Se serve una legge, non serve

L'orto, ad esempio

Stamani un brivido percorre il Paese. Una buona notizia: una classe dirigente mediocre e superata deve passare la mano nel principale partito politico. Molto bene. Nel gioco democratico, questa è sempre una buona notizia. Il fatto che a me piacciano o convincano poco o tanto il leader e le idee di questo cambiamento, non è molto importante.

Certo, la cosa più semplice è cambiare il candidato. Quella più difficile: cambiare l’elettore. Soprattutto se l’elettore sono io e non un generico corpo sociale. Tutto ciò per cui serve una legge è inessenziale, mentre ciò per cui serve una convinzione è un processo profondo e vero. Ogni volta che mettiamo in mano a qualcuno, pure il migliore uomo del mondo, la nostra speranza di equilibrio e armonia, stiamo abdicando, stiamo fallendo. La nostra vita non è migliore o peggiore per responsabilità della politica, semmai è vero ed evidente il contrario. Non serve Renzi, e non basta Renzi, come non serviva e non bastava Berlusconi, per vivere già oggi in modo migliore o peggiore. La cattiva notizia del giorno, infatti, è che per noi non ci sono state le Primarie: siamo quelli di ieri. Come possono cambiare le cose con il nuovo Segretario? “Diamogli qualche mese, almeno…” A chi?

L’omicidio del tempo della vita, oggi come ieri, viene perpetrato da milioni di persone incoscienti. La separazione del senso tra ciò che dovremmo fare e ciò che facciamo, oggi come sempre, pasce e cresce dovunque. L’alienazione di ogni nostra vera natura, ogni nostra vera autentica essenza, è l’occupazione più diffusa. Lo sperpero di risorse personali, energetiche ed economiche, è la cattiva pratica dilagante. La libertà del cuore, del pensiero, dello spirito, la condizione più rara. Ecco perché la nostra società è così. Potremmo viverla in modo migliore, la viviamo in modo peggiore. Ce ne lamentiamo come se fosse cosa generata altrove, fuori di noi, e speriamo che un uomo, un leader, possa cambiare questa condizione. Non è così. La via è chiara, ce l’abbiamo davanti, era lì anche ieri, prima delle Primarie, sarà lì anche domani, dopo le Politiche, dopo che l’ennesimo leader avrà illuso e deluso, cambiato qualche legge, cambiato qualche comportamento diffuso. Solo che si sarà ridotto il tempo per tentare, l’energia necessaria per spiccare il volo.

Chi lavora perché tutti credano al Nuovo e non pensino con la propria testa, intanto, sta operando. Negli anni ’70 se non eri comunista ti dicevano che eri fascista. Oggi le accuse più aggiornate sono: “se neanche Renzi ti va bene, allora ti piace Berlusconi” “Ma allora non va mai bene niente! Sei per l’anarchia!” “E’ nuovo, potrebbe andare, vediamo cosa fa, diamogli una possibilità, no?!”. I più raffinati invece sembrano farne una questione di tempi: “quello che dici tu va anche bene, ma ci vorranno cent’anni, forse duecento prima che la gente cambi! Nel frattempo però, intanto…”. Ce ne vorranno duemila, se non si comincia. Non serve un nuovo leader, servono uno, cento, mille uomini e donne leader della loro vita, che decidono di cambiare personalmente, emanciparsi direttamente, vivendo diversamente, in altri luoghi, facendo altro in questa vita, dicendo nuovi “no” e nuovi “sì”, autonomi, come se le leggi e le scelte che attendiamo dal nuovo Messia ci fossero già, adesso, decise a maggioranza dall’unico Parlamento, quello dove siedono la nostra energia, le nostre risorse, la nostra creatività, le nostre idee, il nostro coraggio.

Poi, certo, se qualcuno ci dirà qualcosa di interessante, sensato, andremo anche a votare, come andiamo alle riunioni di condominio, dunque senza particolari aspettative o emozioni, solo per organizzare le cose, visto che siamo in tanti, ma sapendo che la vita, la nostra, la mia, è altrove.

