L’Altra Via. La nostra.

Questo è ciò che avviene quando si cede millimetro per millimetro, per anni, sui principi e sui valori fondamentali. Questo accade quando si legittima la violenza, quando si transige sull’educazione mediocre, quando si considera possibile reprimere invece che ascoltare, quando si pensa che ogni cosa sia separata dal resto. Non è così. È tutto legato. Genova 2011, oggi.

Il nostro è uno dei tanti paesi del Mediterraneo in pericolo, in decadenza, con tentazioni sempre più autoritarie, sempre più dall’alto, e un popolo rassegnato che si bea di urlare e inveire (le facoltà che il potere adora), che non combatte giorno per giorno contro se stesso (contro SE STESSO…) e la propria tentazione di dire “ma sì, dai… tanto è uguale…”.
Quell’acquisto inutile, che cede al consumismo insensato e grave, non è uguale. Fa differenza.
Quel lavoro inutile e dannoso, a cui non diciamo di no, non è uguale.
Quei simboli, che per ignoranza e pigrizia assumiamo come nostri invece di capire chi siamo (è difficile sforzarsi di capire, si fa fatica…) non sono la stessa cosa. Hanno conseguenze enormi.
Quelle relazioni, di cui non ci domandiamo il senso, e come e quanto ci rappresentino… non sono uguali.
Quel tempo perduto invece di studiare, progettare, costruire, non è uguale.
Niente è uguale, tutto fa la differenza. Perché poi un giorno succede che… E succede per ognuno di quei millimetri perduti.
Ricordiamoci sempre che abbiamo tutti (qui almeno, e non solo qui) una doppia responsabilità: vivere, scegliere, fare la via in salita, che porta da qualche parte… e poi guidare, testimoniare, spiegare, fare domande a chi non se le fa.
La Nuova Élite (per semplificare: tutti coloro che arrivano a leggere la fine di questo post [pensa come siamo messi…]) deve ricordare quel pomeriggio di dieci anni fa, e anche le alluvioni di qualche giorno fa in Germania e Belgio, o le cicliche crisi economiche e finanziarie (a orologeria) che sconvolgono l’ordine mondiale degli schiavi del consumo (e anche nostro) come un tutt’uno legato a doppio filo all’azione che stiamo per fare adesso, stasera, domattina, e al pensiero o all’idea che la determinano biforcando il nostro destino per sempre.
Ricordiamo sempre.
Colleghiamo sempre i fatti.
Prendiamo sempre le distanze dalla via che tutti invocano.
Pensiamo altre cose, lontane dalla tundra emotiva dell’epoca.
Progettiamo quando tutti disperano.
Agiamo quando tutti sono distratti dalle mentite spoglie della vita.
Preoccupiamoci della nostra energia.
Cambiamo la nostra vita, e il mondo, nel raggio più ampio che possiamo. Un essere straordinario cambierà migliaia di chilometri quadrati intorno a lui, noi cambieremo qualche centinaio di metri appena. Non importa. Se quello è il raggio massimo, avremo compiuto il nostro scopo come esseri umani.
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20 pensieri su “L’Altra Via. La nostra.

  1. ciao Simone
    ho ancora un piccolo sassetto in tasca, è particolare, è verde variegato marrone come un cono cioccolato e pistacchio l’ho preso a Kombonada beach(non si dovrebbe fare lo so , ma ho raccolto parecchia plastica dalle spiagge che ho visitato e mi porto in pari con la coscienza) in ricordo di un viaggio, non come al solito d’estate, diverso
    fa un certo effetto essere sull’isola mentre sto leggendo “l’Altra via” e come essere al cinema 3D.
    Ho apprezzato molto il tuo libro perchè a dato ordine a quei pensieri che arrivato alla cinquantina si sono improvvisamente affacciati alla mia vita, ma erano nebbiosi , avulsi da mille interrogativi, quindi facevo la spunta :salute ok, con il partner ok ,figli a posto, casa di proprietà, il mio lavoro continua a piacermi tanto(lavoro con le mani, e me le sporco) e allora da dove veniva quell irrequietezza ?insomma niente che mi facesse desiderare quello che poi ho capito essere voglia di LIBERTA’ , intesa come essere liberi da un mondo sempre più omologato che ci rende schiavi (in)consapevoli, pecore nel gregge , facilmente manipolabili ,e a me questo sta stretto
    Avrei voluto incontrarti ed a dire il vero ho chiesto in giro a Potamos ed a Kalamos ma poi ho desistito, più che altro per non violare la tua privacy
    A Giugno 2021 (in tempi non sospetti dal momento che non conoscevo le tue opere) mi sono recato a Lefkada cercando una possibilità di un Altra Via , in quanto ho sempre considerato la Grecia ed in particolar modo le sue isole come luogo d’elezione per un cambio vita,ma purtroppo non ho trovato le risposte che cercavo ora il cielo è più terso e Neapolis sembra tocccarla con le mani, grazie
    P.S. se avessi le tue capacità scriverei un libro ed il titolo sarebbe “Perimene” un termine che mi piace molto dove descriverei il fascino ed il gusto di una vita lenta, scandita dalle stagioni dal contatto con la natura ma per questo intensa, sana,……. aspettando, andando lenti, ma decisi ,a riprenderci la nostra vita
    e allora buon vento

