Quello che si costruisce non si può comprare

Una delle belle viste di questi giorni

Compro un servizio, pretendo certe cose“. Il caro vecchio lavoro-guadagno-pago-pretendo. Che meraviglia… Che bello sentirlo dire. Stavo per iniziare a fare le mie considerazioni, valutazioni, con l’intento di contribuire, di fare qualcosa per tentare ancora, e ancora, un contatto con la persona che avevo davanti… Ma in quel momento ho sorriso lievemente. Mi sono fermato. La parola magica ha chiarito tutto. Non serviva aggiungere altro.

L’armonia non si compra. Il benessere non si affitta, né pretende. Le alchimie migliori ci riguardano, le dobbiamo costruire. Per tutto il resto c’è una scheda di plastica, o qualche sottile, inutile, impotente banconota di carta.

Ma che gioia, che soddisfazione, quando tutto si rivela e le differenze si mostrano. Tu giallo, io blu. Peccato. Potevamo essere tutti e due azzurri o arancioni, ognuno con le sue variopinte sfumature. Sarebbe stato un sogno. Non è andata così. Pazienza. Ma ora, finalmente, lo sappiamo. Niente più sprechi, niente più tempi gettati, niente più energie profuse inutilmente. Ovvero la realtà, che anche quando è cattiva è migliore, sempre, di una buona menzogna.

E poi la mia passione: le conseguenze. Il dialogo che si tentava, gli sforzi per essere in contatto, per non allontanarsi, per capire anche l’inconcepibile, tollerare la diversità? Scomparsi. “Beh potresti almeno fare uno sforzo per evitare la tensione…” Veramente è proprio quello che stavo facendo, almeno fino a quando non è venuto fuori, con salvifica chiarezza, che siamo diversi, tanto diversi. “Ma io sono un cliente!” Mi spiace. Non è abbastanza. Certe cose non si comprano.

 

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29 pensieri su “Quello che si costruisce non si può comprare

  1. si simone lo so che il progetto mediterranea è costruito e sta crescendo intorno ai vostri pensieri…ma è uno…e magari non è il più adatto per tutti quelli che vogliono accostarsi alla vela e alla navigazione…siamo tutti diversi…

  2. @laura barche a vela ce ne stanno…pochi sono i cervelli funzionanti delle persone che ci vanno… se vuoi…qui’ c’è simone che ti accoglie e …..anche altre possibilità di fare vela esistono 😉 …prova!!!!

  3. Beh, è vero che possiamo leggere solo quello che ha scritto Simone, però, per come conosco Simone, la frase “Se compro un servizio pretendo certe cose” è stata sicuramente detta, e mi basta. Sinceramente avrei reagito così: “ecco i tuoi soldi, siamo troppo diversi per vivere insieme questa esperienza, senza rancore, ma le nostre strade si separano qui”. Perchè ci possono essere le situazioni più variegate prima di quella frase ma se non riesci a non dire una cosa del genere in un contesto del genere significa che sei nel posto sbagliato

  4. @Fabio , ti sei spiegato benissimo, ma vedi io su una barca a vela non sono mai salita (paura dell’acqua, mal di mare anche in traghetto ecc…) e virtualmente ho scoperto questo mondo anche attraverso Simone e il “Progetto Mediterranea” . Il mio pensiero era riferito al cliente , il quale non era in armonia con lo stile di vita di “Mediterranea” . Per capire bene quello che provate , voi velisti, dovrei salire su una barca…… ciao

  5. @laura però non relegare la vela, la navigazione al progetto Mediterranea e allo spirito con cui vivono quel progetto, bello e interessante ma è un progetto con un dei limiti, dei contorni. la filosofia di vita della navigazione a vela esiste anche se mediterranea non esistesse, relegando il progetto ad una infinitesimale parte dello spirito della vela che esiste anche altrove, e ti dirò..forse meglio altrove, forse dico forse, perchè altrove non ci si accosta ad un progetto ma ce lo si disegna intorno a se stessi. Non so scrivere bene come simone io ma spero di aver trasmesso il pensiero ugualmente.

