Quanto basta

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Aghios Nikolaos, notte.

Giorni di verità, di scoperte, di sensibilità. Giorni pieni, profondi, dolci e ruvidi, dove è giusto addentrarsi, anche se non è semplice. Giorni di sorprese, di emozioni mai provate, in cui è possibile affondare provando sconcerto, ma senza sentirci soli. Giorni lontanissimi da slogan e citazioni, dagli occhi chiusi che non vogliono vedere che sé, che non accettano la diversità, a partire dal proprio cuore. Giorni di cambiamento, ancora una volta, e di viaggio, come sempre. Giorni che finiranno tutti nelle mie pagine, anche se sarà difficile distinguerli, perché sembreranno i vostri.

Quando si entra così profondamente nella propria vita, quando si affondano le braccia fino ai gomiti nel miele amaro delle autentiche emozioni, si prova un ronzio, una spossatezza, come se si fosse corso, si fosse faticato. E’ la libertà a spossarci, e a riattivarci. Non va confusa con la stanchezza dei momenti difficili, dello stress. Il calore del circuito in cui passa energia racconta il suo funzionamento. Grazie, sempre, a quel giorno di sole in cui mi sono alzato, sono sceso per le scale, e sono uscito da quell’ufficio.

Il coraggio. La parola chiave del prossimo futuro è il coraggio. Quello delle scelte, di perdere ciò che sono alla volta di ciò che non sono ancora. Quello della prosecuzione del viaggio sotto la mia responsabilità, per poter dire “sono arrivato fin qui”, qualunque sia quel luogo. Appuntamenti pieni, quelli del viaggiatore che non si nasconde nulla sugli ostacoli della via. E grande orgoglio di proseguire dopo l’oltrepassamento. Risposte complesse a domande complesse. Nessuna tentazione di semplificare. E mai troppa paura. Quanto basta

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9 pensieri su “Quanto basta

  1. Oh, tanto quanto basta…
    In questa affermazione vi è equilibrio, saggezza e serenità nel vivere la vita al meglio.
    Prorio oggi conversando con un’ amica, valutavamo che spesso ricchezze e potere non portano proporzionalmente serenità, anzi…
    La forza ed il coraggio sono valori che aiutano consapevolmente a superare gli ostacoli che la vita ci pone.
    Ingegno, buon senso, esperienza e saggezza completano il quadro per vivere al meglio la nostra esperienza di vita.

    Salue a noi tutti
    Vale

    • No, in ansia no. Pero’ grazie dell’attesa. Io scrivo quando ho qualcosa da riferire. Non darò garanzie di continuità, lo so, ma di autenticità almeno sì. Ciao!

  2. A volte capita che ci basta leggere di amore. E di coraggio.
    Immedesimarci nei personaggi. Riconoscersi in guerrieri temerari, eroine appassionate.
    Quanto basta.
    Per riempire la vita. Per sentirci soddisfatti e vivi.
    Come portare le pasterelle a casa di domenica.

  3. Saltello di qua e di là…Da un blog a un altro blog e poi un piccolo salto anche su facebook …. Leggo le notizie e mi deprimo, assai… Leggo quello che pubblicano gli altri e mi deprimo anche di più. Frasi copiate e incollate con commenti accompagnati da un “#” per dare più rilevanza. Rilevanza? Gattini, pulcini, bambini…buttati là un po’ a casaccio e qualcuno che ha già iniziato con immagini natalizie. Solitamente chiudo tutto e faccio una passeggiata, anche in casa se non posso uscire. Non so, forse è solo una mia impressione, ma la “miseria” umana dei cybernauti ultimamente ha innalzato il suo livello di guardia, forse per essere all’altezze delle nostre città europee… Ma chissà…
    Trovare qualcuno con cui “chiacchierare” in maniera più o meno sobria ma prioritariamente intelligente, e via internet e di persona, è diventato un vero terno al lotto. Leggo i post di Simone, leggo i ringraziamenti in calce, ai quali aggiungo mestamente anche il mio, ma niente altro “si muove” sotto questo gelido cielo senza nuvole. Allora scrivo un po’ di “pancia”…un commento anche a questo ennesimo post che tante, molte idee potrebbe evocare…Io ho pensato, per esempio, al “quanto basta” (il q.b.) delle ricette culinarie. Quel pizzico in più o in meno che potrebbe guastare del tutto una pietanza preparata con cura e forse anche con amore.
    Non sono scesa per le scale e non ricordo se c’era il sole. Ricordo solo la stanchezza e il ronzio nelle orecchie.
    Perché il “mio” non è stato un abbandono volontario, anche se sono certa di aver accelerato verosimilmente il processo. E per quanta fatica faccia a non sentirmi reietta, diversa, abbondonata, sola, perduta, mi risulta complicato reagire. Ci sono giorni in cui il tempo scorre ostile e cattivo. Altri, in cui mi pare di riuscire a conservare un po’ di forza e di energia per tempi migliori… Trenta anni sono tanti. La manipolazione e il lavaggio del cervello ci sono stati, e ne ero, ne sono, perfettamente consapevole. La prima domanda che mi faccio è “da dove riparto?”. La seconda è “ma dove vuoi andare, alla tua età?!”. Come avere su ciascuna spalla, appostati accanto a ciascun orecchio, un angelo e un diavolo…A cinquanta anni già compiuti, infatti, il “giro di boa” c’è già stato…anzi, forse è successo a 40, boh, chissà… Io procedevo come un somaro, un pesante fardello sul groppo e un paraocchi, qualche bastonata e qualche carota, ragliando qua e là, o verso la luna, ostinandomi a “mettermi da parte”, congelando qualsiasi slancio, qualsiasi idea, per paura, soprattutto per paura.
    Una paura che non riesco a dosare, troppo sapida e mai scialba ma senza connotazione, senza contorno, generica e quasi anonima.
    Una consapevolezza inconscia, una incantevole disillusione. Insomma una contraddizione “in termini” e poi, dunque, anche …in “carne e ossa”.

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