Allora cosa?

Vathi, Itaca. All'alba

Vathi, Itaca (GR), 56° giorno a bordo

Sul blog impazzano provocazioni, nervosismi; dall’Italia arrivano rarefatte informazioni d’angoscia; il mondo prosegue imperterrito la sua rotta suicida… 

Rifletto, dal particolare al generale, su questa corta catena di pensieri mentre il sole sorge, alle 6,45, e io sorseggio un caffè al bar del porto. Mediterranea è lì, all’àncora nella baia, immobile. Io ho appena portato a terra R., simpatica e giovane ingegnere siciliana, con cui ci siamo punzecchiati ironicamente per giorni e che poco fa, sul tender, mi è parso fosse commossa. 

Che settimana questa… Quanta bella gente, quante chiacchiere sapide, quanta sintonia. Dovrei essere soddisfatto, felice di come ho fatto il mio lavoro a bordo, di quanto ho dato loro, e del grande ritorno umano, culturale, profondo e vero che ho avuto in cambio.
Allora, perché nel sole che nasce, metto in fila pezzi neri sulla folle scacchiera?

Non lo so. Ammetto che non so capire… Nel mondo ogni orrore prosegue: Brasile, Turchia, Siria, sfruttamento, distruzione delle risorse… l’odiosa tirannia del denaro e del potere. In India si temono oltre 1000 morti per i monsoni, sempre più distruttivi e deflagranti. In Italia si moltiplicano gli episodi di degrado, la politica è sempre meno efficace, Grillo duetta con D’Alema… 

E noi cosa facciamo? Come, oggi, adesso, possiamo virare di bordo? La mia via, valida per me, utile come testimonianza per molti, e cioè vivere con poco denaro, il meno possibile, guadagnare solo il necessario e solo in modi amati, sensati, abitare in luoghi diversi, muoversi diversamente, autoprodurre quel che si sa, essere in diversa relazione con gli altri, sfuggire all’angosciosa marcia funebre quotidiana del solo lavorare-produrre-distruggere… genera tanti consensi e tante perplessità. Tanto nervosismo, soprattutto, almeno così sembra. Perché?

Se questo non va, allora cosa? Come? Che fare concretamente? Ma intendo qui, adesso, subito, non tra cent’anni. Non tanto per dire. E non vale chiedere di ripetere la domanda solo per prendere tempo. Che cosa fare, se non questo (ma non a parole, non solo bites su video, sotto mentite spoglie, intendo invece apertamente, riferendo solo cose fatte realmente, probanti e utili a testimoniare)? Quali alternative ci sono al cambiamento rapido, il più radicale possibile (ognuno sa quanto e come per sé), della nostra vita? Come non tentare di renderla più armoniosa, più adatta al nostro metabolismo interiore, in modo che se il mondo deve impazzire almeno non saremo noi a favorirlo ulteriormente nel suicidio, che non siamo noi a dargli il contributo finale, e se deve cambiare che sia anche con la mia, nostra, singola testimonianza che lo fa. Che ce ne faremo di una pensione quando tutto sarà perduto, quando avremo sprecato il tempo buono, quello dell’azione vera? Come ci ringrazierà il pianeta, il Paese, per queste nostre titubanze, questo lassismo immarcescibile? Come faremo i conti con noi stessi?

Forse sono queste domande a turbarmi. Da qui, dalla baia di Vathi, nella luce che sale, sembra tutto più semplice. Tutto più possibile e vicino.

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52 pensieri su “Allora cosa?

  1. “il dipendente guadagna sempre uguale tutta la vita”
    Non mi risulta.
    Ci sono dipendenti che fanno carriera e il loro stipendio aumenta man mano che cambiano mansione o azienda.

    “oppure se l imprenditore fallisce cambia lavoro e torna a guadagnare come prima”

    Boh, mica e’ sempre cosi’ e mica lo e’ per tutti.
    Ma davvero hai queste convinzioni?

    “è un dato di fatto che l imprenditore sia uno e i dipendenti molti”
    Beh, se e’ un dato di fatto, mi piacerebbe sapere dove hai preso questo dato, perche’ a me non risulta che sia sempre cosi’.

    Ditta individuale ? Mai sentito parlarne ?

    Prima hai detto che avresti voluto vedermi senza lavoro, senza auto, e senza denaro dove arrivavo, come a dire che se non hai gia’ il lavoro, l’auto e i soldi non arrivi da nessuna parte.
    Ti ho detto dove sono arrivato e adesso dici che chi parte dalla merda è difficile che si ritrovi con il culo nel burro.
    Vabe’…

    Sulle mie ‘doti’ (chissa’ quali doti poi…) dici di non saperne nulla, ma sei certo che io ne abbia.
    Se non ne sai nulla mi chiedo come tu possa esserne certo.

    Insomma se ho capito bene, secondo te c’e’ sempre qualcosa che uno ha di partenza, altrimenti e’ spacciato nella sua vita.
    Non sono d’accordo.
    Io l’ho provato sulla mia pelle.
    Prima la pensavo come te e finche’ la pensavo cosi’ non ho combinato nulla.

    Quando mi sono guardato dentro mi sono accorto che ero proprio stufo che la mia vita andasse in quel modo.
    E’ stato allora che ho chiuso la bocca, ho aperto gli occhi e le orecchie e ho capito che potevo farcela con le mie forze.
    Sono riuscito a ottenere cio’ che volevo. Partendo senza soldi.
    E’ questo il pensiero marcio che molta gente ha nella testa, che ci ha portato in questa situazione di merda.
    Se siamo in crisi e’ colpa di questo pensiero, che ci fa credere che noi ‘non possiamo’, che per sperare in una vita migliore ci servirebbe qualcosa che non abbiamo e non avremo mai.

    E invece quel qualcosa ce l’abbiamo dentro dalla nascita.
    Si chiama intelligenza, ed e’ gratis.
    E coi tuoi discorsi gia’ fatti e finiti senza che ci sia un riscontro reale, togli alle persone la speranza di una vita migliore di quella che hanno.

    Ah, dimenticavo: io attualmente lavoro come dipendente a 1500 euro al mese.
    Sto pagando un mutuo di 600 euro al mese per una casa di 40 mq in cui vivo e non ho ancora fatto l’imprenditore.