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40 pensieri su “Se serve una legge, non serve

  1. Fabio non si tratta di scegliere fra un estremismo e l’altro, l’estremismo sta solo nelle nostre teste. Quel che fa Simone non è estremo di per sè, può esserlo secondo la tua interpretazione (che può cambiare, anche radicalmente). Si tratta di scegliere, piuttosto, di abbandonare certe schiavitù e una visione della vita ingabbiata e di cercare un’alternativa. Guarda che è quello che anche tu inizi a fare, quando eserciti la critica verso ciò che ci circonda. Non è forse il primo passo verso una maggiore libertà interiore? A cui seguiranno scelte concatenate, nuove scoperte, cambiamenti di punti di vista e atti concreti? Il cambiamento è questo, per me, che può essere determinato da innumerevoli fattori, gusti, bisogni concreti, legati alla persona, e non indotti dal business, dalla politica, dalle convenzioni, da tutta quella matassa intrecciata e ormai sempre più indecifrabile.

  2. simone scusa ma devo rispondere, parlo piano però…shhhhh

    Fabio…ma come ti si può dare torto?!

    è solo che io ci tengo molto all’evasione e la costruisco e la proteggo per far star bene me stesso

    ma non penso che uscire dal sistema sia la soluzione piuttosto reputo più utile una tendenza a fare critica di ciò che vediamo e a dare il giusto valore alle cose e sulla chiave di questo costruire quotidianamente la nostra persona, siamo pieni di gente che urla estremismi, catalogazioni, e io non ci credo…la gente non sa sorridere, mica facile sorridere sai, ma c’è gente che proprio non lo sa fare più, che si sforza ma fa peggio, invece sanno ridere…ma non sorridono più… che questi iniziassero a lavorare intanto su questo sintomo, e poi il resto va da se…

  3. Ciao , la prima volta che vedi questo video avevo le lacrime che mi rigavano il viso…..una grande emozione….un grande personaggio…un grande insegnamento. Odio i lamentoni,quelli che delegano ogni responsabilità, ognuno di noi deve essere padrone delle proprie scelte , dei propri sogni , della propria vita !!!!Sento frasi come “questo mondo è fatto per i ricchi”…stiamo scherzandoooo !!!!! Questo mondo è fatto per chi sa apprezzare piccole cose (un alba al mare…un tramonto in collina…una serata tra amiche..cucinare una torta…e tante altre …leggere un libro…anche il profumo delle bucce di arance , come fa Simone !!!!!Consiglio il video come terapia . Ciao e buona serata !!!!

  4. Fabio, la mia osservazione, a cui hai risposto, era un tentativo di esprimere una visione delle cose un po’ più ampia, non limitata al solo soddisfacimento dei bisogni primari. Cibarsi, dormire, vivere in una casa sicura, curarsi sono cose assolutamente necessarie, ma io non riesco a intendere la vita e a forzare la mia mente solo dentro i binari del loro soddisfacimento. C’è bisogno di altro e bisogna occuparsene. Una risposta apparente può venire dal concetto di evasione, di cui la gente ha un bisogno e a cui si abbandona con uno slancio sospetto (non trovi?) .Eppure, per come oggi la si vive, l’evasione si configura come l’ennesimo atto di consumo. Si consumano viaggi, cibi, gadgets elettronici, droghe, ecc. tutto per sganciarsi momentaneamente dal quotidiano… a qual punto, perchè non costruirsi un modello di vita di qualità migliore? E poi, per tornare a discorsi come la salute, pensi veramente che aspirare ad una vita più bella escluda la possibilità di andare a farsi curare in un ospedale?
    In tal caso ti rispondo che una società che consente alle persone delle cure mediche ma mortifica i loro sogni è anche peggio di una senza ospedali.
    Ma in ogni caso, anche dovesse affermarsi un giorno una società di utopisti downshifters, stai tranquillo che gli ospedali non mancheranno, anzi, io me li immagino anche meno affollati… (prova a pensare a quante cause di malanno hanno a che fare con la vita che si fa oggi, dagli incidenti alla depressione, all’inquinamento: questi non sono fattori che dovrebbero deporre ad un cambio di abitudini, perlomeno?)

