Tutto ma non liberi. E’ indecente

Tanto per fare un po' di pubblicità ai bravissimi ragazzi di Linosa

Questo è business”. Hanno avuto il coraggio di scrivermi questo su internet. Io raccontavo che sono in mare, quello che faccio, come sto, e che è possibile raggiungermi. Che tristezza

Che tristezza dire a me che faccio business, io che se va bene dalla vela porto a casa 5000 euro in un anno facendomi un mazzo tanto (e divertendomi altrettanto). Che tristezza questa Italia immobile e moralista, criticona e polemica. Che tristezza questa facilità di dire, accusare, attaccare, senza sapere, senza neppure farsi una domanda. Che tristezza chi non legge, non sa, non s’informa e spara ad alzo zero su chiunque tenti qualcosa, provi a salvare almeno la propria vita dall’immensa palude dell’epoca e del Paese. Che tristezza non verificare che in mare tutto costa quasi il doppio, e io per stare bene con me stesso, per far stare bene gli altri, decido di ospitare la gente a bordo guadagnando meno del dovuto. Che tristezza non sapere che la barca su cui lavoro si è pagata col lavoro stesso, mese per mese, euro su euro, facendo tutto da solo o insieme ai miei amici, finché possiamo, finché sappiamo, finché ci proviamo. Che tristezza vivere in modo così simbolico, che se di mezzo c’è una barca diventiamo tutti Briatore. Che tristezza internet, così gravida d’ipocriti protetti dal nickname, fancazzisti senza qualità, che hanno anche il coraggio di parlare di libertà e democrazia della Rete…

Emaciati, pallidi, tristi, insani, al limite con la sussistenza, così dobbiamo essere? Beh scordatevelo. Tollerate qualunque cosa, ma non che si tenti di vivere liberi, vero?! Questo suona come indecente in questa epoca, non è così?! Mai dire che stai bene, mai dire che provi a vivere, mai dire che stasera hai goduto del sole che tramonta, di un buon bicchiere, di un cibo preparato bene. Che tu ci provi e fallisca, al contrario, sta bene a tutti. Anzi, è prezioso! Che tu ci provi e riesca, invece, genera ondine di fetido risentimento. “Stai barando, certamente. Nessuno può!”. Schiavi tanto da non saper immaginare, da non saper neppure sorridere se qualcuno corre via nel campo di grano, si allontana dalla prigione, fugge inseguito dai cani. Neppure il tifo sapete fare, sperate che i cani gli addentino le caviglie! Quel fuggitivo non sei tu?! Non è la tua speranza?! Se non ti vedi, se non ti riconosci in quella schiena fustigata che suda correndo, sei già morto. Non ci avevi mai pensato?

Eccola la nostra cultura, invidiosa, malevola, maliziosa, che augura a tutti il naufragio mentre affoga, che spera nella caduta, che sogna che nessuno possa, se noi non possiamo. Che nessuno tenti se noi non ci proviamo. Ma che razza di morti viventi siete?!

Cara classe media del pensiero comune, cara gente senza alcuna immaginazione, che non credete mai a niente, ossessionati dalle truffe e dal marciume, che giudicate falso ciò che voi vivete falsamente, che spendete su un monitor tutte le vostre poche energie attaccando tutto e tutti… fatevi un bel giro, una bella passeggiata. Ossigenatevi, date fiato ai pensieri. Elaborate prima di morire qualcosa che sia vostro, un’idea anche minima, ma che possiate realizzare. Impegnatevi a fare, non guardate da questa parte, lasciatevi in pace. E lasciate in pace anche me. Siete il peggio del Paese, ve lo dico con franchezza. Siete voi che consentite all’enorme Leviatano di stare in piedi, di schiacciarci. Fino a che potrete sfogare rabbia e frustrazione nell’immensa cloaca a cielo aperto della Rete avrete il vostro pane e il vostro circo, messo su ad arte dal Sistema per far fischiare la valvola della vostra parossistica pressione. Voi da cui non c’è niente da temere, che non farete mai niente di eversivo, che non tenterete mai una via vostra, che non avete il coraggio dell’accusa vera, quella che si fa agendo. Dobbiamo a voi, alla vostra immobilità, ai vostri sospetti, ogni disagio, ogni degrado, ogni potere che ci opprime. Uomini-mai-stati-liberi, che non tollerate alcun vagito di libertà, smettete di cercare il baco, la nota stonata, sono anni che ci provate, anni che vi rispondo punto su punto. Che vi è successo in questi anni, come siete vissuti? Io così, come sapete…

E non chiamatela critica, almeno, non fate quest’ennesima figura da mistificatori. La critica è una sofisticata arte della comprensione. La fa chi ha studiato, chi ha tentato, chi riesce a misurare su di sé mentre fa, perché su-di-se-mentre-non-fa non serve a niente, e toglie diritto di parola. Fa solo rumore. Fa il gioco del nemico.

Su internet resta tutto, grazie al cielo. Tra qualche tempo rileggeremo ogni affermazione, ogni “pensiero”. Vedremo chi c’è ancora, cosa fa, com’è andata. Vedremo chi mentiva. Vedremo chi c’è ancora e che senso avevano le sue parole. Quel giorno io spero solo di non dovermi vergognare, spero di constatare che dicevo quello che facevo, quello che ero. Per alcuni sarà un brusco risveglio. Non vorrò essere nei loro panni, ma nei miei. Come oggi.