    Mi sono messo in marcia da mesi per dare a mia moglie e mia figlia una vita spettacolare, una casa giusta per noi, un’istruzione di prim’ordine, abbondanza e prosperita’, perche’ e’ quello che si meritano.
    I soldi non saranno un problema.
    L’unico problema saro’ io nel momento in cui smettero’ di sognare e di realizzare una vita straordinaria.

    ciao !!

  2. be che c è di strano in quella frase? mica è una mia verità. è un dato di fatto che l imprenditore sia uno e i dipendenti molti. poi l imprenditore con doti spiccate diventa ricco e quello meno magari fallisce. il dipendente guadagna sempre uguale tutta la vita oppure se l imprenditore fallisce cambia lavoro e torna a guadagnare come prima (sempre che lo trovi). non mi pare difficile e non ho deciso io che fosse così sono spiccie nozioni di economia.

    sulle tue doti che vuoi che ne sappia ma certamente ne avrai avute se partendo da zero hai tutto ciò che volevi. non è così per tutti e difatti chi parte dalla merda è difficile che si ritrovi con il culo nel burro. è più probabile che si mantenga in una zona di sopravvivenza diciamo. nemmeno questa non è una mia verità ma una situazione realistica della società.

    sui 4mila è ancora più facile: se lì guadagno per venti anni metto da parte 300mila e posso perfino pensare di non preoccuparmi della pensione. se ne guadagno 1300 per venti anni metto da parte tanto per dire 30mila euro e non mi bastano nemmeno per comprarmi una casa senza mutuo.
    il che come già detto non vuol dire che non si possa essere comunque felici. per quanto mi riguarda con 4mila lo sarei molto di più ma va bene anche così

  3. Ciao a tutti,
    Scusa simone ma sono rimasto colpito (perché ti stimo) dalla frase:
    “Grillo duetta con D’Alema”. Io in grillo vedo qualcuno che fa ciò che gli piace, che ci tiene al prossimo e alla decrescita e non ha mai vissuto da parassita coi soldi pubblici.
    Tu come lo vedi?
    Grazie
    Ciao marco.

    • Non so dirti Marco. Sono un po’ lontano da tutto, 86 giorni a bordo di Mediterranea… Troppo impegnato a cambiare il mio mondo interiore, la mia vita, e con essa (per quel che mi e’ dato) il mondo… Di Grillo apprezzo e condivido il programma quasi integralmente (quasi) ma non condivido la rabbia (determinazione, focalizzazione, azione e rabbia sono cose diverse) e neppure l’idea della democrazia diretta (che gli italiani decidano direttamente sulle questioni del Paese mi fa terrore). Non so cosa stia facendo, cosa voglia fare. Certo il nostro mondo diventera’ migliore solo quando uno, cento, mille di noi saranno cambiati e diventati migliori. Dunque la vera azione politica non ha a che fare con elezioni, ma con quello che sta dentro ognuno di noi. La politica e’ come vivo io, come vivi tu…

  4. Le reazioni di rabbia e nervosismo nei confronti del tuo modo di vivere per me sono singolari, quasi surreali.

    Cari contestatori, io ho avuto l’opportunità di vedere personalmente come vive Simone: innanzitutto sappiate che è una persona normalissima, potrebbe essere il vostro insospettabile vicino di casa. Qualcuno dice che è un privilegiato perché è capace e sa fare molte cose, che però ha imparato con fatica ed impegno così come io ho imparato a ballare o l’inglese: cose che possono fare in teoria tutti. Simone non è un super uomo!

    In 10 giorni l’ho visto vivere con niente, contento, a volte anche felice.
    Osservandolo ti rendi conto con chiarezza che i bisogni materiali di un uomo sono davvero pochi. Simone vive molto di emozioni e relazioni. Molto di quello che usa o consuma in mano a lui rimane solamente uno strumento invece che un fine.

    Chi lo contesta solitamente usa le stesse giustificazioni che ho trovato io con me stesso, quando ho deciso di non restare altri 4 giorni con lui in barca (erano tutti impegni prorogabili, naturalmente!). Scuse che quella sera stessa, a 100km di distanza, ho spazzato via con un vaffa urlato al vento con tutto il cuore, e sono tornato sui miei passi. Ed in fondo, non è morto nessuno per questa mia decisione.

  5. “avrai avuto delle doti che altri non hanno.”

    Per esempio ? Quali doti secondo te ?

    **************

    “diffido da due categorie di persone: quelli che generalizzano e quelli che hanno così tante verità tra le mani.”

    Eccone una :

    per mille operai dipendenti c è un solo imprenditore che rischia. di diventare ricco o fallire.

  6. x Ratzinger:

    Io ti ho spiegato il mio pensiero.
    Non e’ la verita’, e’ la mia esperienza.

    Visto che per te e’ difficile parlare di come si sta al mondo, parliamo di cio’ che hai affermato.
    Spiegami come sei giunto a questo pensiero :

    “nessuno propone alternative perché non ce ne sono. a meno che non si sia lavorato per venti anni a 4-5 mila al mese.”

    Vorrei capire la tua teoria dei 4mila al mese necessari.

  7. buon per te che ti sei fatto da zero.
    avrai avuto delle doti che altri non hanno.
    per mille operai dipendenti c è un solo imprenditore che rischia. di diventare ricco o fallire.
    il denaro è uno strumento? ma va?
    rispetto il tuo pensiero ma diffido da due categorie di persone: quelli che generalizzano e quelli che hanno così tante verità tra le mani.
    poi se mi vieni ad insegnare su come si sta al mondo diventa difficile parlarne.

  8. x Ratzinger

    “vorrei vederti a partire da zero no casa no lavoro no auto zero euro quanto riesci ad accedere a ciò che ti piace.”
    Vorresti vedermi ?
    Vieni a trovarmi.

    E’ esattamente la situazione da cui sono partito quando avevo 21 anni.
    Non avevo un lavoro, non avevo neanche un euro, non avevo l’auto.
    Ho avuto esattamente quello che mi piaceva in proporzione allo sforzo e alle energie profuse.
    Lavorando giorno dopo giorno, ora dopo ora, ho fatto un po’ di soldi, guadagno 20.000 euro all’anno, mi sono comprato la macchina che mi piaceva, la casa, ho girato il mondo, mi sono sposato e da poco e’ nata mia figlia.
    Spesso mi sono divertito perche’ ero impegnato a fare cio’ che mi piaceva.
    15 anni per fare tutto questo.
    Ora di anni ne ho 36.

