Ecco perché…

 

Oggi il sole è sorto nitido e brillante, prima di immergersi sotto al plaid di nuvole umide del fronte caldo in arrivo. Le perturbazioni s’inseguono senza fine in questa primavera tropicale. Ma già da domani è previsto il ritorno del sereno. Guardo l’orto, con il cavolo nero del suo verde cobalto, la nuvola verde e bianca dei finocchi, i carciofi, il lattughino già alto. Uno scoiattolo salta di ramo in ramo, indaffarato e intento. In giornate così, nel silenzio assoluto dell’entroterra ligure, al mattino, mi capita di collegare tutto. Ho perfino la sensazione di capire…

Ieri sera mi sono addormentato seguendo il filo di un personaggio, dalla sua infanzia all’età della perduta innocenza. Dragut, o Thurgut, sta per venire alla luce. Preme dai recessi dell’animo, dove ha avuto anni per assumere fisionomia, carattere, senso. Capisco stamattina, con una chiarezza quasi dolorosa, quanti giorni di creatività, sogno e invenzione, ho perduto in passato. Proprio a quest’ora, tra le 7.00 e le 10.00 di ogni mattino, quando la mia mente vola, il mio cuore pompa emozioni, e quando invece correvo, fuori da ogni possibile corrispondenza naturale, già corto nel fiato e lungo nell’ansia. Non era solo peggiore, quella vita. Non era solo una vita insensata, non mia. Era troppo poco per un animo vivo, per l’invenzione di ogni uomo che tenti di salvarsi con l’arte. Dunque per ogni uomo.

Al mattino, come poco fa, mi capita spesso di consultare le carte nautiche, seguire col dito il profilo della costa greca e albanese, del Montenegro, dove andrò navigando tra pochi giorni e per tutta l’estate. Da anni ormai, riesco a immaginare la baia migliore, scopro dove darò fondo all’àncora. Potrei segnarmi oggi il punto nave esatto dove la barca si fermerà, brandeggiando lieve in una notte d’estate. Una carta nautica è un libro, una storia, un manuale di filosofia. Non serve essere già stato in un luogo per saperlo vedere. Sulla carta ci sono dati, il resto lo sai perché hai imparato a guardare l’inguardabile, a capire l’inconcepibile. Non è forse questa la dote principale di un marinaio? Le carte, dunque, hanno molto a che fare coi sogni. Appunto questo pensiero a margine, nel blu disegnato del mare, mentre bevo il secondo caffè.

Mi chiedo cosa fossi prima dell’armonia mattutina. Mi chiedo come fosse possibile vivere senza iniziare ogni giorno pensando al protagonista di un romanzo, sognando su una carta nautica, e sapendo, soprattutto, che quella costa e quell’uomo io li vedrò. Costituiranno la mia principale occupazione. La materia di cui sono fatti è la mia. Ogni molecola del loro corpo, del loro profilo roccioso, albergava un tempo in un sogno. Dunque era parte di me. Da qui, oggi, sembra impossibile vivere facendo altro. Come ho fatto a restare in vita senza questo, senza queste mattine, come in questi anni? Come ho fatto ad esistere, a sembrare un essere umano, senza sentire e fare ciò per cui sono venuto al mondo?

Nulla prima di questo. Nulla che possa somigliare alla vita, senza tutto questo. Ogni pensiero politico, economico, professionale, di relazione prima di ora, prima di qui, è solo inutile gioco, passatempo effimero. Droga per evitare la solitudine e il pensiero. Paura dell’oblio, di ritrovarsi isolati, in una cucina illuminata, in un qualunque giovedì di aprile, a vivere. Ecco perché non serve. Ecco perché non migliora nulla del mondo. Ecco perché…

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45 pensieri su “Ecco perché…

    • non ne ho la più pallida idea. ma perché non te la costruisci da solo? cerca legname nei cantieri, o da gente che smantella, e te la fai di tavole di abete da 5. solida e ben coibentata. ti diverti un mondo. usa i tirafondi 6×100. non li leva neanche un uragano. quelli della wurth costano di più e non valgono di più, attento. ci sono austriaci che costano il 40% in meno e sono perfetti. punta torch, che vanno dentro a meraviglia. disegni e costruisci. spendi meno e ti diverti. ciao!

