Se e quando…

il colore del mare...

Zacinto, 44° giorno a bordo 

Cambi di equipaggio, sempre più emotivamente difficili da sostenere. A bordo si condivide, si comunica. Poi una nave strappa i fili, un aereo fa volare via tutto. Chi resta guarda i pachidermi farsi un puntino all’orizzonte, scomparire. “Mi mancherai…”. Meglio così, tanti fili che poi si spezzano… o meglio sarebbero pochi che reggono per sempre? E chi lo sa. Le domande della sera. Intanto si fa finta di salvarsi con la manutenzione della barca. Le mani aiutano sempre il cuore.  

Continuo con le parole del Mediterraneo: Ormeggio (da Ormos, seno, baia, golfo, luogo dove dare àncora), Sortilegio, Olio, Vino, Costa, Danza, Costume, Ombra, Porpora. Passione, Avventura. Dignità… A questa ho pensato ieri, osservando un ragazzo, credo sui trent’anni, trentacinque al massimo, vestito da pirata (caraibico, tra l’altro) che accoglieva i turisti su un barcone orrendo, addobbato come una specie di “Perla Nera” di Jack Sparrow. Li salutava, sorrideva, faceva la faccia truce del bucaniere. Foto ricordo. Cosa non si deve fare per campare. E tuttavia, lo faceva con orgoglio. Si può fare il finto pirata con impegno? Dignità, appunto…  

Ho l’impressione che in Europa stia accadendo qualcosa in queste settimane. Sento echi di disordini in Turchia, fatti di cronaca in Italia. Chi viene a bordo mi racconta. Io cerco di lavorare dentro, mi informo sempre meno. E’ “dentro” che si cambia. Se stessi e anche il mondo. “Fuori” si assiste soltanto a cambiamenti originati altrove, da altri. Si “re-agisce” invece che agire. E il mondo resta lo stesso, anzi peggiora grazie a noi.  

Capisco che c’è tensione anche perché sulla Rete sono ripresi gli attacchi rivolti a me. I soliti argomenti di sempre, solo meglio camuffati, per dirmi che sono un privilegiato, che solo io posso cambiare, che nessun altro può. Ora invocano malattie incurabili, tare ereditarie, fallimenti finanziari insanabili. Vedo ricrescere rabbia e livore, segnali ben chiari dell’angoscia, del desiderio di fuggire, di dire basta. Capisco tutti, sono solidale con ogni fatica, ogni bisogno di darmi addosso. Ma hanno torto, su questo sono sereno. Ieri 4 ore a scartavetrare, ecco il mio privilegio.

Intanto abbiamo concluso la settimana tra Oxia, Kastos, Itaca, Cefalonia. Gran bell’arcipelago. Il vento nel canale, Mediterranea che filava via. Ieri mi ha chiamato il Maestro: “Beh, diamo qualche punto nave, però!” Ha ragione, siamo spariti nell’azzurro. Ci raggiungerà con il suo prode Ronzinante, sloop nordico ben tirato a lucido. Navigheremo insieme per un tratto di via. E’ normale tra gente di mare: diversissima, ma che in qualche modo si somiglia. Un’altra parola, dunque, è certamente Incontro. I tanti fili, tesi e saldi. Fino a che non si spezzano. Se e quando

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32 pensieri su “Se e quando…

  1. Per fortuna qualcuno è intervenuto per mitigare l’asprezza delle repliche a Francesca, la quale ha avuto il coraggio finalmente di dire quello che ha scritto e che condivido. Sono single, quarantenne, senza prole e posso solo immaginare la magnificenza di essere genitore, ma ho sempre pensato che avrei voluto figli dopo che mi sarei realizzato come essere umano non per realizzarmi, anche se so che come maschio avrei ancora tempo per diventarlo. Appigliarsi alla responsabilità verso i figli, scusate, ma mi suona molto da comodo alibi; possibile che chi li ha voluti non sapesse cosa significava veramente diventare genitore? Ho visto l’amore e il sacrificio dei miei genitori per crescere i loro figli, si sono immolati. E per favore evitatemi i facili attacchi di egoismo. Vorrei poi aggiungere che se fossi un figlio ci rimarrei male se scoprissi che sono la causa delle frustrazioni di mio padre/madre. Avrei invece molto stima di chi mi dicesse guarda avere figli può essere limitante per alcuni versi nei confronti della libertà, ma è un’esperienza così profonda e gioiosa che rifarei sempre e comunque. Spero di essermi spiegato.

    • condivido molto quel che dici andrea, quando parli della sensazione che ha un figlio sapendo di essere un limite alla vita del gentiore, almeno nel senso che è stato detto.

