Descrizione di un attimo

Il tempo, tuo, lo spazio, minimo, le quantità di tutto, misurate, il ritmo, che poi è l’insieme di questa misura nello spazio-tempo, perfetto, né veloce né lento, dunque l’armonia, quella dentro in questi giorni di estasi, è tornato il duende, forse non è neppure solo, energia, dovuta anche a questo sole, che da dieci giorni sorge dopo di me e va via prima, ma non delude mai, caldo, si fa per dire, non freddo comunque, il foliage dell’autunno di mille sfumature, dal giallo limone al rosso fuoco, devo capire che alberi sono quelli più colorati, ma per sistematizzare allora: sveglia verso le 6.00, primo caffè, pensiero che va veloce come un lampo, io fermo al tavolo davanti alla grande finestra sul bosco, comincio a intravvedere qualcosa nell’oscurità, attendo l’aurora per riconoscere gli oggetti, forse oggi vedo gli scoiattoli, certamente i gatti, eccoli, miao, poi secondo caffè e fuori, passeggiata nell’alba, poi a scrivere, che la creatività è un uccello raro e timido, che vola via con la coscienza, il sole che mi invade quando spunta dal crinale, il calore dei raggi, scrivo fino verso le 11.00, poi passeggiata fuori, taglio un po’ di legna, poi raccolgo l’insalata e me la mangio, qualche notizia dal mondo, il pomeriggio può andare in vari modi, diciamo che soprattutto correggo, riscrivo, leggo email, aggiorno i siti, poi a correre nell’aria che si fa frizzante, la Liguria non ha una sola fottutissima pianura #porcomondo, ma da su, dall’Altavia, si vede il sole scomparire dietro Vernazza, scena da commuoversi, e a tornare è tutta discesa, accendo il camino, doccia bollente, nudo davanti al fuoco per asciugarmi, perso nella fiamma, poi vino, ancora qualche parola da scrivere, poi la cena, ben fatta, ma proprio fatta bene, poi mi rilasso sul divano, assaporo, poi un po’ di vino, poco, poi un rhum, ma un dito, la misura, il tempo, poco di tutto, con calma, a volte seguendo la tv a volte perdendomi in quel che ho scritto il giorno, un giorno che poi finisce sempre tardi, a guardare un film, a guardare il fuoco, a pensare, e poi il buio, ma l’istante prima la meraviglia, l’incredulità di una giornata impossibile da dimenticare, che non costa niente, che rende tanta vita, e domani, ancora.

 

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64 pensieri su “Descrizione di un attimo

  1. Simone, Nat, Controtendenza e cambiare vita,

    grazie per le vostre risposte.
    Come dicevi tu Simone, ognuno ha la sua scala di valori con le priorita annesse.

    Non penso che togliero il saluto.
    Non l’ho fatto nell’ultimo anno e mezzo e penso non lo faro in futuro.

    Nelle ultime settimane pero ho fatto quel che mi veniva naturale. a volte salutare, a volte no senza preoccuparmi piu dui tanto.

    a me piace tanto una canzone: “quante vite non capisci oppure non sopporti perche ti sembra non capiscan te … e ti senti ad una festa per cui non hai l’invito, per cui gli inviti adesso falli tu…”

    tanto tempo fa io gli ho detto in maniera gentile ma netta e chiarissima quel che non mi stava bene.

    poi mi sembra che la cosa migliore che possa fare e’ stare anche aperto, non fossilizzarmi sui loro atteggiamenti che mi fanno arrabbiare … e se loro vogliono continuare a condurre sto conflitto… beh li lascio stare nel loro brodo se ci si trovan bene.

    Per me e’ pero importante la mia liberta e che i miei famigliari vengano rispettati. Per questo sono pronto a rimettere paletti precisi. L’ultima volta che pero ho parlato chiaro devo avergli fatto talmente paura che evitano il contatto diretto (anche solo il guardarsi negli occhi)…

    Probabilmente alla fine il tempo guarira quel chee si puo guarire o mettera in luce posizioni un po ostinate svelandole l’irragionevolezza.

    Non cambiero casa per una serie di motivi:
    -vicinanza comunque di persone sane con cui ci si capisce bene pur nella diversita
    -posizione vicina ai miei amati boschi e colline
    -posizione strategica che mi permettere di non perdere tempo in auto
    -perche mi sento nettamente piu forte e stabile di questa coppia di vicini che seppur sgradevoli, mi sembra di poterli all’occorrenza spazzare via con una scorreggia leggera leggera.

    Comunque una delle cose che faccio che fa piu innervosire gli altri sembra essere il fatto che io passo molto meno tempo in ufficio di loro. in genere lascio casa alle 9:20, faccio una lunga pausa pranzo in cui spesso sono a casa con mia moglie e torno a casa prima delle 5.
    Questa e’ la cosa che, con frecciatine o scritiche sempre molto indirette, criticano di piu.

    Comunque grazie delle vostre risposte, il leggerle e il pensarci su e’ un aiuto a capire un po di piu quel che si vuol fare.

    Saluti,
    Marco

    p.s. poi la storia del partire dall’altro mi sembra valida per tutte le dicsione su cose che ci stanno a cuore

  2. @Controtendenza Da sempre sosntengo che non sono gli altri ad essere sbagliati ma noi a non saperli accettare. Le persone sono fatte a loro modo, c’è un motivo per come sono e come si comportano, saperle accettare è la più grande forma di intelligenza sociale.

  3. mi scuso per OT…

    questa mattina sul fatto è descritto per bene come il Farinetti gestisce
    il personale delle sue aziende ( Eataly: 8 euri lordi/ora e contratti precari…)

    Mi è venuto in mente quando lo hai preso come riferimento nel programma su rai5 un’altra vita….

    ciao

    giulio

  4. A proposito di maturità e immaturità, io ho “maturato” questo concetto: “non c’è nulla di quello che desidero che non posso permettermi”. Questo pensiero mi aiuta a restare ogni giorno immune agli attacchi del sistema e contemporaneamente mi sprona a fare quello che desidero e ritengo giusto; Ovviamente posso migliorare …

    Ciao.