  5. Video bellissimo,
    a tutti quelli che pensano ‘è un fenomeno,è unico,lo può fare perchè è in quella condizione ed è agevolato’ chiederei: prendereste il suo handicap ? Fareste a cambio ?

  6. Bello il video.
    La cosa buffa e’ che la maggior parte della gente quando vede questi video continua a pensare ‘eh, ma lui puo’…’

    Grrrr che nervi.

    🙂

    • LUca esatto! La perversione cognitiva e culturale dilagante porta (ne sono certo) qualcuno (molti, secondo me…) a pensare:

      “Eh, vabbè, ma lui almeno non ha gambe e braccia, è un fenomeno, è unico, e grazie che tutti lo ascoltano, gli stanno dietro, e la tipa bellissima lo sposa pure! Quella, se lui avesse avuto braccia e gambe mica lo sposava! E’ fortunato lui. Ma io che invece non ho qualità, e ho pure braccia e gambe, come faccio?!”

      Sono sicuro che qualcuno pensa questo. li vedo, come fossero davanti a me. Ecco perché poi finisce che sono duro su certe posizioni….

    • accidenti che video. “dedicato ai piagnoni” la prossima volta metti un’email vera o non pubblico. faccio un’eccezione solo perché il video è una botta veramente forte…

  7. anche io attualmente proprio non ci riesco a riporre speranze nei politici o nella classe dirigente.

    parecchi hanni fa credevo in delle facce ben precise che conoscevo. c’erano le premesse per crederci: la bellezza di un progetto grande, di un’amicizia, di rapporti umani autentici. Insomma, avevo tutti i motivi per investire le mie energie con passione sostenendo le azioni di alcuni che erano o sono diventati ora pezzi da 90 della politica italiana.

    Poi e’ successo che ho lavorato a stretto contatto con loro per un po e’ ho iniziato a toccare con mano cose che erano spesso il contrario dell’autenticita e del bello che vedevo in quei progetti.

    Quello e’ stato il primo di parecchi pilastri che e’ andato giu che sosteneva il mondo di cui ero convinto allora e che mi e’ almeno in parte crollato addosso.

    ora quando vedo i loro volti sui giornali provo un sentimento di grandissima distanza.

    ho visto qualche giorno fa per video l’entusiasmo per le primarie e per quell’entusiasmo ho provato simpatia ricordandomi emozioni simili che ho avuto al successo delle correnti a cui un tempo ero legato.

    pero mi porto dentro la convinzione che o il potere logora alla lunga chi c’e’ la oppure che per arrivare a certe posizioni si debba essere eccessivamente attaccati al potere.

    sicuramente non e’ vero al 100% non puo essere solo cosi. sicuramente ci sono anche dei politici che lavorano con buone intenzioni e intelligenza (per lo meno a tratti).
    Pero anche io faccio tantissima fatica a porre fiducia in qualsiasi volto o movimento politici dopo quel che ho visto.

    e’ vero che la cosa piu importante e’ concentrarsi su di se, sul proprio progetto e la propria via cercando di non delegare a altri queste responsabilita.

    Ciao
    Marco

  8. Fabio Saracino ma, supponiamo per assurdo, che tu possa avere un mal di pancia e sono le 3 di notte…non ci vai in ospedale? lo vuoi funzionale, pulito, operativo l’ospedale, no? e se noi stiamo fuori dal sistema dove li prendiamo i medici? come lo teniamo in piedi? tuo figlio a scuola lo mandi? e come la vuoi la scuola? col personale? i riscaldamenti? o anche questo lo fai in casa?

