Maschio Enne

IMG_20151026_171904_edit

Nuove carte geografiche, per nuovi viaggi

La faccenda del “Maschio Alfa” va messa in discussione, smontata e i suoi pezzi vanno sparsi al miglior vento del nord. Che sia arduo rimetterli insieme.

Secondo la vulgata zoologica, e poi antropologica e psicologica, esisterebbero alcune gradazioni di “essere maschio”, di cui la prima, e preminente, sarebbe quella del Maschio Alfa. E’ colui che guida, che occupa posizioni preminenti rispetto agli altri, che ha più voce in capitolo, che pretende sottomissione e seguito, che non ama il dissenso, che non tollera altri maschi dominanti. Basterebbe il concetto di “dominante” a farmi esprimere ogni dissenso verso questa visione dell’uomo.

Tenderei, con pensieri parole opere e omissioni, ad abolire questa tetragona schematizzazione con una definizione più adeguata, aggiornata e significativa. Quella del “Maschio Enne”, nel senso di “Nuovo”, cioè un maschio che tende all’autenticità della sua natura, sia essa quella dell’immobilità o dell’azione; che ha a cuore, e può lottare se necessario, solo per le proprie migliori emozioni; che si svincola da qualunque pretesa di ruolo; che preferisce la libertà al potere; che considera la comprensione di sé e l’equilibrio tra le sue capacità ed energie come un dovere morale inalienabile; che invoca la propria fragilità e pretende che non venga fraintesa con debolezza; che oggi potrebbe condurci tutti nella terra promessa con una buona intuizione ma domani potrebbe abbandonarla senza dare spiegazioni di sorta; che vuole attorniarsi di persone migliori di sé per goderne e bearsene; che non cerca alcuna responsabilità che non sia quella connaturata alla passione per ciò che fa; che igienizza periodicamente la sua esistenza dai simboli che lo vorrebbero deciso sempre, coerente sempre, asciutto alle lacrime sempre, affidabile sempre, pronto sempre, capace sempre di sostenere e proteggere, e sempre aderente all’idea di uomo maschio che qualche retrogrado pretende da lui; che ammette, accoglie, accarezza, rappresenta, usa le sue paure; che dichiara i suoi desideri sul lavoro, nell’amore, nel sesso, nell’amicizia, nella vita; che cerca e difende la propria terapeutica solitudine; che tende ad affermarsi con le idee e la rispondenza tra esse e l’azione; che quando ha talenti e sogni opera per condividerli pretendendo che chi non ne ha non gli rompa le scatole per nascondere la propria mediocrità; che non accetta nulla di inspiegabile e fideistico per mancanza di spirito critico; che sfugge a ogni omologazione; che ha il coraggio della diversità, anche a prezzo dell’isolamento.

Credo che avremmo molti meno problemi, così, tanto gli uomini quanto le donne. Credo che sarebbe dura fare una guerra, ad esempio, perché il “Maschio Enne”, chiamato al fronte, scoppierebbe a ridere e salperebbe per rendersi irreperibile. Credo specialmente che tanti degli uomini che non vengono classificati Alfa, riuscirebbero finalmente a riconoscersi. E soprattutto, sono certo che riusciremmo finalmente a far sentire ridicoli gli amanti delle definizioni sommarie, giacché un uomo, un maschio, non è affatto quello che pensano loro. Il fatto che noi non abbiamo mai rivendicato nulla, non li assolve dalla loro superficialità.

Share Button

25 pensieri su “Maschio Enne

  1. Davvero straordinario quanto dici. Lo sto verificando giorno dopo giorno nella mia vita. E non potevi dirlo in maniera più chiara. Ti ringrazio per questo. Sono parole vere ma molte persone non ci arrivano o non ci vogliono arrivare.
    Grazie Simone.
    A presto

    • Grazie a te Andrea. La tragedia è che possiamo ritenere straordinario il semplice, doveroso, necessario ragionamento sulle nostre vite. 🙂 Ciao!

  2. Enne di nuovo, che descrive Simone, dovrebbe riguardare tutti noi, uomini e donne! Non dimentichiamo che questi maschi alfa hanno una madre che, molto probabilmente, (non) ha contribuito alla loro educazione. Meno contrapposizioni facciamo, meglio è.
    La semplicità? Una cosa meravigliosa…e molto complicata. Arrivarci è una conquista.

  3. Bello il tema portato avanti con una Leggerezza calviniana.
    Belli anche i commenti. Quasi tutti.
    Una domanda per me alla quale non ho saputo rispondere.
    Maschio Alfa ci si nasce, probabilmente.
    Maschio enne ci si diventa. Leggendo qualcosa in più e meglio degli altri.
    E’ così ?