  5. Scambio su facebook, che riporto perché trovo che dica qualcosa di concreto su cosa penso e cosa accade a volte (troppo spesso) nella comunicazione:

    Gabriele ‘Asbesto Molesto’ Zaverio, dice:
    chiacchierano tutti di SOLDI e mai di STAR BENE, di qualita’ della vita…

    Fabio Mancinelli, risponde:
    beh, diciamo che in molti casi esiste una correlazione tra le due cose

    Simone Perotti, a sua volta dice:
    Ecco Fabio Mancinelli, dopo quello che hai scritto come commento ad Gabriele ‘Asbesto Molesto’ Zaverio, mi piacerebbe sapere che progresso abbiamo fatto, mi piacerebbe che tu proseguissi, ci dicessi, dunque, qual è il programma di lavoro oggi, domani, nel prossimo anno, dettagliato, ispirato allo stare bene attraverso il suo collegamento coi soldi, come tu sostieni, però non un concettino così, un disegno intero, articolato, credibile, che altri potrebbero provare a seguire per vedere se effettivamente su quella pista si può stare meglio, essere più felici, più liberi. Puoi farlo? Perché altrimenti sa un po’ di “la butto lì”, senza costrutto, senza sogni, senza alternativa. Denaro e felicità sono collegati, cioé quello che si dice da sempre “i soldi danno la felicità” e i più furbi “non danno la felicità ma l’aiutano” ah ah, bene, bravi, che bella battutona, però io mi sento come prima, identico, anzi, un po’ peggio… e vorrei capire come usufruire della tua mente, della tua esperienza invece, e con questa frasetta invece non ci riesco, non faccio un metro in più, e allora mi viene un po’ di sconcerto, perché forse potevamo anche non scriverla quella frasetta, forse è un piccolo atto di terrorismo ripetitivo, di inadempienza intellettuale, e allora vorrei che magari ci ragionassimo su, perché io voglio andare avanti, non indietro, voglio scoprire, non constatare, voglio evolvermi, non diventare involuto, svilupparmi e non ripiegarmi… pensi sia possibile? ma lo dico dal cuore, attenzione, con la massima sincerità e trasparenza, senza polemizzare, però senza neppure rinunciare a dire quel che quella frase mi suscita…

  6. Le giornate così vuote di ‘devo’ diventano meravigliosamente piene di noi , il tempo sfugge alla misurazione, si moltiplica e si dilata senza soluzione di continuità in una nuova alba , in un nuovo tramonto …. fino al prossimo ‘devo’ ritmato da altri .
    Mi è tornata voglia di rileggere questa bellissima poesia

    Istanti

    Se io potessi vivere un’altra volta la mia vita
    nella prossima cercherei di fare più errori
    non cercherei di essere tanto perfetto,
    mi negherei di più,
    sarei meno serio di quanto sono stato,
    difatti prenderei pochissime cose sul serio.
    Sarei meno igienico,
    correrei più rischi,
    farei più viaggi,
    guarderei più tramonti,
    salirei più montagne,
    nuoterei più fiumi,
    andrei in posti dove mai sono andato,
    mangerei più gelati e meno fave,
    avrei più problemi reali e meno immaginari.
    Io sono stato una di quelle persone che ha vissuto sensatamente
    e precisamente ogni minuto della sua vita;
    certo che ho avuto momenti di gioia
    ma se potessi tornare indietro cercherei di avere soltanto buoni momenti.
    Nel caso non lo sappiate, di quello è fatta la vita,
    solo di momenti, non ti perdere l’oggi.
    Io ero uno di quelli che mai andava in nessun posto senza un termometro,
    una borsa d’acqua calda, un ombrello e un paracadute;
    se potessi vivere di nuovo comincerei ad andare scalzo all’inizio della primavera
    e continuerei così fino alla fine dell’autunno.
    Farei più giri nella carrozzella,
    guarderei più albe e giocherei di più con i bambini,
    se avessi un’altra volta la vita davanti.
    Ma guardate, ho 85 anni e so che sto morendo.
    Buona giornata!Cristina

  7. Va bene tutto:cambiare casa, mantenere la privacy etc.etc.. Però un saluto, un buongiorno,un buonasera, non si negano quasi a nessuno. Tanto meno se si tratta di persone soltanto un po’”impiccione”, con le quali abbiamo condiviso, anche piacevolmente, una piccola parte della nostra vita. Non è buonismo ma semplicemente dare un valore alla buona fede se c’è.
    Che ne pensate…la risposta di Simone mi è sembrata troppo brusca.

  8. Simo, ogni volta che ti leggo sbircio con la coda dell’occhio le righe che mancano alla fine del pezzo e mi rassicuro se ne mancano tante…e mi sento triste quando le ho finite quasi tutte. Sai quelle cose belle che vorresti perpetrare, prolungare nel tempo? Questo pezzo è poesia. Meraviglioso. Grazie.

  9. in questa epoca dove tutti corrono in continuazione, vivere lenti è la cosa più rivoluzionaria che si possa fare; altro che no global o forconi

  10. Ciao Simone, ciao a tutti,
    premetto che è la prima volta che scrivo qui, ma ti/vi seguo, da un po’. Mi piace leggervi, mi piace emozionarmi, mi piace avere i brividi quando ‘ascolto/sento’ ciò che posti. Io sono giovane, ma credo in ciò che dici, e spero un giorno di realizzare e avere anche un po’ di quella vita che tu racconti. Tempo, ci vuole tempo. Però, poi, non capisco! Mi sforzo, ma non capisco. Perchè della gente debba impegnarsi a criticare, non con due parole, ma con tanto miticoloso impegno, la vita di un altro. Siamo così tristi, da non pensare alla nostra ‘triste’ vita, da volerci imbattere in quella di un altro. Qual è il ritorno, quale il premio, cosa ti rende felice in tutto ciò?
    Ognuno è libero di vivere la vita che vuole.
    Cos’è che ti sta togliendo Simone?
    Credo nulla, anzi.
    Ilvo FATTI UNA VITA, e sii felice.

    Buon cammino a tutti.