 

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109 pensieri su “Tutto ma non liberi. E’ indecente

  1. Ciao Simone,

    tieni duro! e non ti curar di loro …. tu hai capito esattamente come vuoi vivere, hai avuto il coraggio di mollare la sicurezza per il nuovo e ce la stai facendo … la loro è gelosia, invidia .. inconsciamente (o consciamente?) sanno di non essere liberi e si rodono il fegato.
    Il problema è che è anche la gente come loro che rovina l’Italia a noi ed ai nostri figli, altrimenti certi personaggi pubblici e politici non avrebbero il successo che hanno .. buon viaggio!!!!
    Paola

  2. @simone

    Noi facciamo il tifo per te…

    La felicità va nascosta,(l’ho sentito dire spesso)… poi ci sono quelli che dicono : meglio fare invidia che pietà … tu continua a gridarla la tua felicità, a molti di noi fa piacere…

  3. Ciao Simone,

    quello che scrivi è sacrosanto ma io conosco decine di persone che vivono libere da sempre, quindi molto prima di me e di te (io ho staccato circa un paio d’anni fa), e che si godono semplicemente la loro “libertà” senza per questo lanciare anatemi verso chi vive diversamente. Molti di quelli che conosco sono musicisti, perché è uno dei tanti mestieri che frequento, e guadagnano anche meno di te nonostante abbiano studiato per più di 20 anni chinati sullo strumento ma rimanendo ai margini del successo per tutta una serie di motivi. Bene…non ho mai sentito da queste persone l’acredine che traspare dal tuo post…forse la notorietà porta con se una serie di controindicazioni, ma niente succede per caso.

    Con grande stima,
    Mauro

    • Questo e’ sicuro Mauro. A non dire niente nessuno ti dice niente. Responsabilita’, oneri e valore dello spendersi comunicando. In realta’ poi ognuno fa cio’ che deve, per com’e’ fatto. E io sono fatto cosi’. Il che pero’ non prevede che io me ne stia buono a prendere mazzate senza replicare. E’ tutto un giro di giostra. Io faccio il mio pezzo. Se poi serve a capire, comunicare, confrontarci, ogni sforzo e’ utile.

  4. GRANDE!!!
    Però mi spiace che tu accetti ancora la provocazione.
    E’ inutile, non capiranno mai.
    Accecati dalla mediocrità, non conoscono il pensiero critico, non si metteranno mai in discussione, sbagliano sempre gli altri.
    Ne abbiamo già parlato, piano piano diventerai meno tollerante.
    Non si tratta di bieco cinismo nè di superomismo.
    Non devi convincere nessuno, non è una missione: è una scelta di vita più o meno condivisibile.
    Dicevi: “vorrei in barca persone migliori di me”; grande apertura mentale, ma evidentemente qualcuno non ti merita!

  5. Non ti amareggiare. Piuttosto rifletti: perché se uno/a fa qualcosa che gli piace dovrebbe, secondo i benpensanti, farlo gratis? Perché c’è chi ritiene che il lavoro o è degradante o non è lavoro… Buon vento e a presto

  6. Ti adoro Simone!
    “Invidio” il tuo coraggio, il tuo non aver paura di parlare e il tuo vivere una vita che ti piace. Ma è un’invidia buona, il termine giusto è ammirazione.

  7. Bello quello che scrivi, Saverio. Anche io mi sento così, pur non essendo dirigente (e credo di essere, in cuor mio, cosciente di non aspirare a diventarlo mai, nonostante il mio ego a volte ne soffra un pizzico).
    Alla fine quello “sbagliato” sono io, io che sogno libertà di scegliere, di non sentirmi ingabbiato e triturato in un sistema fatto di ingranaggi, perfettamente organizzato.
    Sembra che le persone non se ne rendano minimamente conto, ne soffrono le conseguenze (spesso incosciamente!), ma non vogliono costruirsi una visione di insieme. E’ un sistema che non ammette nulla al di fuori della totale abnegazione. E’ una roba che soltanto dei frustrati possono concepire, una schifezza immonda, inaccettabile, una vera schiavitù, che sto capendo in profondità e che mi rivela la propria assurdità.
    Ma mi conosco e so di aver bisogno di sapere con certezza, di maturare dentro di me una certa convinzione per poter cambiare. Una volta maturata la decisione di mollare, la metterò in pratica.
    Quel che mi serve è essere critico, collegare bene il cervello, imparare, osservare, inorridire. Ad un certo punto saprò e agirò di conseguenza.
    Ho realizzato che spesso non si agisce ma non per mancanza di coraggio o delle abilità necessarie: perchè manca il reale scopo dell’agire. Non sappiamo dove andare, ma avremmo tutte le carte in regole per andare, se solo avessimo una meta. Allora penso che si debba lavorare molto su questo, riflettere sulla situazione personale, su cosa ci stiamo perdendo, essere schietti e intransigenti, e sognare la propria “soluzione”.

  8. Simone,
    quello che dici è vero, se la maggior parte della gente “non se li fila” tali poteri
    possono rimanere isolati. E’ un po’ come una virtual machine senza risorse fisiche.

    Questa situazione però devi ammettere che oggi è ben lontana dal realizzarsi.
    Persone non “integrate completamente (lavoratori dipendenti,
    lavoratori autonomi,…)” sono una parte abbastanza trascurabile dal loro punto di vista.

    Poichè queste ORGANIZZAZIONI hanno a disposizione tutto: potere economico,
    finanziario, media, tecnologia,…… la tendenza attuale, e il loro
    obiettivo, è quella di far diminuire la probabilità che le persone che possono uscire dal gregge.

    Ho letto ultimamente il tuo libro “Adesso Basta” e tu stesso parli di 10-12 anni
    di lavoro ben retribuito prima di poter essere capaci di realizzare un progetto.
    Questo per avere consolidato le risorse minime economiche e la consapevolezza culturale.

    Oggi anche il lavoro a valore aggiunto, intellettuale, quando si trova è
    difficile che consenta anche con uno stile di vita sobrio di risparmiare. Anzi….

