Ricominciare

 

Ho ricominciato a scrivere. Il silenzio assoluto di questo luogo, la storia che vive dentro di me da oltre cinque anni, i libri studiati, da riprendere, schedare… E’ iniziato un nuovo lungo viaggio. Personaggi ancora senza volto, anonimi, mai esistiti, che prenderanno forma, mi accompagneranno per giorni, forse per anni, come fratelli amati o amanti infedeli. Una nuova, insondabile avventura. Un mondo che si disegna, colora, caratterizza lungo il sentiero, sotto il mio passo incerto. Il miracolo della generazione di storie, di vita!, si ripete, più vero della stessa realtà.

Buon viaggio.

 

“Ma non capisci Kadir?! Ho cercato di morire, per poter vivere. E non ci sono neppure riuscito. Mi sono gettato nelle fiamme, senza bruciare. Quel che speravo non si è avverato, semplicemente perché non ho mai sperato. La guerra, solo la guerra, assaltare, distruggere, battere l’avversario. Sai qual è il momento più triste di un guerriero? La vittoria. Dovrebbe dare soddisfazione e non porta che sgomento. Meglio mille volte la sconfitta, che ha il sapore della rivincita, anima ogni muscolo nella carne, lo irrigidisce, lo tende fino a farlo schioccare. E dopo tante battaglie, oggi, non riesco a fare più differenza tra prevalere e soccombere.

Una vita intera, a fare la guerra… E’ così che un uomo smette di vivere”.

(Dalle prime tre pagine del mio romanzo, che di pagine in totale ne conta tre, e non ha ancora un titolo)

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18 pensieri su “Ricominciare

  1. Ciao Simone, leggo che forse parlerai ad asti.. Vivo a Torino e se effettivamente verrai ad asti cercherò di esserci perché qualcosa si è messo in moto da quando sto leggendo adesso basta… Le tue pagine sono semini caduti se un terreno estremamente fertile, pronto da qualche anno ad accoglierli e farli germogliare.. Molto di quanto scrivi era già dentro di me, ma doveva uscire e prendere forma.. É quanto sta accadendo.. Più avanti, finito il tuo libro, credo ti scriverò per confrontarmi con te, perché io ho una moglie e due bimbe, a cui tengo e per cui sacrifici e compromessi pesano meno.. Per questo credo che nel mio caso si debba cercare un altro tipo di equilibrio, su cui sto lavorando.. Buon proseguimento, buona scrittura, buon vento e buona vita! A presto..

  2. Caro Simone, ieri mi sono decisa ed ho acquistato la tua, per me, quinta opera “Ma dove sono gli uomini?” che ho iniziato a leggere dopo la fiction su Adriano Olivetti. Questo è il libro che una decina di anni fa, prima di conoscere il mio attuale compagno, io ed una mia amica ironizzavamo di scrivere.Sono solo alle prime pagine ma è come se lo conoscessi già…
    Oggi sul tuo blog, nel leggere il titolo del nuovo post “Ricominciare” corredato di foto dove, presumo, stia autografando un libro ho esclamato “Amore!”. Mi imbarazza scriverlo ma è quello che effettivamente ho detto!
    Bentornato Simone
    Buona vita a tutti

  3. grazie Simone per i bellissimi libri che hai scritto e stai scrivendo. io sul comodino ho 4 tuoi libri e 3 li sto leggendo in contemporanea!! “Avanti tutta” il pomeriggio e uomini senza vento la sera prima di addormentarmi.

  4. è bellissimo il viaggio dentro la lettura di un buon libro che ti intriga,ti affascina..strano a volte, quando inizi a leggerne uno nuovo hai un pò il timore che ti deluda rispetto al precedente… .
    Emozionante poter creare un nuovo romanzo,avere la capacità di mettere in parole ,pensieri ,emozioni,creare una storia.