    Come e’ stato possibile ? Ho fatto delle scelte.

    Se ritieni che io la faccia semplice, mi viene da chiederti: cosa c’e’ di difficile ?
    Parliamone.
    Come ti ho gia’ scritto, ti posso dimostrare quando vuoi che E’ SEMPLICE.
    Semplice nel senso che non occorre ne’ essere miliardari ne’ essere superuomini per realizzare cio’ che si vuole.
    Ho due gambe e due braccia come gli altri, sono un essere umano.
    Se ‘semplice’ vuol dire non avere problemi, beh, sei capitato nel pianeta sbagliato.
    In questo mondo, devi aspettarti problemi, un mucchio di problemi ogni giorno.
    Se vuoi vivere sereno, e’ bene che impari a risolverli. Non c’e’ altro.
    Ho addirittura aperto un blog su questo tema.

    E’ interessante il tuo discorso sulla necessita’ di avere danaro per iniziare a fare qualcosa.
    Io penso che sia la scusa piu’ utilizzata da chi si lamenta che le cose non vanno come vorrebbe.
    Ma il tempo passa e dopo un po’ queste persone (completamente immobili e prive di azione) iniziano a disprezzare i soldi e attribuirgli una connotazione negativa, quando invece i soldi sono solo uno strumento.
    Le persone danno un attributo negativo e non vogliono vedere le possibilita’.
    E il denaro da’ tante possibilita’ se usato bene. Sta a noi saperlo usare bene.
    E il denaro, se lo usi bene ti rende la vita piu’ semplice.
    E’ inutile chiudere gli occhi di fronte a questo.
    Snobbare i soldi e affermare che sono lo sterco del diavolo e’ la grande ipocrisia di questo secolo.
    E’ l’uomo che ne fa uno uso sbagliato.
    Se hai paura che da ricco diventi una persona di merda, ti posso dire che se sei una persona di merda lo sei sia da povero che da ricco.

    Ma prima prova a diventare ricco, se ci riesci.

    I soldi servono eccome se servono.

    E’ vero che i soldi aiutano, ma cosa fa davvero la differenza nella vita?
    Usare la testa per fare i soldi o aspettare di avere i soldi?

  9. @luca
    infatti, alternative a cosa? non ho parlato io di dare alternative. però vorrei vederti a partire da zero no casa no lavoro no auto zero euro quanto riesci ad accedere a ciò che ti piace. il tuo discorso sul mi piace fare è giusto e difatti di vittime che si lamentano è pieno però la fai un po semplice: a me piacciono molte cose ma anche poco tutte hanno un costo
    @marcosimeoni
    si, in linea di massima mi pare che giri tutto attorno ai soldi. tuttavia averne non necessariamente rende felici. visto però che l averne facilita di molto l esistenza direi che partendo assieme nella ricerca della felicità, il ricco è decisamente avvantaggiato sul povero.
    il tuo discorso sull essere onesto capace etc invece non l ho proprio capito.

  10. “Prima di dire cosa non ci piace, dovremmo dire cosa ci piace.”

    ecco una risposta ai piagnistei…

    e se nella vita invece di farvi vivere, avete almeno un po’ vissuto, allora le cose che amate non saranno proprio distanti e quindi non c’è bisogno di smontare tutto ciò che si è costruito per godersele. A meno che per tutta la vita avete solo raccolto porcherie e non avete costruito nulla in voi stessi, ma veramente così male sono messi?

    A me sembra un alibi questo lamento…Un alibi per non far nulla che tanto è tutto troppo difficile e costoso:

    “Io, e come me tanti altri credo, sono troppo debole per affrontare tutto ciò. E’ semplicemente troppo, troppo grande, il Male di cui l’uomo è capace ogni nuovo giorno.”

    Un po’ di propositività? Basta guardarsi un po’ dentro e non serve la ruspa o il gesto teatrale…!!!

    • tanto per andare un po’ sul concreto ho pubblicato questo, oggi, su facebook.

      ———————————

      Mio nipote sta facendo gli esami di maturità. Qui a bordo c’è un ragazzo di 15 anni che pensa al suo futuro. Forse riflettere su qualcosa può aiutarli a capire che cosa fare domani, o che studi scegliere a settembre prossimo, o come impostare la loro vita senza, un domani, trovarsi a Nord mentre aveva senso per loro dirigersi a Sud. Cosa che aiuterebbe molto anche noi ad avere dei giovani che crescono senza troppi “fuori rotta”.

      Per questo ho messo insieme un piccolo questionario. Niente di scientifico, a cui non c’è alcuna risposta giusta o sbagliata da dare. Solo cose su cui riflettere. Ragionando sulle risposte sono abbastanza sicuro che un identikit di quel che si vuole fare, su che tipo di persona si è, verrà fuori. Utile per farsi un’idea e far sorgere domande adeguate. Servono buone domande per produrre buone risposte. Buon futuro a tutti.

      Questionario

      Le tre volte che sei stato più felice, dov’eri? E cosa facevi?

      Le tre volte che sei stato più infelice? Dov’eri e cosa facevi?

      Prendi la tua pagina facebook e studia le ultime 50 cose che hai postato. Sono pensieri tuoi? Oppure sono di altri? Riguardano il pianeta, la vita, l’amore, oppure cos’altro?

      Gli ultimi cinque libri che hai letto e che ti sono piaciuti erano romanzi o saggi? E su che argomento?

      Ti piace stare da solo?

      Ti piace di più lavorare da solo o con gli altri?

      Ti piace lavorare fisicamente, con mani, braccia, gambe, oppure fare cose con la testa, le dita, gli occhi?

      Ti piace cercare la soluzione a un problema? Oppure preferisci quando uno arriva e ti dice, “guarda, si fa così” togliendoti la responsabilità di quel che accadrà?

      Preferisci stare sei ore al computer (a giocare, a studiare, sui social network etc…) oppure stare una giornata intera a giocare a pallone, o a fare qualunque altra cosa all’aperto?

      Preferisci la città, piena di locali, luoghi di ritrovo, casa tua etc, o stare fuori città, all’aperto, nella natura?

      Ti piace quando un risultato torna esattamente? Quando un problema matematico riesce sei contento?

