Più di Mr Gwyn

il più è ottimo anche in cucina, arricchisce tutti i vostri piatti...

Zerouno di crescita, talmente poco da sembrare uno zero corretto apposta, solo per poter avere il più invece del meno (a proposito lo zero è di segno più o meno? opinioni e teoresi matematiche…), che non è un caso, più vale di più di meno, e quello perciò si chiama più, più incoraggia, più fa sorridere, allenta la tensione, dio come siamo stati tesi in questi anni, sempre meno meno meno, e come si fa a vivere col segno meno? non c’è da stupirsi che l’economia cali, che la gente non investa, anche se il segno meno vuole dire che è già calato, che la gente è già ferma, solo che il meno alimenta il meno, come il più alimenta il più, è la dinamica del fare, del tentare, come direbbe Er Più, più è meglio di meno potrebbe essere un suo slogan, di quello là, avete capito, quello che Baricco gli ha detto di no, ma lui però gliel’aveva chiesto! e se diceva di sì che facevamo la campagna estiva Mediterraneo Mare? o un programma di ristrutturazione dei beni culturali intitolato Castelli di Sabbia? o la marcia dei Novecento su Roma? o un piano per sostenere i falegnami in crisi intitolato Sega? ma perché quello del piùcheèmegliodimeno ha chiesto a Baricco di fare il ministro? bravo bravissimo, un paio di suoi romanzi mi sono anche piaciuti, scrive molto bene, ma che c’entra uno scrittore come lui con la cultura del paese? perché ha studiato, è colto? e allora perché non a Umberto Eco, che sarà meno ispirato ma ha studiato di più? più zerovirgolauno, questo conta, facile criticare, intanto abbiamo ripreso a crescere, mentre ‘sti fancazzisti di scrittori pseudoeremiti giocano con le parole e cercano il pil nell’uovo, il pil, quello fuori dall’uovo, è tornato a crescere, di poco, ma che importa, basta per invertire la tendenza, per tornare a crederci, e questi anni, così lunghi, pieni di pensieri, che potevano farci ripensare al come, al cosa, al dove, se ne sono andati invano, presto tornerà a circolare sangue nelle vene, rialzatevi, correte, zerovirgolauno non va visto come poco, ma come un segno, e il segno è tutto, lo dice la semiotica, ecco vedi a cosa serviva Eco? è finita la crisi, tutti noi mr. Gwyn torniamo a sorridere, bene, grazie, ma sì, ma certo, l’orizzonte, sì, buongiorno signora, ha visto che bel sole? ma veramente piove! disfattista, questo è un grande Paese, ma certo, e c’è il sole, a me non pare, diamoci da fare, volentieri ma piove, piove è meno mentre noi abbiamo il segno più, evviva.

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47 pensieri su “Più di Mr Gwyn

  1. In questi anni mi sono letto alcuni libri (Pallante, Galdo, Segrè), e poi la stampa in cui è stato tutto un parlare dei nuovi metodi per misurare la ricchezza, del possibile rilevazione statistica del benessere dei cittadini, della crescita economica sistematica che non è affatto sinonimo di benessere, anzi; dal mio piccolo osservatorio professionale e geografico (quest’ultimo prima mitizzato e poi, in parte giustamente, vituperato) posso dire che non ho sentito alcuno – dicasi uno – rimettere in discussione alcunché e lo stesso mi pare si possa dire del “sentiment” del cosiddetto uomo di strada, insomma del comune cittadino. Lo stato dei fatti viene preso, almeno da quelli che riescono a sopravvivere, solo come un drammatico dover saltare un giro, magari anche 2 o tre al gioco dell’oca. La mentalità dell’apparenza, del consumismo fine a se stesso non mi pare sia stata scalfita nemmeno in parte, ho avuto purtroppo l’occasione di vedere parecchi ballare fino all’ultimo, fintamente inconsapevoli che il loro personale Titanic era già abbondantemente ingavonato.
    Che formidabile occasione mancata!

  2. Ciao Attilio,
    Attualmente ho rendite pari al 55% delle mie spese mensili. L’obbiettivo e’ arrivare al 100%, percio’ potrei gia’ lavorare meta’ delle ore che faccio, ma per tenermi un cuscinetto di sicurezza per ora lavoro ancora full time. Spero ancora per poco,voglio verificare qualcosina prima di chiedere il part time.
    Ho diverse passioni che sono riuscito a trasformare in reddito : economia, finanza e immobili. Ho altre passioni che voglio coltivare nel tempo che riusciro’ a liberare : musica, disegno, arte, viaggi.
    Intanto mi sono trasferito in una casa piu’ grande , piu’ bella e in mezzo al verde e sto cercando di avviare un progetto d’impresa che dara’ un servizio alla gente e mi fara’ incrementare le rendite per avvicinarmi all’ obbiettivo del 100%. Per i dettagli puoi trovarli nel diario dei miei errori e progressi sul mio blog.
    Ciao!