  1. per francesco;l’entroterra tra sestri levante e La spezia è bello,ci sono paesi tipo Bargone, casarza ligure ed altri borghi intorno dove le case di villaggio in pietra,sono disabitate e non costano molto,anche la zona intorno a ceparana( da questi posti citati si vede il mare),anche in lunigiana ( 30km da la spezia) ci sono rustici a prezzi ancora abbordabili….se li conosci bene i liguri non sono male( io sono di milano ma ho vissuto molto tempo in liguria)all’inizio hanno un pò una scorza dura ,,,ma poi sono persone di cuore e disponibili,,,chiedi anche direttamente agli abitanti dei borghi ,se ci sono case in vendita..a volte è un buon sistema per risparmiare, poi sono d’accordo con Simone….un posto devi sentirlo, scocca una strana scintilla quando è quello giusto!!!buona ricerca.

  2. Ciao a Tutti,
    scrivo alcuni pensieri che mi girano in testa. non ancora definiti, magari col tempo di capiro di piu.
    ogni commento o suggerimento e’ benvenuto.

    da un po di tempo ho definito un mio progetto e ci ho lavorato tanto anche con piacere perche mi interesa tanto.

    ho un lavoro che mescola bene questo nuovo interessere per comunicazione e psicologia e la mia passione da piccolo per l’elettronica.

    un po di tempo fa ho visto il video di arduino linkato su questo blog. Mi ha fatto tenerezza vedere quel ragazzino che aveva il suo laboratorio a casa: la mia camera di allora era cosi (piena di componenti elettrnoici).

    oggi faccio il lavoro dei sogni di quel ragazzino che ero con in piu la parte di comunicazione.

    sono inserito nel “sistema” ma faccio le mie scelte. Per esempio ho ridotto di molto il tempo in cui sto in ufficio.

    tutto positivo. pero mi accorgo di una cosa. non sono piu presente nelle mie azioni come lo ero qualche anno fa.

    anche il seguire il progetto puo portarmi a un ritmo che non mi si addice.

    ho ridotto parecchio le ore lavorative ma le ho riempite con altro.

    un po sono schiavo di me stesso e delle mie aspettative su di me.

    voglio tornare a vivere di piu l’istante senza pensare a quel che verra.

    ho un quadernetto su cui annoto da tanto tempo il piano, gli steps per andare avanti e i soldi messi da parte per il cambiamento in futuro.

    Da qualche giorno penso: no, basta col piano. Cazzo, basta col futuro!
    io voglio vivere adesso, gustare l’adesso.

    come quel ragazzino che ero con la passione per l’elettrnoica e la paura fortissima di parlare in publico e che: facendo quel che gli piaceva allora e’ arrivato a fare il suo Lavoro dei sogni e a divertirsi un mondo quando adesso parla di fronte a un centinaio di persone.

    Mi son detto basta progetto: mi e’ venuto voglia di bruciare il quadernetto. (poi l’ho messo in un cassetto in cui non guardo mai).

    Un po di tempo fa i miei amici mi descrivevano come empatico e presente.
    Oggi questa descrizione non mi si addice piu.

    stop.
    Saluti,
    Marco

  3. Simone,
    ognuno ha i suoi, di percorsi.

    Il mio è appena cominciato. E, almeno per un paio di semestri ancora, prevede che tenga i piedi sulla terraferma, a quasi 1000mt slm.

    Grazie lo stesso (e sai a cosa mi riferisco).

