega” ma che si legge “deresponsabilizzazione”: credo che solo così, forse, potrebbero tornare a saltar fuori gli uomini! 😉

    In questa tornata elettorale, anch’io sarò presente… gli altri 364 giorni dell’anno!

  6. Qualche obiezione, Simone: trovo rispettabilissima la tua decisione di non votare (era la mia, del resto) ma il popolo non ha mai potuto scegliere i candidati, catapultati in casa loro da centinaia di chilometri di distanza per decisioni apicali di casta. Io sono andato a un paio di locali riunioni grilline e ho apprezzato le facce, per non parlare della insospettata competenza. Non mi è chiara, data la sfiducia crozziana nel ‘poppolo elettore’ (anche questa, intendiamoci, sacrosanta) se auspichi un altro governo tecnico (quali che siano i nuovi tecnici).

    PS: ho riletto le mie parole ma non ci trovo un attacco personalistico: per deformazione, giudico i termini, lo stile, il tono, gli argomenti. Solo quelli condivido o ‘attacco’. Ammiro l’uomo Perotti e non vorrei mai guastare i ricordi della nostra deliziosa odissea.

    • Lieto di questa ammirazione Elio. Grazie.
      Non auspico molto a dire il vero. Io vorrei che il 60-70-80% degli italiani manifestasse la sua reale consapevolezza e indignazione non votando, che dunque dalle elezioni emergesse un responso moralmente invalidante, sostanzialmente una bocciatura, e che questo fosse doppiato da una decina di milioni di persone (un quarto circa del totale votanti) che assediano il Parlamento silenziosamente, il giorno dopo le elezioni. Un assedio silenzioso, pacifico, immobile, neppure una mosca che vola. Una vera forma di violenza pacifica, imbattibile.
      Come vedi non sogno meno di chi crede che con queste elezioni cambieremo il Paese. utopia per utopia, preferisco la mia immagine. E’ più letteraria. ciao.

  7. “non voterò chi è convinto che l’elettorato possa decidere se l’Italia deve restare nell’Euro”.

    E allora che cosa può decidere l’elettorato, il colore dei grembiulini dell’asilo? Ah, no, scusate: grembiulino arcobaleno, sennò i bimbi diventano omofobi.

    • l’elettorato italiano, come abbiamo visto in questi decenni, non sa scegliere neanche i candidati da votare. Oppure pensi che li abbia scelti bene?
      quelle stesse persone dovrebbero votare direttamente le massime e complesse questioni che riguardano la mia vita, la tua vita?
      tu saresti contento di questo? Hai il gusto dell’orrido e sei molto temerario… Io spero che ciò non avvenga. La politica di questo paese, per quanto tragica, è stata fin qui meglio del 60% dell’elettorato che l’ha espressa. questa è la terribile, inconfessabile verità. My opinion. ciao!

  8. Perché, Simone, trovo inquietanti il tuo tono suadente, il tuo approccio positivo, la tua fiduciosa apertura? Sarò negativo io o davvero c’è il vuoto dietro tanti bei paroloni? Sono troppo scettico io o fai troppo il Pangloss tu? Ai posteri…

    Livio, leggendoti mi specchio e nello stesso tempo mi rendo conto di come certi concetti, fuori da un ambito preciso, non abbiano cittadinanza.

    Antonella, il tuo post era ironico, vero? Un vero scrittore parla SEMPRE degli altri scrittori. Borges scrisse dei versi che cito malissimo, a memoria: “Vadano orgogliosi gli altri dei libri che hanno scritto, io lo sono di quelli che ho letto”.

    Dato che l’OT è già stato avviato, sul voto mi trovo molto più d’accordo con Simone. Sotto incollo il commento che molto più appropriatamente avevo postato sul Fatto ma aggiungo, per Livio, che l’ingovernabilità non sarebbe un danno ma un’opportunità. Un governo autorevole continuerebbe la macelleria. Se vi garba…

    “Fino a una settimana fa avrei sottoscritto senza riserve. Oggi dubito sulla frase: “non voterò chi è convinto che l’elettorato possa decidere se l’Italia deve restare nell’Euro”. Non sono ansioso di uscire dall’euro, anche se l’intoccabilità di questo nuovo Moloch è
    dovuta soprattutto alla persuasione martellante di una casta politico-mediatica
    a cui dobbiamo aggiungere quella universitaria: sarebbe certo più proficuo
    ridiscutere con i graziosi “partner” gli sciagurati accordi che hanno inciso
    nel marmo (probabilmente manovrando a caso un pallottoliere) le intoccabili
    cifre del 60% (e del 20% del 60%). A proposito: chi non sa che la nostra
    costituzione è stata ritoccata sotto Natale, in un solo giorno e senza bicamerali, per introdurre il merkeliano pareggio di bilancio, si informi sul fiscal compact, o meglio su come queste due paroline ci ridurranno in pochi anni molto peggio della Grecia. L’uscita dall’Euro sarebbe uno sconvolgimento epocale, ma qualsiasi impresa (o paese, vedi Argentina) a un certo punto accetta il dramma del fallimento per poter mettere un punto e ricominciare da zero. Dovremmo iniziare a contemplare l’ipotesi come ultima istanza, anche solo come minaccia da agitare in sede di trattativa per quella ridefinizione degli accordi comunitari che dovrebbe essere in cima ai pensieri di qualsiasi politico decente. Il cataclisma ci coglierebbe quando c’è ancora qualcosa da salvare, mentre l’agonia decennale che ci attende col fiscal compact sarebbe peggio”

    Dato che si è parlato dell’apprezzabile Modugno televisivo, mi piacerebbe sapere che impressione hanno avuto della figura di Franca le signore presenti (e già mi confondo: si userà ancora questo termine borghese? dovrei aggiungere ‘e signorine’, ammesso che il termine non sia intollerabilmente discriminatorio? dovrei usare un più maschio ‘compagne’ o sconfineremmo in politica se non in orientamenti sessuali diversi? ‘amiche’ andrà bene o sarà troppo confidenziale?).

    • Elio non ho idea. Non ti conosco, non posso sapere perché sei scettico o malizioso su qualcosa. Tanto meno se tu abbia ragione o no, visto che non so cosa pensi. Come molti, se mi permetti, pensi all’uomo e non a ciò che dice. Se credi nella comunicazione devi misurarti con parole e concetti. Lo faccio io che non so nulla di te, credo potresti farlo anche tu che puoi sapere e verificare quasi tutto di me.

  9. In effetti portare bidoni pieni d’acqua sulla testa per 30 km da un pozzo al villaggio non è un ruolo intercambiabile…in Savana, tra il popolo di guerrieri e pastori Samburu, lo fanno solo le donne.

