Una sola…

IMG_20150315_134327_edit

Davanti Al Galatasaray Lisesi, ieri.

Questo post l’ho scritto il 16 marzo, qualche giorno fa.

“Istanbul. Sento una vibrazione, una tensione. (…) vedo una forza che si agita, qualcosa che freme. (…) sento che in ogni momento potrebbe esplodere. In cosa, non si sa.”

Lo ripubblico. La prima parte, alla luce delle notizie di questi giorni, sembra più attuale che mai:


Istanbul. Sento una vibrazione, una tensione. In sei mesi di Grecia non ho assistito a un litigio. Qui in un mese ho visto due discussioni animate, uno scontro automobilista-pedone finito a calci sulla macchina, una megarissa tra una squadraccia di poliziotti in borghese contro ubriachi o comunque ragazzi che stavano facendo casino (scena impressionante: sono sbucati dal nulla, una quindicina, spray al peperoncino, manganelli, calci e pugni da stadio). E poi, davanti al Galatasaray Lisesi, ogni giorno, anche due volte al giorno, manifestazioni e dimostrazioni controllate da centinaia di poliziotti armati fino ai denti, grossi Ariete blindati con cannoni idranti sfollagente. Soprattutto, guardo gli occhi, parlo con la gente. Vedo una forza che si agita, qualcosa che freme. la Città, la Città delle Città, è un enorme serpente che sfila, scorre, si arrovella, incessantemente. Sedici milioni di persone. Istanbul. Qui c’è un’energia fuori dall’ordinario, che si fa gioia, incanto, aggregazione, socialità, ma senti che in ogni momento potrebbe esplodere. In cosa, non si sa.

Oggi ho incontrato G. Mancini, giornalista, storico, blogger. La sua è una lettura della Turchia molto inconvenzionale, molto diversa dalla vulgata che tutti raccontano. Interessante, proprio per la sua differenza. A tratti non credo, a tratti mi appunto, a tratti lo seguo e penso abbia ragione. Mi faccio domande, in tutto ciò. Il motivo del mio lungo viaggio per il Mediterraneo. Domande su domande, ipotesi, informazioni, cose che vedo, di fronte a me, non capisco, realizzo, restano appese. Quante domande… quante di esse avranno risposta? Chissà. Però sento che mi fanno bene tutti questi dubbi. Da qualche tempo ci vivo immerso, nuoto, a volte sprofondo, a volte riemergo. Dal gennaio del 2008 so sempre di meno, questo è evidente. Di anno in anno, in questa mia nuova vita, recedo, regredisco, mi svincolo da certezze, da schemi, da sovrastrutture. Chissà cosa resterà alla fine del lungo percorso. Forse un’unica, enorme, inevitabile domanda. Una soltanto. Nudo.

Share Button

11 pensieri su “Una sola…

  1. Evviva! In quest’epoca in cui troppi hanno la soluzione in tasca, tutti sanno cosa farebbero se solo avessero il potere (eppure ce l’hanno), se solo fossero al posto di, tutti sanno cosa ci vorrebbe, cosa bisognerebbe dire, quest’epoca in cui l’indecisione è una colpa, l’incertezza è da sfigati, in cui è vietato da leggi non scritte dire “non lo so”, in cui – se non si ha un’opinione – si copia quella del personaggio leader, riconosciuto e promosso come “guru” dai media, dalla pubblicità, dall’opinione pubblica, insomma da qualcun altro, quest’epoca in cui bisogna avere opinioni su determinati argomenti scelti sempre da qualcun altro, mentre su tanti altri nessuno si interroga, dove si rischia a chiedere determinati “perchè”….ecco, in quest’epoca qui, almeno dalle nostre parti, sentire qualcuno che aspira a restare soltanto con le domande, che aspira ad andare dritto verso il mistero, a lasciar andare qualsiasi pregiudizio, è una vera benedizione. Grazie per quest’intervento.

  2. La mia domanda in realtà è se ci sia un nesso con il ruolo dell’Iran in quanto sta succedendo in Yemen (ruolo su cui Erdogan si è chiaramente espresso) e anche con la trattativa con l’Iran sul nucleare. Il dubbio che questa strategia della tensione in realtà non sia solo funzionale all’interno, a raccattare voti creando paura, ma possa avere un impatto anche transanazionale su tutta l’area. Non so come, ovviamente, non sono un’analista, è un oscuro sentire.

    • Per lo scenario in campo, difficile dire queste cose. Credo purtroppo che a creare disagio alla Turchia non sia neppure necessario un quadro cosi ampio. Mi pare che quello del potere interno basti, ahime.

      • Che tristezza, l’ingresso nell’u.e., se giá minato dalla questione libertà di stampa e di opinione, diritti civili, per non parlare del voltafaccia sul genocidio armeno, cosí diventa pura utopia.

  3. Il 7 giugno ci saranno elezioni politiche in Turchia.
    “Cosa sta succedendo in Turchia?” è la domanda che ci facciamo noi che siamo qui…Il black-out, la spada presente sulla bandiera esposta dal tizio che ieri ha assaltato la sede dell’Akp (non era una bandiera turca “normale”); i fremiti sotterranei che esplodono a tratti…Mi sembra tutto molto allarmante; aspettavo tue notizie da lì con curiosità, lo ammetto.

