Nulla come questo

isola

Lo studio della copertina è iniziato così: da un mio schizzo fatto mentre navigavo, fotografato col telefono e inviato a Segrate

Ho scritto questo romanzo disattendendo quasi tutte le regole dell’editoria di questa epoca, e del buon senso.

E’ lungo; ha quattro voci diverse che raccontano i fatti da altrettante diverse angolazioni; è una storia “in costume”, ambientata nel ‘500; è pieno di personaggi; uso registri stilistici diversi; una delle voci è un flusso senza punti, in cui il lettore deve trovare la sua “musica”; il titolo è enigmatico, non spiega nulla di noto; è un romanzo letterario, di quelli che invece di andare verso ciò che il lettore sa già lo chiamano verso lo spazio ignoto che lui ignora; scrivo tutto, senza veli, sbatto in faccia al lettore i suoi vizi, le sue paure, le sue meschinità, le sue ipocrisie.

Nella narrativa contemporanea si sta molto attenti a non farli, questi errori. Un libro lungo costa di carta e stampa, dunque ha un prezzo più alto, e poi i lettori si spaventano per la mole. I tanti personaggi disorientano, le storie in costume vengono avvertite come troppo lontane. Per farne un film servirebbero troppi soldi, nessuna produzione sosterrebbe uno sforzo simile.

Non so se lo avete notato, ma la narrativa di oggi, per larga parte, fa di tutto per ingraziarsi il lettore. Gli va incontro sorridendo, lo segue nei suoi ambienti conosciuti, gli parla con la sua lingua, lo fa riconoscere nelle sue più ovvie aspirazioni, lo blandisce con i luoghi più comuni, usa marche e oggetti a lui familiari, come per farlo sentire a casa, lo aiuta con frasi corte, come fosse un minorato mentale, capitoli brevi, poche pagine in totale, storie esilissime, molti dialoghi. Trovo questa pratica, quando fatta ad arte, la fine di ogni opera intellettuale e di scrittura letteraria.

Per questo, terminando questo mio nuovo romanzo, sono molto orgoglioso della libertà e del coraggio che è costato. A me e al mio editore.

Ma c’è dell’altro.

Alcuni miei libri, negli ultimi dieci anni, hanno avuto successo. Quel che dovevo e potevo fare per cavalcare il favore del pubblico lo so bene io, come possono intuirlo tutti, anche i non addetti ai lavori. E’ quello che si fa comunemente, preferendo scrivere ciò che “si deve” rispetto a ciò che “si vuole”.

Tuttavia, ho capovolto la mia vita per cosa? Per essere libero, il più autentico e libero possibile. E allora? Non potevo seguire il faro dell’opportunità. Sarebbe stato un calcio sugli stinchi della mia storia.

Mi sono messo a studiare senza contratto con alcun editore, senza tempo stabilito, senza alcuna garanzia o scadenza. Poi mi sono accinto a scrivere senza neppure sapere se qualcuno avrebbe mai pubblicato il frutto di questa enorme impresa. Mi sono goduto il tempo dello studio e della scrittura senza vincoli, libero di assecondare la mia emozione verso la storia e i suoi personaggi. E fatalmente, a riprova che il nostro destino non ci indica mai la strada ma lo incontriamo lungo la via giusta dopo averla già intrapresa, un editore ispirato, illuminato e coraggioso si è innamorato dell’idea e mi ha sostenuto.

Ecco perché sono molto felice di aver concluso questo lavoro, proprio poco fa. E’ costato anni di studi e di impegno, compiuti alla luce della grande gioia della libertà e della creatività. Nulla come questo romanzo mi identifica e mi rappresenta. Nulla di ciò che ho scritto fin qui. Qualcuno che lo ha letto mi ha detto: “un romanzo così non lo scriverai mai più”.

Cercare ciò che ha senso, perseguirlo con cura, con la determinazione delle scelte impopolari e non opportune, ma vere e sentite, credo sia la maggiore garanzia che si può offrire a un lettore. Potrà amare o odiare quello che scriviamo, ma sarà certo che nessuno lo avrà preso in giro.

(- 17 all’uscita di #Rais)

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16 pensieri su “Nulla come questo

  1. CARO SIMONE,

    HO LETTO TUTTO QUELLO CHE SCRIVI ED ANCHE I PRIMI COMMENTI E QUINDI LI ESPRIMO ANCHE IO, BREVEMENTE, PERCHE’ LO LEGGERO’ SUBITO.
    OGNI VOLTA CHE CI INCONTRAVAMO TU ED IO, MAGARI DI RITORNO DAI TUOI FREQUENTI VIAGGI PER MARE O SEMPLICEMENTE DAL TUO RIFUGIO IN LIGURIA, HO POTUTO CAPIRE E SEGUIRE IL LUNGO PERCORSO, DENSO DI DIFFICOLTA’, DUBBI E FATICA MENTALE E FISICA, CHE TI HA PORTATO SIN QUI’. E’ CON GRANDE EMOZIONE QUINDI, CHE TI MANDO TUTTO IL MIO APPREZZAMENTO, LA STIMA E L’ORGOGLIO CHE QUESTA CIRCOSTANZA MI ISPIRA E MI COMMUOVE. PAPA’