      Ti piacciono le domande a cui non c’è risposta, ma che prevedono tante possibili risposte, individuali, soggettive, discutibili? E ti piace parlarne con gente che la pensa diversamente, che ha altre ipotesi su quelle domande?

      Ti piace quando una cosa funziona anche se l’hai fatta tu come sai, un po’ così, e dunque anche se non è proprio perfetta?

      Ti piace fare cose artigianali: cucinare, costruire, faticare fisicamente ma realizzare qualcosa di concreto, che puoi toccare? Oppure preferisci fare qualche cosa di più intellettuale, che puoi mandare via email a qualcuno, stando seduto al computer o studiando o correggendo, leggendo…?

      Ti piacerebbe far parte di un’organizzazione che tutti conoscono? Oppure ti piacerebbe fare una cosa che quando ti chiedono cos’è la devi spiegare?

      Sei legato al posto dove sei nato? Vorresti vivere in quel posto, dove sei cresciuto, oppure altrove?

      Vuoi guadagnare tanti soldi? Pensi che ti servano tanti soldi per vivere? Oppure no? Quanti soldi pensi che servano per vivere?

      Preferisci fare qualche cosa che continua ad essere sempre quello che è, e che dunque una volta imparato resta uguale, devi solo applicare?

      Vorresti fare qualcosa che cambia continuamente, che ti costringe sempre a imparare daccapo?

      Quando vai dove sei già stato sei felice? Oppure ti viene voglia di andare nel posto “un po’ più in là”, che non conosci?

      Il cambiamento di scuola, di casa, di luoghi delle vacanze, di abitudini, in passato, ti ha messo a disagio?

      Se potessi lavorare su un’isola da solo pensi che staresti bene o staresti male?

      Se fai qualcosa diverso dagli altri ti senti a disagio o ti senti originale e orgoglioso?

      Cosa faresti se sul lavoro qualcuno ti dicesse di fare qualcosa che tu non vuoi fare, che non consideri giusto? E se rifiutandoti perdessi soldi e posto di lavoro?

      Pensi di voler mettere su famiglia, di avere figli?

      Lo stato del pianeta, dell’ambiente, ti interessa, ti preoccupa, oppure non ti importa? Ci pensi mai?

      Ti interessa tenerti aggiornato sull’economia? Segui le notizie economiche? Se la borsa sale o scende e i giornali lo riferiscono ti interessa?

  11. x Ratzinger
    “nessuno propone alternative perché non ce ne sono. a meno che non si sia lavorato per venti anni a 4-5 mila al mese.”

    Balle, sono tutte balle.
    Te lo posso dimostrare quando vuoi.

    Le alternative ci sono, eccome se ci sono.

    Ma poi, alternative…a cosa ?
    A una vita che non ci piace ?
    Prima di dire cosa non ci piace, dovremmo dire cosa ci piace.
    A quel punto le alternative spuntano come funghi.

    Alternative alla crisi ?
    La crisi e’ semplicemente una serie di problemi che non riusciamo a risolvere da troppo tempo.
    E questi problemi non li risolveremo finche’ continueremo a pensare sempre nello stesso modo e ad applicare lo stesso schema che li ha generati.

    Se continuando a usare il piccone per scavare ci siamo scavati la fossa, come possiamo uscirne continuando a usare il piccone?
    O lo usiamo in maniera diversa oppure abbandoniamo il piccone e usiamo un altro strumento.

  12. Stavo leggendo alcuni articoli sui NEET, i ragazzi che non studiano né lavorano, in Italia abbiamo la percentuale più alta di Europa, sono quasi 2 milioni. Io credo che questa modalità sia una protesta silenziosa verso il sistema, sono ragazzi che lo rifiutano in toto. Non gli interessa entrare nell’ingranaggio e se si unissero insieme per dare voce a questa protesta, farebbero massa critica. Faccio queste riflessioni perché anch’io sono tentata da diventare un NEET. Lasciare il mio lavoro per non fare nulla, almeno per un po’. Per fare RESET. Non credo più in nulla, in nessun lavoro e non mi ritrovo nei valori di questa comunità (Italia). Mi sento un’aliena e non voglio più partecipare. Io capisco chi non cerca lavoro, perché farsi sfruttare? Perché diventare dei frustrati a pochi euro al mese? Meglio abbandonare la nave, e secondo me i NEET hanno fatto questo.

  13. Che sia chiaro: non mi sono rassegnata a questo tipo di vita. Ho ancora ben chiaro, sempre più chiaro, il mio obiettivo.
    Solo che sono consapevole che in questo momento non ci sono le condizioni per farlo.
    Una casa, per resistere al tempo, deve avere fondamenta solide. A me, oggi, queste mancano e questo l’ho capito proprio sulla base della mia precedente esperienza.
    E’ un periodo di formazione, quello che sto vivendo ora: esploro le mie possibilità; getto i semi per un futuro raccolto; accantono le risorse.
    Ho già dei punti ben fissi:
    a) niente lavori al nero nella mia decrescita: tutte le attività destinate al mio sostentamento dovranno essere regolari;
    b) niente debiti finanziari (per comprare casa o avviare un’attività): fare un prestito vuol dire rendersi schiavi, essere obbligati a lavorare di più per coprire il debito. Voglio dover contare solo sulle mie forze e sulle mie possibilità

    Anche i viaggi più lunghi cominciano un passo per volta 🙂
    Buona vita

  14. Siamo disperati Simone, siamo disperati. A volte, nella routine quotidiana, senti un senso di soffocamento, di glaciale impotenza, di fronte alla quantità di cose che non vanno bene attorno. Oggi siamo molto piú informati di un tempo, e, anche per questo, siamo molto piú coscienti della quantità di cose che non funzionano, e della loro portata. Io, e come me tanti altri credo, sono troppo debole per affrontare tutto ciò. E’ semplicemente troppo, troppo grande, il Male di cui l’uomo è capace ogni nuovo giorno.

  15. @Rita “..un lavoro deve divertire e non opprimere, deve essere un modo per esprimere la propria creatività e non per eseguire passivamente, deve occupare proficuamente la giornata di ciascuno ma non invaderla, deve essere fonte di guadagno senza che il guadagno diventi l’unico interesse preponderante, deve consentire il mantenimento della propria famiglia senza sostituirsi ad essa…”

    bella sintesi di come si può intendere l’alternativa..

