“Dialoghi mediterranei” su La Stampa

 

Ecco il pezzo che ho scritto sui “Dialoghi mediterranei” e che è stato ospitato oggi tra le pagine di Fabio Pozzo su La Stampa.

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11 pensieri su ““Dialoghi mediterranei” su La Stampa

  1. Splendida iniziativa e per questo grande adesione. Ne parlavo a cena con amici proprio durante il w.end del vostro raduno a Catania e ho scoperto che li con voi c’erano amici dei miei ospiti….. si e’ aperto un mondo…. io a tirar fuori i tuoi libri e descrivendoli li prestavo per un primo contatto conun nuovo autore….. loro che messaggiavano a catania e gia’ proponevano di presentarci appena rientrati a milano…..
    insomma il “mondo e’ piccolo” o forse “il mediterraneo lo amiamo in tanti”!
    buon vento simone e aspettiamo considerazioni dettagliate a seguito di questa straordinaria iniziativa
    perche’ passare dalla rete alla fisicita’ e’ assolutamente necessario
    mf

      • Ma la storia non finisce mica qui ! Ricevo da mio cugino Flavio Del Greco di roma un messaggio nel quale mi comunica: “io c’ero”!! pensa potevamo incontrarci li a catania senza saperlo 🙂
        e ancora….. lo chiamo al telefono per farmi raccontare , lui entusiasta, e’ venuto con la moglie e mi rdice: ma lo sai che uno dei miei migliori amici da sempre (se ben ricordo tale Lorenzo….) e’ una delle persone piu’ vicine a Perotti e anche io lo ho scoperto quasi per caso che si frequentavano?!?
        tutto molto divertente , umano, sorprendente….. come il nostro mediterraneo!
        marco

  2. Ciao!
    purtroppo non sono potuta venire perché lavoro ancora, ma sono le mie ultime due settimane in ufficio e poi…. faccio come te!
    Grazie per i tuoi libri, che ho letto e riletto negli anni in cui mi preparavo al grande passo.
    Paola

  3. Grazie per la risposta ed il tempo dedicato, se pubblicherai eventuali sviluppi e risultati interessanti riguardo ai prossimi tuoi incontri, li leggerò molto volentieri, sempre pronto a cogliere nuove riflessioni.
    Buona serata
    Vale

  4. Mamma mia, che faticaccia!
    Ma chi te lo fa fare di uno sforzo simile, tu che vivi sostanzialmente lontano dal fracasso generale in luoghi tranquilli per scelte ben precise.
    Una sorta di associazionismo con sostanziali sconosciuti, forse nasceranno, nuove idee, boh…

    • Me lo fa fare, sostanzialmente, il sentimento di militanza delle idee che credo stia dietro (o dovrebbe stare dietro) a qualunque attività intellettuale. Per vivere nel modo migliore è necessario applicarsi, impegnarsi, cercare risposte e vie utili al proprio equilibrio. Non ci si può esimere da questo. Per svolgere una dignitosa attività intellettuale occorre a vere a cuore la comunicazione con gli altri, spendendosi con tutte le proprie risorse per pensare, elaborare, raccontare tutto quello che può essere utile a chi vuole ascoltare. Dunque, dato che questa è la mia vita, non mi posso (ma soprattutto non mi voglio…) esimere.

      • Si, se quella ben descritta è la tua vita ci mancherebbe, probabilmente hai bisogno di confronto continuo, forse è anche una delle tue attività per campare.
        Bene, buona continuazione!
        Ciao.

        • se campare ha un significato economico no, perché spendo i miei soldi per realizzarlo, mi pago i costi di viaggio e soggiorno e il seminario è gratis.
          Se per campare intendi fare il mio lavoro intellettuale, parzialmente sì, anche se il lavoro intellettuale è dentro, solitario.
          Più che di bisogno mio, essendo che costa impegno e fatica, lo sento come un imperativo, un dovere, che faccio ripeto con impegno e fatica, ma anche con gioia. Non saprei come giustificare la mia ricerca, il mio studio, se l’obiettivo fosse solo per godere io di quelle briciole di saggezza che sempre, tutti, troviamo cercando.

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