    • fabio noi ce lo stiamo disegnando intorno, infatti. Mediterranea è il progetto che viviamo nel cuore da tanto, e che con fatica e gioia stiamo realizzando.

  6. Andare per mare non è vacanza, è sentirsi liberi in una prigione galleggiante, è abbracciare l’infinito in un luogo finito,è governare la barca come dovremmo la nostra vita.In barca si è autentici,limpidi a se stessi,trasparenti.

  7. Condivido in pieno quello che ha scritto Fabio , Penso che la vacanza in barca a vela non sia per tutti , come andare in montagna a fare scalate, bisogna essere consapevoli dei propri limiti, del proprio spirito di adattamento. Certo che fa figo dire “Ho fatto le vacanze in barca” ma da quello che ho potuto capire stare su Mediterranea è uno stile di vita ,è “un’altra vita” !!! Buon vento

  8. per navigare, per andare a vela…per farlo autenticamente e non ridurla ad una “vacanza”….bisogna sapere ascoltare il silenzio e se stessi…e allora si inizia a “sentire”… il resto viene naturale…non c’è qualcosa di trascendentale per saperlo fare, non è il mal di mare che limita e non è la convivenza in spazio ristretto che la rende complicata…..SE si sa ascoltare il silenzio

  9. “l’armonia non si compra” … ho la fortuna di andare al lavoro in bicicletta, pedalando per il lungomare. Ogni mattina me lo dico sempre che l’armonia non si compra.

  10. Anni fa, non ricordo se a Mosca o a Pechino, la notte prima di una fiera mi ero appuntato sul taccuino dell’hotel questa frase: “nella vita la fortuna più grande è non avere clienti”, che prima di un evento commerciale è tutto dire. Leggendo i post di alcuni che sottolineano la differenza tra i fatti e il racconto, mi piace condividere la battuta di un film visto giusto ieri sera, The International: “La differenza tra la verità e il racconto è che il racconto deve essere credibile”.

  11. E cosi’..spinto da vivo interesse e curiosità ho letto il tuo libro “Dove sono gli uomini”..ormai è un must, sociologi, psicologi, fisolosofi contemporanei si sprecano sul declino dell’uomo del maschio paventando teorie, sorti, scenari apocaliticci, almeno il tuo libro è scritto bene e parla di storie reali, opinabili e senza un contraddittorio, di queste donne, come le hai definite tu “le clienti”..giusto perchè sostieni che il contraddittorio , cioè l’uomo non ce , non si vuole prestare al confronto, non ha voglia di mettersi in discussione di ascoltare etc..etc.. etc.., e parti in questa narrazione.
    C’e una cosa che però sfugge , in buona fede penso per troppa concentrazione a virare verso un unico obbiettivo, che di uomini con sensibiità e profondità ce ne sono tantissimi, e che magari provano anche a farsi ascoltare e a mettersi in gioco e soprattutto ascoltano e che potrebbero scrivere le stesse storie di donne che tu racconti ma nel senso inverso, ma sai , questa zona grigia non fa notizia , Simone, ci sono cose che non si comprano, hai ragione, non si compra il silenzio, che è un valore, tale come lo è il rispetto, lo si può smuovere con la giusta domanda, e forse senza peccare di presunzione non ci sia da chiedersi se un uomo puo essere libero di essere sensbile e profondo quando vuole e con chi vuole o ritiene di poterlo essere, enon perche sia solo incapace.. e quando vuole essere cinico e freddo, e non per questo si debba sentire un pezzo arcaico anti femminista o un borderline , un uomo può essere libero di ascoltare e andarsene , anche senza un contraddittorio, le donne lo fanno da milleni, prendiamoci quello che ci danno , il resto è un problema nostro è un proiettarsi aspettative giustamente sbagliato sugli altri e sui rapportic he nascono che sono “fluidi” oggi piu che mai.., perchè nulla si compra nei rapporti umani nulla si possiede, ma non si da nulla gratis, ne il mio amor proprio ne la mia essenza, decido io quando come dove e con chi e se ci sono tutte queste donne “lasciate sole”..,me ne rammarico , che facciano un po di autocrità, prima di pretendere qualcosa, un dialogo è sereno e costruttivo quando è “vergine”da ogni schieramento o difetto inziale “di essere uomo oggi” , si costruisce insieme non solo da una parte della barricata, di storie come queste ce ne sono mille di uomini che probabilmente sono occupate a viverle, a soffrire a ricomnciare, senza chiedere niente, non abbiamo bisogno di chi non ce,non sono padrone e non voglio padroni, ma la libertà è libertà finche non ne urta o lede un’ altra…e non si compra neanche quella, e fidati che in quei momenti anche se pronti a parlare a metterci a nudo con i limiti e difetti, di donne ad ascolare non mi ricordo ce ne fossero,forse erano occupate a fare le testimoni per il tuo libro.. potrei scriverti un libro di storie di amici, compagni di avventure e giochi che non erano i maschi in declino di cui parlavi..ma hanno avuto lo stesso trattamento ..peggiore..feriti perche hanno mostrato le loro ferite con orgoglio dalle stesse donne che tu descrivi forse..e pure siamo qui..e non sentiamo bisogno di questo dialogo che non ci appartiene, cosi no, anche se tra di noi ne parliamo di donne e relazioni e emozioni ore davanti alla mia chitarra e a qualche birra e sono convinto che molte donne rimarrebbo stupite e spiazzate dalla semplice umanità e voglia di amare,().. a volte no ce peggior sordo di chi non vuol sentire, si cercano gli uomini e ci si chiede dove sono quando magari li hai appena lasciati dietro le spalle.. io sono pronto ..noi siamo pronti .. vuoi continuate a cercare quello che non ci sono a sono gia andati .. ad maiora (io per primo)