    Quello che voglio dire è che forse sono anche le situazioni sociali, politiche, economiche
    frutto di un qualcosa di collettivo successo negli anni precedenti,
    che hanno permesso a te e ad altri di realizzare un progetto di libertà personale, oltre chiaramente alle
    capacità creativa e determinzaione personale.

    ciao
    con stima
    Giulio

    • giulio hai ragione (tranne sul fatto che i 12 anni di lavoro siano stati necessari per mettere insieme le risorse economiche per fare le mie scelte. Sono stati necessari per il processo psicologico. io non vivo di rendita). Servono risorse personali, emotive, psicologiche, esistenziali, filosofiche, relazionali (con se stessi). Esatto. Dunque perché se queste cose servono a diventare il più possibile liberi, non dedichiamo un solo minuto al giorno per fare tutto quel che serve a generarle, affinarle, strapparle alla nostra natura, accudirle, renderle affilate e utilizzabili? non farlo non implica dunque una responsabilità ben chiara? andiamo tre volte a settimana in palestra, per diventare più tonici. come mai nulla facciamo per ciò che può renderci meno schiavi? occorre responsabilità sulla nostra propria vita, ecco cosa serve… a me pare molto chiaro questo. poi certo, il discorso è ampio, e ci mancherebbe se non lo capisco. ci ho scritto credo 5 libri, tra romanzi e saggi… dunque è molto articolato. grazie!

  9. Sono, ovviamente, d’accordo con te.
    Volevo solo che passasse il concetto che il potere forte non è un’entità mostruosa e astratta, per cui non vale nemmeno la pena combattere, tanto è una partita persa …
    Penso piuttosto che più o meno inconsapevolmente, le masse hanno sposato un certo credo che ha generato e alimentato questo mostro.

  10. Ciao Simone, una cosa che mi piacerebbe capire è se veramente esistono questi poteri forti, oppure se è solo la somma di tante piccole debolezze….
    Questo è un argomento che vorrei discutere con te che in qualche modo hai vissuto, in passato, in certi ambienti.

    Saluti.

    • le cose sono entrambe vere e collegate. esiste il potere finanziario, di cui la politica è stupida e ottusa ancella, ed esiste perché la moltitudine, noi…, glielo consente. vivere di niente, di pochissimo li mette in mutande, li azzera… solo che per farlo dobbiamo cambiare noi. come individui, autonomamente, non come massa. la massa è solo la somma. quello che contano sono le unità. io. tu…

  11. Ti seguo da un po’, ma non ho mai scritto.
    I tuoi interventi a volte sono degli schiaffi a mano aperta sulla mia faccia intorpidita dal lavoro impiegatizio che detesto sempre di più. Fanno male, ma insegnano qualcosa e soprattutto lasciano speranza e responsabilità…la responsabilità di agire, di fare e di costruire il proprio cambiamento senza aspettare che qualcuno al di sopra di noi ci dia il suo benestare.
    Saluti

    Yuri

  12. @Simone
    “..svilupparsi e compiersi come esseri umani liberi e dotati di un proprio pensiero.”

    nel contesto che ho descritto nel mio precedente msg, per un cittadino la probabilità che questo possa accadere sarà sempre piu’ esigua.

  13. @Riccardo Freeman
    “la rivoluzione che conta è quella che ognuno di noi fa per se stesso…”

    i poteri forti (finanziari, economici,…) pensano, concordano, progettano, realizzano un mondo di schiavi… come ci si puo’ di difendersi SOLO individualmente?

    • Giulio che si fottessero i “poteri forti”. Hanno bisogno di schiavi, di parco buoi. Se nessuno se li fila, se nessuno fa quello che loro sperano che noi facciamo, finiscono come un pazzo, seduto, piangente, al centro di un deserto. ecco cosa vuole dire fare la propria strada come esseri individuali: dare il contributo più forte e potente per costruire questa scena: un pazzo piangente, sconvolto, che si guarda intorno, non riconosce nulla, intorno a lui solo deserto.

  14. Si sa che la gente ha sempre la bocca aperta per sparare sentenze superficiali. Disse un giorno Siddharta ad un amico che era stato ingiuriato:
    – Se inviti un ospite a casa tua e quello rifiuta il tuo pranzo, a chi rimane quel cibo?
    – A me, rispose l’amico.
    La stessa cosa avviene con le offese, continò Siddharta.
    – Ogni parola pronunciata dalle persone meschine rimane a loro, se tu le rifiuti.

    Non bisogna prendere niente come qualcosa di personale.

    Che vita povera, quella di chi sta sempre a giudicare e criticare gli altri.

    Buon vento, Simone

    Carla

  15. Ciao Simone,

    Ho letto i tuoi libri, le tue interviste e vorrei ringraziarti. Ringraziarti per le cose dette e soprattutto fatte. Ringraziarti per aver dato corpo, ordine ad una mia crisi lavorativa che va avanti dal primo giorno in cui ho messo piede in un’azienda. Pur essendo oggi un affermato (non secondo le mie vere aspirazioni) dirigente, ho sempre avvertito il disagio di cui parli senza, tuttavia, aver mai avuto il coraggio di cambiare davvero nulla. Troppo fuori dal coro….quindi, sotto sotto, quello sbagliato ero io. È se aggiungi il fatto che quello che facevo (e tuttora faccio) mi riusciva bene, capisci che un qualunque cambiamento è sempre risultato davvero difficile. Mi chiedevo come mai questa crisi colpisse solo me (o quasi) e mi stupivo, inorridito, nel vedere tutti contenti in prigione e sotto tortura. Ho persino elaborato (che tenerezza) la teoria che io ho chiamato degli “spazi potenziali”, secondo cui ciascuno di noi nasce con degli spazi da colmare, spazi fatti di talenti, di aspirazioni, di spiritualitá…..ecc. Arrivando a concludere che stavo colmando soltanto una piccolissima parte del mio “spazio”, e questo generava sofferenza, insoddisfazione. Ora, tornando a quelli che cercano di criticanti, la questione è davvero senza ritorno, il loro “spazio” è piccolo, stanno bene dove stanno, non riescono nemmeno a immaginare altro e, quindi, cercano, senza riuscirci, di ricondurre tutto ai loro miseri (per me ma non per loro) schemi. Io spero di dare corpo ad un mio progetto di vita nuovo, spero, prima o poi, di parlare e, magari in barca….
    Ti auguro tanta felicità
    Saverio