    Buon vento,
    Andrea

  4. “Siate marinai/finché il mare vi libererà” dalla bellissima “Suzanne” di Leonard Cohen, che anche De André valorizzò in modo così bello. Ecco a cosa ho pensato quando ho letto il tuo post qui sopra e mi congratulo con te. E’ la prima volta che passò da queste parti e, da ex marinaio che ha girato in varie parti del mondo, io da genovese “immigrato” nel “Grande Nord” italiano, leggere e vedere le belle foto che hai postato mi hanno portato una certa sudade della Liguria e del mare.
    Un salutone e auguri

  5. @Francesco
    Ieri ero a Badalucco (entroterra di Arma di Taggia), e ho notato che li i rustici con anche un po’ di terreno costano poco… è a 11 km dal mare, la valle è molto bassa, ma attorno ci sono monti abbastanza alti dove crescono olivi rigogliosi.
    Se ti interessa avere qualche ragguaglio cerca sul sito http://www.valleargentina.it...
    Paolo è il presidente del Consorzio, giovane e molto motivato…Forse ti puo’ aiutare nella ricerca.

  6. È un bellissimo pensiero …. esprime quello sento da anni e che non ho la capacità di esternare…. Simone invece lo sa fare molto bene.
    Da quando ho letto per la prima volta un suo libro “Adesso basta”… ho realizzato di non essere sola, di non essere un marziano in terra…
    Tante persone, uomini e donne, desiderano una vita diversa, più a contatto con loro stessi, e questo è bellissimo, non si sono persi del tutto… anelano il cambiamento.
    La vita è piena di coincidenze, occorre capire il significato profondo dei segnali.. e spesso grazie ad essi si può capire cosa fare e dove andare…
    Ieri ho visto un film molto bello il lato positivo… c’è sempre speranza. Non bisogna dimenticare che c’è sempre un’alternativa. Grazie Simo

  7. “O fai di tutto per vivere, o fai di tutto per morire.”

    (“Le ali della libertà”, diretto da Frank Darabont, 1994;
    tratto da Stephen King, “Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank”.)

  8. “Certi giorni basta il semplice fatto di esistere per essere felici. Ci si sente leggeri leggeri, ci si sente talmente ricchi che viene voglia di condividere con qualcuno una gioia troppo grande. Il ricordo di quei momenti è il mio bene più prezioso. Forse perché sono così rari”. (R. Doisneau)
    Ecco, così.
    Ciao!

  9. Ciao Cinzia,
    oggi ho preso i mezzi pubblici, così come ieri, visto la pioggia abbondante. Ma molte volte mi sono recato al lavoro in bici sotto la pioggia e riaccadrà sicuramente.
    Anche io vorrei recuperare una vecchia bici rimettendola a nuovo e usare quella per uscire in centro la sera, eliminando così del tutto l’auto. Conosci qualche negozio a Torino che venda vecchie bici usate?
    Una curiosità: hai usato il termine “ciclogiri”, ma per caso conosci il mio (piccolo) blog che parla di cicloturismo?
    Scusate il fuoritema 🙂

  10. Sono convinta che le dimensione della vita siano intimamente connesse. La mia specificazione voleva semplicemente rimarcarne una a fronte delle altre. Comunque, ti ringrazio delle tue ipotesi… pratiche. Penso anche che la praxis se è sganciata dalla riflessione rischia di essere fine a se stessa. Io non cerco questa forma pratica.
    Chissà, magari un giorno (fra 5 anni) ti scriverò per chiederti di partecipare ad uno dei tuoi viaggi per mare, se ne organizzerai ancora!
    buona vela!