  12. Sono rimasta per un po’ a guardare la bella immagine del mare con il riflesso della luce, il cielo più chiaro, con una velatura di nube, in lontananza i rilievi più marcati, della terraferma. E poi…. ho letto. Non ho inquadrato bene la situazione ma…. mi spiace… per esperienza personale trovo che sia abbastanza difficile andare d’accordo con tutte le persone che ti capita di conoscere e soprattutto capire se capiscono quello che si dice o traducono oggettivamente l’italiano che intendono.
    No, non si può comprare ciò che non siamo, e nemmeno fingerlo. A che pro?
    Le persone non riesco quasi mai a paragonarle ai colori, le vedo sempre neutre, grigie casomai. Il paragone mi viene più facile con gli animali: a ognuno il suo branco.
    La realtà, anche se non è quella che vorremmo, credo sia l’unità di misura da prendere in considerazione vivendo, e come scrivi, è sempre migliore di una buona menzogna.
    Ciao.

  13. Caro Simone, leggendo il post ho sorriso perche’anch’io ho che fare con il turismo di nicchia come parte del mio stato di downshifter. Mi e’ successo di pensare quello che hai scritto, per mia fortuna solo per una piccola minoranza di ‘clienti’. Non conosco il tuo caso, ma per la mia esperienza certe persone non saranno mai contente, nemmeno se fai i salti mortali, perche’ non sono mai contente di loro stesse. Comunque solidarizzo, se puo’ essere di sollievo. 🙂

  14. Io non ho mai fatto una vacanza in barca in vita mia, lo premetto, anche se mi piacerebbe molto. Sono convinta, però, che non sia un’esperienza adatta proprio a tutti. E non so neppure se, in realtà, lo sarebbe per me.

    Immagino che ci siano regole molto diverse da terra, che ci si trovi per una settimana o più a condividere piccoli spazi con altre persone che magari conosci poco o non hai mai visto prima. Si tratta (forse) di conoscere un po’ meglio prima di partire che cosa significa la vita in mare, quali sono le regole, come e che cosa si fa.
    Magari chi va si aspetta una cosa alla “villaggio alpitour” e una totale libertà di movimento all’insegna del faccio quello che mi pare e ho pagato per questo. E’ tutto qui.