  2. Ciao.
    Mi spiaceva un po’ restare negli osservatori….ma neanche essere, involontariamente inopportuna. Ti stimo e ammiro con amicizia e mi piace scrivere e leggere il tuo blog e chi partecipa con il proprio pensiero, molto probabilmente non si è salvato bene con il tablet.
    Grazie del chiarimento.
    Buona giornata!!

  3. ho letto moltissimi spunti di riflessione in questi commenti, molto belli e interessanti, non nuovi ma curiosi.

    ne traggo un pensiero…

    fai ciò che ti fa star bene…figli, non figli, lavoro standard o lavoro fuori dagli schemi (vedi il lavoro di simone), pomodori coltivati o tonno pescato, sono stupidaggini enormi…importante solo che uno stia bene in onestà d’animo… il resto sono solo parole.. belle poetiche, alcune ben esposte e ben scritte (quelle di simone sono le parole di uno scrittore che aveva sbagliato lavoro e ne era rimasto imbrigliato) …poi se uno esce dall’italia e ne vive a debita distanza (anche se dentro i confini) e non ha necessità di relazioni forti col sistema allora può dire…è tutta merda quella che c’è lì fuori e io sto bene così e non ne sono corresponsabile..ma sono altre belle parole che lasciano il tempo che trovano e corrispondono ad una realtà molto molto parziale, demagogica e dialettica..dire d’effetto…ma in buona sostanza sono solo parole autoreferenziali per dimostrare che quel che si fa è giusto.

    resta a mio avviso sempre il concetto che ..basta che funziona e se funziona va bene…ma senza straparlare.

  4. (…)Un’altra parola, dunque, è certamente Incontro. I tanti fili, tesi e saldi. Fino a che non si spezzano(…)

    No. Se i fili ci sono, non si spezzano.
    Per la gente di mare, se i fili ci sono, questi hanno attraversato il mare, e hanno resistito. Lanciati oltre, verso il punto d’approdo, hanno viaggiato sulle onde. Se i fili ci sono, non si spezzano, e restano tesi, ben saldi, e sono Incontro.

  5. Simone, leggo questo bel pezzo, e leggo l’inevitabile riflessione sulle accuse di privilegio che ti arrivano addosso.
    Credo che sia sbagliato entrare nel merito delle scelte altrui. Tu hai fatto una scelta forte e hai deciso di testimoniare la tua nozione di libertà. E’ una scelta che si può condividere o meno, invidiare oppure no, ma che –come ogni scelta autonoma- va rispettata.
    Attenzione però –e non lo dico a te Simone, ma mi riferisco ad alcuni giudizi troppo netti che mi capita di leggere nei commenti- a non cadere nell’errore speculare di giudicare male altre scelte di vita meno nette e definite. Non vedo alcuna contraddizione tra l’anelito alla libertà e l’accettazione di alcuni vincoli (prevalentemente di natura economica e professionale) che la quotidianità ci pone. A patto di non fare diventare questi vincoli centrali nella nostra vita.
    E’ bella l’immagine della tua fatica nel passare per quattro ore la cartavetro.
    Ecco, forse per alcuni il lavoro che quotidianamente si sopporta è l’equivalente della fatica della carta vetro.
    Si fa, ma non è certo quello a dare senso ai nostri giorni. Si fa per potere fare altre cose, per potere organizzare la nostra vita, per nutrire speranze, per elaborare progetti.
    Certo, è un equilibrio difficile da mantenere, ma io credo che la libertà sia innanzitutto una condizione interiore.
    Del resto anche tu in qualche modo lo confermi: dici che è “dentro” che si cambia.
    E io sono d’accordo; senza un cambiamento interiore, senza una definizione autonoma ed onesta della nostra scala di valori, senza una valutazione seria delle nostre forze nessun vero cambiamento sarà possibile.
    Grazie e buon vento!

  6. @Francesca
    “Se decidi di fare un figlio decidi di ridurre la tua libertà….”

    Questa frase, forse in questo contesto anche vera, dà un’idea della follia che stiamo vivendo e che la libertà di cui si parla è solo un’illusione.

  7. siamo in molte a pensarla come Francesca, caro ratzinger,sono solo scelte coerenti di vita, c’è chi preferisce non fare figli e vivere libero, nomade ,sognatore, c’è chi fà figli e ed è lo stesso libero insieme a loro, c’è chi invece invidia chi non ne ha di figli solo perchè è riuscito a fare ciò che desidera, il punto non è fare o non fare figli…..è essere coerenti con i propri desideri e avere la capacità ed il coraggio per realizzarli.