  3. Bella Luca! Approfondisci un po’…
    Continui a lavorare? Ti sei trasferito altrove? Avevi delle passioni alternative che stai trasformando in fonte di reddito?
    A me la tua storia interessa molto.

  4. Concordo con Simone.
    Dire ‘non posso’ e’ come farsi autogol, partire gia’ sconfitti.
    ‘non posso’ non esiste, e’ una scusa che ci inventiamo perche’ abbiamo paura di sbagliare, quando invece sbagliare fa parte del processo. A scuola ci mettono in testa un mucchio di cazzate.
    Quando sbagli ti danno un brutto voto senza incoraggiarti a trovare una tua soluzione. Te ne torni a casa e i tuoi non sono contenti del tuo brutto voto.
    Cresciamo con l’idea che sbagliare e’ male.
    Cosi’ per evitare di sbagliare non ci proviamo nemmeno, perche’ lo sappiamo dentro di noi che sicuramente qualcosa sbaglieremo !
    La bella notizia e’ che BISOGNA sbagliare.
    Ovviamente il passo successivo e’ capire dove si e’ sbagliato e correggersi.
    La volta successiva non si fara’ piu’ quell’errore. Ecco che siamo riusciti dove prima sbagliavamo.
    Ecco dove sta l’unica vera crescita illimitata.
    Quando ti metti a fare, quando ti dai un obbiettivo e ti prendi seriamente l’impegno di raggiungerlo, lo raggiungi, eccome.
    Vi diro’ di piu’, non c’e’ molta differenza tra un obbiettivo ambizioso e uno modesto.
    Il processo mentale non e’ piu’ impegnativo solo perche’ l’obbiettivo e’ ambizioso.
    Possiamo occuparci di una vite che non entra come della costruzione di un grattacielo, non e’ quella la vera differenza, ma quello che ci appassiona di piu’, cio’ per cui siamo nati.
    Provare per credere.

    L’unica cosa che ci separa da un piccolo o grande obbiettivo sono due cose :
    – le nostre paure o convinzioni limitanti
    – i tempi che ci siamo dati per raggiungere l’obbiettivo.

    Io un anno fa volevo smettere di essere costretto a lavorare.
    Quando raccontavo il mio sogno, tutti ridevano. Io non ridevo. Ero serio.
    Di notte pensavo che forse mi ero imbarcato in un’utopia, davvero un sogno irraggiungibile.
    Eppure dentro di me volevo smettere di essere costretto a lavorare.
    Tradotto in concreto : avere rendite a sufficienza per coprire le mie spese mensili.
    Mi sembrava un’impresa ardua per me che non ho neanche mai chiesto un aumento al mio capo.
    Io, lavoratore dipendente, a chiedere soldi per non lavorare non mi ci vedevo proprio.
    Pero’ o cosi’ o niente. Vivere o morire.
    Ho iniziato a lavorare in quella direzione e mi sono dato delle scadenze realistiche.
    Dopo un anno, sono al 55%. Non mi sembra vero.
    Ora che ho capito che non ci sono piu’ limiti alle nostre possibilita’, sto progettando obbiettivi a livello nazionale e mondiale.
    A questo punto mi viene da dire : sognate, sognate possibilmente in grande ! Alimentate i vostri sogni, proteggeteli, fateli crescere dentro di voi, progettateli nella vostra mente, poi a tavolino, cercate di capire come realizzarli davvero.
    Sono la sola cosa che vi puo’ far stare bene perche’ e’ nata dentro di voi.
    L’unica cosa che vi puo’ dare la vita che volete.

  5. Luca: condivido. Partire dalle piccole cose (“come farai a mantenere le promesse grandi se non mantieni quelle piccole?” C. MacCarthy, the road)e dire no. Nel mio reparto non si ricevono i c.d. informatori medici (ovvero venditori)…va da sè che se devo andare ad un corso o congresso mi pago tutto di tasca mia (simone: come puoi pensare che il sistema da cui ti sei tolto ora ti sponsorizzi? mi sembra un’ingenuità…bisogna pensare ad altri modi di trovare i fondi); e dico no anche ai pazienti che si aspettano di sentirsi dire quello che vogliono loro: è un loro diritto, ma io ho diritto di rinunciare ad una parcella e lavorare secondo coscienza (la mia); dico no ai figli che vogliono il riscaldamento sparato a manetta e stare in maniche corte a dicembre; ho detto no a una posizione più remunerativa. E sto meglio da quando dico no.
    Ma per dire no bisogna poter scegliere; siamo tutti nella condizione di poterlo fare???
    buona giornata

    • claudia, ciao. la tua domanda la capisco, ma se ci pensi non ha senso. non può essere fatta ex ante. l’unica risposta possibile e seria è che tutti possiamo tentare. solo dopo 100 tentativi e 100 fallimenti qualcuno potrà dire di non potere davvero riuscire. Non prima. Solo che un uomo che tenti 100 volte e fallisca integralmente 100 volte non si è mai visto. “Bisogna sempre tentare. Qualcosa si porta sempre a casa” (Gino Strada, in un’intervista che gli feci per Un’Altra Vita, RAI 5).