    L’esperienza di cui parli tu, Simone, a me sembra una cosa molto diversa dalla vacanza. E’ un’esperienza, qualcosa di più per la quale bisogna essere un po’ preparati, devi proprio andartela a cercare, volerlo, avere il desiderio (e non il fastidio) di condividere con gli altri cibo, spazio, tempi, pensieri, scenari, colori, tutto.

    Forse questa persona o non era pronta o non era un’esperienza che aveva scelto liberamente.

  15. Ti confesserò, Simone, che quando ho letto questo tuo post mi è venuto da sorridere. Perché ho una particolare allergia al “lavoro-pago-pretendo” dei miei tempi milanesi.
    Anche se, umanamente, comprendo che quando c’è un passaggio di denaro, certe aspettative crescono. Se un amico mi ripara gratis un lavello e il giorno dopo si rompe di nuovo, a parte un paio di santi in croce, finisce lì. Se però ho pagato un bel po’ di soldini, diciamo che mi girano un bel po’ di più 😉
    Però, come cantavano i Beatles (se la memoria non m’inganna) ci sono cose che “money can’t buy”, tipo il rispetto per gli altri, l’armonia etc etc etc.
    Però mi consenti una riflessione da avvocato del diavolo? So già che alcune cose ti faranno accapponare la pelle, però in questo periodo faccio tanto lavoro di osservazione delle persone che incontro. E chiedo scusa anche per le digressioni che però sono funzionali al discorso.
    Non eravamo a bordo con voi, sappiamo le cose per come vengono raccontate e, sulla base di ciò che ci dici, probabilmente stiamo parlando di una persona che non è molto “tagliata” per una vacanza in barca, dove gli spazi, le risorse e la convivenza seguono regole ben precise.
    Ho altri amici che fanno il tuo lavoro, portano in giro in barca persone che amano il mare. E ti dirò, che in questo periodo di crisi, al di là di uno zoccolo duro di clienti/amici, fanno fatica a trovare chi può pagare la vacanza (prezzi modici, tuttavia).
    Dunque, come mai una persona che non è tagliata per la vacanza in barca decide di spendere una parte dei propri risparmi per farlo?
    Forse perché questa persona era interessata al “prodotto” Simone Perotti (lo so che qui hai rischiato l’ictus perché non sei un prodotto). Però, che ti piaccia o meno, che fossero le tue intenzioni o meno, “Simone Perotti” per alcune persone è un pacchetto all-inclusive di diverse cose. Hanno aspettative (pretese?) perché leggendoti qui o altrove si sono creati una immagine, un sogno. Vogliono respirare le suggestioni “Simone Perotti”.
    E per questo, downshifting o meno, sono anche disposti a pagare dei soldi che – magari – non spenderebbero mai per andare in giro con i miei amici che offrono lo stesso viaggio ma sono dei pincopallino come tanti.
    Perciò, fermo restando il concetto che ci sono cose che non hanno prezzo e non possono essere comprate, forse bisognerebbe cominciare a chiedersi perché una vacanza su “Mediterranea” è così ambita per molte persone.
    Se queste vogliono il mare, la libertà, o se stanno cercando altro.
    Ovvio che gli incidenti di percorso capita sempre, ma c’è anche la vecchia legge della selezione naturale 🙂
    Buona domenica di navigazione.
    Qui fra un po’ ci vuole l’arca di Noè se non la smette di piovere.
    🙂

    • Dona ciao. Ho paura che la questione sia proprio al contrario. Chi viene interessata a me prende tutto quello che non e’ in vendita. Costruisce. Ci mette del suo. Da’, offre. Altri magari sono adatti alle vacanze all inclusive, col braccialetto i bilancini, le penali sul contratto. Ma e’ un discorso lungo, bisognerebbe avere esperienza di tante cose, di posti dove paghi se arrivi un giorno prima, qui no, dove gli skipper non fanno i calamari ripieni, dove i bambini piccoli non vengono accolti a bordo, dove non si e’ disposti a tenere la musica bassa tutte le sere, dove chi sta lavorando non parla, dove se sbatti la porta al mattino ti alzano da terra, dove… Insomma. Ma va bene cosi’. Come scrivevo le differenze, senza bisogno di giudicarle, sono importanti. Ciao!

