Speciale Tg1. Buon servizio. Da vedere.

Avevo il raffreddore, forse anche la febbre, ma fu una bella chiacchierata. Dal minuto 4.50′, è la prima intervista di questo bel servizio.

Ecco il bel servizio di ieri sera (tardi…) di Elisabetta Mirarchi, Speciale Tg1 sul “Cambiamento”.

Un buon servizio. Finalmente un’oretta in cui non si parla di soldi o di life-style. Ma di motivazioni esistenziali, di fatica del cambiamento, di scelte, si tentativi. Storie di persone che ci provano davvero. Belle facce.

Molto felice che questo servizio dia avvio a una settimana importante. Mercoledì, il 18 ottobre, dopodomani, esce il mio tredicesimo libro, Atlante delle isole del Mediterraneo (Bompiani), ennesimo epigone di una scelta di vita rivoluzionaria (almeno per me…), decisa per tentare di fare ciò che io sentivo e sento di poter e dover fare, per essere autentico: pensare, studiare, scrivere. E navigare. Da quella scelta sono passati più di nove anni e mezzo. Anni che posso dire di aver vissuto.

Ci vediamo giovedì 19 a Milano per la prima presentazione. Intanto, se avete voglia, guardate questo servizio. Utile per riflettere.

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11 pensieri su “Speciale Tg1. Buon servizio. Da vedere.

  1. Davvero un bel servizio… non sapevo la storia del tizio e del libro, direi che questo è il premio più bello che hai ricevuto per quel libro… magari fossi io a scrivere un libro e un individuo della società malsana che combatto lo scaraventa dal finestrino… Avrei vinto 10 a 0…
    Simone, io sono architetto, ho 27 anni, so esattamente che quel che dici è vero e perseguibile. Ma non ho fondi per farlo. Sono combattuto continuamente dal provare a fare qualcosa di mio (che tutte le volte diventa un “provo a fare qualcosa da solo”) e dall’invece immettermi in un sistema dove iniziare a guadagnare vendendo la mia libertà… non so. Troverei pure qualche studio che mi da lavoro, ma dovrei stare li 9 ore al giorno. Entrando con buio e uscendo col buio e sapendo che fuori c’è una vita che brulica di essere vissuta. Al contempo voglio provare strade nella libera professione, perché amo il mio mestiere, o meglio quello che dovrebbe essere il mio mestiere, ma puntualmente queste strade vengono interrotte perché non voglio creare falsi legami con persone e collaboratori e non voglio entrare nella logica potere/dominio… risultato è che mi trovo a guadagnare qualche spiccio di tanto in tanto, che da un lato non mi rende indipendente, dall’altro mi rende bersaglio di critica per quel che potrei fare e che non faccio (ho già lasciato 2 studi professionali, perché vigeva l’imbroglio e la falsità e non c’era vera passione). L’altra faccia della medaglia è che a tratti sono cosparso di felicità, infondo a me interessa fare le cose che voglio fare e che accetto di fare e non mi pesa stare settimane in casa solo e dedicarmi a me in attesa di trovare altro… solo che come capirai, questa situazione non si concilia con l’ottenere una indipendenza e vivere magari da solo continuando a inseguire i sogni… bella rogna. Spero con tutto il cuore di non arrivare al punto di piegarmi e ritornare in quegli studi, dalle 9 alle 18… un abbraccio

    • Secondo me sei in una posizione favorevole. Ti spiego perché:

      In generale il vero grande e a tratti insuperabile scoglio è sentirsi. Saper godere della vita, sentirsi, saper stare soli, sentire “quella felicità”. Chi (come tanti) ha quel problema, per superarlo deve fare un percorso lunghissimo, a volte incerto, perfino pericoloso, che comunque costa una fatica immensa e dura anche tanto tempo.