  8. Ciao a tutti. Ciao Simone. A proposito di figli..durante il progetto mediterranea farai anche qualcosa per o con i bambini-ragazzi?

    • Gianluca, ciao. Non abbiamo progetti gia’ strutturati su questo. Ma chissa’. Se c’e’ qualche buona idea o qualche possibilita’…. Perche’ no!?

  9. Hei Francesca,

    cavoli, dopo il tuo commento, ti abbiamo fatto decisamente un po di “vento contro” (Gegenwind si dice dalle mie parti).

    E’ evidente che parlando di temi come liberta e aver figli hai toccato sul vivo me e parecchi altri che leggono questo blog.
    cosi hai generato parecchi commenti alcuni piu alcuni meno pacati.

    Io pero non e’ che sono in pieno disaccordo con quel che dici. Dipende dal significato che si da a liberta. Se e’ il tenere aperte tutte le opzioni, allora i figli come ogni altro passo che facciamo (scelto o no) implica senpre una rinumcia e spesso apre a nuove possibilita.

    senza passi, pero non si va avanti.

  10. secondi me libertá e figli non si escludono a vicenda, é piú irresponsabile non cercare alternative alla situazione attuale che decidere di vivere una vita subordinata ad obblighi che ci auto-imponiamo e che forse servono come scusa per non cambiare davvero.
    Cominciamo per esempio dall’ educazione, fondamentale per un cambio delle nuove generazioni. passiamo poi al nostro lavoro ¿ci piace davvero? senza dimenticare il nostro stile di vita ¿c’è coerenza tra quello che diciamo e le nostre azioni?

  11. Saranno due mesi che non leggevo il blog. Effettivamente questa sera non avevo molto da fare. E in tv fanno poco. Le foto del mare sono belle. La grecia raggiunta dal mare è l essenza della liberta’. Poi ho riletto un po i giorni passati. Si niente di nuovo come sempre scrivi molto bene. Forse leggendo mi rendo conto che c è poco da dire. Tu viaggi sei contento fai quello che vuoi. Perfetto. Poi leggi commenti come quello di francesca e viene voglia di mandarla a cagare. +liberta -figli. Nemmeno il mio vicino di casa che è discretamente ignorante si fiderebbe ad enunciare questa fondamentale verita’. E sei pure una donna.

  12. Carmen, 2 righe veloci: vuoi dare speranza a tua figlia? E allora abbandona questa vitaccia e permettendole da subito di affrontare una vita piu’ autentica. Io credo che la vera scelta non sia fra darle la possibilita’ di diventare avvocato o dottore e il non diventarlo, ma fra l’intraprendere un cammino piu’ difficile ma personale e negarle il vantaggio di iniziarlo invece da subito, costringendola a digerire qualcosa che non siamo piu’ disposti ad accettare, altrimenti non mi spiego cosa ci facciasmo su questo blog.

  13. Cara Francesca,

    non mi sono mai sentita così libera come da quando ho partorito i miei figli. Mai così me stessa, così grande, così naturale, così spontanea. Se i figli avessero ridotto la mia libertà non li avrei mai fatti, considerando questa una cosa per me essenziale. Non ho mai ridotto la mia libertà nonostante fosse per me prioritaria, eccome. I miei figli mi hanno insegnato a essere più libera di com’ero aprendo la mia testa, il mio cuore e le mie braccia senza chiuderle mai. I miei figli non sono mai stati “rinuncia” ma un viaggio nuovo attraverso il quale ho scoperto e trovato, scambiato, condiviso, conosciuto cose straordinarie e ignote. Loro, di me stessa, della vita in generale, dell’essere umano senza condizionamenti, libero, ingenuo, vero, essenziale e nella sua “purezza”. Le responsabilità verso di loro mi piacciono, mi piace vederli crescere e vedere come si differenziano, come pensano, come costruiscono i loro pensieri e le loro relazioni. Mi piace insegnargli quel poco che ho capito e imparare da loro nella loro infinita sapienza ciò che sanno d’istinto e che io , invece, avevo dimenticato. Mi è piaciuto sentirli dentro, nutrirli, essere un tutt’uno con loro, mi è piaciuto “fornirgli materia” attraverso la quale potessero esprimere la loro anima. Mi è piaciuto come il mio corpo li ha cullati e amati fin dal primo momento. Mi è piaciuta ogni doglia, ogni nausea, ogni contrazione, ogni avvertimento del corpo necessario a farli nascere. Mi è piaciuto come un regalo straordinario della natura.