  16. Allora cosa? A mio avviso non esiste una sola via un unico metodo. Anche io ho letto i libri e seguo da molto il blog e condivido molto di questa filosofia di vita. Ad esempio sono andata via da una grande città venti anni fa per comperare una bella casa a due passi dal mare in un centro più piccolo con un grande risparmio sul costo. Non sono attratta da ristoranti vestiti costosi o gioelli e l’unica cosa su cui investo i miei guadagni sono viaggi cultura e sopratutto la crescita dei miei figli. La diffenza e’ che amando il mio lavoro ed essendo fortemente legata alla azienda in cui lavoro sono convinta che il cambiamento si possa raggiungere anche dall’interno di un ufficio. Come? Ci sono molti modi, molti aspetti molti dettagli che possono contribuire a far capire a tutti che un lavoro deve divertire e non opprimere, deve essere un modo per esprimere la propria creatività e non per eseguire passivamente, deve occupare proficuamente la giornata di ciascuno ma non invaderla, deve essere fonte di guadagno senza che il guadagno diventi l’unico interesse preponderante, deve consentire il mantenimento della propria famiglia senza sostituirsi ad essa. Ci sono piccole e grandi conquiste che piano piano sto portando avanti con molti altri colleghi e che mi stanno dando conferma che il cambiamento si può portare avanti anche in un ambito lavorativo. D’altra parte e’ pensabile un mondo in cui nessuno più lavori in un industria o i una società di servizi o in attività commerciali??? Non credo. Ogni lavoro può essere svolto in modo piacevole e soddisfacente dipende da come e’ organizzato e strutturato ed in questo ognuno di noi se puo, dovrebbe portare avanti le proprie proposte e il proprio punto di vista. Per concludere rispetto le scelte di tutti e penso che ognuno abbia una propria strada da percorrere pur avendo la medesima meta. Ecco come!

  17. @dona dice “riesco a godermi le giornate anche e nonostante l’impegno lavorativo”

    ecco quì sta una bella inversione di modo di pensare se non lo si è fatto ancora (e se si fa un lavoro davvero ripugnante), ritrovare gli spazi, abbassare le spese inutili, non sprecare, coltivare solo le relazioni sociali sane, girare in bici e usare l’auto il minimo, e fare solo ciò che ci fa Bene, curare il gusto del bello, apprezzare le piccole cose e curare se stessi, le proprie passioni e i propri amori. Per far questo non bisogna stravolgere nulla ma iniziare a mettere a fuoco la propria vita e le cose che ci fanno stare bene.

  18. Dando per scontato che – in teoria – il downshifting (o decrescita o cambiamento) è uno stato d’animo permanente, qualcosa che accade dentro molto prima di diventare tangibile anche all’esterno, una presa di coscienza individuale, il “problema” pratico si presenta quando ci si deve inventare qualcosa per riuscire a coprire le spese (benché minime) della vita di ogni giorno.
    Per esperienza so che si può vivere con 600 euro al mese, incluso l’affitto di casa che è metà di quella cifra. Se si ha la casa di proprietà risparmia anche quella quota e il budget migliora.
    Però, per quanto pochi, quella cifra serve tutti i mesi (puntuale come lo squillo del campanello all’arrivo del padrone di casa 😉 ) e qui è cascato il mio asino.
    A parte questo lavoro d’ufficio, tutto ciò che so fare non produce reddito.
    Perciò guardo il bicchiere pieno in ogni caso, perché riesco a godermi le giornate anche e nonostante l’impegno lavorativo. Perché ho deciso di considerarlo un’opportunità di crescita e, almeno in quanto a “contatti con il genere umano”, è una bella lezione di vita, spesso sgradevole ma serve anche quella.
    Alle persone che, come me, non riescono a trovare la via alternativa al proprio lavoro, che non hanno o non sanno di avere talenti redditizi, che – al momento – non possono mantenersi con il proprio sogno, dico solo di non demordere, di approfittare di questo momento intermedio per studiare sé stessi e le proprie capacità.
    Trasformare le difficoltà in opportunità.
    Buona vita a tutti

  19. @ratzinger:
    Provo a riassumere il tuo percorso di consapevolezza per semplificare la mia comprensione.
    Una persona domanda se stessa:

    Sei felice?
    Si, allora rimani a fare quello che fai
    No, allora devi cambiare!
    Vuoi cambiare?
    Si
    Puoi cambiare?
    Si, perchè ho il denaro per farlo
    No, perchè non ho il denaro per farlo.

    Quindi? Per passare da infelici a felici serve solo il denaro? Non ci sono alternative.Giusto?
    Per avere il denaro (non per sopravvivere ma per cambiare), nel nostro sistema, o sei ricco o sei disonesto o sei uno capace.

    Quindi se non hai i soldi o sei povero, o onesto, o incapace.
    Se non sei i primi due sei costretto ad essere una persona capace.
    Capace di?

    Ratzinger, mi interessa molto.
    Ciao

  20. nessuno propone alternative perché non ce ne sono. a meno che non si sia lavorato per venti anni a 4-5 mila al mese. in quel caso, ed è il caso di un mio caro amico, dovresti aver racimolato un discreto gruzzolo, puoi levarti dalla sedia girevole salutare gli odiati colleghi e ritirarti nella casa di sasso (…). a dire il vero il mio amico ha chiesto il part time tanto per pararsi il culo e vedere che succedeva ed infatti gli hanno immediatamente tolto l indennità di posizione. risultato: da 4200 (scandalosi certi stipendi da manager pubblici) a 1190. con i quali vive benissimo e felice (attinge spesso al gruzzolo per nido+materna dei figli). non è per far polemica ma credo che in adesso basta si facciaio un calcolo di budget ipotetico di spese annuali a cui ovviamente rinunciare in caso di cambio rotta: ecco, non so quale sia il costo della vita a milano ma direi che con quei soldi potrei campare dieci anni non uno.

  21. Massimiliano, complimenti! Mi ha colpito l’estensione del tuo terreno, 3 ettari sono tanti per 2 persone, cosa ci farete e come li lavorerete? E’ una curiosità, sto iniziando ad approcciare la questione, spero di non essere indiscreto.

  22. Va bene. vedo che a criticare chi fa siamo in tanti, a proporre alternative parecchi di meno… Non è semplice trovare vie. Vorrei che anche quando si parla di me e delle mie scelte fossimo sempre tutti consapevoli di quanto è dura. un caro saluto a tutti.