      Il tuo scoglio invece, se ci pensi, è banalmente logistico/organizzativo. Se parti dal principio che ogni cosa di valore ha un costo che va pagato (e anche volentieri, visto che genera e consente una cosa così bella), tu devi solo decidere il costo di quella tua consapevole libertà. Il cameriere tre volte a settimana anche se hai laurea e phd? Potrebbe essere. Oppure il consulente uno o due giorni? Oppure altro? Basta. Decidi e paghi quel prezzo. Ma per un frutto molto, molto ricco, di valore…

      Sto leggendo Gurdjieff in questi giorni. Nonostante l’acume, i suoi studi, il suo sapere cinque o sei lingue, etc etc, lui per “ricercare” nei meandri della vita ha evitato accuratamente di fare qualcosa di fisso. Anzi, girava, viaggiava tra l’Hindukush, l’Armenia, l’India, il Kirghizstan, etc. E per sostenersi, di volta in volta, ha dipinto passeri vendendoli come canarini rarissimi (truffatore!), ha costruito e venduto fiori finti durante le feste sacre, si è tuffato dal ponte di Galata, a Istanbul, per recuperare le monetine lanciate dai turisti, ha svolto spettacoli di magia, e potrei continuare ancora.
      Perché lo faceva? Perché aveva costruito uno schema adatto a lui, alle sue capacità, alla sua scala di valori.

      Ecco quel che nessuno ci dice fin da fanciulli:
      – occorre costruirsi autonomamente e originalmente quella scala, che tenga conto delle nostre capacità, volontà (soprattutto!), idiosincrasie, passioni, e via cantando
      – poi, nella vita, bisogna vivere in quel modo

      Io leggendo quel che scrivi sono molto ottimista. Soprattutto se nel fare quel che fai non dimentichi mai che noi dobbiamo essere prima concentrati sul nostro equilibrio, ma poi dobbiamo sempre ricordarci di fare cose buone per noi e che siano anche occasioni per gli altri. ognuno di noi che abbia una dote, per quanto striminzita, deve usarla per stare bene, ma subito dopo, dato che sta bene, deve usarla per fare stare bene anche chi ha intorno.
      Questo impollina tutto.
      E sai una cosa? Non la dico a voce alta, perché altrimenti mi fanno nero (perché fraintendono, ovviamente…). Questa impollinazione genera anche denaro, risorse, cibo, opportunità. Ma solo ed esclusivamente come conseguenza. Questo è il punto…

      Ciao!

      • Hai proprio ragione! Non l’avevo mai vista da questo punto di vista! Ed in effetti è proprio così, cerco continuamente di creare una vita adatta a me e per farlo rifiuto qualsiasi schema predefinito, qualsiasi cosa “fissa”, perché so che anche guadagnando non sarei felice. Anche se ho solo 27 anni l’ho già provata questa cosa. Sapevo che non era così e infatti così non è.
        E poi come dire, facendo cose che altri ti impongono di fare, a meno che non becchi il lavoro della vita (e può capitare), mi sembra di farle anche male, perché le faccio come le farebbero loro, come loro vorrebbero fossero fatte. Non come le farei io, che le farei sicuramente meglio perché per certe cose ci sono nato.
        La filosofia del prezzo da pagare per avere questa libertà non l’avevo mai colta ed è estremamente interessante… in effetti per guadagnare devo creare un valore, che costa… ed anche la libertà, come valore, ha il suo costo…
        Magari mi accontenterei di un lavoro parti-time. Non mi dispiacerebbe nemmeno avere un lavoro fisso, ma che non occupi tutta la giornata. È li che soffro. Se anche fosse un lavoro dalle 9 alle 14 o 3 giorni su 7 sarei felice. Al mondo di oggi pare che chiedo una utopia ma di fatto, se facessi l’architetto libera professione il mio tempo potrei gestirlo alla grande, ma non ho clienti a sufficienza per sopravvivere. Se invece rientro in un sistema, sono infelice ma indipendente…
        Forse hai ragione tu… forse bisogna allargare il campo, fare anche altro. Ho una passione per l’orto e le coltivazioni, magari chissà… i primi soldi potrei investirli li e nel tempo morto cercare di far fruttare questa altra passione… la butto li.
        Come sei un marinaio eccellente se ancora non te l’hanno detto, apri l’orizzonte mentale!

