Il dito

Dito offeso. Particolare

Stamani, sul presto, stavo rifacendo un muretto a secco crollato in un punto per il diluvio universale di qualche giorno fa. E’ la cosa che so fare meno, i muretti a secco, la reputo difficilissima. Gli incastri tra le pietre mi sono arcani, non li “vedo”. Comunque, ugualmente, come sempre mi ci metto. Comincio col togliere pietre, smontare ulteriormente la parte di muretto venuta giù, per poi riprendere a costruire dal primo punto saldo. Appunto 1: per riparare qualcosa bisogna romperlo di più.

Procedo con una certa disinvoltura, quasi soddisfatto persino, fino all’ultimo pietrone, una decina di chili, forse più, di ottusa selce di fiume. Mi avanza (quando non sappiamo fare qualcosa avanza sempre un pezzo) dunque decido di piazzarlo sopra. Lo alzo con qualche sforzo, trovo il punto e glielo sbatto sopra per farlo assestare bene. Solo che tra muretto e masso ci finisce il mio dito, l’anulare destro. Dolore affabulante. Appunto 2: quando si dice, per minimizzare, che uno si è pestato un dito, non si sa di cosa si parla. Per parlare di qualcosa occorre averne avuta almeno in parte esperienza o essere dotati di immaginazione fuori ordinanza.

Dal momento dell’impatto noto una serie di cose in rapida sequenza: curiosamente, mi vengono le lacrime agli occhi; il dito perde rapidamente sensibilità; non ho il coraggio di togliermi i guanti da lavoro, i quali per quanto sottili un poco forse mi hanno protetto; mi viene mal di stomaco; cerco un punto dove sedermi, come se mi facessero male le gambe, mentre è il dito che fa male. Impreco scomodando alcune divinità del sacro Olimpo, mi viene effettivamente da piangere dal male, cerco di immaginare cosa fare, vorrei fumare ma ho quasi smesso e non posso, mi guardo intorno per vedere che accade nel mondo. Appunto 3: come a bordo, di fronte all’imprevisto, bisogna sempre continuare a monitorare la situazione intorno alla barca. Sono i momenti in cui ti distrai e vai a scogli.

Nella mezzora che segue cerco di reagire. Mi faccio da madre: “Povero piccolo, fammi vedere cosa ti sei fatto, vieni che ci mettiamo una fasciatura, stai tranquillo”, da padre: “non è niente, mettilo subito sotto l’acqua della fonte, che è gelida, poi ci vuole il ghiaccio così eviti il gonfiore”, poi da fratello: “bella fratè, sei il solito pirla!”, poi da sorella: “non sei capace, non sei capace, non sei capace”, poi da moglie stronza “ma non era meglio chiamare qualcuno? Sempre questo vizio di farti tutto da solo!”, poi da fidanzata amorevole “povero cucciolo, ma che ti è successo, raccontami!”. La solitudine, l’ho sempre detto, fa risparmiare sullo psicanalista. Appunto 4: un dito, fino a che non te lo pesti forte, è del tutto inutile nella ricerca sul tema dell’identità.

La cosa più sorprendente: scoprire di essere in tanti quando qualcosa va storto. La cosa più prevedibile: tra pietra e dito vince la pietra. La cosa migliore; i guanti mi hanno evitato una ferita. La cosa peggiore: credo che il dito sia rotto.

Per la bendauna bacchetta di bamboo secca e asciutta, quattro veli di garza 10×10, nastro da vele Gray-Tape della Scotch. Dopo averlo tenuto nel ghiaccio per almeno venti minuti lavare l’arto offeso, asciugare bene. Avvolgerlo in due veli di garza, senza stringere troppo. Posizionare il bastoncino di bamboo sulla parte superiore del dito, avvolgere dito e bastoncino con altri due veli di garza. Chiudere col nastro con un solo giro, ma completo. Far riposare.

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39 pensieri su “Il dito

  1. Ciao Simone…mi ha fatto ridere un monte il tuo racconto, poi la parte in cui cerchi di reagire mi ha buttato via!!!…so che a te non ha fatto lo stesso effetto, almeno lì per lì, ma sono sicura che ci riderai su presto anche te. Sappiamo essere molto maldestri avvolte, vero?…spero che il tuo dito si aggiusti presto e nel migliore dei modi…le MANI sono DONO ECCEZIONALE!!! Facci sapere…

  2. Sei troppo bravo a scrivere! Mi dispiace per il tuo dito. Sono giorni di “rotture”, il mio gatto si è rotto una zampa, probabilmente è rimasto incastrato in una ringhiera durante le sue scorribande. Il veterinario ha detto che deve stare 30 giorni immobile e la frattura si sistema da sola, nessuna ingessatura e nessuna fasciatura…ma come si fa a far stare un gatto immobile?!! E’ impossibile, lui poi vuole uscire!Mi ha detto di metterlo in una gabbia per 30 giorni, poverino!