  11. A me il commento di Ilvo ricorda un po’ il tono di Crozza quando prende in giro qualcuno. Molto divertente, quindi.

    Non mi sembra un demotivatore, una persona negativa né un vampiro o un egocentrico. Nessuna di queste cose. Le sensazioni che ho mentre lo leggo sono due: di rassegnazione e di immaturità. Non voglio dire che sia una persona immatura (non mi permetterei mai visto che non lo conosco), dico solo che ha l’atteggiamento che moltissimi hanno e che moltissimi di noi hanno avuto almeno una volta nella vita o prima di un percorso di cambiamento che per qualche motivo a un certo momento si è attivato…

    Immaturità per me significa non essere ancora pronti, sentirsi imprigionati senza pensare a eventuali spiragli di fuga. Ma è proprio quello che il sistema in cui viviamo ci ha insegnato! Molti di noi erano esattamente così o hanno pensato così chissà quante volte.

    Il discorso dei soldi, del computer e degli operai per costruirlo è vero. Certo che è vero. Solo che è, in quello stadio di “maturità”, vero in modo assoluto, definitivo, senza vie d’uscita. Ed è prodotto da un punto di vista quasi “infantile”, puro, semplice, bello direi, autentico: o è tutto nero o è tutto bianco. O sei dentro il sistema e lavori 12 ore al giorno a fare qualcosa che non ti piace, strangolato dal traffico, dai debiti e da consumi inutili oppure te ne stai nel bosco come Thoreau per tutta la tua vita, vivendo in una tana, mangiando bacche di ginepro e fiori di tarassaco, lavandoti con l’acqua delle pozzanghere e coprendoti con foglie di fico.

    Ecco. Queste sono le due possibilità per essere coerenti e per potersi permettere di parlare.

    Il punto è che questo, Ilvo, nessuno ha mai detto che sia necessario né auspicabile a meno che non si abbia il profondo desiderio di farlo. Per scelta.

    Il punto non sono i soldi in sé ma l’uso sconsiderato che l’uomo ne fa utilizzandoli come strumento di potere, disiguaglianza. I soldi hanno il potere di identificarti, definirti. Ciò che hai e mai quello che sei. I soldi in sé sarebbero anche un’idea intelligente se solo fossimo capaci di pensare un mondo diverso.

    Il punto è proprio questo: iniziare a pensare in un modo diverso. Iniziare a pensare a noi, nel proprio piccolo o minuscolo che sia.

    Pensiamo a noi. Concentriamoci sui nostri desideri e non sui desideri degli altri. Perché devo concentrarmi sul fatto che Simone ha comprato una barca? Io ce l’ho il desiderio di avere una barca? No! E allora? Qual è il senso?

    Se anche avessi le possibilità mi comprerei una barca? No! Ma allora? Qual è il significato?

    Beh ma se avessi i soldi potrei fare questo, quello, e quell’altro ancora che lui ha potuto fare perché aveva i soldi. Questo, in realtà, è vero solo in parte ed è vero per lui ma non per tutti. E’ chiaro che se ho il desiderio di comprarmi una casa e non posso, non lo farò ma pensare a questa impossibilità e al fatto che c’è chi lo può fare, mi distrarrà da moltissimi progetti, sogni, realtà e possibilità concrete che avrò o che potranno presentarsi. E non le saprò cogliere, non farò passi avanti perché li considererò sempre insufficienti, mi sentirò un fallito, perso, inadeguato, inferiore a chi l’ha fatto.

    Quindi io capisco il discorso di Ilvo, l’unica cosa che mi sfugge però è perché non cercare di lavorare su se stessi guardando in modo positivo agli altri. Perché non cercare di capire come e cosa hanno fatto gli altri, come hanno pensato, come hanno risolto quell’impasse, in che modo hanno trovato soluzioni, come vivono e quali scelte hanno fatto.

    Sapere questo mi sarà utilissimo. Mi sfugge questo. Perché non incuriosirsi? Perché non chiedere, conoscere, confrontare? A meno che non si viva bene o benissimo così. Ma dal tono di Ilvo non ho questa sensazione…

    Io sono arrivata in questo blog quando già c’era in atto un cambiamento profondo. Me li vado a cercare i blog come questo, non mi capitano per caso. Ero già, diciamo, interessata, ricettiva, “matura” per osservare e fare… Ero già io in cambiamento.

    Ma si può incappare in un blog come questo solo per caso, di passaggio o per curiosità che non riguardano noi stessi. Riguardano gli altri. E allora il rischio è di non riuscire a capire…

  12. Ciao Simone,
    scrivo per chiedere un consiglio a te e agli altri lettori.

    Ho letto il post sui demotivatori e la sindrome da ddr. L’ho trovato veramente intelligente chiaro e preciso nel descrivere certe dinamiche.

    Tra le altre cose descrive in maniera chiara un conflitto che vivo ormai da un paio d’anni. lo descrivo brevemente:

    -nostri vicini di casa. contatto inevitabile a meno di non murarsi in casa o traslocare (2 cose che non volgio fare).
    -ii abbiamo conosciuti che io e mia moglie eravamo sfiniti da problemi di salute e lavorativi. all’inizio ci si trovava simpatici e si facevano anche parecchie cose insieme.
    -poi col tempo i problemi (forti) di salute son spariti e noi abbiamo ripreso energie che abbiamo riiniziato come e’ stato nostro solito a fare certe cose e prendere certe decisioni un po fuori norma.

    Col tempo abbiamo constatato tantissimi sguardi in cagnesco e critiche su tantissime piccole cose: spesso guarda a caso cose che noi facevamo in maniera diversa e non omologata con loro e col gruppo di famiglie a cui loro cercano di appartenere.

    Dopo tanto tempo e un paio di fatti piu spiacevoli degli altri io ho affrontato in maniera diretta la situazione facendogli notare con calma e toni molto pacati che i rapporti non andvano piu come un tempo e che francamente avrei voluto un po piu di distanza essendo sicuro che col tempo le cose sarebbero andate meglio.

    Come reazione mi son sentito dire di ogni: di averli offesi avendo detto che desideravo distanza e anche piangendo mi hann detto che pretendevano le mie scuse.