    • No, beh, Alberto… leggendo ci si diverte, si ragiona, si impara, e molte altre cose belle, ma MN si diventa vivendo, scegliendo, testando, per la via della liberta’ e quella del coraggio. Essendo.

      • Si. Va bene.
        Ma vivendo senza quella intelaiatura di cui sopra si riesce a cogliere la novità, l’opportunità di “pensare diverso” e di scegliere ?
        Nasci testardo. Nasci coraggioso.
        Ma il Backbone chi te lo da ?

        • Te lo danno i cromosomi, credo. Purtroppo penso che sia così. In mezzo c’è “tutto quello che possiamo sognare e fare”, che è generato dall’onestà verso se stessi, da quanto ci si vuole evolvere, dall’ammissione dei propri limiti. A valle c’è quello che avviene, cioè che facciamo e misuriamo con spietato radicalismo. Mescoli tutto e viene fuori la tua vita. Basta tirare la riga e vederla, misurarla. Non ci piace? Cambiamola, adesso o appena possibile? Non ci riusciamo? Allora siamo così. Punto. Il resto sono le simpatiche chiacchiere con cui “ce la mischiamo”.

  4. Quando alle signore donne ha cominciato a star stretto il ruolo di ancella, di seconda metà del cielo o angelo del focolare esse hanno cominciato a comportarsi diversamente sopportando anche isolamento e il disamore dei signori uomini: “sei una femminista quindi non più desiderabile “. Probabilmente anche i primi maschi N dovranno sopportare qualche cosa di vagamente simile… una difficoltà ad asserendo riconosciuti ed accettati. le donne non sono tornate sui loro passi nonostante le critiche e le difficoltà …. ecco non scarichiamo sulle donne le difficoltà del maschio N a farsi accettare come maschio N non siamo noi a bloccarne il percorso … detto questo benvenuto maschio N

  5. Questo articolo e tutti i commenti che seguono sono molto seri ma al tempo stesso molto divertenti. Uno spaccato di realtà in cui credo ogniuno di noi può ritrovarsi in un pezzetto o interpretare come ha fatto Mario, interpretazione che peraltro mi piace molto.
    Anch’io, come Saretta, questo maschio alfa non l’ho mai incontrato, ho incontrato uomini che si atteggiavano a esserlo ma che in fondo nascondevano vuoti profondissimi ( e qui un bel vestito serve sempre a nascondere ciò che sotto non va ).
    Devo dire il vero, però, non ho mai incontrato nemmeno il maschio enne descritto da Simone, almeno non di persona: ho incontrato uomini che inizialmente si presentavano in tal modo ma che successivamente, in una conoscenza più approfondita, non lo erano affatto e rivendicavano in maniera sotterranea il loro voler essere alfa.
    Credo tuttavia che anche noi donne, io per prima, dovremmo farci un bel esame di coscienza: perchè se è vero che gli uomini negli ultimi vent’anni sono cambiati, è anche vero che le donne, per rivendicazione o necessità, hanno radicalmente modificato il loro modo di essere e di porsi in relazione agli uomini e alla società. Io non credo nella ” parità dei sessi ” intesa come uguaglianza in tutto e per tutto: un uomo può sicuramente passare l’aspirapolvere e una donna può cambiare la ruota alla macchina, ma ci sono delle caratteristiche peculiari dei ruoli maschile e femminile che esistono e sono necessarie sia per instaurare una relazione serena, sia per crescere in maniera equilibrata i figli. Il casino salta fuori quando le donne pestano i piedi in tal senso agli uomini e quando questi ultimi non sono in grado di arginare il femminismo dilagante…e figli in sto casino perdono colpi.
    Io, ad esempio, pur essendo una donna indipendente e a cui piace farsi le cose, non disdegnerei sentire ogni tanto quel bel senso di protezione che un uomo sa offrire…potrei anche lasciargli il timone per un po’!

    • Infatti la vera domanda Paola è: a voi per caso piacerebbe il maschio Alfa? Intendo dire: non sarà che il Maschio Enne vi metterebbe assai in difficoltà? Io credo di sì…