    • Ho provato a dare spaccati, sensazioni. la situazione è molto tesa. Come ci hanno detto alcuni intellettuali, la Turchia è spaccata in due metà. una, quella islamica, ha il suo momento di revanche dopo cento anni quasi di discriminazione. E governa lieta di poter fare la faccia dura, in contrapposizione con l’altra metà, secolarista convinta (per se con motivazioni e conseguenze diverse tra kemalisti e socialdemocratici). Solo che, come ha detto allo stesso Erdogan un suo parlamentare: “mentre noi ci contrapponiamo a loro, loro ci odiano!”. Il che, mi pare di poter constatare, è vero.
      In tutto ciò c’è il terzo polo, quello curdo, che con il leader Demirtash sta salendo sempre più nei sondaggi, e potrebbe ambire al 10%. Il che toglierebbe la maggioranza all’Akp in Parlamento costringendo Erdogan a fare un governo di coalizione.
      credo che l’unica via per far ragionare e limitare possibili derive autoritarie sia proprio il partito curdo e la sua funzione di bilanciamento parlamentare. Purtroppo né i kemalisti né i socialdemocratici hanno leader in grado di guidare una riscossa democratica, anche ammesso che la volessero davvero 8soprattutto i kemalisti).
      Certo Erdogan sta inanellando quasi tutti i possibili atti per far inasprire i rapporti interni al Paese, cosa che credo peserà molto sulla sua carriera politica e sul futuro della Turchia.

      In generale, la situazione che ho visto fin qui, e che molti intellettuali mi hanno confermato, è una situazione da pre-guerra civile.

      Ciao.

      • condivido in buon parte la tua analisi; il problema è che si è un po’ tardato nel prendere atto che, se per fare pace bisogna essere in due, per fare la guerra basta che una parte sola si muova (e vale per tutto il medio oriente…). Di sicuro i curdi possono fare da ago della bilancia, ma vanno sostenuti, anche sul versante lotta all’IS.
        grazie delle notizie.

  4. Arduo commentare questi post…. in solitaria, come spesso mi accade di recente, mi accingo a farlo anche questa volta…sono stati i commenti che ho letto di la’…su feisbuk… a darmi l’input….mi sono chiesta come mai alla fine di una lettura di questo tipo, rimanga impresso a una persona solo il concetto di ‘forza che si agita’ e quindi…commenti scrivendo ‘digerito male?’ oppure ‘sara’ il terremoto?’. che non si capisce se e’ una battuta, se lo scrivente feisbukiano sia in cerca di tanti ‘like’ a tutti i costi o forse si stia rigidamente attenendo a quella tacita ‘netiquette’ che dice che su fb il commento deve essere possibilmente il piu’ breve possibile….(senza pero’, vivaddio, il limite di caratteri come per il piu’ blasonato twitteeerrr). in ogni caso cio’ che ha colpito e’ la narrazione rispetto a quella che per me e’ invece la premessa o il preludio a cio’ che l’Autore (Simone) dice dopo….in chiusura del suddetto post. e cioe’ la parola ‘nudo’. che qualcuno di la’…avrebbe potuto farci anche una battuta… io ho pensato alla favola danese….’i vestiti dell’imperatore’…alla frase ormai abusata ‘il re e’ nudo’. ma traslata, in questo contesto….La forza che preme di cui percepiamo qualcosa potrebbe essere si’ paragonata a quella del magma di un vulcano. qualcosa che e’ rimasto per anni, per secoli racchiuso, ingabbiato, e che finalmente scova un ‘condotto’ e sprigiona tutta la sua forza. come quando si pensa a un vaso colmo, in cui l’ultima goccia non puo’ fare altro che …farlo traboccare. ecco questo. ed e’ cosi’ importante questo scorcio di realta’ di un paese vicino, mediterrane appunto, di cui abbiamo notizie vaghe, confuse, filtrate da tg che in 5 minuti ‘fulminano’ una notizia che alla fine non hai capito. non hai davvero compreso cosa e’ successo. perche’ a me interessa sapere davvero come ne parlano le persone che vivono la’, i loro commenti, le emozioni, il Loro racconto…chi puo’ tradurre per noi questo linguaggio, questa lingua sconosciuta? forse proprio chi, da tempo, ha abbandonato la strada ‘maestra’, chi percorre strade diverse e forse anche parallele, ma sicuramente nuove. chi sta lavorando su una visione diversa senza schemi appunto e sovrastrutture….e la ‘nudita” non e’ forse quella che solo il bambino (nella favola di Andersen) riesce a vedere? quindi disincanto. parola magica che risuona forte in questi tempi assurdi farciti di niente, pieni di ‘timing’ e di ‘meeting’….

    • Scrivero anche cosa ne penso di questo paese, cosa ho capito, quando avro un po’ piú le idee chiare Barbara. Dico solo, al momento, che avevo un’idea quando sono arrivato qui. Ora non ne ho piú nessuna…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.