Domani, grazie al cielo…

E’ bastato andare a Marsiglia, al MUCEM (noto come il Museo del Mediterraneo), per essere assaliti dai dubbi. Ce la farò? Ce la faremo? Mediterranea è solo una barca, noi solo piccoli uomini e donne… e il Mediterraneo è immenso. Chi ne parla come un piccolo mare non ha capito. Non tanto per le 20.000 miglia che faremo (anche di più. La traversata atlantica è 2000 e rotti) ma per la ricchezza e vastità dell’esperienza umana complessiva lungo 28 paesi, tre continenti, tre grandi religioni principali, etnie, climi, variazioni di mare e vento a seconda delle stagioni. Eppure partiremo, salperemo un bel giorno di brezza, a maggio, e ci parrà tutto possibile

Oggi giornata di grandi riflessioni. Ieri sera ho vomitato, e la notte l’ho trascorsa a pensare cose orribili. Mi è già successo di vomitare senza motivo i primi di settembre. Io non ho mai questo genere di problemi. Che malattia ho, pensavo? E’ già quella malattia? Così presto? Ricordo di aver pensato a lungo a questi ultimi sei anni di vita, e di aver sorriso.

Oggi giornata di digiuno totale. Solo tè senza zucchero. Lo facevo da ragazzo, con grandi proteste di mia madre. Avevo quindici anni, facevo judo e volevo rientrare nella categoria di peso inferiore, ma soprattutto avevo appena letto il Tao Te Ching, di Lao Tsu. Digiunavo una volta a settimana e leggevo: “Liberato dal desiderio, puoi vedere il mistero celato. Avendo desiderio, puoi solo vedere ciò che è tangibile”. Diventavo pazzo su questa frase. “Liberato”… come si faceva a liberarsi? E qual era il mistero celato? Anche un’altra mi perseguitava: “Compiuta l’opera egli non rimane e proprio perché non rimane non gli viene tolto”. Chi ha letto Stojan Decu capirà molte cose. Dire invece che io capissi il Tao, beh… ma mi affascinava.

Stanotte, verso le cinque, non c’era modo di dormire. Il corpo arrancava, la mente era velocissima. Allora ho ripreso in mano “Il libro della via e della virtù”, come viene chiamato il Tao. Nel delirio capivo meglio di allora. Ho perfino pensato che si potesse morire, che non era grave. Oggi invece bevo tè, e forse sento sorgere un inizio di fame. Ma sono debole. Domani, grazie al cielo, riposerò.

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12 pensieri su “Domani, grazie al cielo…

  1. Elena, sono contento. Il MUCEM è da vedere anche solo per il piccolo distretto archeomuseale che hanno creato tra la guarnigione di San Giovanni, dei Cavalieri di Malta, e la nuova struttura. dal punto di vista architettonico è splendido. e dentro è molto interessante l’insieme delle attività culturali.

    certo che abbiamo pensato a prendere contatti. lo stiamo già facendo. Sicuramente faremo qualcosa. Per il momento abbiamo fatto una piccola donazione per diventare “Amici del Mucem”. vedremo.

    ciao!!

  2. Capisco quello che scrivi e che provi. nella malattia tutto si fa concentrato e veloce, il pensiero e il cuore. Se non fosse una condizione di disagio, potremmo persino dire che è bella

  3. Ciao Simone,
    ti auguro di riprenderti e lo dico col cuore come se tu fossi parte della mia famiglia.

    Un abbraccio forte da chi ti cita nei discorsi almeno un paio di volte a settimana.

    Pasquale detto PanKogut 🙂

  4. e mi sono dimenticata di dire che domani me ne sto a casa mentre tutti vanno a lavorare. Sono contenta, non li invidio. Ho un po’ di lavoretti da fare e del tempo da dedicare a me. Niente ansia del 7 gennaio, mi sembra incredibile!

  5. Come ti capisco, ho avuto anch’io il vomito durante queste festività. Virus influenzale, nel mio caso anche abbastanza violento, ma poi passa. La malattia aiuta un po’ a tornare con i piedi per terra, alle cose che contano, a godersi le cose semplici come un tè con i biscotti. Io ho apprezzato molto di più tutte le cose i giorni dopo la malattia.

  6. “Prendi una nave e vai. Dovunque purché lontano da tutto ciò che ti sta a cuore. Perdere tutto, di continuo, anticipare il dolore estremo con tante gocce amare incapaci di ucciderti, ma sufficienti ad immunizzarti da un sorso di veleno fatale. Tante gocce amare quanti sono gli abbandoni moltiplicati per i giorni di una vita intera…questo è l’unico modo di sopravvivere” (Bruce Chatwin a Stojan Decu)
    Forse hai cominciato ad immunizzarti a poco a poco perché si avvicina il momento del distacco e del grande viaggio e lo sgomento può essere grande, ma sono solo poche gocce amare e non ti saranno fatali…Hai raccontato tempo fa della prima notte trascorsa nella casa in Val di Vara e fu più o meno la stessa descrizione…febbrone, incubi, paure, ma poi il sole sorge sempre e dissolve le nebbie dell’anima e le debolezze del corpo…domani andrà meglio, un abbraccio

  7. Domani, grazie al cielo invece per me riprende il solito tran-tran. Ma per me, che non torno da nessun luogo, che sono rimasta dove dovevo e forse volevo anche, che mi sono inflitta una solitudine quasi senza precedenti per non dover indossare sorrisi che non avevo, che non sentivo, è stato meglio, molto meglio così. Le persone non capiscono e si allontanano. Fa un po’ male e con un pochino di malinconia, di nostalgia ci si volta un attimo indietro per vedere come in una foto sbiadita dal tempo, una diversa da me. Una che non rimpiango. Che fatico a riconoscere. Ho liberato il desiderio, il desiderio mi ha liberata, e, seppure prostrata e un po’ delusa e amareggiata, vedo ciò che non è tangibile. O almeno ce la metto tutta per cercarne qualche traccia…Quando domani tu ti riposerai, io tornerò invece in mezzo “alla gente”…Ma continuerò la mia strada iniziata con tanta fatica in questi giorni. E naturalmente, ti auguro di riprenderti in fretta per stare meglio e fare ciò che più desideri. Barbara

  8. Ciao Simone!
    sai che da Agosto, da quando sono venuta a conoscenza del Mucem, ho rotto le scatole a tutti per andare a Marsiglia e adesso finalmente (anche grazie alle belle foto da voi pubblicate) ho convinto i miei amici. Mi chiedevo anche se non aveste pensato a qualche genere di collaborazione con il museo. Sono convinta che tu abbia solo un virus di passaggio e forse l’ hai preso (e qui divento eretica)per un motivo. In ogni caso la cura è giusta: riposo e dieta idrica! Un abbraccio

  9. Sei umano Simone…un po’ di scoramento…meglio trovare il tempo per riposarsi che per ammalarsi….:-)
    Per me ammalarsi è somatizzare….
    Io sto bevendo tè ma con i biscotti, i nostri baicoli, vorrei spedirteli ma dove?
    Magari all’ufficio postale del paese più vicino a casa tua…o a qualcuno di tua fiducia…:-)
    Sono biscotti secchi ma saporiti!
    Il libro di cui parli è anche in italiano?
    Un abbraccio, Piera

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