Non vi innamorate mai…

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Esiste, lo so, la spiaggia della compassione e del dialogo. Dove nessuno cerca un nemico, un cattivo che ci faccia sembrare buoni. La più volgare, semplice, dannosa, involuta delle soluzioni…

Il tempo rivela tutto. Animi, pensieri, comportamenti. Il che facilita terribilmente le cose. Quello che accade mostra quel che c’è da sapere. Solo un consiglio, ma non per me o per lui, per voi, e per il futuro: non vi innamorate mai di una versione dei fatti. Potete essere certi che non è andata così.

In quell’altra parte della storia, quella che avete eliminato, dimenticato, nascosto, che non volete ricordare, che non avete ancora rivelato, quella che non ammettete per salvarvi il culo dalla colpa, c’è un pezzo di come sono andate le cose, e di voi che così le avete condotte. Un brano essenziale della storia. C’eravate voi lì, non solo gli altri, non dimenticatevelo. Voi con i silenzi, con le parole non dette, il contributo non dato. Voi con la vostra quiescente distrazione, con le cose che avete fatto finta di non vedere, che vi faceva comodo non notare, quelle che sapevate ma avete fatto finta di non sapere, quelle che non avete voluto ascoltare, i gesti che avete compiuto accanto ai vostri atti mancati. E’ lì che risiede la vostra, nostra responsabilità su come sono andate le cose. Vale per l’altro, vale per voi. E’ lì dove ci siamo salvati o ci siamo condannati. Ogni volta che vi convincete di poter essere assolti al di là di ogni ragionevole dubbio, a ogni passo della storiella che coi vostri bislacchi avvocati avete architettato ad arte per essere solo la vittima innocente e per fare dell’altro il carnefice, vi state procurando un danno. Siete profondamente responsabili di ogni atto che avete avallato, accettato, reso possibile, generato protetti dal sipario insincero di averlo solo subito. Ogni cosa che ci accade, accade col nostro contributo. Ogni fatto della vostra vita lo avete prodotto, ne siete stati autori, coautori o complici consensuali.

Non perdetevi la grande occasione di vedervi in quei momenti, di capire la vostra diversità da oggi, o la vostra immutabile identità. Le cose (ripetetevelo, fatevi del bene) non sono andate così come le avete imparate a memoria. Sono andate diversamente, dunque non c’è alcuna possibilità di condanna dell’altro e di vostra assoluzione. Come sarebbe utile, oltre che bello e salvifico, per voi!, per tutti, riuscire a comprendere, potersi raccontare e ascoltare con la comprensione che l’altro complice, palo e ideatore come voi della medesima rapina, così simile a voi nelle sue mediocrità e nella sua gloria, meriterebbe. La stessa comprensione che meritate voi.

Non interessatevi di ciò che avete fatto per bene, perché lì non c’è nulla di utile. Anche l’altro ha fatto cose per bene, voi ne avete goduto, e in ciò anche lui non può trovare alcuna consolazione. Una buona storia per assolvervi oggi è una sentenza di ripetizione dell’errore domani. Domani è il giorno in cui occorrerà essere diversi, per vivere le nostre vite possibili invece dell’unica che reiteriamo da sempre, ma è oggi che la costruiamo. Dove abbiamo accusato, guardiamoci. Dove avete perdonato, analizzate con obiettività i fatti, alla ricerca di ciò che effettivamente non vi riguarda. Dove tutti si sono manifestati solo comprensivi e partigiani, dove siete stati solo consolati, dove avete assistito alle accuse di chi ne sapeva ancor meno di voi e non poteva giudicare neanche volendo, dove per onestà e amicizia avrebbero dovuto dirvi le cose scomode che voi non volevate ascoltare, non c’è stata qualità, nessuna umanità. Se nessuno al mondo vi ostacola, se nessuno al mondo vi critica, chiedetevi dove avete sbagliato. Ma se qualcuno lo fa, almeno di nascosto, pensateci.

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27 pensieri su “Non vi innamorate mai…

  1. Ma i campi di concentramento sono esistiti, ed anche i mostri ed i serial killer. Non sempre le vittime hanno una responsabilità, se non quella di essersi trovate nel posto sbagliato, nella situazione svagliate e con la persona sbagliata. Altrimenti sembrerebbe che sia possibile controllare tutto con la sola consapevolezza.

  2. Non sei un marinaio.
    Ne uno scrittore e tanto meno un poeta.
    Sei un prete.
    Ci costringi a pensare. E tanto.
    E così ci confessi.