    è sempre la solita solfa… il cambiamento è interiore e di riflesso su come agiamo… senza la favoletta che si esce tutti e si vive di carote

    • Fabio dai su. Non ricominciamo con la favoletta che mangiamo tutti carote, dai… In ospedale si puo’ lavorare tre ore a testa invece che 8, guadagnando la meta’ salvo sotto una soglia. Se non comprassimo gli F35 e non buttassimo i soldi in stronzate gigantesche la ricerca scientifica e gli ospedali e tutti i servizi diventerebbero superefficienti con gente che lavora poco e risorse adeguate. Dai… Non ricominciare con la difesa del lavoro e del sistema a tutti i costi. QUESTO sistema non ha senso e bisogna uscirne il prima possibile. Anzi non entrarci proprio, dunque senza fare come me che ho pagato servizi e previdenza x 20 anni e senza poi avere la pensione (dunque con tutti i diritti di usufruirne adesso che pago quasi zero tasse da fuori). Non ricominciare please…

  9. Marco, tu scrivi:

    “io devo mangiare, vestirmi, scaldarmi, comperare i libri di scuola x mio figlio , ho bisogno di strutture sanitarie, di scuole, etc etc.. ”

    sì però la vita non si può ricondurre esclusivamente a rincorrere queste cose. Che sono sicuramente condizioni necessarie, ma non sufficienti. A vivere, almeno; per sopravvivere bastano.
    Non si può inseguire soltanto la carota: bisogna anche provare a fare altro.
    Anche perchè, se noi inseguiamo solo la carota, e ci fossilizziamo su di essa, qualcuno, ai piani alti, capisce che ci può prendere per i fondelli a tempo indeterminato. Ossia, farcela desiderare, annusare, concedercela solo a pezzettini. Tenerci sotto controllo.

  10. Non capisco da che pianeta arrivi caro Simone.
    A volte mi capita di leggere qualcosa di quel che posti e a volte mi capita anche di condividere alcune tue analisi ma questo ultimo post mi lascia un po basito! Condivido la sfiducia nei politici ma non certo nella Politica ..il tuo mi sembra un discorso un po troppo utopistico da diventare demagogico. “La realtà non esiste” come cantava il buon Rocchi , ma oggi io devo mangiare, vestirmi, scaldarmi, comperare i libri di scuola x mio figlio , ho bisogno di strutture sanitarie, di scuole, etc etc.. le strutture sociali sono necessarie e abbiamo bisogno di qualcosa e qualcuno che coordini ..certo non sempre è facile scegliere le persone giuste, ma é necessario altrimenti c’è l’Anarchia e non ti basterà un orto o una barca per nasconderti! La realtà é dura e non é un opinione.Non si può sempre scappare . Ciao

    • Marco, è quel che pensano tutti, dall’alba dei tempi. Io credo che serva vestirsi, certo, mangiare, muoversi. A me preme farlo in un modo preciso, che reputo giusto, cioè molto diversamente da come la politica sembra sperare e operi perché io viva. In questo sta molta parte della politica che posso fare io, direttamente. E’ tutto qui, non mi pare niente di eclatante. Cambiare il mondo partendo da sè. Solo questo. Se Renzi o chiunque altro fanno il loro lavoro e io non faccio il mio, non ha alcun senso. ciao!

  11. esatto le due strade non si possono disaccoppiare… sono volenti o nolenti interconnesse… bisogna lavorare su entrambi i fronti

    le scelte dei politici…”e loro scelte non avranno un effetto minimo sulle nostre vite. Allora, quando non avranno più i nostri soldi per campare, ”

    queste sono parole bellissime

    una parte del nostro guadagno deve andare alle risorse collettive, non possiamo fare finta che viviamo nell’isoletta …gli ospedali le scuole le strade…? o si fa riferimento ad una collettività in stile “comune” dove il lavoro di ognuno mantiene le esigenze di microcollettività? bisogna agire anche a livello politico con la nostra azione individuale, di singolo, ma agire in quella direzione… non è sostenibile credere che la classe politica, il comune senso della gestione politica possa essere smontato dall’azione di una massa di singoli non interconnessi tra loro… e nel frattempo? chiudiamo tutto? centri di ricerca, ospedali, cantieri, in attesa che il “mostro politico” muoia di riflesso alle nostre azioni coerenti? con tempi geologici!

  12. Cambiamento individuale o collettivo…?
    Penso che le 2 cose non si possono disaccopiare, che non si puo’ ottenere un risultato di qualità senza perseguirli entrambi contemporaneamente.

