Nei suoi venti

 

Porzione di copertinaScrivo ormai dalle 6 alle 18, pausa breve, o dalle 8 alle 19, come oggi, e presto dovrò iniziare anche la sera. È durissima, mi fa male tutto, non sto più neppure andando a correre. Ho gli occhi in fiamme, le spalle che quasi non le sento più, le dita delle mani anchilosate. Nella testa parole che si schivano, l’angoscia di una ripetizione, il terrore di quella frase che non va, non torna, non viene.

Rais chiede questo per nascere. Vuole sudore, sacrificio, vuole vedermi piegato, capire quanto reggo, fin dove sono disposto a spingermi. Rais vuole vedermi in burrasca, osservarmi che governo col forte. Vuole vedermi ferito, in ginocchio, senza equipaggio, vele che stanno per cedere, senza cibo, senz’acqua.

L’ho sfidato io, non posso neppure lamentarmene. Io ho voluto osare quel che non avevo mai tentato, spingermi per un oceano così immenso, senza carte o strumenti, dovendole disegnare io mentre navigo, semmai. Il rais è duro, violento, abituato allo scontro, e sono nelle sue acque, nelle gole dei suoi venti. Conosce le baie, i ridossi, sa dove fuggire mentre io navigo alla cieca.

Non immaginavo, non credevo di rischiare di soccombere. Le parole sono le mie, la storia è la mia, pensavo. Ma non è così. Un ammutinamento, ben presto, mi ha tolto il comando. I personaggi sono fuggiti di notte, lasciandomi senza battello di servizio, senza armi, si sono impossessati di una galera veloce, hanno issato vela. Sono dovuto salpare, rincorrerli per ogni isola, per canali, mari interni, tener dietro alla loro folle corsa, perlustrando porti, insenature.

Ora sono giorni, settimane, mesi che li tallono. Cercano di darmi i rifiuti del vento, di coprimi quando è debole, spingermi in altura se sale. E sta arrivando la notte decisiva

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10 pensieri su “Nei suoi venti

  1. Stai facendo intravedere uno scorcio inconsueto della vita da scrittore.
    Mai avrei sospettato queste battaglie interiori, queste fatiche emotive che emergono dal tuo racconto.
    Sono sempre più ansiosa di leggere il nuovo libro e sono certa che, come dopo ogni esame che la vita ci riserva, quando uscirà si scioglierà anche la tensione e sarai libero!
    Buon lavoro caro!

    • credo, come sempre, che ci sia modo e modo di fare la stessa cosa, e dipenda molto da chi la fa, come la fa, quando la fa. Io sono uno scrittore diverso da altri, come altri fanno cose e hanno modi diversi dai miei. Un autore fa ciò che è. Eppure, in questo, conta molto l’epoca, l’itinerario. Pur essendo così, e avendo sempre interpretato in questo modo la creazione letteraria, mai avrei pensato di vivere un’esperienza intensa, intrisa, pregna, grondante come questa, scrivendo questo romanzo. Io sono oggi come mai prima sono stato. Lo sono come uomo, e lo sono come scrittore. Si scrive quello che si è, inevitabilmente, almeno se stiamo parlando di letteratura, perché della scrittura ci sono mille sfumature, mille gradazioni, mille interpretazioni. Eppure, ripeto, pur nel solco di ciò che ho sempre fatto, questo è un gradino verticale, e io, dopo Rais, non sarò mai più lo stesso autore, forse, mai più lo stesso uomo.

  2. Ed ora che combini? Litighi con te stesso?
    Battute a parte, è intrigante immaginarti impegnato al fine di partorire la tua nuova creatura letteraria.
    Fa parte delle tue molteplici attività, ti diverti e vivi la vita al meglio.
    A proposito: e per mare quando ritorni? Forse quando spariscono tutti i vacanzieri, giusto?
    Ciao

  3. Si potrebbe intendere come una metafora.
    Oppure cambiando qualche parola diventerebbe una storia diversa e reale. I tempi restano immutati.
    Eppure mi, ci piace vedere delle analogie non solo temporali in quello che scrivi.
    Anche per questo mi piace sempre leggerti.

    • “e sta arrivando la notte decisiva”.
      attesa e temuta.
      arriva quando non ce la fai più eppure è una liberazione.
      l’ennesima sfida. che non sai se perderai, ma sai che resterai lì ad affrontarla.
      non smettere mai di correre.

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