  16. Ciao a tutti,
    premesso che non ho letto su FB “l’attacco” a Simone, volevo solo dire che tutto sommato è comunque più interessante discutere con persone che la pensano diversamente da noi; altrimenti si rischia di cadere veramente nell’autoreferenzialità. E’ chiaro che poi ci sono determinate categorie di persone che anch’io detesto e da cui non ho nulla da imparare. Per il resto ritengo che questo nostro sistema ha prodotto molte vittime, alcune consapevoli, altre totalmente incapaci di porsi qualsiasi domanda. Ma sapete qual’è, a mio parere, la cosa più triste ?! è che alle volte vivono meglio gli inconsapevoli (o perlomeno non hanno l’ulcera !)
    Un abbraccio

    Paolo.

  17. Caro Simone, naviga tranquillo, si è fatto vivo solo uno dei tanti. Gli altri, e forse sono la maggioranza, ti osservano in silenzio e sognano con te; se rompo questo silenzio è solo per dirti che personalmente ho risolto tenendomi per me i miei atti di coraggio a vivere con gioia e divertimento perché, come dici tu, gli altri hanno bisogno di sapere che “soffriamo” anche noi insieme a loro; quindi a questi “sordi” glielo lascio credere che “soffro” continuamente e che sono dei “loro”; sono appena tornato da una splendida vacanza in Grecia e ho detto a tutto il resto del mondo che “andavo in un posto sperduto dell’Italia (e ce ne sono veramente pochi, meno male), a lavorare e rabattarmi per guadagnare qualcosa”. Capisco che tu non puoi fare altrettanto in questa occasione, ma ti comprendo e condivido. Buona navigazione. Enzo

  18. Se fai qualcosa
    Avrai contro chi fa la stessa cosa
    Avrai contro chi fa la cosa opposta
    Avrai contro chi non fa nulla.

    Forse già conoscevi queste frasi, ma leggendo quello che hai scritto mi è venuto in mente. Credo pure che dire alla gente che non riesce a immaginare una realtà diversa che sono mediocri è come sparare alla croce rossa, quando uno sta in una situazione dove crede di non poterne uscire, la cosa “migliore” e più inmediata sia quella che nessuno ti faccia vedere realmente che si può fare. Tu facendo la tua vita e comunicando che si può fare e stai bene, stai chiavando un pugnale nelle loro certezze e questo fa male, per quello si lamentano, e vorrano boicotare a tutti costi, cosi in quel modo la loro anima che brama una vita diversa e si manifesta con dolori, malesseri, brusciore di stomaco e con tutte le malattie possibili potrà essere finalmente messa a tacere con la scusa che si tu non sei riuscito loro fano bene neanche a provarci… stai pagando il prezzo di fare una vita apagante, un prezzo alto nel mare della mediocrità, abbraccio grande.

  19. Simone,
    l’Italia e’ la patria del moralismo.
    Da sempre,essendo un paese portato per natura alla dipendenza e al fare per interesse si cerca in ogni modo di emancipare i cani sciolti.
    Tutti in verita’ anelano alla liberta’ ma quando vedono una persona che veramente mette in pratica i propri pensieri…

  20. E’ da un po’ che non commento, ma ti seguo tanto. Anche su Facebook caro Simone.

    E questo messaggio mi è piaciuto tanto.

    Sto sperimentando sulla mia pelle gli effetti del cambiamento.

    E posso dire di non essere mai stato così pieno di vita. Chi è rimasto a vegetare mi fa i conti in tasca. E che glielo dico a fare che ho rischiato di fare la fame per la mia scelta di mollare tutto e tornare a vivere?

    “Non c’è vento favorevole per chi non sa in che porto vuole andare.”

    Ebbene in me c’era quella consapevolezza che è saltata fuori non appena ho messo la testa fuori dalla massa.

    Buon vento Simone e buon vento a chi ti legge sempre con piacere.

    A chi ti critica invece dico…che i venti delle tempeste vi sorprendano e che vi sveglino dal torpore dovuto alle vostre paure!

    PanKogut

  21. Simone,

    la gelosia anima questi animi insulsi ed inconsapevoli.
    L’ignoranza e l’essere incolti é un male purtroppo diffuso e dilagante e la civiltà di un popolo si distingue dal livello di rispetto e di attenzione per gli altri.
    Come dici tu che tristezza….!!!
    Ma cosa vuoi che capiscano del tuo percorso persone che si esprimono cosi’…

    Mi fà piacere leggerti perché riesci a mettere in evidenza i punti importanti del problema…mancanza d’immaginazione….società che si regge su dei fondamenti che non sono piu’ validi….il problema della comunicazione e dell’anonimato di internet e il fatto che il modo come la società odierna si esprime su internet é a volte una vera cloaca…. e pensare che le parole sono lo strumento piu’ sofisticato che ha l’uomo per esprimersi e che internet é un mezzo incredibile di comunicazione che ci permette di seguirvi in questo bellissimo progetto.

    Grazie per mantenere la tua rotta!

