Pensieri buoni

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Riflessi “sporadici”

Sempre mezzi nudi. Braghette corte e palme dei piedi sul ponte vellutato di teak. Sole sulla pelle, e sale, che la leviga, che toglie ogni odore di terraferma. Mare intorno, distesa blu, che in questi giorni è immobile, solo colori e testimonianza silenziosa. Poco fa era il momento del prelievo di plancton sulla nostra rotta: abbiamo filato il PI e atteso, raccolto il sangue del mare, da inviare a Plymouth. Abbiamo anche preso nota sul diario degli avvistamenti di meduse. All’ancora, verso le tre di pomeriggio, abbiamo goduto di un’ampia baia solitaria, bevuto una birra, mangiato uova, parlato di coppia, di vita, d’amore. La nostra giornata, insomma. La mia da diciassette settimane.

Intorno, nessuno. Ogni popolazione è altrove. Quando incrociamo una barca, raramente, la guardiamo avvicinarsi, poi andare, misteriosa presenza, come se non capissimo di cosa si tratta. Poi ci rimettiamo le maglie, cerchiamo ripari per la sera. Equipaggio esperto, ormai, movimenti unisoni, senza parole, manovriamo lenti. Nel buio, nel nero della poca luna calante, cerchiamo tepore sotto coperta, prepariamo tutti insieme, ascoltiamo un po’ di musica, mangiamo. Ieri, tra nassa e fucile, è uscito un bel pescato per dieci, quanti siamo: polpo, ricciola, saraghi, una triglia, un cefalo, uno scorfano. Era tutto buono. C’era allegria, abbiamo fatto un po’ gli scemi, ci siamo fatti delle foto con le smorfie. Qualcuno si è messo a leggere, altri a dormire. In cinque, addirittura, poker fino a notte fonda.

Il lungo viaggio. Mesi, anni. Laboratorio di anime, di vite, di destini. Domani vedremo il centro di tutela e difesa della Foca Monaca. Dopodomani, chissà dove saremo. L’occhio lungo del marinaio ci porta a sabato, quando deve entrare maestrale. Cercheremo un riparo, in largo anticipo. Quanto durerà, non lo sappiamo. Se dobbiamo, aspetteremo. Perderemo tempo a bighellonare per il porto, o sulla barca. Può darsi, se siamo fortunati, che penseremo a qualcosa, o a qualcuno. Da qui, dalla linea spezzata del nostro mare dentro, potrebbero perfino essere pensieri buoni.

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9 pensieri su “Pensieri buoni

  1. Alonissos. Ci ho passato 8 mesi, nel 1999. Allora lavoravo facendo stagioni in giro per il Mediterraneo, perché amavo il mare, la condizione dell’isola. Sono stata molto felice, non contenta o serena, felice. Poi ho smesso, ho creduto di dover diventare grande. E ora sono di nuovo in un’isola del Mediterraneo con una consapevolezza e un’età più matura, con difficoltà oggettive ma di nuovo felice. E fiera di me, del mio tentativo perlomeno. Grazie di avermi ricordato quel periodo Simone, ti abbraccio !

  2. I pensieri “buoni” fanno bene al cuore. Fanno bene a chi li pensa e anche a chi crede di essere quel “qualcuno” a cui sono rivolti…Io credo sia necessario e finanche utile “scuotere” gli animi. Smuovere le coscienze o quella parte insita in tutti noi che alimenta una “falsa” coscienza, che crea alibi, giustificazioni fini a se stesse. Quello che vorrei dire però è che mi sono resa conto che spesso che si “lamenta”, chi “borbotta”, non è sempre solo colui che intanto ciondola e si rimira l’ombelico. Anzi. Spesso è colui che sta lavorando “fuori” e “dentro” di sè e non trova interlocutori, non trova risposte ma nemmeno domande… e si sente solo e frustrato e incazzato. Si possono fare cose anche in assoluta solitudine e quelle danno quasi sempre una grande soddisfazione. Ma la condivisione per me non ha prezzo. io cerco ostinatamente persone con cui emozionarmi ma qui e ora non le trovo. Non le ho ancora trovate. e so che è perché non sono nel posto giusto e forse nemmeno al “momento” giusto. A volte cerco di condividere anche con chi ritengo “sordo” rispetto ad alcune tematiche. E qualche volta rimango sorpresa dalla reazione. Spesso le persone mentono sapendo di mentire…Sanno che fondamentalmente quello di cui parli non è solo “giusto” ma fondamentale per agire un cambiamento. Ma la paura blocca qualsiasi azione e pensiero. ed è per questo, proprio per questo,che ci tocca, ogni tanto, “pensare” ugualmente tenacemente caparbiamente i nostri “pensieri buoni” e gettarli nel mare…Perché è anche importante “fare del bene e poi…dimenticarlo”… 🙂

  3. Vorrei scriverti qualche cosuccia.
    Detto così sembra minaccioso.
    Ma non lo è.
    Alcune cose che dici mi lasciano vagamente interdetto.
    Ma tant’è.
    Non sarò nemmeno il primo.
    E manco l’ultimo.
    Ce l’hai una email o bisogna sparare un razzo per aria?

    • “un razzo per aria” è splendido, Marco. Ho sorriso con molto divertimento. Allora: se devi scrivermi cose riservate, che non si devono sapere, usa facebook. Altrimenti a me piace che si condivida, dunque qui va bene. Ciao!

  4. Nelle letture che riguardano Simone e il suo mare, trovo anche la montagna di Franca e allora aggiungo: la volete una ragazza di campagna?! Evviva il mondo, evviva la vita, così faticosa così indefinita.

  5. Cinque minuti per sognare…non so se invidiare di più i momenti che stai vivendo o come sai descriverli. Entrambi. Non ho voglia di scegliere!
    Bacio!

  6. Provo invidia, di quella buona che si prova per un caro amico che ce la fa, ce l’hai fatta a creare il gruppo con cui vivere di cio’ di cui volevi vivere.Non è facile la convivenza, il cohousing, fare le cose insieme e riuscirci, ridere, mangiare, giocare a poker: vuole dire che il gruppo è affiatato, che funziona!Sarà la gente di mare… noi terreni sempre qui a sognare di trovarlo il nostro gruppo(io di terra e di montagna sempre qui a sognare di trovarlo il mio gruppo)con cui ripopolare un cocuzzolo di appennino andato in malora per l’abbandono o per la solitudine, ci si guarda di traverso, ci si misura “più tu di me”,lo desidero e non riesco a trovare il modo nè le persone disposte a condividere tutto. Ma non posso essere una di mare, sono troppo di montagna. Anche per quello che ci hai raccontato oggi tanta stima e tanto bene a te.

  7. leggerti mi ricarica le pile, mentre cerco la via per imitarti. calibrata a me, che sono diversa da te. ad esempio non so navigare.
    ecco, quello del “cosa so fare” è diventato il mio chiodo fisso: è indispensabile che scopra subito quali sono le mie capacità e le mie attitudini e cominci a praticarle costantemente, nel tempo che mi rimane dopo il risucchio della vita che faccio ora. sono convinta che solo così, verificando ogni giorno, posso riuscire a capire qualcosa di più. questo non basterà ad evitarmi il brivido del salto, se mai riuscirò a farlo, quel salto, ma almeno mi avrà tolto molta di quell’angoscia che si prova quando non si sa ancora…chi siamo veramente. grazie sempre, Simone e buona vita.
    LA LUNA NERA

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