  10. Molto bello l’articolo di Gramellini. Grazie, Simone, per aver condiviso nel tuo blog le parole ed i pensieri di un altro scrittore mostrando generosità intellettuale e rispetto del talento altrui. Non credo, però, che sia vero che tutte le donne sono attratte dai “superometti”…per quanto possa valere,a me piace, ad es, una persona come lui che sa unire una maschia assertività ad un animo sensibile, quasi femminile oserei. Io ammiro chi ha intelligenza e cuore più che muscoli da esibire, chi non si vergogna nel mostrare le proprie debolezze e fragilità perchè sono proprio quelle a renderlo più vero e speciale. Proprio in questi giorni sto leggendo “Fai bei sogni” (dopo averci pensato su per un anno perchè l’argomento riapre dolorose ferite del mio passato…)e lo trovo straordinario nel descrivere un vuoto inaccettabile dissimulandolo con levità ed ironica leggerezza, eppur mantenendo intatta tutta la sua carica struggente. Ecco chi sono gli uomini veri per me…fortuna che ne esistono ancora!
    P.S. Spero che non sia stato di cattivo gusto parlare del libro di un altro scrittore, ma mi sembra che anche tu apprezzi il suo pensiero…

    • figurati antonella. qui tra pubblicità ad altri blog, consigli di altri scrittori, libri altrui e autopromozioni direi che non possiamo consentirci gelosie o ansie da concorrenza ;-). Gramellini ha una bella testa. Che circoli! ciao!

  11. Simone, le tue parole sono suggestive, è difficile criticare la loro ecumenicità. Ma mi tocca farlo: per cominciare non mi riconosco nel ritratto che tu fai. Non uso le parole a casaccio, per esempio: chiamo virago una virago e donne eccezionali le donne eccezionali. Trovo che gli eufemismi siano un delitto e la parola giusta una missione. Certe frasi generiche, quasi politichesi, non sono illuminanti: chi non stigmatizzerebbe la violenza? Se però si vuol dare a intendere, come dal pulpito dell’Ariston, che metà del genere umano usa violenza sull’altra metà, si instaura un clima che non va a braccetto col bucolico mondo di cui parli. Ma lasciamo stare questa polemica, c’è qualcosa di più sostanziale: io sostengo che certi ruoli non sono del tutto interscambiabili. Un asino non può volare e un uomo non può fare la donna (in senso buono, s’intende). Per quanto un uomo possa valorizzare il suo lato femminile e acquisire duttilità (e sono convinto che, in giusta misura, sia indispensabile per la sua completezza) non potrà mai adottare la molteplicità femminile. Non appieno. Non lo potrà mai fare seriamente: o si sta prendendo in giro o cerca di prendere in giro qualcuno. Se dovesse davvero riuscirci, poi, le donne non saprebbero che farsene di lui. So che non sei d’accordo, è inutile pure che tu replichi: so già che non credi a un’identità ‘naturale’, sarai convinto che il genere è una invenzione culturale e che l’uomo nuovo, l’uomo mutevole, sarà presto apprezzato da una donna nuova, meno mutevole. Non risolveremo qui l’annosa questione, ma mi voglio ripetere: i ruoli possono modificarsi, come tante volte si sono modificati, ma non possono, senza gravi conseguenze per l’individuo e per la società, snaturarsi. Che è altra cosa (scusa se discetto sulle parolette) dall’evolversi.

    • Elio sbagli nell’intuire il mio pensiero. Non penso affatto ciò che mi attribuisci. Nè credo che l’uomo debba fare la donna. Ho spieago qui e sulla stampa che sarebbe il peggiore errore, che vedo per altro verificarsi assai spesso. Noi però non siamo più l’uomo che eravamo. Dunque né questa né quello. Ecco che appare evidente l’esigenza di sollevare e avviare una “questione maschile” alla ricerca di cosa siamo effettivamente, realmente, autenticamente, oggi. Non lo sappiamo ancora, e da qui proviene lo spaesamento. E’ l’uomo nuovo che già siamo e che ancor più dobbiamo diventare la meta. Né la femminilizzazione né il recupero della virilità perduta.

      Sulla molteplicità poi, proprio non posso condividere. Come la letteratura, la filosofia, la pittura e ogni altra forma di arte e cultura dimostrano, ma come più prosaicamente io sento dentro di me, noi non siamo certamente meno molteplici delle donne. O come loro o più di loro. Solo che la molteplicità la puoi subire o cavalcare. Puoi esserne succube, frustrando ogni giorno le tendenze differenziali che vorrebbero esprimersi in nome di una coerenza e attinenza al modello imperante (che per altro, come detto, è vecchio), oppure puoi accettarla, ammetterla, conviverci, fino progressivamente a comprenderne il valore, a capirne la ricchezza, dunque a viverla, accettando la diversità che tanto qui e altrove vedo imbarazzare gli uomini. L’imbarazzo è comprensibile, come la paura della fatica che ci tocca fare lungo questo sentiero. Non ammetterla per indolenza o paura, assai meno.

      Io non mi auguro una donna meno mutevole, meno sfidante, meno inafferrabile ed energetica. Mi auguro di essere un uomo capace di farle da interlocutore, e bada bene non certo per lei, per gratificarne l’articolata poliedricità: per me, per godere di tutte le opportunità che ricchezza e ricchezza, una di fronte all’altra in modo consapevole, certamente potrebbero generare.

  12. Ciao Simone, sono stato contattato di recente da gente che cercava una sala dove esporre i principi e servizi offerti dall’ufficio di scollocamento. Dopo esserci conosciuti abbiamo deciso di collaborare e dunque offrirò il luogo per la prima serata di presentazione dell’ufficio di scollocamento qui a Torino il 5 marzo, sperando possa nascere in futuro anche una collaborazione a più ampio spettro.

    Sono uno scollocato che con le unghie rimane aggrappato al suo sogno e che da anni prova a dare il suo contributo per cambiare la comune mentalità. Ieri sera ero alla “gang del pensiero” per la presentazione del tuo ultimo libro. Sentirti parlare degli uomini in quel modo mi ha dato pace, perché hai dato voce a quegli uomini, che come me, hanno anche una sensibilità da trasmettere ed emozioni da condividere. Ho apprezzato la tua maturità spirituale che trasmetti parlando e scrivendo di tematiche fatte di scelte concrete e azioni quotidiane, allacciandoti ai valori che tutti possiamo sentire al di là della nostra rabbia.