    La mia libertà non si ferma dove appaiono loro. La mia libertà li include, li avvolge, li forma, li educa e li accetta. La mia libertà è così grande da farci entrare dentro anche le loro libertà, i loro bisogni e i loro desideri.
    La natura non può togliere libertà ma solo esprimerla in uno dei suoi tantissimi modi. Se poi parliamo di strade verso il cambiamento, allora ancora di più è così. La mia strada è iniziata insieme a loro, con loro sempre, anche nelle difficoltà. Quanti scenari inaspettati! Quanti cambiamenti anche in loro! Quanti sconvolgimenti belli, positivi, nuovi! E siamo solo all’inizio… : – )

  14. @Francesca e Carmen,
    (Francesca per curiosita, sei la stessa che mi ha risposto sotto al post precedente di Simone?)

    Francesca, tu rispondendo a Carmen dici che facendo un figlio ha scelto di limitare le proprie liberta perche avra avuto a suo tempo altre priorita. Io la vedo diversamente.
    O meglio penso alla liberta spesso in altri termini.

    Ognuno di noi ha la sua storia che lo porta a vivere oggi in una determinata situazione. Ognuno di noi fa scelte che poi condizioneranno la sua scelta in futuro:
    -Carmen (di cui non so niente, quindi quelle che seguono sono ipotesi) ha fatto un bambino e ora avendo una figlia e’ in una determinata situazione in cui si pesa ogni passo anche pensando alle conseguenze per i figli.
    -Simone (e anche qui sono ipotesi) ad un certo punto della sua vita a fatto il passo del DS di cui molti di noi hanno letto. (una scelta? si, no, boh. Forse doveva farlo per forza per seguire se stesso…).
    Scelta o si o no. Anche lui adesso e’ condizionato dai suoi passi e dalla sua storia. Neanche lui puo fare come niente fosse e tornare alla vita di prima in un battibaleno.

    Ognuno di noi ha la sua storia e il suo bagaglio e questo ci condiziona. Se la liberta e’ avere aperte tutte le possibilita allora nessuno di noi e’ libero.(e se anche potessimo fare tutto, ci sentiremmo liberi?)

    La liberta a cui anelo io e’ piu la possibilta di “giocarsela” nella situazione in cui sono.

    io ho la mia storia con i miei passi che ho fatto (alcuni li ho scelti altri meno).
    -non vivo in italia (questo apre alcune possibilita e ne chiude altre)
    -sono sposato con bimbi piccoli. (anche qui cose belle possibili da una parte e rinunce (consapevoli) dall’altra)
    -ho fatto carriera come ingegnere e ho scoperto anche io qualche anno fa un grande interesse per la psicologia. (mi piace ancora essere ingegnere pero non mi posso inventare una formazione da psicologo in 4e4’8).

    Per me la domanda e’ come posso essere libero oggi, adesso con la mia situazione, condizione e storia?
    Come posso essere presente a me stesso il piu possibile? partecipare il piu possibile e con gusto alla mia vita?
    Per me e’ questa la liberta.
    Se vivo e godo a fondo la MIA vita allora mi sento libero. Questa liberta si gioca in ogni momento della mia vita.

    la ricerca di questa liberta e’ un lavoro continuo per chiunque.

    Saluti
    Marco

  15. a Carmen e Francesca…

    I figli sono una scelta e averne determina una vita diversa rispetto chi non ne ha.
    per me è la cosa più bella che ho… anche se spesso non posso fare molte cose.

    Nel precedente post quando parlavo di libertà e in particolare in merito agli impedimenti (anche se un figlio non è un impedimento, orribile solo pensarlo… ma tutt’al più un’occasione di crescita) mi riferivo al fatto che se sei dentro una persona libera o almeno aspiri ad esserlo troverai un modo per diventarlo.
    secondo me non è necessario navigare in mare (anche se bellissimo… poi con i Nomadi… che dire) o fare lo scrittore ..
    puoi esserlo anche senza tutto questo, trova il tuo modo.
    Vorrei allegare una foto eloquente ma non riesco … pensa agli atleti disabili… che vogliono correre senza gambe … eppure corrono alcuni fanno le maratone.
    La libertà è un concetto più profondo, è qualcosa che parte da dentro e poi si riflette all’esterno.
    questo è il mio pensiero.

  16. …. your comment is wait….. poi…scompare… il filo web spezzato… torno nella schiera degli osservatori. Leggerò, e, ti ringrazio del tuo scrivere e delle belle riflessioni!
    Ciao!

    • luisa non vedo commenti in attesa di essere pubblicati. mi spiace, forse non è stato inserito e salvato correttamente. non so… e a tutti: scusate se li pubblico con ritardo, ma sono in mare e non sempre c’è il segnale. ciao!!