    Ciao Manuela

  22. ti do’ ragione su tutto! e ti stimo perchè sei riuscito a realizzare il tuo sogno. a me manca tantissimo il mare e anche se vado con un piccolo catamarano (che ora non posso usare perchè distrutto) quando si è in mare ci si sente piu’ vicini a dio e la propria essenza che ritorna all’origine. Sei molto fortunato, ma prima o poi arrivero’ anch’io. Un augurio per tutto e buon vento!

  23. Io spero che il mio “uncinetto” possa diventare un “business” (se questo vuol dire riuscire a viverci) 🙂

    Oggi vado in spiaggia: ieri ho raccolto legnetti e pezzi di mattonelle (una spiaggia un po’ abbandonata a sé stessa in questo periodo) con cui finirò di arredare il balcone di casa. Un po’ di mare in un appartamento in montagna 🙂

    Simone, se tu fai “business” allora w il business!

  24. Non credo che sia solo questione di barca, le stesse accuse di marketing venivano mosse anche quando promuovevi i libri. E’ la vecchia, triste invidia italica che fa parte del dna meschino di questo paese. All’estero non è così e chiunque sia in grado di produrre qualcosa di nuovo e magari anche di ricavarne successo e soldi diventa un esempio, la gente lo sostiene e lo Stato gli dà spazio ed incentivi…
    Tu fai bene a difenderti anche per dimostrare che dietro quello che riluce c’è tanta fatica e guadagni non eccezionali, ma considera comunque la platea da cui ti vengono questi attacchi…i social network sono ormai “un’immensa cloaca a cielo aperto” come hai ben detto tu e spesso i commenti sono, come dice Travaglio, la nuova forma di scritte sui bagni dei gabinetti pubblici…Ti importa di questa gente? Vai avanti per la tua strada che a seguirti siamo in tanti!
    P.S. Dal punto di vista letterario ti riesce bene pure il genere dell’invettiva :))complimenti!

    • Hai ragione Antonella. Io penso sempre, tuttavia, che si debba dare un segnale di diversità, e farlo con la forza e l’intensità pari e contraria rispetto all’oggetto da cui si intende prendere le distanze. Una persona che conosco, ad esempio, sostiene che cambieremo cultura quando riusciremo a diffondere dovunque il principio che “Onesto è figo”. Sulla falsariga di questo interessante pensiero, credo si debba far sentire in imbarazzo, fuori posto, indesiderato, tanto da fargli venire il dubbia se sia meglio forse contenersi che parlare, colui che apre la tastiera e le dà dita (il moderno aprire la bocca e dargli fiato).

      L’assurdo principio che internet sarebbe bello perché tutti possono scriverci e dire quello che vogliono deve ricevere da parte di chi sa, vuole, può impegnarsi in questo, un messaggio pari e contrario: internet non è il posto dove la cosa principale è il mezzo (che tutti possono approcciare), bensì i contenuti, che non devono mai essere messi in secondo piano rispetto alla fonte o al media.

      Io ad esempio se fossi un ministro farei un decreto per vietare i nickname, e stai sicura che col proprio nome e la propria fotografia avremmo un drastico calo di imbecilli in circolazione. Come nella vita reale, dove alle presentazioni dei miei libri nessuno viene e fa sparate strane, perché faccia a faccia ci vogliono un poco più di attributi per dire certe cose. Quell’assenza “de visu” diventa poi affollamento quando si è ben protetti dietro nomigoli fuorvianti o lacunosi.

      Nei bagni pubblici, inoltre, ci si sta un istante, periodicamente vengono puliti, nessuno legge se non distrattamente. qui la roba rimane, per sempre, e va contrastata colpo su colpo. Io questo lo avverto come un dovere civile e morale. Mollare su questo fronte significa consegnare il più potente ed efficace strumento di comunicazione e conoscenza in mano alla follia. Io, per quel che vale, per quanto poco conto, mi oppongo. E dato che sono di una caparbietà e cocciutaggine quasi imbarazzante, quando mi ci metto, ho l’impressione che a qualcosa serva. Qui “no pasaran”. Mai. Dirmelo, dircelo, serve comunque a me per dare corpo, sangue e vigore ad alcune cose in cui credo. Ad esempio la comunicazione vera.

      ciao!

  25. Capisco come ti senti, hai ragione “tanto schiavi da non riuscire nemmeno a immaginare”.
    Io non sono un marinaio, anzi, 12 ore di mare per raggiungere le Shetland mi hanno quasi ucciso 🙂
    però a modo mio sono salpato anch’io sulla barca della libertà, ho lasciato un porto sicuro, il lavoro statale che mi stava consumando le energie vitali, ho tentato anche io la via del cambiamento, non ho urlato, non ho sputato su niente e nessuno, semplicemente l’ho fatto e adesso lo racconto.
    Va per la tua Simone, la vita è una, io da tempo ho smesso le ambizioni didattiche o pseudorivoluzionarie verso gli altri, la rivoluzione che conta è quella che ognuno di noi fa per se stesso, suona un po’ egoistico, ma è così…

    • Riccardo Freeman, è tutt’altro che egoistico svilupparsi e compiersi come esseri umani liberi e dotati di un proprio pensiero. E’ egoismo puro non farlo, e dunque restare nel pensiero comune che tutto brucia intorno a sé. L’unico cittadino vero è che chi ha il coraggio, la forza, l’energia di crescere quanto basta per pesare il meno possibile sugli altri, per smettere di contribuire al degrado, per intraprendere una via autonoma e indipendente, per rendersi libero il più possibile dai condizionamenti. Tante persone incapaci di nuocere al sistema non fanno una popolazione garbata ed educata. Al contrario. Fanno da pilastri a ogni possibile esercizio del potere. dunque complimenti a te. ciao!