    Io da allora ho continuato a non essere scortese e a non guardali storto. Non ce la faccio a mantenere un’arrabbiatura piu di un certo tempo, bisgona pur sempre guardarsi avanti e facendo il permaloso o la vittima non ho mai risolto un solo problema.

    Pero in piu di un anno non e’ cambiato niente. Molti meno contatti (il che non e’ male), ma quei pochi o spiacevoli o cosi ingessati da parte loro da essere imbarazzanti (a volte anche ridicoli).

    Il contatto con loro c’e’ ogni giorno: vicinanza, conoscenze comuni.
    Io un po mi sono abituato pero la situazione continua a darmi fastidio.

    Poi e’ seccante come lei abbia inziato a osservarci cosi spesso dalla finestra. (come puo uno tra l’altro osservare da dietro una tenda sottile con la luce accesa alle spalle pensando di non essere notato?)

    Ma tu Simone (o voi altri lettori) che fate rispetto a questi criticatori che per un motivo o l’altro incontrate ogni giorno?

    scusatemi, come al solito sono stato prolisso. Pero questo mi sembra un posto dove poter trovare consigli interessanti.

    Ciao
    Marco

    p.s. come parecchi di voi, anche io ne ho gia conosciuti parecchi di demotivatori. questi pero ce li ho propio sotto il naso ogni giorno.

    • caro Marco, uno dei miei tanti maestri mi disse, quando ero ancora giovane: “di fronte a un problema tutti cercano la soluzione più economica, o più facile, cioé dal basso. Tu fai sempre il contrario, cercala dall’alto”. Lì per lì non compresi, ma due giorni dopo avemmo un problema di lavoro e lui mi diede un saggio di cosa intendeva. C’era una persona importante da far arrivare necessariamente a Roma, rapidamente, con certezza assoluta che arrivasse davvero. Io cominciai a formulare le ipotesi più plausibili, ma lui mi fermò: “parti dall’alto” “cosa?” “vuoi essere certo di risolvere il problema davvero? parti dall’alto, dalle maggiori certezze, e se non puoi, se costa troppo, scendi” Io lo guardavo un po’ basito, e lui mi fece un esempio: “Prima ipotesi, compro una compagnia aerea così posso fare quello che voglio. Soluzione? Assicurata? Costo? Troppo alto. Secondo: affitto un aereo. Terza affitto un elicottero…”.

      Quell’episodio e quell’insegnamento mi colpirono e da allora non ho più dimenticato la morale: la soluzione di un problema dipende da quanto vuoi essere sicuro di risolverlo. Puoi cominciare dal basso a trovare soluzioni, dunque spendendo il minimo, col minimo sforzo, ma chissà se lo risolvi. Forse basterà, forse no. Oppure se davvero lo vuoi risolvere, parti dall’alto.

      Ti dico questo perché io ho fatto di tutto, anche cambiare casa, di fronte a un problema del genere. La pressione e il fastidio e l’amarezza che danno spesso le relazioni condominiali, o comunque di contiguità sono tali, per me, erano tali…, che sarei stato disposto a tutto. E infatti cambiai casa, e feci di tutto anche per riuscire a vivere dove nessuno mi guarda e dove io non do noia a nessuno. ci sono cose molto importanti nella vita, una di queste è la privacy, la libertà in casa propria, la libertà di fare dire, ascoltare musica etc. Ovviamente dipende da ognuno di noi, ognuno ha le sue scale di valori.

      Riguardo ai tuoi amici io toglierei saluto a tutti quelli che mi stanno antipatici o che non condivido, cambierei aria e giro, contatti zero. Non vado dove c’è gente che mi dà noia o mi sta antipatica. A costo anche di cambiare casa, se necessario.

  13. Simone, tu non sei solo. E’inutile che qualcuno te lo dica, lo sai meglio di chiunque altro, che la tua fedele compagna di vita è la scrittura.
    Buona giornata.

  14. Se, invece di perdere tempo ad importunare Simone, Ilvo, mettessi queste energie in un progetto tuo, potresti fare grandi cose. Tre anni di messaggi, mail, ma sai quanto avresti potuto realizzare usando meglio questo tempo?! E’ la tua vita, pensaci, non vale la pena perdere tempo ad importunare le persone, non sortisci alcun effetto, e ci rimetti solo tu, in tempo e salute.

  15. come fai a dire che non li cita:

    Liberamente tratto dal testo di Ilvo:

    “Che bello, è proprio tempo di dire Adesso basta……noooooo cacchio, mi è scappata la prima marchetta al libro…”
    “se poi qualche maschio invidioso mi scrive ne approfitto e gli piazzo la domandina “Dove sono gli uomini?”, altra marchetta, tiè!”

    • Ma no Giulio, facevo finta astutamente che non li citasse cosi’ ho potuto mettere il link dei miei libri. Capito, la volpe del marketing a cosa arriva!?

      (Scherzi a parte, avevo letto veloce, non me lo ricordavo che li citasse. E comunque ne ho scritti 10 e ne cita solo 2, micragnoso…)

  16. Ciao Simone,
    ti aspetto volentieri per fare due chiacchiere e magari bere un bicchiere assieme, un bicchiere “di quello buono” come si dice da queste parti, magari giusto al tramonto.

  17. Buongiorno,
    si può dire tutto ed il contrario di tutto, sviscerare un concetto o un fatto da varie angolazioni. Ognuno di noi (spero) ha un cervello regalatoci per pensare liberamente e per trarre le proprie conclusioni.
    A volte i ragionamenti sono più semplici di quello che ci si può immaginare.
    Nel “messa in scena” della nostra vita le emozioni diventano attimi di suprema e rara consapevolezza, e Simone che scrive liberamente sul suo blog regala a se stesso e ad altre persone, soprattutto sconosciute, riflessioni acute e sensazioni appaganti. Perché cercare sempre il marcio o dover sovvertire a tutti i costi un concetto ?
    Se invece di accendere la tv sul primo programma “imposto” da canale 5, attivamente cerchiamo un articolo di Simone o altre letture di nicchia sul web, un motivo ci sarà.
    Poi è chiaro che il sistema capitalistico ha creato un pc, che il rhum è stato importato inquinando, o il caffè è stato prodotto con il lavoro di un minore, ma non è questo il punto.
    Contestualizzare i ragionamenti è uno sforzo necessario per accrescere le nostre capacità.
    Il punto dell’articolo di Simone viaggiava su altri lidi e chi ha colto è rimasto appagato, e questo è l’importante.
    Saper cogliere l’essenziale e assaporare l’infinitamente piccolo ci libera da tante schiavitù e chi è più libero è più vivo.