      Purtroppo la logica del tentativo necessario, obbligato, possibile a tutti, non fa parte della nostra cultura. Noi diciamo “non posso” prima di aver tentato. E questo significa essere falliti in partenza. Chi non tenta non può parlare, non può neppure lamentarsi. Chi tenta e fallisce ci sta, dà dignità comunque alla sua vita. Ci manca la consapevolezza, quel minimo di approccio eroico, epico, costruttivo nei confronti della vita. Ogni possibilità nasce come ipotesi dentro di noi e come conseguenza da noi alla realtà. Chi dice “non posso” sta solo parlando delle sue paure, non ha alcuna pezza d’appoggio, non può citare alcuna riprova concreta, solo il terrore teorico della realtà. E infatti chiunque tenti ti dirà “si può”, perché ha tentato ed è almeno in parte riuscito.

  6. Ciao a tutti, volevo condividere con voi il video di una persona che stimo moltissimo e che in quest’occasione parla di temi di attualitá como l’inutilitá delle manifestazioni (al minuto 1)

    http://www.youtube.com/watch?v=0vH3S-jzq1I

    É in spagnolo ma non é molto difficile capire il messaggio.
    L’agricultura rigenerativa é una forma di agricultura molto interessante e per chi fosse interessato consiglio vivamente di appofondire. In molti la stanno praticando ottenendo risultati economici e sociali molto interessanti.

    Grazie a tutti per aver creato questo spazio VIVO

  7. Simone grazie a te che hai creato questo spazio che è libero per l’anima prima di tutto.
    Luca sono d’accordo con te e anche io sono preoccupato per l’ambiente, già a 10 anni avevo capito alcune cose fondamentali, sapevo cosa significava risorsa rinnovabile e non rinnovabile e vedevo il tipo di approccio avido che l’uomo esercitava su entrambe. Sapevo a 10 anni che se peschi troppo, i pesci non si rigenerano per miracolo e che se inquini l’acqua, prima o poi te la bevi e ti ammali. Mi era ingenuamente chiaro che vivevo in un mondo inquinato in ogni suo aspetto e da bambino certe scoperte ti rimangono impresse e infatti a me l’umanità odierna non piace un granchè.
    Cosa faccio io per l’ambiente, oggi?
    Intanto lo frequento, per conoscerlo, è il primo passo, fondamentale. Non credo che chi si impegna per esso ma non lo frequenta possa mai proteggerlo veramente perchè il suo sarà un amore teorico e credo che oggi le persone non conoscano per niente la natura. Devi sapere godere dell’atto di stenderti su un prato, sentire gli odori, osservare, per sapere che quello è il tuo habitat, per ristabilire un legame dimenticato. Per me andare in montagna per sciare e ballare alla sera in discoteca è buttare via una enorme opportunità.
    Poi sto diventando sempre più un consumatore difettoso, taccagno, una scarto della società, per dirla alla Bauman e la cosa mi allieta. Giro in bici o con i mezzi pubblici e la mia auto è piccola, fuori moda (è una Saxo diesel!) e consuma poco, l’ho comprata usata, in ottime condizioni (sembra nuova) pagandola poco rispetto a quello che offre (ovvero un mezzo di spostamento economico per distanze brevi che sia in perfetta efficienza).
    Leggo su questo tema e adesso sto approcciandomi al problema dei rifiuti: ne produciamo troppi, non è possibile generare dello scarto per quasi tutte le semplici azioni della nostra vita, dallo scartare un cioccolatino all’acquistare una stampante con un imballaggio pazzesco. Ci sono anche altre cose ma mi fermo qui. Il punto essenziale però ritengo che sia “acquisire consapevolezza” riguardo alle conseguenze delle nostre scelte e azioni quotidiane.

