A nessuno sembra che il nostro modello di vita sia assurdo. A me sì.

Occorre che alcune cose vengano dette. Ad esempio che dire o fare alcune cose implica la perdita di alcuni diritti. Non appiattiamoci sui disagi e i problemi minuti quando è l’impostazione stessa delle cose che va rifondata.
La verità è che ci mancano idee nuove, una visione diversa, e gente “inspiring” che abbia il coraggio di proporle e volerle. Soprattutto, pare che nessuno veda l’assurdo in cui siamo immersi e dunque si ponga il problema di rifondare l’impostazione stessa di valori, idee, concetti del nostro modello di vita e di coesistenza.
 
Molto orgoglioso che tra 100 anni, rileggendo la cronaca di questi tempi, si possa verificare con chiarezza e oltre ogni margine di dubbio come la pensavo io.
 
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17 pensieri su “A nessuno sembra che il nostro modello di vita sia assurdo. A me sì.

  1. Pingback: A nessuno sembra che il nostro modello di vita sia assurdo. A me sì. — Piccolo Cabotaggio II – Il Casone del Leone

  2. hai ragione simone, manca un partito con una visione differente della societa. anche il movimento 5 stelle alla fine è diventato come gli altri….. forse lo voterò perche è un pò meno peggio, ma mi ha molto deluso

  3. Ciao Simone, una domanda, quando dici “Mentre le risorse per lavorare tutti il giusto ci sarebbero, e basterebbe ispirarsi a un altro modello civile per metterle in azione? ” hai in mente un modello?
    Condivido, come condivido e amo la frase “Un altro mondo e` possibile”.
    Ma poi quando cerco di immaginare questo modello, una sua struttura, valutare la dimensione, mondiale? nazionale? cittadina? mi areno, mi sembra un sogno e poco piu`.
    Ci vedo tutti troppo avidi.
    Ma sarebbe bello avere un libro, un manifesto di questo tipo di idea. Forse da li si muoverebbe qualcosa!
    Grazie

    • Ne ho scritto ampiamente nei tre saggi sul cambiamento. Sai che il 54% delle risorse economiche del Ministero delle attività produttive va in spesa militare? E sai che di quesi soldi il 60% va al personale in cui gli ufficiali sono più della truppa? o in cui l’F35, difettoso, costosissimo (30 mld a velivolo) è anche sostanzialmente inutilizzato? o che l’Italia ha la flotta di Marina più grande del Mediterraneo? Di esempi come questi, in cui non si evince malaffare o cattiva amministrazione, ma orientamento a un modello economico e sociale assurdo, te ne posso fare decine? Sai che se c’è una cosa semplice a questo mondo in questa epoca è trovare risorse? E sai che se ognuno ristrutturasse da sé, lavorasse meno facendo spazio ad altri, autoproducesse oggetti ed energia, risparmiasse, trattasse personalmente gran parte dei rifiuti etc etc avremmo un Paese più ricco, con più turisti, in cui nessuno si ammazza di fatica, in cui ogni risorsa ha senso? Questo, intendo…

      • Sconvolgente. Non ti ho letto abbastanza. Immagino se tutte queste risorse venissero allocate per istruzione, cultura e sport….quanto cambierebbe

      • Ti seguo da anni e apprezzo quello che scrivi poiché è uno sprone per agire e pensare in modo diverso, più autentico e pieno.
        Nel mio piccolo rigetto il consumismo esasperato ecc. ecc.
        Quel che fai (e quel che scrivi) trasuda onestà intellettuale.
        Il grave errore che fai è teorizzare l’agire individuale come soluzione a problemi che sono di fatto economici e quindi sociali e politici.
        Sei a favore della prostituzione ma vorresti che le prostitute fossero vergini!(passami la metafora).
        Un’altro esempio…Fare beneficenza è un gesto nobilissimo chi lo può negare, ma teorizzare la beneficenza come soluzione per eliminare le diseguaglianze è non solo stupido ma criminale poiché porterebbe di fatto ad accettare le disuguaglianze, a considerarle inevitabili!
        Frasi tipo… se tutti donassero 1 euro no ci sarebbe la fame nel mondo hanno lo stesso valore di affermare che se piovesse poco e spesso non ci sarebbe la siccità! Certo sono verità assolute ma anche sciocchezze irrealizzabili!
        Ribadisco che la tua buona fede è palese ma non credo che lo sia per altre istituzioni”caritatevoli”…
        In sostanza non metti in discussione il capitalismo ma contesti le conseguenze che genera. Ti sfugge il meccanismo di formazione dell’individuo e della sua coscienza. Siamo figli della società in cui viviamo(chi più chi meno) e l’ideologia dominante è quella della classe dominante.
        I tuoi dubbi sul votare si votare no nascono da questa errata visione della realtà. Non vedi alternative nelle proposte politiche poiché i partecipanti al teatrino della politica hanno accettato le regole del gioco e quindi non possono e non vogliono cambiare le cose.
        Attribuisci alla politica un primato che non ha poiché la stacchi artificiosamente dal legame con l’economia, così facendo non ti spieghi perché la politica non proponga soluzioni al teorema lavoro- consumo- spreco -inquino. La politica non mette in discussione il teorema perché è essa stessa figlia dell’economia.
        Credo che nelle tue sacrosante e condivisibili critiche al “sistema” manchi l’analisi dell’origine del “male” e quindi non ti spieghi il perché “tutti” seguano il “sistema”
        Spero di averti dato modo di riflettere almeno la metà di quanto mi hai fatto riflettere con i tuoi scritti.