  3. ho notato che tra i personaggi che sono passati c’era la moglie stroza,ma mi fa strano che nussuna donna che legge il blog ti abbia fatto notare che ci sono anche le mogli amorevoli!ma…….?
    grazie per le costanti rilessioni,e i tuoi spaccati di vita così ben descritti.buena onda.
    morris

  4. Molto bello il tuo link su Facebook Simone.

    Lo riporto qui per chi va su Facebook: https://www.facebook.com/simone.perotti.712/posts/10202610809338692?stream_ref=10

    e qui invece per chi non ci va: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-01-15/chi-e-uomo-ombra-renzismo-064058.shtml?uuid=ABI4lop

    Continua così, Simone. Il tuo punto di vista mai schierato, sempre originale e autonomo è prezioso in questa Italia di pseudo cortigiani/partigiani.

  5. ciao Simone,
    ho appena terminato “adesso basta”, mi é piaciuto molto e vorrei partecipare allo sviluppo del progetto citato alla fine (Casale bellissimo). Per discutere i dettagli dovrei venire a La Spezia, magari in primavera, così potrei spiegarti il mio modo di concepire i muretti a secco (ne ho diversi chilometri). Anche se costruiti dal miglior artigiano sono destinati a cedere, presto o tardi cadono, un po’ come i tetti piani o perdono subito o perdono dopo.
    Il dito guarirà (spero) così domani dirai come la Vanoni, era poi tutto li ? AUGURI

  6. Vedi che succede a parlar male del Grande Raccordo ‘Anulare’ ?
    A parte la battuta , una frattura è una cosa seria ,da non trascurare. Bello il racconto!

  7. Ciao Simone,
    avventura un pò fantozziana ( la mitica martellata di Filini sul ditone di Fantozzi)ma comunque a lieto fine…guarirai presto…..un consiglio: lascia stare le sigarette e concediti solo un bel sigaro ad ogni porto, come una sorta di piccolo premio!!…Sigari e filosofia sono vecchi compagni..come diceva Freud ” senza sigari non riesco a pensare!”
    Buon Viaggio!!

    Francesco

  8. come ti capisco Simone…
    Molti anni fà in campagna nella casa dei miei mi cadde sul dito piu’ piccolo del piede una pietra abbastanza pesante. La pietra stava appoggiata (durante dei lavori..) di taglio sull’esterno della casa, la toccai sulla base e mi venne sul piede. Un dolore pazzesco, mai provato nella mia vita. Come una fucilata. Rotolai per terra come se mi avessero sparato. Sono stato per terra credo per qualche minuto per il dolore senza riuscire ad alzarmi. Il dito mi ha fatto male per molto tempo e ci ha messo oltre un anno prima di guarire completamente.

    ciao

  9. sono esperto in fratture non perchè sono medico ma perchè ne ho subito un po’…ti consiglio di farti vedere al pronto soccorso (che se arrivi con un dito rotto non ti fanno pagare niente per una lastra perchè fidati è un attimo trovarsi una calcificazione errata e l’impossibilità di usare bene il dito in futuro.

    • luca sono andato oggi, ma mi hanno messo in fondo a tutti. com’è giusto, qualunque avventore del PS era più urgente di me. torno domani

  10. Ciao, anche il mio papà anni fa si è rotto un dito (il pollice) sistemando dei muretti a secco (13.000 mq di terreno pieno di muretti a secco che si è sistemato tutto da solo)! Anche lui un male cane e anche lui si è fatto una specie di “gesso” tutto personalizzato!rifiutando con tutto se stesso di andare al pronto soccorso! Che fibra che avete: complimenti a entrambi!!
    Isa.

  11. che dire… povero anulare!

    per mia esperienza personale queste cose avvengono quando non si è vigili, quando si fa una cosa e se ne pensa un’altra…
    come te quando mi capita mi medico e mi consolo da sola.
    in genere però vengo assalita anche da alcune paure, tipo quella di non farcela da sola, … gli anni passano e non siamo invincibili… forsa la prossima volta non sarà una cosa che possono curare da sola.
    auguri per il dito!