  11. Caro Simone,

    grazie per la tua testimonianza, che ho avuto (e ho) il piacere di seguire grazie ai tuoi libri e agli articoli del tuo blog. Io abito vicino alla Liguria, ad Acqui Terme (AL), dove hai tenuto recentemente la presentazione del tuo ultimo libro, ti dice qualcosa 🙂 ?): so che tu vivi lì e mi permetto di chiederti se conosci qualche luogo nell’entroterra ligure, magari un po’ “sperduto”, in mezzo alla Natura, in cui voltare pagina ed iniziare un progetto di vita rivolto all’autosufficienza alimentare e, chissà?, energetica. Dove ci sia, che so, un rudere da mettere a posto, poter coltivare ortaggi e frutta, ecc.. Un luogo dove si possa “vedere il mare”, dall’alto come sfondo… Chiedo troppo? Si sa che i Liguri non brillano certo di simpatia, per cui chiedo consigli a te, che ti sei trapiantato lì e certamente avrai scelto con cura il posto in cui vivere un'”altra vita”… grazie e in bocca al lupo per il tuo viaggio!

    • Francesco dovunque da Genova a Bocca di Magra. nella “east-coast” è tutto bello… ma poi devi sentirtelo il luogo. io ho “sentito” questo dove sto… ciao!

  12. Sì, Simone, urge che tu scriva dei tuoi difetti (e io che ti conosco bene – anche se tu non lo sai… – so che ne hai più di uno), prima che ricompaia il fantasma ‘Guru’ (e relativi ‘adepti’…).

    Comunque unisco il mio sincero elogio alle rilessioni intense del tuo post. Incantevoli!

  13. ciao Simone, sono consapevole dei miei alibi e raggiunti i 47 anni credo di avere raggiunto una sufficiente conoscenza di me stessa per dire che comprendo i miei limiti. Tuttavia, la sete di cambiamento mi perseguita e allora ecco la consulenza che mi piacerebbe avere da te.
    Ti avverto che non mi sono di aiuto risposte filosofiche o psicologiche, perché quelle le ho in abbondanza, ma piuttosto un suggerimento pratico. Che pretese, eh!! Ma, considerata la tua esperienza di vita alternativa, a me pare sia il contributo che posso chiedere a te. Io ho un lavoro precario nell’ambito universitario e della formazione/consulenza a favore delle istituzioni pubbliche e private, ma come dico da anni: io lavoro per pagare le tasse che mi prosciugano ogni anno … è demenziale! Come posso uscirne? Come posso cambiare non avendo una base di partenza economica che mi consenta di pensare ad alcun progetto di vita alternativo? ed ecco la domanda: tu cosa faresti? Ti ringrazio davvero!

    • Pola, non ho abbastanza elementi per risponderti. Dico solo una cosa: se lavoro per pagare il lavoro (dunque se il bilancio tra quel che faccio, quel che ottengo e quanto mi costa è zero, aut similia), allora sei nella condizione di fare qualunque altra cosa. Mi spiego meglio: se quel che fai costa tanta fatica ma rende adeguatamente, beh allora potresti usare questa chance per mettere da parte in cinque anni qualcosa e con quella piccola garanzia cambiare vita essendoti nel frattempo preparata in altra direzione (in 5 anni se una persona ha una rotta, ne fa di miglia, anche nei ritagli di tempo). Se invece quel che fai paga lo stile di vita che serve per farla, dunque è una forma di sopravvivenza che lascia nell’identica condizione in cui ci si trova, beh, allora tanto vale fare qualcos’altro di meno faticoso, di più divertente etc. A meno che tu non ami profondamente il tuo lavoro, allora tutto cambia. Nel bilancio, in questo caso, devi metterci anche un voce molto importante, cioé la gioia di vivere facendo quel che fai. Il che cambia tutto.

      Noto appena che tu mi inviti a non darti opinioni “filosofiche” e “psicologiche”, come le chiami tu. Non posso trattenermi dal dirti che mi sembra tautologico chiedermelo. Qualunque cosa accada alla tua vita ha un contenuto profondamente psicologico e filosofico. Separare filosofia e pratica, come tu mi inviti a fare, è un grosso errore. Qui ci sei per qualche anno ancora, poi scomparirai. I tuoi problemi pratici scompariranno. Vedi tu quali dei “driver” è più importante…

      In bocca al lupo. ciao!