  18. Odio, ingratitudine, arroganza, presunzione, superbia e vanità … Nessuno ha diritto più di Simone Perotti di parlare di questi concetti, lui è il Maestro, lui sì che li conosce bene, chi meglio di lui?
    Io non posso odiare nessuno, non ho questa facoltà, io sono nessuno.

    • Ah, ok… tutto svelato, chiaro tutto adesso.

      Ilvo, che pubblica questo simpatico elenco di doti che attribuisce a me, in realtà è uno dei miei stalker (ne ho avuti 3 in totale, di cui due denunciati alla polizia postale), che per una volta, nel post di cui si sta commentando, aveva rinunciato a scrivere offese e insulti come al solito e aveva scritto, con nome diverso, un pezzo polemico e patetico nei contenuti ma almeno divertente nella forma e nel ritmo.

      Dunque nessuna esegesi particolare per capire chi è etc. Solo un disturbatore ossessionato non so perché da me. Pensate che sono tre anni che mi scrive post che io non leggo neppure più (so cosa contengono) e non pubblico (ovviamente). Pensate che maniaco…

      Vabbè, speravo che dietro ci fosse qualcuno pseudo normale. Peccato.

  19. Cmq bisogna ammettere che il pezzo di Ilvo fa ridere eh… bravo Simone che non l’hai censurato. Non credo ci sia nulla di male nel promuovere se stessi, e non credo, Simone, che serva nemmeno controbattere insinuando che Ilvo viva d’invidia o che viva male, ha semplicemente espresso la sua opinione, che vale quello che vale, è chi la legge che gli da diversa importanza in base a come viene “colpito” da quello che dice.

    La “pubblicità” intesa anche come social marketing (concetto che molti non sanno nemmeno decifrare) non è una cosa sbagliata, anche vendere un’immagine di se è normale, anche se si colgono (come in questo post) prevalentemente gli aspetti positivi e anticonformisti.

    Di qualcosa bisogna vivere, se si vuole vendere libri serve pubblicizzarli assieme a se stessi, se si vuole portare la gente in barca l’estate, il servizio deve essere pubblicizzato, conosciuto. Anche fare propaganda di se stessi, del proprio personaggio, fa parte del gioco, è perfettamente normale e, lo ripeto, non è sbagliato, credo che nessuno qui sia così ingenuo da credere che il marketing non abbia a che vedere con la decrescita di Simone.

    Tuttavia c’è grande differenza tra pubblicizzare qualcosa di onesto e utile, e fare propaganda di cose inutili, controproducenti, truffaldine.

    Il sistema fa schifo, ma questo non significa che non si possa sfruttarlo comunque, pertanto, ben vengano le risate per i post come quelli di Ilvo, ma nulla di nuovo o rivelatorio, sotto il sole.

    • Cambiare Vita, certo, e quello è il lato riguardante me, che largamente condivido. Io mi riferivo all’analisi di quel che riguardava lui, e anche di questo silenzio, ha postato una cosa, poi scomparso. Sta leggendo, frigge da qualche sentimento, chissà, narcisistico piacere, oppure paura… questa vita in contumacia, in grado di esistere SOLO in quanto schizza veleni di varia tossicità, nulla mai di manifesto, fronte alta, mento alto, nome, cognome, fotografia, un progetto che prescinda da tutto, uno sforzo per realizzarlo, un orgoglio nel poter dire “ce la sto facendo, ce la metto tutta” col cuore sereno, leggero, di chi tenta, con il piacere minimo eppure massimo di non avere pesi sulla coscienza, pesi sul cuore, di poter dire che quella cosa si chiama vita…

      Tentavo dunque di andare oltre, anche per questo l’ho pubblicato. Le cose non riguardano me, in quel post. Io so dove sto, so dove vado, per quanto possibile, non mi spostano neanche di un millimetro questi attacchi, anzi, mi fanno bene, se ne ciba il mio titanismo, che è anch’esso una componente dell’energia, della piccola epica della vita (quella di “venite pure avanti quelli col naso corto”), no, io mi riferivo a lui, mi incuriosisce questa vita da maniaci, da estensori di lettere anonime, da spie che spostano la tenda con due dita per vedere di riescono a beccare il vicino con l’accappatoio aperto, da delatorucoli, da cittadini dell’ex DDR… la loro microdimensione desta la mia curiosità di entomologo della vita…

  20. Ciao Simone,
    un grande saluto dal tramonto di Vernazza che in questi giorni, visto da un piccolo orto in riva al mare, è quanto di più rilassante ed al contempo emozionante

    • Daniele, accidenti, un orto a Vernazza… ci pensavo ieri, devo venire a vedere il tramonto una volta… chissà che meraviglia…

  21. Molto interessante davvero la teoria sui “demotivatori”.
    Però se ci pensate non è che Simone abbia descritto un momento fuori dal mondo. Io non sono “scollocata” dal lavoro, però posso lo stesso svegliarmi all’alba e godermela bevendo una tazza di cioccolata o un cappuccino (non amo il caffé 😉 ). O guardare fuori e scorgere i primi movimenti del mondo che si sveglia, ascoltarne i primi suoni. A trovare la voglia, potrei anche infilare le scarpette e la tuta e andare a correre (correre, diciamo passeggiare per evitare un infarto) nei boschi qui intorno. E mi riprometto anche di farlo ogni singola mattina, quando con la coda dell’occhio scorgo la bilancia che mi guarda minacciosa nel bagno. Però poi la pigrizia prende il sopravvento, prendo la latta di vernice e il pennello e mi metto a costruire una mensola per la cucina.
    Chiunque, sul balcone o in un pezzetto di giardino, può piantare l’insalata da gustare appena colta. Chiunque può mettere per iscritto i propri pensieri, su una pagina di word, o con la classica carta e penna. Non tutti possono scrivere un romanzo, ma neanche tutti possono cantare la Traviata. Quindi?
    Il fatto è che tutti noi possiamo fare queste piccole e semplici cose: basta alzare il sedere dal divano o dalla sedia, basta spegnere i pc o la tv, basta smettere di pensarci e agire.
    Solo che a volte non ce ne accorgiamo, ci sembra davvero tutto impossibile.
    E ora diamo inizio alla settimana!

