Lustri

AdessoBasta_piatto+fascetta

La copertina del tascabile, uscito ieri

Che volete che vi dica che ho fatto bene, ho fatto male, ditemelo e ve lo dico, così siete contenti, è passato quanto un anno, tre anni, di più, utilizzati bene, siete sicuri, non vorrei che se ho fatto bene, se ho fatto male, la faccenda fosse tutta lì, tutta in un minuto, tutta in un gesto, e il resto, avanzo, rifiuto, fosse dimenticato, fosse tralasciato, non fosse mai esistito, perché invece c’è stato, sole che sorge ogni mattina, ogni mattina, un campo di volo su cui decollare, ogni mattina, e se il piccolo aereo era fermo sulla pista, quel giorno che è successo, com’è andata, anche quel giorno c’ero io, anche quel giorno è stata colpa mia?

Cinque anni, dal duemilanove, era ottobre, al duemilaquattordici, settembre, che poi era iniziato tutto prima, sono più di sette, ma non conta, un lustro, non so quanto lucido o opaco, un periodo sufficiente, tuttavia, a fare dei bilanci, questo l’ho fatto, questo no, perché sai come funziona, questi cinque rischiano di somigliare ai prossimi cinque, che hai fatto è come che farai, a meno che, a meno che, a meno che, insomma che è successo, che hai pensato, come te li immaginavi, avevi un sogno nel cassetto, aspettavi una parola che non è arrivata, non hai imparato a dirtela da te, hai imparato, facciamo due conti, cosa serviva, cosa era superfluo, mi sono dimenticato di te, mi sono ricordato, sono dove avevo detto che sarei stato, ci sono ma soltanto in parte, mi sono ricordato di fare quella cosa che mi ero scritto?

Adesso Basta, era composto di due semplici parole, Adesso, che voleva dire non dopo, non tra un po’, senza indugio, che di indugi ce ne sono stati già abbastanza, e poi Basta, che ha due entrate, Basta come è sufficiente, siamo arrivati al pieno, e Basta come basta, non oltre, non altro, mi sono rotto, fermate tutto, io scendo, Adesso Basta a che serve, serve a dire che da ora serve altro, non solo che da ora il vecchio non lo voglio più, era una decisione, che come tutte le decisioni non serve a niente se non ho deciso, come tutte le cose che uno si dice in casa ad alta voce serve a convincersi, mica si sapeva come andava, però era un buon inizio, per dire che da ora i lustri non si perdono più, che di lustri ce ne sono ancora alcuni, mica tutti, che occorreva lustrare, lucidare, pulire, rendere scintillante il tempo, la vita, e infatti così è andata, e quelle macchie che ancora vedo, quegli aloni sulla livrea azzurra e acciaio del tempo, vanno levati, puliti, lucidati, e questo è il programma, lustro che arriva, quello in cui non ci sei più, oppure sei lì, però per forza io ci sono ancora, e se molli ora è come se non fosse mai esistito, mentre molto è stato, un lustro, parole, miglia, porti, tanto mare davanti, cinque anni ancora, almeno cinque, poi vedremo.

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7 pensieri su “Lustri

  1. Ciao Simone,
    ho letto oggi il tuo libro ed è stata una folgorazione!Sei riuscito a trovare “le parole per dirlo”…leggerti mi ha dato forza e speranza in un momento in cui la confusione regna sovrana. Grazie

  2. Bello questo rap.
    O almeno così l’ho letto nella mia testa, con un ritmo da rap.
    E i prossimi 5 spero lasceranno spazio ad altri 5 e poi altri 5…

  3. Caro Simone, oggi ho letto questa massima di Goethe, il quale, sebbene supponga non abbia avuto il piacere di leggerti, sarei pronto a scommettere sia riuscito in qualche modo a copiarti 🙂

    “L’uomo è ostinatamente contraddittorio: per il suo bene non accetta alcun obbligo, per il suo danno sopporta ogni costrizione.” (J. W. Goethe, da “Kunst und Altertum”)

    Un abbraccio,
    J

  4. Caro Simone, il tempo si è’ fermato con il tuo adesso basta, ed è’ iniziata una nuova vita. Quante nuove vite? Io ci sono da quando ho detto basta, come te. Ho rischiato di morire x non averlo fatto prima. Ma per fortuna e’ adesso. Quel momento è’ ora, la vita è’ qui, di fronte a me, e stavolta e’ la mia vita, quella che io ho scelto, quella che avevo tanto a lungo sognato, e che ora c’è. Essere, non avere. Essere, non sembrare. Essere, non fingere. Essere, e provarci. Il tempo va. Ma esserci, e’ cavalcare l’eterno.

  5. Con emozione commento questo tuo post in modo fstidiosamente, ma inevitabilmente, personale. Quando lessi “adesso basta” avevo appena detto basta alla professione con un travaglio lungo e doloroso e il libro fu una conferma,un “hai fatto bene”, i miei pensieri confusi ma convinti messi nero su bianco ad arte. Ricordo ancora lo stupore,il sollievo…non posso essere poi così spostata se anche lui…ricordo che avrei voluto farlo leggere anche a mia madre per placare il suo disappunto, perchè potesse comprendere, ma dissi basta anche alla ricerca di consensi…
    Dal primo giorno di scuola 2014 abbiamo ufficialmente lasciato la casa in città per vivere in provincia a 30m dal mare.
    Viviamo con sempre meno e godiamo della vita sempre più. Adesso tutto basta mentre prima non bastava mai, addirittura sento che c’è ancora da scalare marce e…qualche montagna anche.
    Non è stato merito di simone, ma se fosse il gioco del “se fosse”, se fosse un libro sarebbe il suo.
    Buon vento a chi lo sta leggendo ancora ormeggiato.

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