  14. Quando consiglio a qualcuno che non ti conosce di leggere il tuo blog dico sempre: “Se ti e’ possibile leggilo nelle prime ore del mattino”. Ho sempre annusato la mattina nei tuoi scritti e ora so il perchè.

  15. Se si impara a trarre soddisfazione da se stessi, diventa ininfluente persino il luogo, e il modo, e il tempo: the power of mind!

  16. Oh, però…ora esageri: e sai andare a vela e c’hai la barca e sei bello-come-un-bronzo-di-Riace e sei tele-fotogenico e c’hai la voce profonda e non-hai-perso-manco-un-capello-dopo-gli-anta e sai fare le sculture e sai scrivere (eccome se sai scrivere) e ora sei pure romantico-contemplativo-emozionato/ante…ti prego,per non farci rosicare più, forniscici un elenco ragionato di tutti i difetti che, sicuramente hai, per equilibrare cotanta perfezione.
    😉

  17. Leggendo i commenti mi dovrei ritenere fortunata in quanto non abito in una grande città, non ho il problema del traffico,ma abito in un paese a qualche decina di km dal mare a altrettanti dalla collina , vado al lavoro in bicicletta , riesco a pranzare a casa tutti i giorni ma io mi sento in trappola lo stesso. Passano i giorni e non riesco a fare tutto quello che mi passa per la testa, non sono un artista, non so scrivere ma ho tante piccole passioni che faccio con gioia, per me stessa .Lavorare part-time sarebbe un buon inizio ma non è possibile dove lavoro…. ma al “mio” cambiamento ci penso ogni giorno e ogni sera prima di addormentarmi, non mollerò !!! Per chi ci riesce niente invidia ma tanta ammirazione . ciao

  18. Ciao Fabio,
    ho scritto quella mail ad un amico in un momento di sconforto… ma non mi do per vinta, anzi! Sto facendo grandi passi, che a volte sembrano salti enormi a volte invece molto molto piccoli. Non è facile, sono tante le cose da sistemare ma ce la farò, realizzero’ il mio sogno. Ho già sbattuto tante porte in faccia alla carriera, allo status, perchè non me ne importa nulla! Per andare al lavoro, haime’, non potrò fare diversamente ma per il resto, gambe i bici sono le mie compagne… Anzi, non vedo l’ora finisca questa noiosa pioggia per lustrare la bici tutta dipinta da me!! Tu sai andato in bici anche oggi? Grazie per le tue parole e in bocca al lupo per i tuoi “ciclogiri”…

  19. P.S. Scusa Simone ma volevo un tuo parere…ho visto che la foto è stata scattata a Messina (la tua) e dato che mi sono innamorata della Sicilia qualche anno durante le vacanze estive nella zona sud-orientale (Ragusa,Siracusa, Noto, Modica, l’Etna la fantastica “montagna”,Cava Grande che consiglio a tutti)vorrei chiederti quale zona consigli di esplorare, Eolie escluse dato che il periodo (agosto)non è il più favorevole per farlo… Mi piacerebbe tornarci quest’estate, grazie!

  20. Complimenti per il post Simone…io ho 42 anni, vivo a Milano e mi sembra che la vita mi stia scivolando via troppo velocemente e inutilmente…Da gennaio ho iniziato a lavorare part time come da mia richiesta, la vita ora va decisamente meglio ma non basta…ma sono fiduciosa, tutti i giorni rifletto su quale “altra vita” potrei abbracciare, non è facile trovarla ma io voglio continuare a credere che esista. Hai ragione “non è fallire il problema, ma non aver tentato”.
    Belli i commenti di Cinzia e Fabio
    Buona vita a tutti