  23. @Massimiliano
    Mi hai emozionata. Sarà che da pochi anni vivo in campagna nella mia casa in sasso e capisco bene il valore delle tue parole.
    In bocca al lupo Massimiliano a te e alla tua compagna … e soprattutto buona vita, buoni inverni, buone estati, goditela di brutto!

  24. Ciao Simone,
    spero di non essere inopportuno ma ho bisogno di dirlo a te, soprattutto a te. Mi trovo al lavoro e sono commosso dalla notizia che ho appena ricevuto. Devo contenermi e nascondermi dietro il pc per non dare nell’occhio.
    Dopo mesi di attesa e almeno tre anni di “cambio di rotta”, solo oggi io e la mia compagna abbiamo la certezza di poter dare inizio alla nostra vita nuova: a partire da agosto ci trasferiremo in una piccola casa in sasso che ci aspetta tra le colline marchigiane, lontano dagli abituali punti di riferimento di una vita intera.
    Oggi so che mi licenzierò entro un mese! Oggi so che ricominceremo con uno stipendio (da statale) in due, con tre ettari di terra, un orto da inventare, legna da ardere, alberi da potare, fatiche sconosciute, strada da fare, vento che saprà di vento. In questo momento sento la solida pienezza della vita, sento la responsabilità di avere il coraggio di provarci, sento la forza delle idee che ci fanno cambiare percorso e la paura dell’isolamento, la paura di non farcela.

    Oggi mi sento più vicino a me stesso.

    Un saluto affettuoso e magari un arrivederci per quando tornerai sulla terra.

    Massi

    • Caro Massimiliano, sono davvero felice anche io per te. spero che tutto sia anche solo in minima parte come lo immagini, perché sarebbe già tantissimo. buon splendido e largo vento per le vostre vele aperte. ciao!

  25. Allora? Cosa? i tanti e aspri critici che propongono di alternativo? non vedo molti sistemi alternativi. nessuno di chi critica me ha un modello diverso, parallelo? che si fa? si resta così?

  26. @roberto quello che dici è corretto per il mio modo di pensare ma attenzione a prendere spunti e idee da chi propone slogan non partendo da lavori di fabbrica e alienanti, non avendo legami familiari, e considerando l’intero sistema come un danno da subire mentre Tutti siamo connessi in qualche maniera al sistema (asili, scuole, ospedali, strade, mezzi di comunicazione) per cui sputarci sopra mi sembra ipocrisia. Che poi chi svolge un lavoro alienante e non gratificante ha il dovere morale di tendere a fare qualcosa di più consono alla propria indole è una aspirazione sana, ma senza eccedere in voli pindarici che di pindarico hanno solo la confezione.

  27. Ratzinger la tua analisi è chiarissima e rispettabile anche perché è ciò che pensa probabilmente la maggior parte della gente. Il punto ê che molti altri arrivano a conclusioni diverse pensando di dover passare la propria esistenza 8/9 ore al giorno in un lavoro di mera sopravvivenza il tutto fino a 70 anni. Io sono tra questi ultimi ( e non perché posso vivere di rendita!) infatti ho sempre cercato strade diverse perché secondo me il bello della vita è godersi il “viaggio” non arrivare a tutti i costi alla meta finale, certo meglio avere un’ esistenza lunga e intensa ma se altrimenti breve e ricca di fermento piuttosto che arrivare centenario e annoiato da un percorso scialbo. Ma come detto rispetto per ogni strada seguita, certo non è facile l’alternativa e il ” viaggio” per viottoli alternativi può farti perdere nella macchia ma anche ….farti trovare luoghi impensati. Fuor di metafora altre vite più gratificanti possibili.
    Ps io frequento questo blog proprio perché sono alla ricerca di possibili” altre vite” e mi interessa prendere spunti da chi la pensa in questo modo e sta cercando queste alternative. Non capisco sinceramente, nel senso che ignoro il perché, chi viene qui pur disapprovando certe scelte o un certo modo di pensare ed ha gia scelto. È sensato e doveroso rispettare i limiti di velocità ma non ha molto senso andare su un blog di appassionati di auto da corsa per ricordare che la velocità è pericolosa…….

  28. Ratzinger io penso che tenere i piedi ben saldi per terra sia invece fare il passo ulteriore di accorgersi che il sistema ci abbia danneggiato e ci danneggerà ancora e che quindi vale la pena tirare fuori il coraggio di sganciarsene, liberandosi interiormente prima di tutto da tutti i vincoli con esso.
    Come vedi, abbiamo due diverse reazioni di fronte alla medesima situazione.

  29. non v è dubbio che il sistema produci consuma crepa ha in se caratteristiche magiche per qualcuno e folli per altri. ma tant è. ci siamo dentro e non c è pollaio ne dante che tenga. se affonda la barca affondiamo tutti e non sarà un orto a darci il sostegno per i nostri figli. se stiamo a galla invece ci salveremo e potremo continuare a sputare nel piatto del nostro orrendo lavoro. il semplice fatto che giornalmente c è gente che mi invidia perchè ho un posto da 1300 euro mi tiene ben saldo con i piedi per terra. sto bene attento a lamentarmi come avrei fatto dieci anni fa. ognuno con i propri capelli fa ciò che crede ma per carità non perdete il contatto con una realtà che mette il lavoro in cima alle priorità

  30. …… difficile…………….”l’odiosa tirannia del denaro e del potere”…….”l’angosciosa marcia funebre quotidiana.. lavorare-produrre-distruggere”…., secondo me,… genera consensi perchè talvolta le abitudini, anche se ripetitive, danno un’apparente sicurezza. E perplessità e nervosismo perchè si avverte di essere forse in un ingranaggio spietato che alla lunga distrugge chi c’è dentro.
    Che fare?
    Una sconfinata pacifica rivoluzione globale.
    Ma, purtroppo, credo che essere umani che amano solo il potere e il denaro ci saranno ancora per un po’. Sarà in certi Dna di riproduzione.
    Se tutti pensassimo che le persone valgono per ciò che sono e non per ciò che hanno….. forse ce la si può fare.
    Non so se riesco a migliorare il mondo, per adesso sono un po’ egoista, penso solo a me, come Penelope sto tessendo la mia tela, con fatica, ma non la disfo e non smetto di tèssere.
    Ciao!