      • Ma…cara Paola, certo che puoi “lasciare il timone per un po’ (e mai metafora pare più azzeccata in questo contesto!). Se due persone sono “strutturate” (cioè hanno lavorato su se stesse prima di condividere spazi e tempi e modi), non dovrebbero avere bisogno di “regole” rigide per “passarsi il testimone”. Se sanno “comunicare” e se l’altro è in grado di “ascoltare”, le cose possono essere semplici. Molto più di quanto immaginiamo, a mio parere. Che poi non mi sia ancora successo e che quindi quello che scrivo mi pare irrealistico, è materia di cui stiamo discutendo. L’uomo-alfa si presenta con alcune caratteristiche, alcune impostazioni (date anche da una certa cultura, pensiamo per esempio ad alcune madri e padri…e a come educano i loro figlioli) che, per quanto mi riguarda, tollero a mala pena. Anche perché spesso, dietro a questa apparente “forza” non c’è proprio nulla, e te ne accorgi immediatamente perché quando dovrebbe palesarsi non si manifesta, ma anzi, provando a insistere, crolla il famoso castello con tutte le sue carte. Ti accorgi che questa persona, semplicemente, recitava una parte, portava una maschera e se tenti di strappargliele sono cazzi… Poi ti tocca fare sedute di psicoterapia per tutto il resto….del tempo.
        Io non credo che il modello proposto da Simone, il “nuovo” maschio ci potrebbe mettere in difficoltà. Ribadisco che sarebbe un piacere conoscerne qualche esemplare…Mi pare ce ne siano davvero pochini…
        C’è però un punto che, a mio parere, potrebbe mettere in difficoltà noi donne e che viene così descritto: “… oggi potrebbe condurci tutti nella terra promessa con una buona intuizione ma domani potrebbe abbandonarla senza dare spiegazioni di sorta”. Comprendo perfettamente e credo però che allora questa medesima descrizione dovrebbe poter valere per entrambi i sessi, cosa che a tutt’oggi non è così. Intendo dire che se un uomo decide di “abbandonare”, lo fa, e questa descrizione legittima la dignità di questa azione. Sappiamo bene, però, che nel caso sia una donna a farlo, non è così. Pensate per esempio a quante donne sono morte per questa ragione. Pensiamoci!
        Questo nuovo modello dunque non farebbe paura alle donne, solo se la “Società tutta” si fosse già “liberata” da tutti gli stereotipi, da tutto il maschilismo e il paternalismo di cui purtroppo, invece, è ancora satura…per questo dico che c’è tanto lavoro da fare…

      • Però parliamo alla fine sempre di tipizzazioni: Alfa, Enne, Omega….io opterei per una sana semplicità….alla fine dalle persone mi aspetto unicamente un pò di buon senso senza sovrastrutture e proiezioni….

  6. Io sono un maschio alfa. Dominante sotto tutti i punti di vista. Dominante perchè sono diverso (odio il calcio, non vado all’expo, non santifico le feste e faccio i regali non a Natale, non ho la parabola per sky, vado in vacanza quando gli altri tornano o più sovente non ci vado affatto perchè ritengo stupido andar via dato che sto benone dove sono e via così descrivendomi). Dominante perchè posso permettermi il lusso di non dover dominare nessuno (faticoso ed inutile). Dominante perchè non mi vergogno di piangere e non devo quindi farmi violenza per non mostrarmi come sono ai miei dominati. Dominante perchè non do la soddisfazione ai finti dominanti del potere di vedermi protestare per qualcosa ma li domino con la mia indifferenza. Dominante perchè quando lascerò questa terra so che sarà per sempre dato che non devo render conto a nessun Dio. Dominante perchè IO sono DIO per chè ho il dono di rendere immortali le persone nel mio cuore ed io sarò immortale nel cuore di chi vorrà portarmi con se. Maschio alfa, dominante, e non sono nuovo. Ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Il problema è che saremo sempre pochi.

  7. Non ci sono mai riuscito a essere maschio alfa, nè ci ho mai creduto, istintivamente almeno. Poi i condizionamenti sono arrivati, per carità, anche se, e qui mi ringrazio da solo, un po’ di senso critico l’ho sempre esercitato (con consapevolezza crescente). Diciamo che non sono mai riuscito a credere nell’idea dell’uomo che ha sempre ragione, a cui riesce tutto; non ho mai sopportato l’autorità su di me. Cercando istintivamente la libertà, ho sempre considerato i pregiudizi, le etichette, le classificazioni delle limitazioni, forzature del comportamento e della mente, che si convince di essere qualcosa e così facendo si auto-limita. Allo stesso modo ho trovato anche nel concetto di “professione” una limitazione, e per dirla come Silvano Agosti, non dovremmo mai dimenticare di essere innanzi tutto uomini e donne, cioè qualcosa di molto più ampio della professione che ci scegliamo per tutta la vita. Condivido questo post al 100%.

