Isole…

La redazione. Carlo d’amicis, giornalista e fine scrittore, in primo piano a sinistra.

Ieri, a Fahrenheit-Radio Tre. Un’isola. L’oasi radiofonica della Rai, dove un autore si sente per una volta almeno a casa, dove si può parlare senza l’assillo dell’assurda fretta, la malattia mediatica di questa epoca sciatta, ignorante, distratta. Una parentesi nel tempo e nello spazio dove si raccontano storie che lì, quasi solo lì purtroppo, hanno piena cittadinanza. Non le storie dei giornali, non le storie delle serie tv, ma le storie eterne, profonde, ineguagliabili, inconcluse, simboliche in cui la nostra vita sublima, si compie.
La nostra “riserva indiana”. Noi che nel Mediterraneo un tempo vivevamo di queste storie… e chi le raccontava, chi le creava, chi le amava, era Re…
 
Ieri, a Fahrenheit, ho parlato di “Atlante delle isole del Mediterraneo” (Bompiani), l’ultimo nato. Ecco il podcast. Buon ascolto: Fahrenheit – Atlante delle isole del Mediterraneo – Simone Perotti
(splendide le nostre voci sfumare, al termine, su quella affascinante, melliflua, evanescente di Meg, una ninfa del Mediterraneo…)
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6 pensieri su “Isole…

  1. La tua passione emerge ad ogni passo e mi ricorda la mia, proiettata non nella navigazione, ma in un altro tipo di ricerca. Le passioni sono onerose, perchè consumano ed accettarle a mio avviso significa accogliere la propria esistenza. Al contrario, rifiutarle, o chiuderele a chiave in una stanza, rende sterili, invetriati di tristezza ..ed anche un pò blasfemi. Ascoltarti in questo programma, mi ha fatto ricordare quanto l’essere umano può essere bello, se sceglie di coltivarsi.
    Traduco : Cavoli Simo, quanto sei bravo! Chapeau. Chapeau. Chapeau.

    • Non dirlo così apertamente, se non vuoi che i rancorosi mi accusino di qualche devianza a scelta (curioso che se uno ti fa un complimento, finisce che il narcisista sei tu…). A me i tuoi complimenti fanno molto piacere per varie ragioni. Primo perché, senza ipocrisia, fanno piacere a tutti (soprattutto ai rancorosi) e dunque anche a me. Secondo perché un riscontro ti dice molto di ciò che fai, ti aiuta a capirne la giustezza o l’errore. Terzo perché un commento, con la sua pienezza, bilancia il vuoto dei silenzi e dell’indifferenza, che invece dilagano nella nostra epoca, facendoti a volte supporre che quel che fai sia invisibile. Potrei continuare… dunque grazie.

      • Non possiamo prendere e assorbire soltanto scoppole…
        i complimenti, quelli veri, gentili ma non mielosi, sinceri e senza secondi fini, vanno presi al volo e vanno rinforzate le fibre del cuore per poter riassorbire meglio le batoste che di certo non mancheranno nuovamente…
        PS: in tutto ciò, ti stimo anche io!

  2. Ho ascoltato poco fa il podcast…
    È evidente che coesistono nelle tue parole, in splendida armonia, profonda conoscenza e grande passione. Un binomio perfetto.
    Io ho colto (ma potrei sbagliarmi) una variazione del tono di voce e una certa solennità, quando hai detto: ‘questa isola aspetta te!’. Sorridendo mi è tornato alla mente quell’inciso di Mario Merola … Questa casa aspetta te! Che in napoletano è tutta un’altra storia! Volevo scriverlo su fb, come commento, rispetto a quanto è transitato a noi, ascoltatori, almeno in parte, della tua passione per la letteratura, il mare …la vita.
    Poi ho pensato che era meglio scrivere qui. Facendo un paragone con Merola, avrei sicuramente potuto impattare con il solito ‘qualcuno’ che avrebbe potuto travisare… col ‘sorisettto’ sulle labbra, pronto a non capire una mazza come spesso accade…e non ho ‘sbatti’ (come bene dicono oggi i nostri millenials). Dunque sì, a mio parere, sei riuscito a far ‘passare’ il messaggio che è chiaro, pulito…senza i fronzoli di sbiadite e inutili utopie. C’è un posto, esiste un luogo che richiede la nostra presenza, anzi che urla forte e dichiara di ‘esistere’ e non solo nell’immaginario di canzoni o favole… E quel luogo non è un posto ‘fatato’, un sé ‘freudiano’. Esiste davvero! È concreto!
    È tempo dunque di smettere di ricordare il canto ammaliante e folle… L’isola delle sirene ci attende…
    Grazie Simone!

    • conoscenza delle isole, del mare, della navigazione, e grande passione per il versante metaforico di tutto questo, che è la letteratura, la sua possibilità di dire cose più vere del vero attraverso la finzione. Descrivere l’indescrivibile, del resto, richiede questo: conoscere ciò di cui parli, e poi “saperlo non fare”. O almeno, come sempre, provarci. Grazie. Ciao.

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