  17. simone… è un privilegio fare il lavoro che piace e che soprattutto ha un ritorno anche in termini di gratificazione mentale (anche carteggiare lo è eccome)…si suda, ci si fanno i calli ma fa bene allo spirito farlo, a me piace anche fare questi lavoretti, mi lamento del sudore ma me li cerco tutti e mi piace, se fosse lavoro in termini di impiegato che carteggia e passa l’impregnate tutte le settimane allora il discorso sarebbe diverso (ma quella è una altra storia), il tuo è un privilegio e lo sai bene (sei uno col cervello che gli cammina) e vorresti che gli altri cercassero il loro modus vivendi per vivere meglio (è nobile che tu lo faccia) ..insomma pare, da questo post (e io ne ho letti molti dei tuoi post e qualche tuo libro) che tu vorresti…toh gradiresti…che gli altri possano prendere spunto dal tuo cambiamento in direzione del modus vivendi loro…vorresti che chi ti vede, capisca e si associa a questo distacco dal sociale (quindi non complice del sistema) (???) e che capisca che la felicità sta nel far ciò per cui si è dentro…quindi carteggiare come modo per distaccarsi dal fastidio (tu dici di fare lavoretti in barca per distrarti dagli addii mi pare di capire, e anche io so che mi fa bene staccare dalla realtà facendo qualcosa di manuale e che mi gratifica fare) poi al contempo dici che il carteggiare non è un privileggio…e col cavolo direi io.:) carteggiare è un privileggio perchè lo fai per te stesso, per vivere meglio, perchè sai farlo, per un Tuo obiettivo…quindi è privilegio.

    Beh …potresti mettere lo slogan: noi finalmente adesso siamo privilegiati, non abbiamo nulla (?), facciamo ciò che ci fa bene fare, viviamo lo stesso e meglio, ce ne fottiamo allegramente del sistema, e non siamo complici di chi il sistema lo vive e ne gestisce la sorte..

    e poi magari glielo spieghi bene come sai fare…

  18. Cara Carmen
    la libertà di Simone si sceglie. Sì, si sceglie. Se decidi di fare un figlio decidi di ridurre la tua libertà, è una tua libera scelta, non te lo impone nessuno di fare un figlio. Lo scegli tu. Se l’hai scelto, vuol dire che la componente libertà non era poi così prioritaria, che le cose che contavano per te erano altre ed hai scelto di conseguenza, un figlio porta altre cose. In ogni vera scelta si rinuncia a qualcosa. Non si può poi venire a scrivere a Simone “ma io ho delle responsabilità”, è stata una tua scelta averle, Simone non è un privilegiato, ha fatto determinate scelte nella sua vita che hanno permesso le opportunità attuali (e che avranno fatto a rinunciare a qualcos’altro che era meno prioritario). Io la vedo così.

  19. Gianfranco… come condivido il tuo pensiero… si è soli quando qualcuno non C’è mai stato veramente …ma se c’ è stata vera condivisione… non basta un aereo a far volare tutto … se vola non c’è stato… e allora nulla è perduto…
    Il cambiamento è dentro …. e occorre lavorarci molto…
    …la libertà non è assenza di impedimenti … e’ un progetto a cui dedicarsi ogni giorno…
    Alla fine se si è liberi dentro conta poco tutto il resto…
    Bella Simone, come sempre.

  20. Non si spezzano i fili quando si condivide qualcosa.
    Istanti di vita, intensi. Sentimento, passione, voglia di esserci.
    Non si è soli quando qualcuno ci ha lasciato.
    Si è soli se qualcuno non è mai venuto…
    Buona notte comandante.

  21. Come tutti i tuoi racconti, anche questo è molto bello ed interessante. Ti seguo e apprezzo molto quello che scrivi. Su una cosa non sono molto d’accordo, perché mi tocca molto da vicino: anche se si cambia dentro, spesso non è possibile cambiare fuori e questo provoca una sofferenza enorme…… E si, anch’io ti considero privilegiato, per la tua libertà che ti invidio molto. Credi che non piacerebbe anche a me lasciare tutta questa frustrazione che caratterizza le nostre vite attuali e cambiare davvero? non ho mai avuto paura di nulla, ma ho delle responsabilità nei confronti della mia famiglia. Ho la responsabilità di dare speranza a mia figlia…..buon viaggio

  22. Passato lo stretto, navigo con gennaker lentamente verso Roccella e ti leggo. Tra un paio di giorni sarò “a casa” pure io. Cefalonia, poi Corinto, poi chissà. Il mondo da giorni è già lontano, gli echi di cronaca che mi arrivano sembrano trailer di film in lingua straniera. E va bene così. Bentornato in Grecia, Simone.

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