Quante volte

con Federico Taddia, ad Arezzo (che freddo...)

Quante volte ho detto “ti amo”. Neppure una in cui ho mentito. Che poi ognuno abbia capito, sentito o dimenticato, fa parte della storia. La sua, naturalmente. Sentire fa bene a chi sente, come dimenticare fa male a chi dimentica, non solo a chi è dimenticato. Ricordiamo troppe cose che dovrebbero andare, poche che dovrebbero restare. In questo squilibrio c’è molto da fare, e non vale iniziare dai dettagli. “ma com’è successo?!” Ma come, non ricordi?!” Strano, quel giorno, in quel momento, quella volta che ti sei voltata mentre bisognava stare attenti. Le cose accadono prima, contumaci, quando non c’è nessuno. Le cose migliori avvengono sempre quando non ci siamo. Assenti, dunque, e poi dimentichi. Le cose contano, infatti valgono uno, non zero…

Se c’è una frase a cui mi è sempre piaciuto tener fede, dirla sapendo che era vera, è “sono qui”. Ti riempie la bocca, sa di salsa, lascia un lungo aroma, persistente. Vi è sottinteso “io”, che senza bisogno di dirlo fa ancora più impressione. Nell’epoca degli assenti, in cui ti volti e non c’è mai la scena che pensavi, dirla fa bene a chi la dice, non solo a chi sa ascoltarla.

Io voglio costruire un mondo di gente che c’è. Piccolo eh, che altrimenti me ne dicono di ogni tipo. Ma piccolo non è niente, è solo piccolo, cioè molto più di zero. Che poi, piccolo… bisogna sempre vedere… Il mondo è un fatto di misurazioni. Uno sembra poco, ma poi se quello è convinto sembrano cento.

Se dovessi indire una crociata (che Dio mi scampi) la indirei verso gli inconsistenti, verso chi non dice “sono qui”, e non sottintende neanche “io”. Se non sei qui, mi dici dove sei? Solo per curiosità. Che qui non ti piaccia, ci può stare, ma dimmi allora cosa. Se non lo sai: crociata. Una crociata con vassoi al posto delle armi, tartine preparate bene, da far venire l’appetito. “Ci sono”, infatti, ha sempre a che fare con la fame…

“Tu morirai pugnalato da uno che ti dice ti voglio bene” mi hanno detto qualche tempo fa. E’ possibile. Sempre meglio che vivere di sospetto e cautele, ho risposto. Era come dire “ci sono”, sotto mentite spoglie. Anche lì mi ero fidato, ricordi? Nulla di quello che capiterà mi potrà sfuggire, ecco la mia assicurazione sulla vita. Posso vedere quello che non c’è, ma non perdermi quello che c’è. Sfuggono solo gocce di sangue, e si muore sempre vuoti.

“Quando qualcosa varrà la pena, allora sì che… Vedrai!“. Cosa c’è da conservare, da risparmiare? Teniamo da parte cosa, di tale valore, e per quale momento in cui valga davvero la pena? Quel giorno non verrà. Quel giorno non verrà. Quel gruzzolo è di una moneta che vale solo nel presente. Scade ogni istante, puoi spenderla soltanto ora, va fuori corso dopo un attimo, la guardi ed è diventata polvere. Nulla si può risparmiare. Quando “non ci sei” tutto sta morendo.

 

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22 pensieri su “Quante volte

  1. Ciao Simone…io ci sono ,sono convinta di questo ,il problema è che il mio esserci per le persone a me vicino è scontanto … è normale si sono abituati al mio esserci….ma poi non ci sono più per me stessa ….. ma ci sto lavorando e in questo ultimo periodo sono diventata un pò egoista e adoro stare in casa da sola !!! Ti auguro serene feste e spero che il maltempo non faccia danni in Val di Vara ( ho letto previsioni pessime)….ciao laura

  2. Caro Simone Buon Natale, sì, ti ho conosciuto proprio oggi per caso “navigando” nel mare del web. Sai, non ho modo ora di raccontarti tutta la mia storia, ma mi sento autorizzata a scrivertela -letto brevis- perchè tu la capiresti.
    Anche io come te sto rischiando la pellaccia, anzi tu c’è l hai già fatta, per cambiare vita,intendo non solo il cosa ma soprattutto il quanto, cioè tutto. Tutto per non essere un morto vivente.
    Ex agente immobiliare per 15 anni con discreto successo locale, ex bellezza arrogante sgomitista nella borghesia locale, poi.. Il salto nel vuoto (2007)
    Ho mollato tutto ciò che erano le mie mediocri convinzioni per darmi alla verità che x quanto male, male non fa! Ora studio recitazione , non ho più tutti gli amici di prima e l unica cosa che non ho cambiato è.. la mia firma!! Il resto è troppo lungo, ti giuro che se continuo così vendo i diritti d autore, prenotandomi come protagonista;-)
    Ah, m’è dolce navigar, in questo mar!
    Byebye,Laura

  3. “Tu morirai pugnalato da uno che ti dice ti voglio bene” mi hanno detto qualche tempo fa. E’ possibile. Sempre meglio che vivere di sospetto e cautele, ho risposto.

    A me vivere di cautele mette il nervoso… mi sento impossibilitato a esprimermi e a manifestarmi. E’ l’ennesima gabbia che questa società ci induce a costruirci e che ci trova quasi sempre pronti ad accettare, l’ennesimo buon motivo per cercare di guadagnare una libertà interiore.