  22. No Fabio, mi riferivo alle piccole provocazioncelle internettiane, che fanno da merdine nel frullatorino di questa epochina (e-pochina, nomen omen) in cui nessuno ha un cazzo da dire ma lo dice così convinto, così violentemente, sempre ben protetto dal suo anonimato inviolabile… è carino perché di persona tutto questo non esisterebbe, nessuno andrebbe a casa di un altro sentendo che qualcuno ne parla male pubblicamente a dirgli “è un po’ una caricatura parlare male di questa casa” che in italiano corrente, neppure colto, vuole dire “un po’ quel che si dice è vero, con qualche esagerazione che tuttavia dice cose vere, perché questa casa un po’ brutta effettivamente è”. Il coraggio di essere sarcastici vis a vis nessuno ce l’ha, tutti brave hearts in ologramma. Ma su internet il vuoto, l’acredine, il livore, l’invidia, e come dice il pezzo che ho segnalato sotto “il senso di inferiorità” fanno fare queste piccole o grandi provocazioni, delle scoreggette, per dirla alla Grillo, per vedere se l’altro fa il demos e risponde con laico distacco oppure se riesci a farlo uscire dai gangheri. E’ un po’ un campetto di merduccia da piccola sottocultura della provocazioncella, una cosa poco utile, evitabile, che ci rallenta, fa da zavorra, pesa, non offre. Il contrario dunque di quel che penso di fare, che tento di fare, quando scrivo, quando vivo, ma soprattutto quando penso. Tutto qui…

  23. ma infondo chi è che è “del tutto” qualcosa? tu? dai… 😉 poi nel caso di “un po’ normale” quello per fortuna lo siamo tutti solo un po’..

  24. Caro Ilvo, Credo dovremmo tutti essere impegnati in questa vita a cercare di imparare a proiettare il pensiero verso il luogo del nostro desiderio, verso gli esseri che ci sono cari, verso le persone illuminate di Luce e di Amore che abbiamo la fortuna di incontrare lungo il nostro cammino. Invece di limitare il nostro pensiero ai turbamenti della vita, dovremmo trovare la nostra via per renderlo luminoso, portatore di vita e di speranza per coloro che ci circondano. Se ci si provasse con sincerità d’animo, anche fosse solo durante un’ alba o nell’ osservare di notte una stella cadente si resterebbe sbalorditi dei risultati. La potenza del pensiero è una cosa reale, proprio come l’erezione cui accenni tu. Tutti siamo coscienza e pensiero, energia di creazione. La coscienza ed il pensiero si uniscono per creare. In tutta la creazione, come in ogni vita, c’e un continuo rinnovo delle energie, bisogna che ci sia un desiderio costante di andare sempre più avanti nella conoscenza, nell’amore ed anche nel desiderio di dare, di creare la bellezza e la perfezione. L’amore è un’energia che si rigenera continuamente. Se solo tu volessi canalizzare il tuo pensiero verso il tuo desiderio forse potresti iniziare a cogliere ed ad amare negli altri ciò che oggi non riesci a cogliere ed ad amare di te stesso. Comunque hai fatto tanto ridere anche me! E di questo ti ringrazio… :o)

  25. lo dicevo a qualcuno quella sera quando eravamo a cena, ci sono tutta una serie di persone che allo stesso tempo ti “odiano” e ti “amano” più di qualsiasi altro tuo sfegatato fan! 😀

    Post stupendo Simò… ma immaginarti nudo davanti al camino… 😛

  26. Le cose che sottolinea ironicamente Ilvo le sappiamo già, avendo letto i libri di Simone. Credo che nessuno qui dentro pensi che Simone si sia costruito la casa gratis o che viva come un eremita.

  27. Il post di Ilvo mi ha fatto sorridere. Per l’ironia certo, ma anche per l’ingenuità. Il suo messaggio dimostra due cose: la prima, non ha letto i tuoi libri, o se l’ha fatto, non ha compreso in profondità lo scollocamento, la seconda, il suo attacco ironico è la prova del suo fallimento (si può fallire a partire o ad arrivare… chissà qual è il suo caso). Tanto è forte il suo desiderio di essere come te, almeno dal punto di vista dell’equilibrio, che l’ha spinto a scrivere un inutile, lunghissimo, commento. Tanta energia, tanto talento, sprecati per niente. E’così che passiamo la maggior parte delle nostre giornate… indirizzando male la nostra energia e sprecando tanto fiato…

  28. no quale pazzo…dal modo di scrivere e da come sono costruite le frasi sicuro che pazzo non è… e poi è pure divertentissimo da leggere. non commento però.

  29. Mamma santa mi sono venuti i brividi quando ho letto il post di Ilvo, ho avuto l’impressione di leggere le righe scritte da un pazzo. (Ma perché pubblichi queste cose Simone?)