  13. simone se puoi cancellare il precedente post che ho dimenticato di citare una frase che riportavo cmq il testo corretto è questo (i refusi non li correggo che ho altro da fare)

    @paola
    .1 ascoltando un bel discorso da una donna o leggendo una bella frase se questa prende stati emotivi può determinare una eccitazione fisica…la banalmente detta chimica cerebrale …tutto da li parte. se l’enspressione è colorita al punto da darti fastidio o permetterti di catalogare ancora chi usa una frase anche con una accezione farsosa…mi dispiace per te. Non parlavo di mandria di mucche in calore e non do una accezione negativa allo stato di eccitazione. tu si? mi spiace per te.

    2.è molto forte in questi commenti su questo blog un rancore continuo e profondo da entrambe le parti, senza entrare nel merito di chi a cominciato prima maschietti o femminucce, e chi si erge a entità senza sesso. Io credimi le risate che mi sono fatto in questi giorni leggendo i vecchi post e questi commenti…sono tante, ma anche molta è l’amarezza per i toni che ho notato.

    C’è un grosso bug di comunicazione in questa società, io umilmente mi limito a fare questa analisi, ma con tutti i miei difetti ho però l’umiltà di non catalogare nessuno in qualche dato empirico.

    Qualche rigo fa avevo fatto un esempio sulla autoreferenzialità di certi modi di trattazione degli argomenti di ambito sociale, facevo l’esempio dei tifosi di una squadra ma nessuno ha detto “pio” (ora pronti tutti a catalogare…”ecco colui che va allo stadio” si ci sono stato circa vent’anni fa per sbaglio e guai a me se ci metto piede più)

    Dona diceva così..
    “Però ci sono anche persone che non hanno voglia di pensare a cose che fanno venire il mal di testa ma preferiscono vivere la vita in maniera diversa – stavo per scrivere più superficiale ma sarebbe stato un giudizio interpretabile in maniera negativa. Così ci sono donne che parlano solo di smalti e borse e uomini che parlano solo di calcio e play station. Al loro fianco poi ci sono donne che parlano solo di pappe e pannolini e uomini che parlano solo di lavoro. E ancora oltre ci sono donne e uomini che parlano di filosofia e di massimi sistemi. E persone che non parlano di niente.
    Il casino scoppia quando si incontrano persone di mondi diversi e non ci si trova più “

    Ecco basta questo invece di catalogare una popolazione in base a qualche dozzina di indagini nel sociale del nostro condominio!

  14. mah, sinceramente vedo troppo buon senso caro ai borghesi in questi post, con cui non si va da nessuna parte…ma avete mai riflettuto VERAMENTE (o semplicemente letto in bataille) sul fatto che non esiste eros senza trasgressione (a partire da quella “minima” del denudamento, che VIOLA la più cogente legge sociale)? ma avete mai riflettuto sul perché un corpo muscoloso generi attrazione nella donna? cosa “promette”? per una carezza non ne basterebbe uno ipotonico e floscio, e per la sopravvivenza non andrebbe meglio un neurone muscoloso? vedo una tendenza a fermarsi alle spiegazioni più superficiali… quoto anche paoloni sulla problematica “triturazione balle”…
    questa stessa superficialità d’analisi impedisce di riconoscere in sé il narcisismo che sostiene le posizioni di non voto, o quelle grilline: questi politici NON MI MERITANO! io sì che chissà che farei lì sopra…che faresti, perotti, perché non lo dici invece di gigioneggiare? le proposte che fai nel finale dell’articolo le hanno fatte 100 altri prima di te, con la stessa convinzione. pensi che non votando non sarà chi vince a decidere delle drammatiche questioni dell’ILVA? sarai tu col non voto? di che sorpresa al potere deliri…si produrrebbe la stessa spirale viziosa in cui sprofondano centinaia di paesi dove vince il non voto, altro che sorpresa…o forse, è probabile, vuoi anche tu il leader “carismatico”? bersani non ha commesso in campagna nessun degli errori che deprechi, anzi la campagna non l’ha fatta proprio…benissimo, non è questo che interessa a me (proprio perché conosco la mia violenza e il mio narcisismo, e non li faccio scontare agli altri..)… se mi trovi un sistema migliore di quello pur pessimo della democrazia, ne parliamo, altrimenti meglio capire che il voto è COSTITUTIVAMENTE un’approssimazione.

    • calmo livio. dì quello che pensi, ne hai tutto lo spazio qui. evita di affaticarti a definire me in qualsivoglia modo. come vedi, pur con molto materiale a disposizione, nessuno definisce te. parla e dì le cose. oltre, evita. grazie.

  15. @Paola oddio è una porcheria quella che ho detto… che ci vuoi fare la classe non è acqua! ma quanto sto ridendo in questi giorni da quando conosco questo blog…tu non ci puoi credere.

  16. @Fabio – cosa intendi per “lago” nel pubblico femminile?

    Se è quello che immagino, ti spiacerebbe evitare queste “colorite” affermazioni come se stessi parlando di una mandria di mucche in calore dando solo prova che nel linguaggio e nella mente sei solo il solito uomo banale, irriverente e volgare?

    Hai deciso di far vendere a Perotti un milione di copie facendo da testimonial degli uomini scomparsi e irrecuperabili di cui lui giustamente e meritoriamente parla?

  17. simone hai mai letto qualche manuale di ecologia e poi anche qualche bel saggio? non credo da come sei antropocentrico nel parlare e penso che ti divertiresti a leggerlo..

  18. @ Simone
    ” …la loro domanda di uomini che sappiano essere tutto non è’ sbagliata solo perché noi non conosciamo la risposta. Altrimenti lo sarebbe stata anche la nostra.Solo che loro ci sono sempre state,rispondevano. Ed erano belle, sono belle, anche per questo”
    È proprio così, hai saputo riassumere in poche parole quello che accade da un po’ di tempo… Essere molteplici e’ cosa da grande, per uomini e donne… Coraggio che insieme possiamo farcela…

  19. Però buona parte dei pensieri di elio hanno delle ragioni non banali dietro e non sono frutto di una rabbia o “dolorante” passato da maschilista. Ci vedo dei Valori in ciò che dice anche se non condivido tutto al 100% ma questo è ovvio. Però anche tu elio ricadi nella compartimentazione degli individui, cosa che simone continua a fare creando a mio avviso un “lago” nel pubblico femminile. Catalogare gli individui e poterlo fare ha legittimato brutti crimini e anche questo va stigmatizzato.

  20. Io non penso per paradigmi, cari Dona, Fabio, Marìca. Mi curo anzi di smontarli, per vocazione.
    Mi illudevo che l’intento fosse chiaro: ridicolizzare l’atteggiamento di chi, glorificando quando garba le imprese guerriere della donna moderna, ricorre poi al vecchio stereotipo del tenero agnellino quando deve attribuire al maschio (all’intero genere maschile) il monopolio e la responsabilità della violenza – domestica e non.
    Un po’ come certe virago che si aspettano la cena pagata e l’apertura dello sportello dopo aver triturato le balle per ore con l’indiscussa parità, anzi superiorità, delle donne.