    Auguro a tutti un buon Natale, semplificato, silenzioso e distaccato da quella puerile eccitazione consumistica
    da cui prendere le distanze.
    http://www.youtube.com/watch?v=nCEUatm54Ak

  4. Stamattina girando in auto ho sentito questa citazione in radio (non ho visto il film) che mi è tanto piaciuta.
    Ve la lascio come augurio:

    http://www.youtube.com/watch?v=JZJhSap_UxU

    Hey! Non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa. Neanche a me. Ok? Se hai un sogno tu lo devi proteggere. Quando le persone non sanno fare qualcosa lo dicono a te che non la sai fare. Se vuoi qualcosa, vai e inseguila. Punto.
    (dal film “La ricerca della felicità”)

  5. Bella, molto emozionante; tocca corde profonde riemerse con le tue parole, che danno risposte a qualcosa ancora da sciogliere .grazie

  6. Io ho deciso di abituarmici perché questa presenza/assenza la avverto continuamente da parte di tutti. Famigliari, compagni, amici; figuriamoci conoscenti !Ammetto di essere troppo sensibile ed empatica per cui sento TUTTO e IMMEDIATAMENTE e non sempre è una gran cosa quando ci sono i sentimenti di mezzo…Il fatto è che esserci, sempre, come umilmente ritengo di fare, comporta uno dispendio di energia pazzesca per riempire vuoti che dovrebbero invece colmarsi in armonia tra i presenti. A me stanca stare con la gente, lo dico davvero senza presunzione e non perché mi ritenga meglio, anzi! Mi stanca perché sono sempre presente e allora ho davvero bisogno di ricaricarmi stando da sola,senza contare che a volte vengo pure un po’ criticata per essere “troppo impegnativa”! Mi sono stancata di cercare persone come me, o forse non è detto che questa sia davvero la migliore forma di comunicazione, di presenza, ho deciso che accetto che gli altri siano come vogliono essere e io starò con loro per il tempo che riesco. Poi me ne torno da me. P.S. e da quando lo faccio, di limitarmi, non se ne è accorto nessuno ! Perché loro non ci sono, sempre.

  7. Teniamo da parte il servizio “bello” per la domenica con i parenti. Per interpretare per bene il nostro ruolo. Per recitare una parte che chiusa la porta, usciti tutti, ti butti sul letto e senti una stanchezza mai provata. Quella di non sentirti a posto. Di non essere nel TUO posto. E allora ti affanni in una ricerca così improduttiva e senza risultati, che quando alzi la testa e ti volti indietro non vedi nessuno. Il progetto di un “piccolo mondo” di gente che c’è mi entusiasma moltissimo. E vorrei farne parte, vorrei partecipare, vorrei appunto esserci. Senza fretta. Senza ansia. perché “ci sono”. Barbara

  8. Buon Natale a tutti. A Simone che ha ideato questo bel Blog, a chi c’è e a chi non c’è. A chi è solitario e a chi lo è meno.

  9. Ciao Simone,
    riflettevo l’altro giorno….
    Spesso si afferma: “sono dell’idea che valga molto di più la qualità di tempo trascorsa insieme piuttosto che la quantità”.
    Questa frase in un rapporto non ha senso.
    Per costruire ci vuole tempo (quantità) e di qualità.

    • non so emanuela. ognuno qui ha la sua visione, non credo ci siano regolamenti e percentuali. io sono uno di quelli che, per come vive, spesso fisicamente non c’è. devo dirti che ne pago anche le conseguenze… però le persone che amo sanno, sentono, sono coscienti della mia presenza. anche fisicamente lontano seguo, partecipo, penso, scrivo… meglio uno che c’è davvero e sta lontano che uno che non c’è e ce l’hai accanto, diciamo così. poi meglio la perfezione, quali-quantità, certo… Anche se io penso che una persona debba stare almeno il 50% del suo tempo da sola… insomma, ognuno a suo modo.

  10. Ciao Simone, sono qui, perchè ho scoperto che leggerti è una esperienza che mi arrichisce e mi solleva …grazie di esserci anche tu qui.
    Buon Natale e Felice Anno Nuovo

  11. ho “imparato” a dire ti amo, ed è coinciso con la consapevolezza di esserci “ora”, ma forse ogni cosa ha il suo tempo e per accorgersi di vivere al presente bisogna affrontare un interessante viaggio senza orologio dentro di se.
    Siamo qui.

  12. Grande Simone,
    come sempre…preciso, profondo…..i tuoi “pensieri” inducono sempre a riflessioni. La piu’ vera ed al contempo la piu’ crudele e’ la riflessione sul tempo….che inesorabile passa, non ritorna….e chi – come me – continua a “sprecarlo” e’ imperdonabile.

    Quante volte ho detto TI AMO….poche in effetti, troppo poche…….rispetto a quante volte avrei dovuto rivolgermi cosi’ alla persona che ancora oggi e’ al mio fianco. Ma – almeno per questo – c’e rimedio, già da stasera.

  13. Caro simone.. L’assenza di chi non sa Esserci perché non Riesce a sentire e’ la peggiore delle assenza, la conclamata rivelazione della non presenza, nella inconsistenza. Eppure c’è altrimenti non ci sarebbe possibile percepirla quella sensazione di vuoto infinito in cui non possiamo perderci perché c e solo il nulla. Ci sono tante persone così, anche tante persone che vorrebbero o credono di volere bene, di esserci, ma non ci sono. Ognuno di noi vuole essere amato, e vorrebbe amare. Forse ci sono solo infinite forme di amore.

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