  8. Grazie della tua risposta Simone. Io sento come se l’uomo moderno avesse perso il senso di responsabilità per l’umanità del futuro e per la Terra. Non consideriamo piú importante la conservazione della specie, la qualità della specie. E questo ci porta a vivere soltanto l’oggi, spremendolo come un limone dalla Terra e dagli altri, senza rispetto per l’uomo di domani. Io sono incinta, tra pochi mesi metteró al mondo una bimba, e sento -molto piú che un tempo- crescere in me questo senso di preoccupazione e voglia di cura per le condizione umane e ambientali che troverà alla sua nascita. L’umanità ha perso questo senso di responsabilità verso il proprio futuro. Dal momento in cui non ci siamo piú sentiti in pericolo per la fame e la sete, per la soddisfazione dei bisogni primari, abbiamo perso il rispetto per la vita. Gli Aborigeni Austrialiani avevano una cura maniacale per l’acqua, per ogni singola goccia d’acqua, ed è ancora così per tanti popoli: come è successo, nel mondo occidentale (ed ora anche orientale) un tale scollamento dalla realtà?! Quando è iniziato e perché? Io reputo il tuo “tornare indietro”, Simone, quanto di piú saggio ed auspicabile esista per l’uomo del 2014 e per la Terra. E, mi dispiace per te, Simone 🙂 ma, volente o nolente, mi sa che sei stato investito del compito di “evangelizzare” tanta gente. Forse non lo vuoi, forse non ti interessa, ma io, da futura madre, te ne sarei tanto grata.

    • evangelizzare è parola che mi fa senso solo a sentirla associare a me 🙂 dunque ti prego non dirla.
      So bene, invece, che una parte del pensiero e dell’attività di un autore, come di qualunque altro artista o uomo di pensiero, sia quando scrivo un romanzo, un saggio, una trasmissione televisiva, un articolo, un pezzo per il blog, quando parlo in pubblico a un seminario, in un festival letterario, in una scuola… è militante, è un atto politico, che impatta sulle coscienze e sul pensiero di pochi, molti, moltissimi…
      Lo so e mi ci dedico con passione, con grande fatica credimi, con sacrificio perfino. Ma lo faccio. è parte del motivo per cui un autore scrive, credo. almeno, lo è per me. ciao!

  9. Ciao Simone, ciao ragazzi! Volevo condividere con voi un piccolo successo, un riconoscimento di tutto l’impegno.l’amore e la fatica che sto mettendo dentro al mio progetto di lasciare la banca per trasferirmi a Cagliari. E’ partito quasi tutto da qui per cui Simone in primis è stato ispiratore di scelte importanti e scomode che comunque mi stanno portando sempre più vicina “all’idea che ho di me”. Se vorrete leggerlo ne sarò felice! Grazie ancora !
    http://comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=36603

  10. A volte mi sembrate ingenui,
    dite spesso che la crescita infinita non esiste e state li’ a discutere e a spiegare.
    Tutto giustissimo e legittimo, per carita’, ma nel frattempo loro fanno e disfano quello che vogliono, persino le nostre vite.
    Io penso che sanno pure loro che la crescita infinita non esiste, non sono scemi.
    Hanno tutti i dati che vogliono e vedono i grafici tutti i giorni. Vedono meglio di noi come vanno le cose.
    Lo sanno benissimo soprattutto loro che vedono i punti di minimo e di massimo, i cicli, le bande di bollinger, il punto di resistenza.
    Se puntano continuamente alla crescita e dicono certe eresie, e’ solo per tenerci buoni, altrimenti sarebbe gia’ scoppiata la guerra civile.
    Ce lo dicono per tenerci impegnati a sgobbare e lavorare sempre di piu’ (a un costo sempre inferiore) cosi’ non abbiamo il tempo di pensare a un mondo migliore (senza di loro), e non ce lo dicono certo per loro ignoranza.
    Ci fottono quando e come vogliono, ma non per cattiveria o sadismo.
    Semplicemente noi stiamo sotto e loro stanno sopra.

    Non aspettatevi che loro fanno i nostri interessi.
    Quando devi pagare le tasse ti vengono subito a cercare, quando devi votare ti vengono subito a cercare.
    Quando lo stato ti deve dare ridare indietro dei soldi, passano anni e tu devi dimostrare che sono i tuoi!!

    Dobbiamo cambiarlo noi questo mondo, ma sono sufficienti piccoli gesti alla portata di tutti.

    Le cose cambieranno davvero quando ci rispetteremo tra vicini di casa, quando diremo ‘no’ a qualcuno che tenta di comprarci, quando faremo le cose giuste anche se sono poco convenienti economicamente.

    Io vorrei leggere piu’ commenti di cio’ che avete fatto o state facendo per realizzare il vostro sogno.