  26. questi tristi insani invidiosi,sono quelli che escono a cena ,vanno in albergo in estate( e si supiscono di chi affitta casa e si cucina in vacanza),hanno l’ultimo smart tv o i-phone,criticano chi con sudore e rinunce ha una piccola barca, oppure come te ha anche fatto il grande salto e cambiato vita in nome della libertà,sanno benissimo che noi abbiamo rinunciato a tante cose per realizzare il nostro sogno, loro non ne sono capaci e criticano….avanti così capitano,buona navigazione

  27. @Michele,
    mi piacerebbe sapere quando e dove precisamente aprirete la vostra attivita.
    Avete magari gia un sito dove si possono trovare informazioni?
    Io vivo a Aachen vicino all’Eifel.

    Potrei essere uno dei vostri futuri clienti.

    @Simone,
    a me i tuoi libri e questo blog sono da anni utili per cogliere spunti, confrontarmi e ogni tanto dire la mia (a volte anche in modo autoreferenziale :-)).

    Saluti
    Marco

  28. ciao simone,

    capisco e sottoscrivo totalmente quello che dici. il dramma è l’incapacità di rivoluzionarsi, di mettersi in gioco e di guardarsi allo specchio per capire veramente quello che vogliamo essere e quello che vogliamo fare. per quello che mi riguarda, ho appena lasciato un posto da dirigente in un’importante azienda per fare partire insieme ad altri pazzi una start up. meno soldi, zero benefit, tanti rischi. ma mi sento vivo. vivo come chiunque che sceglie di percorrere la propria strada, qualsiasi essa sia.
    in questi mesi di doppio lavoro e di grandi dubbi e paure, i confronti che ho avuto sono stai per lo più forieri di commenti tipo “sei pazzo?” e “ma con i tempi che corrono…”. ecco, io trovo che lo sport preferito sia abbassare il grado di benessere del prossimo in modo da allinearlo al nostro. è un po’ una sorta di orizzonte artificiale che falsa tutto. invece di innalzarci tendiamo ad abbassare/denigrare il prossimo. così stiamo tutti in basso e la merda in cui navighiamo ci sembra più bella perchè condivisa. bah, io a questo gioco non ci sto. magari fra un anno la start up non esisterà più e io consegnerò pizze a domicilio, ma almeno avrò il cuore in pace e la testa più piena.
    l’unico umile commento che mi permetto di fare, senza però intenti giustificatori, è che forse l’invidia che susciti su FB possa derivare da una errata comprensione di tuoi “giudizi” su chi non segue una scelta come la tua. penso che il più della gente dica “ecco, perotti ha fatto il figo e tratta noi che stiamo davanti al pc come dei coglioni moribondi”. posto che la felicità ognuno la trova come cazzo vuole, in barca in grecia come in ufficio a milano, forse chi ha fatto scelte come la tua dovrebbe porre (se ne ha voglia, perchè poi uno ha la sacrosanta libertà di pensare e scrivere quello che vuole) un po’ di attenzione in quello che scrive per non “ergersi” a giudice della bontà di una o dell’altra vita. questo penso possa accadere a chi non ha letto i tuoi libri o a chi ti segue sporadicamente. il messaggio è: fate quello che vi pare, fottetevene e mettetevi in discussione se non siete felici. perchè una strada sempre c’è.
    tutto qui.
    buon vento

    s.

  29. Simone, lascia perdere! Per me sei stato il faro illuminante (e credo per molti) che mi ha dato lo spunto e la forza per provare ad essere libero e felice. Faccio ancora fatica nel mio nuovo ruolo forse anche per quello che hai scritto nel tuo post (molta gente contesta e basta). Ti ho già ringraziato altre volte ma lo faccio ancora. Grazie! Buon vento

  30. Ciao Simone,
    ho letto tutti i tuoi libri e, anche se sono giovane e non rientro nel target di persone a cui ti rivolgi, ti seguo da tempo con tanta ammirazione.
    Sei davvero un grande in quello che fai. Chi ti critica e cerca di vedere del marcio nelle tue attività (e probabilmente in ogni cosa) lo fa perché si è abbandonato all’idea che non sarà mai libero e vive da frustrato.
    Non ti curar di loro ma guarda e passa!
    In bocca al lupo per le tue avventure e avantiu tutta 😉

    Alessandro

  31. Simone,
    è il livore dei mediocri, lascia perdere e vivi la tua vita . Le persone si dividono in chi fa e chi rimane immobile a lamentarsi.
    Oggi vedere uno che riesce a farcela al di la dei canoni stabiliti, ufficio , cravattone, gazzetta, pranzo con gli allucinanti colleghi, fa impazzire di invidia. Ciao

  32. Ciao Simone, ho giusto promosso il libro tuo e di Paolo il 6 di giugno qui a Roma e sono scollocata da sempre, figlia di artista … capisco la tua amarezza … avevo un amico che possedeva una barchetta ( ora vive in venezuela, non ce la faceva astar qua) e so che si può possederla senza essere ricchi e so che la ricchezza più grande è la libertà, continua così!
    Sus

  33. Il mio sogno è quello di andare a vivere in camper. In verità il primo era quello di andare a vivere in barca… ma non potendo sottovalutare il mio mal di mare, ho cambiato casa mobile. Mobile davvero.
    Mi sono informata su siti in cui si parla di questo tipo di scelta e ho trovato commenti che stigmatizzavano chi aveva avuto il coraggio di farla.
    Ma perché? Perché ognuno, nel rispetto assoluto degli altri, non può fare quello che vuole senza doversi sentir criticare da chi NON ha il coraggio di uscire dalla propria pozzanghera di confort?
    Non ti conosco, sono qui per un post di un’amica e ho seguito il link: vai per la tua strada (o il tuo mare…) e infischiatene degli incatenati del pensiero e del coraggio.
    Ma chi sta meglio di te?