  21. Spero che Devis non abbia mollato del tutto (non credo). Dal suo blog, a cui ho dato uno sguardo veloce, non si capisce.
    E’ stato guardando le sue interviste (di 1-2 anni fa) su You Tube che ho sentito qualcosa… perchè è quasi mio coetaneo (io sono dell’80, lui dell’84) e vedo in lui una certa incoscienza dettata dall’età che condividiamo. A differenza della scelta di Simone, che è stata quella di un uomo decisamente più maturo e meno incosciente.
    La stessa cosa ho provato nei confronti della ragazza intervistata in “Un’altra vita”, quella che ha deciso di dedicarsi all’educazione dei cani dopo una laurea perchè starsene chiusa in ufficio non le piaceva e amava fare altro. Una testimonianza semplice, senza troppi calcoli (anzi, nessuno o quasi direi), e per questo per me molto significativa.

  22. Cinzia, quanto condivido. Poi la zona attorno alla Pellirina a Torino è tristissima. Corso Potenza, i pressi della tangenziale… io ormai mi muovo solo con i mezzi pubblici (da novembre a marzo) e in bicicletta ed è molto meglio. 30 km al giorno per andare e tornare dal lavoro, un percorso che mi consente di guardarmi attorno, di passare dal Parco del Valentino, dal centro, lungo la Dora. Un percorso prezioso che, sebbene alla lunga abbia comunque la sua ripetitività, non è certo come viaggiare imbottigliati nel traffico, oltre a fare bene al fisico. E poi pedalare migliora l’umore, me lo alleggerisce, mi rasserena.
    Di cose da fare subito per migliorare la nostra condizione ce ne sono, in attesa del grande salto. Guardati l’esperienza di Pecoranera: un ragazzo ventenne che vive in una casetta di legno, dedicandosi all’agricoltura. L’ha fatto con pochi soldi senza farsi troppe domande, solo quelle giuste. Si può fare, io lo farò.

    • purtroppo il caro Devis di Pecoranera, che conosco, ha un po’ cambiato le cose col tempo. vive in un appartamento ora, e anche la scelta di fare l’agricoltore è cambiata… ma è un bravo ragazzo, ci prova, e anche se deve accettare i compromessi ci ragiona su, tenta… non è fallire il problema, ma non aver tentato.

  23. Grazie Simone,il tuo post è bellissimo.
    Sogno e dolore per chi,come me,ha perso il treno del cambiamento e sente che con il passare degli anni non solo aumentano le paure,ma sbiadiscono i sogni.Ci vuole una ventata di follia per colorarli e provare a viverli.
    Chissà se la troverò in me….in attesa della mia finestra sul mare mi affaccio alla tua dove il panorama è sempre mozzafiato.Buona vita

  24. Una mail scritta ad un amico martedi mattina.
    Buona vita a tutti. Grazie sempre Simone.

    “Inizia così,
    le sveglie suonano, tuo malgrado, e apri solo un occhio…intravedi il sole e pensi che sarà una giornata….una giornata persa!!
    Ti fai il caffe’ con la moka, così perdi tempo, così hai la sensazione di essere proprio a casa…. I soliti movimenti, i soliti gesti….è ora di uscire.
    E’ salendo in macchina che sento un tonfo allo stomaco. Anche Matilde (il mio cane)non ha bisogno di sentirsi dire nulla . Si ferma davanti all’auto in attesa di salire….Mi avvio, la solita strada, il solito venditore di giornali che timidamente mi abbozza un sorriso, la solita Tipo verde che sgasa come fosse in un circuito di F1….insomma sempre i soliti. Facce depresse assonnate che si recano in un posto dove molto probabilmente non ci vorrebbero andare.
    Io no, proprio non ci voglio andare. In linea d’aria passo vicino alle case di persone che conosco…mi chiedo se Carlo si è alzato, se Sandra,che è a Milano, sta bene, se il “vecchio” zoppica ancora e poi guardo la Pellerina e dico: ” che cazzo di freddo fa ancora !!! Devo andare a camminare con Mathy!!”
    La tangenziale…. la solita, il solito paesaggio, le solite curve, le solite uscite, le solite code…. come essere in catena di montaggio! Poi penso al film visto ieri sera al cinema, a quella donna che è alla ricerca di sè…. Siamo tutti alla ricerca di qualcosa, di qualcuno.
    Dobbiamo sempre conoscere la sofferenza altrui per accettare meglio la nostra?
    Dobbiamo andare in capo al Mondo per ritrovare noi stessi ?
    Non sarebbe sufficiente guardarsi allo specchio una buona volta, trovando anche il coraggio di sputarsi addosso e poi, facendo spallucce e trovare il coraggio di vivere la vita che davvero vogliamo vivere?
    Fine dei pensieri….Ho chiuso il file, sono entrata in ufficio. Da questo momento è vietato pensare!
    Ti voglio bene XXX
    Cì”