    Per realizzare il ns. progetto di vita individuale, qualsiasi esso sia, sono necessarie almento le risorse naturali (acqua, terra, cibo,..) e queste sono strettamente collegate alle politche locali/mondiali (Ilva, terra dei fuochi, inquinamento elettromagnetico, sementi gestite dalle multinazionali….) per non parlare della medicina e della farmacologia diventate da tempo un business.

    ciao
    Giulio

  13. Simone, si è proprio quwllo il punto del tuo discorso, giusto.
    Sull’assenza di leader e movimenti su questi argomenti, non mi sorprendo, perché credo che siano merce rara nella storia umana e chissà se noi riusciremo mai a vederne mai uno.
    L’assenza di un azione corale e diffusa, anche individuale, è più preoccupante.
    Comunque quello che mancano sono i sogni individuali, che possano in seguito confluire in un sogno comune, per il quale dare mandato a leader che guidino un popolo motivato.
    Mi vengono in mente i greci che partivano sulle loro piccole navi a fondare città in luoghi che per loro era l’altra parte del mondo. Piccoli gruppi sognavano, iniziavano, partivano, e città come Siracusa e Agrigento magari prosperavano più della madre patria.
    E naturalmente non può non venirmi in mente Mediterranea, un sogno di un manipolo di donne ed uomini che è possibile solo grazie al fatto che un gruppo di sognatori si è riunito intorno ad esso. Che in fin dei conti, al giorno d’oggi non è una cosa straordinaria in sé el viaggio di Mediterranea. E’ il come viene fatto ed il perché che lo rendono tale.

    Che sogni abbiamo mai oggi?
    Mandare i figli all’università, per fargli studiare cose assurde, che portano a fare lavori ed una vita assurdi? Esattamente come noi?
    Io quando penso a questo ed ai miei tre gemelli mi viene una rabbia… quando sento qualcuno che dice tra il fiero ed il rammaricato “mio figlio ha studiato economia, lavora nell’alta finanza però deve stare a Milano purtroppo.. lavora tanto, io spero tanto che se ne vada all’estero, si sta meglio!”, di solito penso “Madonna del Carmine, pienzace tu! Scanzali da ‘sti fuoss’!”
    E l’unico modo che ho per dargli un’alternativa è… dimostrare io stesso che esiste!

  14. I politici vanno dimenticati, lasciati da soli, senza il nostro voto. Noi non abbiamo bisogno di loro, se viviamo con poco, il minimo, possono fare quello che vogliono, ma le loro scelte non avranno un effetto minimo sulle nostre vite. Allora, quando non avranno più i nostri soldi per campare, dovranno veramente fare qualcosa di serio per noi, altrimenti noi faremo la nostra vita e loro torneranno a zappare la terra, con umiltà e dignità.

  15. Che dire, vero Simone… Mi viene in mente una frase di Nelson Mandela tratta dal film “Invictus” “Io sono padrone del mio destino”… Credo che in questo caso ci sta… Questo film lo consiglio a tutti!

  16. A me quello che interessa e’ il finocchio che mostri nella foto: a me non sono venuti cosi’ bene nonostante l’orto sinergico. Probabilmente non li ho messi ad una giusta profondita’…

  17. Tanti anni fa, Edoardo Bennato scriveva testi di canzoni molto interessanti. Oltre a “Burattino senza fili”, c’era questa “In fila per tre” che descriveva bene come gira il mondo:

    Presto vieni qui, ma su, non fare così,
    ma non li vedi quanti altri bambini
    che sono tutti come te, che stanno in fila per tre,
    che sono bravi e che non piangono mai

    è il primo giorno però domani ti abituerai
    e ti sembrerà una cosa normale
    fare la fila per tre, risponder sempre di si
    e comportarti da persona civile

    Vi insegnerò la morale, a recitar le preghiere,
    ad amar la patria e la bandiera
    noi siamo un popolo di eroi e di grandi inventori
    e discendiamo dagli antichi Romani

    E questa stufa che c’è basta appena per me
    perciò smettetela di protestare
    e non fate rumore, quando arriva il direttore
    tutti in piedi e battete le mani