    Il punto è sempre quello: la donna trionfante deve decidere se cavalcare questo trionfo in solitudine (ammonitoria e divertente la distopia di Le assetate: http://stilos.it/blog/?p=1165) o fare ‘downshifting’ e godersi il maschio vintage. Deve essere chiaro che non può farlo a comando; non ci sono interruttori, non si può fare la dominatrice dalle nove alle cinque e la schiava dalle dieci alle undici. Dopo averli travolti non si può guardarsi intorno trasognate chiedendosi “dove sono gli uomini?”. Sotto le tue ruote, baby.

    Non si torna indietro, è chiaro, mai nelle stesse forme. Ma sono le donne a ‘fare’ gli uomini. Inutile chiedere agli uomini di ripensarsi, reinventarsi. L’uomo sa fare poche cose, in fondo, è un essere piuttosto elementare. Per certi versi va accettato. Ri-accettato. Le donne sono abituate a plasmarlo ma ultimamente hanno sovrastimato la sua elasticità. Va rimesso al centro – fate finta, se credete, sapete farlo bene – il simbolo ancestrale. Se questo vi sa di fallocrazia, rassegnatevi a un lumacone.

    • Elio, l’intento di ridicolizzae è sempre sospetto. Basterebbe spiegare. Cosa che tu hai fatto benissimo. Si comprende dal tuo intervento e da altri quanta strada c’è da fare ancora per dimenticare umiliazioni e dolori subiti in questi anni. Noi siamo così, come tu dici, sul filo del tuo pensiero, e come le donne del mio libro descrivono: maschilisti, incapaci di sintesi, doloranti, che chiamiamo virago le nostre interlocutrici, che discettiamo sulle parolette parlando di violenza quando sulla violenza non c’è nulla da dire se non censurarla e stigmatizzarla, senza che quando ne parliamo si possa fraintendere. La forza, l’intensità, l’emozione, l’istinto smodato sono altra cosa dalla violenza, rapiscono senza offendere, implicano vita totalizzante senza generare paura.

      Si può eccome fare le dominatrici e le schiave, come noi abbiamo fatto i brave-heart e gli agnellini. Ognuno di noi è tutto all’interno di questa forbice, con la piccola differenza che noi dalle donne abbiamo sempre preteso, perfino estorto, comprensione, accettazione e soprattutto che loro stessero al gioco, fossero troie a letto, dolci in salotto, cuoche, mamme, amiche, amanti, belle ma intelligenti… perché noi le volevamo così. Oggi sono loro a volerci così. Ed essere molteplici è cosa da uomini grandi; essere mutevoli, vivere la fiction come suprema realtà, saper cambiare voce e tono, sguardi e azioni, è cosa da uomini evoluti.

      La loro domanda di uomini che sappiano essere tutto non è sbagliata solo perché noi non conosciamo la risposta. Altrimenti lo sarebbe stata anche la nostra. Solo che loro ci sono sempre state, rispondevano. Ed erano belle, sono belle, anche per questo.

    • Da Mario Vaccarone in merito al mio pezzo sul Fatto

      Caro Simone, mi permetto di rubarti un poco di tempo con un messaggio privato perchè la “privatitudine” credo sia la via giusta per comunicare con qualcuno che ritieni amico, conidente, ispiratore anche se non l’hai ancora consosciuto fisicamente (tranquillo non ti voglio baciare!). Il tuo articolo del non voto esprime (e questo è quello che i bravi scrittori spesso sanno fare) perfettamente il mio sentire. Questa nazione è riuscita a demolire pian piano la mia attvità (non è usuale sentire un dentista lamentarsi, anche economicamente, ma credimi che quando fai una professione eticamente ci mette due minuti la concorrenza dei “cani” a mandarti fuori mercato). Sono sempre stato un gran lettore e nel mare delle mie letture ho cominciato a scorrere libri di Bastiat, Mises, Hayek sulla scuola austriaca di economia ed ho capito il danno folle che l’incapacità e la malafede dei nostri politici (e pure stranieri) sta facendo. Null’altro che un tassello in più che ha provocato anche il mio allontanamento da ogni velleità di voto. Tu col tuo scritto hai espresso quello che io sto ripetendo a tutti da mesi ma che non riuscivo a fare così bene.
      Peraltro qui, in Italialand (come chiamo questo disgraziato paese nel mio disperato gruppo Affonta Italia), non serve a nulle dire queste cose. L’ignoranza impera è quelli come noi assistono col cuore disperato al tuffo nel burrone degli italici topi guidati dai magici pifferai.
      Come spesso ho reso pubblico una mia figlia è già emigrata, l’altra la seguirà (e questo mi da una certa , triste, serenità) e poi cosa farò io si vedrà.
      Un consiglio, se posso. Porta la tua barchetta in un nascosto porticciolo delle Ionie… un sogno non è degno di star legato ad una terra che i sogni rifiuta con tutto il suo cuore, con tutta la sua gente.
      A presto incontrarti fisicamente (sempre senza bacio!). Con grande. grande stima ed amicizia.
      Mario
      P.S. ripensandoci, se vuoi render pubbliche (perchè ritieni sia utile a qualcuno) questo mio scritto, fallo pure.

  21. Fondamentalmente, in questo tipo di discorsi (come quelli sul calcio e sulla politica) non si riesce ad essere obiettivi e distaccati perché vanno a “pizzicare” le nostre sensibilità o code di paglia.
    Quindi affrontiamo l’argomento come se il dito fosse puntato su di noi e non valutando le cose dal di fuori, con occhio neutrale, cercando di cogliere il “giusto” e lo “sbagliato” nelle due parti.
    E’ umano, quindi, scatenare il difensore d’ufficio che c’è in noi stessi perdendo di vista l’obiettivo della “provocazione” del libro.
    Non l’ho letto e non credo lo leggerò, quindi magari mi sbaglio, ma nel titolo non ci vedo una sorta di accusa o di processo alle intenzioni. Ci ho letto un dubbio, una perplessità, rivolta verso una parte di popolazione che sembra essere “assente”.
    Per forza di cose si finisce per generalizzare. Nei rapporti con le persone, uomini o donne che siano, ho notato che è solo questione di “maturità”. Ci sono persone che maturano presto perché le esperienze di vita che hanno avuto hanno dato loro uno spessore diverso.
    Ci sono altre persone che invece restano prigionieri della fase adolescenziale fino a che morte non li separi.
    Come vedete non parlo di uomini o donne ma di individui.
    Personalmente, preferisco le persone “mature” anche se possono sembrare noiose perché (apparentemente) non cazzeggiano mai. Poi magari cazzeggiano in modo diverso e non superficiale 🙂
    Però ci sono anche persone che non hanno voglia di pensare a cose che fanno venire il mal di testa ma preferiscono vivere la vita in maniera diversa – stavo per scrivere più superficiale ma sarebbe stato un giudizio interpretabile in maniera negativa. Così ci sono donne che parlano solo di smalti e borse e uomini che parlano solo di calcio e play station. Al loro fianco poi ci sono donne che parlano solo di pappe e pannolini e uomini che parlano solo di lavoro. E ancora oltre ci sono donne e uomini che parlano di filosofia e di massimi sistemi. E persone che non parlano di niente.
    Il casino scoppia quando si incontrano persone di mondi diversi e non ci si trova più 🙂
    buona giornata, mentre fuori nevica e ho una traduzione sulla quale non riesco proprio a concentrarmi oggi 🙂

