Ventitré

stesa-definitiva

Non vi posso dire che emozione…

23 giorni all’uscita di Rais.

Ed ecco in anteprima la “stesa” di #Rais. Così si chiama la copertina intera di un libro vista per intero: copertina, aletta di seconda, aletta di terza, quarta di copertina. L’involucro non è mai paragonabile al contenuto, né può sostituirlo o mentire. Ma in un libro, a volte, come nelle persone, dalla copertina si riesce a coglierne il senso, o almeno l’odore. Salvo poi accorgersi di essersi sbagliati…

Mi auguro dunque che voi siate più bravi di me nell’intuire, giacché io con le persone sono del tutto inadatto a comprendere la loro natura. E anzi, colgo qui l’occasione per annunciare pubblicamente che ho iniziato una revisione progettuale e operativa sul tema delle relazioni. Come un aspirante micologo che studi come distinguere i funghi velenosi da quelli edibili, intimorito dall’ipotesi di essere avvelenato dai cattivi ma senza perdere il gusto di godere della bontà che si sprigiona dai buoni, darò una secca accostata alla rotta della mia vita sulla materia degli altri. Troppa poca igiene relazionale, troppa apertura, troppa generosità, troppi regali, troppe cose date a chi non le meritava. Finito.

Sarà molto, ma molto, ma molto più difficile accedere a me. Per altro non è così utile o necessario farlo… In tutti i casi, sarà così. Mi spiace per chi lo meriterebbe, che dovrà fare una fatica nera, oppure desistere, ma non posso evitarlo. Mi sono accorto negli ultimi anni di aver ritenuto valido, onorifico, inevitabile, doveroso darmi. Idee a chi non ne aveva, informazioni a chi non le possedeva, tecniche a chi sapeva poco o niente, consigli, ascolto, pazienza, entusiasmo, fiducia. Be’, sapete che c’è? Basta così. E forse Rais interpreta già, in anticipo, questa esigenza. Lui, così schivo, cattivo, inafferrabile, silente, altrove… Chissà se aveva ragione, e chissà che questo aspetto non lo riscontriate tra le pagine. Me lo direte voi.

Ad ogni modo, ecco per voi la “stesa”, dopo tanto lavoro. Grazie a #Frassinelli, che ci ha lavorato col cuore. E grazie a voi che avete scelto l’immagine di copertina a stragrande maggioranza.

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19 pensieri su “Ventitré

  1. A volte può essere molto utile mettere un punto, perché costringi non solo te stesso a comportarti in modo diverso, più aderente ai sentimenti elaborati, ma anche l’altro. La relazione si trasforma o muore. E se rifletto su quello che conosco di te attraverso queste pagine penso che il punto sia, non una chiusura, ma l’esigenza, ancora una volta, di alimentare la tua ricerca di senso e di bellezza, di bilanciare con nuovi pesi gli equilibri del rapporto io-tu. Mi piace immaginare che nel corso delle tue prossime passeggiate nei boschi troverai, sotto il fogliame e tra le erbe, funghi deliziosi da gustare in compagnia. Con affetto, Frenk.

  2. Frequento il blog da anni, discretamente, ti ho incontrato varie volte e seguito nei tuoi alti e bassi, apprezzando l’incoerenza umana che caratterizza chi vive intensamente. Da innamorato del mare e della “intimità” che crea, del rapporto esclusivo che origina, comprendo la tua scelta. Qualcuno la definirebbe “isolarsi” (mica male se l’isola è bella), altri “atteggiamento snob”. Chi sceglie il mare totalmente sceglie un’individualità, un’esclusività estrema che non sempre è apprezzata. Perché non è compresa.
    Non so cos’abbia determinato questa tua decisione, forse più esigenza, ma è normale per il “Rais”, quello vero, non quello del romanzo, inteso come marinaio della vita, non solo del mare, sempre solo alla barra (la ruota non mi piace, la barra è forza, è Ulisse…) e nelle sue decisioni, quelle importanti.
    Buon vento a te, dalla valle delle Apuane e dal mare del Golfo