  12. Tu almeno avevi una nobile motivazione…io sono riuscita a fratturarmi l’alluce destro qualche anno fa in un momento di demenza collettiva sulla spiaggia mentre cantavamo e ballavamo le sigle dei cartoni animati…ti rendi conto? Io, a piedi scalzi, mentre intonavo “Ufo robot” (hai presente quello che si trasforma in un razzo-missile…?) ho intercettato violentemente con il piede uno scalino apparso dal nulla e lì è partita tutta la sequenza che hai descritto tu compresa la discesa degli Dei dall’Olimpo…unica differenza che mentre io piangevo dal dolore i miei amici si rotolavano a terra dalle risate…il danno e la beffa…ovviamente un’estate rovinata!
    E se ora mi vuoi cacciare dal blog perché troppo pirla ti posso capire 🙂
    Buona guarigione!

  13. Ciao Simone , come va il “dito offeso”, mi piace questa tua definizione. Consiglio di mamma : ghiaccio per 10 min ogni ora il primo giorno, se domani il dito è nero meglio fare una lastra. Questo tuo post tra il tragico e l’ironico mi ha fatto sorride, cosa non frequente in questo periodo, grazie e buona serata !!!

  14. Bella Simone
    Mi spiace , mi hai fatto venire in mente una pizzicata di un winch di qualche tempo fa , che male !
    Buon Vento Paolo

  15. Mannaggia! (si puo’ dire mannaggia?)
    Il dolore è di quelli che senti subito forte. Poi pensi: “ora diminuisce”.
    Ma resta solo un pensiero, una speranza.
    Invece aumenta fino a che … ecco le lacrime, appunto. Se bastano.
    Abbi fede, passa anche questa.
    Forse non proprio nei tempi in cui speri, ma passa!

    Auguri
    Salvatore

  16. Non riesco a smettere di ridere però : – )… davvero, mi dispiace tanto per il tuo dito…
    Che uomo! Mi viene da dire : – ). Mi fa venire in mente che un paio di anni fa mi sono rotta il pollice spingendolo sul pulsante del bagagliaio per aprirlo… Avevo sempre detto che per aprire quel maledetto sportello ci voleva una forza sovrumana ma nessuno mi aveva voluto credere …

    Così ho sentito un dolore lancinante ma non ho pensato alla frattura. Dopo qualche giorno che mi sembrava di non poter più resistere sono andata al pronto soccorso e, effettivamente, era rotto. Solo che non hanno voluto credere che me lo fossi rotta così. 15 giorni con un sostegno supermoderno che si chiama frog perché somiglia a un rospo e che ha fatto ridere per giorni i miei bambini…

    Ma il tuo, autoprodotto, è molto ma molto più bello, originale ed elegante (sto cercando di consolarti)…

    Tra i commenti dei familiari hai dimenticato i figli: mamma, (ridendo) solo tu sei capace di romperti un dito spingendo un bottone!

    🙂 Guarisci presto!

  17. Hai fatto bene a imprecare, aiuta ad “alleviare il male”, è sperimentato scientificamente! Il post mi ha fatto ridere, è divertente si, anche se ho sofferto un pò nell’immedesimarmi all’atto dello schiacciamento… Auguroni di pronta guarigione!

  18. Mio padre era un artigiano. Aveva le mani costantemente martoriate da tagli, croste, ragadi. La sera a volte le ungeva con l’olio di oliva. Io, che ho studiato più di lui e svolto per lo più lavori di ufficio, solo ora che taglio legna, riparo, vango, mi sono ritrovato a prendere l’olio e usarlo come lui faceva. Mi sono detto: vediamo un po’… Ieri sera l’occhio mi è caduto sulle mie mani e ho avuto un un momento di vuoto. Una pausa nella realtà. Ho visto mani che avevano lavorato, lucide e tagliuzzate e non erano le mie.
    Forse anche le mani sono lo specchio dell’anima.

  19. “Per riparare qualcosa bisogna romperlo di piu'”. Ricordo con affetto quella presentazione a Trieste alla Lovat e poi la cena in quella trattoria con i ragazzi dell’Arci.

    Un saluto dalla fredda Londra.

    • Anche io Nicolò. Tanti momenti belli nei miei passati tour a presentare in giro per l’Italia. E poi, Trieste,… un luogo del cuore per me. Un saluto a te!

  20. Mi dispiace per il tuo dito che spero guarisca presto, ma il post è bellissimo e divertente e mi ricorda tante situazioni quotidiane…
    Un saluto, ciao Simone!

  21. “Per parlare di qualcosa occorre averne avuta almeno in parte esperienza o essere dotati di immaginazione fuori ordinanza.”

    Grazie, Simone. Mi dispiace per il tuo dito. Una volta qualcuno mi ha spiegato che è uno dei dolori più acuti ma non ricordo il motivo.
    Se però è servito a scrivere questo bel post, beh, ben venga!!!
    Non ti auguro di farti nuovamente male, ma che le tue parole siano ancora e sempre più “finestre” e non muri, per i quali non hai alcuna abilità

    Buona Domenica
    Carla

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