  5. Lo so che non è facile. E’ stata proprio la tua fatica, che ho percepito di più, la prima volta che sono venuta ad ascoltarti (Rimini, primavera…2010 o 2011?).
    Non era il venditore di libri e neanche il divo letterario, quello che ci osservava mentre parlava e anche mentre taceva. Io volevo interpretare quello sguardo (secondo me pensa “ma questi saranno disposti a recepire il mio messaggio o saranno solo curiosi?”) perchè ero convinta di sentire che la tua vera fatica fosse proprio quella di trasmetterci la tua autenticità. A me è arrivata tutta anche se ancora non mi è sufficente per saltare il fosso, abbandonare il vecchio e abbracciare il nuovo. Ma non demordo, nemmeno in mezzo alla melma in cui mi trovo.

  6. Il sorriso “sornione” e “soddisfatto” di questa foto non ricorda per nulla lo scrittore in fase “creativa”…L’INCIPIT mi piace molto e mi fa rimanere curiosa rispetto al resto…Ce lo pubblichi qui a puntate? No dai insomma…Però se vuoi così possiamo darti dei feedback “in corso d’opera” da “lettori”…

    • Marco che vuoi che ti dica. quel che dice, in questi termini, non è mai stato descritto. conosco e parlo abitualmente con gente che gira per il mondo a vela e così nessuno mi ha mai descritto la situazione. può darsi che esageri, che sia un po’ pessimista sulle reali condizioni del mare. anche perché in mare puoi passare con la traina accanto a un tonno senza che lui ti veda, oppure accanto a una balena senza vederla. Inoltre i rottami non galleggiano (può darsi che sia un problema di traduzione…). Tuttavia, quel che va preso seriamente, è la direzione, la tendenza delle cose, che sono effettivamente molto gravi. Quando tu non fai nulla per qualcosa, quella cosa muore. Il mare grazie al cielo ha una vitalità straordinaria, basta guardare cos’è successo nel Mediterraneo vietando i driftnets (reti pelagiche derivanti), in pochi anni delfini, squali, tartarughe si sono ripopolate tantissimo, in modo quasi sorprendente. il mare basta che lo lasci stare per sei mesi e subito reagisce. non fare nulla e anzi peggiorare di giorno in giorno il nostro approccio distruttivo verso il mare è tragico, e genera tragedie.

  7. Una pagine di tre e hai descritto la mia vita, Kadir.
    Contenta di sapere che stai di nuovo scrivendo, attendo l’aggiornamento della pagina “Agenda”, chè leggerti quì è bellissimo, ma ascoltarti dal vivo è tutt’altra emozione.
    Buona scrittura.

    • Non è un periodo facile, La Luna Nera. Ho interrotto praticamente tutte le presentazioni, detto no a decine di inviti. non ce la faccio. forse ne farò una ad Asti, perché mi er già impegnato, ma poi nulla più fino a gennaio almeno. Ma poi qualcuna ancora la farò. le presentazioni sono faticose per chi si spende, per chi non va lì a dire solo due cosette appoggiate. e io non so dosarmi, se mi hai ascoltato lo sai. ciao!

  8. …..è bellissimo quello che fai! Ecco, ora sei entrato in un mondo parallelo , quello in cui vivono i personaggi del tuo nuovo romanzo…. è bello che ancora non abbia un titolo e che prenda forma lentamente…ti permetterà di vivere , sognare, sperare , in questa nuova vita per un tempo lungo…
    Non so se per gli scrittori è come per i lettori: io , quando inizio a leggere un libro che mi appassiona sono divorata, insieme, dalla voglia di voltar pagina e scoprire il nuovo e dalla paura di arrivare troppo in fretta alla fine e restare orfana dei miei nuovi amici!
    Buon viaggio Simone!