  3. Ciao Simone,
    spesse volte in preda a rabbia, delusione e bisogno irrefrenabile di ribellarmi ad ingiustizie o delusioni subite, ho scritto parole molto schiette e colme del mio io piú profondo.
    Quasi la totalità delle volte sono stata fraintesa e non capita.
    O forse sono andata dritta al centro del problema.
    E questo non piace a molti.
    Troppi.
    A volte ho esagerato.
    Forse.
    Ma spesse volte,fortunatamente, ho semplicemente espresso concetti,idee molto scomodi,facenti parte del mio pensiero.
    Ma fiera di averlo fatto.
    Anche se il prezzo spesso è stato caro.
    Un abbraccio in questo tuo “momento difficile”.
    Laura

  4. Ciao Simo…sei stato chiarissimo..altro che. Io condivido al 100%. E il fatto che tu lo dica pubblicamente non fa altro che rendere onore,come sempre, alla grandissima persona che sei, gentile e generoso con tutti. Grande Cuore. Per i tapini che vogliono sempre capire “a storto” quello che uno dice non c’è speranza. Lì sono e lì rimarranno.
    Un augurio grande per il tuo nuovo romanzo, che non vedo l’ora di ricevere (già ordinato in libreria).
    Grazie.

    • gianluca…
      che dire…
      il tuo “tapino” mi è arrivato dritto dritto… ma ti assicuro che questo fuoco di fila a difesa di Simone è fuori luogo.
      Leggo quotidianamente questo spazio da anni e sono certo che un post con qualche increspatura critica non può fare che del bene a tutto il dibattito.
      Suvvià gente, non prendiamoci troppo sul serio !
      Al dott. Perotti, che ci ospita cortesemente, tutti dobbiamo qualcosa ….
      ed anche io – ti posso garantire – sono tra questi….

      ale

  5. Quando ti ho scritto per la prima volta, in un momento di crisi nerissima, non mi sarei mai aspettata una risposta. In fondo, chissà quante persone ti scrivono, raccontando i loro problemi, chiedendo consigli.
    Invece la risposta è arrivata, con una delicatezza che da un uomo non ti aspetti ( o per lo meno io non mi aspetto ) ma con la fermezza che da un uomo vorresti. Non mi hai dato soluzioni, non avresti potuto, ma hai trasmesso calore ( io ho percepito calore ) e infuso coraggio.
    E ti ringrazio, perchè forse inconsapevolmente sei stato di grande aiuto.

    • Leggendo le parole di Paola, mi sono venuti in mente due pensieri: il primo e’ connesso alla parola ‘gratitudine’, ‘riconoscenza’ e alla bellezza del gesto nel riconoscerlo e nell’esprimerlo (privatamente e/o pubblicamente) e alla sensazione che si prova: gratificante! Il secondo pensiero si lega al fatto che molti di noi cercano risposte proprio quando stanno molto male… L’ho fatto anche io e anche io, come Paola, ho ricevuto una risposta, LA risposta, quella che non ti aspetti, quella che ti scalda il cuore. Chi sono io per ricevere le attenzioni, le parole da uno scrittore, da un marinaio…, da un artista e, in fondo, da una persona che non conosco e che non mi conosce…E come fa a trovare, tutte le volte che ne ho avuto bisogno, le parole, quelle parole e in quella sequenza, con quella punteggiatura perfetta anche quando non c’e’, quelle parole giuste, esatte, precise…’chirurgiche’…E come fa a trovare il tempo da dedicarmi? Nella fretta, nell’urgenza non ci pensavo. Forse perche’ e’ cosi’ raro….o forse perche’ si ha paura di ‘spezzare un incantesimo’…Solo ‘dopo’ si riesce a riconoscere quanto sia stato ‘prezioso’ quel ‘dono’… E quindi io non ti ringrazio, Simone, ma ti ‘riconosco’…perche’ ”la riconoscenza e’ la memoria del cuore” (Lao-Tse’).

