Vostra chiunque siate

la Regina studio 1 colore

Per chi ha letto “L’Estate del disincanto”. Schizzo de “La Regina”. Disegno sempre quello che scrivo. Per “smettere di vederlo”.

 

Vivo tra le parole, segreto al mondo, contumace. Seguo tutto, ma sono ostaggio del mio mondo di segni. Parole addosso, come tatuaggi maori, dentro, come suture di antiche operazioni. Sono immerso nella storia, quella grande e la mia, quella dei personaggi che ormai navigano per le pagine come fosse soltanto mare loro, cui posso solo assistere prestando dita su una tastiera a forma di nave.

Vivo dentro un’epoca remota, in cui il mondo era il medesimo di oggi, gli uomini animati dalla stessa brama, disperati della stessa maledizione: la comprensione. Sapere, mentre tutto accade, è ciò che condanna l’uomo. Che peccato che non studiamo la storia: avremmo meno illusioni vane.

Gli echi delle razzie, dei massacri, dei tradimenti del mio romanzo si intersecano con quelli della cronaca. Sangue tra le mie pagine, sangue dallo schermo della televisione. Pirati, terroristi, misteri, servizi segreti, agenti occulti della parte maledetta del mondo, quella che ci sforziamo di ignorare come non fosse attiva e protagonista, tutto si mescola nella solita trama, in cui gli unici a non capire sono le comparse. Noi.

Intanto, come sempre, le occasioni sono oggetto di strage. Non pensate al terrore di una strage, pensate alla strage che compiete. Ieri, mi chiedo sempre mentre scrivo, che è accaduto? Come siamo vissuti? Che abbiamo pensato, poi fatto, cosa abbiamo mancato, pensando che oggi ci sarebbe stato tempo e modo? E quel tempo, quel modo, oggi dove sono? La lama è l’assenza da sé. Il collo è “quello che devo fare”. Così si sgozza il proprio destino.

La mia storia è quasi conclusa. Tra breve smetterà di essere mia. Comincio ad avvertirne il distacco, fatale, inevitabile, crudele. Lo scrittore è un martire, che immola ogni giorno della sua vita per qualcosa che non potrà possedere, che quando sarà pronto non significherà più, diventerà altrui. Quando sarà compiuta, sarà come se mesi, anni di lavoro non fossero mai stati. Diventeranno vostri, e per sommo sacrificio vostri chiunque siate.

In ogni tempo, in nome di princìpi sempre simili, accanto alle guerre manifeste, si compie una battaglia sotterranea, non meno cruenta e impietosa, mutevole al girare del vento, in cui i poteri si affrontano dove non c’è onore, dove non vale la politica e non c’è costrizione al rispetto di alcuna regola, dove quindi tutto vale e nessuno può lamentare tradimenti e scorrettezze, dove non c’è diritto né limite. Il campo delle peggiori azioni umane è quello, in cui vivono e agiscono gli esseri più efferati e senz’anima, vengono impartiti ordini che alla luce del sole sarebbero impronunziabili, e che fa impallidire i massacri compiuti in regolari battaglie. Jihad e Santa Inquisizione, società segrete e custodi del Tempio, banche e potenti: un fuoco che mai si sopisce e che lavora a minare le fondamenta del mondo. La guerra esplicita, fatta dagli eserciti, dichiarata ufficialmente, è la parte illuminata della luna, ma dietro di essa v’è l’altro lato, la zona d’ombra, ciò che è necessario compiere per interessi che non possono essere spiegati. Il mondo di sopra, sulla superficie, in cui si accapigliano storici, intellettuali e diplomazie, poco sa, o spesso nulla, del mondo sotterraneo, che nessuno vuole svelare per non perdervi la propria cittadinanza”.

(da “Rais”, SP)

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3 pensieri su “Vostra chiunque siate

  1. “E quel tempo, quel modo, oggi dove sono? La lama è l’assenza da sé. Il collo è “quello che devo fare”. Così si sgozza il proprio destino.”… Brividi. Si vede che stai lavorando con le parole. Le usi come pennelli e bisturi allo stesso tempo. Una vera meraviglia. Grazie Simone. La curiosità per questo romanzo sale. Il brano che riporti è verissimo, e se quella è l’ambientazione della storia non vedo l’ora di leggerla.

  2. Grazie allo scrittore che si sacrifica per trasmetterci la Storia. E’ proprio leggendo gli accadimenti di una storia e dei suoi personaggi inseriti in un determinato contesto storico, che si riesce ad assimilare il senso di fatti realmente accaduti, fatti prima lontani o sconosciuti, che quindi non abbiamo capito. Un libro come strumento per capire l’Uomo ed i suoi sentimenti, per interpretare la realta’. Questo spiega perche’ nelle dittature un’ azione immediata e ricorrente e’ quella di bruciare i libri…

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