Impossibile dimenticarti

Per chi come me l’ha amato più di ogni altro autore, come fosse una donna amata davvero, un fratello che avrei voluto avere, un confidente, una misura d’ispirazione, un modello… oggi è un giorno di grandi pensieri. Ciao Gabo. Sei l’uomo che non ho conosciuto più importante della mia vita.

Ti dedico le righe finali di un capitolo di romanzo che sa di te a ogni virgola, in ogni frase. Spesso ho pensato di inviartelo. Chissà che tu ora non possa leggerlo. Buon viaggio.

“Fu dopo due anni esatti, nel volgere di poche settimane dalla ricorrenza del lutto, che Maria crebbe di venti centimetri in altezza e sviluppò tutte insieme le misure irresistibili di una femmina. I capelli castani e lisci le divennero biondi e mossi come onde nel controluce del tramonto. La sua pelle si schiarì, levigata dalla pomice e resa candida dalla liscivia. Il mento si alzò come la corolla di un fiore alle luci dell’alba e i movimenti smisero per sempre l’impaccio della fanciullezza per diventare armonici, maliziosi, espressivi. Nata sotto i colpi del vento e destinata a far volare il suo vestito, Maria era diventata una donna”. (L’Estate del disincanto)

Dedico a me, a voi, due degli infiniti splendidi brani che si potrebbero citare dai suoi romanzi. Grazie anche di questo.

“Una volta padre Nicanor portò al castagno una scacchiera e una scatola di gettoni per invitarlo a giocare a dama, ma Josè Arcadio Buendìa non accettò, affermando che non aveva mai potuto capire il significato di una contesa tra due avversari che erano d’accordo sui princìpi. Padre Nicanor, che non aveva mai considerato il gioco della dama da quel punto di vista, non riuscì più a giocarlo.” (Cent’anni di solitudine)

“…e il forestiero gli aveva risposto senza un’ombra di pudore che non esiste gloria più alta che morire per la patria, eccellenza, e lui ribatté sorridendo di compassione che non essere stronzo, ragazzo mio, la patria è essere vivo, gli disse (…) e gli mostrò sulla palma della mano questa pallina di vetro che è qualcosa che si ha o non si ha, ma che solo chi l’ha l’ha, ragazzo mio, questo è la patria, disse…” (L’Autunno del patriarca)

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6 pensieri su “Impossibile dimenticarti

  1. Che meraviglia L’estate del disincanto…
    Ecco perché quel capitolo era così particolare.
    Devo rileggerlo e credo che lo farò a bordo di Mediterranea, durante la traversata dalla Puglia all Grecia.

  2. Ho conosciuto Garcia Marquez con ‘Cronaca di una morte annunciata’.
    La nostra morte annunciata,di cui spesso ci dimentichiamo,al punto di non valorizzare la nostra vita.

  3. Lettera di commiato di Gabriel Garcia Marquez agli amici dopo il ritiro dalla vita pubblica a causa di problemi di salute:
    “Se per un istante Dio si dimenticherà che sono una marionetta di stoffa e mi regalerà un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto quello che penso, ma in definitiva penserei tutto quello che dico.
    Darei valore alle cose, non per quello che valgono, ma per quello che significano.
    Dormirei poco, sognerei di più, andrei quando gli altri si fermano, starei sveglio quando gli altri dormono, ascolterei quando gli altri parlano e come gusterei un buon gelato al cioccolato!!
    Se Dio mi regalasse un pezzo di vita, vestirei semplicemente, mi sdraierei al sole lasciando scoperto non solamente il mio corpo ma anche la mia anima.
    Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei che si sciogliesse al sole.
    Dipingerei con un sogno di Van Gogh sopra le stelle un poema di Benedetti e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna.
    Irrigherei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle loro spine e il carnoso bacio dei loro petali.
    Dio mio, se io avessi un pezzo di vita non lascerei passare un solo giorno senza dire alla gente che amo, che la amo.
    Convincerei tutti gli uomini e le donne che sono i miei favoriti e vivrei innamorato dell’amore.
    Agli uomini proverei quanto sbagliano al pensare che smettono di innamorarsi quando invecchiano, senza sapere che invecchiano quando smettono di innamorarsi.
    A un bambino gli darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo.
    Agli anziani insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia ma con la dimenticanza.
    Tante cose ho imparato da voi, gli Uomini! Ho imparato che tutto il mondo ama vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel risalire la scarpata.
    Ho imparato che quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno, per la prima volta, il dito di suo padre, lo tiene stretto per sempre.
    Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardarne un altro dall’alto al basso solamente quando deve aiutarlo ad alzarsi.
    Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi, ma realmente, non mi serviranno a molto, perché quando mi metteranno dentro quella valigia, infelicemente starò morendo.”
    Addio Maestro..e grazie per ogni singolo rigo di tutti i tuoi meravigliosi libri..se ne va oggi uno scrittore straordinario e un uomo ancora più straordinario…

    • Cristina ciao. Questa lettera non e’ di Gabo. Lo si capisce anche dallo stile. Lui quando inizio’ a girare dichiaro’ che si sarebbe suicidato solo al pensiero che qualcuno potesse pensare che era sua. Pensa un po’. Pero’ grazie, le suggestioni comunque ci sono. Ciao!

  4. ..un giono di grandi pensieri ma anche un giorno triste. Quella tristezza velata, che proviamo quando un’altra voce si spegne, quando il silenzio diventa un po’ più fitto e le parole dobbiamo cominciare a cercarle negli echi. Ho letto Cent’anni di solitudine quando ero ancora molto giovane, agli inizi del mio io: mi lasciò in bocca un sapore di caldo e fango,un atmosfera, più che un pensiero. L’ho riletto dieci anni dopo e ho trovato un libro diverso: sfumato, complesso, commovente e spietato. Ovviamente ero cambiata io, ma la sua grandezza era il continuare a parlarmi, il suo essere sfaccetato, come una serie di specchi, in cui ognuno può leggere e ritrovare ciò che non sa di avere perduto. Adesso tornerò a leggerlo, per cercare un saluto da una grande voce..

  5. Scrive una cara amica mia cubana.

    Gabo, pero que hiciste?? Ahora quien saca al General del laberinto y le escribe las memorias al Coronel?? Dejas a tus putas mucho más tristes y a la pobre Fermina Daza perdida de felicidad lujuriosa en pleno Rio …no es conveniente a esa edad!! A los Buendía los dejaste con Macondo en las entrañas con màs de cien años de soledad interior. Tantas mujeres, aventuras… Tanto Amor y Demonios…y te nos mueres asi, de pulmonía complicada? Esta no te la perdono… Deja que me toque a mi, que voy a subir con machete a correrte detras por las polvorientas callecitas del Infierno, asi que puedes comenzar a hacer tus Crònicas de muerte anunciada, porque cuando yo llegue te mato de nuevo por desconsiderado…

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