  30. Descrizione di un attimo

    Il tempo, mio, lento, giusto, da quando mi sono scollocato, ho cambiato vita, e adesso d’inverno al mattino appena sveglio invece di alzarmi a fatica e andare in bagno come tutti, sono già davanti la finestra con il caffè in mano a scrutare l’orizzonte. Che bello, è proprio tempo di dire Adesso basta……noooooo cacchio, mi è scappata la prima marchetta al libro. Vabbè, dicevo, io godo del mio tempo lungo perché mi sono scollocato, mica come quei pavidi del sistema, tzè! E non avevo agevolazioni, né facilitazioni nel far questo.
    Come dici? La casa nella quale vivo l’ho comprata grazie ai soldi guadagnati in vent’anni di lavoro nel sistema? Si, ma che c’entra. Dai ragazzi adesso non ricominciate….Lo so che vi farebbe comodo credere che io sia stato un manage…ehm…..Dai su, non mi interrompete che devo concentrarmi per dare l’effetto vita da sogno.
    Dicevo, sono alla finestra, col secondo caffè bollente, momento perfetto, uno scoiattolo corre furtivo sul tronco dell’albero, neanche fossi a Central Park, il sole deve ancora sorgere, ma io non ho freddo, perché come nelle migliori pubblicità il camino al mattino è già acceso, e poi io dormo con l’incerata da barca…. – Cacchio ho detto barca!! Noooooooo, non lo dovevo dire, da l’impressione che io sia benestante, quando invece si sa che le barche si pagano da sole….. e poi mentre io sono qui a fare il naif gli operai saranno già diretti al cantiere a farsi il culo per ripararmela, poveri loro, ancora schiavi del sistema, però che bravi, e poi pagherò con i soldi della colletta, mica con i miei!, sono proprio furb….ehm…volevo dire, che gentili che siete, che commozione! Dicevo, dopo il secondo caffè, non certo quello prodotto dai contadini boliviani sottopagati che non vogliono scollocarsi, ma auto prodotto da me in un orto sinergico di Portofino, esco fuori, faccio una seduta veloce di Pilates sulla guazza gelata che tonifica i glutei, e poi di nuovo dentro, a struggermi tra le sudate carte del mio nuovo libro, “Nothing is Impossible”.
    Scrivo fino verso le 11.00, con il mio portatile…..nooooo cazzo, non dovevo dire portatile, che poi si capisce che ne ho uno proprio grazie a quelle centinaia di operai che lo hanno costruito, assemblato, insomma quei soliti schiavetti del sistema….
    Dai su ragazzi, scollocatevi, che si può lavorare 3 ore al giorno guadagnando la metà, e con quei pochi soldi acquistare casa e barca, che come tutti sanno si costruiscono da sole e si pagano da sole e si riparano da sole…..Dai su, non difendete il sistema a tutti i costi, io ho la formula per cambiare vita, per riformare il sistema, e abbattere il capitalismo, e il consumismo, e la povertà…..chissà perché fino ad oggi nessuno ci ha pensato???….ma certo! se sono tutti nel sistema….gli piace essere schiavetti….
    Comunque dicevo, poi esco fuori, passeggio come un flaneur parigino per i 4 ettari di bosco di cui sono l’esclusivo proprietario, e mi chiedo se le mie opere verranno un giorno inserite nella collana I Meridiani….D’altronde, ci è riuscito perfino Gabriel Garcia Marquez, perché io non dovrei?! Taglio qualche ciocco di legna per scaldare la mia umile dimora di quattro piani, poi raccolgo qualche foglia di insalata e qualche bacca spontanea, e le assaporo lentamente. A me bastano, anzi a volte mangio solo due bacche e bevo un sorso di acqua di ruscello.
    Rinfrancato da questo caldo pasto, mi accingo a trascorrere il pomeriggio. Nessuna pennica, in bagno ancora non sono andato perché altrimenti, come ricorderete, svanisce l’effetto sogno, quindi niente piatti da lavare…. Di nuovo a scrivere con il pennino e il calamaio, alla fioca luce della mia candela, poi un po’ di social media marketing, twitter, facebook, che devo promuovere la mia immagine di eremita a vela, se poi qualche maschio invidioso mi scrive ne approfitto e gli piazzo la domandina “Dove sono gli uomini?”, altra marchetta, tiè!
    Finalmente mi concedo una corsetta nei boschi come il vecchio Rocky Balboa. Poi doccia bollente, e mi piazzo nudo come un adone davanti al camino, e in preda ad una vigorosa erezione mi perdo nell’immagine riflessa di me…..Sono Grande e Indimenticabile!
    Cazzo devo ancora cenare, non ci vedo più dalla fame, che da stamane sto con due caffè e un’insalata….E adesso che mangio??? Attenzione che qui rischio di perdere l’effetto eremita francescano, quindi?? Cosa dico?..mmm….Va bè, oltrepassiamo. Dopo cena, preparata con cura, un dolcetto d’alba…..No cacchio, che quello costa, e io ho detto che vivo con meno di 4 euro al giorno. Machissenefrega, sai che vi dico, io mi faccio pure un rhum d’annata, poco, il giusto, perché tutto deve dare l’impressione di essere perfetto, in armonia, con luce soffusa, magari poi anche un amaro montenegro sapore vero, e poi mi rilasso davanti alla tv con una sigaretta, e mi perdo di nuovo nei miei scritti, a pensare, a vivere, nel buio e nel silenzio, a controllare i commenti dei miei fans. Che giornata indimenticabile!
    Insomma adesso vi è venuta voglia di seguirmi, di comprare i miei libri #AdessoBasta o di vivere il mio sogno venendo in barca con me?! Che vita da sssogno…..
    🙂

    • Ilvo ti ho scritto email per verificare se era email fittizia. Non ho ricevuto risposta né messaggio di errore. Non so. Ho pubblicato comunque il tuo post perché è molto ben scritto, mi ha fatto ridere, e perché dentro c’è tantissima roba interessante sul livore, l’invidia, la visione cinica e disincantata che si può avere sulla vita. Dietro le risate (mie) è affiorata anche l’amarezza (lieve) per come vivi male con questo pensiero e questo approccio. Ma ognuno si ammazza come vuole. ciao.

  31. Che bella sensazione di armonia, serenità e calore ho provato leggendo questo post. Ho sentito il profumo del caffè, il miagolio dei gatti, il tepore del sole, il pungere dell’aria frizzante, il calore del fuoco, il sapore del vino… Bravo Simone, hai tutta la mia ammirazione!

  32. Sembra che il sabato mattina sia stato di ispirazione per entrambi.
    Se permetti, copio/incollo una cosa che ho scritto ieri. Decidi tu se ti va di renderla pubblica.