  22. @maria luisa

    ma certo che si possono scambiare pensieri con serenità, opinioni, esperienze, riflessioni, pensieri e anche due sorsi di vino…basta solo non assolutizzare teorie, concepire protocolli per cui una categoria (umana) sta da un lato e una dall’altro, una è in evoluzione e una altra non lo è…solo perchè abbiamo raccolto qualche dozzina di interviste e pareri nel nostro entourage…tolti gli assolutismi e gli schemi sociali…hai voglia di dialogare. Ieri mattina non lavoravo e sono stato a trovare una coppia di amici che vive in barca a vela, stanno svernando qui dalle mie parti. Sono simpaticissimi, a maggio si spostano in grecia, abbiamo parlato di migliaia di cose…tutto molto gradevole, poi c’era anche un bel sole.

  23. Elio,
    le donne sono state spezzate in due secondo quei paradigmi da sempre. O si è in un modo o si è nell’altro. O l’angelo o la dark lady, o la santa o la donna di strada. Le donne, invece, sono esseri interi, complessi, in evoluzione.

    Livio, quella citazione che fai sui baci rubati mi fa pensare a quello che diceva Elio commentando la storia raccontata da Simone sulla ragazza che sognava di essere presa con una certa…decisione. Diciamo così.
    Non si può definire violenza il bacio rubato da Modugno né desiderio di violenza il pensiero di quella ragazza. E’ possibile che tra un uomo e una donna ci siano anche momenti così. E’ possibile che in certi momenti alla dolcezza si aggiunga anche la forza. Non ci trovo niente di strano, disdicevole o immorale. A patto che si stia parlando di sesso, a patto che si sia liberi e felici di farlo, a patto che piaccia a tutti e due allo stesso modo, a patto che ci sia complicità e amore. Che si tratti di un bacio o di più. Non vedo alcuna violenza in questo.

    La littizzetto parlava di schiaffoni e non di baci romantici o fantasie di braccia forti.

  24. @Dona e Fabio
    Fabio grazie per averci portato il vino (Dalai Lama)… grazie anche a te Dona per gli spaghetti molto digeribili (la tua pacatezza)… E ora ce le facciamo quattro chiacchiere come persone diverse ma che hanno stima reciproca?

  25. Brava Dona…

    “Tra le donne e tra gli uomini ci sono individui che rientrano o nell’una o nell’altra categoria.
    Ecco perché sono conciliabili.”

    Quindi assolutismi e generalizzazioni quando si parla di individui e comportamenti sono solo comode scatole in cui inserire le proprie incertezze, non sono assolutamente descrittive nemmeno di una comunità isolata.

    Va da se che la limitatezza del pensiero quando si tratta di analizzare l’individuo fa cilecca dopo pochi minuti.

    Io questo continuo a contestare…non le singole tesi che comunque hanno vari ambiti di oggettive verità: sono le assolutizzazioni che rovinano le stesse teorie. Elio, Simone, Pinco Palla, tu, io, chiunque appena da un pensiero che analizza la realtà dell’individuo ne cerca di tirar su delle massime..ecco che sbrodola in banalità contestabilissime autoconfutandosi la stessa tesi.

  26. Elio, i due paradigmi non hanno valore assoluto.
    Tra le donne e tra gli uomini ci sono individui che rientrano o nell’una o nell’altra categoria.
    Ecco perché sono conciliabili.
    E’ come dire che le persone o sono bionde o sono brune e le due cose non si conciliano (e con le meches si può essere biondi e bruni contemporaneamente) 🙂
    Su, ragazzi, ultimamente mi pare che ci siano discorsi un po’ confusi qui intorno.
    L’argomento mirava a trovare un punto di contatto fra i due sessi, su come cercare di conciliare i due mondi, e si è finiti ad accusarsi reciprocamente di ogni nefandezza 😉
    Dai, un bicchiere di vino, un buon piatto di spaghetti e quattro chiacchiere tranquille sui nostri mondi interiori 🙂 (ma evitiamo di riferirci a problemi gastro-intestinali) 😛

  27. un omaggio per simone… anche se è antipaticone, borghese e presuntuoso 😉 ho pensato che questo pensiero è roba per lui…è bellissimo in effetti!

    Abbiamo case piu grandi ma famiglie piu’ piccole…
    Più opportunità ma meno tempo….
    Più istruzione ma meno buon senso..
    Più conoscenza ma meno senso critico..
    Più esperti ma piu problemi…
    Più medicine ma meno benessere….
    Siamo andati e tornati dalla luna, ma facciamo fatica ad attraversare la strada per stringere la mano ad un uomo vicino…
    Abbiamo prodotto piu pc per registrare piu informazione, per replicare piu documenti come non mai, ma siamo meno capaci di comunicare….
    Siamo imbttibili sulla quantità ma scarsi sulla qualità…
    Questi sono tempi da fast-food, ma dalla digestione lenta….
    Sono i tempi dei grandi uomini ma di carattere mediocre..,,
    Sono tempi in cui si realizzano profitti astronomici ma povere relazioni…
    Questa è un epoca in cui tutto viene messo in vista sulla finestra, per occultare il vuoto della stanza….
    Dalai Lama

