Intorno

 

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Ho la certezza, rileggendo questa frase di Rais, che per tutto il tempo in cui ho navigato con il tragico pirata Dragut e i suoi scherani, per gli anni di convivenza con la misteriosa e unica Bora, desiderata da due uomini, salvati forse inconsapevolmente dal suo immenso amore, per i giorni e i giorni trascorsi a dipanare il filo ritorto della trama di spionaggio che ho tessuto sulla scia di una mappa maledetta, per i mesi di domande sulla vita di questi marinai, sul languore delle loro lontananze, sull’impossibile loro amplesso con la vita agra e la morte amica… ecco, per tutto questo tempo, e forse per tutto il tempo di questi decenni di scrittura, romanzi, saggi, articoli, racconti… non ho fatto che guardare intorno a me, cinquecento anni dopo i fatti descritti in Rais, pensando le mie domande, immaginando le vostre, osservando la mia rotta, di conserva a quella di tutte le barche, sporto dalla delfiniera della mia vita, come voi della vostra.

Ciò di cui parla un romanzo, qualunque sia lo scenario, qualunque sia l’epoca, chiunque sia il protagonista, se c’è almeno un filo di onestà a cucire le righe che l’autore traccia a una a una, è sempre la stessa storia… comprensibile o incomprensibile, esaustiva o parziale, definitiva o transitoria. A seconda di chi legge.

Come in questa citazione, ad esempio. “Vedere” ciò che si è, oppure no, ciechi a ogni equilibrio

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4 pensieri su “Intorno

  1. Dopo il post “ventitré”,i successivi ricevono meno commenti.
    Forse è stato frainteso. E per quanto bravi nella scrittura,le parole scritte, e non dette, possono essere fraintese.
    Forse si è percepito un tuo distacco, che però poi non coincide con il tuo voler comunicare tramite i post,ecc.
    E forse, a volte, si percepisce una esposizione troppo ricercata, di ciò che emanerebbe più calore e veridicità,avvalendosi della semplicità.
    Forse.
    Ciao
    Laura

      • Non mi riferivo a Rais. Era una considerazione sul tuo post “ventitré” .
        Ben venga Rais , frutto di molto studio ecc. Ma la tua risposta , sembra quasi un voler porre ” Adesso basta”e i suoi lettori, a un livello inferiore rispetto a Rais. E che male sarebbe stato se avessi scritto “Adesso basta 2′ ?
        Condivido il desiderio di crescita e di sperimentare nuove strade. Ma mai rinnegare le precedenti. Hai frainteso le mie parole; forse perché qualcuno ha tentato di classificarti e identificati in un solo genere di scrittura.
        E forse io avrò frainteso le tue.
        Sicuramente meno leggo su Rais e più permane il desiderio di leggerlo. Non amo le operazioni di marketing applicate alle arti. Tolgono il sapore di scoprirle e interpretarle secondo il proprio pensiero.
        Troppe spiegazioni sono rischiose.
        Proprio pochi giorni fa, un documentario visto in tv su Salvator Dalì mi ha fatto passare la voglia di tornare a vedere una sua mostra . Per fortuna l’avevo già vista in Spagna…libera da ogni interpretazione altrui. E mi era piaciuta.
        I libri,come le opere d’arte,non vanno spiegati. Vanno interpretati secondo il proprio vissuto, visione, personalità,emozioni.
        Questo è il mio personale pensiero.

        • Nessun male a scriverlo, un po’ poco aspettarselo o pretenderlo. Non e’ il tuo caso, e ne sono lieto, ma l’incasellamento da parte dei lettori italiani e’ fortissimo, e io fuggiro sempre dalle caselle. Come da ogni regola fuggiva Dragut. Ciao

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