    E’ sabato mattina: apro gli occhi ed è tutto buio fuori. Da quello che trasmette la radio calcolo velocemente che siano da poco passate le sei.

    Una parte di me esulta per il fatto di poter poltrire fino a “tardi” (il mio concetto di tardi è un po’ particolare) visto che è l’unica giornata di riposo della settimana lavorativa, mentre la parte più istintuale di me mi invita ad alzarmi perché l’alba è il momento migliore per godersi la “pioggia” di Geminidi.

    Confesso che ho avuto più di un momento di perplessità dove la voglia di tirare il piumone fin sopra la testa ha quasi preso il sopravvento. Ma…

    Con un gesto pseudo-atletico (fantozziano), nel buio, afferro quella improbabile giacca di pile che uso come vestaglia, infilo le pantofole ed esco sul balcone.

    Istintivamente alzo gli occhi dove ieri sera avevo salutato Giove e Orione e dove presumo fossero le Geminidi. Solo che lì, verso est, il cielo non è più lo stesso. Memorie lontane, di scuola media, mi fanno venire in mente che la Terra ruota intorno al suo asse e così – ruotando intorno al mio – mi sono messa a cercare i miei punti di riferimento.

    Il cielo dell’alba è molto diverso dal cielo del tramonto: ci sono molte più stelle e io sono una pessima astronoma. Una parte del tetto mi impedisce la visuale, come se non bastasse.

    Scendo, in vestaglia e pantofole, nel cortile del condominio, fin dentro il prato e, mentre volgo gli occhi (licenza poetica) verso Ovest, lato montagne, ecco lì una bellissima e lenta scia luminosa che mi fa l’occhiolino. Perché il bello di queste Geminidi è che si fanno davvero guardare, non hanno fretta di sparire lasciandoti nel dubbio dell’illusione ottica.

    La mia sinusite, intanto, minaccia di farmela pagare e so che manterrà la “promessa”, perché la cervicale la spalleggia.

    Sempre con il naso all’insù, risalgo in casa, rischiando di rompermi l’osso del collo sulle scale buie e, molto velocemente per non perdermi neanche una stella cadente, afferro 2 sciarpe che avvolgo intorno alla testa e un’altra giacca di pile. Dentro di me so di assomigliare a Eduardo De Filippo nella scena d’apertura di “Natale in casa Cupiello”. Torno fuori, mi apposto con la pazienza di un pescatore di trote, ed ecco che ne arrivano altre tre nel giro di pochi minuti. Rientro e preparo una tazza di latte caldo e cacao per riscaldare le mani, prendo la poltroncina pieghevole e mi metto comoda al riparo dalla gelida brezza mattutina.

    Ranicchiata sulla poltroncina, avvolta nelle mie sciarpe e la testa appoggiata alla ringhiera del balcone, guardo passare le stelle cadenti: mai viste tante in così breve tempo. Ne conto almeno una decina.A est, dietro le mie spalle, il cielo comincia a schiarirsi. Tutto intorno è silenzio, a eccezione della voce del torrente in sottofondo.

    “Ancora una” penso tra me “e poi vado via”, e mentre formo il pensiero ecco una scia lunghissima e luminosa. E non riesco a rientrare in casa, perché penso che la prossima potrebbe essere ancora più bella.Così i minuti passano e il cielo diventa sempre più chiaro mentre le stelle scompaiono nella luce. Auguro buona giornata al cielo e alle Geminidi e, mentre sto per chiudere la porta finestra, ecco una coda luminosa proprio davanti al mio naso.

    Sarà di buon augurio? Lo spero.Buon fine settimana a tutti 🙂

  33. Che poesia…conoscere la tua routine quotidiana è molto interessante per me. Pochi giorni fa mi domandavo quale fosse, avrei voluto chiedertelo; mi domandavo anche quando avresti postato un nuovo video.
    Guarda caso in un unico post hai risposto alle mie “richieste”, che sincronicità. Grazie tante.
    Paolo

  34. Simone…con queste tue parole.. Con questo tuo meraviglioso video, così vero, così nudo, così pulito, così leale… Mi hai profondamente commossa, emozionata, accarezzata ed ispirata.. La giornata che descrivi e’ quella che sogno di potere accogliere nella mia vita da 30anni, e tu l’ hai dipinta con la magia con cui io l’ ho sognata in tutto questo tempo.. Ora sto ad un millimetro dal realizzare anche io il mio sogno come te… E le tue parole, il tuo viso sotto quel sole così generoso, così caldo, così avvilgente, prendono vita in una forza immensa che mi entra dentro per accompagnarmi nelle mie giornate di ora, nelle giornate ancora da vivere, che mi separano dal mio sogno. Ti sarò per sempre grata di avermi illuminata di quella luce che tu catturi nel cuore in ogni tua splendida alba. Ti auguro sempre luce fervida, forza, la tua fantasia illuminata e la tua meravigliosa capacità di sognare e realizzare i tuoi sogni. Ti sento vicino nell’affetto come un fratello…. grazie.

  35. Non credo che molti di noi capiscano davvero quanto pesante si fa il silenzio quando è vero silenzio. Quanto pesante può diventare la solitudine quando è vera solitudine. Quanto non c’è tempo da riempire, da farcire con qualcosa, qualsiasi cosa…Quando è tutto dilatato destrutturato. Quando sai approssimativamente che ore sono ma non guardi l’orologio. Non hai impegni a cui presenziare per forza. Ma quanto è distante questo tipo di vita da quella a cui volenti o nolenti ci sottoponiamo ogni santo giorno? Prendiamo per esempio il natale…quanti di noi riescono a percepire uno “stato” e non “un modo di essere”?

    • Barbara del silenzio nessuno sa nulla. come della solitudine. sono dei percorsi talmente lunghi e profondi che neppure si immagina. io sono 10 giorni che non parlo, che non sto con nessuno, e ogni giorno è stato un passo ulteriore nel sentiero…

  36. Mitico Simone…..solo ammirazione.

    Una vita, vera, intensa, profonda….vissuta. Ed un esempio per me. Si puo’ fare.

    Grazie Siomne.

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