  2. Devo dire che hai centrato nel segno. Ogni epoca ha le sue, per carità. La differenza sostanziale ad oggi è che ci è stata a poco poco tolta la voglia di combattere, distratti da un commento su Instagram e occupati a guardare la nuova serie tv su Netflix non ci siamo accorti di quanto abbiamo le mani legate e di quanto sia stata soffocata la nostra capacità di espressione. Oltre all’inutile perbenismo forzato che si è diffuso a macchia d’olio in tutto il mondo.

    • La verità è che (credo) cresciamo senza che ci venga inculcata fin da principio la regola base della vita: bisogna cercare, capire, cambiare e vivere a proprio modo.

  3. considerando l’epoca simone, tu e la tua compagna avete fatto la scelta migliore; scegliersi un posto bello, dal clima gradevole, con poca gente ma semplice allegra accogliente e sincera, e stare li, lontano da tutto questo marasma. vi invidio veramente

    • C’è molto altro sai. E pur tuttavia c’è anche quel che dici tu. Quasi mai ho visto ciò che è bene non essere buono…

  4. “Progettare quando tutti disperano”
    hai ragione, è proprio questo che dobbiamo impegnarci a fare, penso che sia l’unico modo per non soccombere a questo degrado dilagante, soprattutto a quello delle menti e delle coscienze.
    Essere consapevoli di dove siamo e di chi siamo è la presa di consapevolezza necessaria per provarci con buone possibilità di riuscita. E comunque tentare è già una attività di rilievo.
    Grazie per le riflessioni che suggerisci

    • Be’ è evidente ormai che la speranza oggi ha natura anticiclica. Se tutti vanno a sinistra bisogna necessariamente cambiare bordo e andare a dritta. È una legge ormai.

  5. Caro Simone,
    la costruzione di una nuova realtà passa davvero per l’accurata scelta e la progettazione, anche, e forse soprattutto, in tempi disperati.
    Impresa non facile, come non semplice è consonare l’individualità con la pluralità.
    Ciascuno con la propria via, ma con la speranza di disegnare insieme una geografia più autentica.
    Grazie, intanto, per la coerenza di pensiero e di azione, e per testimoniare un’attuata (per te) ed attuabile (per noi) prospettiva di vita.

    Buon vento e buone vele,
    Lucio

  6. Caro Simone Perotti,
    simpatica l’immagine della tundra emotiva, costituita di erbe basse e muschi. No, noi vogliamo prati lussureggianti e boschi di abeti di risonanza per fabbricare violini.
    Pensiamo dunque in profondità e seguiamo la nostra via, e studiare, progettare e costruire.
    Tutto fa la differenza, perché poi la vita è fatta di azioni quotidiane. Diamoci una norma: prima di agire pensiamo sempre alle conseguenze, e anche nelle piccole cose proviamo a moltiplicare gli effetti collaterali di ogni azione per 60 milioni di italiani, giusto per cominciare. Perché il problema consistente è dato dagli effetti cumulativi. Sviluppato un ragionamento – esempio, mai bottigliette in plastica, sempre borracce robuste – facciamo diventare ogni scelta intelligente una abitudine, così poi si agisce in automatico.
    Un saluto cordiale
    Stefano Rosso

      • buongiorno Simone, mentre sto leggendo l’ultimo tuo libro penso “quest’uomo é identico a me”, cosa che si era già verificata leggendo Rapsodia Mediterranea. Ho capito dalle prime righe che si trattava dell’isola di Kithira perché tre anni fa siamo andati ad Elafonissos e il viaggio successivo sarebbe stato appunto a Kithira. Mi sono sentita partecipe di ogni progresso ottenuto e ho visto similitudine nell’esperimento di Thoreau. Evidentemente nel costruirsi la casa davvero con le proprie mani c’è un ritorno alle origini, in più voi lo avete fatto in una circostanza assolutamente insolita. Tutta la mia stima e ammirazione ad entrambi. Vi proporrei alla guida di una squadra di docenti di Educazione primaria dalla materna in su.

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