  11. Ci sono molti “nonsense”, tu non trovi 20.000 euro per il tuo progetto culturale, altri non trovano quattrini per ristrutturare Pompei, a Milano chiude una libreria storica perchè l’affitto sale 4 volte, però i soldi non mancano per stipendiare in maniera folle manager, calciatori, sponsorizzare golfisti, tennisti o esasperare e stravolgere manifestazioni come America’s Cup

  12. Simone… Da cosa ricavi, tu, la speranza per il futuro? Quando tutto attorno, il sistema economico, il sistema ambientale, le relazioni umane si impoveriscono di bellezza e senso, tu da cosa ricavi la speranza? E’ dura, è tanto dura…

    • cara silvia, a volte mi faccio fagocitare anche io dal tempo, dai fenomeni… mi preoccupa soprattutto la condizione del pianeta, che vedo giorno per giorno più critica. Anche per mestiere, stando in mare e osservando la natura da vicino, colgo il periodico, progressivo, peggioramento dell’ambiente, il territorio che va in malora… questo mi preoccupa ciclicamente ad esempio…
      ma detto questo, io sono ateo, un esistenzialista anarchico e individualista (come avrebbe detto Faber, almeno per gli ultimi due concetti), dunque il mio approccio è un po’ disincantato, se vogliamo, eppure così immaginifico da un altro versante…
      Sai, io sono un miracolato. Avevo il cancro e sono guarito. Era il cancro del lavoro, del consumo, della carriera, del potere, del ruolo sociale, dell’economia, della gestione, della presenza, delle relazioni piegate a tutto questo… e oggi non trovo venti mila fottutissimi euro per far andare in barca i miei amici con Mediterranea, in una splendida spedizione culturale e scientifica… dunque figurati quanto io abbia salvato di quelle relazioni… Un tempo per trovare ventimila euro di sponsorizzazione per qualcuno che mi chiedeva aiuto facevo si e no tre telefonate…
      Dunque dicevo, sono guarito dal tumore dell’epoca, quindi per me ogni giorno è regalato, non dovevo essere qui, dovevo essere nella tomba della vita insensata, invece studio rotte, scrivo romanzi, passo il mio tempo metà in un “Fienile dell’anima” metà in mare, dove l’anima vive da sempre, metà in città che vivo contromano, dunque di cui godo al massimo grado, metà qui, metà là… vedi quante metà ha una vita che non è più diminuita, resa prona?
      Dico questo per segnalarti e testimoniare, ancora una volta, che “nulla di ciò che viene da fuori ci può intossicare”, cara Silvia. E di lavoro per trovare la speranza ne dobbiamo fare tanto, ma tanto…

  13. Rudolf Steiner disse che “Il compito dell’essere umano è di trasformare il mondo in un’opera d’arte che possa diventare il germe di una futura incorporazione del nostro pianeta nell’epoca chiamata Giove. Con dolore la nostra Madre Terra si è consolidata. Ora è nostra missione spiritualizzarla di nuovo, liberarla di nuovo, trasformandola attraverso la forza delle nostre mani in un’opera d’arte colma di spirito.
    Tutto quanto non sarà trasformato sparirà e non potrà far parte della fase successiva.
    Se ci guardiamo attorno vediamo quanti carenza di lavoro artistico esista e quanti lavori inutili e spesso dannosi ancora esistano!
    Non può esistere né ora nè mai la cassa integrazione fino a che tutta la Terra ed i suoi abitanti siano diventati una vera opera d’arte e quindi non può di fatto esistere la disoccupazione, anzi siamo troppo pochi a lavorare.
    Gli uomini che non hanno nulla da fare diventano preda di Arimane, “Non lasciamo che la nostra gioventù cammini in un deserto” affermava nel 1992 B. Lievegoed.
    Oggi l’umanità si sta sempre di più basando sull’intellettualismo e come sapete la mente come dice chiaramente la stessa parola mente!
    Approfittiamo di questa libertà spirituale per lavorare insieme come gruppi: gruppi di studio, comunità di vita, gruppi di lavoro. Impariamo insieme in un modo novo come mandare avanti una azienda agricola, un’impresa, una scuola.
    Sempre Bernard Lievegoed scriveva pochi giorni prima di morire “Dobbiamo essere preparati per le cose che verranno. Suppongo che il punto massimo della lotta per l’evoluzione umana sarà raggiunto tra il 2020 ed il 2040. Allora si spalancheranno abissi di demoni. Al confronto il nazismo ed il comunismo impallidiranno. Milioni di persone vi periranno; ma saranno anche milioni ad opporvisi. La chiamata sarà rivolta a molti e molti, per la loro libera volontà si uniranno alle Guide Spirituali.”