  28. marica, preciso ancora che per violenza intendo assolutezza del gesto…il bacio che modugno, nello sceneggiato “popolare” dell’altro ieri – per non citare solo il parnaso (ma non è solo opportuno, è un dovere sociale leggere prima baudelaire…) – rubava alla futura moglie nel provino, era certo un gesto“violento”, ma proprio per ciò puro – intenso, carico di forza e senso. è la violenza di cui parla ad es. girard, in La violenza e il sacro, o la crudeltà di artaud, o quello che rivendicava ungaretti… tutte queste persone, erano del tutto prive dello spirito di prevaricazione che mostra ad es. tina, facendo fra l’altro un mischiafrancesco…baudelaire assistette jeanne duvall vecchia a malata, celine curava i poveri gratuitamente…la violenza “cattiva” nasce invece sempre dal conformismo e dall’ignoranza (pensa alle infibulazioni in certi paesi ahimè ad altissimo analfabetismo…pensa al delitto d’onore della sicilia di non troppi anni fa…ma potrei continuare per pagine) …perciò invito alla sottigliezza, alla profondità, all’autoconsapevolezza (non sono in realtà le donne ad “ammirare” la forza, inducendo spesso gli uomini alla violenza?)…quoto in parte anche buffagni… i 100 delitti sono tragedie, tanto quanto i 65 uomini uccisi da donne, e i 100 figli uccisi dalle madri (in totale, sono più le donne ad uccidere)… che senso ha farne retorica superficiale, stucchevole e conformistica? la littizzetto ha un grande talento comico, ma a differenza che so di chaplin o totò, quando vuole fare la “seria” è molto banale, retorica, e profondamente controproducente…

  29. PARADIGMA 1
    Le caratteristiche di genere sono saltate, le attività che venivano considerate prerogativa maschile sono ormai esercitate dalle donne, come e meglio degli uomini. In particolare nessuna attività fisica è preclusa.

    Fenomenologia:
    – Le donne eccellono nel free climbing e sono sempre più numerose nelle spedizioni himalayane
    – Le donne salgono sul ring
    – Le donne risultano frequentemente superiori nelle arti marziali ai colleghi maschi dei corpi di polizia
    – Le donne risultano frequentemente superiori ai colleghi maschi dei corpi di polizia anche nelle prove di tiro
    – Negli Stati Uniti le soldatesse (ammesso che desinenze del genere siano ancora consentite) hanno ottenuto la facoltà di recarsi in prima linea, conquista recentissima che cancella finalmente una irragionevole discriminazione: d’ora in poi le donne potranno accoppare di persona (possibilmente in un corpo a corpo) e non più per interposto guerriero

    PARADIGMA 2
    La donna, Angelo del focolare, non si picchia neanche con un fiore:

    Caratteristiche:
    – La Donna: il sesso debole
    – La Donna è, per sua natura, dolce e remissiva
    – La Donna non esaspera i conflitti ma li media, li attutisce con la sue superiori capacità di dialogo, con la sua connaturata empatia
    – Se le Donne governassero la società non ci sarebbero più guerre: la sua indole pacifica, le preoccupazioni per la prole, la sua attitudine a confrontarsi con le istanze fondamentali della vita la rendono intrinsecamente pacifica (ogni riferimento a Margaret Thatcher, Golda Meir e Indira Ghandi sarà cancellato dai moderatori)
    – La donna non può che risultare perdente in un confronto col maschio, quell’orso villoso, forzuto, brutale e pure panzuto: va quindi tutelata con legislazioni ad hoc, scorta armata, vigilanza elettronica nell’alcova e soprattutto con neologismi improponibili
    – Dati i presupposti l’Uomo (Nero) non può in alcun caso essere vittima di qualsivoglia genere di violenza
    – Se, in inconciliabile contraddizione con quanto sopra e, quindi, per assurdo, l’uomo dovesse venire colpito è esortato (salvo esplicita indicazione contraria da parte di fabiofazio) a rassegnarsi, a considerarla il giusto contrappasso, il risarcimento per millenni di prevaricazione sulla donna e, quindi, a ritenersi privilegiato per questa opportunità di espiazione

    CONCLUSIONE
    Questi due paradigmi sono inconciliabili: decidersi.

  30. Simone….ci siamo conosciuti a Bologna alla presentazione del tuo libro……non so come fare a contattarti direttamente e quindi spero tu veda i miei recapiti e tu mi possa contattare tramite Facebook o mail. Vorrei far parte del tuo equipaggio nel caso in cui tu decida di fare il viaggetto per il ponte del 25 aprile.
    Ciao, Andrea

  31. Ciao Livio,
    grazie del tuo chiarimento.
    Eppure a me la violenza associata all’amore sembra un ossimoro, un controsenso, una contraddizione in termini, un’assurdità. Mi sento di dire che uno esclude l’altra. Perché non sono d’accordo che la violenza non sia anche prevaricazione. E dove c’è questa non c’è libertà. Condizione essenziale per l’amore.
    Per me.

  32. elio mi segnala di avermi coinvolto in questa discussione…mi riservo di leggere con più attenzione spunti e reazioni…dico cmq la mia in breve… l’interpretazione corretta di quanto ho scritto, la rimando alla “quasi” perfetta difesa d’ufficio che ne fa elio nel post del 19 feb ore 19… ribadisco che sono tutt’altro che un violento nel senso deteriore…stigmatizzavo nel mio post la prevaricazione, e difendevo quella che si potrebbe definire una violenza condivisa, (che magari si esemplifica e ha la sua manifestazione pura nei giochi sado-maso , che non ho peraltro mai praticato perché non mi interessano…) voglio però precisare che la mia non era una pura provocazione… rispondo a marica, che è donna, e che mostra di aver letto baudelaire non superficialmente. bene, quella frase che cito è di una profondità abissale, ho pensato spesso a commentarla in un post, ma mi sono reso conto di non esserne venuto a capo…però permettimi, marica, non ne sei venuta a capo neanche tu… non si può ridurre a una descrizione delle sofferenze d’amore…frasi come queste di b. sono formule perfette, in cui si avverte una verità esattamente espressa, e b. non usa le parole che usi tu… non dice che si trae dalla sofferenza “persino” piacere e così via… usa invece esattamente le parole che ho citato io…ripeto, non ho la decodifica definitiva della formula…ma b. vuole dire qualcosa di più radicale…vuole dire che in quello scambio reciproco di sadismo e masochismo (banalizzo per sintesi) c’è proprio “l’essenza” dell’amore… non è soddisfacente nemmeno spiegare la cosa in termini di intensità, sostenendo che in amore ci appaghi qualsivoglia sensazione intensa,,,e ripeto, lo psicananalismo banalizza, il sado masochismo è solo una spia e una manifestazione di questo meccanismo più misterioso… magari potrebbe essere questo dibattito un’occasione per trovare spunti di spiegazione… uno è questo: la fusione che cerchiamo nell’amore è imprescindibile dalla penetrazione (non intendo sessuale), e dunque dalla violenza…non si può travalicare, oltrepassare il sé senza che ciò comporti violenza…ma nemmeno questo mi soddisfa del tutto…