  4. Quello che hai scritto nell’articolo è Assolutamente Vero e ci vuole molto coraggio a scriverlo e affermarlo. Solo una persona coerente con se stessa come sei tu può farlo. Io ci penso continuamente a questa situazione e questa sarà la seconda volta che non vado a votare.. vorrei una società basata sulla decrescita di cui nessuno accenna, già da tanti anni trattata da Maurizio Pallante e Serge Latousche..

  5. Concordo pienamente con Simone, siamo in 4 gatti. Facendomi un giro ne sento di tutti i colori… persino chiamare scimmie gli immigrati e stoltezze simili. La cosa però che più mi infastidisce è che a queste persone vengono messe parole in bocca e concetti in testa che non sono loro. Lo sento, lo percepisco.e mi dispiace. Molto. Altra cosa che mi urta terribilmente è la memoria corta, soprattutto negli anziani, rispetto a certi individui e rispetto a certe faccende storiche.
    Allo stesso tempo penso che in molti vogliano cambiare, ma non sanno come. Votano 5stelle sperando in una boccata d’aria, non capendo che loro vogliono spazzare la vecchia classe politica con le stesse regole della vecchia classe politica. Insomma siamk divisi tra: un partito con un premier che spara balle da 30 anni salvo poi dopo essere salito al governo occuparsi solo dei suoi guai; un partito, non me ne volete, RIDICOLO, che toglie dal suo simbolo la scritta NORD per arruffarsi 4 voti del sud ancora più ridicolo che lo vota; un partito votato al più becero populismo, che vota no a qualunque proposta di legge al solo scopo di rendere peggiore la situazione del paese, così facendo gli italiani si incavolano e loro prendono consensi, con al comando un pupazzo governato da non si sa chi; un partito per il.quale sarei anche orientato a votare, ma da sempre la prima causa del suo male è il partito stesso diviso internamente da inciuci e giochi di potere…
    Insomma… io penso che gli italiani non sono stupidi, ma nelle condizioni attuali è davvero dura… e se devono ispirarsi a qualcuno per coltivare valori e cultura mi spiegate che possono mai trovare in politica, oggi? Per me non ha più senso prendersela con qualcuno, siamo al punto di non ritorno: o aveva ragione Orwell, oppure ognuno cominci a pensare di testa sua e a fare del suo meglio e l’Italia sarà un gran Bel Paese…

