Caro Simone

iraklion

Da un po’ di tempo, mi scrivo. Mi mando email, lettere, messaggi. Mi descrivo sensazioni, convinzioni, errori. Parlo con me per capirmi, o forse perché quando parlo agli altri vedo con non capiscono quasi mai. Forse hanno ragione loro. Certo, non condivido tutto quello che mi mando, ma almeno riesco ad ascoltare, che è sempre un gesto d’amore. Non mi imputo grandi cose, oppure lo faccio, dipende dai momenti. Sono belle lettere, oppure orribili, alcune ho anche timore di rileggerle. Ci trovo dentro tanto di quello che ero, che sono sempre stato, che divento parola dopo parola, e scorgo buoni indizi per capire cosa sarò. Non è un diario, Dio ne scampi e liberi. Sono missive, corrispondenze, pizzini da un mondo che a volte mi si confà, più spesso no, in cui da mezzo secolo tento comunque con impegno e dignità (diciamo…) la mia cittadinanza. Sono una confessione, forse, o una dichiarazione. Una relazione dettagliata e disordinata del mondo che sono e che mi attornia, sentendomi sempre, irrimediabilmente, inevitabilmente diverso. Parole inutili, lo so da me. Ma, alla fine, le uniche che posso fraintendere liberamente.

Oggi giornata difficile di pensieri, cali di energia, viaggi, problemi tecnici a Mediterranea da risolvere, fatica fisica, solitudine mentale. Creta, spazzolata da un maestrale inclemente, non ha aiutato. O forse sì. Per stasera, dopo una buona cena per rilassarmi, conto molto in un viaggio precoce nei sogni. Quanto vorrei tornarne sempre potendo ricordare! Ma non accade quasi mai.

Intanto, la mattina presto, lavoro al romanzo. Ho iniziato il montaggio, che già si preannuncia durissimo. Quattro voci che dialogano, un coro assiduo e pieno, molto difficile da dirigere. Se riesco nel mio intento, tuttavia, credo ci sarà da emozionarsi. La notizia solo buona del giorno: l’editore ristampa Adesso Basta. Che storia infinita…

Sabato salpo, dopo una settimana di lavori. Speriamo, come quando (ci) si scrive, di capire tutto. E di avere il favore del vento. Senza, non si va da nessuna parte.

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12 pensieri su “Caro Simone

  1. Ciao Simone
    ho ripreso a leggerti dopo un paio di anni o più di pausa …tempo prezioso per i preparativi interni ed esterni per salpare…dal 20 maggio riprendo le redini della mia vita…volevo solo TESTIMONIARE ciò…
    Ci resta solo da vivere nel modo che più ci assomiglia..è questo in poche parole il senso di tutto ciò che mi hai trasmesso.
    GRAZIE DI CUORE
    Maria Teresa ( la mail è di mio marito )

  2. Caro Simone….inizio anche io come te.
    Ormai leggerti e scriverti è diventato quotidianità. Nel senso migliore. Che significa intimità e complicità. Se mi è consentito.
    Si naviga con il vento però.
    Averlo a favore è un qualcosa in più che non guasta. Anzi.
    Ma si naviga con il vento. Anche da prua.

    • Alberto, ciao. Si, sempre al vento. Chissa’ perche spesso lo scegliamo in prua. Sarebbe bello e facile accostare e andare per rotta nella sua direzione… Buon vento a te.

  3. Oh, questo tassello mi manca…
    Ebbene si, a memoria, non ricordo di essermi mai scritto, se non progetti, pro memoria ed attività varie da svolgere.
    Boh, probabilmente non sento necessità e non bado molto al futuro ma vivo il presente evitando di rimpiangere il passato.
    Godetevi il ” mediterraneo con mediterranea “.
    Buon vento ma non troppo…

    Vale

  4. Tutto avrei immaginato, ma non di trovarmi qui ora a fare ciò che sto facendo. Ed invece vedi… vedo… perche’ lo scrivo a me… vedo che perfino di qua son dovuta passare. Che maestrale infame. E che viaggio. In bocca al lupo a noi, com!

    • Grazie. Dovremmo avere una finestra di sudest per due giorni e salpiamo per Astiphalea. Poi domenica Kalymnos. Poi due giorni fermi con 44 nodi e poi Leros e Lipsi. Vedremo. Un saluto!

  5. Io pure mi scrivevo, mi scrivevo nel futuro, da lì a cinque anni, talvolta a dieci, e quasi sempre da momenti di sconforto, non so se per dimostrare consapevolezza di come sarebbero andate le cose o per spingermi ad escogitare un piano B, poi un piano C, D, E… in attesa del piano Z che prima o poi verrà.

    Certo che a rileggermi ho sempre provato delusione. E non contento ho pure inventato una macchinetta fotografica che le foto le faceva nel futuro, e poi scattavo con la convinzione che in quelle foto io ci sarei passato, un po’ come si fa con i way-point di una rotta, una fotocamera speciale, non come quelle normali capaci solo di lasciare traccia del passato, come i sassolini di Pollicino, ma per tornare dove dico io? … a proposito… anche adesso in fondo in fondo mi scrivo…
    Bella l’idea del piano Z, no?

  6. Caro Simone, ti scrivo perchè quelle onde , spazzate dal vento sulla costa, assomigliano anche ai miei pensieri, a quei discorsi interiori, che proprio pochi giorni fà la mia mente intesseva in un soliloquio fervido e incessante davanti alle onde spazzate dal maestrale sulla costa sarda, fra Villasimius e Costa Rei.
    Anche a me accade spesso di sentire un’esigenza di dialogo intenso con me stessa, che il più delle volte ritrovo con piacere lungo le strade , che percorro da sola.
    Piccole evasioni , conquistate come inespugnabili territori indipendenti, come preziosi spazi di libertà: in Sardegna in questi giorni, prendere un’auto, guidare verso la costa, fermarsi scoprendo panorami e angoli di terra o di mare, dove i pensieri e il dialogo con se stessi non si possono attorcigliare o appannare, nel confronto interlocutorio con qualcuno , che non li sà ascoltare, condividere o comprendere.
    Sono pensieri, emozioni e sentimenti che meritano di essere scritti nell’attimo stesso in cui la sensibilità personale lo richiede, oppure, più tardi, quando l’elaborazione ricomposta delle riflessioni si quieta sulla pagina di un libro, che non verrà mai pubblicato, ma resterà come traccia e testimonianza di ricordi, più vividi e reali di qualsiasi sogno notturno, ricoperto dall’oblio.
    Scrivere a se stessi e per se stessi è un gesto d’ intimità e d’amore, che consente di darsi molto senza chiedere o pretendere nulla in cambio.

  7. Già, mi sembra di essere in Sardegna, maestrale invece che meltemi.. terzaroli ai pomodori, piantati ridossati da Nord est, in balia del quasi ponente…buona preparazione e buon lavoro..

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