  3. Caro Simone.
    Probabilmente ciò che ho scritto é stato influenzato in parte da avvenimenti che si sono presentati nell’ultimo anno, e nella fattispecie ad un taglio drastico che mio malgrado ho dovuto fare nei confronti di un’amico d’infanzia.Ma in tutta sincerità non riuscivo più a sopportare la sua presunzione ed arroganza. Anzi la sua presenza mi infastidiva e non poco. Sono d’accordo con tutto quello che con grande maestria sei riuscito a fare emergere dalle profondità dell’io più recondito, hai una grande capacità di analisi e sensibilità. Ma nel bene e nel male la vita ci mette di fronte a scelte che diventano improcrastinabili. Con affetto Leo.

    • I tagli drastici hanno una caratteristica: quando li effettui, l’altra persona reagisce sempre (o quasi) in modo da confermare che hai fatto bene a tagliare. Mai o quasi mai dall’altra parte avviene il miracolo di dimostrarti con parole e opere che 1) ti stai sbagliando 2) c’e’ ancora strada da fare insieme.

  4. Provo con altre parole, al fine di intederci.
    Considerato tutto ciò che sta accadendo in questo misero periodo, fatto di decadenza culturale, economica,sociale, di rapporti in genere, anche di coppia, mi chiedevo, tra le concause, se vi è ancora amor proprio ed, appunto, innamoramento alla vita, alla natura, all’ ambiente, tra la gente…
    Buon pom

    • Mah… Provo a dirti cosa ne penso io…
      Questo post ha creato un po’ di confusione, secondo me…L’utilizzo della parola ‘innamoramento’ ha sortito l’effetto…cioè molti hanno commentato (mi riferisco anche a ciò che ho letto su Feisbuk) riferendosi a rapporti d’amore e dunque di coppia, rischiando di scadere, inevitabilmente, in inevitabili banalità, là dove invece di banale dovrebbe esserci ben poco e, su questo, avrei molte cose da dire … Ma il senso di questo post, è, forse un altro… Credo che si possa trovare un denominatore comune… Intendo dire che tutto ciò che ci concerne è inevitabilmente relativizzato a ciò che siamo, o siamo diventati, o a ciò che vorremmo diventare… Si parte però da un assunto di realtà: chi sono, chi mi circonda, in che contesto e in quale periodo storico.Un periodaccio…’decadente’, si dice, ma io oserei anche dire ‘indecente’. L’assenza totale di empatia, una certa frigidita’ emotiva e un egotismo vomitevole sono, pare, ai primi posti di una classifica generale e non certo meritoria. Poi, ciascuno nel suo, nella sua nicchia di sopravvivenza, prova comunque a cercare di ‘sentire’ qualcosa che possa in qualche modo somigliare all’amore, alla passione, all’amicizia…Rimangono momenti, brevi attimi piuttosto fugaci di cui si vorrebbe conservare l’essenza… Ciò che conta è l’idea dell’amore più che la persona in sé, sublimare il reale e cercare di farlo coincidere con l’ideale……e dici poco… 😉

    • Mescoli molte cose, ma legate tra loro dal concetto di amore per la vita.
      Per me non ce n’è di amore per la vita, quando buttiamo via il tempo prezioso, quando ci trasciniamo in giorni sempre guauli, quando amiamo senza sognare o fare progetti, quando nonostante non ci siano sogni progetti e amore non andiamo a cercarli, quando facciamo lavori inutili e dannosi, quando non diamo spazio a cio che dovremmo fare per compierci come esseri umani. Pero questa e’ una constatazione. Bisognerebbe capire perche buttiamo via questo ben di Dio, lasciando solo scampoli di energia e tempo al grande impiego della vita vera.

  5. Una domanda secca e diretta che mi è balenata nel mio misero cervellino:
    C è ancora capacità e volontà di innamoramento alla vita in generale, per se stessi ed il mondo intero?
    Se si o no, perché?
    Ciao

  6. Va bene la compassione, sono d’accordo sul mettere in discussione i comportamenti le dinamiche di causa-effetto. Ma secondo voi dopo anni e anni di un rapporto sia esso d’amicizia o d’amore, mi domando! Ho il diritto( e forse anche il dovere) di poter scegliere le persone con cui desidero condividere il mio tempo? Io la risposta ce l’ho. Questo non vuol dire avere ragione a tutti i costi o eludere le proprie responsabilità, nel bene e nel male la considero libertà.