  8. Basta guardarsi attorno e rendersi conto di quanta miseria vi sia, maschietti e femminucce a pari demerito.
    Il vero limite è legato al fatto che si è persa la bussola sui veri valori esistenziali, serietà e buon senso sono merce preziosa ormai rara, falsi bisogni e miti rimbambiscono i più deboli, le tv commerciali ci hanno fatto credere di esser benestanti, forse ricchi, favorendo inconsciamente il ricorso ai debiti, troppe famiglie sfasciate, giovani allo sbando.
    Morale della considerazione: il mondo ha solo bisogno di persone serie e responsabili.
    Cordialità
    Vale

  9. Eh già, caro Simone, come dice bene Sara…n’do stanno questi “maschi alfa”? Io credo che sia stato il maschio a definirsi “alfa” e non la femmina. ecco qui la creazione del “genere” che tanta vita orrenda ha trascinato dietro di sé e ancora trascina. Un’idea nata male, verrebbe da pensare. Che forse nemmeno il primo maschio che ci ha creduto è poi riuscito a praticare. Un’idea bislacca che non ha tenuto in nessun conto la “persona”: ci sono le peculiarità con cui si può e si deve, fisiologicamente parlando, connotare un sesso. Ma per tutto il resto no, non c’è MasterCard, ci sono emozioni e fragilità in egual misura. E’ stata una certa cultura a spingere perché gli uomini si identificassero con alcune categorie e le donne con altre. Ma le donne hanno lottato e stanno ancora lottando per uscirne. Gli uomini no. Poi però vanno in giro a ammazzare persone. Perché non si conoscono e men che meno hanno reale desiderio di conoscere “l’altra parte del cielo”. Separati da false ideologie, falsi miti. Irrigiditi in azioni ataviche, che vengono da lontano, che creano un’eco nella mente, che spinge a dire o a fare (più spesso a non dire e a non fare) cose in cui nemmeno ci si rispecchia. “Ruoli” che però la Società tutta (e cioè poi noi) desidera mantenere tali. Per molti motivi. Il primo è sicuramente che la donna fa comodo che sia in un “certo qual modo”, e lo testimonia il fatto che sono proprio le donne ad essere ostili a una donna “evoluta” che non vuol dire solo forte o emancipata o, peggio, che assomigli a un uomo (alfa, appunto). Vuol dire cambiamento, vuol dire non-omologazione e chi ha intrapreso questa strada sa perfettamente quanto sia il prezzo da pagare, ogni giorno.
    …E allora, benvenuto maschio enne! Molte di noi non vedono l’ora di conoscerne qualche “esemplare” “de visu”…. Non vedono l’ora di mettersi all’opera, perché non sono così stupide da pensare che poi sarà tutto un cammino in discesa…
    C’è molto da “lavorare”….

    • Saretta e barbara. Non ce ne sono perché il concetto di maschio dominante non ha più senso. Solo che tutti se lo aspettano ancora e i maschi sperano di somigliargli. Dunque due errori invece di uno solo.

      • Ah…non parliamo poi dell’ostilità delle donne….sono separata e mi sono dovuta sentir dire dalla mamma del migliore amichetto di mio figlio”Ma perchè non ti fidanzi? Così facciamo qualche cosa insieme nel week end”….quindi nel week end non sono più frequentabile…

        • Uh! Sul perché non ti fidanzi….parliamone… Anche io sono separata… e il “fidanzamento” pare la panacea a tutti i problemi del mondo… Del resto il nostro ex premier, B., rispetto a un problema lavorativo-economico, aveva suggerito (a una donna, ma che te lo dicoaffà..), lui, maschio Alfa-Alfa, di sposarsi un milionario. Storia vecchia, meglio non pensarci. Però capisco perfettamente di cosa parli. Uno vale uno, forse, in politica, o forse no. Mi fanno ridere. Se poi è una donna con prole, quell’unità vale molto meno e non si sa dove collocarla. A meno che non frequenti “sue” simili e cioè altre donne separate e con figli. Non è un bel quadretto quello che ne viene fuori. E forse ci fa dimenticare da dove siamo partiti. Anche se credo che probabilmente molte di noi siano dovute andare già oltre il maschio (alfa o omega che sia). Troppo tempo ad aspettare, troppe parole e pochi fatti. Abbiamo molte cose su cui lavorare noi donne, molte da elaborare, moltissime da digerire, altre da non tollerare….. Io li vedo là, molto lontani, gli uomini e capisco che ormai ho un po? di difficoltà a comunicare con loro. Come siamo arrivati a questo punto, mi pare chiaro. Non ho mai cercato un uomo “tuttodunpezzo”, non capisco perché ci debba essere qualcuno che “protegge” e qualcuno che debba essere “protetto”. Ci dovrebbe essere interscambiabilità, alternanza… Non comprendo perché qualcuno debba spiegare che la propria fragilità non deve essere confusa con la debolezza. Ma poi se qualche volta ci si mostra deboli, che male c’è? Forse i primi nemici di noi stessi, alla fine, siamo ancora noi medesimi…

  10. …che poi tutti questi maschi Alfa neanche li vedo…vedo ipotesi, tentativi, proiezioni….se davvero fossero tutti veramente Alfa, almeno si potrebbe godere del loro “dirigismo”…invece di Alfa hanno solo un ego ipertrofico….e basta….e quello crea sfracelli…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.