  6. Perché scrivi che a nessuno sembra che questo sistema di vita sia assurdo? Vorre evitare per un momento di discutere sulla necessità o sul diritto-dovere di votare (ho già espresso un mio parere su fb) e parlarti di un fenomeno che si chiama ‘Hikikomori’. Nato in Giappone si sta espandendo in tutto il mondo e anche prepotentemente in Italia. Un articolo di oggi del Corriere della Sera: a Torino 5 nuovi Hikikomori al mese. Sono per lo più ragazzi dai 14 ai 25 anni che si chiudono in camera e non vogliono più uscire (altro che votare!). Un fenomeno psico-sociale, un ritiro volontario, indotto dalle forti pressioni sociali… Mi colpisce molto che i giovani, quelli che qualcuno dice ‘saranno il nostro futuro’ scelgano di abdicare ancor prima di averci provato. Come se già sapessero. Come se rifiutassero aprioristicamente non già la vita in sé ma una certa modalità di vivere assurdo, insensato e folle. E mi colpisce che non tentino nemmeno di nascondere questa loro ‘fragilita” e che in un certo senso rendano la società ‘colpevole’…
    Io credo che noi adulti abbiamo una grande, grandissima responsabilità. Che non possiamo più attendere ‘la politica’ perché è davvero troppo tardi. Non abbiamo scuse e io di fronte a questi giovani mi sento in imbarazzo. Abbiamo reso questo mondo, questo pianeta quasi invivibile, sempre sull’orlo della catastrofe. Non sappiamo più nemmeno noi (non tutti certo, ma la maggior parte) come provare a ricostruire, a rifondare… Ne parliamo certo, discutiamo della ‘complessita” ma poi impattiamo sempre con la realtà di ogni giorno in cui viviamo e con la quale tocca fare i conti. Per questo persone come te sarebbero utilissime nelle scuole e ovunque si faccia ‘formazione’. Per questo progetti come Mediterranea non dovrebbero essere casi isolati ma anzi amplificati, tutelati e sponsorizzati dai governi. Per questo dovrebbero rimandare in onda una trasmissione come ‘un’altra vita’ o meglio pianificare un’altra stagione! Mi pare il minimo! Possiamo fare a meno di SanRemo o no? Possiamo investire meglio le risorse o no? Quale volontà politica abbiamo ora in grado di invertire la marcia, di trovare un po’ di coraggio e infine di dignità?
    Scusate se mi sono dilungata… Ho scritto di getto come al solito. Spero di non essere andata troppo ‘off-topic’… Grazie. Ciao.

    • Ma non vedi che a considerare questo metodo di vita anche solo uscendo in automobile come è capitato a me ieri l’altro… siamo in quattro gatti? Tutti vanno e scarpinano e fanno polvere, ogni giorno, come se niente fosse. Poi scrivo sul Fatto che il modello è assurdo e tutti contro. Capirei se mi avessero risposto: “ok, è evidentemente assurdo, ma non condivido il tuo approccio”. No! Tutti a sostenere che bisogna cambiare la classe dirigente politica, senza occuparsi del fatto che se cambi direttore al carcere, quello sempre carcere è.
      Fidati, a “vedere l’assurdo” c’è pochissima gente in giro.

      • Ho letto qualche commento (sono tantissimi!). Mi pare che più che altro siano ‘contro’ l’astensionismo perché credono ancora di essere in una ‘democrazia’, porelli……. si sentono parte ‘attiva’, sono soprattutto uomini con i ‘controc……..’, o almeno il tono che usano pare quello… Io infatti ti ho parlato di giovani, di ragazzi… non di questi esseri sub-umani già lobotomizzati…eh…

          • Mah… Saranno anche in gamba però se non si accorgono della follia… Secondo me fanno il compitino… Cioè esprimono convetti in parte forse anche condivisibili man..fuori tempo massimo!

  7. Mah, caro Perotti, hai espresso considerazioni pesanti, a tratti utopistiche e chiaramente provocatorie, naturalmente rispettabili ma non condivisibili.
    La cosa più facile è fermare la giostra e magari sfasciare tutto con conseguenze facilmente immaginabili.
    Volere o volare, che piaccia o meno, le votazioni sono la massima espressione democratica di una nazione, tenendo sempre presente diritti doveri e regole.
    Ricordiamoci pure che, la politica attuale rispecchia perfettamente i suoi concittadini, visto le mascalzonate che ogni giorno viviamo a 360 gradi.
    Che fare? Non ho bacchette magiche, men che meno la presunzione di cambiare la testa della gente ed il mondo intero, vedrò comunque di recarmi alle urne il 4 marzo.
    Auguri a noi tutti!

  8. Condivido ogni singola parola e posso aggiungere, da cittadino italiano all’estero, l’esperienza di assistere allo spreco di denaro per farci votare. Un controsenso nell’epoca dell’alta velocitá informatica. Con un click sei teletrasportato in ogni angolo di mondo per poter comprare oggetti futili e che inneggiano allo sfruttamento dell’altro peró, il giorno del voto, hai bisogno di spendere denaro in francobolli, spostamenti di carte con conseguente inquinamento e con la reale possibilitá di falisificare il voto. Molto spesso mi chiedo quale sia la necessitá di far votare persone che con l’ Italia non hanno mai avuto o mai piú avranno a che fare. Controsensi che nella maggioranza dei casi ottengono la fatidica risposta “..eh! ma si é sempre fatto cosí…”

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