  33. Quando Baudelaire si esprimeva in quel modo non si riferiva agli schiaffoni ma alla natura dell’amore stesso quando questo non è corrisposto. E ci fa male, diventa doloroso, insopportabile eppure ci attrae fino al punto di poterne morire…

    Si riferiva al fatto che amore e dolore non sono che le due facce della stessa medaglia perché in ogni coppia c’è chi è destinato ad amare di più e chi di meno… Si riferiva amaramente alla constatazione che c’è chi usa l’amore che l’altro prova come un’arma tagliente e pericolosa e perfino traendone piacere…

    Sebbene Baudelaire sia stato un grandissimo poeta e nonostante le parole riportate da Elio possano essere interpretate in modo diverso, ricordo che si tratta di un poeta vissuto due secoli fa. Maschilista e misogino come molti uomini del suo tempo.
    E del resto con una bella tradizione alle spalle.
    Basta pensare alla Bibbia, a grandi filosofi greci, a importanti e famosi scrittori di ogni tempo e latitudine. Maschilismo, misoginia e un sano incoraggiamento alla violenza sulle donne. Talvolta con sorriso benevolo e distante, altre volte teorizzando quasi scientificamente la giusta e “naturale” o “divina e santa” sottomissione della donna all’uomo.

    Quindi scomodare Baudelaire affinché tutti possiamo rileggerlo e approfondirlo e magari farne fonte di ispirazione relativamente alla violenza come manifestazione dell’intensità dell’esistere, mi sembra quanto meno strano, improprio e anacronistico.

    Credo che chi si ispira a questi modelli non stia facendo altro che cercare di dare autorevolezza ai suoi pensieri.

    E poi, perché mai Baudelaire sull’amore dovrebbe essere più autorevole di Pablo Neruda o di Umberto Saba?

  34. Carissimi, io NON ho scritto niente. Se la fretta – e l’ansia di catalogare – non ci divorassero, probabilmente vi sareste resi conto che l’autore è un altro. Vi rimando anzi al suo sito (di sicuro più interessante del mio):
    http://livioborriello.blogspot.it/
    La cosa curiosa è che l’autore – come potete verificare – è un progressista (di sinistra, ammesso che sia necessaria questa puntualizzazione), materialista, anticlericale, sprezzatore della famiglia (tradizionale e no) e favorevole alle rivoluzioni di genere. Se dovessi indicare un intellettuale politicamente corretto penserei a lui. Ma a certe esasperazioni non ha retto.
    Non che voglia nascondere la mano: tutt’altro, anzi ammetto candidamente che c’era la voglia di “vedere l’effetto che fa”. Sì, cara Tina, la provocazione c’entra ma non per la ricerca di notorietà: speravo che lo spiazzamento inducesse alla riflessione. Per ora ho visto solo scatenarsi il riflesso condizionato. Cominciamo col dire che l’amico Livio non parlava esclusivamente delle donne. Non è scritto da nessuna parte: la violenza in un rapporto non è necessariamente femminile. Fermatevi un istante a riflettere: se Fabio Fazio dicesse in TV “al primo graffio, al primo bicchiere lanciato, al primo ceffone, anzi al primo insulto, denunciate la vostra donna” pensereste che è impazzito? Non fa notizia ma esistono anche donne violente: quando si dice donna castratrice di solito si sta ricorrendo a una metafora ma esiste anche Lorena Bobbitt. Di avvelenatrici è piena la storia e anche la cronaca sarebbe ricca di “maschicidi”, se fossero mediaticamente appetibili. Difficilmente, in ogni caso, gli uomini accoglierebbero un’esortazione del genere.
    Scagli il primo mouse la donna che non è mai stata ALMENO SUL PUNTO DI lanciare un oggetto, che non ha dileggiato un uomo o esercitato violenze sottili e protratte. Borriello non intendeva certo giustificare nessuno, solo evidenziare che certi atti possono rientrare in dinamiche difficili da far rientrare in un ambito di assoluta correttezza.
    Non sono un grande estimatore degli autori preferiti di Borriello ma il campo in cui ci introduce è molto profondo, le figure citate si riallacciano ad archetipi che hanno poco a che vedere con l’aplomb. Le sue argomentazioni suonano sì provocatorie ma sono un tentativo di spostare il discorso su un piano più alto. Di sicuro possono stridere in un ambito non letterario (e mi scuso se questo tentativo di far interagire ambiti diversi ha sconvolto qualcuno). Sostenere però che lui si sogni di giustificare la violenza grave, o sistematica, è davvero folle. E non dico ‘sulle donne’ perché la violenza non è ‘giustificabile’, punto. Per conto mio mi rifiuto di ammettere che la gravità dipenda dal genere, argomento del resto risibile in un mondo che rifiuta distinzioni di genere di qualsiasi sorta.

  35. meee che polvere….certo che la violenza fisica (e non solo) non la si può giustificare….mai! Elio ma che combini??

    Carmen a chi ti riferivi quando dicevi che qualcuno cerca di contestare “contro ogni evidenza” (evidenza? ma quale?) la maggioranza delle donne descritta nel libro?

  36. Care Signore,
    picchiare le donne è brutto perchè vile, non mi sembra una gran novità. Ammazzare gli esseri umani, donne o uomini che siano, è un gravissimo reato. Anche qui la novità non la vedo. Non vedo neanche l’emergenza della strage femminicida, cento morti all’anno in un paese di sessanta milioni di persone sono una percentuale minima (superata in tromba dalla civile Finlandia). In fatto di cattiveria e doppiezza, la parità fra uomo e donna è stata raggiunta fin dagli albori dell’umanità, proprio ai nastri di partenza. Cerchiamo di non farci rimbambire dalle scemenze obbligatorie del politically correct, che abbiamo già tanti problemi seri.

  37. Caro Elio,
    mi sei cascato sui “cavoli” come si dice da me… Come donna non giustifico in alcun modo la violenza, nè maschile nè femminile! Quindi se Lucianina è stata troppo intensa nel rimarcarlo, me ne scuso!
    Sia a Elio che a Roberto chiedo : esistono, anche se non previste dai greci, le sane e costruttive lite ?! Non i battibecchi, si intende, ma le liti vere, quelle che ti rivoltano come un calzino,quelle che mettono in dubbio quello che sei o quello che vorresti essere nel tuo rapporto, senza dover arrivare a sberle, calci, o quant’altro???
    E’ su quelle che vanno costruiti i rapporti di copia!!! O sono io che vivo fuori dal mondo?
    Se mi rispondete mi sento meglio…
    Grazie

  38. Prendo anche io le distanze. Io non sono un uomo così. La violenza sulle donne è inaccettabile. Grazie Simone per la pazienza. Forse troppa, talvolta.