  34. Tutta invidia e impotenza, quella di chi per la propria inettitudine desidera quella altrui. Però non concentriamoci solo sulle poche critiche, mentre ci sono tanti elogi! Ottimismo!

  35. Ciao Simone,
    inutile dire che sono d’accordo con quello che scrivi, non ti seguirei altrimenti con affetto da ormai più di 2 anni.

    Qui in Germania, dove vivo, procede tutto bene. Mi riferisco alla mia vita e non alla situazione economica del paese che mi ospita, sono venuto qui, grazie al cielo, per vivere insieme alla mia ragazza e non per motivi di lavoro.

    Vivo ancora in città (a Köln) e per il momento non ho ancora il mio orto da coltivare (abbiamo seminato alcune piante sul terrazzo che nonostante il tempo tedesco ci stanno ripagando delle attenzioni che dedichiamo loro), ma stiamo lavorando al nostro progetto: aprire un caffè torteria nell’Eifel (una regione ad ovest di Köln).

    Forse abbiamo trovato la casa che fa per noi, sull’Ahrsteig (un percorso che segue il corso dell’Ahr, uno degli affluenti del Reno). La valle é molto bella, la casa la dobbiamo ancora visitare internamente, quasi 4.000 metri quadri di terreno dove oltra all’orto di sicuro posizioneremo le nostre api (abbiamo iniziato quest’anno con l’apicoltura. Non avendo un posto dove posizionare le nostre arnie abbiamo chiesto ad un contadino della zona se potevamo posizionarle sui suoi campi, inutile dire che é stato ben felice della nostra richiesta, chi non ha ancora perso il contatto con la natura sa qual é il valore delle api).

    Purtroppo mi toccherà lavorare ancora un paio d’anni (magari da remoto, lavoro nell’IT e proveró a chiedere di lavorare da casa magari 3 giorni a settimana), credo che occorrerà fare un po’ di ristrutturazioni e sarà pertanto aprire un piccolo credito. Finchè la nostra attività non sarà ben avviata credo che sia impensabile pagare la rata con i proventi del nostro caffè, anche perchè é una zona turistica si, ma dove il numero di turisti (per fortuna) é modesto.

    Non voglio cambiare lavoro ma stile di vita, non voglio più sostenere questo sistema dedicandogli giornalmente le mie energie migliori.

    Proprio ieri la mia ragazza ha rinunciato ad un avanzamento di carriera: le avevano proposto di guidare un team di persone (lei é architetto e si occupa di progettazione luci in supermercati e negozi) ma giustamente é arrivata alla conclusione che non ha senso farsi carico di un’ulteriore dose di stress (come se quello a cui siamo sottoposti non fosse già abbastanza) per contribuire tra l’altro a creare un mondo che non rispecchia il nostro sentire.

    Ma ti rendi conto dell’assurdità? Uno sogna una vita semplice, all’aria aperta, a contatto con persone di passaggio, parlare, incontri, scambi (si va bene, anche economici, e che male c’é?) e poi si trova a progettare l’illuminazione nei supermercati. Luoghi in cui sia la natura che il rapporto tra le persone viene negato?

    Siamo noi che teniamo in piedi questo gigante dai piedi di argilla. Per fortuna sempre più persone se ne stanno rendendo conto e si stanno facendo da parte.

    Occorre guardare in noi stessi, il problema non é il sistema, noi siamo il sistema.

    Un caro saluto e buon vento!

  36. Piccolo borghesi, autoritari frustrati. Anche io ne ho incontrati e ne incontro. Neanche io riesco a ignorarli quando mi fanno rabbia, devo rispondere. Ignoranti che si vantato della propria ignoranza, gente che sta seduta sul trespolo e giudica tutti tranne se stessi, gente senza midollo. Dopo essermi arrabbiato, ho imparato a fare una breve meditazione durante la quale visualizzo di prenderli, metterli in una scatoletta e buttarli nel cesso. Poi si va avanti.

  37. ok mi hai risposto, capisco il tuo punto di vista lo rispetto ma non lo condivido.
    Energia sprecata.
    Qui si sta parlando di cambiare gli uomini e non le cose o i sistemi, e tu me lo insegni per primo nessuno può cambiare un’altra persona che non vuole cambiare.
    Ci hanno provato uomini ben più solidi ed in gamba di noi nei millenni passati e l’umanità è così ridotta, non voglio nemmeno pensare di dovermici imbarcare io in questa impresa, se riesco a salvare me stesso ed a chi voglio bene sarà il massimo per me.

  38. Sonia, la tua domanda ha certamente senso… Perchè non “lasciare andare” e continuare il proprio cammino, ignorando il veleno demolitivo di chi fa e dice qualsiasi cosa pur di non assumersi la RESPONSABILITA’ della propria, di vita? Spesso triste e delegante. Ecco PERCHÈ: perchè chi ha scritto a Simone non è una persona, ma un MODO DI PENSARE. Quello ben descritto in questo post, quello che invece che cercare la crescita e l’evoluzione, guarda e tira verso il basso. È questa mentalità, che a volte non si può ignorare. Guardarla serve a rispondere a quella persona, a quella mentalità… per costruirne insieme una nuova. Il lamento, la diffidenza, la superficialità… sono tristemente contagiosi. Rendiamo virale la responsabilità del proprio cambiamento! Buona giornata! 🙂

  39. Bel post simone, ma inutile.
    Non so perchè lo scrivi, non penso che uno come te abbia bisogno di sfogarsi con qualcuno (chi poi, noi, i tuoi fantomatici followers? )o perchè tu senta il bisogno di difenderti da qualche critica visto che comunque la tua strada prosegue determinata e niente affatto scalfita da queste critiche inconsistenti, cmq non servirà sicuramente a loro che sono anime perse e che non puoi certo recuperare con un tuo rimbrotto.
    Forse la puoi ritenere chiusura mentale o anima poco aperta ma io ho imparato a sforzarmi di convincere soltanto quelli di cui giudico che ne valga la pena, degli altri se posso li evito, se non posso li ignoro o cerco di farlo.
    Anche a me capita di irritarmi e dovermi sfogare, ma prendo un amico ed uso lui come muro del pianto, non mi metterei mai su una pubblica piazza a discutere con un fancazzista perchè avrei perso in partenza e le battaglie perse non vale la pena di combatterle…perchè ce ne sono altre che possiamo vincere!