      • Grazie anche a te Barbara. Io faccio fatica a volte a interagire. “Il tempo della vita è così breve e” i sogni “così tanti e lunghi””…. ma comunicare con impegno e con autenticità, accettandone anche i limiti, è una delle poche cose fa rimanere degli esseri umani.

  6. La tua disistima verso una parte di chi hai incontrato finora la metti sul piatto pubblicamente e giustamente prendi delle precauzioni per il futuro, ti capisco e, per quanto può valere il mio pensiero, ti approvo! Penso sia un passo importante quando lo si fà….verso la completa consapevolezza dell’essenza dell’umanità tutta. Penso che il bilancio dare/avere verso il prossimo debba essere soddisfacente il più possibile, altrimenti chi continua ad elargire (di solito persone particolari, capaci, entusiaste e generose come te) si sente, ad un certo punto defraudato e non più disposto a sopportare la presenza degli approfittatori, qualcuno/a inconsapevoli altri/e seriali. Ciao Marina

  7. Complimenti! Secondo me quando una ha questa presa di coscienza fa un grosso passo in avanti. Il tempo è poco e sacrificarlo a chi non lo apprezza e’ un controsenso. E’ bello non essere uguali. Un abbraccio

  8. Non sappiamo a chi tu ti riferisca quando parli di persone che ‘non meritavano’ la tua fiducia…sembri un uomo ferito o tradito… E’ vero che non e’ cosi’ ‘necessario’ accedere a te…forse utile…anzi sicuramente utile! ma sono 2 attributi non adatti (o almeno io cosi’ penso e immagino per altri come me) a un desiderio di contattarti in privato o di incontrarti di persona. Tu puoi scegliere e decidere (e ci mancherebbe altro!) di far ‘accedere’ chi vuoi, chi desideri, chi scegli oppure mettere un bel divieto..Avrai le tue ragioni e non c’e’ niente da capire o da spiegare…credo…Sono decisioni rispettabilissime…senza nemmeno dover diventare ‘cattivo’. Per conquistare o ri-conquistare (diciamo cosi’…) la tua fiducia bisognera’ fare ‘una fatica nera’…mi pare un concetto espresso chiaramente…ma poi anche io, in effetti, ho qualche problema di interpretazione della ‘natura’ umana, cosi’ volubile, cosi’ contorta, cosi’ banale…

  9. Sei anche tu un uomo con punti di forza e debolezza, nella vita hai scelto, hai vinto ed hai perso con te stesso ed il mondo intero, raccolto soddisfazioni e delusioni.
    A me appare una storia di vita come tante, con la differenza che l’ hai sbandierata ai 4 venti.
    A che pro lo sai solo tu, probabilmente ne ottieni vantaggi, ma questi sono fatti tuoi.
    Dovresti capire fino a che punto il gioco ne vale la candela, considerato il fatto che per gestire e sopportare la quotidianità a volte ti devi pure rompere i coglioni.
    Quel “basta così” rende bene l’idea idea.
    Ciao

  10. simo,
    ti stimo come scrittore…
    ho divorato quasi tutti i tuoi libri…
    mi hanno affascinato le tue scelte coraggiose.. ( un po meno quella post nubifragio..)
    mi rammarico di non averti mai potuto incontrare di persona.. sicuramente una esperienza non banale..
    però qui sei andato giù un po troppo pesante …
    sei ad un centimetro dal delirio di onnipotenza..!!
    potevi allontanarti, se ne sentivi la necessità, un po più con discrezione…
    qualcuno avrebbe commentato…
    ce ne faremo una ragione !
    va beh.. perdonato

    ale

    • L’ho scritto. Avvicinarsi a me non e’ ne’ particolarmente esaltante o necessario. Parlo da uomo, come chiunque, a cui si avvicinano le persone, come chiunque. Parlo delle mi relazioni personali. Dove lo vedi il delirio di onnipotenza? Si chiama scegliere di fare diverso con gli altri rispetto a come si e’ fatto in passato. Errore mio, che oggi cambio. Igiene relazionale necessaria. Non ci vedo niente di troppo duro. Ne’ delirante. Comunque grazie. Ciao.

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