Il mio discorso ai politici – Elezioni 2022

Il nostro Paese aspetta una “Nuova Frontiera“, un nuovo orizzonte. I problemi dei suoi cittadini non sono solo i soldi, il lavoro, la casa, ma il progressivo raffreddamento del comune cuore civile, delle nostre anime, del nostro immaginario esistenziale e sociale.
 
Questa era una condizione ideale per la politica, perché parlare a un Paese preoccupato, intristito, spaventato che non aspetta altro che una speranza è l’occasione migliore per farlo vibrare.
 
Eppure nessuno lo ha fatto.
 
Non uno dei candidati a queste elezioni 2022 ha saputo scaldare quel cuore, farlo fremere di rinnovata fiducia. Nessuno ha indicato una meta accessibile, ambiziosa, capace di far rialzare lo sguardo da terra.
 
Ma la via c’è. È un’altra da quella attuale. È affasciante, avventurosa, difficile, eppure ricca di vita. Una grande, necessaria, inesauribile opportunità.
 
Per l’indegnità politica di non averci raccontato nulla di questa via, per la mediocrità ideale con cui ci hanno parlato, per l’inadeguatezza con cui hanno chiesto il nostro voto (tutte premesse certe di una tragica azione politica e governativa domani) io non posso votarli oggi.
 
Il voto è una cosa seria, c’è morta della gente per garantircene il diritto. Non possiamo gettarlo nel fango in questo modo.
 
Auspico quindi un segnale generale: il 95% del Paese che diserta le elezioni.
E poi un nuovo inizio.
 
#laltravia
#discorsoaipolitici

 

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5 pensieri su “Il mio discorso ai politici – Elezioni 2022

  1. Caro Simone,
    provo da sempre ammirazione per te, e ancora di più per la fiducia che riponi nelle persone. Ti seguo dai tempi di Adesso basta”, e mi rivedo nei tuoi post, stavolta però non mi sento di condividere in pieno il tuo pensiero.
    Ho la sensazione che le persone, purtroppo, vogliono sentirsi dire proprio le cose che i tutti politici hanno detto. Nel mio paese, alle ultime amministrative qualche anno fa, chi ha fatto un discorso obiettivo e costruttivo come il tuo si è sentito rispondere che il programma era troppo onesto e faticoso da appoggiare e si è preferito dare il voto a chi prometteva fantomatici posti di lavoro con lauti stipendi e poco sudore. Cosa che non si è realizzata naturalmente, ma oggi, se si votasse di nuovo per l’amministrazione comunale, rivedrei lo stesso patetico teatrino. Certo non voglio passare dal mio vissuto ad un discorso generale, ma la sensazione che mi arriva è che manca un approccio culturale adeguato l affinché il cambiamento abbia atto. Ci vorrà un lavoro molto duro e di lungo termine per cominciare a scalfire certi retaggi ormai cronici. Ciò non toglie che chi ha un’altra visione delle cose non debba perseguirla, ma ritengo che non c’è il terreno pronto per farlo adesso e tutti insieme.
    Per cui io andrò a votare, anche se nessuno ha acceso fiamme nel mio cuore, consapevole che sarà un voto inutile, ma voglio almeno provare ad arginare certe derive estreme, in cui non mi riconosco e che potrebbero essere per me ulteriori ostacoli nel cammino diverso e controcorrente che da sempre sto a fatica percorrendo.
    Grazie comunque Simone perché sino a domenica le tue riflessioni mi accompagneranno e saranno fonte di riflessione critica e costruttiva.
    Buon vento a tutti

    • Grazie a te. Capisco quello che dici.
      ma vedi, pensaci: come lo prepariamo questo “terreno non pronto” se non lavorano proprio quando non è pronto?
      io, per quel che sono e che vale, faccio questo. E non sono l’unico.
      forza!
      Grazie ancora a te.

  2. Discorso condivisibile, ma purtroppo utopistico.
    Se chi ha governato fino ad ora non si è accorto che l’astensionismo è in ascesa dal 1979 , ed è scollato dal paese reale, tanto da non fare nulla in piena emergenza climatica e sociale (non solo economica ma anche di cultura e valori), anche con una percentuale superiore di astensionismo del 40%, o del 95 %, al Governo andrà sempre qualcuno, peraltro di quelli che si candidano oggi.
    E guardare agli altri stati non rassicura affatto, visto che nessuno ha una visione di pacifica convivenza e sviluppo sostenibile.
    Quindi anche ove tutti disertassero il voto, qualcuno andrebbe comunque al Governo, e non sarebbero certamente i migliori.
    Vero è che il voto che ci chiedono non è meritato, e va bene auspicare un nuovo inizio.. ma forse la soluzione è un’altra.

  3. È un ragionamento fantastico che se si realizzasse cambierebbe le sorti del mondo intero.
    Ritornando con i piedi a terra, ricordiamoci chi è il cittadino medio e perché vota.
    La metà vive sulle spalle degli altri, soffre di analfabetismo funzionale, ne combina di ogni appena possibile e vivacchia a taralli e vino.
    Basta guardare 4 numeri statistici e vien il mal di testa.
    Con uno scafo che imbarca acqua non navighi spensierato…

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