  2. ‘E’ molto difficile separare l’effetto che vuoi che faccia la tua scrittura dall’apprezzamento che vuoi ricevere per quello che scrivi. (…) Questo per dire che i pensieri riguardo all’effetto desiderato non sono mai puri, mai privi di fini egoistici. Però ci sono parecchi libri che dopo averli letti mi hanno lasciato come prima, e penso che tutta la buona letteratura in qualche modo affronti il problema della solitudine e agisca come lenitivo. Siamo tutti tremendamente, tremendamente soli. Ma c’è qualcosa, quantomeno nei romanzi e nei racconti, che ti permette di entrare in intimità con il mondo, e on un’altra mente, e cpn certi personaggi, in un modo in cui non puoi proprio farlo nel mondo reale. (…) L’effetto che vorrei avesse quello che scrivo è far sentire le persone meno sole. O insomma, toccare le persone in qualche modo. Non puoi assicurarti che a tutti piaccia quello che scrivi, ma cazzo, se hai un po di tecnica, puoi assicurarti che il lettore non resti indifferente.’ David Foster Wallace

  3. …ogni tanto mi viene un dubbio… ma una scelta che sia anche di successo ??? Un lavoro che faccia guadagnare soldi, senza essere schiavi, un libro che venda tante copie senza però dover fare patti con ritratti su tela e diavoli??! Cioè o scegliamo e siamo liberi, ma soffriamo ( scrivere un libro che non si vende non fa stare bene nè lo scrittore nè l’editore, altrimenti se in loro non ci fosse il desiderio di vendere, oltre a quello di piacere non publicherebbero proprio) oppure siamo bovinizzati di successo? L’ho fatta semplicistica lo so , però a volte mi sembra che tu giri troppo intorno a questo concetto di scelta “illuminata” e non capita declinata su tanti settori della tua vita…
    magari invece capiamo e questo libro venderà infinite copie! Anche perchè io ho diversi autori che amo moltissimo di successo e non mi piace pensare che il fatto che li ami è perchè mi strizzano l’occhiolino rendendomi le letture edulcorate stile #bimbeminchia! Tu dici è??!!

  4. Evvai, ormai ci siamo, e’ da mesi ormai che lo aspetto, lo leggero’ con la dovuta calma ed impegno, nelle giornate autunnali, sai quelle con la pioggia che batte sui vetri, magari sorseggiando una buona tazza di the’ o di caffe’, senza consumarlo in fretta, ma gustandomelo capitolo dopo capitolo, come e’ giusto che sia, per godere appieno di uno scritto che ha richiesto tanti anni di studio, di impegno, ma anche che ha probabilmente regalato a te, ancor prima di pubblicarlo, innumerevoli momenti di gioia nello scriverlo pagina dopo pagina. Probabilemente, se ti conosco bene, avendo ormai letto tutti gli altri tuoi libri, leggendolo potremo assaporare profumi di terre lontane, e sensazioni ormai perse nel tempo, e sara’ magnifico potersi immedesimare in un’epoca, quella piratesca, ricca di fascino e di eroi, di briganti ma anche di grandi uomini.

    Buon vento, capitano, con l’augurio di avere altre ispirazioni per continuare a scrivere in liberta’ …

  5. Il coraggio delle scelte giuste. Giuste per noi. Grazie per raccontarci la tua storia, una testimonianza che ci aiuta a crederci ogni giorno un po’ di più.

  6. A me non piacciono i romanzi, non riesco ad apprezzarli ed a farmi catturare dal racconto.
    Comprerò il libro è lo metterò a nel corner del cross booking al Teatro della Cooperativa, a disposizione dei nostri spettatori.
    Un modo per divulgare cultura in forma simpatica ed intelligente.
    Ciao
    P.s. quando transiti a Milano, sarai sempre benvenuto!

  7. È bello avere conferma che la libertà e il coraggio a volte vengono ripagati. Io per questo,sto vivendo un inferno sul lavoro e per il mio diritto a curarmi. È molto dura,ma la determinazione non scema e la coerenza con me stessa nemmeno.
    Complimenti Simone,le scelte impopolari e coraggiose di questo tipo,sono sempre vincenti.
    A prescindere dagli altri.
    Laura

    • È un grande privilegio poter essere liberi di fare con amore e libertà quello che si ama. Per me avere successo con alcuni libri è stato molto istruttivo. Potevo scegliere la via dei soldi, dell’aumento e della gestione della notorietà. Potevo lavorare e impegnarmi per stare sempre o spesso sui media, aggiungendo, chiosando… Sarebbe stato un lavoro, e avrebbe dato i suoi frutti. Ma non è quello che io voglio essere. Poter scegliere ha richiesto ancora una volta una decisione, e il destino ha preso ancora una volta la sua piega. Siamo totalmente artefici (al netto di fulmini, incidenti e ictus) di quello che ci capita. Ogni giorno una scelta. Ogni giorno una scelta. Per non trovarci un giorno in un territorio desolato, alieno, e doverci chiedere: “dove sono finito? Che ci faccio qui?” ciao.

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