        • io non apro niente Leonardo, dico cose ovvie, che solo questa epoca ritiene originali. pensa come stiamo messi…
          Ad ogni modo, per quel che dici, per come scrivi, per come cogli al volo le cose, non mi preoccuperò di te e non perderò tempo a ricordarti nelle mie serali preghiere laiche. Non ne hai bisogno. A 27 anni sei più centrato te di molti che conosco che ne hanno il doppio.
          certo che può capitare il lavoro della vita. Come anche puoi e devi riflettere su cosa fare per creare quel valore con cui pagare il tuo prezzo della libertà.
          Ma su queste cose occorre operare seriamente, con metodo, riflettere, studiare, capire cosa, quando, dove, come… Questo deve occupare una quota della nostra giornata, un’ora, due ore, ma tutti i giorni, come i monaci, senza mai sgarrare. Serve intensità, tensione morale. E’ o no la cosa più importante per la tua vita? deve venire sempre prima di ogni altra. Altrimenti non te la meriti. Monaci. Guerrieri. perché questa per la libertà è a tutti effetti una guerra. uso con fatica e disgusto queste parole, ma servono a trasferirti quel che se fossimo vis-a-vis comprenderesti dal tono della mia voce e dai miei occhi.

          Rifletti anche sui lavori stagionali. Sono molto adatti a creare “cicli” in cui avere parziale ma splendida libertà.
          in bocca al lupo.
          Buon vento.

          • Grazie… sono davvero compiaciuto di quel che dici, perché ti reputo una persona sincera e che ha già fatto un enorme percorso dentro di se’, comprovato dalla vita precedente, altrimenti le tue parole avrebbero la metà della forza…
            Si, è assolutamente la cosa più importante della mia vita la felicità.
            No, non voglio stancarmi di trovare soluzioni.
            Spero nel buon vento, che faciliti la rotta e non mi faccia trovare acque troppo agitate. Infondo questo sarà il pallino fisso della mia vita, anche se provo a negarlo.
            Direi che più che la via facile, va cercata la via felice. Se sei felice non esistono difficoltà.
            Grazie ancora!

  2. Probabilmente costretto o peggio prigioniero, da impegni, responsabilità, soci , famigliari, consorte, forse vittima, più o meno inconsapevole.
    Sai quante persone si ritrovano imbrigliate in dinamiche spaventose, specie nell’ alta società? Tante, troppe, di più…

  3. In primis un maleducato, visto che non si gettano oggetti da un finestrino, poi un povero disgraziato ricco solo di denari, vista la reazione…
    Un abbraccio
    Vale

    • non ci vedo chiaro. uno con tanti soldi era anche così intelligente da capire quel che dico tra le righe e cioè che non è con quelli che cambi vita? mah… da rifletterci.

      • …Uno con tanti soldi non è detto che sia intelligente! La macchina ganza, gli amici, Pucci e Giangi, e um libro che ciancia di ‘scalare la marcia’? Ma per carità! Ma no! Avrà pensato ‘ma chi è ‘sto baluba?! Guarda cosa si inventano ‘sti poracci per fare finta di non essere invidiosi…’… Io me lo sono immaginato così! 😉

  4. Sei sempre un inguaribile sognatore, capitan Perotti, intendo nel senso buono, sia chiaro e trasmetti simpatia ed ottimismo.
    Eh, si, sono volati già 10 anni da ” Adesso basta” , ricordo ancora come se fosse ora,quando raccolsi il libro scaraventato dal finestrino di una Bentley posteggiata,con targa Svizzera in piazza Castello a Milano…
    Auguri per le tue molteplici attività!
    Valentino

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