    Sei già abbastanza grande, sei già abbastanza forte,
    ora farò di te un vero uomo
    ti insegnerò a sparare, ti insegnerò l’onore,
    ti insegnerò ad ammazzare i cattivi

    e sempre in fila per tre, marciate tutti con me
    e ricordatevi i libri di storia
    noi siamo i buoni e perciò abbiamo sempre ragione,
    andiamo dritti verso la gloria

    Ora sei un uomo e devi cooperare,
    mettiti in fila senza protestare
    e se fai il bravo ti faremo avere
    un posto fisso e la promozione
    e poi ricordati che devi conservare
    l’integrità del nucleo familiare
    firma il contratto, non farti pregare
    se vuoi far parte delle persone serie

    Ora che sei padrone delle tue azioni,
    ora che sai prendere decisioni,
    ora che sei in grado di fare le tue scelte
    ed hai davanti a te tutte le strade aperte
    prendi la strada giusta e non sgarrare se no
    poi te ne facciamo pentire
    mettiti in fila e non ti allarmare perchè
    ognuno avrà la sua giusta razione

    A qualche cosa devi pur rinunciare
    in cambio di tutta la libertà che ti abbiamo fatto avere
    perciò adesso non recriminare
    mettiti in fila e torna a lavorare
    e se proprio non trovi niente da fare,
    non fare la vittima se ti devi sacrificare,
    perché in nome del progresso della nazione,
    in fondo in fondo puoi sempre emigrare

    ehi ehi, ehi, avanti, ehi avanti in fila per tre…

  18. Sai, non credo che possiamo parlare di politica.
    Così come la politica non può parlare di noi. Alcuni di noi, almeno.

    Quanto a Renzi, scusandomi per lo spazio che ti rubo, mi permetto di riportare quanto scrissi su di lui parecchi mesi fa:

    ———-
    […] sembra proprio che esistano tre italie, oggi, nella penisola:

    • C’è l’italia dell’opportunismo individuale e dell’analfabetismo civico che, se a livello di etica pubblica deragliano nell’evasione fiscale, a livello politico si identificano con il manigoldo che ci ha tenuto in scacco per vent’anni;

    • C’è l’italia del “politicamente corretto” e del “tengo famiglia” che, se a livello di etica pubblica deragliano nei favoritismi clientelari, a livello politico si identificano con i suoi segreti complici di sempre, cioè con la Sinistra e con il Centro italiani;

    • Infine, c’è l’italia più autentica, quella che non ha paura del cambiamento (prima individuale che collettivo), quella dei (finora) emarginati, dei “non aventi diritto” ad occuparsi di… certe cose: è l’italia di tutti coloro che – non identificandosi più nelle prime due italie – non sono più disposti ad accettarne i compromessi, e non consentiranno ancora una volta che chi, dal Dopoguerra ad oggi, ci ha portati al punto in cui ci troviamo, continui ad occuparsi del nostro futuro.

    Quando Matteo Renzi sarà ufficialmente il candidato della seconda di queste tre italie – e forse anche di ciò che politicamente resta della prima – avremo finalmente capito tutti che ne sarà, altrettanto ufficialmente, anche la PIENA ESPRESSIONE.

    Matteo Renzi è oggi la simbiosi, astutamente sfuocata, di ciò che in Italia “non-è-mai-stato-Destra” con ciò che “non-è-mai-stato-Sinistra”. Termini sepolti dall’attualità, prima ancora che dalla Storia.
    ———-

    Spero, ovviamente, di sbagliarmi. Ciao.

  19. Ciao,
    io penso che il messaggio di Simone è : non deleghiamo la nostra vita, cominciamo ad essere responsabili di noi stessi,cambiamo noi,non aspettiamoci nulla dalle loro promesse,non diamogli un eccessivo credito. Cambiamo noi per cambiare quello che c’è intorno,non cerchiamo punti di riferimento utili solo per poterci lamentare:costoro vivono sull’insoddisfazione delle persone,la alimentano e la sfruttano.