    • Stefano non mi sfogo affatto. Rappresento. testimonio. Contrasto. Mi oppongo. Se c’è una cosa che non voglio che accada è ritirarmi, lasciare libero il campo. Testimoniare è anche fare muro contro i pensieri che si hanno in spregio, che si ritengono il peggio. Io comunico, scrivo. E’ la mia vita. Su cose come queste poi è un piacere, perfino. che vengano a incrociare le lance, che cerchino argomenti. Alla fine dei loro giorni moriranno, come tutti, proprio mentre gli sto rispondendo ancora una volta, qui, altrove, dovunque… Io sono fatto così. Per me questa è politica. ciao!

  40. Sperando tu lo avverta come reale al mio abraccio a distanza. Ho condiviso il tuo sfogo su FB. Ho scritto il mio commento. Leggendo questo ho avuto un’occasione in più su FB per dire quello che penso. Mi spiace di toglierti l’illusione che hai coltivato: di vivere (o meglio forse preso, aver vissuto?) in un paese di uomini liberi che avevano solo bisogno di essere guidati. Siamo (sono, loro) un paese di quaqquaraqqua! Qui non ci sono ragazzi che denunciano la NSA ed Obama rischiando la vita, qui c’è schifo, puzza, null’altro. A presto in mezzo alla libertà.

  41. Ciao Simone,
    Tu sai, meglio di chiunque altro, che chi si espone é soggetto a critiche, siano esse positive o negative, all’invidia ed al giudizio della rete.
    Tu sai altrettanto bene che, come te, c’é parecchia gente che ha optato per una scelta di vita radicale, scegliendosi ognuno la propria via, ma restando nell’anonimato e, conseguentemente, sottraendosi a critiche, invidia e giudizi.
    Per finire, tu sai che, nel bene e nel male, l’importante é parlarne.

    Buon vento

    Franco

  42. ciao simone!
    ti seguo da un pò e amo tutto quello che fai… ma mi sorge una domanda dopo questo tuo post che ho letto xchè qualcuno che conosco l’ha pubblicato sulla mia pagina di fb.
    ma chetefrega??? xchè perdi tutto questo tempo con il risentimento verso chi ti non comunica approvazione? se tu ami e credi in quello che fai: fallo e basta… poi se gli altri riescono, capiranno, oppure vedranno il loro mondo dalla loro gabbia…

    • Perché scrivo e comunico Sonia, perché cultura è riferire il proprio pensiero, non tenerselo per sé. perché in questo Paese non si dicono un mucchio di cose che vanno dette. Perché libertà è esercizio libero della libera opinione. Perché non sopporto la falsa coscienza, la disonestà intellettuale. Perché bisogna reagire di fronte alle cose storte, altrimenti storte rimarranno per sempre. Perché stare dove sto io non è comodo, a volte, e le bordate che arrivano a volte ti fanno alzare il pugno. Perché non voglio che si creda che quel che viene detto aprendo la bocca e dandogli fiato è vero, perché vero non è. Perché se ti dicono “ladro” e tu non reagisci chi vede la scena può pensare che sia così. Perché perché perché…. Poi, detto tra noi, non perdo un grammo della mia serenità. La vis polemica che è insita nella comunicazione (quando è calda e sentita) non ha niente a che fare con la serenità d’animo. Io o dove sto, e ci sto in equilibrio. Proprio per questo posso permettermi di dire e reagire. ciao!

  43. Ciao Simone,
    è un po’ che non ci sentiamo, ma seguo dal web le vostre avventure per mare, spero che tutto vada bene e che questi sciocchi non riescano a scalfire il vostro stare bene, io penso che valga la pena ignorarli direttamente, proprio perché temo si alimentino di polemica e offese gratuite, non sono niente e non hanno una vita, per questo offendono la vita degli altri, per invidia.
    Ma non è di loro che mi interessa, ma che a bordo vada tutto bene, ovunque voi siate…
    Ciao!

  44. Il post che volevo leggere, e la foto che volevo vedere. Proprio questa foto , stupenda , ha scatenato l’invidia più squallida ….. Per fortuna non faccio parte di quella schiera, quando in fb hai messo questa foto con relativo commento ho immaginato che ci sarebbero stati tristi commenti negativi. Bella la parola “ossigenarsi”, la uso spesso dopo essere stata chiusa al lavoro mi dico sempre ” Ho bisogno di ossigenarmi” Buona giornata a tutti ….. per me lo sarà …. oggi vado al mare !!!!

  45. Simone, niente di più vero! ma se mi posso permettere un consiglio : non te la prendere. C’è anche tanta gente, ma in genere si sente meno che sa veramente apprezzare, andando al di là dei luoghi comuni e dell’invidia. Ovviamente non la trovi nella schiera dei Nerd su internet, hanno una vita.
    Ci sono molte persone che ti stimano e ti vogliono bene, continua a fare quello che stai facendo !!

    Alla prossima
    Ivan

  46. Ciao Simone,
    sottoscrivo in pieno il tuo scritto.

    Buona vita a te e continua così, per me tu sei un buon esempio

    Giuliana

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