  14. grazie a tutti per questa discussione.
    per me e’ interessante e stimolante: si e’ partiti col parlare di crescita e ora si parla di limite umano.
    ciao
    Marco

    • e se proseguisse, ne sono certo, si finirebbe col parlare del nostro equilibrio interiore, della nostra armonia di esseri viventi verso l’universo e verso il centro della nostra vita. Cosa credete che spinga l’umanità alla crescita folle e senza limiti se non la fuga accelerata e costante da questo centro esistenziale che non c’è? Siete tutti belli da leggere, tutti utili, per me, per molti… Voi siete questo angolo di pensiero e di vita. Grazie. Vi avevo mai ringraziato davvero? Ecco…

  15. Ciao Antonella,
    sono d’accordo, noi umani moriamo se ci fermiamo e se smettiamo di apprendere, di fare cose nuove, di desiderare e sognare, perchè allora diventiamo ripetitivi e meccanici e questo è un lento morire.
    Guarda caso la nostra civiltà prima industriale e poi dei servizi ci fa morire tutti lentamente, impegnatissimi sì, ma a fare sempre le stesse cose (almeno io la vedo così) e con uno spirito progressivamente più sciatto e consumato.
    Ci costringe a dimenticarci dei sogni più profondi, quelli che richiedono anche stimoli buoni, che sono quelli migliori per noi.
    Crescere per una persona può voler dire molte cose credo, non solo essere di più, più grandi, più saggi, più capaci, ma anche a volte avere a che fare con i propri limiti e con quelli del mondo terreno in cui viviamo…
    A volte siamo costretti al compromesso, ad accettare il fatto che siamo appesi ad un filo, che i rapporti verso le persone più care possono mancare all’improvviso, che noi stessi non abbiamo capacità illimitate. Tuttavia non sperimentare a fondo quello che abbiamo non trova giustificazioni in questi limiti.
    Ciao!

  16. Claudia, anch’io parlo con cognizione di causa: da più di 20 anni mi prendo cura dei miei pazienti, e sono arrivata alla conclusione che ognuno ha il diritto di finire la sua vita come vuole, anche nell’incoscenza, se è quello che desidera. Ho provato più volte a sconsigliare terapie inutili, ma ognuno segue la sua strada.
    Altra cosa è far credere che esistono risorse illimitate di cui si potrà usufruire per sempre. Ma la battaglia è dura.

  17. Claudia, anch’io parlo con cognizione di causa, da più di 20 anni mi prendo cura dei miei pazienti, e sono arrivata alla conclusione che ognuno ha il diritto di finire la sua vita come vuole, anche nell’incoscenza, se è quello che desidera. Ho provato più volte a sconsigliare terapie inutili, ma ognuno segue la sua strada.
    Altra cosa è far credere che esistono risorse illimitate di cui si potrà usufruire per sempre. Ma la battaglia è dura.

  18. Ciao Fabio,
    è interessante interrogarsi sulla necessità o meno di una crescita continua anche in ambito personale… nel mio modo di vedere andrebbe, forse, sostituito il termine crescita con “movimento” continuo verso gli obiettivi(=stimoli) che progressivamente maturano lungo il proprio percorso pur mantenendo una solida centratura su di sé….un po’ come i pianeti che pur ruotando perennemente attorno al proprio asse si spostano comunque all’interno del sistema solare. Mi riesce difficile pensare ad un equilibrio che possa essere raggiunto e mantenuto definitivamente, assomiglia ad un punto d’arrivo, un po’ come morire…preferisco l’idea di un equilibrio dinamico, in movimento verso direzioni molteplici che non implicano necessariamente una crescita, ma che possono essere funzionali anche solo al mantenimento dell’equilibrio stesso, ma anche, si spera, di un po’ di felicità che non guasta…un saluto

  19. Ciao Francesco… io non so se da qualche parte dell’universo e dell’esistenza sia possibile osservare una crescita infinita, ma in questo mondo, su questa terra, la crescita infinita è un sogno distaccato dalla realtà, privo di riscontro fisico, basta osservare un qualsiasi fenomeno per convincersene. Sarebbe poi bello che ci chiedessimo perchè cresciamo (per me è raggiungere un punto di sviluppo ed equilibrio che consente ad una entità di interagire positivamente e di svolgere le proprie funzioni, anche solo sopravvivere), ristabilire la verità e quindi osservare chiaramente quanto è idiota l’idea di crescita perpetua. Che tra l’altro è una condanna alla frustrazione perpetua, ad un non sentirsi mai realizzati, cresciuti. Mettere in dubbio parti di sè va bene, ma sentirsi eternamente bambini che devono crescere non è realistico, eppure la crescita infinita vuol dire questo…

  20. Licia, la speranza può anche non morire mai, ma c’è un punto di non ritorno oltre al quale l’ottimismo incosciente deve lasciare spazio alla consapevolezza (è un diritto)…in ogni ambito…credo. Mi sono riferita ad un ambito specifico ma che conosco perchè mi sembra che un certo atteggiamento del voler far credere che siamo sempre in crescita, seppure dello 0 e poco più, sia in fondo lo stesso di chi ti fa pensare che una settimana in più di vita (di pessima qualità, tra l’altro)significhi guarigione, o possibilità di…le case farmaceutiche per esempio…

  21. Grillo 10min fa ha detto un cosa giusta: Chi ha votato M5S e ci accusa di immobilismo, senza però attivarsi egli stesso per cambiare le proprie abitudini, il proprio quartiere, la propria città, restando semplicemente a guardare, il voto se lo può riprendere; non vogliamo gente che non rischia un po’ del suo.