    Claudio

  20. Simone,

    Quello che sostieni a me sembra si possa applicare a pressoché ogni epoca.
    Questo non diminuisce affatto la portata delle tue parole, al contrario: si tratta di concetti universali.

    • Beloved, ammettiamo che fosse come dici (cosa che credo fermamente). resta sul tavolo però una domanda: come mai nessun leader su questo, come mai nessun movimento su questo, come mai nessuna azione corale e diffusa, sebbene individuale, su questo?

  21. Concordo pienamente con l’ultima affermazione di Simone. Non vi è mai stata un epoca nella storia dell’uomo in cui vi è tanta libertà di guidare e determinare la propria vita come quella attuale. Naturalmente questo vale solo ed esclusivamente, o quasi, nel primo mondo democratico, occidentale e capitalista.

    Viviamo dunque la vita felici, liberi e sfruttando questa possibilità unica, questo privilegio inaudito rispetto ai miliardi di abitanti del terzo e quarto mondo. Privilegio che a mio modesto avviso non durerà tanto a lungo, ne si ripeterà tanto facilmente.

    Che senso ha mai rincorrere certi inutili beni di consumo, intrappolarsi quotidianamente nel alienante traffico, litigare tutti i santi giorni per futili motivi, frustrarsi, rovinarsi la vita per e la salute per anelare l’ultimo iPhone, quando a portata di mano abbiamo una delle due cose più preziose che possano esistere nella vita: la libertà di vivere, di dire si o no, di organizzare (naturalmente entro certi limiti) la nostra vita e le nostre aspirazioni come vogliamo veramente. L’altra delle due cose è la salute, il vigore, la nostra energia vitale.

    Abbiamo questi due tesori a portata di mano; siamo solamente dei poveri coglioni se buttiamo via il nostro tempo, la nostra vita LETTERALMENTE per nulla 😉

  22. Non lo so. E’ tutto molto bello. Il pensiero che la vita sia ‘ALTROVE’ (a parte un libro di Kundera) mi evoca una bella sensazione…cioe’ a dire, posso ancora scegliere. Poi pero’ a conti fatti, continuo a pensare che la politica ormai con la p minuscola, sia sempre stata necessaria per dare equita’ uguaglianza a chi non e’ in grado per ovvie ragioni di farlo da solo. Se no, non e’ politica. Sono chiacchiere da bar. Fantasie, promesse ilusorie per tirare per il naso chio ci casca. Insomma un brutto gioco ozioso per nullafacenti. Non credo nel miracolo renzi come non credevo per nulla in quello di berlusconi. Renzi sembra bossi tanti anni fa. L’uomo del cambiamento che rottama tutti quelli che non hanno saputo FARE. Io non ci credo. Perche’ penso che le cose siano andate troppo oltre ormai. E che appunto il cambiamento non avviene per propagazione…

    • Barbara la politica sarebbe spingere tutti a fare il proprio percorso, a diventare indipendenti nel giudizio, a guardare dentro per capire e poi scegliere. ma tu capisci da sola che il potere non può farlo. sarebbe un suicidio. ecco perché spetta a noi, testimoniando accanto a ognuno, abile o non abile che sia. questa è politica. Per ogni uomo libero, cento guarderanno e sogneranno, osserveranno e impareranno.

  23. Premesso che non mi piace Renzi così come non mi piace nessun politico attuale (infatti non voto), devo però dire che ormai il cambiamento non dipende più soltanto da noi.
    C’è una generazione, quella di chi inizia a lavorare oggi, che è letteralmente incastrata nel sistema, senza vere vie d’uscita.
    Come può cambiare un giovane che vive in città, senza lavoro, senza soldi (tranne quelli dei genitori che lo mantengono), e che al massimo può ambire a lavoretti precari di pochi mesi e sottopagati?
    E’ qui, almeno qui, che la politica dovrebbe fare qualcosa. Invece ci stanno togliendo anche la possibilità di emanciparci dal sistema.

    • non c’è mai stata un’epoca in cui dipende da noi in modo così radicale stefano… nulla più di quel che pensiamo, auspichiamo, desideriamo, potrà avvenire se non agendo direttamente, dentro, prima, e poi fuori.

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