  31. Orsa, seguo questo blog da tanti anni. Ho sempre visto che chi voleva essere messo in contatto con altri chiedeva a Simone di comunicare in privato le email.

    Tu che fai tanto la purista e dai lezioni su chi è o non è qualcosa, come vedi, è una questione di stile apparire qualcos’altro.

    Comunque. Io mi fermo qui. Le polemiche le lascio volentieri a chi ha tempo da buttare.

  32. Da queste parti non si va spesso al bar, il caffè ce lo facciamo in casa, risparmiare su tutto è l’imperativo, quindi accendo il gas e bevo anch’io un buon caffè, ringraziando per lo splendido post.

  33. Genera tanti nervosismi… Sì, perché questa è una strada difficile e lunga che piace solo a quelli che se la sono cercata, Simone. Te la devi cercare, volere, magari capitarci per caso ma prima deve succedere questo, prima ci dev’essere qualcosa dentro di te che ti cambia profondamente e così tanto che tutto quello che vedi fuori ti sembra nuovo.

    O forse sei tu nuovo che lo guardi con occhi diversi. Ma senza quello spunto o quell’inciampo di consapevolezza interiore (e del tutto soggettiva e personale) è difficile che si possa capire o andare al di là dei ragionamenti sui soldi (che pure sono interessantissimi, certo, o sulla barca o sulle solite cose, che sono solo dettagli. Dettagli.)

    Il nervosismo e la polemica nascono sulle superfici. Mentre invece qui si parla di un sistema nuovo che ciascuno di noi qui sta costruendo. Io ci credo tantissimo. Nell’esperienza, nell’evoluzione, nell’educazione. Ci credo profondamente e capisco di cosa si parla. Ma bisogna essere su quella strada. Sono convinta anche di questo e non c’è nessuno che possa portartici se prima non ti ci sei messo da solo per consapevolezza, caso, fortuna o necessità.

    Quello che viene dopo sono incontri. Incontri in cui scambiare molto, discutere su modi e prospettive differenti, ricchissimi e inutili senza essere preparati ad ascoltare, accettare, confrontare.

    Che cosa si può fare adesso? Chi è il vero downshifter? cosa significa esattamente cambiare vita?
    Si può fare oggi tantissimo a patto che invece di metterci sulla strada degli altri ed adeguarla a noi (non può funzionare, è deludente, frustrante, inutile) ce ne troviamo una nostra e la percorriamo. Una volta trovata tutto diventa più facile.

    Dovremmo essere tutti insieme. Contenti di esserci trovati. Nelle nostre differenze su cui ci confrontiamo sempre. Ci sono tante cose molto simili invece.

    E siamo tanti, sempre di più. Cambiando noi cambia anche ciò che è intorno. E’ consolante… quando invece fuori ho ogni giorno la sensazione di essere un’aliena.

    Un abbraccio a tutti

  34. Ciao Simone, che bella questa foto … sai che ti seguo sempre … al punto che a volte quando vedo o sento cose … mi chiedo cosa ne penseresti tu.
    Ebbene … volevo chiederti se ti va di rispondere ovviamente cosa ne pensi di STAMINA e del Prof. Vannoni.

    Credo di aver iniziato a mettere in pratica la mia “decrescita felice” … stamattina ho pulito il pollaio armata di gomma, rastrello e spirito di sacrificio, ho schizzato via tutte quelle cacche benedette che serviranno al mio orto e ai miei alberi da frutto … e presa da non so quale raptus sono salita in casa ho preso le forbici e mi sono tagliata via 20 cm di capelli … ho cercato di scalarli un po’, sperando di farli anche simmetrici … beh … ottimo risultato … e soprattutto come penseresti tu … 40 euro (o forse più) risparmiati! Tra una “donna con lo smalto” disposta a stare in mezzo alla mer** tutta mattina e a rinunciare a 20 cm dei suoi capelli in modo così selvaggio.

    Ciao Simo!

  35. Certo che a leggere tutti questi pensieri monocorde viene un pò di noia! Tutti così monotematici, nessun contributo divergente! Tuti d’accordo! Mi avevano insegnato che si evolve per differenze.
    Che peccato avere perso per via gli stimoli che movimentavano un pò il viaggio!
    buon sabato

    • Paola non si deve avere paura di essere in sintonia. Anche questo condizionamento va tolto di mezzo. Essere in sintonia non vuol dire non ragionare. Così come essere contro non è evolversi per definizione. Vedo tanti spunti, nella sintonia, e tanta roba inutile nel dissenso. Così come cose utili nel dissenso e inutilità nell’accordo. Non ragioniamo per stereotipi. almeno qui. ciao.

  36. Ciao Simone e complimenti per la foto, mi fa venire voglia di mollare tutto istantaneamente. :))
    Ti stai godendo l’estate, i suoi odori e i suoi ritmi sonnolenti ma densi di vita, mentre io sono in ufficio con l’aria condizionata, in una palazzina anni ’70 vetro, cemento ed acciaio a soffrire un po’ più del solito proprio perchè da qui non si può vivere la stagione più vitale dell’anno. E tutto questo mi pesa, tantissimo.
    In pausa pranzo riflettevo sul fatto che, in “Adesso basta” e, credo, in “Avanti tutta”, non hai nascosto il fatto che credevi nel tuo lavoro. Oltre ad avere obiettivi ben precisi (diventare dirigente entro i 30 anni ad esempio), ciò che traspare è una sincera convinzione in quello che facevi. Credevi nell’azienda e nella sua “missione”, come si dice in gergo. Questo per me era dovuto a due fattori: le tue qualità interiori ma anche un ambiente a cui, forse, aveva ancora senso credere. Non perchè, magari, fosse sano (non penso sia mai stato completamente sano) ma perchè lo era comunque molto più di oggi.
    Insomma, era fatto di persone migliori, non era così degradato, c’era anche sincera adesione e quando le persone credono in quello che fanno (o almeno buona parte di loro), esce il meglio.
    In poche parole, dev’essere stato bello averci creduto, almeno per qualche anno.
    E, specularmente, dev’essere stata dura assorbire la delusione successiva, la fase di disillusione condita da molte altre considerazioni “filosofiche”.
    Per me non è stato così. Ho 33 anni e quando ho iniziato a lavorare già non credevo a questo mondo. Ci tengo a precisare che sono una persona che crede sempre a quello che fa, piuttosto non faccio. Meglio l’ozio che il lavoro inutile. Mi piace adoperarmi nel mio impiego ma già entro i 30 anni avevo consapevolezza di essere allergico alle gerarchie; alle regole imposte dall’alto, alle sviolinate; al dover rispettare una persona per il ruolo che ricopre e non perchè quel rispetto se lo sia guadagnato. Sperimentando sul campo ho potuto osservare quanto la mentalità delle persone si impregni di quel modo di pensare aziendale che ingabbia menti e relazioni, slanci, reazioni, per il bene dell’azienda (puah).
    Insomma, rifletto sul fatto che ogni storia di vita è originale e non è paragonabile. Rimanere ancora, per me, nel mondo del lavoro, non è solo poltrire e continuare nel tunnel come se niente fosse, ma togliermi proprio la possibilità di fare, negli anni migliori della mia vita, cose in cui credo. Che è una cosa importantissima, per me.
    Buon proseguimento del viaggio!