  22. Claudia, non sono poche le persone che di fronte ad una malattia grave non vogliono saperlo. Ti avvisano prima di esser malate, oppure mentre sono malate ti dicono che non voglion saper niente per mantenere l’ottimismo.

    Fancazzista, presente.

  23. c’è un limite naturale alla crescita (il non “plus” ultra del “minus”!) cioè la morte, scomparsa anche dal nostro lessico quotidiano, come la premorienza. C’è qualcuno che avendo un congiunto malato terminale non abbia chiesto ai medici “fate tutto il possibile e non ditegli niente” anzichè accettare l’idea, evitare terapie inutili e dare la possibilità di confrontarsi con il limite ultimo, e magari limitarsi (appunto) a godere il presente che rimane nel modo migliore?…Forse non è pertinente,però, boh…mi è venuto.
    La sezione sul cibo è una lettura succulenta e ispiratrice, l’avevo fin qui ignorata…

  24. ..proprio così’ Fabio,
    il dramma è che (quasi) tutti continuano a proporre il dogma della crescita infinita come panacea di tutti i mali….Non parlo solo di governanti o banchieri ma anche della maggior parte della gente…questo modello è causa e soluzione di tutti i mali!!….Sarebbe salvifico riscoprire il senso del limite tipico della cultura filosofica greca..
    Buona giornata!

  25. Mi fa ridere l’idea che uno venga considerato un fancazzista perchè vive in un bosco… mussu’ non ha mai spaccato la legna? Io solo a trasportarla su e giù faccio una discreta fatica, non parliamo dei miei maldestri tentativi di usare il falcetto…

  26. Ciao Francesco, si ormai il sistema si regge sulle bugie, il fatto che le risorse non siano illimitate è un tabù. Chi prende le decisioni ha 60-70-80 anni e si è formato quando le risorse erano tante e sembravano infinite, questi uomini non sono in grado di concepire qualcosa di diverso dalla crescita. A me parlare di crescita continua, comunque, suona strano anche al di là dell’ammissione dei limiti: un albero cresce fino ad un certo punto, poi si ferma, lo stesso per un uomo e per qualsiasi cosa su questa terra. Tutto è cicliclo, cresce e poi decresce, fra 10 anni non avrò guadagnato altri 10 cm in altezza, mentre fra 50 anni forse ne avrò persi 10. Ed è un fatto naturale. Solo questi geni non lo capiscono…

  27. Nel belpaese splende sempre il sole, i ristoranti sono pieni e che cavolo spendete sti soldi per far girare l’economia,chi risparmia e’out e poi allegri questa settimana ci saranno anche nuove canzonette da cantare

  28. I presupposti del alcolo del Pil sono, in realtà due finzioni e cioè:
    – sostituibilità delle risorse
    – illimitatezza delle risorse ( ??????)

    Si immagina cioè che ci siano sempre nuovi boschi da abbattere, nuove montagne da adibire a cave, nuovi oceani da svuotare ecc…Che sia lo 0.1% o il 4% siamo
    comunque di fronte ad una illusione statistica.
    Buona giornata

  29. Sì Barbara, l’ avevo letto e mi ha particolarmente intristito anche perché nella fase depressiva che sta attraversando comincia a darsi colpe che non ha e a riversare contro di sé il marciume che ha dissepolto…sono contenta di aver frainteso le tue parole e mi scuso volentieri

  30. Oh ragazzi siete matti??? Non ci siamo proprio intesi. Mi sono espressa male. Probabilmente. Saviano ha sempre sostenuto il “peso” della parole. Le parole che possono cambiare il mondo. Oggi io mi chiedevo a questo punto se è proprio così. Ho capito che Simone ironizza su battute fatte a lui e quindi fatte a Saviano di portata anche molto peggiore se vogliamo. Tipo “saviano ti meriti la camorra”. Io a Roberto scrivo spesso. Lo seguo da sempre. Sono andata a sentirlo al Piccolo di Milano e mi manca molto. Proprio ora stavo leggendo una sua intervista che mi intristito tantissimo…soprattutto i soliti laidi commenti che non riporto. Viviamo in questo paese incivilissimo. Questa volta la Barbara che ha lasciato il suo commento è quella che rispetta Saviano e anche tutti quelli che decidono di cazzeggiare nei boschi…fortunatamente, dico io!