    • Clelia, come lettore ti capisco benissimo. Sono come te. Ricordo che dopo 1700 pagine speravo di non leggere troppo velocemente perché “Guerra e Pace” avrei voluto non finisse mai… Come autore, ma credo non solo io, le cose sono molto diverse. Una storia fino a che non è terminata, è un dolore. Un dolore dolce, quasi un languore, nulla di veramente tragico, ma certo una storia corre mille rischi, fino a che non è finita. L’autore teme, ad esempio, di dover constatare, a un certo punto, che l’idea, la trama, i personaggi, che pure tanto lo avevano convinto, non reggano, non siano davvero vivi, non siano significativi. senza parole, senza testo, quella storia era e può restare soltanto un’idea. Veder scorrere le pagine sotto la propria penna, vedere che chi doveva vivere vive, chi doveva svilupparsi come storia umana si sviluppa, dà sollievo, quasi rassicura. l’autore è divorato dal dubbio, ha tutto sulle proprie spalle, trame, vite, reazioni, fisionomie, paesaggi. ogni cosa, come fosse una sorta di dio. ma il peso della divinità, dell’essere il grande, unico creatore di sentimenti, vite, morti, è enorme. Nessun autore scrive a cuor leggero. Ogni autore desidera l’arrivo. E poi, fatalmente, quando l’arrivo giunge, si sente perduto, sol, orfano. L’atto creativo, che non è mai un atto isolato, ma un brano anche lungo di vita, è sempre doloroso, così come fonte di gioie inarrivabili. Un deserto con oasi meravigliose.

  9. Un personaggio, signore, può sempre domandare a un uomo chi è. Perché un personaggio ha veramente una vita sua, segnata di caratteri suoi, per cui è sempre “qualcuno”. (L.Pirandello – Sei personaggi in cerca d’autore)

    Dagli risposta, Simone. Stanno aspettando. Digli chi sono, digli chi saranno.
    E anche noi, anche noi aspettiamo. Curiosi.
    Bello che hai ripreso a scrivere.
    Ciao Com!

  10. Questo è l’inizio del mio:“La prossima settimana uscirò di qui” disse Joseph. “Non uscirai di qui, non hai nessun posto dove andare”, disse laconico l’uomo che divideva la stanza con lui. “E tu che ne sai? Non sai niente di me. Nessuno sa niente di me, neanche loro.” “Loro lo sanno” replicò il compagno. “ Sanno tutto di noi. Non gli sfugge niente.” “Ma io sono più furbo. Ho trovato il modo di andarmene” “E come?” “Sicuramente non lo dirò a te. Ho visto come scodinzoli per avere maggiori attenzioni.” “Palle! Cerco solo di sopravvivere!” “Sopravvivere”, sospirò Joseph. “Hai scelto la parola giusta ma io voglio vivere!” urlò. “ Ma dove andrai? Come vivrai?. “Non hai una casa, non hai soldi! L’hai detto anche tu!” piagnucolò il compagno di Joseph. “Io dico quello che mi pare. Anche a loro, sai. Credi che io racconti la verità a loro? No. Gli racconto quello che vogliono sentirsi dire. Tutto qui. E loro se la bevono. E sai perché? Perché fa comodo anche a loro. Sono troppe le verità scomode che potremmo raccontare.” Ci fu un attimo di silenzio. Il compagno di Joseph raccolse le sue forze e gli chiese: “Lo credi veramente? Io non so più a cosa pensare.” “Vedi? Non sai più a cosa pensare. E’ questo il loro obiettivo”. “Ma se tu te ne vai, chi dividerà la stanza con me?” “Un altro come te.”

  11. Aspettavo questo post, da un caldo giorno di Agosto,
    quando dal mare, ne avevo letto un altro. Diverso, e ombroso.
    E adesso che è arrivato, così, in una sera di nebbia padana, e forse non a caso, senza un titolo neppure lui, sorrido.
    Sorrido, e più serena, aspetto la pagina che seguirà.

    Buon viaggio, Comandante.
    Fai una bella vita.
    Sarà bella, e piena di storie più vere della realtà.
    Pensieri, senza titolo.
    Dal mio piccolo molo.
    mari.

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