  16. Ragazzi ma come si fa a prendere posizione senza sapere nulla dei fatti? Questo atteggiamento acritico non è da Nomadi ma da setta! Io credo che, grazie al cielo, non tutto si possa comprare o pretendere. Ma certamente alla nostra età è doveroso confrontarsi e discutere sapendo i fatti. Anche quando ciò fa male. Anche quando chi abbiamo di fronte la pensa diversamente o non ha capito il ns spirito del viaggio. Arrivare a 40 anni serve anche a questo: essere sereni nel confrontarsi e non schierarsi in modo acritico come al collettivo del Liceo!!!! Comunque personalmente credo che da tutti si possa imparare qualcosa per essere migliori, anche da chi non stimiamo appieno. Chiudere gli occhi e le orecchie solo perché si è diversi è comodo. Ma non ci fa crescere.

    • Pat le cose ci sono. Gesti di ordinario egoismo. A me non e’ piaciuto. Tante piccole grandi cose che impediscono, adesso, di parlare di sincerita’. Prima ci sarebbe stato bisogno di parlare d’altro. Cosa che mi esimo dal fare…

  17. Peccato.
    Peccato preferire la vetrina senza contradditorio al rispetto di chi si ha di fronte.
    Peccato denigrare il mondo di fuori, da cui malgrado le filosofie e la distanza immaginaria, si continua a trarre sostentamento.
    Peccato soffermarsi sulla parola “chiave” per allontanarsi dal discorso, in una forma di “alterità” che non preveda ascolto, né umanità.
    Peccato voltarsi, e sorridere, quando basta sentire: e forse considerare che nonostante la legge del “mercato”, il cliente non vuole avere sempre ragione, a volte gli basta sincerità.

    • Orlando, nessuna vetrina senza contraddittorio. Come vedi siamo qui, senza censure…. Non trovarsi capita. Io non so mai che esperienze ha chi viene a bordo. So pero’ che esperienza della gente a bordo ho io. Dopo trent’anni di mare e tanta gente portata e’ utile per sapere cosa si dice. I riferimenti al pago dunque voglio e al sostentamento ci rendono assai diversi. Quello che di maggior valore posso dare non e’ in vendita, c’e’ chi lo prende e chi no. C’e’ gente a cui viene donato e gente che non puo’ averlo. Buona giornata.

  18. giusto così.
    affermare “io sono un cliente” lascia già fuori dal discorso le parti più belle, quelle non in vendita.
    e lui non avrà niente di meno, e niente di più, di quello che può comprare.

  19. Simone questa è una consapevolezza che hai potuto raggiungere proprio per il modo in cui avete impostato il vostro “lavoro” di marinai: un’accoglienza non finalizzata ad un mero guadagno ma per il piacere di condividere belle situazioni. Bei tramonti. Magari emozioni..discorsi..riflessioni.
    Tutto ciò non si compra. L’armonia non si compra. Hai ragione. La persona che avevi di fronte non voleva entrare in empatia con la barca,con la situazione, forse. Basta un sorriso, speriamo abbia capito quanto vale.

  20. Simone: vero? che è meglio la realtà, che anche quando è cattiva è migliore, sempre, di una buona menzogna,però ci sono due tipi di realtà quella vera e quella falsa,oggi prevale quella falsa,questo mi rammarica tanto ma è cosi ciao buon vento

  21. Forse, era inevitabile.
    La passione sfugge – deve sfuggire! – alla logica mercantile!

    Giù la zavorra. E la mongolfiera, ovvio, vola più in alto, a parità di elio. Brutto, ma… fisico.

    Ti seguo sempre, Simone. Siete simbolici, quasi… araldici. Niente può fermarvi.
    Buon vento.

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