  37. “Che ce ne faremo di una pensione quando tutto sarà perduto, quando avremo sprecato il tempo buono, quello dell’azione vera?”….Caro Simone, nei giorni piu’ difficili penso spesso a quanto scrivi….ma ancora mi manca il coraggio di virare…o forse di strambare, di brutto…..Buon vento Comandante

    • Marco, grazie. Ho sentito. Un vicino mi ha detto che la casa e’ ancora su. Speriamo non sia lesionata. E’ di pietra, antica, non puo’ resistere a forti sollecitazioni… Vedremo quando sbarco… Grazie!

  38. ..dobbiamo riscoprire “la saggezza del monaco e dell’artigiano”, come dice Gigi Verdi, solo cosi possiamo uscire da questa crisi generalizzata..
    ciao Simone, buon vento e buona estate.

  39. Ecco perché seguiamo e leggiamo Simone Perotti.
    Perché “il lavoro dello scrittore” NON “è un lusso…”
    Il LUSSO si compra nelle boutiques di Porto Cervo Marina.
    Ma non esistono Boutiques dove comprare parole intelligenti.

    “Gli invidiosi sono come ciechi, hanno occhi cuciti con filo spinato
    come si fa con gli sparvieri selvaggi per addomesticarli…”
    Dante Alighieri – Il Purgatorio – XIII canto

    Chissà Dante in quale bottega comperò la sua arte?

  40. Simo’, parliamoci chiaro!
    Premesso che ti apprezzo ed approvo (d’altronde, sono anch’io uno “scollocato”: tra dieci giorni, saranno giusto quattro anni!), in definitiva la questione è che, a fronte di un sistema sempre più palesemente corrotto, patologico ed insostenibile, la reazione proposta è sostanzialmente la “fuga” (nell’ambito delle possibilità che uno ha), e non la contrapposizione di un nuovo sistema, nettamente alternativo e distintamente articolato, che consenta a tutti di conciliare la maggior parte dei “pro” che il sistema attuale (bene o male, a chi più e a chi meno) offre, con una sostanziale libertà di dedicarsi a ciò che più ci piace ed interessa.
    Una delle principali esigenze, di un gruppo di uomini associati, è quella di condividere una visione, una prospettiva di lungo periodo che traguardi dei precisi obiettivi, per il tramite di uno specifico percorso.
    Quello che molti sentono come una lacuna nella tua “proposta” è proprio questa chiara indicazione su come riorientare complessivamente la nostra società, con una serie di ben precisi passi, che ci portino tutti verso una struttura socio-economica del tutto nuova, equa e sostenibile (cioè ereditabile da figli, nipoti, etc.), ma che al contempo preservi almeno quel tenore di vita “minimo” cui riteniamo di non voler/poter/dover rinunciare… Roba da premio Nobel!

    • Scusa Nicola Fusco ma non condivido. In Avanti Tutta e Ufficio di Scollocamento la proposta e il “sistema” diverso sono ampiamente delineati. Un sistema nuovo c’e’ eccome. Ognuno di noi che lo tenta, di fatto, lo sta realizzando. Ciao!

  41. “Se questo non va, allora cosa? Come? Che fare concretamente? ”

    Simone,
    sono d’accordo con te…
    è questo il giusto approccio.
    In questa situazione di economia di mercato non si puo’ fare di meglio. Ben venga chiunque descriva metodi, esperienze pratiche alternative.

    L’unica cosa che non mi convince completamente
    è che solo questo approccio individuale, se non integrato con una vision/azione comune (non mi chiedere cosa e come perchè è la cosa piu’ complessa da pensare, forse verrà come frutto dell’autorganizzazione di spazi condivisi di tanti singoli, bho..), possa produrre dei risultati globali tali da invertire il segno della derivata del degrado sociale, ambientale, relazionale,… Come è dimostrato dai fatti.

    ciao

  42. il mondo prosegue imperterrito la sua rotta suicida….. e cioè vivere con poco denaro, il meno possibile, guadagnare solo il necessario e solo in modi amati, sensati, abitare in luoghi diversi, muoversi diversamente, autoprodurre quel che si sa, essere in diversa relazione con gli altri, sfuggire all’angosciosa marcia funebre quotidiana del solo lavorare-produrre-distruggere… genera tanti consensi ecc.. Io sono già troppi i giorni “neri” che aggiungo sulla mia scacchiera, ma per ora devo restare dove sono. Certamente mi si sta chiarendo come e cosa deve fare. Certamente aver conosciuto te, gentilissimo Simone, mi sta aiutando a stabilire la mia rotta che spero sia la più giusta possibile. Vado anch’io a prendere un buon caffè da Andrea. Buon vento a te e a tutta la “ciurma” e a presto. Renzo

  43. Bruce Springsteen canta WE TAKE CARE OF OUR OWN, dope anni che cantava il sogno di una vita diversa, poi ha cantato il disincanto e ora ci racconta che la cavalleria non è mai arrivata a salvarci, quindi prendiamoci cura del nostro per conto nostro.
    Sembrerebbe un discorso egoistico, ma se tutti pensassero al proprio bene, nel rispetto di regole morali, sicuramente ci sarebbe un cambiamento generale.
    Caro Simone come è facile darti contro per nascondere la gelosia che metti nei cuori perfidi, capaci solo di schiacciare il prossimo a proprio vantaggio.
    Sandro

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