  39. Elio quel che scrivi della violenza sulle donne è di una gravità inaudita.

    Lo farai certo per provocare, per quei cinque minuti di notorietà che questo ti offre.

    Ma è semplicemente scandaloso quel che dici, che qualcuno pure ti applauda. Perfino donne.

    Penso che tu ti debba vergognare di quel che hai scritto. E non solo tu.

  40. Un uomo che cerca in tutti i modi di sostenere, contro ogni evidenza, che le donne non la pensano in maggioranza come descritto nel libro. Un altro che considera la violenza su una donna come “una manifestazione dell’intensità dell’esistere”. Due testimonial ideali per te Simone. Dì la verità che li paghi per farti pubblicità!
    Oh santo cielo…

  41. interessanti questi ultimi commenti: ma senza entrare nel merito dei commenti che parzialmente condivido, la riflessione che faccio è che fare catalogazioni quando si tratta di rapporti interpersonali, fare schemi, trarre conclusioni assolutiste porta sempre ad errare… e secondo me si sta parlando di un argomento molto interessante con una visione a fazioni… vedo molte donne che condividono la tesi del libro (le stesse che poi forse hanno ricevuto il questionario?) e una quantità meno significativa di uomini che contestano non il contenuto o la tesi ma proprio l’impostazione della trattazione (è più grave) e le stesse di cui sopra che segnano con la matita rossa e nera i lati deboli dei commenti maschili… un altro potrebbe farci un libro partendo anche solo da questa dinamica…ma venderebbe meno

  42. Si dice che gli eschimesi avessero un centinaio di parole diverse per designare la neve.
    Noi di parole per designare l’amore ne abbiamo una: è un po’ pochino. Suggerirei di usare almeno le tre-quattro che ci hanno tramandato i greci: eros (l’attrazione animica e sessuale tra le polarità dei sessi, dell’età, delle classi, etc.); agape (la tranquilla solidarietà, l’affetto durevole); pòthos (il desiderio insaziabile); filìa (l’amicizia tra pari).
    Vediamo un po’ che succede fra uomini e donne oggi.
    Eros: difficile che sparisca, però se tocca far firmare il consenso informato prima di fare un aprezzamento non gli facciamo un favore. Finisce che nella nostra persona pubblica ci comportiamo da gelidi calvinisti, in quella notturna da sadomaso.
    Agape: sarebbe il sentimento auspicabilmente prevalente nel matrimonio e in generale nelle relazioni stabili, visto che la monogamia e la stabilità non sono le migliori amiche dell’erotismo. E qui siamo messi assai male, perchè da un canto c’è stata “l’estensione del dominio della lotta”, cioè la concorrenza per la valorizzazione del proprio capitale umano anche nell’ambito della sfera intima e sessuale. Dall’altro, se un uomo si sposa, sa che qualora la sua dolce metà, per qualsivoglia motivo, cambi idea, gli porterà via i figli, la casa e una bella fetta di reddito, eventualmente sbattendolo in mezzo a una strada a dormire sotto i cartoni. La cosa non tranquillizza nè rasserena: per fidarsi, condizione necessaria dell’affetto durevole, non aiuta sapere che il coniuge dispone dell’arma fine di mondo e tu no.
    Pothos: per i Greci era una grave malattia, ma è il tipo di desiderio che fa da motore principale dell’attuale società in tutte le sue manifestazioni. Quindi, settore in via di espansione, con le gravi (gravissime) patologie che ne conseguono.
    Filìa: ecco, qui forse si aprono nuove possibilità, perchè uomini e donne diventano sempre più uguali (socialmente, almeno) e quindi gli riesce meno difficile diventare amici e basta. Meno difficile, eh? Non facile, perchè il crinale tra amicizia e il resto è sempre sottile, visto che naturam expellas furca,tamen usque recurret.

    Per finire, sul dono.
    Archetipicamente, il dono maschile alla donna per eccellenza è la protezione (che nella sua faccia oscura è la presa di possesso violenta, lo stupro). Così, il dono femminile per eccellenza all’uomo è l’accoglienza (che nella sua faccia oscura è il soffocamento tentacolare, il divoramento).
    Non c’è luce senza ombra, nè giorno senza notte. Se la società vuole privare l’uomo della sua forza e del suo potere, gli restano due modi di espressione di sè: il suicidio metaforico o reale, la sua trasformazione in ometto-omuncolo-omino, o la violenza e la crudeltà. Altrettanto vale per la donna: se la società priva la donna della sue dimensione accogliente (e quindi anche subordinata, anche passiva) non le resta che esprimersi in forma di porta eternamente chiusa (la belle dame sans merci) o di puttana masochista.

    N.B.: qundo dico “la società priva” non sottintendo che gli esseri umani nominativamente considerati siano affatto estranei a queste modificazioni, nè che ne siano irresponsabili. C’entriamo anche noi, eccome. Però le ideologie dominanti e lo spirito dei tempi sono cose che esistono anche loro, eccome.

  43. Ciao Elio,
    premetto che ho apprezzato la tua recensione, soprattutto la parte che definisce “tutto il gran volteggiare e abbandonare e rifuggire e masturbarsi” delle donne d’oggi solo una forma di sterile ossessione…di nevrosi, direi io, e non certo di emancipazione o libertà…(ma il mio ed il tuo sono solo possibili punti di vista legati inevitabilmente a ciò che ciascuno osserva nel proprio contesto, non possono esserci pretese di verità assoluta…). Ma le affermazioni che prendono spunto dal monologo della Littizetto proprio non me la sento di condividerle…quello che lei ha detto non è “politically correct”, è sacrosanto! E guarda caso cadeva nello stesso giorno in cui Pistorius ha massacrato la fidanzata con 4 colpi di pistola ed una mazza da baseball e solo un giorno dopo che un pazzo ha investito la moglie 52enne con l’auto e, non contento, le ha dato fuoco con la tanica della benzina. E davanti a questi orrori, ormai a cadenza quotidiana, non mi puoi citare Baudelaire e gli abissi del male scandagliati dai poeti maledetti: questo sì che è fare retorica sulla pelle delle persone! Quando ci si trova davanti a fenomeni così estesi e di tale gravità bisogna stare attenti alle parole e qualsiasi, anche minima giustificazione o tentativo di comprensione diventa benzina gettata sul fuoco (tanto per rimanere in tema…).E, per concludere, non credo che un rapporto di coppia diventi esangue perchè non ci si prende a sberle, ma forse perchè non ci si parla, non c’è una comunione di ideali di vita, non c’è quel dono di sè di cui parlavi nella recensione…Elio, eri partito così bene…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.