  31. Mi associo ad Antonella. Il fancazzista cui mi riferivo io ero io stesso (Farinetti mi ha detto cosi’: “non fai un cazzo, vivi in un bosco!”). Circa quello cui ti riferisci tu Barbara, spero non sia Saviano, perche’ qui di lui davvero consento solo che si parli bene, con rispetto. Ciao.

  32. @Barbara
    D’accordo su tutto anche sull’assurdità dei nomi che erano stati fatti (d’altra parte abbiamo tristemente constatato che il MIBACT in Italia non conta niente…), ma non posso sentire, proprio qui, in un blog dove la libertà è considerata il valore primo, che si punta il dito contro uno “scrittore fancazzista e con la scorta da noi pagata” come dici tu…Ti consiglierei di leggere l’intervista rilasciata ad El Pais prima di emettere giudizi…quale successo vale, secondo te, la libertà, quali soldi possono compensare la depressione ed una vita affidata agli psicofarmaci? 35 anni ed il coraggio di dire una verità pericolosa distruggendosi la vita…tu l’avresti fatto? Non trasformiamoli in eroi solo quando muoiono, come è stato fatto con Falcone e Borsellino…non aspettiamo che si suicidi un ragazzo che ha creduto nella forza delle parole e ci ha rimesso tutto, tutto quello che il denaro non potrà mai comprare (questo in risposta a chi dice che si è arricchito…).
    Scusate il fuori tema, ma non riesco a stare zitta quando sento queste cose e purtroppo sono in tanti, anche conterranei, a sostenerle….

  33. Domani le Imprese manifestano a Roma, ma serve ancora dimostrare sotto i Ministeri retti da camerieri? Dovremmo forse girargli le spalle e cercare noi soluzioni per divincolarsi dall’abbraccio mortale dell’Euro voluto da USA e poteri forti del NordEuropa?

    • Roberto G, lo dico e scrivo da qualche anno, aggredito e deriso dai piu’ ideologici: le manifestazioni servono al potere, sono giorni di elezioni in cui apparentemente la gente e’ arrabbiata e invece vota di nuovo il potere, lo sostiene. Se si vuole. Smettere di sostenerlo basta vivere diversamente, disubbidire ai suoi dettami politico-economico-sociali. Solo che questo fa fatica, implica assunzione diretta e totale di responsabilita’ sulle nostre vite, ed e’ molto meglio manifestare contro. Poi la sera tutti di nuovo a casa, si riprende a fare quello che vuole il potere, lo si ricomincia a sorreggere e sostenere col nostro lavoro, con la nostra vita. Il potere gode. Quando la gente manifesta contro. Sorride. E’ quando la gente scompare, agisce direttamente, fa cose diverse, che il potere trema…

  34. che fai, simone… mi leggi nel pensiero?!?
    ho pensato esattamente la stessa cosa, baricco è bravo se sa fare il suo mestiere, per questo merita di continuare a farlo.

    come ministro non sarebbe servito a una beneamata mazza, se non a rovinare un fuoriclasse per fare una mossa di becero marketing schiaffando una faccia conosciuta e apprezzata a fare un lavoro che non è il suo.

    c’è da giurarci che tanti avrebbero abboccato, però.

    questo è il problema, secondo me.
    che contano ancora i nomi delle cose, anzichè le cose…

  35. Baricco ha detto di no. Anche Farinetti. Chissà perchè al di là delle loro specifiche competenze (che ne hanno eh…) io ho pensato che avesse chiamato degli “amici”. Delle persone con cui ha avuto a che “fare” o che magari avrebbero potuto creare lo “scoop” che so per andare a parlarne agli Amici di Maria…Io non capisco come fanno alcune persone (tantine in verità e da sempre…) a non vedere la realtà, a non accorgersi. Cosa permette a queste persone di vivere così? La loro superficialità mi verrebbe da dire. Ma no, nemmeno quella o forse non solo. E quando scrivi ” questi anni, così lunghi, pieni di pensieri, che potevano farci ripensare al come, al cosa, al dove, se ne sono andati invano” io mi metto a piangere, per davvero, senza sviolinate allo scrittore eremita e fancazzista. Piango perchè mi sento sempre più inerme, sempre meno convinta che le parole non servano più, non siano sufficienti al contrario di quello che dice un altro scrittore fancazzista e con la scorta da noi pagata). Oggi comunque tra l’altro non piove almeno qui ma è uggioso grigio e triste. Il sole quando uscirà non sarà mai più il sole che era, che avrebbe potuto essere.

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