  7. Leggo le tue parole e capisco che solo stando un po’ lontani dalla mischia, è possibile aprire il pensiero, non accontentarsi della prima soluzione, e, con leggerezza, lasciandolo andare, come i gabbiani roteano sulle nostre teste, librandosi in un modo che ho sempre invidiato, senza sbattere le ali, solo così seguendo le correnti, lui ci conduce a nuovi approdi. E’ molto bello questo pezzo, da discuterne seduti ad un tavolino, per ore, perchè è vero che, spesso siamo auto-assolutori, ce la raccontiamo come ci piace e nascondiamo una parte, quella parte che ha fatto sì che le cose andassero in un certo modo, ma è anche vero che è sempre più difficile confrontarsi con persone che accettino di mettersi a nudo, sinceramente e liberamente. Siamo molto compressi, nelle nostre solitudini che prevedono un solo copione. Grazie.

  8. Eppure… io avevo sperato: oohh! finalmente si parla d’amore! di quello banale (?), quello tra persone…Pensavo a una sollecitazione: eh dai su! e innamoratevi un po’!!! E invece…
    No, perché io di persone innamorate davvero ne ho conosciute ben poche, una rarità. Molte invece quelle innamorate di se stesse… i cosiddetti narcisisti. Ma poi insomma questa è un’altra storia…e allora, a mio modesto parere, vale la pena leggere questi post una sola volta, tutto d’un fiato, appunto, e lasciarsi travolgere…
    Perché poi ci ritrovi quel filo rosso, onnipresente: non perdere tempo ad analizzare il proprio passato, non cercare alibi, non accusare gli altri là dove noi occupavamo uno spazio, proprio quello spazio, mentre decidevamo di agire o di rimanere inerti, di dire oppure di rimanere in silenzio. È complicato, forse quasi impossibile, o lo è almeno per me, esordire dicendo ‘in tutta onestà…’…Non sono onesta quando mi devo definire a posteriori…Avrei potuto dire o fare o essere ma, a conti fatti, non ho detto, fatto e non sono stata… Ancora più complicato è immaginarsi ‘diversi’ da domani che poi è ‘ora e qui’. Non serve, non è ‘economico’ innamorarsi, o forse sarebbe meglio dire ‘affezionarsi’ alla propria solitaria narrazione. Dannoso cullarsi dentro ai propri alibi …ma tant’è…

  9. Eh, no, che non mi innamoro, specie a prima vista.
    L’ innamoramento porta spesso a sfalsare la realtà, evidenzia solo aspetti positivi tralasciando i difetti e limiti: una sbornia vera e propria.
    Vale sempre fare ballare l’ occhio.
    Ovviamente ognuno sbaglia come crede e poi raccoglie conseguenze.
    Bella questione, capitano…

  10. Io leggo sempre tutto d’un fiato e poi resto senza parole, inebetita, a pensare. E come altre volte non riesco a fare altro che ringraziarti, senza dare un concreto apporto alla discussione perchè non mi sento in grado di farlo. Ho ancora molte, troppe cose da analizzare dentro di me per poter essere d’aiuto agli altri.
    Quindi ancora grazie per le tue riflessioni, che colpiscono sempre nel luogo giusto e al momento giusto e sembrano rivolte proprio a me che ora sto leggendo ( non sono scema, so che la stessa sensazione la provano gran parte delle persone che ti leggono ).
    Ho sempre la speranza di incontrarti di persona, prima o poi!
    Besos

    • Provo una grande tenerezza, e uno strisciante fastidio, verso chi si adagia su prestazioni umane ed esistenziali cosi mediocri come quelle di individuare un nemico e scaricargli addosso la responsabilita della propria storia. E’ uno dei grandi temi di “Rais”, a cui sto lavorando.

  11. Un pezzo che ti fa guardare dentro… Un pezzo che ci mette di fronte a noi stessi ed alle bugie che ci raccontiamo, per poi sbattere contro il muro della realtà e trovarci davanti al bivio: Sederci doloranti e finalmente guardarci dentro oppure continuare a mentire. Nel primo caso il muro sarà… solo un muro… da scavalcare, aggirare, toccare o usare per appoggiarci e respirare sereni. Nel secondo caso altre bugie ci permetteranno di oltrepassarlo… solo per cadere rovinosamente dall’altra parte.

          • Certo. Io mi riferivo al fatto che tu scrivevi “Può? Deve? ha il diritto?”. Credo che non solo vi sia questo diritto e questa possibilità, ma soprattutto vi sia l’obbligo morale a vivere, scegliere, sentire la propria direzione, tenendo a mente i vincoli presi ma anche la propria libertà. Il tutto sempre e solo sotto la propria responsabilità, cioè sostenendo in prima persona e senza infingimenti la responsabilità che consegue alle proprie scelte. Ciao.

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