  25. Bellissimo post e bellissimi anche tutti i commenti, sia le considerazioni di Paolo e Stefano sia le bellissime riflessioni di Fabio Saracino. A me il post non fa male, ho scelto una via di mezzo, un lavoro normale, ma che mi appassiona anche se a volte cerca di portarmi sui binari dello stress, e tanti momenti liberi da dedicare alle emozioni, alla riflessione, alla natura, a quella che chiamo la vita vera, la somma algebrica mi dà un segno + e mi soddisfa. Non avrei il coraggio di uscire dal vortice del lavoro sicuro, anche volendo vivere con poco so che per carattere non riuscirei a stare sereno, e poi ho responsabilità sulle spalle, figlie, genitori anziani, ex-moglie. Ma anche una scelta di libertà parziale funziona, garantito, basta amare abbastanza se stessi. Ciao

  26. Ciao… mi aggiungo a Paolo e Stefano , questo post stupendo che mi fa commuovere ,emozionare e soprattutto far star male per chi come me non ha il coraggio di decidersi a fare una scelta. Ora ho la scusa del figlio che deve fare l’università….dopo chissà.

  27. Parole splendide, non fanno che aumentare la mia invidia (nel senso buono) per il coraggio della tua scelta. In bocca al lupo per tutto.

  28. Concordo con Paolo…questo post fa “male”….fa male a chi, come me, ancora non decide….ed i giorni passano, piu’ o meno uguali, piu’ o meno depressi, piu’ o meno pregni di ansie, stress, insoddisfazioni, preoccupazioni….in questa corsa continua verso un orizzonte temporale, ideale e irraggiungibile….e ti attacchi ad una fatua speranza di cambiamento….che, ancora oggi, non riesci a far divenire….realtà. E la curva dei tuoi giorni, non e’ piu’ in salita….

  29. E a me vengono in mente queste parole di Alda Merini: ““e non credevamo più in Dio perché eravamo felici”.
    Perchè anche io mi sono accorto che tutto il nostro interesse verso le cose, i problemi, le questioni sociali, politiche, l’economia, il lavoro e Dio è spesso solo un modo per distrarsi, per tenersi impegnati, anche per credere di essere lì ad affrontare i problemi e sciogliere i nodi. Ma in realtà facciamo di frequente (non sempre eh) un errore di valutazione, perchè ci dimentichiamo di iniziare il nostro ragionamento con una comprensione di cosa abbiamo bisogno per stare meglio ed essere felici.
    E’ una trappola, l’ennesima distrazione e bugia che ci raccontiamo.
    A volte basta una giornata di sole per essere felici perchè è di quello che abbiamo bisogno.
    Altre volte serve leggersi un libro. Altre fare l’amore. Altre sognare. E via dicendo.
    E allora sì che mi è più chiaro perchè serve essere liberi. Per poter scegliere di fare queste cose quando mi pare, quando lo desidero veramente. Senza dovermi accontentare di surrogati.

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