La Fenice

 

Chiuso il cerchio. Il fortunale, il rischio di affondamento, i danni, il progetto che sta per fallire prima ancora di iniziare… Poi l’appello di Mediterranea, la gente generosa e partecipe, le donazioni, i lavori duri e lunghi… La rinascita. Grazie di cuore a chi ha aiutato Progetto Mediterranea, che da oggi non navigherà mai sola.

Un breve video per ricordare, per non dimenticare, per ringraziarvi.
 

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15 pensieri su “La Fenice

  1. a proposito dell’intraprendere la strada giusta o sbagliata e e dell’accettare la propria natura, segnalo un breve articolo di severgnini sul corriere che mi sembra a tema (titolo: abbasso i rimpianti)

    … Quasi sempre, si tratta di un uomo che rimpiange le occasioni perdute. E spesso non si limita a rimpiangerle: vuole coglierle, fuori tempo massimo. “Abbiamo la tendenza ad attribuire virtù e pregi straordinari alla scelte che non abbiamo fatto”, scrive Schelotto. “Molte persone si caricano sulle spalle il proprio passato e se lo trascinano nella vita quotidiana, con la convinzione che il mondo in cui stanno vivendo sia solo la brutta copia di quello in cui avrebbero potuto vivere”…

    Ciao
    Marco

    p.s. non voglio fare pubblicita non gradita su questo blog. A te Simone decidere se pubblicare il post (e a chi altri ;-))

    • marco ma figurati. qui hanno messo link a tutto, libri, articoli, figurati! poi Beppe nonostante sia un “maledetto” interista è un amico. Bella testa quando non fa troppo il mondano…

  2. Ciao Simone,
    Tu, seguendo quel percorso ti sei portato dietro anche me.
    Grazie.

    A conferma di quel che dici sul fatto che dopo un po bisogna smettere di parlare delle cose, a me non manca il tema ds.

    Buona notte,
    Marco

    • Marco, ciao. Credo che se ne sia parlato in lungo e in largo, per anni. Forse delle cose, a un certo punto, bisogna smettere di parlare. Un conto è la speculazione intellettuale fine a se stessa, un conto è il confronto. Io credo di aver detto tanto, fin troppo, nei libri, qui, sui media… Quando ho un’idea nuova o la sensazione di novità su qualche concetto già trattato, scrivo. Per il resto direi che dalle parole è possibile oramai, anzi, è necessario, passare ai fatti, oppure no, a seconda dei casi. ognuno sa e fa quel che sa. Sarebbe specioso ritrovarsi tra qualche anno a dire le stesse cose di sempre.

  3. Argomento per me molto interessante.
    Deve aver a che fare con questi temi il fatto che a me vien da dire di non avere rimpianti nella mia vita (40anni).
    Mi verrebbe anche da dire di non aver fatto errori se non fosse che trovo che non si posso parlare di errori, di giusto o sbagliato.
    Sono le scelte e i passi che ho fatto io, i passi che in qualche modo in quäl momento nella mia vita ” ci stavano”. Passi che per altri, con i loro percorsi potrebbero essere sbagliati. Se appunto avesse senso la Divisione tra giusta e sbagliato.

    Interessante che io ho Iniziato a leggerti per il ds e ormai da tanto tempo quäl che mi interessa di piu di quäl che scrivi ha un orizzonte molto piu ampio: equilibrio, vita, consapevolezza, passione…

    Ciao
    Marco

    • Riguardo il tuo ultimo pensiero, l’ultima riga, io ho seguito un percorso, Marco. Ho parlato dell’effetto per arrivare alla sorgente. Sarebbe rimasto inascoltato fare il contrario. Oggi, forse, in questo spazio, questa strana bolla dialogica, possiamo consentirci di parlare di equilibrio, di vita, di consapevolezza e di passione perché ci siamo arrivati gradualmente, cosa su cosa. Fuori di qui è molto difficile. Io ci provo con fatica sul Fatto quotidiano, ad esempio, dove c’è una miniera di incazzati che dovrebbe essere il terreno di coltura ideale per queste cose, e con tempi diversi ci sto forse anche piano piano riuscendo, ma è molto più dura. Il livello di attenzione, disponibilità, apertura, è molto inferiore. Se poi passi alla vita reale, di tutti i giorni, è quasi nullo.
      Tuttavia, qui, gradualmente, siamo riusciti a parlare di vita e di equilibrio senza veli, senza schermi, e forse ci è utile. A me piacciono i processi che si compiono, tanto o poco che sia. E’ bello avere un’idea, farla germogliare, vederla compiersi, farla diventare vera, concreta e poi passare a un’altra idea. Dovrebbe chiamarsi “vita”, questa, molto semplicemente. Sappiamo che è assai più complessa la faccenda. Ma questo non vuol dire non tentare. ciao!

  4. Talvolta non viene intrapresa la strada Giusta perché riteniamo che il pedaggio da “pagare” sia oltre le nostre disponibilità.
    Talvolta alcuni si struggono a voce alta perché, in una logica che non ho mai capito fino in fondo, fa gruppo, fa protagonismo, fa appartenenza al “mal comune mezzo gaudio”
    Qual’è il messaggio al quale dobbiamo assolutamente obbedire?

    • Carlo lascia che sia come deve essere. Immaginati che tu sia davvero affamato, ma proprio affamato in modo serio, e ti si profilasse la possibilità di affondare i denti una bistecca meravigliosa, oppure un piatto di lasagne o quel che più ti piace. Non lo faresti? Costasse un prezzo, non lo pagheresti? fatti sempre questo esempio per capire cosa sei e cosa fai. Hai davvero fame? Vuoi davvero quel piatto? Oppure puoi farne a meno, la fame che hai non giustifica chissà che prezzo da pagare? Dipende da te. Non ho mai visto un uomo che debba andare, restare, o un uomo che debba restare, andare. Mai. Noi poi invochiamo il destino, la sorte, la congiuntura storico-economica, ma le cose stanno così. Chi deve andare va. Sempre. E fa bene. Come fa bene chi resta, se quella è la sua natura.

      il problema sai qual è? Fare pace con questo. Accettare che ciò che facciamo è sempre giusto, perché quelle azioni siamo noi. Forse ci delude, perché avevamo un’idea di noi diversa. Ma occorre fare pace con tutto questo, con ciò che siamo se ci guardiamo da fuori in modo vero, autentico, impietoso.

  5. salpare spetta a noi, è una nostra scelta.
    Così come decidere di riparare i danni.
    Potremmo mai fare una scelta non per il nostro bene?
    Grazie di cuore

  6. Quanti di noi hanno un fortunale che ha lasciato segni, superficiali e/o profondi.
    Salpare è una nostra decisione, solo nostra
    Così come decidere di riparare i danni subiti.
    È una nostra scelta: potrebbe mai essere un qualcosa non per il nostro bene.
    Grazie di cuore

    • Grandi discussioni su questo, Carlo, in passato. Io penso di no, che non decidiamo mai scegliendo l’opzione sbagliata. Però intendo dire sia consciamente sia inconsciamente. Dunque a volte accade che uno si strugga consciamente per tutta la vita di non aver fatto qualcosa che, in realtà, è un bene che non abbia fatto. Non fosse altro perché, se fosse stato giusto scegliere in quella direzione, l’avrebbe scelto. Difficile che chi dice “vorrei tanto andare” e poi non va stia scegliendo qualcosa che non va bene per lui. Noi sappiamo bene che non dobbiamo andare, e infatti restiamo.

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